Povertà e miseria nel Veneto, in Italia e in Europa

Re: Poartà/povartà e mexeria

Messaggioda Berto » sab dic 17, 2016 9:02 am

Richiesta licenziamento da radio 24 per Cruciani e Parenzo
https://www.change.org/p/radio-24-richi ... ion-no_msg

Richiesta immediata sospensione e licenziamento per i signori Parenzo e Cruciani a seguito della trasmissione radio del giorno 13 dicembre 2016 , ove i due telefonavano , offendevano e ridicolizzavano una signora di 86 anni che e' stata vittima di una rapina in casa , picchiata selvaggiamente insieme al marito e torturata con un ferro da stiro rovente .. A distanza di pochi mesi il responsabile della rapina e' stato messo agli arresti domiciliari a 100 mt di distanza da dove abita la coppia di anziani . Il resto potete ascoltarlo qui :
https://www.youtube.com/watch?v=xztnSPV ... pp=desktop


Ke bruta xente, tałiana e terona, e valtri a sarisi łi fradełi tałeghi, malditi, skifoxi sensa creansa, kel diavoło el ve toga, ke omanedà lurida!


Cruciani e Parenzo deridono gli anziani veneti seviziati dai marocchini
giovedì, 15, dicembre, 2016
Una trasmissione che ha lo scopo di fare ascolti a qualsiasi costo, perfino deridendo la coppia di coniugi di Piacenza d’Adige (PD), rapinati e torturati in casa il 20 luglio scorso durante una violenta rapina.

http://www.imolaoggi.it/2016/12/15/cruc ... marocchini

I due sciagurati conduttori e “grandi giornalisti” professionisti si sentono liberi di deridere ed umiliare la signora Rosina chiamandola al telefono. Si sentono a completo agio mentre al telefonano, sghignazzano in faccia ad un’anziana di 87 anni mettendola in confusione e deridendo tutte le persone che si sono strette attorno a lei in solidarietà per ciò che ha subito col marito, rischiando di morire

La trasmissione radiofonica si sostiene con le inserzioni pubblicitarie che vengono inserite nei momenti di massimo ascolto assicurati dagli “eccessi” che i due sono disposti a vomitare a qualsiasi costo. A costo dell’offesa, della derisione e della evidente umiliazione, perfino di chi è stato vittima di atroci delitti. E’ mai possibile che non vi sia nessun genere di controllo e di intervento da parte di nessuna autorità garante? Sarebbe davvero considerato come liberticida del diritto di opinione o limitante della libertà di stampa, come sicuramente gl’ideologi del Politicamente Corretto subito denuncerebbero? Oppure si tratterebbe semplicemente di impedire una libera e gratuita violenza psicologica verso persone già vittime di violenza fisica e psicologica?

E’ possibile che in questo paese zeppo di Enti ed Authority, non ci sia nessuno di questi soggetti che si debba sentire in dovere di intervenire a difesa per fermare questa violenza, nemmeno di fronte a questo grave sfregio della dignità di una coppia di 87 ed 86 anni. Mi chiedo se vi siano inserzionisti Veneti che siano ancora disposti a sostenere economicamente questa RADIO24 tramite il commissionamento di costosissime campagne pubblicitarie, dato che l’emittente si comporta in questo modo con i veneti. Ed infine, se ancora esistono clienti veneti di Radio24 li esorto a riflettere bene su come vengono utilizzati i loro soldi sapendo che, in parte, sono senza dubbio responsabili di quello che questa radio ha fatto a questi anziani.
Parte subito la petizione su Change.org per il licenziamento da radio 24 per Cruciani e Parenzo

Nicola Pasqualato nicolapasqualato.blogspot.it

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Anziana torturata con ferro rovente, arrestati pregiudicati marocchini
http://www.imolaoggi.it/2016/09/15/anzi ... marocchini

Gli anziani sono stati aggrediti selvaggiamente dai due marocchini. Sono stati segregati in casa e torturati per scoprire dove custodivano il denaro e l’oro. Addirittura l”anziana residente era stata anche ferita con un ferro da stiro rovente. [...]
PADOVA – Sono stati fermati dai carabinieri di Este due dei presunti responsabili della violenta rapina a Piacenza d’Adige (Padova) nel corso della quale un’anziana venne torturata con un ferro da stiro incandescente, per rivelare il codice della tessera bancomat. Si tratta di due marocchini, irregolari in Italia, con vari precedenti. Con loro sono stati denunciati per lo stesso fatti altri due loro connazionali. La coppia, di 87 e 86 anni, era stata sorpresa nel sonno da tre banditi che avevano minacciato con un coltello l’uomo, rovesciandogli poi addosso un mobile e infine legandolo assieme alla moglie. Quest’ultima era stata torturata con un ferro incandescente. VIDEO >>>>

I banditi fuggirono con un bottino di 300 euro e alcuni monili d’oro, lasciando le vittime legate sul pavimento.
La donna riuscì a liberarsi e a chiamare il 112. La coppia venne ricoverata in ospedale. ANSA


L'etnorasixmo contro i veneti: Toscani, Balàso, Formej, Steła, Santoro
viewtopic.php?f=25&t=1379



Ennio e Rosina rapinati e derubati delle fedi: un gruppo di venetisti regala loro gli anelli
La coppia di ultraottantenni cinque mesi fa subì aggressione e sequestro in casa di Nicola Cesaro
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.14582565

PIACENZA D’ADIGE. Dopo averli aggrediti e segregati in casa, lo scorso luglio i ladri li avevano privati anche delle loro fede nuziali. A distanza di oltre cinque mesi, ci hanno pensato indipendentisti e venetisti a “risarcirli” moralmente.

Oggi pomeriggio una quarantina di attivisti ha fatto visita a Ennio Libero Bendini e Rosina Fracasso, 87 e 86 anni, la coppia che lo scorso luglio è stata torturata e derubata nella propria abitazione di campagna tra tre extracomunitari.

Il gruppo, dopo aver tenuto un sit-in di solidarietà in piazza a Piacenza d’Adige, ha consegnato ai due anziani due nuove fedi, comprate attraverso una raccolta solidale: «Oggi siete di nuovo marito e moglie, ve lo dobbiamo!», è il messaggio lasciato alla coppia, rimasta visibilmente commossa dal gesto.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... roxani.jpg

Alberto Pento
El Sol 24 ore e ła so Radio 24, el Corier de ła Sera, la Stanpa, ła Repiovega łi xe tuti jornałàsi skifoxi ke da senpre łi xe contro i veneti basta pensar a ła canpagna del Corier de ła Sera par sostegner ła I goera mondial ke ła ga defsà ła Tera Veneta e coel kel scrive el veneto rinegà de Steła. Lè purpio el pexo luridume tałian ke se esprime col fià ke spusa de março e de morte.

El Corier de ła Sera, l'onto xornal de ła goera, senpre stà contro i veneti, jeri cofà ancó col so veneto renegà Steła
viewtopic.php?f=139&t=1622
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » sab dic 17, 2016 3:45 pm

CLNV, Plebiscito.eu, LIFE, Gandhi, ła dexobediensa fiscal e łe tàse
viewtopic.php?f=126&t=2423

LIFE - Liberi Imprenditori Federalisti Europei
viewforum.php?f=146

Kopà o sasinà dal stado talian
viewtopic.php?f=146&t=1107
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » mer dic 21, 2016 9:13 pm

DISASTRO ITALIA: 2 MILIONI DI BIMBI ITALIANI SALTANO PASTI, VIVONO AL FREDDO E NON MANGIANO CARNE!
18/12/2016

http://ilsudconsalvini.info/disastro-it ... iano-carne

DISASTRO ITALIA: ACCADE CHE OLTRE 1,3 MILIONI DI BIMBI ITALIANI SALTANO I PASTI, VIVONO AL FREDDO E NON MANGIANO CARNE! ACCADE PURE CHE NEL NOSTRO PAESE TRA I MIGRANTI CI SIA CHI RIFIUTA CENTRI DI ACCOGLIENZA PER ASSENZA DI CAMPO AL CELLULARE!

Istat e Unicef Un quarto dei minori in stato di «deprivazione» Abitano in case senza tv e riscaldamento. E non mangiano carne!

Povera Italia: nel nostro Paese accade che tra i migranti ci sia chi rifiuta centri di accoglienza per assenza di campo al cellulare (è accaduto a Boveglio, paesino collinare in provincia di Lucca, come raccontato ieri su Il Tempo ) o per pasti non graditi mentre i bambini italiani che vivono senza televisore o riscaldamento sono 1 su 4. Non si tratta di statistiche fornite dalla Lega di Matteo Salvini o da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, bensì dall’Unicef e dall’Istat.

In Italia più di un quarto dei bambini, il 27%, vive in case prive di riscaldamento, televisore a colori, lavatrice e persino senza un pasto proteico al giorno. Il tasso di povertà infantile ha toccato il 17,7%. È questo il quadro che emerge dall’«Innocenti Report Card 13 – Equità per i bambini», (uscito nei giorni scorsi e relativo al 2013), la classifica dell’Unicef sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei 41 Paesi «ricchi», sono d’obbligo le virgolette – dell’Unione Europea e Ocse, classifica dove l’Italia si colloca, per tutte le variabili relative alla povertà, al 32mo posto su 35 Paesi. Nel calcio si direbbe in piena zona retrocessione.

Dati, il cui quadro preoccupante viene confermato dai numeri forniti ieri dall’Istat che registrano come in Italia la deprivazione colpisca l’11,5% delle famiglie, con 1,34 milioni di minori in «grave deprivazione». I dati provvisori relativi al 2015 sono stati illustrati dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite per l’esame del Def, il documento economico. E finanziario. Secondo l’Istat i dati provvisori del 2015 mostrano che «la componente persistente del fenomeno rimane sostanzialmente stabile» rispetto al 2014. Quasi due persone su tre di quelle in condizioni di deprivazione nel 2015 lo erano anche nel 2014.

L’indice è stabile in tutti i sottogruppi di popolazione. Si confermano numeri alti di disagio economico per le famiglie residenti nel Mezzogiorno, dove la quota delle persone gravemente deprivate è oltre tre volte più elevata che nel Nord del Paese; per le famiglie monogenitore con figli minori (21,3%); tra i membri delle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (31,3%), in altra condizione non professionale (ad esclusione dei ritirati dal lavoro) o con occupazione part time (21,7% e 16,1% rispettivamente). I minori che risultano in grave deprivazione rappresentano il 13% della popolazione con meno di 18 anni. Questa quota, che prima della crisi si attestava a livelli prossimi all’8% e che nel 2012 ha raggiunto il picco del 16,8%, è ferma intorno al 13% da tre anni. Il dato nazionale del 2015 è il risultato di andamenti territoriali diversi: migliora la situazione del Mezzogiorno (dal 24,2% registrato nel 2014 al 20,8% del 2015), pur mantenendosi su livelli considerevolmente più alti, mentre peggiora quella del Centro (da 6,8% a 9,9%). Ma cosa significa, si chiederanno i nostri lettori, il termine deprivazione? A darne una definizione il più possibile oggettiva è l’Unicef nel suo report sopracitato, dove si legge: «Si ritiene che i bambini siano soggetti a deprivazione materiale quando il nucleo familiare non puo permettersi tre o piu delle nove voci considerate necessarie per una vita dignitosa: 1) sostenere spese impreviste; 2) fare una vacanza annuale di una settimana lontano da casa; 3) evitare arretrati nel pagamento di affitto, mutuo e utenze; 4) consumare un pasto contenente carne o proteine ogni due giorni; 5) mantenere la casa adeguatamente riscaldata; 6) possedere una lavatrice; 7) possedere un televisore a colori; 8) possedere un telefono; 9) possedere un’auto personale».

Un quadro desolante di cui la politica italiana, di governo e di opposizione, dovrebbe farsi carico. Magari studiando prima i numeri. Anche perché nel report dell’Unicef c’è un altro dato che preoccupa. In particolare – si legge nel testo – in Bulgaria, Grecia, Italia e Portogallo, i divari reddituali pre e post prestazioni sociali sono molto simili. Si tratta di paesi che registrano alcuni dei tassi più alti di disuguaglianza nella fascia più bassa». Tradotto, anche il nostro welfare ormai non riesce ad attenuare la povertà dei bambini e delle loro famiglie in stato di deprivazione. Toc, toc, Parlamento se ci sei ancora, batti un colpo.
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » lun feb 06, 2017 8:04 pm

Ecco come lo stato italiano, il comune veneto, la chiesa cattolica e i tutti i benpensanti dell'accoglienza trattano la nostra gente:
https://www.facebook.com/mistocolvitto/ ... 3148778336
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » mer mar 01, 2017 11:30 pm

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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » gio mar 02, 2017 4:30 am

Rovigo, disoccupato e disperato. "Vendo un rene"
Marco e la moglie sono senza lavoro e non sanno come dar da mangiare ai figli
di ROBERTA MERLIN
1 marzo 2017

http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/ ... -1.2933997

Villadose (Rovigo), 1 marzo 2017 - «A mio figlio serviano un paio di scarpe, ma non sapevo come trovare 20 euro necessari ad acquistarle. Sono disoccupato e non trovo lavoro. Sono andato dal parroco e, come al solito mi ha offerto una monetina di due euro, dicendo che non poteva fare altro. Secondo lui era stato anche generoso, di euro si solito me ne dà addirittura solo uno. Dice che non può aiutare tutti. Io e mia moglie ci siamo guardati in faccia, in 4 anni ormai abbiamo venduto tutto quello che si poteva vendere. Le fedi sono state le prime, poi l’auto e addirittura la bicicletta. L’unica soluzione, ho pensato, sarebbe vendere un rene».

Marco Cappato, 42 anni, ex operaio della Grimeca, dopo la chiusura della fabbrica non è più riuscito a trovare lavoro. Vive a Villadose, ha 4 figli e anche la moglie, un tempo cameriera stagionale, non trova da un anno un’occupazione. «Viviamo grazie alla Caritas – racconta Marco -, il mutuo lo pagano i nostri genitori con la pensione. Ma di più non possono fare. Il Comune ci dà un aiuto con le bollette, ma non abbiamo nessun tipo di reddito». Servono vestiti, quaderni, medicine, ma a casa Cappato, a fine mese, non arriva un euro.

Entrambi i genitori, entrambi italiani un’occupazione però la stanno cercando disperatamente da più da tempo. «Ho lavorato come operaio all’ex Grimeca per 14 anni. Poi la fabbrica nel 2010 ha chiuso, dopo la cassa integrazione e la mobilità non sono più riuscito a reinserirmi. Tutte le mattine busso alla porta delle agenzie interinali di Rovigo. Ogni volta penso: ‘Dai Marco, questa è la giornata giusta’. Ma di un lavoro nemmeno l’ombra, le aziende cercano solo giovani apprendisti. A 42 anni sei già da buttare via, costi troppo. Hai troppa esperienza, mi dicono».

E Marco racconta: «Sono stato tante volte dal sindaco di Villadose per chiedere un aiuto, mi sono reso disponibile a fare qualsiasi cosa. Ma anche per i lavori di giardinaggio ormai preferiscono gli extracomunitari. Di noi italiani che abbiamo sempre pagato le tasse, lo Stato infatti si dimentica. Noi che arriviamo a bussare le porte del Comune solo quando non sappiamo come dare da mangiare ai nostri figli. Ingoiamo l’orgoglio e la violata dignità, non chiediamo carità, ma un aiuto per guadagnarci da soli il pane. Quando sei nella disperazione e sei un padre faresti di tutto per proteggere la tua famiglia dal disagio e dalle difficoltà – racconta Marco -.Venderesti anche un rene. Ci ho anche pensato. Poi mia moglie mi ha detto ‘No Marco, i nostri figli hanno bisogno di un padre in salute. Un padre che lavori per loro e li faccia studiare e crescere. Poi non è legale». Ho accantonato l’idea, ma sono davvero disperato. E Marco conclude: «Io e mia moglie siamo disposti a fare qualsiasi lavoro. Vi prego, aiutateci. Vogliamo solo crescere i nostri figli lavorando onestamente».
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » sab mar 04, 2017 9:39 am

Germania, mai così tanti poveri dalla riunificazione ad oggi
Secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica, la percentuale di tedeschi al di sotto della soglia di povertà non è mai stata così alta dalla riunificazione ad oggi
Ivan Francese - Ven, 03/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 71145.html

A pochi mesi dalle elezioni federali, Angela Merkel si ritrova con un'altra gatta da pelare.

Questa volta i problemi arrivano da quello che era tradizionalmente uno dei cavalli di battagli della Germania: l'economia.

Fra i tedeschi, emerge infatti da una ricerca della Fondazione per l'Equità, il tasso di persone al di sotto della soglia di povertà non è mai stato così alto fin dagli anni della riunificazione. A dispetto del calo record della disoccupazione, la percentuale di tedeschi che si trova in stato di povertà sarebbe salita al 15,7%, spiega il direttore della Fondazione Ulrich Schneider, che ha basato le proprie ricerche sui dati dell'Ufficio federale di statistiche. Dallo stesso rapporto si apprende che nel 2015 le persone che vivevano in condizioni di povertà erano quasi 13 milioni, pari al 14,7% della popolazione.

I numeri fotografano insomma la situazione di una Germania che è sì in crescita economica da diversi anni, ma che allo stesso tempo non riesce ancora a ridurre il divario sociale fra i ricchi e gli indigenti e anzi vede allargarsi la forbice sociale. Fra le categorie più a rischio povertà, spiega la Federazione, ci sarebbero in particolare i disoccupati e i genitori single: inoltre un terzo degli stranieri e un quarto delle famiglie con tre o più bambini sarebbero a rischio povertà.

Le associazioni di volontariato, inoltre, segnalano un incremento del numero di anziani che rischiano di precipitare nell'indigenza.

Fra i Land dove più è cresciuto il tasso di povertà in proporzione, c'è la regione di Berlino (dove il numero di chi vive sotto la soglia di povertà cresce del 2,4%) e in quella di Brema (dove la percentuale arriva al 24,8%). In valori assoluti, le regioni con meno poveri sono la Baviera (11,6%) e il Baden-Wuttemberg (11,8%).
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » dom mar 05, 2017 7:42 am

"Dj Fabo? Il suicidio di stato c'è già: è il fisco sugli imprenditori"
Lino Ricchiuti, leader del "Popolo delle Partite Iva": "Se la causa è il Fisco, il suicidio non provoca nessun dibattito"
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 03/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 70886.html

Hanno usato le stesse parole Dj Fabo e Espedito Ferrara, 54enne imprenditore di Napoli. "La mia vita non ha più senso", ha detto nel suo testamento Fabiano Antoniani prima di recarsi in Svizzera a cercare la morte assistita.

Espedito invece non è dovuto andare lontano: ha guidato fino al suo deposito e si è tolto la vita. Lasciando un solo messaggio: "Questa non è più vita". Vicende diverse, certo. La malattia da una parte, i debiti dall'altra. Ma per Lino Ricchiuti, leader del movimento politico "Popolo delle Partite Iva" le due storie vanno legate perché "prima di pretendere il diritto a morire con dignità, bisognerebbe pretendere il diritto a vivere con dignità".

Ricchiuti, in questi giorni si parla tanto di suicidio assistito e apertura all'eutanasia. Ma lei dice che in Italia ci sono già tanti morti per colpa della crisi. Cosa unisce questi due suicidi?
"In comune c’è tanta ipocrisia. Dj Fabo per mettere fine alle proprie sofferenze si è dovuto rivolgere all’estero, perché per Costituzione in Italia la vita sarebbe sacra. Ma dall’altra parte ci sono cittadini in buona salute, padri di famiglia travolti da una crisi senza precedenti a cui lo Stato anziché lanciare un salvagente butta l’àncora addosso".

Mi sta dicendo che l'Italia fa disparità di trattamento? La vita è sacra quando si parla di eutanasia e non conta nulla quando gli imprenditori sono in difficoltà?
"Esatto. Lo Stato uccide le imprese con intimazioni continue di pagamento, blocchi di conti correnti, fermi amministrativi e ufficiali giudiziari. Ti porta all’esasperazione e purtroppo, come è accaduto negli ultimi anni, alcuni arrivano a gesti estremi come il suicidio".

L'eutanasia fa rumore, mentre i suicidi degli imprenditori non molto.
"La morte di dj Fabo ha scatenato reazioni in tutto il Paese, obbligando il Parlamento a discutere di questa problematica. Vuoi invece suicidarti nell'indifferenza generale? Apriti una partita Iva".

Perché si arriva ad un punto in cui si dice "basta"?
"La dignità degli imprenditori ogni giorno viene cancellata. Sei colpito nelle situazioni quotidiane: dal condominio che non riesci più a pagare all'auto con il fermo amministrativo, fino ai fornitori con i quali hai sempre avuto un ottimo rapporto e a cui non sai come dire che non riesci più a pagare la merce ricevuta. E poi le banche che fino a ieri ti stendevano il tappeto rosso e oggi ti trattano come se fossi un appestato. È questo a uccidere le imprese e gli imprenditori. Ma lo Stato se ne sta in silenzio. Anzi, infierisce".

Sta parlando del Fisco?
"Per loro sei un evasore a prescindere. Avere un'attività in Italia sembra sia diventato più pericoloso che delinquere. Il piccolo imprenditore italiano è una sorta di moderno Don Chisciotte che combatte contro una classe politica sorda e cieca, che al posto di lavorare per creare un tessuto economico migliore fa qualsiasi cosa in suo potere per cacciare le imprese o farle chiudere, rendendo l’imposizione fiscale sempre più alta e gli adempimenti burocratici sempre più numerosi e tortuosi".

E cosa dovrebbe fare il governo, invece di discutere dell'eutanasia?
"Dovrebbe mettersi il cuore in pace e capire che se i soldi che pretende dagli imprenditori non ci sono, non può recuperarli mandando cartelle esattoriali a pioggia con interessi da strozzinaggio. Le nostre proposte riporterebbero il buon senso e salverebbero vite ed aziende: una vera sanatoria a stralcio del 25% del debito iniziale, l’abolizione del minimale Inps, l’estensione del regime dei minimi a 65.000 euro (come consigliato nel 2013 dall’Unione Europea), una riforma fiscale con l’abolizione del sostituto d’imposta, l'introduzione di una fiscal card per scaricare tutti gli acquisti con flat tax al 20%, la sospensione del durc per le piccole imprese presenti sul mercato da almeno 5 anni e l’introduzione delle free tax per le attività residuali. E ne ho citate solo alcune".

Belle idee. Ma non mi pare che siano misure nel programma del governo Gentiloni.
"E infatti la conseguenza sono le centinaia di morti di Stato. Uccisi dal Fisco".
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » lun mar 06, 2017 7:28 pm

DONNE OCCUPANO IL SUPERMERCATO DELLA CARITA'

"Hanno tolto i buoni spesa e ci hanno mandato alla caritas: ci tirano a sorte quando arriviamo e chi entra per primo si prende le cose migliori. Restano cibi scaduti mentre gli scaffali dei magazzini sono strapieni e noi ci umiliamo facendo la guerra tra noi. Basta elemosina, vogliamo diritti e rispetto"

https://www.facebook.com/Riscatto.Pisa/ ... 3232124783
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Re: Poartà/povartà e mexeria venete

Messaggioda Berto » mar mar 07, 2017 11:04 am

“Pane nostrum”, questa signora blocca distribuzione pane a poveri italiani: “È discriminatorio”
2017/03/06

http://voxnews.info/2017/03/06/pane-nos ... iminatorio

“A seguito di alcune richieste di delucidazione in merito all’iniziativa Pane Nostrum, vorrei sottolineare che come CSV non possiamo sostenere né partecipare ad iniziative che fanno discriminazioni nei confronti delle persone. Ce lo impedisce il nostro statuto”. È quanto tiene a precisare in un comunicato stampa Stefania Perego, Presidente del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta all’indomani della presentazione di Pane Nostrum, la campagna che raccoglie fondi e distribuisce il pane alle persone povere, di sola cittadinanza italiana, portata avanti dall’Associazione Disabili Vda.
“Noi offriamo i nostri servizi, tra cui l’uso gratuito delle sale, a tutte le associazioni, anche a quelle non socie, che dimostrano di averne i requisiti. Di norma non entriamo nel merito di ciò che le singole associazioni organizzano. Questo, però, a patto che le iniziative non siano incompatibili con il nostro Statuto” ribadisce ancora Stefania Perego.

Il CSV, al momento della concessione della sala, non era quindi a conoscenza dei contenuti dell’iniziativa Pane Nostrum, soprattutto nella parte in cui si limita l’azione benefica alle sole persone con cittadinanza italiana. “La povertà non ha nazionalità e non è possibile fare distinzioni sulla base della provenienza geografica delle persone” spiega Stefania Perego. “Il Csv onlus opera per la promozione del volontariato, della cittadinanza attiva e per la crescita di una cultura della partecipazione e della solidarietà in Valle d’Aosta. Il Csv agisce affinché il volontariato organizzato assuma, nei confronti delle istituzioni e della comunità, un ruolo di collaborazione propositiva, di promozione di cambiamenti utili a rimuovere le disuguaglianze di ogni genere e a favorire l’integrazione e l’inclusione di tutti nella comunità valdostana.”

Il Csv dichiara di essere estraneo al messaggio dell’iniziativa. “Per sostenere le famiglie in difficoltà in Valle d’Aosta come CSV abbiamo progettato e fatto nascere ad Aosta, con il sostegno dell’Assessorato regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali, l’emporio solidale Quotidiamo che aiuta nella spesa chi è in difficoltà, indipendentemente dalla nazionalità” sottolinea ancora la Perego.

Ma veniamo all’iniziativa Pane Nostrum. Oltre al caffé anche il pane può essere ‘sospeso’. E infatti offrire il pane a famiglie in difficoltà economiche purché composte da cittadini italiani residenti in Valle è l’obiettivo dell’iniziativa ‘Pane nostrum’, presentata dall’Associazione disabili Valle d’Aosta. “Daremo otto buoni mensili spendibili nei negozi convenzionati, il requisito è di avere un’Isee sotto i 4.500 euro” ha spiegato in conferenza stampa Luca Concas, membro dell’associazione. Il progetto dovrebbe partire il 4 aprile.

“Ad oggi hanno aderito cinque panettieri di Aosta, speriamo di coinvolgerne altri e in tutta la Valle”, ha detto Daniele Ernesto Mantovanelli, presidente dell’associazione. Si tratta del Panificio Le Croissant in via Battisti, la Petite Boulangerie in via Saint-Martin-de-Corléans e in via Porta Pretoria e i Fratelli Panetta di corso Battaglione e di corso IvreaNei negozi convenzionati si potranno lasciare offerte destinate all’iniziativa.

“I buoni – ha aggiunto Mantovanelli – potranno essere richiesti al martedì dalla 10 alle 12 nei locali del Csv e al venerdì dalle 10 alle 12 alla Cittadella dei giovani”.

“Ci sono nostri concittadini che hanno grandi difficoltà, che magari dormono nelle auto, ma che però vengono messi un po’ da parte rispetto a chi viene da fuori”, ha sottolineato Concas.

La signora Perego non la pensa così. Per lei, aiutare prima gli italiani in Italia è discriminazione.




Regalano il pane solo agli italiani. E i buonisti si scandalizzano
L'Associazione Disabili Valle d'Aosta distribuisce pane ai poveri. Ma il Coordinamento Solidarietà insorge: "La povertà non ha nazionalità"
Claudio Cartaldo - Lun, 06/03/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 72042.html

L'Associazione disabili Valle d'Aosta ha fatto una scelta: fare la carità sì, ma solo agli italiani.

"Pane Nostrum", questo il nome dell'iniziativa, donerà pane alle famiglie in difficoltà economica, l'importante è che siano formate da cittadini italiani. Carità, dunque, sotto l'insegna del tricolore.

"Daremo otto buoni mensili spendibili nei negozi convenzionati - ha spiegato Luca Concas ad AostaCronaca.it - il requisito è di avere un'Isee sotto i 4.500 euro". "Ad oggi hanno aderito cinque panettieri di Aosta, speriamo di coinvolgerne altri e in tutta la Valle", ha aggiunto invece Daniele Ernesto Mantovanelli, presidente dell'associazione. "I buoni - ha aggiunto Mantovanelli - potranno essere richiesti al martedì dalla 10 alle 12 nei locali del Csv e al venerdì dalle 10 alle 12 alla Cittadella dei giovani".

Il motivo per cui l'Associazione ha deciso di limitare gli aiuti agli italiani è perché "ci sono nostri concittadini che hanno grandi difficoltà, che magari dormono nelle auto, ma che però vengono messi un po' da parte rispetto a chi viene da fuori". Chiaro e soprattutto vero. L'Italia è attentissima ad ospitare i migranti ma spesso si dimentica dei poveri che gli sono più vicini.

L'iniziativa dovrebbe partire il 4 aprile, ma c'è già chi sta cercando di mettergli i bastoni tra le ruote. Stefania Perego, Presidente del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta , ha deciso di condannare "Pane Nostrum" perché discriminatoria. "Come CSV non possiamo sostenere né partecipare ad iniziative che fanno discriminazioni nei confronti delle persone, ce lo impedisce il nostro statuto - ha detto la Perego - Noi offriamo i nostri servizi, tra cui l’uso gratuito delle sale, a tutte le associazioni, anche a quelle non socie, che dimostrano di averne i requisiti. Di norma non entriamo nel merito di ciò che le singole associazioni organizzano. Questo, però, a patto che le iniziative non siano incompatibili con il nostro Statuto". E ha aggiunto: "Il Csv agisce affinché il volontariato organizzato assuma, nei confronti delle istituzioni e della comunità, un ruolo di collaborazione propositiva, di promozione di cambiamenti utili a rimuovere le disuguaglianze di ogni genere e a favorire l’integrazione e l’inclusione di tutti nella comunità valdostana".
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