Sono i Bacha Bazi i bimbi abusati "per gioco": li vestono da donna e poi li stuprano.
Una pratica orribile ancora fin troppo poco conosciuta.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Bacha_Bazi
Il Bacha Bazi (Bacheh-baazi), che significa "giocare/stare assieme/essere interessato ai bambini", noto anche come bacchá (dal persiano bachen-bambino/ragazzo) o bacha bi-reesh (ragazzino imberbe), è oggi considerata una forma di schiavitù sessuale e prostituzione minorile in cui ragazzini in età prepuberale o appena entrati nell'adolescenza sono venduti a uomini ricchi e potenti afghani per intrattenerli e compiacerli sessualmente.
Questo, in Afghanistan, è un vero e proprio business, e molti uomini adulti tengono i loro "Bacha bazi" come fossero un autentico status symbol[3]; alcuni dei giovani maschi coinvolti riferiscono d'esser stati costretti ad aver continuativi e frequenti rapporti sessuali con i loro padroni e che se si rifiutavano venivano molto semplicemente violentati.[4] Le autorità governative a tutt'oggi stanno a malapena iniziando un tentativo di repressione della pratica, ma rimangono molti dubbi sulla sua efficacia in quanto buona parte degli uomini coinvolti sono potenti ex-comandanti militari.
A stretta norma di legge la pratica è illegale, in quanto contraria sia alla Sharia che al codice civile afghano[6]; ma le leggi vengono raramente applicate nei confronti dei criminali più potenti e la polizia stessa in moti casi si rende complice dei reati commessi. Già nel 2009 il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite affermò: "È tempo d'affrontar seriamente la questione riguardante tale pratica, per por fine al più presto ad essa. Molti leader religiosi del paese si sono appellati noi per aiutarli nella lotta contro quest'attività; i responsabili dovrebbero essere puniti e i ragazzi protetti di modo che possano avere il diritto ad un'infanzia senza sfruttamento".
La pratica denominata Bacha Bazi è una forma istituzionalizzata di pederastia diffusa in tutta la regione fin dai tempi antichi. Storicamente è sempre stata più comune nelle zone più settentrionali dell'Afghanistan, e dura fino ad oggi, mentre nelle grandi città è via via tramontata a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Lo storico della danza Anthony Shay la descrive come "severamente disapprovata dalle potenze coloniali, prima inglesi e francesi e poi russe, e da quelle élite che avevano assorbito i valori occidentali".
I rapporti con effeminati hanno una lunga e autorevole storia tra i governanti e i poeti del medioevo arabo (un nome fra tutti quello di Omar Khayyam) e una certa forma di pederastia nella classe alta musulmana era parte integrante della 'morale sociale', questo fin dall'VIII secolo; nella capitale dei califfi abbasidi Baghdad vi è testimonianza della comparsa di questi ragazzi che si esprimeva tramite abiti e maniere femminee.
L'Impero ottomano fino al XIX secolo aveva i Kocek, ragazzi vestiti da donna che intrattenevano gli uomini con danze e canti tramite cembali e tamburi.
La storia dei bacha-bazi in Afghanistan. Bambini costretti a ballare, travestiti da donna, abusati
03/08/2015
http://www.huffingtonpost.it/andrea-iac ... 21170.html
In alcuni paesi del mondo i bambini hanno un prezzo, chi lo paga ne decide anche l'identità. Accade in Afghanistan e loro sono i bacha-bazi. È una pratica atroce, anche se socialmente accettata, perché protetta dallo scudo della tradizione secolare di questo paese. Sono abusi di cui si parla poco, che ancora oggi rappresentano un tabù. I bacha-bazi sono letteralmente i "bambini per gioco", minori, maschi, costretti a indossare abiti femminili ed essere sfruttati sessualmente da uomini molto più grandi di loro. Vengono rapiti ancora adolescenti, adescati per strada, prelevati dalle proprie famiglie da ricchi e potenti mercenari, disposti a comprarli e mantenerli economicamente.
Il bambino da quel momento diventa di proprietà del compratore e viene costretto a cambiare identità. Vestito da donna, con tanto di campanelli ai polsi e alle caviglie e un po' di make-up a ricoprirne il viso, viene obbligato a imparare a cantare e ballare con il solo obiettivo di essere poi violentato quando la danza e la musica saranno finite. I "proprietari", chiamiamoli così, dei bacha-bazi approfittano della condizione di povertà in cui vivono questi bambini e le loro famiglie, sapendo che i genitori non posso rifiutarsi o denunciarli, perché sono troppo potenti e influenti nel proprio paese e nessuno avrebbe il coraggio di opporsi. Nemmeno la legge. Questa tremenda pratica è infatti una violazione dell'ordinamento giudiziario afghano contraria a tutte le norme della convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ma le autorità locali spesso chiudono un occhio a causa dello strapotere proprio di questi uomini. Essere un "bambino danzante", come lo definiscono molti media, in Afghanistan vuol dire subire un forte danno psicologico, dovuto al cambio di personalità, essere picchiato e vittima di ripetute violenze carnali da parte del proprio padrone o dei suoi amici.
Una condizione di sottomissione che riunisce il concetto di prostituzione ma anche di pedofilia e che segna il ragazzo a vita. All'età di 18 anni, solitamente, i bacha-bazi vengono liberati anche se non hanno più un futuro. La vicinanza a uomini di potere se da una parte eleva lo status del ragazzo dall'altra lo rende riconoscibile e, quindi, vulnerabile: una volta lasciato solo altri uomini abuseranno di lui, come se ormai avesse perso il diritto di decidere. Spesso nessuno di questi bambini denuncia i suoi aggressori perché, oltre alle violenze già subite, rischiano di essere accusati (notate bene: i bambini, non i loro persecutori) di omosessualità.
Quando si parla di negazione dell'identità, con il tacito consenso della comunità afghana, però i maschi non sono gli unici a doverne subire gli effetti. Si chiamano bacha-posh e sono bambine vestite e trattate come un ragazzo a tutti gli effetti. In alcune zone dell'Afghanistan e del Pakistan, infatti, una madre che non abbia partorito almeno un figlio maschio, non è vista di buon occhio. Così, come accade per le spose bambine, se una femmina nasce in certi angoli del mondo non ha diritto di scegliere il proprio futuro. Tra le tante figlie i genitori scelgono quella che sarà il "maschio di casa", colei che avrà tutti i diritti e i privilegi di cui godono solo gli uomini, che potrà frequentare una scuola e poter lavorare.
Capelli corti e i pantaloni, le bacha-posh vengono trattate come fossero bambini, private di un'identità e del diritto di sviluppare una loro personalità, succubi dell'ennesima imposizione. Almeno fino all'età da marito. Nel giro di una notte in età adolescenziale, infatti, le ragazze vengono svestite dei loro panni da maschio, perdono libertà, diritti, privilegi e si riappropriano della loro natura di donna, costrette a piegare il capo di fronte al nuovo ennesimo cambiamento. Vengono poi mandate in sposa a un uomo che non hanno scelto e continueranno la loro vita come se nulla fosse mai successo. Il trauma che subiscono questi bambini e queste bambine è enorme e non c'è tradizione che tenga.
(Post redatto in collaborazione con Flavia Testorio)