Il diritto di non pagare le tassePubblicato 30 novembre 2016 | Da daniele
http://www.life.it/1/il-diritto-di-non-pagare-le-tasseI trattati internazionali che gli Stati ratificano hanno valore vincolante e non si vede il perché non lo dovrebbero avere, quello che essi firmano diventa Legge di rango superiore per quegli Stati. Se in qualunque maniera i trattati fossero confliggenti con norme preesistenti, gli Stati che hanno adottato quei trattati hanno l’obbligo di attenersi a questi e l’Italia lo ha esplicitamente previsto con l’art.10 della Costituzione.
Quando è lecito non pagare le tasse ce lo suggerisce uno di questi trattati.
La legittima pretesa di non pagare le tasse è prerogativa di un popolo in fase di autodeterminazione e il Popolo Veneto si trova in questa fase da almeno 10 anni, da quando LIFE-APV ha ufficialmente diffidato lo Stato italiano ad abbandonare il territorio Veneto con i successivi percorsi delle citazioni in Giudizio dei Vertici dello Stato italiano, con il ricorso a Strasburgo, con le elezioni del 2009, con la costituzione di un Parlamento e di un Governo Veneto, con la costituzione della Po£isia Veneta, tale pretesa è una eventualità espressamente prevista dal Trattato Internazionale sui Diritti Civili e Politici
L’art. 1.2 della parte prima cita: “Per raggiungere i loro fini, tutti i popoli possono disporre liberamente delle proprie ricchezze …………. In nessun caso un popolo può essere privato dei propri mezzi di sussistenza”.
È ancora più perentorio quanto previsto dalla risoluzione 2625 del 24 ottobre 1970 della Assemblea Generale ONU “Gli Stati devono astenersi dall’esercitare azioni di forza volte a privare i popoli cui questa dichiarazione si riferisce, del loro diritto alla libertà, all’indipendenza e all’autodeterminazione. Nella resistenza che tali popoli opporranno …….. avranno diritto di chiedere e ottenere aiuto dalla comunità internazionale in accordo con i principi e gli scopi della Carta delle Nazioni Unite.
Le sceneggiate in stile napoletano (*) delle Questure e Prefetture a carico della Po£isia Veneta e ora del CLNV hanno il solo scopo di intimidire l’opinione pubblica veneta nella speranza che ciò sia sufficiente per tenere a bada l’aspirazione all’indipendenza.
Non illudiamoci però che tutto possa svolgersi come nelle favole, perché questi nemici, infidi occupanti, hanno dimostrato nella loro centocinquantennale storia una vile propensione criminale con eccidi, distruzioni, deportazioni all’atto dell’annessione del Sud; attori di due guerre mondiali iniziate con un alleato poi tradito e terminate da alleati del nemico iniziale; capaci di stragi di civili inermi come a Bologna e a Piazza Fontana.
Questo Stato ha dichiarato guerra ai principi internazionali che ha ratificato facendoli propri; ha dichiarato guerra al Diritto di Autodeterminazione del Popolo Veneto; è un’entità senza onore e senza gloria
Ma il Popolo Veneto può vincerla, questa guerra, senza morti e senza spargimento di sangue semplicemente “disponendo liberamente delle proprie ricchezze …” come previsto nel Trattato in questione rifiutandosi lecitamente di trasferire le sue risorse all’illegittimo occupante, NON PAGANDO LEGITTIMAMENTE LE TASSE!
Sarà difficile farglielo capire, ma quando avranno le casse vuote saranno indotti a più miti consigli.
Daniele Quaglia
(*) Prima di entrare a Napoli, Garibaldi, dovette sostituire i funzionari della Questura, borbonici, con i più “fidati” camorristi che divennero padroni delle istituzioni; Ciò avvenne in tutto il Sud. Una breve riflessione su questo fatto e la sua proiezione nell’attualità odierna potrebbe chiarire molti aspetti conturbanti di questo Stato.
Qui sotto alcuni volantini LIFE del 2008
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... E-tase.jpg Alberto PentoCaro Coaja, no xe purpio cusì, ła xe lomè na to enterpretasion e ła ga ła peca de esar suportà da poki ma poki veneti parké ła majoransa dei veneti łi ła pensa difarente e łi sente tałiani e en dover de pagar łe tàse al stado tałian.
Prasiò ła tua łè na łebara sielta parsonal e te ga da esar cosiente dei risci ca te cori e ca core tuti coełi ke no paga łe tase e ke vioła ła łeje tałiana; co te fe propaganda de no pagar łe tàse te ghè da dir ke no pagandołe se riscia de viołar ła łeje tałiana e de esar condanai dal stado tałian ... a presindar da łe to enterpretasion e considerasion sol to dirito e sol dirito dei veneti.
No se pol dirghe a łia ltri ke ła łeje enternasional łè da la to parte e da ła parte dei veneti, ke no pagar xe łegal e ke no se riscia gnante.
L'ognoła manera "legal" par no pagar łe tàse lè no ver i skei, no ver łe posebełetà 'conomego-finansiare par pagarle.
Dapò come bataja połedega te pol no pagarle ma te ghè da spetarte de esar condanà e de pagar łe consegoense e par coretesa tuti coełi ke parteçepa a sta bataja połdega łi ga da esar cosienti de coel ke łi fa e de coel ke łi riscia; scondergheło e dirghe ke no łi riscia gnente lè on crimine contro i veneti.No confondemo ła łegałetà e ła so justisia co ła morałetà e ła so justisia; a 'olte ła łegałetà ła pol esar moralmente enjusta.
El lavoro nero de on dixocupà ke nol ga altro par magnar e vivar el sarà xlegal ma lè moral come ke moral lè el laoro nero de on laorador dependente o aotonomo ke de paga el ciapa na mexeria; anca i judiçi tałiani łi ga sentensià ke no xe punibiłe kel enprendidor ke 'vendo poki skei el prefarise pagar i dependenti e no versar l'IVA.Non versò l'Iva per pagare i dipendenti: assolto in CassazioneL'imprenditore di Badia Polesine preferì pagare gli arretrati ai dipendenti, rischiando la morosità. Ora la Cassazione gli dà ragione
Claudio Cartaldo - Gio, 15/10/2015
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 83081.htmlFerrara, imprenditore non paga l’Iva per versare stipendio dipendenti: assoltohttp://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... to/1491341 Non paga l’Iva per colpa della crisi: assolto. Aumentano i casiSe l'Iva non viene pagata per colpa della crisi, si può essere assolti in sede penale: è evasione di sopravvivenza
8 settembre 2015
http://quifinanza.it/tasse/evasione-di- ... o-iva/2906 Si definisce "evasione di sopravvivenza" e le sentenze pilota che assolvono gli imprenditori per questo genere di reato sono in aumento.
Non pagare l’Iva perché stretti dalla crisi economica potrebbe non costituire un illecito penale, se si dimostra al Giudice che non mancò la volontà di adempiere ai doveri con il Fisco, ma soltanto la possibilità materiale di farlo. A maggior ragione nel caso in cui il creditore, cioè lo Stato attraverso l’Agenzia delle Entrate, risulta essere il primo debitore dell’azienda ‘incriminata’.
I CASI
L’ultimo riconoscimento giuridico dell‘evasione da sopravvivenza, si riferisce al caso di Pierino Fratallone, un imprenditore aostano titolare di un negozio di giocattoli. L’uomo è stato prosciolto dall’accusa di non aver versato 76mila euro di Iva perché la Corte ha riconosciuto che "il fatto non sussiste". Secondo l’avvocato dell’imprenditore, il giudice ha asserito che "non c’è stata la volontà di omettere il versamento, ma esso non era possibile per cause di forza maggiore dovute alla crisi dell’aziendale".
Epilogo analogo per un imprenditore milanese, accusato di aver evaso l’Iva per 180mila euro. È la storia del titolare di un’impresa informatica, inizialmente condannato a 6 mesi di reclusione per omessa dichirazione di Iva, assolto dopo il ricorso dei legali. Anche in questo caso il giudice ha ritenuto che mancasse la "volontà di omettere il versamento". Nel processo, hanno spiegato i legali Luigi Giuliano Martino e Marco Petrone, si è cercato di dimostrare che l’imprenditore aveva evaso l’imposta "a causa della difficile situazione economica dell’impresa e, più in generale, della crisi finanziaria del Paese".
Sempre nel 2013, una precedente sentenza assolveva un imprenditore, residente in provincia di Treviso e amministratore delegato di un’impresa di Marcon. Il caso è ancora più paradossale poiché l’azienda si è trovata impossibilitata a saldare il proprio debito IVA con l’Agenzia delle Entrate poiché i soldi delle fatture emesse non erano ancora stati incassati. E il saldo doveva pervenire in buona parte dai pagamenti di alcuni Comuni debitori. Purtroppo lo Stato fa presto a chiedere, ma spesso fatica a saldare i propri debiti…
Un’altra sentenza era stata emessa dal giudice Angelo Maria Socci del tribunale di Terni, il quale aveva assolto un imprenditore titolare di un’agenzia di vigilantes in Umbria, che, sempre a causa della crisi economica, non aveva potuto versare l’Iva nei termini di legge, per un ammontare di oltre 196mila euro. Anche in questo caso il ‘cattivo debitore’ era un ente pubblico per conto del quale la sua ditta aveva effettuato alcuni lavori e che non aveva ancora corrisposto i pagamenti.
Qualche anno fa toccò a un imprenditore edile di Firenze, che non versò 176mila euro di Iva. Su richiesta del pm, il gip emise un decreto penale di condanna da 7.500 euro. L’imprenditore fece ricorso. Aveva un appalto importante ma gli era stata pagata solo la metà dell’importo, cifra che l’uomo preferì destinare agli stipendi dei dipendenti e ai fornitori, anche per finire in tempo il lavoro e non dover pagare, addirittura, una penale.
Anche in questo caso fu assoluzione per "carenza dell’elemento psicologico". "Il processo penale – spiega il giudice – impone di valutare e di provare la volontarietà dell’omissione, volontarietà che nel caso di specie non sussiste, causa la crisi finanziaria che ha posto" l’imprenditore "in una condizione di illiquidità".
Non si è salvato invece un imprenditore di Bergamo, reo di aver evaso 150mila euro di Iva perché la sua azienda è in crisi di liquidità, ma comunque condannato a 2 mesi di prigione. Una condanna poi commutata in una multa di oltre 3mila euro. Evasione di sopravvivenza ‘perdonata’ dalla giurisprudenza. Ma anche no.
La giurisprudenza in tema di omesso versamento Ivanovembre 25, 2016
http://www.dirittoinformazione.it/la-gi ... amento-iva