Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Sixara » sab mag 28, 2016 8:22 pm

Fiòi d ànema (an'zi sarìa mejo dire fìe de ànema, ke i è scoaxi tute femene) : http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/stepchild-due-casi-a-torino.aspx.
No se parla de "utero in affitto", sti cuà i è fiòi-bòni ( o bone-fìe) senpre pal stéso motivo), parké le femene i è bòne da fare i fiòi. Difaren'za da i mas-ci.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » dom giu 12, 2016 7:11 pm

Usa, spara in locale gay: 50 morti. Assalitore ucciso. È americano di origini afgane. Il padre: "Era arrabbiato per bacio omosex"
È la peggiore strage commessa con armi da fuoco della storia americana. L'uomo si era barricato nella discoteca e aveva trattenuto molti ostaggi per alcune ore. Almeno 53 feriti. Nel locale trovati una pistola e un fucile mitragliatore d'assalto Ar-15. Fbi indaga su terrorismo islamico. Is: "Miglior regalo per Ramadan" ma nessuna rivendicazione
di AGNESE ANANASSO e PIERA MATTEUCCI
12 giugno 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/06 ... -141837606

ORLANDO (Florida) - Sarebbe stato identificato il killer autore del massacro, il peggiore con armi da fuoco della storia americana, al night club gay di Orlando della scorsa notte. Il suo nome è Omar Mateen, è del 1986, ed è americano, originario della città Port St. Lucie, in Florida, ma figlio di genitori afgani. L'uomo, di professione vigilante, è entrato nella discoteca e ha aperto il fuoco sulle persone che stavano ballando, uccidendo almeno 50 persone. In un primo momento il bollettino delle vittime era di venti ma è peggiorato nel giro di poco tempo.

Dopo essersi barricato all'interno del locale e aver trattenuto numerosi ostaggi per ore, l'assalitore è stato ucciso dopo uno scontro a fuoco con gli agenti. Nel locale sono stati trovati una pistola e un fucile mitragliatore d'assalto Ar-15, forse le armi usate dall'attentatore. L'Fbi indaga su possibili legami con il terrorismo islamico. Potrebbe essere un bacio tra due gay la molla che ha fatto scattare la rabbia del killer, a quanto sostiene il padre dell'uomo, parlando alla Nbc: "Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell'America". Agenti dell'Fbi e della polizia locale hanno circondato la casa del killer a Fort Pierce, nella contea di St. Lucie in Florida.
A renderlo noto il sito TcPalm, citando il portavoce della polizia, Ed Cunnigham.


53 feriti. La polizia ha annunciato la morte dell'aggressore su Twitter, mentre il sindaco Buddy Dyer ha ritoccato al rialzo il bilancio dei feriti che da 42 salgono a 53. Il capo della polizia, John Mina, ha detto che 30 ostaggi sono stati messi in salvo. Sul profilo di Orlando Police chiunque fosse stato all'interno del locale è invitato a fornire informazioni. Purtroppo serviranno diverse ore per identificare le vittime, ha fatto saper l'Fbi. "Non è ancora stato accertato se la sparatoria al club gay di Orlando è un crimine di odio o un atto terroristico" sottolinea il Federal Bureau. Il presidente Barack Obama è stato informato della tragedia e ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, ha offerto tutto il supporto possibile del governo e chiesto di essere costantemente informato. Il sindaco e il governatore della Florida, Rick Scott, hanno dichiarato lo stato di emergenza

Il profilo. Emergono alcuni particolari sulla vita e sulla personalità di Mateen. Secondo i media statunitensi come CBS News, NBC e CCN si era sposato nel 2009 con una ragazza nel New Jersey, dalla quale aveva divorziato due anni dopo. Era una guardia giurata e viveva a Port St. Louise, a 200 chilometri da Orlando, e pare che fosse nella città armato apposta per compiere l'insano gesto. Non solo, ma avrebbe avuto legami con l'idelogia islamica.

Due ordigni. Fuori dalla discoteca, poco prima della notizia della morte dell'aggressore, era stata sentita una forte esplosione da un reporter di una tv locale mentre era in diretta. Il giornalista ha parlato di un ordigno fatto brillare dalla polizia che, infatti, era arrivata sul luogo dell'attacco con i cani anti-bomba. E la notizia è stata confermata dalla polizia che ha poi precisato che l'assalitore aveva un fucile, una pistola e un ordigno esplosivo addosso. Un secondo possibile ordigno era nell'auto dell'uomo.

Le testimonianze. "Ero lì. Un uomo ha aperto il fuoco intorno alle 2 di notte. La gente sulla pista da ballo e il bar si è buttata a terra e alcuni di noi che erano vicino al bar e alla uscita sono riusciti a raggiungere l'esterno", ha scritto un uomo, Ricardo J.Negron Almodovar su Twitter raccontando l'accaduto. "Siamo corsi fuori. Io sono sano e salvo a casa. Spero che anche gli altri stiano bene". Stando al racconto di Negron, c'erano più di 100 persone all'interno del locale, frequentato dalla comunità LGBT, quando l'uomo vi ha fatto irruzione e ha cominciato a sparare contro il soffitto e sulla folla; il testimone non ha chiarito neppure se a sparare fosse uno o più persone. "Ho solo sentito gli spari, è stato meno di un minuto, ma sembrava di più", ha detto. "C'è stata una breve pausa e abbiamo solo corso. Tutti stavano faccia a terra. Io avevo qualcuno sopra di me. Proprio non ho visto (se c'erano una o più persone). Posso solo dire che il club era pieno, c'erano oltre 100 persone".
"Ci ha preso, è qui con noi". È il testo dell'ultimo messaggio che Eddie Justice, 30 anni, che si trovava all'interno della discoteca di Orlando, ha mandato a sua madre Mina. Poi il silenzio. Lo riporta il Mail online con le foto dei messaggi sullo smartphone della donna che si è precipitata davanti alla discoteca per avere informazioni e chiedere aiuto. Il ragazzo aveva scritto in precedenza di chiamare la polizia e essersi rifugiato nel bagno. Poi "Lui sta arrivando". "Mamma ti amo", ha scritto ancora, "sto per morire".

La peggiore sparatoria della storia americana. Si è chiusa così l'ennesima sparatoria in Usa, appena un giorno dopo l'uccisione al termine di un concerto di Christina Grimmie. Pochi giorni fa a Los Angeles uno studente ha ucciso un professore all'interno dell'Università di Ucla e poi si è tolto la vita. Questa è la peggiore sparatoria (con questo termine si intende un incidente con arma da fuoco che registra almeno quattro vittime) della storia degli Stati Uniti. Solo quest'anno, se ne sono registrate 132 (con 156 morti). Prima di Orlando, la sparatoria più grave è accaduta il 22 aprile scorso nel contado di Pike nello Stato di Ohio, dove otto membri di una stessa famiglia sono morti in una sparatoria per motivi ancora sconosciuti. Il 20 febbraio, sei persone, tra cui un bambino di otto anni, hanno perso la vita nella città di Kalamazoo, nel Michigan. Nel 2015, secondo i dati registrati dal sito internet Shootingtracker, nel 2015 si sono verificate 372 sparatorie e 367 morti, quasi uno al giorno.

Is: "Miglior regalo per Ramadan". I jihadisti celebrano sul web la sparatoria di Orlando come "il miglior regalo per il Ramadan". Lo twitta Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste in rete. I jihadisti, riferisce il Site, lodano il killer: "Possa Allah accogliere l'eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare lo stesso". Tuttavia, riferisce la stessa Katz, non ci sono al momento rivendicazioni della strage.

Jihadists celebrate #Orlando shooting:"best Ramadan gift".Praise shooter"May Allah accept the hero who did it&inspire others to do the same"
Rita Katz (@Rita_Katz) June 12, 2016

Il presidente francese François Hollande condanna "con orrore" la strage. Lo comunica una nota sul sito dell'Eliseo, aggiungendo che Hollande esprime "il pieno sostegno della Francia e dei francesi alle autorità e al popolo americano in questa prova".

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sceglie Twitter per comunicare la solidarietà: "Solidarietà e commozione del governo italiano per l'atroce strage di #Orlando in Florida. Il nostro cuore è con i nostri fratelli americani".

Solidarietà e commozione del governo italiano per l'atroce strage di #Orlando in Florida. Il nostro cuore è con i nostri fratelli americani
Matteo Renzi (@matteorenzi) 12 giugno 2016

Gay, coki, omosessuali, votè tuti par l'Ixlam, par pì moskee, par i partidi ke łi vol verxarghe łe porte de l'Ouropa a Alah, par coełi ke on diman łi sarà łi vostri carnefexi.
Gay, coki, omosessuali, votate tutti per l'Islam, per più moschee, per i partiti che vogliono spalancare l'Europa ad Allah, per quelli che un domani saranno senza ombra di dubbio i vostri carnefici.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » dom giu 12, 2016 9:25 pm

Straje de Orlando

Questo è il portato dell'ideologia della Razza Pura Islamica del nazismo dell'umma mussulmana. Questa strage farà vincere Trump, i gay USA avranno qualche problema a votare per i democratici che sostengono e proteggono l'Islam e i suoi carnefici. I democratici USA sono a favore dell'Islam che è contro gli ebrei, Israele e i gay: votare democratico implica votare chi un giorno non molto lontano potrà ucciderti tranquillamente come una zecca.

Abbiamo paura di dire che la strage degli omosessuali è prescritta dall'islam
https://www.youtube.com/watch?v=EP1KpJDYANM



Appello agli omosessuali: condannate l'islam e difendete la nostra civiltà
verità e rivoluzione
di Silvana De Mari 13/06/2016

http://www.magdicristianoallam.it/blogs ... vilta.html

Un terrorista islamico in nome dell'islam ha assassinato persone che affermano di essere omosessuali. Nell'islam queste persone sono normalmente assassinate, sono assassinate a Gaza, in Iran, in Iraq, in Libia e soprattutto in Arabia Saudita, nazione che contiene la tomba del profeta e che è il paradigma dell'islam.

Il vero islam è quello saudita. Il responsabile della strage è il terrorista islamico che l'ha compiuta. Il mandante la sua religione. Eppure molti rifiutano di affermare questa verità elementare. Le risse si spostano su altri campi. I movimenti lgbt, quegli stessi movimenti lgbt che ai loro Pride boicottano Israele, e inneggiano ai palestinesi che invece incarcerano (Cisgiordania) o uccidono (Gaza) le persone che ritengono di essere omosessuali, spiegano che il vero colpevole è la cosiddetta omofobia occidentale, che deve essere imbavagliata. Già da questo possiamo comprendere quanto gli appartenenti al movimento lgbt abbiano a cuore il benessere e la sopravvivenza delle persone che si ritengono omosessuali.

Eppure l'islam spesso non viene nemmeno nominato. I veri mandanti sono coloro che affermano che i figli devono avere una madre e un padre e che privare i figli di questa realtà sia una violenza atroce. Il movimento lgbt sta protestando contro il divieto di donazioni di sangue per le persone con comportamenti omosessuali. Chi ha questi comportamenti non può donare il sangue. Questi comportamenti moltiplicano per 20 in rischio di AIDS (dati dell'Oms), malattia che ha una "finestra immunologica", una fase in cui è già nel sangue e può già essere trasmessa ma non può ancora essere rilevata. Per il movimento lgbt è irrilevante il rischio di trasmettere malattie, come è irrilevante il dolore e la persecuzione di persone per il loro orientamento nei paesi islamici.

È un movimento politico pieno di odio: odio per il cristianesimo, odio per l'umanità, odio per la libertà, inclusa quella di affermare che la cosiddetta omosessualità non è un dato strutturale ma un comportamento, e odio per se stessi, odio per le persone che si ritengono omosessuali di cui ai loro Pride danno una visione caricaturale e oscena.

Noi che amiamo gli uomini e le donne e i bambini, sul sangue appena sparso osiamo dire la verità: a uccidere è stato un terrorista islamico. La compassione e l'orrore per quello che è successo, per quei poveri morti, per le madri che piangeranno la loro assenza ogni istante, ci impone il dovere della verità. Il mandante è una religione che condanna nelle sue terre l'omosessualità a morte e che non ha bisogno di attendere di essere maggioritaria sul nostro suolo per ucciderli anche da noi.
La nostra è l'unica civiltà che garantisce alla persona la libertà di vivere la propria vita, la propria sessualità, le proprie idee. Questa civiltà difendiamola.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar giu 14, 2016 12:54 pm

Coki e nasi ixlam - Omosessualità e nazismo islamico
viewtopic.php?f=188&t=2341
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mer giu 15, 2016 7:23 pm

CHE GUEVARA ORGANIZZÒ IL PRIMO CAMPO DI CONCENTRAMENTO PER GAY
CheHigh
2014/10/14

http://www.veja.it/2014/10/14/guevara-o ... to-per-gay

Il medico argentino che condusse la rivoluzione cubana organizzò i lager per i dissidenti e gli omosessuali. Questi ultimi furono da lui perseguitati in quanto tali: il “Che” non fu secondo nemmeno ai nazisti.

Ecco un ritratto che Massimo Caprara, ex segretario di Palmiro Togliatti, ha descritto del rivoluzionario.

Con la fuga del dittatore Fulgencio Batista e la vittoria di Fidel Castro, nel 1959, il Comandante militare della rivoluzione, Ernesto “Che” Guevara, ricevette l’incarico provvisorio di Procuratore militare.

Suo compito è far fuori le resistenze alla rivoluzione. Lasciamo subito la parola a Massimo Caprara (*), ex segretario particolare di Palmiro Togliatti:

“Le accuse nei Tribunali sommari rivolte ai controrivoluzionari vengono accuratamente selezionate e applicate con severità: ai religiosi, fra i quali l’Arcivescovo dell’Avana, agli omosessuali, perfino ad adolescenti e bambini”.

Nel 1960 il procuratore militare Guevara illustra a Fidel e applica un “Piano generale del carcere”, definendone anche la specializzazione. Tra questi, ci sono quelli dedicati agli omosessuali in quanto tali, soprattutto attori, ballerini, artisti, anche se hanno partecipato alla rivoluzione.

Pochi mesi dopo, ai primi di gennaio, si apre a Cuba il primo “Campo di lavoro correzionale”, ossia di lavoro forzato. È il Che che lo dispone preventivamente e lo organizza nella penisola di Guanaha. Poi, sempre quand’era ministro di Castro, approntò e riempì fino all’orlo quattro lager: oltre a Guanaha, dove trovarono la morte migliaia di avversari, quello di Arco Iris, di Nueva Vida (che spiritoso, il “Che”) e di Capitolo, nella zona di Palos, destinato ai bambini sotto ai dieci anni, figli degli oppositori a loro volta incarcerati e uccisi, per essere “rieducati” ai principi del comunismo.

È sempre Guevara a decidere della vita e della morte; può graziare e condannare senza processo. “Un dettagliato regolamento elaborato puntigliosamente dal medico argentino – prosegue Caprara, sottolinenado che Guevara sarebbe legato al giuramento d’Ippocrate – fissa le punizioni corporali per i dissidenti recidivi e “pericolosi” incarcerati: salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l’erba con i denti; essere impiegati nudi nelle “quadrillas” di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi neri”. Sono solo alcune delle sevizie da lui progettate, scrupolosamente applicate ai dissidenti e agli omosessuali.

Il “Che” guiderà la stagione dei “terrorismo rosso” fino al 1962, quando l’incarico sarà assunto da altri, tra cui il fratello di Fidel, Raoul Castro. Sulla base del piano del carcere guevarista e delle sue indicazioni riguardo l’atroce trattamento, nacquero le Umap, Unità Militari per l’Aiuto alla Produzione (vedi il dossier di Massimo Consoli in queste pagine), destinati in particolare agli omosessuali.

Degli anni successivi, Caprara scrive: “Sono così organizzate le case di detenzione “Kilo 5,5″ a Pinar del Rio. Esse contengono celle disciplinari definite “tostadoras”, ossia tostapane, per il calore che emanano. La prigione “Kilo 7″ è frettolosamente fatta sorgere a Camaguey: una rissa nata dalla condizioni atroci procurerà la morte di 40 prigionieri. La prigione Boniato comprende celle con le grate chiamate “tapiades”, nelle quali il poeta Jorge Valls trascorrerà migliaia di giorni di prigione. Il carcere “Tres Racios de Oriente” include celle soffocanti larghe appena un metro, alte 1.8 e lunghe 10 metri, chiamate “gavetas”.

La prigione di Santiago “Nueva Vida” ospita 500 adolescenti da rieducare. Quella “Palos”, bambini di dieci anni; quella “Nueva Carceral de la Habana del Est” ospita omosessuali dichiarati o sospettati (in base a semplici delazioni, ndr). Ne parla il film su Reinaldo Arenas “Prima che sia notte”, di Julian Schnabel uscito nel 2000″. Anni dopo alcuni dissidenti scappati negli Usa descriveranno le condizioni allucinanti riservate ai “corrigendi”, costretti a vivere in celle di 6 metri per 5 con 22 brandine sovrapposte, in tutto 42 persone in una cella. Il “Che” lavora con strategia rivolta al futuro Stato dittatoriale.

Nel corso dei due anni passati come responsabile della Seguridad del Estado, della Sicurezza dello Stato, parecchie migliaia di persone hanno perduto la vita fino al 1961 nel periodo in cui Guevara era artefice massimo del sistema segregazionista dell’isola.

Il “Che”, soprannominato “il macellaio del carcere-mattatoio di La Cabana”, si opporrà sempre con forza alla proposta di sospendere le fucilazioni dei “criminali di guerra” (in realtà semplici oppositori politici) che pure veniva richiesta da diversi comunisti cubani. Fidel lo ringrazia pubblicamente con calore per la sua opera repressiva, generalizzando ancor più i metodi per cui ai propri nuovi collaboratori.

Secondo Amnesty International, più di 100.000 cubani sono stati nei campi di lavoro; sono state assassinate da parte del regime circa 17.000 mila persone (accertate), più dei desaparecidos del regime cileno di Pinochet, più o meno equivalente a quelli dei militari argentini.

La figura del “Che” ricorda da vicino quella del dottor Mengele, il medico nazista che seviziava i prigionieri col pretesto degli esperimenti scientifici.

Enrico Oliari

Fonte: visto su Qelsi del 17 maggio 2014

Link: http://www.qelsi.it/2014/che-guevara-or ... o-per-gay/

ernesto-che-guevara

Che Guevara: scomode verità

Nel 2004 Bernal interpretò il Comandante Guevara ne “I Diari della motocicletta” […] Quel film coglieva un momento esaltante della vita del “Che”, che assumeva tratti eroici addirittura quasi cristiani.

C’è dell’altro, però, nella rocambolesca storia di Ernesto Guevara […] E’ una storia che in pochi raccontano e che le stesse associazioni omosessuali solo a tratti hanno avuto voglia di sottolineare, perché stona con una certa idea di sinistra militante amica che, ahimè, nella storia si è spesso scontrata con una realtà di oppressione altrettanto atroce di quella esercitata dalle dittature di destra.

Con il passaggio di poteri da Batista a Castro, nel 1959, Ernesto Guevara assunse un ruolo di assoluto primo piano nel regime e venne nominato provvisoriamente Procuratore Militare con il compito di reprimere gli oppositori della rivoluzione.

Nelle maglie dei Tribunali finiscono per sua espressa volontà molti religiosi, tra cui lo stesso Arcivescovo de L’Avana, e moltissimi “maricones” cioè omosessuali.

Guevara elabora una sorta di piano di razionalizzazione delle carceri, decidendo di specializzarne alcune nella rieducazione dei gay, tra i quali si contano innumerevoli artisti cubani.

Il “Che” realizza campi di lavori forzati ed elabora personalmente i regolamenti penitenziari, che fissano le punizioni corporali per i più facinorosi: taglio dell’erba con i denti, immersione nei pozzi di raccolta dei liquami di fogna, lavori agricoli eseguiti nudi. E’ su questi regolamenti che nascono le “Unità Militari per l’Aiuto alla produzione”, dei veri e propri lager, tra cui la “Nueva Carceral de la Habana del Est”, che ospita gli omosessuali, riconosciuti anche solo tramite delazione. Secondo le descrizioni che alcuni dissidenti hanno dato di queste prigioni i detenuti erano stipati in celle di 6 metri per 5 nelle quali venivano montate 22 brandine, ciascuna occupata da due detenuti.

Venne persino realizzato un campo di rieducazione per i gay tra i 12 ed i 15 anni, allontanati dalle scuole per evitare contaminazioni della nascente gioventù rivoluzionaria.

Un noto poeta cubano omosessuale, Reinaldo Arenas, subì l’esperienza del carcere sotto la dittatura castrista, erede di questo sistema elaborato da Guevara, nel corso degli anni ’70.

Ne racconta l’esperienza un film che ha avuto un certo successo nel 2000 “Before night falls”.

[…] Perché è così difficile sentir parlare di questo disumano Ernesto Guevara? Su internet alcuni reduci raccontano dei “maricones” uccisi personalmente, con colpi di pistola alla tempia, dal grande “Che”, ma se poi si leggono le sue biografie ufficiali di tutto ciò non resta traccia.

Persino Wikipedia glissa sul tema e afferma, con grande distacco, che esistono giornalisti e storici che hanno sostenuto che egli abbia avuto un ruolo nella creazione del sistema carcerario cubano e nulla aggiunge invece sulle atrocità di cui quel sistema si è reso protagonista anche contro i gay.

Soltanto di recente il regime castrista, pur non avendo abolito l’articolo 303 del codice penale che proibisce le manifestazioni pubbliche dell’omosessualità, appare ammorbidito nei toni nei confronti del tema gay, ma molti ritengono si tratti di un maquillage effettuato per intenti di buona pubblicità.

Di molto altro ci sono soltanto “rumors” (si parla di campi di raccolta delle persone sieropositive, realizzati negli anni’80 e ’90), che non potranno trovare conferme o smentite prima della fine della dittatura.

Per il momento direi che è il caso di dimenticarsi il “Che” Bernal, e di goderselo nei film di Almodovar.

Fonte: visto su SEBASTIAN del 24 marzo 2009



Fidel Castro chiede scusa ai gay «Perseguitati, la colpa è mia»
31 agosto 2010

http://www.unita.it/mondo/fidel-castro- ... o-1.160929

Fidel Castro chiede scusa agli omosessuali per averli perseguitati a Cuba negli anni '60 e '70. «Se qualcuno è responsabile, sono io. Non darò la colpa a nessuno», ha dichiarato Castro, 84 anni, in un'intervista al quotidiano messicano La Jornada, rilanciata dai media cubani. «Personalmente non ho pregiudizi», ha dichiarato l'ex presidente secondo cui l'aver inviato i gay in campi di lavoro agricolo-militari, sia stata «una grande ingiustizia».

In una sorta di contrappasso la nipote, Mariela Castro, psicologa di 47 anni, figlia del presidente Raul, capeggia la lotta contro la discriminazione dei gay. L'omosessualità è stata depenalizzata a Cuba solo nel 1997.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio lug 14, 2016 10:56 am

IL CORANO VIETA GLI ALCOLICI (MA NON LE DROGHE), E I RAPPORTI GAY (CHE NELLA PRATICA SONO TOLLERATI)
L'omosessualità femminile è permessa dall'islam e, per la maggior parte dei sunniti, anche quella maschile (del resto anche Maometto ebbe un rapporto omosessuale)
di Vittorio Messori
n.462 del 13 luglio 2016

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4292

Come tutti sanno il Corano vieta rigorosamente il consumo di vino e, in genere, di ogni alcolico. Un divieto che per Maometto non fu difficile stabilire, visto che nella desertica e arroventata penisola arabica (la sola che gli importasse, pare che non pensasse a una espansione, dopo la morte, della sua dottrina oltre quei deserti), nella penisola arabica, dunque, la coltivazione della vite era pressoché impossibile. Il poco vino che si consumava era portato dalle carovane provenienti soprattutto dal Libano ed era dunque scarso e caro. In ogni caso, tra i tropici e l'equatore gli effetti anche negativi degli alcolici sono moltiplicati dal clima. Meglio, dunque vietare.

IN VINO... IPOCRITAS
Questo divieto è tra le poche cose del Corano che piacciono in Occidente: piacciono, infatti, ai "proibizionisti", membri soprattutto di sette protestanti, quelle che riuscirono a convincere il governo americano a imporre in tutti gli Stati Uniti - dal 1919 al 1934 - lo stop totale alla produzione, vendita, importazione delle bevande alcoliche. Come sempre, tra l'altro, si ebbe il solito effetto opposto alle attese: invece di moralizzare la società si moltiplicò la criminalità, con il contrabbando e le distillerie clandestine, favorendo lo sviluppo del fenomeno mafioso. C'era, qui - e c'è - comunque, una insanabile contraddizione: proprio dei protestanti che dicono di obbedire fedelmente solo alla Scrittura, contrastavano (e tuttora contrastano, anche in comunità numericamente importanti, come gli Avventisti) una realtà scritturale innegabile. Sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento è deplorato, com'è ovvio, l'abuso di vino, ma questo non è certo proibito, anzi è spesso lodato come uno dei doni che Dio ha fatto all'uomo. Gesù stesso beveva, come ogni ebreo e, anzi il suo primo miracolo fu quello di Cana, quando provvide a rifornire di altra bevanda i convitati a un banchetto nuziale già un po' brilli, visto che il loro consumo era andato al di là delle previsioni del padrone di casa. San Paolo, pur ripetendo nelle sue lettere l'invito scontato alla moderazione, arriva ad esortare l'amico Timoteo a "bere un po' di vino" per contrastare dolori di stomaco. Con buona pace di quei protestanti - che vorrebbero astemi non solo i loro seguaci, ma anche tutti i cristiani - nell'intera storia della Chiesa solo gruppi di fanatici settari hanno rifiutato gli alcolici. San Benedetto stesso, nella sua Regola, respinge il rigorismo di un ascetismo che non è cristiano, e fissa per i suoi monaci una quantità giornaliera del prezioso liquido. Le abbazie, tra l'altro, divennero spesso famose per la produzione, oltre che di vini pregiati, di birre e di digestivi anche con alta gradazione.
In ogni caso, non tocca a noi, cristiani, lanciare la pietra contro chi va contro le norme della sua religione. Proprio noi, cittadini di un mondo che ormai in gran parte non ignora solo i precetti del Vangelo: ignora la sua esistenza stessa. Quanto abbiamo detto sopra è per accennare a un aspetto del mondo islamico di cui ben poco si parla e che è stato di recente esplorato da Franz Rosenthal, arabista prestigioso, ben noto agli storici e con cattedra all'università di Yale. Lo studioso ha pubblicato un libro dal titolo significativo: The Herb. Hashish versus Muslin Society. L'Erba, con la maiuscola, l'Erba per l'antonomasia è la cannabis dai cui fiori, come è noto, si estraggono varie droghe di cui l'hashish è la più ricercata. Lo storico, dopo una lunga ricerca negli archivi (ma frequentando non solo il passato bensì anche il presente del mondo musulmano, constatando la presenza se non la crescita del problema) lo storico, dunque, mostra come l'astensione dagli alcolici sia stata sostituita dal consumo di massa di hashish, fumato miscelato con tabacco o reso liquido e bevuto. Secondo il professor Rosenthal, questo uso ed abuso di droghe è tra le ragioni principali del declino della società islamica che, a partire dal XIII secolo, diventa sempre meno creativa e finirà poi tutta sotto il dominio coloniale degli europei. Pochi sanno che nel 1789, appena sbarcato in Egitto, Napoleone scoprì la diffusione di massa della canapa indiana e ne constatò gli effetti disastrosi della popolazione. Dunque, emanò un decreto che vietava rigorosamente ai soldati francesi ogni consumo di hashish, liquido o solido. È in assoluto il primo atto - constata lo studioso di Yale - di un'autorità europea contro gli stupefacenti. Comunque, il dilagare dell'Erba in tutto il mondo musulmano è continuata a tal punto che, nel 1922, sempre i francesi - stavolta quelli che occupavano Tunisia, Algeria, Marocco - cercarono di limitare l'uso della droga vietandone la vendita libera e istituendo un monopolio di Stato. Il prezzo fu elevato di molto, per scoraggiar i clienti, e la quantità per ogni persona fu ridotta al minimo. Nel dopoguerra, all'Incontro mondiale sugli stupefacenti, a Ginevra, i delegati musulmani chiesero che la cannabis (cui molti guardavano con indulgenza) fosse inserita nell'elenco delle sostanze da proibire e da combattere. Il delegato egiziano fece un intervento drammatico: "L'hashish è la causa principale di alienazione mentale del nostro Paese, essendo responsabile del 40 per cento dei ricoveri urgenti in ospedale e fiaccando le energie dei lavoratori, sia giovani che adulti". Ogni repressione legale e poliziesca, tuttavia, non ha risolto e neppure attenuato il problema che, anzi, oggi si aggrava. Questo diciamo non certo per moralistica condanna, bensì a beneficio degli ingenui che, a fronte di un Occidente postcristiano dove la droga ha la presenza che sappiamo, favoleggiano di un mondo musulmano compatto in virtù ammirevoli: niente alcol, niente stupefacenti. E, già che ci siamo, niente omosessualità. Beh, qui sotto, parleremo pure di questo.

L'ADOLESCENTE SODOMIZZATO DA MAOMETTO
Si sa che il Corano condanna severamente i rapporti sessuali tra uomini (l'omosessualità femminile, pur molto praticata negli harem e nelle saune per sole donne, è ignorata) e sancisce, addirittura la pena di morte. Il maggior numero dei moltissimi giustiziati in quella teocrazia sciita che è l'Iran è costituita da sodomiti, spesso giovanissimi. L'applicazione della pena coranica è assai meno frequente tra i sunniti: in effetti, il Nord Africa è sin dall'Ottocento un eden per gli omosessuali europei. Tanto per citare un esempio tra mille, André Gide, il premio Nobel, ha dedicato un intero libro alle sue avventure pederastiche in Marocco e in Algeria. Anch'egli testimonia della grande tolleranza islamica, che dura tuttora, alimentando un frequentato turismo sessuale gay.
Ma c'è un motivo ignorato dai più, anche da molti musulmani, nella comprensione dei sunniti. Questi, accanto al Corano, seguono una Tradizione (la Sunna, appunto), costituita da migliaia di frammenti, detti hadith. Questi riportano, tramandati per secoli oralmente, una parola, un detto, un atto, un silenzio del Profeta. Non soltanto il suo insegnamento ma anche la sua vita, pur nella quotidianità più banale, costituisce una base per la fede. Ebbene, c'è un hadith (il 12669, detto Musnah Amad) del quale non parlano in pubblico i dotti ma che, segretamente, ha contribuito a creare un clima di tolleranza verso l'omosessualità. Maometto, dopo i suoi successi religiosi e militari, era circondato da una corte (tutta maschile) composta anche da giovani e giovanissimi. Uno di questi, a nome Zahid, si distingueva tra la sua bellezza e la sua grazia. Avvenne così, narra il frammento entrato a far parte della Tradizione sunnita, che un giorno il Profeta prese per le spalle il discepolo, gli sollevò la tunica che portava come solo indumento e, di sorpresa, lo sodomizzò. Zahid non gradì quella che avvertì, non a torto, come una violenza e osò protestare con Maometto: non era proprio egli stesso che rivelava ai credenti al condanna di Allah per il sesso tra i maschi? Ma il Profeta gli replicò che avrebbe dovuto, semmai, ringraziarlo: essere non solo toccato ma addirittura posseduto dall'inviato divino era un grande e santificante privilegio. Gli esperti della Legge coranica ancora discutono: l'atto era una concessione particolare del Cielo per Maometto o costituiva un esempio che anche gli altri credenti potevano imitare? Guardando alla prassi seguita nei secoli dall'Islam sunnita, sembra che abbia finito per prevalere l'ipotesi dell'esempio che era lecito seguire. Una conferma autorevole è data dalla poesia araba, dove molto spesso è cantata la bellezza degli adolescenti e la dolcezza degli amori con loro. Si disilludano, dunque, coloro che pensano di trovare tra i musulmani un fronte compatto contro la diffusione dell'omosessualità. Scopriranno, sì, l'orrore per quelle "mostruosità" che, per tutto l'islam, sono le unioni o addirittura i matrimoni di uomini con uomini e di donne con donne. Ma scopriranno come, da sempre, molti dei Credenti in Allah non disdegnino il "passatempo" con gli efebi. Del resto, gli hammam, i bagni turchi di Istanbul, sono celebri da sempre anche per le pratiche omosessuali che vi si tengono. Non è stato lo stesso Profeta a cedere alla tentazione?

Titolo originale: Un po' di Islam
Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n.153)
Pubblicato su BastaBugie n. 462
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 9:03 pm

UNA STORIA D'AMORE DURANTE IL NAZISMO
traduzione di Roberta Vital

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 0211505006

Berlino, 1942. Manfred Lewin e la sua famiglia sono nelle mani della Gestapo poco prima di essere trasportati ad Auschwitz.
Manfred Lewin e Gad Beck si amano, sono due ebrei innamorati. Gad riesce a sottrarre una divisa militare di Hitler e ad infiltrarsi tra i membri della Gestapo liberando Manfred.
Manfred però non volle abbandonare la sua famiglia, tornò indietro e con loro fu mandato nel Campo di sterminio di Auschwitz in cui insieme a loro andò incontro alla morte.
Da quel momento Gad si uni al movimento di resistenza ebraica, cercando di aiutare altri ebrei a mettersi in sicurezza.
Gad mai dimentico' Manfred, il suo primo amore che tale rimase per sempre.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » lun set 26, 2016 6:53 am

Ecuador, coppia di transgender dà alla luce un figlio: a partorire è il padre
di Sabrina Quartieri
Venerdì 23 Settembre 2016

http://www.ilgazzettino.it/esteri/ecuad ... 84871.html


La storia ha dello straordinario, perché i genitori naturali del piccolo bebè nato in Ecuador quattro mesi fa sono due transgender. A partorire il bimbo con il cesareo, un uomo che prima era donna, fecondato da una lei che, in passato, era un lui. Come si legge sul Dailymail, si tratta di Fernando Machado e Diane Rodriguez, che confessano di volere altri figli e di non aver ancora scelto il nome del neonato, nonostante abbia già 16 settimane. I partner, per ora, si limitano ad usare affettuosamente il soprannome di Caraote, che significa “lumaca”.

Il signor Machado, dopo aver dato alla luce il bambino lo scorso giugno, ha riferito alla BBC di «considerare la sua famiglia uguale a tutte le altre, con la sola differenza che al suo nucleo vengono riconosciuti meno diritti». La signora Rodriguez, alla nascita Luis, ha invece ammesso che non avrebbe mai pensato di riuscire a diventare genitore: «Ho sempre pensato questo essendo transessuale», ha spiegato Diane, ricordando come in passato la legge imponesse la castrazione per venire riconosciute definitivamente donne. Ma la mamma del piccolo già nel 2013 aveva fatto parlare di sé. Fu proprio lei il primo transgender a candidarsi al Congresso nel suo Paese d'origine, infatti. E proprio in quell’occasione, Diane aveva raccontato apertamente la sua storia, quindi le difficoltà vissute nel fare outing in famiglia e i pericoli affrontati dopo, una volta cacciata di casa e costretta a vivere per strada.

Durante la gravidanza i due hanno costantemente aggiornato i tanti fan che li seguivano sui social, postando foto dei momenti più significativi. Non è mancato lo scatto della nascita del bebè e del taglio sulla pancia di Fernando. D’altronde, anche l’annuncio della gravidanza era stato dato online. All’epoca, la signora Rodriguez aveva rilasciato una dichiarazione ai media messicani: «Desideravamo tanto un bimbo nostro e non essendoci impedimenti, abbiamo deciso di andare fino in fondo». Il papà invece, ha voluto descrivere l'emozione provata quando ha scoperto di aspettare un figlio: «Come prima cosa ho chiamato mia madre e le ho mandato la foto del test di gravidanza. Lei l’ha fatta vedere ad un dottore che ha subito confermato che fosse positivo. La gioia a quel punto è stata incontenibile. Sono scoppiato a piangere. Le mie erano lacrime di felicità e di paura allo stesso tempo. E’ stato il momento più bello della mia vita».
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » lun set 26, 2016 8:27 pm

A Favria il sindaco rifiuta l’unione civile a due gay: “Legge sbagliata, va contro i miei principi”
Il primo «obiettore di coscienza». La coppia potrebbe convolare di fronte al funzionario dell’anagrafe. Arcigay: «Imbarazzante. L’obiezione di coscienza non è prevista»
tiziana platzer
2016/09/26

http://www.lastampa.it/2016/09/26/crona ... agina.html

«Non sposerò quei due ragazzi». Così il sindaco di Favria, Serafino Ferrino, amministratore di lungo corso e cattolico praticante che ha deciso di sfidare la nuova legge sulle unioni civili. «Non me la sento di andare contro a determinate convinzioni di natura etica. Perché un sindaco non può essere obiettore di coscienza?». Il caso riguarda una coppia non residente in paese che ha chiesto la disponibilità del municipio di Favria per celebrare il matrimonio a marzo dell’anno prossimo. Dovranno trovarsi un’altra sede a meno che non si accontentino del responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune che può celebrare il matrimonio anche senza la delega del sindaco.

LE REAZIONI

Per il Coordinamento Torino Pride, che riunisce decine di associazioni lgbt e della società civile, «è gravissima la presa di posizione del sindaco di Favria che, sulla base di pretestuose questioni “di principio” viola in modo palese la legge e i diritti dei suoi concittadini e delle sue cittadine omosessuali e per estensione di tutte e tutti, non solo negandosi alla celebrazione dell’unione civile richiesta da due cittadini del Comune del Canavese ma spingendosi – caso inaudito – a non delegare ad altri la funzione di Ufficiale di Stato Civile». Il coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia, sottolinea: «È chiara l’intenzione vessatoria e omofoba del primo cittadino». Ancora: «Il Coordinamento è pronto a qualsiasi azione di protesta e, se del caso, ad adire le vie legali per la tutela dei diritti dei cittadini coinvolti».

La presidente di Arcigay Torino, Francesca Puopolo ritiene «imbarazzante che il Sindaco si celi dietro l’obiezione di coscienza, non trovando altro modo per impedire l’unione. La legge sulle unioni civili non prevede la possibilità di obiezione di coscienza, al contrario in caso di rifiuto di celebrare l’unione ci si può appellare ai principi del nostro ordinamento giuridico come quelle che puniscono l’omissione o il rifiuto di atti d’ufficio da parte di pubblico ufficiale». E prosegue: «La società cambia e con essa nascono nuove famiglie, che hanno la stessa dignità a prescindere dalla loro composizione; chi si oppone è fuori dalla storia. Chiediamo dunque al sindaco Ferrino di riflettere sulle sue affermazioni e di celebrare questa unione. Se si arroccherà sulle proprie posizioni, ci proponiamo di celebrare noi stessi l’unione civile»
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » ven ott 07, 2016 6:23 am

Rimosso dall’incarico il presidente della Corte suprema contrario al “matrimonio” gay. È “pulizia etica”.
Rodolfo de Mattei
2 ottobre 2016

https://www.osservatoriogender.it/stati ... izia-etica

Il “gender diktat” miete un’altra vittima illustre negli Stati Uniti. Venerdì 30 settembre 2016 la Corte Superiore della Magistratura dello Stato dell’Alabama ha infatti emesso il verdetto di condanna nei confronti di Roy Moore, presidente della Corte suprema, rimuovendolo dal suo incarico per essersi rifiutato di adeguarsi alla decisione federale di legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
LA VICENDA

La sentenza di condanna è il prevedibile epilogo di un’aggressiva campagna di boicottaggio nei confronti di Moore, cominciata lo scorso maggio, quando il presidente della Corte suprema dello stato americano dell’Alabama era stato preventivamente sospeso dall’incarico per aver osato ordinare ai giudici sotto la propria giurisdizione di seguire la legge e la costituzione del proprio Stato che definivano il matrimonio come l’unione di un uomo e di una donna.

Una direttiva inaccettabile secondo il Judicial Inquiry Commission (JIC) dell’Alabama che aveva immediatamente replicato con l’emanazione di ben sei capi di accusa contro Moore e la sua temporanea sospensione con retribuzione, in attesa di sottoporlo a processo davanti alla Corte Superiore della Magistratura.
LA MOTIVAZIONE

La Corte di giustizia ha motivato la propria sentenza sottolineando come la direttiva emanata il 6 gennaio 2016 dall’allora presidente della Corte suprema mostrava “disprezzo per una legge federale vincolante”, ovvero la tristemente nota decisione del giugno del 2015 con la quale la Corte suprema degli Stati Uniti ha “liberalizzato” il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso in tutti gli Stati.

Moore ha protestato contro tale ideologica rimozione, evidenziando come essa costituisca l’annunciato finale della violenta propaganda ideologica scatenata dalla macchina da guerra LGBT+ nei suoi confronti:

“è il risultato di una pressione politica da parte degli omosessuali radicali e dei gruppi transgender affinché io fossi rimosso dall’incarico di presidente della Corte suprema per via della mia ferma opposizione ai loro scopi immorali”.

RICORSO IN APPELLO

L’ormai ex presidente della Corte Suprema dell’Alabama ha fatto sapere tramite il suo avvocato, Mat Staver, che ricorrerà in appello contro la decisione della Corte di giustizia del proprio Stato, denunciando il prepotente abuso di potere perpetrato nei suoi confronti.

Esultano sull’altro fronte gli attivisti per i “diritti” LGTB. Richard Cohen, presidente del Southern Poverty Law Center ha così commentato la sentenza di condanna di Moore:

“La gente dell’Alabama che tiene in gran conto lo stato di diritto non rimpiangerà l’ayatollah dell’Alabama. (…) Lo spettacolo di un presidente della Corte suprema dello stato che invita gli altri giudici a non seguire un ordine della corte federale mina l’integrità del sistema giudiziario”.

È “pulizia etica”

La rimozione di Roy Moore dal suo incarico di presidente della Corte suprema dello Stato dell’Alabama, dimostra, ancora una volta, il drammatico e paradossale clima di dittatura culturale nel quale siamo profondamente immersi. Un totalitarismo etico che impone il proprio folle diktat mettendo in atto quella che possiamo definire una spietata “pulizia etica” nei confronti dei propri pochi coraggiosi oppositori.
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