L'architettura di Vitruvio, Volumi 5-6 Di Vitruvius Polliohttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... truvio.jpg http://books.google.it/books?pg=PA91&lp ... utput=text...
(1) Sono questi di due sorta. La prima consiste io un piano elevato ed inclinato verso il mare, sopra il quale si costruiscono o si calafatano le navi, e da cui discendono in mare. La seconda consiste in un luogo alquanto inferiore al livello dell'acqua ove si ricevono le navi per racconciarle, e dopo chiuso per mezzo di una cataratta si fa uscir l'acqua o con macchine idrauliche, od aspettando la bassa marea; ed in esso poi dal mare s'introduce di nuovo l'acqua per far uscire le navi, racconciate che sieno.
La prima forma è la più comune, perchè l' altra non è utile se non laddove l'acqua può uscire naturalmente nel tempo dell'alta marèa.
(2) Quest' artificio si usa ove il porto sia uno solo, e non molto ampio. Dione ne parla ripetutamente. Prima ove dice che nel porto di Alessandria, essendo le catene sott’ acqua, entrarono le navi di Antonio senza timore non avendo veduto alcun presidio all'ingresso del porto; ma dappoichè erano entrate si sollevarono le catene con appositi stramenti, e circondate d' ogni parte le navi stesse s'incendiarono o si sommersero. Lo stesso racconta del porto di Bizanzio, ch'era reso fortissimo dall'arte e dalla natura: da una parte dello scoglio, die'egli, ove non erano alzate le mura, venivano difesi mirabilmente dallo stesso impeto del Bosforo. Oltre a ciò i due porti si chiudevano con catene; e le moli di pietra sporgenti in mare sostenevano d'ambe le parti torri ultissime, per cui l'accesso alle navi nimiche era difficile. Quelle catene attaccate a travi nuotano nell'acqua, e con un congegno facile, a quanto sembra, e con piccolo apparecchio di macchine, si possono tendere all' uopo.
Veggasi la Giun.-» < brami che debba farsi così. Purché in questi luoghi non siavi un fiume che lo impedisca, ma in una qualche parte vi sia una stazione (1), allora dall' altra parte con costruzioni o con argini si prolunghino i braccis e così si formino le chiusure dei porti.
86. Le strutture poi neh' acqua, mi pare che debbano farsi in questa maniera. Si trasporti la polvere (2) da quelle regioni che da Cuma si estendono fino il promontorio di Minerva, e si mescoli colla calcina in guisa che due parti di quella corrispondano ad una di questa. Poscia nel luogo che sarà stabilito, si lascino cadere nell'acqua e si colleghino validamente le arche chiuse con forti pali (3), e con catene: inoltre dentro
(1) Ulpiano, ne] libro 43- delle Pandette, parlando di fiumi interpreta stazione siccome un luogo ove le navi stanno, al sicuro.
(2) È questa la pozzolana, sulla quale si vegga la Giunta VI. del lib. II.
(3) Questo genere di chiusura idraulica si dice comunemente cataratta. Il primo processo, come osserva lo Stratico, per chiudere il porto, è quello di formar la cosi detta arca, la quale si costruisce piantando dei pali perpendicolarr che abbiano una scanellatura per parte nel senso della loro lunghezza, entro alle quali scanellature si fanno scorrere delle travi, onde siano contenuti interamente il cemento ed i materiali con cui la si riempie, al che si aggiungono le catene che legano fra loro i pali rendendo il corpo dell' arci atto a resistere alla pressione della materia semifluida che contiene. Prima però di gettarvi questa materia, è necessario di scavare il fondo purgandolo dal fango, e di appianarlo con travicelli, onde sottrarvi quella materia che non si può per la sua gravità escludere dall'introdotto cemento, nè consolidarsi siccome il cemento stesso, sicchè questo formi un» base solida che presenti un maggior ostacolo; la quale avvertenza non è di poco momento. Questa costuuione cocridi quelle col mezzo di zattere (i) si purghi e si spiani la parte inferiore sott' acqua, e poi vi si getti dentro materia di cemento misti con calcina ( come fu detto di sopra ), finche sia riempiuto quello spazio di struttura, che v' è fra le arche. Questo benefizio naturale lo hanno quei luoghi, che abbiamo poco fa nominati.
87. Ma se i flutti o gl'impeti dell'aperto mare impediranno che possano star ferme le arche così incatenate, allora si fabbrichi un letto (2) più saldo che sia possibile 0 in terra, o sull' orlo del mare, e questo letto si formi a livello per una parte minore della sua metà; e l'altra parte prossima al lido si faccia in pendìo. Poscia al contatto dell' acqua e dei fianchi s'innalzino ai letto margini di circa un piede e mezzo a livello del detto piano. Allora il pendìo si riempia di arena e si pareggi al margine nel piano del letto: indi sponde a quella che dicesi comunemente riempitura a cassa, o semplicemente cassare
(1) Il testo transtillis. Il Galinni dice che questa voce produce grande oscurità, e che niente la toglie la nota del Filandro pro tigillis et asscribus. Lo stesso e niente più hanno detto il Cesariani ed il Caporali. Il Barbaro non lo traduce; ma nella nota, o sia comento, pare che l' ex transtillis V intenda, che stando gli uomini sopra travicelli, o palate, o foderi, o zatte cavino l' acqua dalla chiusa; e questo, dice il Galiani, parmi il senso meno oscuro. Pei" bene intendere però questo passo conviene badare attentamente ai due modi di fabbricare in acqua, che qui stabilisce il nostro autore. Anche l' Orsini dice che "Vitruvio usa transtillis siccome diminutivo di transtra, e -spiega che stando gli uomini sopra i travicelli, o zatte cavino l'acqua della chiusa.
(2) Il latino pulvlnus; cioè un fondamento formato di rottami o d'arena.
sopra quella livellazione si costruisca una pila tanto grande quanto si sarà stabilito; e costrutta questa, si lasci lì almeno due mesi, affinchè sia bene asciugata; dopo di che si tagli il margine che sostiene l'arena.
Cosi l'arena levata via dai flutti farà precipitar in mare la pila; e in tal modo si potrà quanto sarà necessario avanzarsi nell'acqua.
88. Ne'luoghi poi, ne'quali non nasce la polvere, si farà così. Si pongano due arche ben collegate con tavole e con catene nel luogo che sarà stabilito, e fra i ligamenti delle arche con creta entro sporte di alga palustre (i) si calchi. Quando si avrà ben calcato, e che densissima sarà la massa, allora con coclee (2), con ruote, con timpani si vuoti il luogo designato fra quella chiusura, e si asciughi. Ivi si scavino le fondamenta ( se vi sarà terreno lino al sodo ) più gros
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(1) Il latino
merones. Questi sono i così detti
volparoni, o
volpare, i quali consistono in una massa compatta di vegetabili cedevoli, siccome sono i vinchi, e di creta o di terra. Si adoprano molto nelle riparazioni degli argini. Cosi la pensa lo Stratico. Noi pure crediamo che non vi sia gran diversità dall'apparecchio descritto da Vitruvio per chiudere gl'intervalli fra le due chiuse ai moderni
volparoni che si annegano specialmente presso gli argini dei fiumi, quando questi minacciano di rompere. Ma dalle parole vitruviane ci sembra di rilevare una differenza nel modo di riunire le materie atte a quello scopo, e riteniamo che secondo Vitruvio la creta si dovesse porre in una specie di sporte tessute con alga palustre e dentro a queste che si dovesse calcare fra quegl'intervalli; dovechè i volparoni sono, come si disse, una sola massa iuforme di creta e vegetabili.
(2) Ciò fa conoscere sempre più, dice lo Stratico, che dovevasi tutto apparecchiare per asciugar il fondo, sul quale si potessero comodamente gettare le fondamenta. Veggasi ciò che si dirà nel libro decimo.
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Nuova raccolta d'autori italiani che trattano del moto dell' acque, Volume 8 a cura di Francesco Cardinalihttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... aliani.jpghttp://books.google.it/books?id=AAoKAAA ... no&f=falseXXXIII. Scolio . Per dare un esempio; sia in once AB = a = 8 o (e pur in once tutte le altre quantità) CD = b=z 88o , BE =c=6o, HK = d = 5o , PN =f= 36 , FG=m=1ooo; sarà fatte le debite riduzioni e calcoli l= 34 , p = 958 , q = 362.59; onde l'equazione sarà mutata in z2 — 953 z -+- 362.59 = o , ed x sarà per la forinola sopra posta eguale ad once 12 2/3 , e tanto sarà l'accrescimento per il restringersi della rotta, quindi 1'alveo inferiore comincierà ad avere un piede di acqua di più a comodo della navigazione, se il fiume sarà navigabile ed a vantaggio di levarsi gli abbonimenti, che saranno seguiti per la rotta: a misura per tanto del restringimento , anderà sempre crescendo l'acqua nel fiume, e si potrà indagare la quantità di questo aumento col metodo sopra descritto.
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... paroni.jpgXXXIV. Sia la rotta ACDE ( tav. 7. fig. 15. ) accaduta all'argine destro del fiume FGAD, cosicché l'acqua per la massima parte si scarichi per essa apertura AD, senza mai cessare, essendo per la supposizione il pelo del fiume sempre più alto in qualunque stato di acqua della superfìcie della campagna . Armate che siano le teste della rotta, se tale sia il loro bisogno, di buone palificate, perchè di vantaggio la bocca non si allarghi, la prima operazione sarà quella di piantare una lunga palificata, che cominciando in A cioè da 2o pertiche in circa superiormente a G, si estenda attraverso della rotta, come AB, potendo fare con la direzione dell'argine, a cui li raccomanda un angolo di 1 70 gradi in circa , ed in tal modo verrà dolcemente a respinger l'acqua verso l'alveo inferiore del fiume H, e si proibisca per quanto si può l'uscita dell'acqua per la rotta.
Chiamasi questa palificata così disposta, paradore, preso il nome dall'effetto, conciossiachè rivolge e spinge l'acqua altrove dalla direzione acquistata per l'apertura dell'argine.
Il paradore vuol esser fabbricato con pali ben lunghi , forti e spessi, cioè testa con testa , perchè possa, e reggere al carico violento dell'acqua, ed impedire che questa in minor quantità, che sia possibile non si diverta nella rotta ; va egli ben legato con traversali filagne , ed anche assicurato, ove il bisogno lo ricerchi con pali di appoggio , in quella guisa che resta espresso al numero XXXVII. del capitolo precedente; fatto che sia e ben assicurato il paradore nel modo predetto, si osserverà 1'acqua contenersi nel fiume più alta di prima, facendo questo riparo in sostanza un vero restringimento della rotta, come sì è esposto ne' due numeri precedenti, anzi dall' estesa di esso paradore, e dal contenere più o meno 1' acqua , si potrà col metodo del numero antecedente calcolare quant' acqua di più resterà nel fiume, fatta che sia quella difesa di una data lunghezza, ma perchè fra palo e palo, per quanto l'arte procuri di ben adattarli, pur vi passa dell' acqua, perciò ad oggetto che il calcolo possibilmente si accosti al vero, si potrà tempre diffalcare un terzo; cosicché se in grazia di esempio torà stabilita la lunghezza del paradore di pertiche 5o, si potrà conteggiare, come «e fosse di un terzo meno incirca.
XXXV. Scolio. Non è però, che molto, tempo prima d'intraprendersi formalmente la chiusura della rotta debbasi piantar il paradore, come di fare parerebbe idoneo a motivo di rattenere il più che fosse possibile l'acqua nel fiume, e ciò perchè il violentecorso escaverebbe a canto di questa palificata delle profondità riduceodo deboli i pali stessi, e sovente anco per poca escrescenza , che sopraggiungesse , ponendo in pericolo essa palificata di essere rovesciata; quindi è che 1' impianto del paradore , deve bensì anteporsi a tutte le altre operazioni, quando siasi nel caso dell'otturazione della rotta medesima , ma poco dopo all' erezione di questo, devono susseguitare gli altri lavorieri, destinati nel più breve tempo a chiuder, ed assicurare l'apertura. Si è detto che i pali de' paradori, devono essere, posti senza sensibile intervallo uno a canto dell'altro, il che si deve intendere de' paradori fatti per le rotte di maggior impegno, e dove il corso dell acqua è molto grande, cosicché tolta questa circostanza, si potranno anco ergere con pali alquanto fra di essi discosti,, e sino ad avere la distanza fra palo e palo, quanto porta la grossezza' di nno de' medesimi, ed anche qualche cosa di più, ma dovranno poi essere tessuti con fraschumi di vimini ben assicurati con degorenti e lattole, servendo tal inviminatura per impedire sempre più il corso dell'acqua fuori dell' alveo , ne Bara mal a proposito 1' inviminare in qualche modo anco que' paradori, ne' quali non rimangono intervalli, se non piccioli fra palo e palo per supplire al difetto del combaciamento, ma in tal caso l'inviminatura dovrà essere posta a ridosso della palificata, non potendosi tessere fra i pali, per la distanza che manca, tra l'uno e l'altro. . . ..."
XXXVI. Alla costruzione del paradore'si dovrà poi far seguire l'impianto della palificata maestra, come la DF [tav. 8. fig. i. ) , ed è
•da avvertire, che tal volta conviene formar il paradore QR s separato affatto dalle palificate che hanno a servire per P otturazione della rotta, se il corso è precipitoso, ma talvolta il paradore Ab può servire alle operazioni che si fanno per l'effettiva chiusura della medesima rotta . La palificata maestra dunque spiccandosi dalla parte sinistra della rotta anderà dirittamente verso la destra, e a un dipresso nel sito in cui caderebbe il piombo dei-ciglio dell'argine dalla parte del fiume, e questa si avanzerà fino che arrivi a coprir il margine destro della rotta, senza che si proseguisca sino ad attaccarsi Alla riva, essendoché la contropalificala maestra supplirà a questo difetto. I pali per la costruzione di essa palificata maestra devono essere ben fitti, vicini P un all' altro, come quelli del paradore ben legati con filagne, ed assicurati insomma nella più valida maniera, dovendo anco servir di appoggio al paradore, quando così lo ricerchino le circostanze, e ciò mediante le catene o pali trasversali ab, ab ec, ed in tal maniera rimarrà ancora di vantaggio impedita l'uscita dell'acqua dalla rotta , crescendo nel fiume tanto superiormente, che inferiormente di essa, ed appoggiandosi a queste palificate maggior quantità «li acqua , sarà anco maggiore la resistenza che faranno, e per tanto non si dovrà differire il sollecito impianto delle altre palificate, perchè si possa quanto più presto cominciare il nuovo argine .
XXXVII. Alla palificata maestra deve succedere la contropalificata, e quando si possa , deve esser questa piantata nel medesimo tempo che la prima, cosicché cominciandole tutte e due alle respettive teste ile' loro argini si vadino ad incontrare , a motivo che con più forza resti inibito il corso all' acqua . La distanza della contropalificata dalla palificata maestra dovrà essere quanto comporta la larghezza del piano superiore dell'argine, di modo che se la detta palificata maestra, deve stare a piombo del ciglio dell'argine verso del nume, la contropaliticata dovrà collocarsi a piombo dell'altro ciglio verso la campagna , dove cioè comincia la scarpa nella parte superiore dell' arginatura. Chi però la facesse anche qualche poco più ritirata non commetterebbe errore alcuno; insomma quando abbia dalla palificata maestra la distanza di piedi 15 in 16 starà ben collocata . In questa figura della rotta, essendo AB (tav. 8. fig a.) il paradore, FD la palificata maestra, sarà CP la contro palificata pur maestra, quale avrà essa pure a servire di appoggio alla prima palificata maestra, mediante le catene e traverse de' pali a guisa di erbora FG , GP con gli altri di me?zo a questi paralleli come viene espresso dalla figura; lo spazio poi FCPG si chiama la cassa delle Volpare perchè quivi principalmente esse si annegano , e fondano per servire di base al corpo dell' argine , che dee essere piantato in taf sito, estendendosi le scarpe fuori di quelle palificate tanto verso il fiume , che verso la campa
Sna . Il sito PGD si può lasciar talvolta senza contropali ricara, essenocliè correndo il fiume da A in B, ed ir corso grande della rotta trovandosi ordinariamente poco discosto dalla di lui parte destra, cioè poco lontano da F, ne segue, che per tntta la GD vi debba estere così poco corso, che non meriti la predetta difesa, bastando 1' avanzarsi all' ombra della parificata maestra coli' argine anco di semplice terra , quando, come si è detto, il eorso sia moderato, ed il fondo convenientemente resistente; che se il corso sarà grande si dovrà far arrivar la detta contropalifìeata sino all' argine opposto in D . Per ulteriormente poi assicurare la base del paradore, e la testa e base delle due palificate maestre nello spazio AZG, si potrà piantaire de' pali, che rieschino perpendicolari alle predette palificate, raddoppiando le linee de' medesimi * mieura del bisogno, e ben legandoli con catene e filagne
XXXVIII. Ma perchè le palificate maestre possmo avere la necessaria sussistenza , e ciò, non solamente prima che restino sepeHite nel1'argine, ma anche dopo questo si va ergendo, è necessario piantare alcuni gruppi di pali P. S. T . Q. (tav. 8. fig. I.) che potranno esser composti di tre per ciascheduno, a questi si avranno poi a raccomandare punte ed orioni, ohe servino di rinforzo alla contropalificata MN, e per conseguenza anco nel contrasto di queste forze , alla palificata maestra ed al para dorè 4 la disposizione de' quali appoggi e difese ai comprende abbastanza dalla figura; in oltre -perchè piantate le dette palificate, ed incominciato dali'una « dall'altra parte l'argine, che partendosi dagli estremi della rotta, deve andar ad unirsi verso delle parti medie di essa, succede, che a norma del ristringiroento , l'acqua più si pone in movimento nella parte che resta aperta, però dove deve incamminarsi il detto maggior corso» che dal più almeno si fa a due terzi in circa di tutta la larghezza della rotta, cominciando dalla parte sinistra, venendo verso la destra, <juivi è da formarsi ciò, che chiamasi castello della rotta, 6erve per dargli la stretta , come si dirà a suo luogo . Consiste questo castello io alcuni gruppi di pali di tre per gruppo, ben legati, infilagnati ed incatenati , i quali mediante i stili , ed erbora appoggiano di tal modo le palificate, che le rendono assai più assicurate di prima , e danno modo di dare la stretta, che vale a dire 1' ultima mano alla rotta , cosicché trattenute le volpare da tali impedimenti , rimangono là dove sono state annegate . I gruppi predetti di pali per il castello possono essere a due ordini , come porta la figura, ed anco a tre, se il corpo dell'acqua sia maggiore. Castella dunque si può chiamare tutto quello spazia eh' è circoscritto dalle lettere FEST. Il luogo veramente da darsi la stretta è sovente lo stesso che quello ove ergersi dee il castello, cioè laddove il corso à minore, verso la parte sinistra; ma quando quivi fosse piantato, oltreché il fondo subito si farebbe maggiore, non resterebbero poi assicurate le palificate , come porta il bisogno , dovendo il castello fare e l'uno e l'altro degli ufizj predetti; oltredichè trovandosi il maggior corso verso PS, non sarebbe sì facile F avanzar F argine dalla destra alla sinistra attraverso di questa parte , e per il molto fondo della rotta, e per il molto corso, sicché il luogo del castello sarà sempre da stabilirsi nell' antedetto sito, soprappassandosi qualche facilità, che parerebbe potersi incontrare facendolo in altro luogo, mentre questa sarebbe tolta da molte essenziali difficoltà .
XXXIX. Seguito F impianto di tutte le palificate , delle quali si è detto , converrà immediatamente pensare alla positiva otturazionedella rotta mediante l'erezione dell'argine; ma prima è di mestieri ]' aVer proceduto molte migliaia di volpare di buona qualità formate, le quali »» dovranno gettare ia eran nomerò per fondamento del nuovo argine nel aito principalmente dove cade il maggioreorso , e massimamente ove » avrà a dare ia stretta alla rotta: al sito dunque della palificata maestra AB ( tav. 8. fig. a. ) a ridosso della medesima dall' una e F altra parte , dovrà essere riempito con le predette volpare , e fra questa palificata e la contropalificata, spazio che anco viene chiamato cassa, delle volpare, se ne dovrà gettare quella quantità , che sarà stimata conveniente , dopo di che con larga base ed ottima terra si dovrà dall' un e F altro canto della rotta avanzar 1' argine , scegliendo per la di lui fàbbrica la miglior terra , e sopra tutto ben attaccandolo all'argine vecchio. Oltre alla bontà che deve aver la terra , è pure indispensabile , eh' ella sia ben pestata e calcata , altrimenti il iavoriere riuscirebbe troppo debole per resistere allo sforzo dell' acqua. Avanzato V argine uà ambe le parti in on' altezza conveniente sino al sito del castello , correrà F acqua con maggior moto per il rimasto varco, onde quel giorno che sarà stabilito per darvi la stretta devono esser approntati in gran copia e legnami e terra e volpare e nomini, mi soprattutto volpare O volparoni , ed anco quando tale es^er poresse il bisogno , alcuni sacchi ripieni di terra , oppure gabbioni latti di vimini, acciocché alle occorrenze annegati tali materiali, resti il più presto che sia possibile levato il corso all' acqua , e ridotta la rotta , come si dice , in coronella, che dovrà farsi tant' alta cosicché per il crescimento-, che dopo chiusa ia rotta con la stretta farà il fiume , non possa 1' acqua strammazzarvi per dì sopra: levato il corso , con pari sollecitudine si dovrà rialzar 1' argine alle dovute misure. * ••
XL. L'argine nuovo dovrà e nell' altezza , e nella grossezza eccedere le misure degli argini-ordinari, e ciò non solamente perchè la propensione delle acque, che avevano preso il corso per la rotta , pur anco, almeno in parte benché chiusa, sussiste, ma molto più perchè 1' argine nuovo e per il terreno che lo compone difficile ad addensarsi, e per la lubricità del fondo, su di cui posa, calerà in progresso di tempo non mediocremente ; circa all' accrescimento da darsi ad esso argine , non si può niente di certo stabilire , a motivo che deve questo desumersi dalla natura del fiume, su di cui si lavora, mentre se è grande e profondo, maggiore deve anche essere il detto accrescimento, e minore se di minor portata, per un di presso sì potrà nella grossezza tenerlo più largo una quarta parte del vecchio, e di altezza tre o quattro piedi maggiore di esso, costruendolo poscia con tutte quelle regole di scarpe e declivi che ricercheranno e la condizione del terreno, che si pone in opera, e la qualità de*fondi sopra i quali si fabbrica. Se per sorte o tutto o parte il nuovo argine fosse sabbioniccio , e difficilmente perciò si potesse ottenere sopra di esso il germoglio dell' erbe , e la formazione del cottico, non sarà fuori di proposito il vestir le di lui scarpe o con lotte di terra cretosa , se tale si troverà in quelle vicinanze , oppure con arelle doppie ben disposte, e raccomandate con lattole e terraficoli nel terreno di esse scarpe: così fu praticato nella gran. Coronella di Corbola Ferrarese sul Po, contrattasi per serrar la rotta che 9Ì aprì del 1705, e che non restò perfettamente chiusa se non del 1717, e tanto pur feci io praticare nell' altra gran Coronella alla Contarina nell' occasione di aver chiusa quella grande apertura, non però furono poste da per tutto le arelle, ma nel sito in cui V argine per mancanza di buon terreno fu eretto quasi con la sola sabbia , supplendo la molta grossezza datavi alla bontà della terra, che in detto sito mancava.
XLI. Innalzato che sia 1' argine , conviene ancora renderlo sicuro dalla corrosione col rivolgere dolcemente 1' acqua lontana dal piede di esso , il che si ottiene in varie guise in que' fiumi , che ammettono di piantar pali ne' loro fondi , essendovene tal uno , come il Po , che li scalza ed abbatte, nel qual caso è di mestieri supplirvi con le grandi scarpe da darsi all'argine. In que' fiumi dunque, ne' quali è lecito il difendersi, con paradori e pennelli- di palificate , si faranno questi 0 col piantare a piede dell'argine dentro la cassa del fiume qualche bassa palificata estesa secondo il bisogno , la quale inviininata che sia, rintuzzi il corso, oppure col formarsi superiormente al sito della rotta, ed anco alle occorrenze, in qualche parte dell'argine nuovo, qualche pennello ben assicurato , acciocché incontrando dolcemente il corso dell' acqua , lo rivolga lontano dal piede dell' argine ; se il fiume non è molto rapido anche di semplice legno di campagna può esser bastante, ma s' egli è di molta forza, e la direzione dell' acqua venghi con angolo quasi retto ad infilare l1 argine , converrà servirsi di buone palificate, ben assicurate con catene e filagne, raccomandandole ed ai pali, ed all' argine stesso . Serviranno tali ripari , quando siano ben disposti , non solamente a tener lontano dal nuovo argine la corrosione del fiume, ma nel medesimo tempo a formare a' piedi di esso la deposizione, eh' è lo stesso che dargli la maggiore di ogni altra difesa.
XLII. Nell'ultimo numero del capitolo precedente si disse, che circa alla diversità de' ripari da praticarsi in varj siti del fiume , e secondo la varietà delle circostanze, se n' avrebbe poi esaminata la qualità, ricerca qui il luogo di farlo. Consistono dunque i ripari o in semplici paradori paralleli all' argine, o in pennelli; riguardano ì primi l'immediata difesa dell'arginatura; i secondi possono esser impiegati per guardare un lungo tratto di essa col rivolgere il corvo del fiume., aicchè più non vada a ferire il detto piede; quasi sempre i paradori si piantano o nella corrosione che comincia ad intaccare 1* argine, o anche io qualche drizzagno, «e vi sia il pericolo che l'impeto del fiume voglia più l'ima che l'altra riva intaccare; per ordinario si formano di palificate di una sola linea ed alti all'acqua media , venendo ben raccomandati con altri pali allo stesso argine , tenuti i pali a qualche distanea fra di loro s'inviminauo come ì pennelli . ma quanto quelli vanno soggetti ad essere scalzati da' vortici ., clie attorno de' pali va formando il corso dell'acqua, oude rare sono le volte, che si osservino pali de' paradori marciti dalla vecchiezza , ina quasi sempre sono dopo -non molte tempo levati , e trasportati dalla corrente ; de' pennelli formati con palificate ne abbiamo avuto discorso nel capitolo precedente dal numero VI. sino al numero XI IV . .che però qui altro non ne diremo; ne' rimanenti numeri di quel capitolo fu detto delle resistente de' pesi ammassati co' .«puh si formano .parimente i pennelli, ma le proposizioni furono assai generali , quivi ne individueremo 1' uso a pubblico profitto .
XI.111. Perchè,-come in tanti luoghi di questo Trattate si è veduto, due sono i danni che ricevono i ripari formati con palificate o siano di paradori, o di pennelli, e di qualsivoglia altra forma, e sono lo acaleamento , che il corso dell' acqua induce ne' pati confitti sei l'ondo del fiume , ed i vortici, ne' quali si pone 1' acqua quando incontra le perpendioolari resistenze; importa il primo la perdita dui riparo; il secondo l* cscavaziane del fondo a' piedi degli argini: convieni' sfuggire se fia possibile e.l'uno e l'altro di questi pregiudizi , sostituendo ih vece di pali altri materiali non soggetti nò ad esser levati dall' acqua , né a ridurre il di lei moto nelle predette perniciose vertigini; il che tutto si verrà ad ottenere., se secondo a quanto si è detto ne' numeri posteriori del capitolo precedente, in yece di palificate ci serviremo o di cantoni di smalto -, come ci ha ammaestrati il Viviani nella dissertazione per difendersi dall'Arno, .oppure con terra cretosa .e consistente ridotta in gabbioni disposti in modo da poter resistere alla violenza dell'acqua; unendo loro anche talvolta degli altri materiali. Due generi pertanto di tali ripari si propongonot il primo col Viviani predetto con gli prementovati cantoni di smalto, ed il secondo con i gabbioni in deficienza delle pietre e calce per formare i primi, ed anco perchè molte volte trovandosi il fondo del fiume di -sì poca consistenza e di tal lubricità, che ne assorbirebbe, prima di assodarsi, una prodigiosa quantità, dovei gabbioni uè hanno bisogno di tante cautele , né di tanta spesa come l cantoni: si è detto che qualche volta il fondo può ricusare i prismi fatti con pietra , il che può accadere dove il fiume, corre in alveo paludoso ed instabile; nel qual incontro saranno da sostituirei gabbioni predetti - Io , per quanto a me è noto, il primo in varj siti del Po e dell'Adige, ne bo fatti con- ottima riuscita fabbricare , e con altrettanto profitto li ho posti in pratica : può essere che un giorno , tralasciate del tutto le palificate, penseranno gì' ingegneri a sostituirvi quest' altra ,.che può dirsi perpetua difesa , 1» quale, oltre al dar sicurezza di buon esito , non ricerca si può dire verun' altra spesa per conservarla,. dove per 1' opposto le palificate vogliono e grave dispendio per costruirle, e non mediocre nel mantenerle , anche per que' pochi anni che sussistono.
XLIV. I moli dunque si avranno a formare a- piramide trilatera troncata verso della sua cuspide ,. ma la sezione al vertice avrà ad esser obliqua alla base , comecché dovrà terminare sul fondo in dolce scarpa. Intendasi BACG ( tav. 8. fig. 4- )• una tale piramide, la di cui cuspide sia G, e resti troncata con la-sezione FEO in maniera però che questa non riesca parallela al piano -Iella base BAU, ma che se fosse prodotto il piano DEF si unirebbe al piano prodotto ABC dalla parte di A , e ciò perchè riesca il tronco- con maggiore scarpa che sia possibile verso il corso dell'acqua, eh* si suppone essere verso G. Terminerà poi il molo con la superficie nella linea BE ( tav. 8. fig. 4- )» ovvero-nella AF (.tav. 8. fig. 5# 6. )., formandolo come si dice , a schiena di cavallo. La direzione rispetto al corso ed all'argine , può essere come più piace: la migliore delle altre da me si crede quella che è con il corso , e con F argine forma angolo retto-, come resta espresso nella- figura 5. e 6-, nelle quali QR è 1' argine che va attaccato, alla base. Non è però ohe egualmente bene e con profitto non si possa , secondo alle circostanze dell' andamento del fiume , diriger 1' asse di questi- moli , o sia la loro capitale anche un poco a seconda del fiume, come si pratica d' ordinario ne' pennelli a palificate; ma queste regole non si possono stabilire nelli quasi infiniti casi che succeder possono, lasciandosi all' intelligenza dell'Ingegnere il prescegliere piuttosto una, che un'altra direzione .
LXV. Se questi ripari si avranno a piantare in fiumi che non abbian oltre li otto in dieci piedi di profondità nelle acque ordinarie , di soli gabbioni si potranno formare, senza che vi si ponga nel corpo de' moli,- altra materiale; ma se il fiume avrà maggior fondo , in tal caso, se non altro a motivo del minor dispendio , si potrà far l'ossatura de' moli con barche affondate ripiene di terra, e di poi sepolte fra i gabbioni predetti, riducendoli possibilmente alla sopraddetta forma; e perchè i gabbioni non bene talvolta si vengono , attesa la loro forma,.a combaciare, perciò si dovranno col metodo che si dirà, accompagnare con terra, fenazzo, paglia e brulli, di mano in. mano che anderà crescendo-1' opera y e quando siasi arrivati assai
vicino «Ila superficie dell' acqua media, come che quivi poca è la !,,,,, t)rl fiume , almeno nelle parti più vicine alla riva, e più discostfl iu conseguenza dal vertice del molo; s
i potrà anco lavorare non con gabbioni., ma con semplici volparoni, e volpare ben legate, v ripiene di buona e cretosa terra , e ridurre in tal modo il riparo ali* ..ho?TM conveniente , eh'è quella per ordinario , dell' argine maestro , avvertendo però che verso il vertice si terrà la dett' altezza alquanto più bassa , tirandola in declive, di modo che vada a terminare al livello in circa dell' acqua ordinaria.
XLVI. Il gabbione si potrà far alto sei piedi poco più poco meno , di figura cilindrica , largo in diametro piedi tre , tutto tessuto di vimini, fitta che
sia 1' ossatura con nove lattole in giro, dipoi gli si adatta il fondo nello stesso modo tessuto , indi si riempio di terra della migliore e più tenace, vicino al luogo dove avrà ad esser affondato, e finalmente si chiude col suo coperchio simile al fondo, e sarà preparato per essere gettato all'acqua, laddove i fondi sono grandi, come fu eseguito alla Polesella fra il sostegno e la chiavica Barbasaa. Ma se i fondi sono moderati, si {porranuo i gabbioni vuoti in opera collocati iu piano inclinato secondo la loro lunghezza, di maniera che il loro fondo appoggi sopra quello del fiume a canto le live , e la bocca resti di sopra ond' esser per questa empiti di terra, cominciando dalla riva e progredendo verso il mezzo del fiume a 4, o, ed anche più gabbioni di fronte nel modo antedetto collocati , e •nrcessivaniente empiti di terra* e poi nella medesima sepolti di sopra tirando il molo a schiena di -cavallo: così fu operato in Adige alla Cavantdla, Rotta nuova e Bertolino., ed anche in Po in qualche •ito. I primi moli che facessi eseguire furono quelli in Po per sicu> rt»s*ft tirila rotta Goutarina, dacché restò ella chiusa, e furono piantati in 18 piedi di acqua alla punta, in n e i3 più vicino all'ar5ino. Altri poi ne furouo da me fatti formare in varj altri luoghi <<l medesimo fiume per varie esigenze, ed istessamente nell'Adige, iu questo però in fondi minori di quelli del Po. Singolare fu quello piantatosi quasi dirimpetto alla Cavanella di Fossone, a motivo 0,1 apingrr 1* acqua verso del Mandracchio delle porte , e di corrodere una gran «piaggia , gettatasi in sito tale, che impediva quasi intierAmeiito il transito alla grossa e minuta navigazione. Tutti i quali ripari etl altri ancora sussistono, ed hanno prodotto gli effetti pericolosi ...
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