Modełi de costitusion da considerar: Xvisara, Ixrael, USACostituzione federale della Confederazione Svizzerahttps://www.admin.ch/opc/it/classified- ... index.htmldel 18 aprile 1999 (Stato 1° gennaio 2016)
Preambolo
In nome di Dio Onnipotente,
Il Popolo svizzero e i Cantoni,
Consci della loro responsabilità di fronte al creato,
Risoluti a rinnovare l'alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l'indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo,
Determinati a vivere la loro molteplicità nell'unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci,
Coscienti delle acquisizioni comuni nonché delle loro responsabilità verso le generazioni future,
Consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri,
si sono dati la presente Costituzione1:
1 Accettata nella votazione popolare del 18 apr. 1999 (DF del 18 dic. 1998, DCF dell'11 ago. 1999 - RU 1999 2556; FF 1997 I 1, 1999 151 4968).
Titolo primo: Disposizioni generali
Art. 1 Confederazione Svizzera
Il Popolo svizzero e i Cantoni di Zurigo, Berna, Lucerna, Uri, Svitto, Obvaldo e Nidvaldo, Glarona, Zugo, Friburgo, Soletta, Basilea Città e Basilea Campagna, Sciaffusa, Appenzello Esterno e Appenzello Interno, San Gallo, Grigioni, Argovia, Turgovia, Ticino, Vaud, Vallese, Neuchâtel, Ginevra e Giura costituiscono la Confederazione Svizzera.
Art. 2 Scopo
1 La Confederazione Svizzera tutela la libertà e i diritti del Popolo e salvaguarda l'indipendenza e la sicurezza del Paese.
2 Promuove in modo sostenibile la comune prosperità, la coesione interna e la pluralità culturale del Paese.
3 Provvede ad assicurare quanto possibile pari opportunità ai cittadini.
4 Si impegna per la conservazione duratura delle basi naturali della vita e per un ordine internazionale giusto e pacifico.
Art. 3 Federalismo
I Cantoni sono sovrani per quanto la loro sovranità non sia limitata dalla Costituzione federale ed esercitano tutti i diritti non delegati alla Confederazione.
Art. 4 Lingue nazionali
Le lingue nazionali sono il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio.
Art. 5 Stato di diritto
1 Il diritto è fondamento e limite dell'attività dello Stato.
2 L'attività dello Stato deve rispondere al pubblico interesse ed essere proporzionata allo scopo.
3 Organi dello Stato, autorità e privati agiscono secondo il principio della buona fede.
4 La Confederazione e i Cantoni rispettano il diritto internazionale.
Art. 5a1Sussidiarietà
Nell'assegnazione e nell'adempimento dei compiti statali va osservato il principio della sussidiarietà.
1 Accettato nella votazione popolare del 28 nov. 2004, in vigore dal 1° gen. 2008 (DF del 3 ott. 2003, DCF del 26 gen. 2005, DCF del 7 nov. 2007 - RU 2007 5765; FF 2002 2065, 2003 5745, 2005 849).
Art. 6 Responsabilità individuale e sociale
Ognuno assume le proprie responsabilità e contribuisce secondo le proprie forze alla realizzazione dei compiti dello Stato e della Società.
...
Democrasia xvisara (on bon somexo)viewtopic.php?f=118&t=405http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... _1900.jpeghttp://www.shalom.it/J/index.php?option ... 9&Itemid=1Israele, una democrazia senza Costituzione
JONATAN DELLA ROCCA
Friday, 13 March 2015
Alla base del sistema giuridico-normativo vi sono le Leggi fondamentali.
di JONATAN DELLA ROCCA
Lo Stato di Israele non ha una costituzione canonica come è vigente nell'Occidente (eccetto Gran Bretagna e Nuova Zelanda) ma presenta una serie di Leggi Fondamentali (Chucchè Hayesod) che sono state legiferate in questi decenni dalla Knesset e che regolano il sistema politico israeliano, il potere giudiziario, l'attività dell'esercito, l'attività di controllo dell'organo supremo della Corte e le tutele delle libertà del cittadino. L'assenza di una Carta costituzionale è dovuta a molteplici motivi storici risalenti alla nascita del Paese. Fino all'epoca della fondazione, nel 1948, erano state in vigore le normative dei passati governi, ottomano prima e britannico poi, che ne regolavano la vita sociale e che lasciarono una scia significativa sul nascituro ordinamento israeliano. L'eterogeneità sociale della popolazione sin dalla nascita che era portatrice di realtà normative differenti tra loro e, cosa non di poco conto, la significativa influenza politica del mondo religioso che osteggiava un corpo giuridico discostante e non conforme alla tradizione rabbinica, ha fatto si che sebbene fosse stata messa in calendario un'Assemblea Costituente, non sia mai andata in porto. Così nel corso degli anni si è andati avanti con le Leggi Fondamentali che con il passare del tempo ne hanno delineato l'apparato giuridico. Tali disposizioni avendo una forza legislativa superiore alla legge ordinaria, ne rispondono di controversie interpretative solamente davanti alla Corte Suprema.
Cosi la Knesset, sin dal 1949, ha sommato il suo ruolo di assemblea con potere legislativo alla funzione anche di quella costituente. Israele è una Repubblica monocamerale composta da un parlamento che annovera centoventi deputati eletti a suffragio universale ogni quattro anni. Non è previsto il voto dei cittadini all'estero, ad eccezione dei diplomatici e di coloro che sono in servizio. Vige un sistema di rappresentanza elettivo proporzionale a liste bloccate, ed i parlamentari sono eletti quando fanno parte di un partito che supera lo sbarramento del 3,25 per cento. Ciò determina una frammentazione del voto in più partiti e ne consegue che mai nessuna formazione politica abbia ottenuto una maggioranza sufficiente per governare; così si è sempre assistito a governi di coalizione. Dopo l'esito delle elezioni il Presidente della Repubblica incarica un membro parlamentare, solitamente il leader del partito vincente alle urne, per formare una coalizione che riesca a raccogliere la fiducia della maggioranza parlamentare. Il Primo Ministro incaricato ha fino ad un massimo di sei settimane per riuscire a tale proposito. E' nei poteri del Primo Ministro sciogliere il Parlamento con l'assenso del Presidente, come è avvenuto due mesi fa con la decisione del premier Netanyahu di andare ad elezioni anticipate. Altra soluzione che possa far tornare alle urne, prima della scadenza naturale della legislatura, è la sfiducia parlamentare del Governo.
http://www.israele.net/israele-ha-gi-un ... ne-scrittaIsraele ha già una costituzione scrittaLa Leggi Fondamentali sono una vera e propria costituzione in via di completamento e miglioramento
Da un articolo di Uriel Lynn
http://www.israele.net/israele-ha-gi-un ... ne-scrittaQuando si smetterà di ripetere che Israele non ha una costituzione? Se qualcuno vuole realmente migliorare il diritto costituzionale israeliano, che sostenga le sue tesi. Ma bisogna smetterla di denigrare Israele sostenendo che non ha nessuna costituzione. In realtà Israele ha una costituzione, ed è una costituzione scritta.
Avere una costituzione non significa avere un unico documento, stampato e infiocchettato, composto come un unico testo e approvato in un certo preciso momento di entusiasmo spirituale della nazione.
Avere una costituzione significa avere strumenti che di una costituzione abbiano il contenuto e il rango nel quadro del sistema legale. Secondo questo criterio sostanziale, è chiaro che Israele ha una costituzione scritta, sebbene non sia ancora completa né del tutto coerente: ma è pur sempre una costituzione in tutti i sensi della parola.
Da tempo Israele ha deciso che la sua costituzione si sarebbe formata, passo dopo passo, attraverso una serie di leggi fondamentali di valore costituzionale. Nell’arco di quarant’anni vennero promulgate nove Leggi Fondamentali. Sono leggi che si occupano del Governo, del Parlamento (Knesset), del Controllore di stato, del sistema giudiziario, delineando i rapporti di questi poteri fra loro. Vi sono poi Leggi Fondamentali che riguardano il ruolo del Presidente e delle Forze di Difesa. Leggi Fondamentali stabiliscono anche il sistema elettorale, delineando il sistema di governo democratico israeliano.
Quella che per molti anni è mancata era la parte sui diritti umani, quel Bill of Rights che è parte integrante e significativa di ogni testo costituzionale. Nel 1992, quando ero presidente della Commissione parlamentare per la costituzione, la legge e la giustizia, approvammo due Leggi Fondamentali concernenti le libertà dell’individuo: la Legge Fondamentale “Libertà e dignità umana” e la Legge Fondamentale “Libertà di occupazione lavorativa”. Due sono le persone che contribuirono in modo particolare all’approvazione di queste due leggi: il prof. Amnon Rubinstein e il parlamentare Yitzhak Halevi. Si tratta di due leggi concise, ma di vaste implicazioni. Sono essenzialmente il Bill of Rights israeliano.
Poco prima che venissero approvate queste due leggi, il prof. Albert Blaustein della Rutgers University, un rinomato esperto in diritto costituzionale, pubblicò un libro sulle costituzioni nel mondo nel quale citava il fatto che, su 170 paesi, solo sei non hanno una costituzione scritta. Di questi, tre sono paesi arabi (Oman, Libia e Arabia Saudita) che sostengono d’avere il Corano come costituzione. Gli altri tre sono paesi democratici che aderiscono al principio secondo cui il parlamento è la massima autorità del sistema legale: Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Israele.
Dopo aver letto il libro, mandai al prof. Blaustein una traduzione delle due Leggi Fondamentali approvate nel 1992 riguardanti i diritti umani. La sua risposta fu: “Non posso essere più d’accordo con lei. È evidente che Israele ha una costituzione”.
Il diritto di “revisione giudiziaria” da parte della magistratura, vale a dire il potere di revocare leggi che contrastino con i diritti e le libertà fondamentali stabiliti nelle Leggi Fondamentali, è esplicitamente attribuito da queste due Leggi Fondamentali alla Corte Suprema, in modo analogo a quello attribuito alla Corte Suprema degli Stati Uniti, e con risultati soddisfacenti.
Alla costituzione israeliana mancano ancora alcune parti essenziali: mancano strumenti costituzionali relativi al diritto all’eguaglianza e alla libertà di pratica religiosa. Inoltre, i principi fondamentali inscritti nelle undici Leggi Fondamentali finora approvate non sono del tutto coerenti fra loro. Alcune Leggi Fondamentali possono essere modificate con un voto a maggioranza semplice della Knesset, altre necessitano di maggioranze qualificate di 61 o 70 voti (su 120). Ma questo non significa che Israele non abbia una costituzione scritta: la verità è che ha una costituzione che deve essere completata. Chiunque voglia farlo deve lasciar perdere la pretesa di dotare lo stato di Israele di una costituzione nuova di zecca.
Dunque, cerchiamo di non fare affermazioni superficiali sulla presunta mancanza di una costituzione israeliana. L’unica cosa che occorre fare è completare e migliorare la costituzione già esistente.
(Da: Jerusalem Post, 23.10.07)
http://embassies.gov.il/holysee/Sull'Is ... 9Uomo.aspxIxrael na bona democrasia e na granda çeveltàviewtopic.php?f=197&t=2157Lo Stato d’Israele è l’espressione democratica dell’autodeterminazione del popolo ebraicoFronteggiando vivaci contestazioni, Netanyahu ha difeso in parlamento il disegno di legge su "Israele, stato ebraico"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mercoledì alla Knesset
(Da: Times of Israel, 26.11.14)
http://www.israele.net/lo-stato-disrael ... lo-ebraicoCon un discorso più volte interrotto da vivaci contestazioni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso mercoledì alla Knesset il controverso disegno di legge su Israele come
stato nazione del popolo ebraico, accusando i suoi avversari di volere uno stato d’Israele bi-nazionale (senza più nulla di ebraico e sionista) accanto a uno stato palestinese ripulito da ogni presenza ebraica.
Netanyahu ha detto che il disegno di legge è necessario per correggere uno squilibrio storico che ha visto i diritti civili acquisire supremazia sui diritti del popolo ebraico ad avere il proprio stato nazionale. Brào!
“Il disegno di legge che sottoporrò alla Knesset – ha detto – si fonda sul fatto che lo stato di Israele è uno stato ebraico e democratico. Questi principi sono intrecciati fra loro e l’uno non sostituisce l’altro. Israele garantisce uguali diritti a tutti i suoi cittadini, senza discriminazioni di religione, sesso o etnia”.
Il disegno di legge dovrebbe andare al voto della Knesset in prima lettura mercoledì prossimo e la sua sorte potrebbe influenzare il futuro della coalizione di governo dal momento che i ministri Yair Lapid (Yesh Atid) e Tzipi Livni (Hatnua) si sono schierati in vario grado contro di esso.
“Israele – ha detto Netanyahu – è lo stato nazionale del popolo ebraico e soltanto del popolo ebraico, pur nel rispetto di tutti i diritti per le minoranze non ebraiche”.
Delineando i principi generali del suo progetto di legge sullo “stato ebraico”, il primo ministro ha riecheggiato le parole della Dichiarazione d’Indipendenza d’Israele e delle sue Leggi Fondamentali:
“
La Terra d’Israele è la patria storica del popolo ebraico – ha ricordato – ed è il luogo dove esso ha stabilito lo stato di Israele. Lo stato d’Israele è la patria nazionale del popolo ebraico e in esso il popolo ebraico esercita il proprio diritto all’autodeterminazione. Il diritto di esercitare l’autodeterminazione dentro lo stato di Israele spetta al popolo ebraico. Lo stato d’Israele è uno stato democratico e garantisce i diritti a tutti i cittadini secondo la legge”.
Netanyahu ha ribadito d’essere determinato a portare avanti la proposta di legge per garantire la presenza e l’autodeterminazione del popolo ebraico in Terra di Israele. Quindi, rivolgendosi direttamente ai parlamentari dell’opposizione che lo contestavano rumorosamente, ha detto: “Spiegatemi cosa non condividete di questi principi. Vorrei capire”.
Netanyahu ha poi puntato il dito contro coloro, “dentro e fuori il paese, governi e organismi non governativi, che mirano a sabotare i diritti del popolo ebraico nello stato d’Israele, e che rifiutano di riconoscere il diritto del popolo ebraico ad un proprio stato. A tutto questo dobbiamo fare fronte”.
“Capisco bene come mai Hamas non vuole accettare Israele come stato nazionale del popolo ebraico – ha aggiunto – ma non capisco perché non lo vogliano anche alcuni dei miei migliori amici nella Knesset”.
Netanyahu ha anche criticato quegli oppositori che di tutta l’attività del governo vedono soltanto, ha detto, il rifiuto di ritirarsi unilateralmente dalla Cisgiordania: “Non importano le riforme economiche, i progetti di infrastrutture in Galilea e nel Negev, lo sviluppo del sistema difensivo Cupola di ferro, la ferma posizione contro il nucleare iraniano, i successi nella lotta contro il terrorismo: se non sgomberi gli insediamenti in Cisgiordania non hai fatto niente”.
Gli oppositori, ha detto Netanyahu, vorrebbero un irresponsabile ritiro territoriale nell’illusione di placare i palestinesi. “Ma sarebbe un salto nel buio, in fondo al quale ciò che aspetta Israele non è un atterraggio morbido, ma ISIS e Hamas”.
Netanyahu ha concluso ribadendo che il testo che sottoporrà alla Knesset metterà sullo stesso piano il carattere ebraico e il carattere democratico di Israele.