da Berto » sab feb 06, 2016 11:15 pm
Toponimi celtici nel Veronese orientale
Tutti i nomi delle più importanti località venete sono di origine prelatina o –come vedremo più tardi- germanica.
Così Verona indica il luogo sopra (dal celtico ver, uper) al fiume (ver/var potrebbe indicare anche acqua!);
Vicenza dal celtico uink la combattente, o più probabilmente dall’indoeuropeo venetico weik villaggio, clan attorno al fiume;
Belluno dal celtico belodunon, fortezza splendente o del dio celtico Bel;
Padova dall’indoeuropeo pad/av, pianura/fiume;
Treviso, non dal celtico taruo, ossia toro (?), ma da tar/avisio (Tarvisium, difatto identico a Tarvisio), fiume/acqua (avisio, tra l’altro torrente trentino: celtico abisjo, apisjo corso d’acqua, indoeuropeo ab/ap, acqua; tar potrebbe indicare passaggio);
Venezia, dal popolo dei Veneti;
l’antico nome del lago di Garda (germanico warte), il celtico Benacus, biforcuto;
il monte Carega (kar, roccia…),
il monte Grappa (greb, grep, luogo sassoso),
il monte Pasubio,
i Berici (forse dal celtico ber, sorgente, fontana, antico irlandese bir, acqua, fonte),
il monte Venda e Vendevolo (celtico windo, bianco) sugli Euganei,
il monte Summano (celtico Dumnos),
monte Cornale, il fiume Adige, il Piave, il Piavon, il Tartaro, il Tione, l’antico Medoacus e l’odierno Brenta (Brent affluente del Tamigi), il Meduna, il Menago, lo Zero, l’Astico, il Tergola (riscontriamo anche un rio Trego e Tergoletta e una roggia Tergolino), il Musile (basti pensare alla Mosa, Mosella), il Sile, il Léogra, l’Agno, il Tesina (Tessera, Tesino/Ticino…), il Dese (fiume Tees in Gran Bretagna), il Guà (celtico aguabda), il Taù, rio Onte (Sovizzo), rio Righelo (celtico rin/kelos), il Siron, fossa Maron, rio Baiaghe, prognolo della Rugola,
il Timonchio (Dimonclum, celtico Dumnoskel),
il Chiampo (celtico kel/ambu), il Leogra,
l’antico idronimo padovano Togisonus…
E ancora:
Este,
Asolo (akilo, aguzzo),
Abano (divinità Aponus dall’indoeuropeo ap/on, acqua),
Feltre,
Altino (Altn, divinità venetica),
Adria, Malamocco,
Montagnana (dal venetico mons Enniana),
Cadore (celtico Catubrium, dal celtico catu/briga, battaglia/monte, roccaforte), Polesine, Arlesega, Ampezzo, Oderzo (op/terg, mercato), Marostica, Trivignano, Molvena, Malo, Dolo, Solagna, Mussolente, Baone (forse da bad/on piano/acqua), Pesina, Biliera, Oliero, Meledo (non da maletum/meletum/meleto, ma da un originario ml/dn, acqua/acqua o altura dun), Vallarsa (Arsa è un fiume in Istria!), Arsego, Villaga, Ignago, Busiago, Alpago, Crescenzago, Maniago, Mardimago, Massanzago, Moriago, Orsago, Borbiago, Chirignago, Terlago, Vedelago, Umago, Grassaga, Peraga, Lonigo, Lancenigo, Francenigo, Veternigo, Zianigo, Soligo, Onigo, Scomigo, Mosnigo, Barbariga, Pianiga, Bróndolo, Brogliano, Canda, Ceneda, Morgana, Nanto (celtico nant, vallata), Sovizzo (antico Suvitium), Nervesa, Piavon, Bolzano, Bressanvido, Bressana, Jesolo, Arquà, Megliadino, Gruaro, Asiago, Mestre, Marghera, Arquà, Alonte, Gambellara, Brendola, Volargne, Arzignano, Breganze (celtico brig, altura), Preganziol, Poiana, Piovego (non da “pubblicus” ma da plow pianura), Valdobbiadene, Segusino, Susegana, Carmignano (dal venetico Karamnos), Montebelluna, ecc… Per rimanere nel Veronese: Legnago, Azzago, Lotrago, Verago, Canzago, Ceriago, Sennago, Mizzago, Marciago, Marago, Codenago, Cambraga, Jago, Saga, Moiago, Sergiago, Terzago, Navezzago, Poièga (Puiaga), Tomanigo, monte Tregnago, Arnezzo, Begosso (Bigasio), Vigasio, Povegliano, Oppeano (forse indoeuropeo “laupet”, cerchio…), Squaranto, monte Lavagna, monte Fiamene, Grezzana, Cavarena, Cavalo, Otraghe, Stauruna, Foldruna (Fondruna), Lónico, Val Pantena (pal, pianura, palt palude), Stallavena, Progno, Prognol, Prun, Parona, Avesa, Navesa, Moruri, Molina, Molane, il fosso Vandelon, il fiume Tregnon, Rio Tromegna, Bressa, Capo (antico Capavum), Damel, Faldere, Fane, monte Fiamene, Ponzeio, Veja, Proale, Torbe, San Vitale in Arco, l’antico nome di Peschiera Arelica (celtico ar-lic, vicino alla pietra), Laco Marisio, Monzambano, Ime, Sona, Fumane, Manune, Margiuni, Cerzuni, Fraune, Prun, Brentino, Belluno, Breonio (Breuni nel 1184, suffisso che ritroviamo nei Camuni), Poiano, Lugana, e moltissimi altri ancora.
Nel Veronese orientale riscontriamo:
Arcole: ci sono ipotesi legate al latino arx (luogo fortificato) o al tardo latino medievale (de Arculis, piccole arche) ma che tralasciamo. Secondo il Barbetta ol è forma gallica, indicante luogo piano, aperto. E noi aggiungiamo arc, indicante acqua (pensiamo agli idronimi francesi Arc). Arcole si trova in posizione leggermente elevata rispetto una zona che sino ai primi decenni del ‘900 fu caratterizzata da forte impaludamento.
Aronna: è la prima attestazione della località di San Giovanni Ilarione (attestato in data 5 giugno 1091, quando Enrico IV dona ai Benedettini di San Felice di Vicenza dei terreni “in Sancto Ioanne ad Aronna”). Presto volgarizzata in La Rogna, intesa come “roggia” (?). Per noi appare richiamare ancora una volta l’acqua, ar/ona: moltissimi idronimi (tra l’altro troviamo la città di Arona in Piemonte) sparsi per tutta Europa contengono sia la componente ar che on/ona/onne… Ricordiamo tra gli altri: Aire, Arun, Arrow, Ayr, Yare, Yarrov, Ara, Aranda, Arandilla, Aragon, Ahr, Aar, Aran, Garonne, Saône, Avon… Stessa ipotesi, potremmo estenderla alla località Aran(o) in Val d’Illasi, dove esiste uno dei siti dell’età del Bronzo (2000 a.C.) più importanti d’Europa con una settantina di tombe!
Fiume Alpon(e): ritroviamo lo stesso toponimo riferito a montagne in provincia di Varese e Modena. Alp/Alb potrebbe indicare in indoeuropeo/celtico “altura (da cui Alpi), roccia, pietra”, ma anche “acqua”. Sostanzialmente significherebbe altura/acqua oppure semplicemente “fiume” (spesso è chiamato localmente “sime”, fiume in veneto locale), alb/on acqua/acqua. Alb/alp-on: fiume che proviene dalla montagna, o semplicemente fiume.
Rio Albo: Albus è bianco, in latino ma anche in celtico ed antico indoeuropeo. Molti fiumi europei provengono da questa parola: il fiume Elba in Germania, i vari elf, alf scandinavi… Nella Schwarzwald esiste un idronimo “Alb”. I due significati etimologicamente si confondono.
Monte Biron: semplicemente composto da bir/on, (questo toponimo lo riscontriamo nel vicentino ma anche nell’irlandese Birr, celtico bir, sorgente), indicante acqua, sorgente appunto.
Brenton (br-ent-on, altura/acqua o ad un celtico villaggio elevato), accostabile all’idronimo Brenta, Brenton e forse anche a Brentino. L’indoeuropeo bhrendh indica “scaturire, scorrere”, da cui brenn in antico irlandese per sgorgare. Interessante la località Brendian a San Giovanni Ilarione.
Brian: località sopra Cazzano di Tramigna, dove insiste una chiesetta dedicata a San Pietro; da brigant, collina, altura, elevato… Il toponimo lo riscontriamo anche in provincia di Venezia, forse in relazione ad un terreno elevato sulle lagune-paludi che un tempo lo circondavano.
Brognoligo (Broianigo): borolla-nigo, grande sorgente e lavare in celtico. Forse con qualche significato religioso.
Calavena (anche nel vicino Vicentino), Calava, monte Calvarina: klav, pendio, frana.
Monte Carega (lo ritroviamo anche in Liguria, Carregga e in Irlanda, Ballina Carriga), evidentemente dal celtico kareg (parola del bretone odierno) che significa roccia, e non certo da un delirante accostamento al termine veneto “carega” (sedia).
Illasi (Ylasium, Illaso): il suffisso –asium indica un legame con l’acqua. Il solito accostamento ad un antroponimo di origine latina “Gelasius”, ci lascia alquanto perplessi… come per Pantena, fatto derivare addirittura da un fantomatico quanto improbabile soprannome di un colono proto-etrusco Paltena, “uomo dalle spalle larghe” o “soldato dotato di balteo” o “fabbricante di baltei” (?!?) …
Rugate: interessanti il suffisso -ate, diffusissimo in Lombardia (tra l’altro riscontriamo un altro Rugate) ma pressoché sconosciuto in Veneto: forse residui linguistici. Fenomeni come la “s” o la “f” aspirata ancora presenti in Lombardia, sono resistiti nelle parlate dell’alta Valdalpone sino a qualche decennio fa (caha per cassa, hora per fora…).
Lavagno: dal celtico uagna pendio, depressione, bassura, palude; comunque lav/agn, acqua. Lo riscontriamo in Val d'Illasi (anno 1035 - Giovanni, vescovo di Verona, dona al monastero di San Nazaro vari terreni, tra cui "Lavanei, Maximagi, Mezanarum...". incredibilmente celtico quel Maximagi, magus/campo, non identificato), ma anche presso Veronella.
Montecchia di Crosara (Monscleda): il nome appare oscuro. Un’interpretazione legata al mondo del sacro ci propone la parola celtica clado per nascosto, krosa per grotta e nell’incomprensibile Cabalao sembra celarsi gabo per ariete, dività celtica appunto. Tutto riporterebbe ad una forte sacralizzazione del territorio. Quindi Crosara indica un'insieme di grotte, nel senso di territorio ricco di sorgenti sotterranee, come effettivamente si presenta questo territorio.
Rio Rugolaro: non richiamerebbe semplicemente un veneziano rugolar, rotolare; forse formato da un celtico renos/kularo, ruscello nascosto.…
Sarmazza: non da “Sarmati” (ipotizzando una stazione di guardia composta da armati sarmati), ma evidentemente (e aggiungiamo in maniera spettacolare!) isar/mada, in mezzo all’acqua. Is/ar indica sicuramente “acqua”. Molti fiumi derivano da tale etimologia isar legato al concetto dello “scorrere”: Ysere, Isarco, Sarca, Esar, Eisack, Zero, Zeriolo, Saar, Serio, Zerra, Isorno, Jiezera, Isar, Isard, Leizaran, ma anche Sirmione, Sarmeola, Sarmede…; ma anche “palude”: See, Sjo, Sarmede… “La Sarmassa” è effettivamente una zona di fondovalle soggetta ad impaludamento attraversata dall’Alpone e vari rii.
Tregnago: identico al francese Tregnac, suffisso celtico –ago, potrebbe rappresentare un tr/egn, indicante acqua (Egna, Sudtirolo).
Val Tanara (alta Valdillasi): il nome potrebbe collegarsi all'idronimico Tanaro (indoeuropeo tann). Altra etimologia da tanno, in celtico "quercia".
Val dell’Orco, Roncà: orcos è cinghiale in celtico.
Veronella: scomposto appare un ver/on/ela: acqua,acqua e suffisso.
Zimella (Zumella) legato all’indoeuropeo mel, acqua (fiume Mella in Lombardia) oppure mello, indeuropeo, antico irlandese mell “rotondità, colle”. Da confrontarsi con Zumelle nel feltrino. La derivazione dal latino “gemina”, gemella, appare poco plausibile.
Zerpa: nome corrispondente ad una zona acquitrinosa, soggetta alle esondazioni dell’Adige: iser/pad (acqua/piana), distesa d’acqua, palude. Non certo da “zirpa”, giunco, quindi zona acquitrinosa…
Vallem Silogne (anno 1444): presso il territorio di Roncà riscontriamo un antico Vallem Silogne (anno 1444), toponimo sicuramente legato all'acqua (sil/onne). Da collegarsi all'idronimico Sile.
Sule: a nostro avviso richiama l’acqua. Da confrontare con Solagna (Vicenza), fiume Soligo, il Sulon in Bretagna, l’idronimico Sulm (antico Sulmana) in Germania e forse anche Sula in Svezia e nel Vicentino (fiume Sula o Sule!). Ancora più indicativo è che suliis significa salice in celtico, pianta legata all’acqua. Ancora, presso Bath in Gran Bretagna, esistono delle terme romane dedicate ad una dea locale Sulis…
E ancora: Val Bragozza, Calciago, Carniago, Cargnago, Caráule, Cambrago, Cambran, Carniga, Cavagile, Core, Camaole (Camaule), Valle Locati (forse collegato a louk,leuk o lucus, bosco in venetico,celtico e latino), Val Lonigo, Boiáigo, Brolo (antico? celtico brogilos), Marcemigo, Martenigo, Massanzago, Motta (antico? celtico mutt, altura), Miega, Mega, Mizzago, Modon, Montagnago, Nanon, Pagnaghe, Pagnego (medievale Paniago), Progno, Pressana (forse da collegare a toponimi quali Bressa, Bressanvido, Brescia, Bressanone/Pressena nel 827, derivati da brig, altura o boragana, grande sorgente), Recoaretto, Quoro (celtico, ponte), monte Serea (ser/cer indicherebbe monte), Val Seré, Scarmana (skar, pendio o kar, roccia; il suffisso –mana richiama sempre l’acqua), Soráigo, monte Soejo (Suillius e Suellius sono nomi di origine gallica, cosi come Suellus e Suellios. Vedi Sueglio, Lecco), Tramon (in celtico indicherebbe passaggio), Tramigna, Tremenalto, rio Tronega, Triga, rio Vienega, rio Verle (celtico berura, crescione di sorgente), monte Zoppega, Zenago, monte Calprea (kal in celtico è pietra, ricalcato nel romanzo "prea"; confrontabile col vicentino Priacalle), monte Tenda (forse indoeuropeo tan, altura), località Panaro…
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.