Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

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Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:12 pm

Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)
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Ouropa, migranti, profughi, clandestini e ixlam
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Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:12 pm

Europa e Islam, Democrazia e Sharia, Diritti Umani e Schiavitù Divina
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0147022373
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:13 pm

Londra: «Nelle scuole resti il cristianesimo»
Elisabetta Del Soldato
30 dicembre 2015

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/Lon ... simo-.aspx

L’ateismo «non dovrà occupare lo stesso spazio riservato all’insegnamento del cristianesimo nel curriculum scolastico». È questo il principio centrale delle nuove linee guida, emesse in questi giorni dal ministero della Pubblica Istruzione britannico.
Le scuole, ha rimarcato ieri il ministro dell’Istruzione Nicky Morgan, hanno l’obbligo di continuare a insegnare agli studenti che il Regno Unito è un Paese cristiano e l’ateismo non merita «uguale attenzione da parte dei docenti in termini di tempo speso e di risorse ed energie utilizzate». Un messaggio «molto chiaro», secondo la lettura che gli esperti della Bbc danno del pronunciamento: chiunque pensi che i giovani debbano essere istruiti con principi basati sull’ateismo dovrà d’ora in poi sottostare alle volontà dell’esecutivo.
«Le tradizioni del Regno Unito – ha infatti detto la ministro Morgan – sono principalmente cristiane ed è giusto che a queste sia data la priorità». Secondo le linee guida anche gli istituti non religiosi e quelli che sono frequentati da studenti di altre fedi, «dovranno tuttavia far riflettere gli studenti sul fatto che le tradizioni religiose in Gran Bretagna sono cristiane».

Detto questo, ha sottolineato la responsabile dell’Istruzione, le singole scuole – che in Gran Bretagna possono comunque contare su una forte autnomia – potranno scegliere i loro programmi di studio con i docenti e le famiglie degli studenti.
Nel mirino di Nicky Morgan c’è anche la lotta contro il radicalismo islamico, un fenomeno sempre più frequente nelle scuole britanniche.
D’ora in poi i professori avranno l’obbligo di inserire “filtri” nei computer a disposizione degli studenti e monitorare l’uso che questi fanno di Internet per «proteggerli dal rischio di essere radicalizzati».

Le riforme giungono dopo una lunga serie di casi di studenti e studentesse minorenni che hanno lasciato il Paese per recarsi in Siria e Iraq al fianco del Daesh. Lo scorso febbraio fece scapore la vicenda di due quindicenni, Shamina Begum e Amira Abase e una sedicenna Kadiza Sultana, della scuola secondaria londinese Bethnal Green Academy: scapparono di casa per raggiungere la Siria dalla Turchia. Nonostante i forti sospetti avanzati dall’intelligece di sua maestà – che ha tracciato sul Web il modo in cui le ragazze sono venute in contratto con i reclutatori del Daesh attraverso i computer scolastici – il preside ha però sempre negato che ciò potesse essere avvenuto.


Croxade (Crociate)
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Papa Bendito XVI a Ratixbona
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:14 pm

Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega
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Straje xlamega de Parixi
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:14 pm

I popoli d'Europa si rivoltano contro la violenza islamica - I popoli endexeni d'Ouropa łi scuminsia rivoltarse contro ła viołensa xlamega
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:14 pm

Boxnia e Kosovo cavałi de troia de l'ixlam ?
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:16 pm

No a ła Turkia ente l'Ouropa Onida, mi no me fido de sta xente
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:25 pm

Imam de Venesia e veneti - cativi maestri
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Na "veneta" nata al Lido de Venesia devegnesta muxlima
viewtopic.php?f=188&t=1774

Jhadisti tałiani
viewtopic.php?f=188&t=1887
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » ven gen 01, 2016 2:41 pm

Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini
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Re: Ouropa e Ixlàm (Europa e Islàm)

Messaggioda Berto » sab gen 02, 2016 1:01 am

La posta in gioco
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
10.05.2016

http://www.informazionecorretta.com/mai ... A.facebook

Cari amici,

a parte le polemiche e le invettive, che qualche volta ci vogliono, è necessario riflettere su quel che sta accadendo al nostro continente in questo momento che è decisivo non solo per la cronaca politica, ma davvero anche per la storia. Per questa ragione vi invito a leggere un articolo con cui non concordo affatto, ma che almeno pone il problema, quello di Robert Kaplan pubblicato sulla “Stampa” di domenica. Ecco il link: http://www.lastampa.it/2016/05/08/ester ... agina.html . Per chi non lo sapesse, Kaplan è un politologo americano con larghe esperienze giornalistiche, che predica una sorta di realismo machiavellico e geopolitico per quanto riguarda il rapporto degli Stati Uniti col resto del mondo; ha appoggiato la Seconda guerra del Golfo per poi pentirsene, è stato amico sia di “neocon” come Wolfowitz, sia di personaggi controversi di sinistra come Mearsheimer, l’autore del libro criticatissimo sulla “Israeli Lobby”. Insomma è uno che pensa trasversalmente e spesso sbaglia, un provocatore di idee che vale la pena di leggere.


Kaplan parte da un fatto ben noto, che è stato oggetto di un celebre libro del grande storico Henry Pirenne già pubblicato nel 1937 (Maometto e Carlo Magno, in italiano da Laterza): la fine del mondo antico è stata determinata dall’imperialismo musulmano che fra Settimo e Ottavo secolo si impadronì di tutta la sponda Sud del Mediterraneo, che almeno dalla caduta di Cartagine era stata per un millennio del tutto inclusa nel mondo grecoromano. A guardare le mappe incluse nell’articolo si capisce benissimo quanto fu decisiva la prima spinta militare dell’Islam (che arrivò immediatamente dopo anche a conquistare la Spagna e la Sicilia e poi dopo seicento anni con una seconda spinta turca distrusse l’Impero Romano d’Oriente, prendendo completamente l’Anatolia, il Mar Nero, i Balcani fino ad assediare due volte Vienna). Le controffensive cristiane furono lente e poco utili; il regno cristiano in Terra d’Israele durò un secolo, la Reconquista della penisola iberica fu lenta e faticosa; i Balcani e la Grecia furono liberati solo nell’Ottocento. La Sponda Sud del Mediterraneo, con la sola eccezione di Israele è in mano ai conquistatori arabi. Dunque la rottura è stata permanente, senza possibilità di integrazione e ha definito l’identità dell’Europa. Purtroppo Kaplan cita a questo proposito le affermazioni ideologiche e spesso infondate di Said e non gli storici seri alla Pirenne. Ma non è questo il punto.


L'espansione dell'islam nel VII-VIII secolo
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamega.jpg


Quel che accade oggi, come scrive Kaplan è che “ora l’Islam sta contribuendo a distruggere ciò che aveva contributo a creare. La geografia classica si sta riaffermando sotto la spinta delle forze del terrorismo e della migrazione che riunificano il bacino del Mediterraneo, Nord Africa e Oriente compresi, con l’Europa. [...] Oggi, centinaia di migliaia di musulmani che non hanno alcun desiderio di diventare cristiani si stanno riversando negli Stati europei, economicamente stagnanti, minacciandone la fragile pace sociale.”

Kaplan a questo punto abbraccia delle tesi terzomondiste: “Anche se le élite europee per decenni hanno usato la retorica idealista per negare la forza della religione e dell’etnia, sono stati proprio questi i collanti che hanno garantito la coesione interna degli Stati europei. L’Europa ha risposto ricostruendo artificialmente identità culturali e nazionali di estrema destra ed estrema sinistra, per contenere la minaccia portata dalla civiltà un tempo dominata.” Il risultato è secondo lui catastrofico e richiede una “nuova integrazione”: “L’Europa ora deve trovare qualche altro modo di incorporare dinamicamente il mondo dell’Islam [...] Se non riesce ad evolvere nella direzione dei valori universali, resteranno solo la demenza delle ideologie e i più biechi nazionalismi a riempire il vuoto.”

Insomma, il fatto che l’immigrazione selvaggia costituisca un evento storico che va messo in connessione con la grande conquista dell’Ottavo secolo e le spinte imperialiste successive Kaplan li vede, ma non capisce o non vuole capire che si tratta di un nuovo sfondamento a Nord del vecchio imperialismo musulmano. In questo è allineato con il papa, con Obama, con i vertici dell’Unione Europea. Quel che non vede è l’imperialismo islamico, il fatto che dovunque sia arrivata la conquista islamica, anche se inizialmente sostenuta da una piccolissima minoranza di soldati, nel corso dei secoli ogni altra cultura, etnia e religione è stata distrutta e soppiantata. Quel che oggi chiamiamo Maghreb fino al VII secolo era cristiano, non musulmano. E così la Siria, la Mesopotamia, l’Egitto: erano i luoghi centrali del cristianesimo antico. Oggi resistono sparute minoranze, che sono in via di essere eliminate del tutto, come i turchi hanno fatto in Anatolia e sulla costa meridionale del Mar Nero. Nel Maghreb c’erano i berberi, in Siria e Iraq c’erano aramei e assiri, in Anatolia armeni in Egitto i discendenti degli antichi egizi. Ora a ovest di Siria e Iraq restano quasi solo arabi e in Anatolia solo turchi. E’ stata una pulizia etnica, religiosa e culturale sistematica e spaventosa, paragonabile solo alle peggiori imprese del colonialismo in America e Australia.

L’Europa ha resistito per secoli a questo imperialismo arabo (e turco) musulmano. Non lo ha fatto come afferma Kaplan con Said per un presunto “senso di superiorità culturale”, ma per pura volontà di sopravvivenza. Oggi questa barriera è caduta e ci sono politici (da papa Bergoglio alla Boldrini in Italia) e intellettuali (fra cui lo stesso Kaplan) che ci incitano a costruire un mondo “senza muri” e ad accogliere l’Islam “con amicizia”. Il pubblico non capisce che un mondo senza frontiere e dunque senza nazioni è esattamente l’ideale della “umma” islamica (in cui conta solo la fede e la sottomissione) e dell’”internazionalismo” comunista, che non a caso nel momento del suo declino politico e culturale ha trovato naturale appoggiare l’Islam.

Questo è il futuro che ci prospettano: un mondo in cui l’unità del Mediterraneo sia ristabilita, sì, ma in senso opposto al mondo antico, dal Sud al Nord, dove gli invasori islamici finalmente potranno compiere il disegno millenario di impadronirsi di Roma. Andranno così le cose? Fra venti, cinquanta, cento anni l’Europa sarà privata della sua identità per diventare un pezzo del “Dar el Islam” (il territorio della sottomissione) come Tunisia (già Cartagine) e Turchia (già Grecia e Armenia)? I nostri monumenti culturali saranno come i resti romani che punteggiano la Siria e la Libia? Se dipendesse dai Kaplan e dai Bergoglio e dalle Merkel certamente sì. Per fortuna molti europei vedono le cose in maniera un po’ diversa.
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