http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Zolli.jpgvilla,
s. f. ‘casa signorile, spesso fuori città, circondata da ampio giardino o parco’ (1879, TB; ant. ‘possessione di terreni, con casa padronale’: 1350 ca., Crescenzi volgar.), est. ‘abitazione cittadina unifamiliare, con giardino, costruita nei quartieri residenziali’ (1939-40, Palazzi), lett. ‘campagna, contado’ (1313-19, Dante).
Derivati:
villaggio,
s. m. ‘piccolo centro abitato’ (av. 1348, G. Villani), est. ‘complesso edilizio dotato dei servizi propri di un quartiere urbano, costruito su aree cittadine periferiche o nella fascia di territorio che circonda immediatamente una grande città’ (1961, Diz. enc.; però, subito dopo il terremoto di Messina, fu creato un villaggio Regina Elena in legno: 1942, Zing.),
villanata,
s. f. ‘atto, gesto, discorso e sim. da villano’ (1879, TB; in altri sensi: 1598, Florio),
villanella,
s. f. ‘contadinella’ (sec. XIII, in un sonetto attribuito a Ciaco dell'Anguillaia, cit. sia in AR X [1926] 264, sia in SLeI I [1979] 308), (letter.) ‘canzonetta villereccia, simile allo strambotto, di origine napoletana, diffusa nel sec. XVI’ (av. 1647, G. B. Doni; 1598, Florio), (mus.) ‘canzone a ballo con ritmo facile’ (1839, Panless. it.),
villania,
s. f. ‘atto, discorso, e sim. offensivo o ingiurioso’ (av. 1250, Giacomo da Lentini),
villano,
s. m. ‘abitante della campagna, contadino’ (1300-13, Dante; per ‘uomo di bassa condizione’ è nel Ritmo laurenziano, fine sec. XII; villano rifatto, spreg. ‘contadino o persona di umili origini che ha raggiunto una buona posizione economica, ma ha conservato modi rozzi’: 1640, Oudin: villano rivestito o rifatto), est. fig. ‘persona rozza e incivile, priva di educazione’ (av. 1484, L. Pulci),
agg. ‘che è rozzo, privo di garbo, di buona creanza’ (1300-13, Dante),
villanoviano,
agg. ‘detto di civiltà preistorica, dell'età del ferro, dell'Italia centro settentrionale’ (1931, Enc. it. IX 260),
villanzone,
s. m. ‘che è oltremodo villano’ (1536, P. Aretino),
villeggiante,
part. pres., agg. e s. m. e f. ‘che, chi è o va in villeggiatura’ (1700, L. Magalotti; anche av. 1735, N. Forteguerri, per Gher. Suppl.),
villeggiare,
v. intr. ‘trascorrere un periodo di riposo e svago, spec. durante la stagione estiva, in località adatta’ (av. 1566, A. Caro),
villeggiatura,
s. f. ‘atto, effetto del villeggiare’ (1805, D'Alb.), ‘tempo e luogo in cui si villeggia’ (av. 1729, A. M. Salvini),
villereccio,
agg. lett. ‘campestre, campagnolo’ (1350 ca., Crescenzi volgar.),
villetta,
s. f. ‘dim. di villa’ (1348-53, G. Boccaccio), ‘piccola casa con giardino’ (1955, Junker, come sostitutivo dell'esotismo cottage),
villico,
s. m. lett. ‘abitante del contado’ (sec. XIV, D. Cavalca e S. Girolamo volgar.; 1848, Ugol.: “non è parola di buon conio”),
villino,
s. m. ‘villetta’ (av. 1742, G. B. Fagiuoli, cit. da Gher. Suppl.; 1871, TB, s. v. palazzina: “Ora anco le case di città le chiamano balordamente Villini”; ripreso, come succedaneo della vc. straniera chalet: 1955, Junker).
Dal lat. villa(m) ‘podere’, dim. di vicu(m) (V. vìco; A. Ernout, Philologica, Paris, 1946, p. 108), passata poi ad opporsi alla civitate(m) ‘città’ (nel vangelo di S. Marco VI 56: “in castellis vel villis vel civitatibus” = “nei villaggi, nelle campagne o nelle città”) e allargatasi, infine, a designare un agglomerato di campagna (in Apuleio, S. Girolamo e Rutilio Namaziano) e addirittura, nella Gallia, una ‘città’ (ville), come del resto, anche in it., da Dante al sec. XVI (cfr. Sofer 178 n. 1; VR XXI [1962] 31, e Verba et Vocabula 37-40). Come mostra il suff., il der. villaggio è passato attraverso una elaborazione fr. (village in Froissart, sec. XIV, ma in lat. mediev. villagium nel 1235). L'abitante della villa sarà in lat. tardo il villanu(m) (sec. IX d.C.), sorto per specificare con precisione che (agg.) o chi (s.) abitava la villa (VR XX [1961] 138-139), che ha poi subito in it. una degradazione, abbastanza comune, nell'ambito del comportamento.
Si è molto discusso sul vero sign. della villanella poetica e musicale: der. indubbiamente da villano, designò più che un ‘canto composto da villani’, un ‘componimento d'arte di materia villanesca’ (C. Calcaterra, Canzoni villanesche e villanelle, in AR X [1926] 262-290). Villanoviano è, propr., agg. della località Villanova, “a pochi chilometri a sud-est di Bologna, dove G. Gozzadini scoperse, verso la metà del sec. XIX, una necropoli famosissima, che subito attrasse l'attenzione dei dotti del Congresso preistorico internazionale, adunato in Bologna nel 1871” (Enc. it.). In villeggiare, inizialmente ‘passare il tempo nella villa’, il suff. verb. -eggiare ha solo funzione formativa da un n. (Rohlfs III § 1160).
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -latin.jpgvilla, ae, f.,
1 casa di campagna, villa, fattoria, tenuta, fondo, CAT., CIC. e a.; esse villam totius anni (gradito soggiorno), SEN.;
2 in partic.: villa publica, villa pubblica (edificio pubblico nel Campo Marzio, in cui si ricevevano le denunce del censo patrimoniale e si facevano le leve; vi si ospitavano anche gli ambasciatori stranieri non ammessi in città), LIV. e a.; una seconda villa publica fu progettata da Cesare, CIC.
• Forma rustica vella (vd.)
[cf. vicus].
villaris, e, PLIN. e villaticus, a, um, agg.,
da fattoria: villaticus grex, il gregge che rimane nella fattoria (e non è portato altrove per i pascoli), VARR.; villaticus canis, cane da fattoria, COL.; villatica gallina, come cohortalis g., cioè da cortile, PLIN., COL.
[villa + -aris, -aticus].
villula, ae, f.,
villetta, piccola villa, casetta di campagna, CIC., HOR.; con tono dispregiativo: villula sordida et valde pusilla, CIC. Att. 12, 27, 1; con tono affettivo: nihil aliud curant nisi villulas, CIC.; villula et pauper agelle, Catal. 8, 1
[villa + -ula].
Dalla versione web del Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.
http://www.etimo.it/?pag=hom http://www.etimo.it/?term=villa http://www.etimo.it/?term=villaggiohttp://www.etimo.it/?term=villano