Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte)

Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte)

Messaggioda Berto » dom nov 15, 2015 11:28 pm

Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte a esar copà contro łe leje de Dio)
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte)

Messaggioda Berto » dom nov 15, 2015 11:29 pm

I cristiani e ła croxe

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"Signore disarmali. E disarmaci": sia la nostra risposta
Enzo Bianchi
15 novembre 2015

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/ ... anchi.aspx

"Signore, disarmali! Signore disarmaci!". Così pregavano al cuore della bufera algerina i monaci trappisti di Tibhirine. E, in chi crede, tale preghiera sorge spontanea di fronte a efferatezze che di umano hanno solo il raziocinio con cui vengono progettate e realizzate. È un nuovo pezzo incandescente di quella «terza guerra mondiale» parcellizzata nella quale non si riesce a capire – o i pochi non vogliono che i molti capiscano – chi arma chi e a che scopo.
Disarmare chi uccide senza pietas pare al di là delle nostre forze, come pure supera le nostre capacità il disarmare i nostri sentimenti e renderli degni di quell’umanità che non riconosciamo nell’altro quando assume i tratti del carnefice. Per questo l’autentico disarmo, interiore ed esteriore, è da invocare da Dio come dono ed è da ricercare con le nostre forze come profezia. Disarmati, potremmo forse trovare il tempo e la lucidità per porci interrogativi che oggi l’angoscia e il pianto soffocano nella rabbia dell’impotenza. Siamo di fronte a disperati che seminano disperazione? Oppure cinici burattinai stanno giocando al massacro in una lotta di potere che gli uni rivestono di un manto religioso sempre più abusato e falso e gli altri abbelliscono con richiami ipocriti a valori negati nei comportamenti verso gli altri?
Purtroppo solo il terrorismo sembra capace di causare l’insurrezione delle nostre coscienze, ma noi non vogliamo vederne le cause, né assumerci le responsabilità per tutte le situazioni che lo hanno favorito o che ne diventano l’humus. La rivolta delle nostre coscienze dovrebbe avvenire non solo quando siamo colpiti nella nostra Europa, ma sempre, quando si scatena la barbarie e uomini, donne e bambini ne sono vittime: si pensi a quanto avviene quotidianamente in Siria o in Iraq… Ovunque un essere umano è ucciso, l’umanità intera dovrebbe sentirsi ferita.
Parlare di tragica spirale di violenza non è figura retorica: quando ci si lascia trascinare nel vortice della morte e si cerca di venirne fuori con armi speculari e contrapposte, quando si vede il turbine montare e ci si avvita a ritroso per incolpare gli uni o gli altri di averne innescato il moto, allora la velocità stessa del vortice accelera, fino a travolgere tutto: i fini perversi come le buone intenzioni, i torti e le ragioni, i giusti e i malvagi, i sommersi e i salvati.
«Non c’è giustificazione né religiosa né umana» per simili atti, ha proclamato con voce rotta papa Francesco. Perché la religione non implica guerra e morte violenta, mentre la ragione umana è contraddetta alla radice dalla negazione dell’umanità del proprio simile. Rispondere da esseri umani e da credenti a gesti disumani e contrari alla religione implica allora il ripudio dell’«occhio per occhio» e il fondare i nostri gesti su ciò che è giusto e retto, su ciò che la dignità dell’uomo e la volontà di Dio mostrano al nostro intimo come fonte di shalom, di pace e vita piena. E non cedere alla logica della morte che invoca altra morte.
Il giorno dello scoppio della seconda guerra mondiale, così scriveva il poeta Wystan Auden: «Senza difesa il nostro mondo / giace sotto la notte attonito; / eppure, accesi ovunque, / ironici punti di luce / lampeggiano là dove i Giusti / si scambiano i loro messaggi: / oh, che io possa, composto come loro / d’Eros e di polvere, / assediato dalla medesima / negazione e disperazione, / mostrare una fiamma affermativa». Ecco, possano i nostri silenzi oranti, le nostre parole accorate, le nostre azioni meditate, le nostre vite donate mantenere acceso un lucignolo affermativo, così che altri possano a loro volta mostrare una fiamma di speranza. «Se questo è un uomo», invitava a chiederci Primo Levi nel baratro del disumano: non rassegniamoci a ripetere la stessa domanda dopo settant’anni e altri milioni di morti di una tragica guerra a puntate.
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Messaggioda Berto » dom nov 15, 2015 11:30 pm

I muxlim e ła spada de l'Ixlam

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Imam di Londra: "Non stupitevi se anche in Italia ci saranno ATTENTATI. Un giorno ROMA SARÀ NOSTRA"
https://www.youtube.com/watch?v=3uVnT0fVMZM

Non credo nella libertà di espressione è Allah che ci dice cosa dire e non dire.
Chi insulta il profeta deve morire il Corano parla chiaro.
Imparate la lezione e basta, adeguatevi alla volontà islamica.
I mussulmani non sono come i cristiani che voltano l'altra guancia, i mussulmani si difendono.
E' l'Islam il futuro del mondo voi avete fallito.


L'imam di Londra: "Chi offende Maometto deve morire"
L'imam di Londra, intervistato da Piazzapulita, approva la strage di Parigi e vede Roma come il prossimo obiettivo dei terroristi
Francesco Curridori - Mar, 13/01/2015
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 82351.html

"Su quello che è successo a Parigi il Corano è molto chiaro: chiunque insulti il profeta deve morire. Io credo che andrebbe processato secondo la Sharia e, se condannato, giustiziato secondo la Sharia.

Perché non imparate la lezione e basta? Questo è quello che dice l’Islam”. È quanto ha dichiarato l’imam Anjem Choudary, cittadino inglese che vive a Londra, nel corso della puntata di ieri di Piazza pulita.
Per l’imam l’attacco terroristico nella sede di Charlie Hebdo non arriva inaspettato ma è conseguenza naturale della politica estera della Francia: “Il governo francese provoca i musulmani da tempo. Hanno bandito il burqa, hanno complottato contro i musulmani in Irak e Siria, hanno occupato le nostre terre, hanno sfruttato i musulmani in Africa e adesso hanno permesso alle persone di insultare il messaggio del Mohamed. C’è una lunga lista di persone che hanno insultato il profeta e molte di queste sono già state uccise. Che vi aspettavate?” L’imam ha anche ammonito che l’Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo dei terroristi perché “sta aiutando gli americani nella coalizione contro lo Stato islamico e i musulmani quindi vi sorprendete se vi saranno ripercussioni serie per quello che state facendo”. L’obiettivo principale è la Capitale: “Quello che sappiamo dalle profezie del Messaggero – spiega l’imam londinese - è che il giudizio non arriverà finché un gruppo della nostra comunità non conquisterà Roma. Quindi un giorno Roma, statene certi, sarà sotto la Sharia ma guardate sarà una cosa bella. Non dovete avere paura”. Gli attacchi, secondo Choudary, non cesseranno “fino a che voi (occidentali ndr) non aprirete gli occhi e vi renderete conto delle vostre azioni la situazione non cambierà. Se altri insulteranno il profeta le ripercussioni saranno le stesse e ci saranno altri attacchi. I musulmani non sono come i cristiani che dicono di porgere l’altra guancia, i musulmani si difendono”. E alla domanda “ma da cosa? Dalle vignette?” la risposta è alquanto inquietante: “Per voi sono solo disegni ma quei disegni sono inaccettabili e non vi sorprendete se i giornalisti vengono presi di mira. Sono considerati quelli che fanno propaganda per i regimi che stanno mandando i loro uomini a uccidere i musulmani”. L’imam ribadisce, infatti, per ben due volte che per lui la libertà d’espressione non esiste: “È Allah che ci indica cosa possiamo dire e non dire. Io sto parlando perché Allah mi ha creato e mi ha dato il permesso di dare il punto di vista islamico al mondo e voi non potete usare eufemismi come libertà d’espressione e di parola per coprire azioni di provocazioni come quelle che stava facendo quel giornale da anni”. Choudary avverte che “i giornalisti ma anche i civili occidentali non sono al sicuro e sono visti come parte del nemico” e invita l’Occidente a ritirare le truppe dai Paesi islamici anche perché “La democrazia ha fallito così come il capitalismo. Le persone non credono più che la democrazia liberale abbia le soluzioni per problemi come la povertà, l’immigrazione, la mancanza di prospettive per i giovani. È l’Islam il futuro dell’umanità”.


Dove arriva l'islam se diventa una forte minoranza disfa i paesi con la separazione e la secessione etnico-religiosa tramite la guerra, la guerriglia e il terrorismo o guerra santa o jihad:
viewtopic.php?f=188&t=1895

Apostati de l'Ixlam, eroi de l'omanidà
viewtopic.php?f=188&t=1922

I crimini de l’Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)
viewtopic.php?f=24&t=1325

Jihad o goera "santa" xlamega on cremene contro l'omanedà
viewtopic.php?f=141&t=1381

Ixlam (e creistianfobia co persecousion e stermegno dei creistiani)
viewtopic.php?f=181&t=1356
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Messaggioda Berto » dom nov 15, 2015 11:51 pm

Come ca Dio nol comanda de copar, susita gnanca el comanda de farse copar!
Defendarse lè on dover de ogni omo, ogni bon omo el ga el dover de defendar ła so fameja, i fiołi, łi so veci, so mojer, ła so comounedà come tute łe creadure de l'ogneverso,
no farlo lè on pecà mortal, na violasion de łe bone lej ogniversałi de Dio ke ła se paga o co ła sciavetù o co ła morte.
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Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 8:07 am

Ki ke çerca de far pasar l'Ixlam come dotrina de paxe lè conpliçe de sti criminałi xlameghi.
Maometo no lè morto en croxe par amor, Maometo el ga copà e fato copar on mucio de òmani e Maometo lè el modeło a cu ga da ispirarse ogni bon muxlim.
L'ixlam lè rełijon de l'oror e del teror altro ke paxe e amor.

El vero Dio de tuti łi òmani nol ga mai ordenà de sterminar, de copar, de maltratar, de convertir co la viołensa (a cosa po'), de portar el veło, de no magnar mascio, de far coeło ke fa tuti łi adoradori idolatri come i muxlim e tanti altri.


La pace e l'amor del Coran, de l'Ixlam e dei muxlim

“O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani” [al-Ma’idah 5:51.11]. Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah?

Ecco, di seguito, alcuni passaggi:

I musulmani sono incoraggiati ad occuparsi totalmente nel combattimento per la gloria di Allah [Sura 22:73]
Allah darà “una più grande ricompensa a coloro che combatteranno per lui” [Sura 4:96]

Circa gli infedeli (coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono “gli inveterati nemici” dei musulmani [Sura 4:101].
I musulmani devono “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove” [Sura 9:95].
I musulmani devono anche “ circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” [Sura 4:90].
“Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano” [Sura 2:193].
“tagliate loro le mani e la punta delle loro dita” [Sura 8:12]

Se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà [Sura 9:93].
Al fedele deve essere detto “ il calore della guerra è violento, ma più violento è il calore del fuoco dell’inferno” [Sura 9:81]
Un musulmano deve “combattere per la causa di Allah con la devozione a Lui dovuta” [Sura 22:78]
I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro [Sura 9:123]
I musulmani devono essere “brutali con gli infedeli” [Sura 48:29]
Un musulmano deve “gioire delle cose buone” che ha guadagnato con il combattimento [Sura 8:69]
Un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa” [Sura 6:152]
Allah ama coloro che “combattono per la Sua causa” [Sura 6:13]. Chiunque combatta contro Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione deve essere “messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte” [Sura 5:34]

“Chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”. [Sahih Al-Bukhari 9:57]
“Assassinate gli idolatri ogni dove li troviate, prendeteli prigionieri e assediateli e attendeteli in ogni imboscata” [Sura 9:5]
“Prendetelo (l’infedele n.d.t.) ed incatenatelo ed esponetelo al fuoco dell’inferno” [Sura 69:30]
“Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
“Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta [Sura 5:33]
“Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]

e saprebbero anche che il versetto

Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità. Il Nobile Corano, 5:32, è contestualizzato solo nei confronti degli islamici...

A Virus su Rai2 smentito l'islamico che dice che l'islam è una religione di pace

http://www.magdicristianoallam.it/buong ... -pace.html

Buongiorno amici.
Ieri sera alla trasmissione “Virus”, condotta da Nicola Porro su Rai2, Reas Sayed,responsabile legale delle “Comunità islamiche di Milano, Monza e Brianza”, presente in studio e che si è qualificato come “cittadino italiano di fede musulmana”, ha affermato che l'islam sarebbe una religione di pace e di amore perché Allah nel Corano prescrive che “chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera”.

Quando ho avuto l'opportunità di replicare, ho chiarito che in realtà la lettura integrale di quel versetto coranico dice esattamente l’opposto:

“Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità.
I Nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra.

La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso” (5, 32-33)

In questi due versetti coranici si specifica che:

1) La prescrizione concernente la sacralità della vita riguarda i “figli di Israele”, gli ebrei, non i musulmani.
2) La condanna dell'uccisione del prossimo non è assoluta. Uccidere il prossimo è legittimato se si uccide o si è “sparso la corruzione sulla terra”.
3) I “figli di Israele”, gli ebrei, sono condannati perché “molti di loro commisero degli eccessi sulla terra”.
4) La condanna per chi non crede e fa la guerra ad Allah e a Maometto, che seminano la corruzione sulla terra, “è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti”.

È evidente che la sacralità della vita non sussiste nell’islam.
Allah nel Corano legittima l’uccisione sia dell’omicida sia di chi “abbia sparso la corruzione sulla terra”. Che sono segnatamente gli ebrei ma anche i cristiani, più in generale i nemici dell’islam.

di Magdi Cristiano Allam 16/11/2015


Coran e storia de l'ixlam
viewtopic.php?f=188&t=1767

Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi: do omani, do parołe, do livri a confronto.
viewtopic.php?f=24&t=1329

Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego
viewtopic.php?f=188&t=1875
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Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 1:26 pm

No se falba ła realtà canbiando łe parołe:

Politicamente corretto / L’associazione Carta di Roma: “Scrivere strage dell’islam è fuorviante e non deontologico”. Meleca: “Invece va scritto senza se e senza ma”
16 Nov 2015

http://www.lindipendenzanuova.com/polit ... non-capire

di REDAZIONE – Botta e risposta tra l’Associazione Carta di Roma e il giornalista e scrittore Vincenzo Meleca, riproposta dal sito dell’ex presidente dell’Ordine lombardo, Franco Abruzzo (http://www.francoabruzzo.it).
In un’Ansa, ricorda Abruzzo, l’Associazione presenta la sua lettura dei fatti.
E l’Ansa titola così: L’ASSOCIAZIONE CARTA DI ROMA: “I GIORNALISTI SEGUANO LE REGOLE DEL CODICE DEONTOLOGICO E SI CHIEDANO SE RIENTRA NELLA LIBERA MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO ASSOCIARE L’ECCIDIO ALL’ISLAM”.
FIRENZE, 14 novembre 2015. “E’ il momento della responsabilità e del rigore:la strage di Parigi impone ai giornalisti italiani di seguire ancora con maggior scrupolo le regole del codice deontologico che si sono dati nel 2008. Lo ha detto Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma durante un incontro di formazione professionale organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Toscana in collaborazione con la Regione. Bellu ha rilevato che, su alcuni quotidiani, appaiono a caratteri cubitali titoli che associano l’islam, senza specificazioni , all’eccidio di Parigi.
“Noi giornalisti italiani – ha detto – dobbiamo decidere se affermazioni di questo genere possano essere considerate libere manifestazione del pensiero o se, invece, non si tratti banalmente di informazioni fuorvianti. Questo al di là di una considerazione di semplice buon senso: se, cioè, associare a tutto l’islam questa feroce violenza non sia un modo, certamente inconsapevole, di aderire alla visione di chi promuove le guerre di religione”. L’iniziativa di formazione si è chiusa in anticipo rispetto al programma, per recarsi tutti, relatori e partecipaneti, al presidio di solidarietà davanti al consolato francese. (ANSA).

Ed ecco, riproposto da Abruzzo, il dissenso di Vincezo Meleca: “Non dobbiamo essere né ipocriti né vili. Tutti -e sottolineo tutti- gli episodi degli ultimi tempi di criminale terrorismo sono stati commessi da islamici: dalle decapitazioni di ostaggi alle stragi del Bardo a Tunisi, del mercato a Beirut, di Baghdad, di Charlie Hebdo a Parigi ed a quelle multiple di giovedì ancora a Parigi, sono stati commessi da militanti islamici. E questo va detto a chiare lettere, senza se e senza ma”. –
Milano, 15 novembre 2015. Buongiorno Franco Abruzzo, nel tuo notiziario riporti testualmente che Giovanni Maria Bellu, rilevando che su alcuni quotidiani appaiono a caratteri cubitali titolo che associano all’Islam l’eccidio di Parigi, avrebbe pronunciato questa frase: “NOI GIORNALISTI ITALIANI DOBBIAMO DECIDERE SE AFFERMAZIONI DI QUESTO GENERE POSSANO ESSERE CONSIDERATE LIBERE MANIFESTAZIONI DEL PENSIERO O SE, INVECE, NON SI TRATTI BANALMENTE DI INFORMAZIONI FUORVIANTI. QUESTO AL DI LÀ DI UNA CONSIDERAZIONE DI SEMPLICE BUON SENSO”.
Fuorviante – e mi limito a questo aggettivo – è la sua frase, non i titoli dei giornali. Se possiamo ammettere che non dobbiamo cadere nel sillogismo aristotelico, al tempo stesso non dobbiamo essere nè ipocriti nè vili: tutti -e sottolineo tutti- gli episodi degli ultimi tempi di criminale terrorismo sono stati commessi da islamici: dalle decapitazioni di ostaggi alle stragi del Bardo a Tunisi, del mercato a Beirut, di Baghdad, di Charlie Hebdo a Parigi ed a quelle multiple di giovedì ancora a Parigi, sono stati commessi da militanti islamici. E questo va detto a chiare lettere, senza se e senza ma.
Il Papa va dicendo senza mezzi termini da mesi che siamo in guerra, una “terza guerra mondiale a pezzi”. E chi ha scatenato la guerra in Africa (per esempio, in Nigeria, con Boko Haram o in Egitto, con i Fratelli Mussulmani), in Medio Oriente (per esempio, in Siria, con Al Nusra o in Irak con l’IS), in Asia (per esempio, nelle Filippine con Abu Sayyaf o in Indonesia con Jemaah Islamiyah) in Europa (Francia, Spagna, Gran Bretagna), negli Stati Uniti sono TUTTE organizzazioni islamiche.
Marx disse che “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Errore clamoroso! Ottanta anni fa la politica di Chamberlain e del suo appeasement (ricordi la sua frase “pace per la nostra epoca”????) portò alla Seconda Guerra Mondiale, tragedia ancora maggiore della Prima Guerra Mondiale. Churchill commentò l’accordo di Monaco “Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”. Vincenzo Meleca
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Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 11:26 pm

Sottovalutate le minacce, adesso il problema è difendersi. Perchè la loro è una guerra contro l'Occidente

di FERDINANDO CAMON
15 novembre 2015
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.12450511

PADOVA. Lo han sempre detto: «Attaccheremo l’Europa», e noi non gli credevamo. Lo han fatto, e siamo stupidamente sorpresi. Adesso ripetono: «Attaccheremo Roma». E noi stiamo preparando il Giubileo, che vuol dire buttare carne fresca davanti alle fauci dei lupi. Dicono: «Attaccheremo Londra», lo han fatto più volte, lo faranno ancora, e colpiranno dove nessuno se l’aspetta.
La verità è semplice: sono in guerra con l’Occidente, e l’Occidente non sa difendersi. Non dovrebbero essere qui. Sono pattuglie del nemico infiltrate in casa nostra. Ci sono centinaia di migliaia d’islamici in Europa che odiano la civiltà europea, e dunque è stato un errore farli entrare senza selezionarli, stiamo pagando questo errore. Più gli concediamo, più pretendono.
Pochi giorni fa abbiamo messo in discussione la visita di nostri studenti a una mostra d’arte sacra, perché si vedeva un Cristo di Chagall, e un ragazzo islamico può restarne turbato. Noi arriviamo a questo limite assurdo e autolesionistico, di rinuncia alla nostra tradizione, sacrificando il cuore del cuore della nostra civiltà, per venire loro incontro, e loro ci sparano addosso raffiche di mitra, ci scagliano bombe a mano, cantando a squarciagola “Allah-u-Akbar”, Allah è grande. Ci fanno 150 morti in una notte.
No, non possono stare qui. È stato un errore farli entrare, sarebbe un errore non mandarli via. Chi? Semplice: quelli che sono incompatibili con noi, che ci odiano e ci disprezzano, e vogliono ucciderci. Quanti sono? Tanti. Non sono solo i terroristi in azione. Sono tutti quelli che sono venuti qui non per vivere in mezzo a noi (benvenuti, fratelli), non per vivere a fianco di noi (benvenuti anche a voi, fratelli), ma per vivere contro di noi, per sabotare la nostra civiltà, la nostra scuola, le nostre città, e infine la nostra vita. Per fare guerra all’Occidente. Per portare dentro le nostre case il terrore. È questo che vuole il terrorismo.
Non ha senso meravigliarsi perché uccidono gente che non c’entra niente, tifosi allo stadio, ragazzi che ascoltano musica, turisti in un ristorante, cioè “innocenti”. Uccidere innocenti non è un danno collaterale del terrorismo, è il suo scopo fondamentale. Il terrorismo vuole creare terrore. Più numerose sono le vittime, più vasto è il terrore. Più innocenti sono le vittime, più acuto è il terrore. Il terrorismo islamico è del tutto particolare, perché massacrando infedeli, cioè non islamici, punisce comunque colpevoli, colpevoli di non essere islamici.

Nella visione degli islamici stragisti, in questo momento davanti ad Allah si affollano le caterve dei morti di Parigi: i cristiani sono colpevoli di essere infedeli ad Allah e saranno maledetti, i fedeli islamici saranno tanto più premiati quanto più sono morti per la fede.
Premiati, più di tutti, i kamikaze. E anche qui a Parigi c’è stato qualche kamikaze, che ha scagliato le granate nello stadio di calcio e s’è fatto esplodere. Lui è morto esattamente come quella ragazzina che, già con la cintura esplosiva avvolta intorno alla pancia, si faceva un filmetto da manda. re alla mamma pregandola: «Mamma, non piangere, non vedo l’ora di bussare alle porte di Allah con i crani degli infedeli».
Questo gruppetto, non poi tanto esteso, di terroristi che hanno messo in fiamme Parigi, in questo momento stanno bussando alle porte di Allah con 150 crani di noi infedeli. Ecco che cosa siamo noi europei per loro: crani con i quali bussare alle porte del paradiso e farsele aprire.

No, non possono stare in mezzo a noi. Dobbiamo mandarli via.
Non sono soltanto i terroristi assassini, ma anche semplicemente gli ortodossi: già il fatto di essere islamici ortodossi, e non moderati, li rende incompatibili con le nostre Costituzioni, italiana, francese, spagnola, eccetera. Uno convinto che l’uomo valga più della donna non può vivere tra noi. È un nemico camuffato. Con questa idea in testa uno non dovrebbe ottenere la cittadinanza italiana o francese, insomma europea.

Un islamico convinto che il fedele (cioè islamico come lui) valga più dell’infedele (cioè del cristiano) non può avere una cittadinanza europea.

Ammettendoli in Italia, abbiamo fatto strame della nostra Costituzione. È ora di ristabilirla.Quando esplodevano quelle cronache mostruose, in cui in una famiglia d’islamici con cittadinanza italiana la figlia s’innamorava di un compagno di classe cristiano, e l’intera famiglia decideva di sgozzarla, il fratello la teneva ferma e il padre le tagliava la gola, lì non c’era soltanto da processare padre e fratello, ma anche chi gli aveva dato la cittadinanza.

Ci sono imam, come quello appena arrestato a Merano, che s’infiltrano nelle nostre città, si mimetizzano nelle aree multietniche, dove ci sono albanesi, kosovari, curdi, cercano di non farsi notare, e intanto reclutano via Internet martiri per la guerra santa.
Se li scopri, arresti il capo. Gli altri 15-20 restano.

Cosa faranno nel prossimo Giubileo? Lo hanno già detto: «Colpiremo con la preventiva certezza di colpire soltanto cristiani, e non fratelli di fede». Sono in guerra con l’Occidente.

Abbiamo sbagliato per decenni nell’accoglierli senza alcuna selezione. La Francia paga oggi questo errore. Noi potremmo pagarlo presto, col Giubileo.
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Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 11:48 pm

Sta kì lè forte ła ghe dà ła colpa de l'odio ke monta al jornałista e no ai sasini ke copa!
Xe come se l ła dixese ke i sasini łi pol copae ei jornałisti łi ga da scondar o da farghe mandar xo el bocon garbo a ła xente come se ła fuse na medeçina. El jornalista el ga da dar ła notisia de coel capita en volta e anca el ga da darghe voxe al cor e a l'anemo de ła xente e no falbar ła realtà.


Bastardi islamici a chi? “Caro Belpietro, istighi all’odio”
16 novembre 2015

http://www.siciliainformazioni.com/reda ... ga-allodio

“Caro Maurizio, io e te non ci conosciamo. Tu sei italiano di nascita, io ho ottenuto la cittadinanza italiana più di quindici anni fa. Infatti, sono tunisina, musulmana e mi sono trasferita in Italia all’età di 23 anni per sposare mio marito, cattolico, dal quale abbiamo una figlia nata e cresciuta in Italia”. Inizia così la lettera aperta scritta da Houda Sboui, studiosa e scrittrice tunisina di cittadinanza italiana, che vive a Palermo, dopo il titolo ‘Bastardi islamici’ pubblicato dal quotidiano Libero all’indomani dell’attentato di Parigi.
“Mia figlia è senza religione. Crede soltanto in un solo Dio. Un Dio che nessuno vede, che nessuno tocca eppure, ci crede e ci crediamo. In giro per il mondo, ci sono tantissime famiglie come la mia. Semplici famiglie che vivono giorno per giorno tutte le difficoltà della vita per dare il meglio ai figli”, scrive Houda, autrice del libro ‘Un ricordo per Jamal’, esperta in marketing, docente di lingua e civiltà araba nella scuola media di Palermo, ma anche autrice di uno studio comparato di legislazione tunisina ed europea, con particolare riguardo al diritto di famiglia islamico.
“Per insegnare loro, valori come l’onestà, il rispetto, l’integrità e la tolleranza. Mi ricordo che a Tunisi, nella mia scuola elementare studiavamo Educazione Civica. Ci riempivano la testa di concetti come: rispettare il diverso, accettare le differenze, aiutare gli anziani e i malati, rispettare i genitori, la lista è lunga. Ed è esattamente quel che ho cercato di trasmettere a mia figlia”, scrive la docente nella lettera affidata all’Adnkronos.
“Quel che accade oggi in nome dell’Islam mi fa riflettere molto. Poiché, persone come lei, intellettuali, intelligenti, colti e soprattutto giornalisti di professione, hanno una marcia in più rispetto a noi, semplici cittadini che viviamo lavorando e ascoltando le ‘notizie’ che ci comunicate – scrive Houda -. Notizie che prendiamo per ‘vere’, poiché nel nostro immaginario collettivo sono ‘verificate’ e ‘fondate’. Eppure, mi rendo conto, che c’è sempre da parte vostra quel desiderio di colpire l’opinione pubblica con un titolo, che sai bene in fondo a te stesso, che è molto offensivo e soprattutto pericoloso. Pericoloso, quando viene percepito dal semplice lettore che non vuole approfondire l’argomento e non vuole addentrarsi in una materia così complessa come lo è l’Islam. Un titolo pericoloso che istiga all’odio e al razzismo. In fondo, con questo titolo, tu hai raggiunto il tuo obiettivo: sei in prima pagina, sui social è partita una petizione per radiarti dall’Albo dei giornalisti, hai venduto tante copie, sei sulla bocca di tutti, hai fatto simpatia a tanti che non ne possono più di avere gli immigrati sul territorio, per farla breve: hai colpito”.
“Purtroppo, hai tralasciato un aspetto fondamentale che mette veramente in discussione la libertà di espressione – aggiunge Houda Sboui -. Hai superato quella linea rossa necessaria, che distingue un bravo giornalista da un semplice giornalista divorato solo dalla voglia di vendere e raccogliere più denaro che può. Un giornalista che fa fatica a restare in prima linea e fa di tutto per essere in prima pagina. Capisco. È legittimo. Però, non hai pensato un attimo che hai fatto il gioco dei terroristi. Con il tuo titolo, hai dato loro la possibilità di sentirsi forti, bravi, intelligenti, perché percepiscono nell’opinione pubblica quel timore che indirettamente filtra da quel titolo. Che alcuni giornalisti, anziché andare fino in fondo e cercare la “vera verità” sul nuovo ordine mondiale, si lasciano andare a delle conclusioni superficiali, che fanno effetto sul momento e poi svaniscono nel nulla”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 12:02 am

Un’insegnante di Corano racconta la sua battaglia «contro l’odio che dilaga nelle moschee italiane»
febbraio 28, 2015 Benedetta Frigerio

Parla A. S., musulmana marocchina in Italia da oltre dieci anni: «Alle mie ragazze insegno a chiedere le ragioni delle cose. E a studiare davvero il Corano, altrimenti anche loro saranno prede dell’interpretazione estremista maggioritaria»

http://www.tempi.it/insegnante-di-coran ... PXihS6t90o

Stringe gli occhi neri e si sistema il velo colorato con una mano, mentre con l’altra gesticola con piglio deciso, infiammandosi mentre spiega che «io devo combattere, per me, i miei figli e le mie alunne per salvarci dal fondamentalismo che si è infilato dentro l’islam». Per A. S., musulmana marocchina in Italia da oltre dieci anni, insegnante di Corano nella moschea della città in cui vive, il fondamentalismo «è una bestemmia contro Dio, che dura da troppi secoli. Un’interpretazione fuorviante che d’altronde lo stesso Profeta aveva previsto». ???
(Dixen ke el xe el profeta memo ke lè fondamentalista)

Lei quando si è accorta che la situazione all’interno del mondo islamico era così grave?
Lo so da sempre, ma dopo l’attentato di Parigi mi sono davvero spaventata. Ho sentito le ragazze della mia classe, che sono circa una trentina, piene di odio verso il mondo occidentale, dirsi pronte a sostenere quei terroristi. Erano sicure che la colpa di quanto successo fosse “vostra”, di tutto il vostro mondo. «Se lo meritano», ripetevano. So che si sentono emarginate e so anche perché: quella “tolleranza” che in realtà serve solo a tenersi a distanza gli uni dagli altri, la conosco per averla provata sulla mia pelle. Ma sentire le ragazze parlare in quel modo mi ha scioccata ugualmente, mi chiedo che fine faranno da adulte se non cambieranno concezione. Purtroppo è sotto i miei occhi: l’ateismo dell’Occidente (???), unito al vuoto di un islam che ha ridotto la fede a rituale (???), sta lasciano campo libero all’interpretazione fondamentalista che oggi va per la maggiore anche nelle moschee italiane.

Ma lei cosa ha risposto quando le sue studentesse hanno preso le parti dei terroristi?
Le ho spronate a scrivere su un quaderno tutto quello che pensavano, mentre io sono tornata a casa e ho lavorato tutta notte sul testo del Corano, in versione italiana perché le ragazze sono cresciute qui. Ho messo insieme tutti i versetti in cui si spiega cosa deve fare un musulmano quando il Profeta o Dio vengono insultati: «Quando sentite che vengono smentiti o sbeffeggiati i segni di Allah, non sedetevi con coloro che fanno ciò, fino a che non scelgano un altro argomento. (…) Che facciate il bene pubblicamente o segretamente o perdoniate un male, Allah è indulgente, onnipotente». Poi ho chiesto loro: «Sapete chi è “il fallito secondo il Profeta?». Ovviamente non lo sapevano, quindi ho letto loro questo passaggio: «Il fallito della mia Comunità è colui che viene nel giorno del Giudizio con al suo attivo l’osservanza della preghiera, il digiuno, la zakat (l’elemosina per i bisognosi), ma viene portando anche odiose opere nei confronti degli altri: insulto, maltrattamento, furto, violenza e omicidio. Così, le sue buone azioni andranno in compenso a coloro ai quali ha fatto torto. Quando le buone azioni sono esaurite senza che abbia saldato il conto, gli tocca prendere le cattive opere altrui ed aggiungerle alle proprie ed in ultimo, viene gettato nell’inferno». Quando ho finito di leggere non potevano credere alle loro orecchie e si sono scatenate con le domande. Poi ho ricordato loro che le seguo da due anni e so che tante di loro non pregano né leggono il Corano: per questo sono schiave di chi lo interpreta senza tener conto del momento storico (anche di guerra) in cui è stato scritto, ben 1.400 anni fa. Poi ho chiesto: «Credete che Dio sia più contento se alimentate l’odio che già c’è o se lo invocate e fate del bene in suo nome?». Sono rimaste in silenzio.

E i loro genitori?
Una delle ragazze è venuta in moschea il giorno dopo senza aver scritto le considerazioni sui fatti di Parigi. Era triste perché il padre glielo aveva proibito dicendole che di quelle cose non si deve parlare. Ed è così per la maggioranza di loro: i genitori non le educano, le mandano da me solo per imparare l’arabo e una certa tradizione. Così le ragazze vanno a cercare risposte altrove, e quelle che trovano e che vanno per la maggiore provengono proprio dal fanatismo della maggioranza.

Come si è comportata di fronte al disappunto dei genitori di quella ragazza?
Ho sfidato lei e le altre, ho chiesto perché secondo loro gli occidentali dipingono il Profeta sempre arrabbiato e lo vedono come un guerrafondaio. Non sapevano che dire. «Se noi siamo sempre arrabbiati – ho detto – se siamo violenti e litighiamo continuamente anche fra di noi è ovvio che pensino che il Profeta sia così». Dall’altra parte, però, so che tutto questo odio attecchisce in loro perché spesso qui non si sentono rispettate, ma private del loro valore. Ma ho spiegato loro che se vogliono il rispetto se lo devono guadagnare: «Troppo spesso pensiamo a ballare, a mangiare e a fare il minimo indispensabile. Sì, facciamo i figli, ma poi cosa sarà di loro se non li educhiamo? Per avere valore all’interno di una società dovete conoscerla, rispettarla, contribuire a costruirla, dovete studiare, sapere alla lettera il Corano e diffondere una cultura di pace. Altrimenti sarete usate da chi vuole diffondere odio».

Loro hanno capito?
Eccome. Tante di loro mi cercano perché a me possono chiedere le ragioni di tutto, si sentono volute bene e cambiano. C’è una ragazza che all’inizio veniva considerata dalle altre come una ribelle, perché anziché assoggettarsi alle usanze voleva capire il perché di tutto. Esattamente come facevo io alla sua età. Aveva provato anche a chiedere a sua madre perché era musulmana, ma lei non le ha risposto. Quindi è venuta da me. Io le ho detto: «Prega, studia il Corano con me e capirai se vuoi essere musulmana anche tu». È quello che sta facendo. Un’altra mi ha domandato il motivo degli attacchi subiti dalla nostra comunità in seguito alla strage di Parigi: «Pensano che la nostra sia una religione di odio e quindi ci impediscono di pregare, ma tu puoi farlo anche in casa rivolgendoti ad Allah con il cuore». Lei ha cominciato a farlo e un giorno mi ha scritto: «Sei meglio della mia mamma». Capisco di andare contro corrente, gli stessi genitori preferirebbero che non parlassi di certe cose, ma se mi mandano qui le loro figlie, io le educo a farsi tante domande e a cercare risposte buone.

E se qualcuna di loro abbandonasse l’islam?
Secondo la sharia, che è un’interpretazione del Corano, chi si converte deve morire, e tanti nella comunità musulmana ormai la pensano così. In realtà credo che sia più appropriato pensare che Dio non si vendichi.

Come fa ad essere così libera?
Siamo pochi ma non sono l’unica. Comunque ho sempre domandato le ragioni di tutto, ho avuto una nonna che mi ha educata a farlo e a parlare con Dio come a un padre buono. Purtroppo invece in molti ambiti l’islam è ridotto a una serie di pratiche. Vedo gente pregare cinque volte al giorno: si sentono a posto così e magari fuori dalla moschea vivono come atei. Ho dovuto smettere di portare in moschea mio figlio, per colpa della condotta violenta di alcuni fra i più praticanti: non capiscono che Dio onnipotente non ha bisogno che tocchiamo la terra con la testa, non ha bisogno di parole vuote, ma solo di preghiere fatte con il cuore e di una condotta buona.

Se questo è il clima, perché continua ad andare in moschea?

Perché noi non ci dividiamo, proprio per portare la gente a capire la vera fede. Ad esempio, una ragazza delle mie, che quando è arrivata era assolutamente ignorante e piena di rabbia, ha incominciato a rivolgersi ad Allah come a un padre, a studiare il Corano con me e a frequentare l’università, liberandosi dall’odio.

Senza un’autorità riconosciuta da tutto l’islam, come si può eliminare il rischio di una interpretazione violenta del Corano?
Spero in una revisione delle interpretazioni fuorvianti dell’islam, come ha chiesto il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi. Ma d’altronde anche il Profeta l’aveva previsto che dopo di lui ci sarebbe stato un gruppo di violenti che avrebbe mal interpretato il suo testo. Questo rischio si combatte solo con la fede coerente aiutando le persone a pensare.
(Dixen ke el xe el profeta memo ke lè fondamentalista)

Papa Benedetto XVI a Ratisbona ha detto che il fondamentalismo si combatte con una fede ragionevole.
Certo. Sono perfettamente d’accordo.
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Cristiani e Muxlim (el cristianixmo el te porta a ła morte)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 12:04 am

Fede rajonevole?

Straje xlamega de Parixi
viewtopic.php?f=188&t=1994


Cristiani in terra d´Islam. Atlante dell´Asia
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7486
Nazione per nazione. Una mappa segnata da ostilità, persecuzioni, conflitti
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