Moti de area araba, otomana, turca, ixlamega, mexopotamega, persianahttp://www.e-venesie.eu/topic164.html Da Sixara e altri
A scumi'ziemo co l àrabo :
aguzin : (ar. al wazir 'ministro' ) ke l jera on bàso ofi'ziale de le galère, cueo ca ghe meteva e cavava le caéne a i galeòti
aqua ninfa : (ar. nafha 'aroma' ) ke la sarìa na esèn'za odoroxa fata co i fiori d arancio ( ca se dixe 'nèroli')
arsenal, arzanà : (ar. dar as-sina 'a - 'stabilimento industriale, manifattura'). Prima olta ca se cata te on testo scrìto el termine 'arxanà', l è tel 1206. El se cata anca come 'dàrsena'.
Anca
lanbico dovarìa vegner dal arabo, in itałian sta derivasion ła xe pì ciara parché resta ła raixa al- (alambicco).
Dìto? Ca no lo càto te l elenco ca mete la Marcato. Dognimodo , senpre da l arabo a ghemo :
articioco : carciofo (ar. harsuf)
baracòcolo : albicocco (ar. barquq)
fachìn : facchino (ar. faqìh). Sto cuà lè interesante seguire la so storia; secondo G.B. Pellegrini n orijne 'faqih' a voleva dire 'giureconsulto' e dopo lè pasà a indicare el 'legale' ca dovea 'dirimere' le costion de dogana de le merci. Te i secoli XIV e XV , a seguito de na crixi economica, i 'legali' a la dogana i è ndà n dexgra'zia e i è pasà a l comercio de le stòfe o altro, portandosele n spala pa ndare al marcà vendarle.
fontego : fondaco, deposito di merci (ar. funduq)
garbìn : vento di libeccio (ar. garbi ' occidentale') - e difati ke l garbìn el vien senpre da ponente, però bixogna èsare a levante pa sentirlo
marzapan : marzapane, pasta dolce di mandorle (ar. martaban - la città indiana di Martaban ) da indoe ca vegnea on tipo de vaxi particolari de porcellana ke dentro i ghea 'zùcaro e spe'zie varie
zafran, zafaran : zafferano (ar. za 'faran )
zeca : luogo dove si battono le monete (ar.sikka(h) - moneta, conio).
Insoma, parole ca ghea ke fare co i comerci e la mercan'zia, conprare-vendare, skei e spe'zie ma anca el vento ca te segnava la via pa ndarghe, a levante, a tòrsele e portarle ndrio .
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -turco.jpgBrico, briccohttp://www.etimo.it/?term=bricco http://www.etimo.it/gifpic/01/397bbb.pngAlambiccohttp://www.etimo.it/?term=alambicco http://www.etimo.it/gifpic/00/3d342b.png???
Sofà e sàbo e
divanviewtopic.php?f=44&t=291???
Xero/Zero viewtopic.php?f=44&t=345https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_araba Nel corso del Medioevo numerose parole arabe entrarono nell'italiano (ma anca ente veneto), specie in settori in cui gli Arabi eccellevano: navigazione e commercio, matematica ed astronomia.
In qualche caso l'origine del termine è storicamente dimostrabile;
così nel caso di
ammiraglio, che indicò dapprima "capo, comandante", e solo nel sec. XII in Sicilia e nel XIII altrove si fissò nel significato di "capo delle forze di mare". L'espressione araba
dâr-sinâ'a ("casa del mestiere", poi "luogo di costruzioni navali") trova accoglimento in Italia sotto diverse forme:
arzanà (poi arsenale) a Venezia,
darsena a Genova, a Pisa tersanaia, ad Ancona
terzenale, a Palermo
terzanà. La prima forma ebbe fortuna italiana ed europea. Genova è stata anche centro di irradiazione del cotone.
Da Salerno deve essersi divulgato
taccuino per mezzo del Tacuinum sanitatis (da
taqwîm, "corretta disposizione"). Termini entrati nel commercio sono:
magazzino, fondaco, dogana, gabella, tariffa, fardello, tara; zecca (conio delle monete), carato, risma, sensale, ecc.
Attraverso gli scambi commerciali sono giunti
lo zucchero e lo zafferano, l'azzurro o il lapislazzuli, ecc. Termini marittimi sono:
libeccio, scirocco, gomena, cassero (quest'ultimo vocabolo gli Arabi lo presero dai Bizantini e questi a loro volta dai Romani, dal latino castrum ???).
Attraverso il confronto con lo spagnolo
alcázar ("fortezza", "palazzo", "reggia"), appare un altro fenomeno linguistico: in Spagna gli arabismi presentano spesso (non sempre) forme in cui appare conglutinato l'articolo al- (carciofo = alcachofa; cotone = algodón, zucchero = azúcar, fondaco = alhóndiga).
Tale indizio si incontra nell'italiano
algebra e algoritmo: si sa che attraverso la Spagna musulmana sono giunte in Europa le cifre arabiche, che gli Arabi avevano ricevute dall'India. Il termine cifra era propriamente lo "zero", novità essenziale nel nuovo sistema di numerazione. Anche i termini di astronomia (
zenit; nadir; auge, "apogeo" di un astro;
Aldebaran; Vega; almagesto; almanacco, da al-manākh, "tavole astronomiche") sono giunti attraverso traduzioni dall'arabo fatte in Ispagna.
Nella medicina entrarono vocaboli come
sciroppo e ribes. Si sa che la medicina araba influenzò molto la scuola medica salernitana. L'abilità degli Arabi come coltivatori ed irrigatori fece sì che molte coltivazioni entrassero in Europa:
limone, albicocco, carciofo, zibibbo, melanzana, tamarindo Termini arabi sono
scacchi (dalla lingua persiana attraverso l'arabo),
zara e gioco d'azzardo, califfo, sultano, alcova, alcool (dall'arabo di Spagna al-kuḥl "polvere finissima per tingere le sopracciglia"), alchimia ("pietra filosofale"), caraffa, tazza, ragazzo (dall'arabo raqqāṣ "fattorino, corriere"), bizzeffe ("in abbondanza"),
gazzarra (dall'arabo di Spagna
algazara, "mormorio"),
salamelecco (da salā’m ῾alaik, «pace su te»),
alambicco, racchetta ("palma della mano", poi "arnese della stessa forma e funzione").
Il nome degli
Assassini, prima di diventare un nome comune, era adoperato con preciso riferimento alla setta degli Ismailiti radunati attorno al Vecchio della Montagna.