Dalla Venezia di mare alla Repubblica veneta veneziana

Dalla Venezia di mare alla Repubblica veneta veneziana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:11 pm

Dalla Venezia di mare bizantina (o carolingia) alla Repubblica veneta veneziana
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 137&t=1783
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:12 pm

Ƚa storia de Venesia contà da ƚa Treccani
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ecani1.jpg

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Origini - Aquileia, Grado, Malamocco: LE ORIGINI DELL'IDENTITA LAGUNARE
Storia di Venezia (1992) di Massimiliano Pavan, Girolamo Arnaldi
http://www.treccani.it/enciclopedia/ori ... Venezia%29

capitolo ii

Le origini dell'identità lagunare
1. Il patriarcato a Grado
...

Quando, nel 579, il metropolita Elia convocò a Grado un concilio metropolitano, vi convennero, oltre naturalmente ai vescovi della Venetia, di Trento, Feltre, Padova, Concordia, Oderzo, Altino, Iulium Carnicum (Zuglio), Verona, Parenzo, Pola, Tergeste (Trieste), anche quelli norici, di Teurnia (St. Peter im Holz), Aguntum (Lienz) e Celeia (Celje), e pannoni, di Siscia (Èièak), Emona (Ljubljana) e Scarbantia (Sopron), nonché il rappresentante del vescovo Ingenuino di Sabiona (Seben), nella Rezia: segno che le antiche vie di collegamento tra la costa adriatica e il retroterra prealpino e transalpino erano liberamente percorribili pure in territorio longobardo, continuando a assicurare la gravitazione anche economica dell'arco alpino sull'Adriatico.


Sixma dei tri capitołi
https://it.wikipedia.org/wiki/Scisma_tricapitolino

https://it.wikipedia.org/wiki/Patriarcato_di_Grado
Il patriarcato di Grado (in latino: Patriarchatus Gradensis) è una sede metropolitana soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.
Nel 568 i Longobardi avevano invaso il Friuli e avevano preso possesso di tutta l'Italia settentrionale sottraendola alla dominazione bizantina. L'Impero romano d'Oriente conservava comunque la dominazione dei territori costieri; tra cui Grado, antico porto di Aquileia. Qui Paolino, arcivescovo di Aquileia, in contrasto con Roma a seguito dello Scisma tricapitolino, aveva trasferito provvisoriamente la sede episcopale e le reliquie dei santi ed era stato proclamato Patriarca.
Nel 579, papa Pelagio II, concesse al patriarca Elia la metropolia sulla Venezia e sull'Istria. Lo stesso patriarca avviò, nel 580 la riedificazione della basilica di Sant'Eufemia.

Nel 607, alla morte dello scismatico Severo, si giunse ad una duplicazione del patriarcato di Aquileia con l'elezione di un metropolita a Grado (Candidiano di Rimini, in comunione con la chiesa di Roma e appoggiato dall'esarca bizantino Smaragdo) e di uno ad Aquileia (Giovanni, scismatico e sostenuto dal duca longobardo del Friuli Gisulfo II). I due patriarcati (Aquileia e Grado) non vennero più riuniti, per opportunità politica, neppure dopo la risoluzione dello scisma, avvenuto con il Sinodo di Pavia del 699.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:14 pm

Venesia maritima o bixantina (ła jera soto el domegno de l'enpero bixantin)

https://it.wikipedia.org/wiki/Venezia_marittima
Col nome di Venezia marittima (in latino: Venetia maritima, in greco: Bενετικὰ, "Venetikà") o Venezia bizantina s'intende un territorio dell'impero bizantino inquadrato nell'Esarcato d'Italia e corrispondente alla fascia costiera dell'antica Venetia, cioè alle coste degli odierni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, distinta dall'entroterra della Venezia euganea passata dalla fine del VI secolo sotto controllo dei Longobardi.

Il territorio interessato era una vasta area periferica dei domini bizantini in Italia, caratterizzata da insediamenti sparsi, senza centri urbani di rilievo. Le precarie condizioni geografiche favorirono nuovi modelli sociali ed economici che si svilupparono dalle tradizionali attività lagunari d'epoca romana come la pesca, la lavorazione del vetro e l'estrazione del sale. Scampata alle invasioni barbariche, la popolazione locale sviluppò inoltre notevolmente il commercio, grazie alla protezione che garantiva il complesso sistema di canali ed isole e grazie ai privilegi fiscali di cui godevano le province bizantine in Italia. La distanza da Bisanzio ed alcune controversie politiche dovute allo scisma tricapitolino causarono inizialmente la nascita di due fazioni in lotta fra loro, variamente schierate ora con i Longobardi ora con i Bizantini, finché le forti autonomie concesse dagli imperatori bizantini furono ufficializzate nella nascita, tra la fine del VII secolo e gli inizi dell'VIII del Ducatus Venetiae.


Mgister militum (nol jera na carga ełetiva ma de nomenà enperial)
https://it.wikipedia.org/wiki/Magister_militum
Magister militum (in latino: "maestro dei soldati") era un grado usato nel tardo Impero romano entrato in uso dalla fine del regno di Costantino I e poi evolutosi con Teodosio I. Era l'equivalente romano del Generale in quanto comandante supremo dell'esercito.
Con questa riforma prima Costantino I, poi i suoi eredi, ed infine Teodosio, decentrarono il comando in ogni provincia, affidandolo appunto ad un magister militum; in precedenza invece il comando delle forze di fanteria imperiali era affidato ad un magister peditum mentre il comando della cavalleria era affidato ad un magister equitum (organizzazione inizialmente voluta da Costantino I, rielaborata nella seconda parte del suo regno, in funzione dei suoi quattro Cesari, poi tre Augusti, che dal 335-337 ereditarono il suo impero).


Ducatus Venetiae La sede del dogado ła jera Eraclea e no "Venesia" ke gnancora ła ghe jera.

https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia
La Repubblica nacque nel IX secolo, dai territori greco-bizantini della Venetia maritima, dipendenti dall'Esarcato di Ravenna fino alla conquista di questa città da parte dei Longobardi nel 732. La tradizione vuole che il primo doge, Paulicio Anafesto, fosse eletto nel 697 dai Venetici, tuttavia la nascita del ducato è da inquadrarsi nella riforma delle province italiche di Bisanzio promossa dall'imperatore Maurizio Tiberio, con la nomina a capo di queste di duces (dux o dukas, δούκας in greco-bizantino), cioè comandanti militari (di nomina imperiale per tramite dell'esarca ravennate), nel tentativo di arginare l'invasione longobarda.
La figura del dux bizantino, divenuto nei secoli doge, conquistò quindi una sempre maggiore autonomia, attuando una politica via via sempre più indipendente. La capitale del nuovo ducato venne originariamente posta nella città di Eracliana.

Fin a sto momento no ghe jera gnaona Repiovega Veneta o Venesiana ma on dogado soto Bixansio kel gheva sede a Eraclea.



Ƚa storia de Venesia contà da ƚa Treccani
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III parte

Torcello però ci ha offerto soprattutto il più antico e più ampio documento epigrafico della dominazione bizantina in Alto Adriatico nel secolo VII.
Si tratta della nota iscrizione del magister militum Maurizio, del 639, verso la fine del regno di Eraclio.
Essa dice che, su ordine dell'esarca Isacio, fu edificata, a opera del suddetto comandante militare che vi risiedeva, e su un terreno di sua proprietà, una chiesa dedicata a s. Maria Madre di Dio, che fu consacrata dal vescovo Mauro (35). Poiché l'epigrafe è datata al ventinovesimo anno di regno di Eraclio e alla dodicesima indizione, il che rimanda al periodo compreso fra il 1 o settembre e il 5 ottobre 639, è probabile che la consacrazione alla Theotòkos abbia avuto luogo nel giorno in cui il calendario liturgico sia greco che latino onora il Nome di Maria, cioè 1'8 settembre (36).

L'iscrizione offre spunti degni di attenta considerazione. Come ha rilevato il Pertusi, essa ci dà le seguenti informazioni: la zona lagunare, verso la fine del regno di Eraclio, era un "angolo di territorio bizantino" (V. Lazzarini), facente ancora parte dell'antica "a Deo conservata Venetiarum provincia", a capo della quale figura un magister militum alle dirette dipendenze dell'esarca d'Italia; la chiesa di S. Maria Madre di Dio fu edificata per ordine (ex iussione)dell'esarca Isacio e da lui dedicata, "per volere di Dio", "a utile ricordo dei meriti suoi e del suo esercito", quindi in un luogo connesso con l'acquisizione di questi meriti e con l'operare del suo esercito. Ma ciò significa anche che il comandante militare della provincia, Maurizio, in questo anno 639, precedente la occupazione di Oderzo da parte dei Longobardi, teneva il suo quartiere generale in una posizione arretrata, non ritenendo evidentemente ormai più difendibile l'avamposto in terraferma. La scelta di Torcello si spiega in funzione dei vantaggi che presentavano le più sicure vie endolagunari nelle comunicazioni con Ravenna.
Importante è anche che nell'iscrizione si parli di una proprietà in loco di questo alto ufficiale bizantino, perché ciò offre un'indicazione circa il formarsi di patrimoni fondiari degli ufficiali bizantini nella Venetia maritima, premessa, questa, del crescente loro rapporto, anche di carattere civile, con la popolazione locale (37).

Sorge a questo punto il problema della nascita di sedi episcopali nell'area lagunare. Il Chronicon Gradense, compilazione che si ritiene databile all'XI secolo (38), attribuisce al patriarca Elia l'istituzione, nella seconda metà del VI secolo, di sei nuovi episcopati nelle isole della laguna e nella rispettiva gronda di terraferma: Torcello, Malamocco, Olivolo, Iesolo, Eracliana, Caorle (39). Ma non si può prestare fede a tale notizia, soprattutto per il fatto che l'invasione longobarda di qualche anno prima non aveva ancora creato una netta separazione fra antiche città di terraferma occupate dagli invasori, e isole e costa lagunari, rimaste immuni dalla conquista (40). Le notizie cronachistiche vanno rapportate all'epoca della loro compilazione e verificate alla luce dei recenti rinvenimenti archeologici, alcuni dei quali molto significativi. Infatti, come ad Iesolo (Equilium)sono stati trovati i resti di una chiesa paleocristiana (41), così a S. Pietro di Castello (Olivolo) sono venuti alla luce rilievi paleocristiani e un tremisse di Eraclio (42): attestazioni per quell'epoca di una vita cristiana non necessariamente a livello di sede episcopale, ma più probabilmente, come si può supporre anche per altre località, di dimensione parrocchiale. E probabile quindi che il Ghronicon tenda a attribuire maggiore antichità, e quindi maggiore prestigio, a sedi episcopali formatesi solo più tardi (43).
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:15 pm

I tribuni maritimi en Casiodoro
http://www.veneziadoc.net/Storia-di-Ven ... iodoro.php

https://it.wikipedia.org/wiki/Tribuno
Tribuno è il nome di alcuni magistrati, funzionari e militari della Roma antica, originariamente legate alla suddivisione in tribù di Roma.

https://it.wikipedia.org/wiki/Tribuno_militare
Il tribunus militum (ovvero tribuno dei soldati, era sinonimo di capo della tribus fin dai tempi di Romolo) era un ufficiale dell'esercito romano. Il nome deriva dall'essere stato a capo di una delle antiche tribù, fin dall'epoca regia.

http://www.treccani.it/enciclopedia/tribunato
Nel diritto pubblico romano, denominazione di varie magistrature, le cui funzioni erano in origine in connessione con le tribù . I tribuni della plebe erano i rappresentanti della parte plebea della popolazione, deputati a tutelare gli interessi sia di questa, intesa nel suo complesso, sia dei singoli plebei, contro i soprusi dei magistrati patrizi. L’origine del t. è puramente rivoluzionaria e si colloca al di fuori dell’ordinamento cittadino: si trattava di un mero strumento di pressione politica, con cui la plebe faceva valere le proprie ragioni, anche in forma violenta, di fronte alle prevaricazioni dei patrizi. Già intorno alla metà del 5° sec. a.C., tuttavia, i tribuni ottennero un primo importante riconoscimento nell’ambito dell’intera civitas: la loro persona, infatti, fu definita «sacrosanta» e colui che avesse osato violarla avrebbe potuto essere messo a morte da chiunque, impunemente; da allora in poi poterono esercitare legalmente lo ius auxilii a sostegno degli interessi plebei; si videro formalmente riconosciuti il diritto di convocare le assemblee della plebe (➔ concilio) e il potere di veto (intercessio), grazie al quale potevano impedire che qualsiasi organo della repubblica compisse atti tali da nuocere alla plebs; ebbero anche la summa coercendi potestas, con cui potevano processare e punire severamente i magistrati che si fossero opposti alle loro iniziative. Con il passare del tempo il numero dei tribuni aumentò gradualmente, fino a raggiungere le 10 unità; ma ciò non favorì le ragioni della plebe, dal momento che i tribuni godevano anche di un diritto di veto vicendevole, cosicché l’iniziativa dell’uno poteva essere sempre paralizzata dall’intercessio dell’altro, per ipotesi corrotto e dissuaso dai patrizi ad appoggiare riforme pregiudizievoli per questi ultimi. Le leggi Licinie Sestie del 367 a.C. posero comunque le premesse per la definitiva integrazione della plebe, o per lo meno di una parte di essa, nella classe dirigente romana, che da allora fu detta nobilitas patrizio-plebea: la conseguenza fu la progressiva perdita, da parte del t., del carattere rivoluzionario delle sue funzioni, tra le quali venne addirittura ricompreso, a partire dalla metà del 3° sec., il diritto di convocare il senato.

Delle Monete De' Veneziani Dal Principio Al Fine Della ...
https://books.google.it/books?id=UTZRAA ... ni&f=false
Ecco pertanto Peconomica distribuzione della mia opera . Sono oltre 170 le monete dei Tribuni, dei Dogi di Eraclea, dei MastroMiliti, e dei Dogi di Malamocco ...



Ki łi conta on fràco de bàłe, łi ga sconto come ke ła lagouna ła fuse dominio bixantin e ke no ghe fuse gnaona endependensa federal

http://www.isolainvisibile.it/Istituzio ... ibuni.html

A partire dal VI secolo, anche a Murano venne a crearsi la figura del Tribuno (marittimo), eletto tra le famiglie più importanti, che andò a sostituire il Giudice/Sacerdote. Il governo delle isole lagunari (tra le quali Malamocco, Costanziaca, Rivo Alto, Chioggia Maggiore e Chioggia Minore) venne retto dai Tribuni in forma indipendente e confederata; essi riassumevano in sé il potere civile, militare, giudiziario e di riscossione delle imposte. Solo in caso di attacco, essi si dovevano riunire per coordinare la difesa comune. Ai tempi dell'incursione longobarda del 568, vennero insediati due Tribuni in ogni insediamento al posto di uno. Divisioni e discordie fecero sì che gli stessi Tribuni spingessero per un governo unitario, centrale. Venne così insediato il primo Doge, Paolo Lucio (Pauluccio) Anafesto di Eraclea che fortificò le foci dei fiumi e fissò i confini della Confederazione. In seguito, i poteri dei Tribuni si modificarono e vennero istituiti i Tribuni Maggiori, sotto il controllo diretto del duca, che controllavano ciascuno un insieme di isole rette a loro volta ciascuna da un Tribuno Minore. Questo fino al secolo IX. Nel frattempo ai primi Dogi erano subentrati per un breve periodo (sei anni) i cosiddetti "Maestri dei Militi" e il governo era passato da Eraclea a Malamocco (742).
Si narra che tra le famiglie più importanti che ressero la carica di Tribuno di Murano vi fossero stati: i Muranesi, i Muriani, i Galatazzi, gli Alberenghi, gli Amauro.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:15 pm

Dogado Veneto soto Bixansio
https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia

La Repubblica nacque nel IX secolo (???), dai territori greco-bizantini della Venetia maritima, dipendenti dall'Esarcato di Ravenna fino alla conquista di questa città da parte dei Longobardi nel 732. La tradizione vuole che il primo doge, Paulicio Anafesto, fosse eletto nel 697 dai Venetici, tuttavia la nascita del ducato è da inquadrarsi nella riforma delle province italiche di Bisanzio promossa dall'imperatore Maurizio Tiberio, con la nomina a capo di queste di duces (dux o dukas, δούκας in greco-bizantino), cioè comandanti militari (di nomina imperiale per tramite dell'esarca ravennate), nel tentativo di arginare l'invasione longobarda.
La figura del dux bizantino, divenuto nei secoli doge, conquistò quindi una sempre maggiore autonomia, attuando una politica via via sempre più indipendente.
La capitale del nuovo ducato venne originariamente posta nella città di Eracliana.


La conquista dell'elettività ducale e l'indipendenza
Lo stesso argomento in dettaglio: Regime dei magistri militum e Invasione franca della Venezia.

Nel 726 l'estensione all'Italia dei provvedimenti iconoclasti dell'imperatore Leone III provoca la reazione del Papa e il diffondersi di rivolte in tutti i territori bizantini d'occidente (come del resto in quelli d'oriente): nella Venezia il popolo e il clero in rivolta prevaricano il diritto imperiale alla nomina del Dux, tuttavia, nonostante la ribellione, la Venezia interviene a sostegno dell'Esarcato contro i Longobardi.
Tra il 737 e il 741 i Bizantini riportano il governo della provincia nelle mani di magistrati elettivi annuali, i Magistri Militum, fino a che nel 742 l'imperatore concesse al popolo la nomina del Dux. Nello stesso anno la capitale venne traslata a Metamauco (Malamoco).


https://it.wikipedia.org/wiki/Regime_de ... ri_militum
Con il titolo di Magister militum, carica romana istituita sin dai tempi di Teodosio I, furono designati i capi militari incaricati dall'esarca di Ravenna di reggere il Ducato di Venezia nel quinquennio successivo alla morte del doge Orso Ipato, che aveva tentato di sottrarsi all'autorità dell'impero bizantino. Si succedettero annualmente:

(738) Domenico Leone
(739) Felice Corniola
(740) Teodato
(741) Gioviano Cepanico
(742) Giovanni Fabriciaco

Nel 742 Giovanni fu deposto, tonsurato ed abbacinato nel corso di una rivolta e gli successe Teodato Ipato, a quel punto fu restaurata la carica ducale, per la quale i bizantini riconobbero il principio dell'elettività, e Teodato fu eletto doge.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:16 pm

Forsadure edeolojeghe ???

Ƚa storia de Venesia contà da ƚa Treccani
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La cronaca di Andrea Dandolo data la istituzione del ducato venetico al 697, mentre altre fonti assegnano al 706 l'elezione del primo duca e Giovanni Diacono fa risalire al 713-716 la nomina di Paulitio dux, menzionato nel pactum Lotharii dell'840 (59).
In questi testi si parla sempre di "duca" (ma anche di "ducato") secondo schemi fortemente autonomistici, considerandolo non come un funzionario bizantino, come in effetti era, bensì come l'espressione di una volontà locale, svincolata da ogni sudditanza all'impero.
Ma, anche a prescindere da queste forzature, funzionali all'ideologia e ai bisogni di Venezia, quelle date offerte da cronisti tardivi sono tutte assai problematiche. Ma che cosa succede a livello di storia generale prima di quel fatidico 726 in cui le milizie della Pentapoli e della Venetia insorsero contro il decreto iconoclastico di Leone III, eleggendo effettivamente un dux nell'ambito delle famiglie di maggiore importanza locale, nella persona di Orso? (60)

https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Dandolo
Andrea Dandolo (30 aprile 1306 – Venezia, 7 settembre 1354) è stato un politico e diplomatico italiano, cinquantaquattresimo doge della Repubblica di Venezia dal 1343 alla morte.

https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_da_Venezia
Giovanni Diacono, o Giovanni da Venezia (940-945 – dopo il 1018), è stato un diplomatico e scrittore italiano.
È ritenuto l'autore del Chronicon Venetum, la più antica opera di storiografia veneziana. Dalla stessa si possono ricavare alcune notizie biografiche.
Nella cronaca si parla infatti di un "diacono Giovanni" cappellano del doge Pietro II Orseolo (991-1008) e ambasciatore presso Ottone III mentre questi si trovava per la terza volta in Italia. L'imperatore incaricò Giovanni di comunicare al doge la sua intenzione ad incontrarlo; fu quindi organizzata una visita che coinvolse lo stesso diacono, il quale ebbe il compito di incontrare l'imperatore all'abbazia di Pomposa per condurlo a Venezia via mare. L'evento è descritto così dettagliatamente da far identificare l'autore della cronaca con Giovanni, la cui esistenza storica è comprovata anche dai documenti dell'epoca (il suo nome compare per la prima volta in un diploma del 996).
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:20 pm

Ƚa storia de Venesia contà da ƚa Treccani
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IV parte

3. La contesa iconoclastica

Il 726 è anche la prima data sicura della scelta dei Venetici di un loro dux nella persona di un rappresentante della nobiltà locale eracleense, di origine tribunizia: Orso (726-737) (79). La crisi apertasi nel 726, togliendo autorità all'esarca di Ravenna, faceva emergere l'importanza della adesione venetica alla mobilitazione promossa da Gregorio II. Questi infatti inviò lettere a tutte le chiese, denunciando l'empietà dell'imperatore, che si dichiarava disposto a transigere sulla questione fiscale se il papa avesse avallato il decreto sulle immagini: nel caso contrario, Leone avrebbe fatto incatenare e deportare il papa, come il suo predecessore Costante II aveva fatto con Martino.

https://it.wikipedia.org/wiki/Orso_%28doge%29
Orso, spesso ricordato con il titolo di ipato (... – 737), fu, secondo la tradizione, il terzo doge della Repubblica di Venezia.

Salì al potere verso il 726-727 e fu probabilmente il primo dux ad essere nominato per volontà dei Venetici e non del potere centrale. Si era, infatti, negli anni in cui l'imperatore Leone III iniziava la sua politica iconoclasta, provocando l'opposizione di papa Gregorio II e la sollevazione di tutta l'Italia bizantina.

Pronto a dirigere le truppe venetiche contro il governo centrale, in seguito Orso riuscì a riappacificarsi con l'imperatore, il quale riconobbe la sua carica assegnandogli il titolo di ypatus.

Fu deposto e ucciso nel 737 durante una rivolta di aristocratici, non è chiaro di che fazione. In sua sostituzione l'esarca di Ravenna non nominò un nuovo doge e insediò un magister militum in carica un anno. Il ritorno a questa forma amministrativa segnò una ripresa del potere centrale rispetto all'autonomia cui aspiravano i Venetici.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:21 pm

Doxe, doge, dux, duca
https://it.wikipedia.org/wiki/Doge_%28Venezia%29
Il Doge (veneziano: Doxe, /dɔze/) era la suprema magistratura della Repubblica di Venezia, istituita sin dal 697 e durata fino alla caduta della Repubblica, il 12 maggio 1797. Al doge ci si rivolgeva anche con i titoli di Monsignor el Doxe, Serenissimo Principe o Sua Serenità o con l'originale latino Dux, cioè duca ("comandante" o "generale").

L'istituzione ducale, a Venezia, ha origini bizantine risalenti alla nomina del primo dux Paolo Lucio Anafesto, nel 697, quale governatore militare della Venezia bizantina per conto dell'Esarca di Ravenna. ..

El doxe el ga 1100 ani, ma el stado veneto endependente da Bixansio el ghinà manco ancora (e ła capital par łi primi secołi no ła jera Venesia ma Gravo, Eraclea e Malamoco) e la Repiovega Veneta a domegno venesian ła ghenà ancora manco.

Par tri secołi el stato veneto lagounar endependente da Bixansio ma łiga a Bixansio el jera na monarkia e xe lomè pi tardi ke ga vesto on canvio verso na forma repiovegana.


Doxe, doge, dux, duca
https://it.wikipedia.org/wiki/Doge_%28Venezia%29
Contesa nel periodo 726-737 tra Veneziani e Bizantini e brevemente interrotta a seguito del trasferimento del potere ai Magistri Militum, l'elettività ducale fu, a partire dal 742, definitivamente sottratta al controllo imperiale, sancendo così l'inizio della monarchia ducale, che durò, con alterne vicende, sino all'XI secolo. In tale periodo l'istituto ducale si modellò sulla forma della monarchia bizantina, divenendo a tratti ereditario e duplicandosi, con l'uso da parte del doge regnante di associarsi al trono il successore designato nella forma di un coreggente o co-Dux.
Nei primi tre secoli di Venezia vi furono ventotto dogi, di cui quattordici deposti, con accecamento, taglio della barba e dei capelli per sfregio o per forzata tonsura (al modo bizantino), oppure uccisi in rivolte; quattro preferirono abdicare, uno cadde in battaglia e solo nove morirono di morte naturale.

La Repiovega Veneta Venesiana no ła ga 1400 o 1500 ani ma manco de 700, parké en vanti el stado veneto lagounar el jera on dogado monarkego e no na repiovega arestogratega.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:21 pm

La sede de warno del stado veneto ła pasa da Metamauco a Rivoalto entel 812 e ła canvia nome co coeło de Venesia tri secołi pì tardi, ła prima atestasion de sto novo nome par ke ła sipia del XII° secoło.

https://it.wikipedia.org/wiki/Rialto_%2 ... _a_Venezia
Rialto è il più antico nucleo di Venezia e parte dei sestieri di San Marco e di San Polo, conosciuto per il mercato e il ponte omonimi. L'origine del nome si trova nel latino rivus praealtus poi rivus altus, col significato di "canale molto profondo" o "canale profondo", in riferimento all'odierno Canal Grande del quale le isole di Rialto costituiscono le sponde.
La città venne preservata, nell'VIII secolo, dalle guerre intestine del Ducato di Venezia, quando le rivalità tra l'antica capitale Heraclia ed Equilio portarono il trasferimento della sede ducale a Metamauco, nei pressi dell'altra foce del Medoacus Maior. Rivoalto crebbe d'importanza tanto da portare a stabilirvisi nuove famiglie, soprattutto dopo la distruzione di Heraclia nell'804, ad opera del doge Obelerio Antenoreo. Tra questi erano i Parteciaci, patrizi eracleensi, annoverati nel IX secolo tra i tribuni realtini, con palazzo e foro nei pressi dell'odierno Campo Santi Apostoli, sulla riva occidentale del Rivus Altus.
Sicura nella parte più interna delle lagune, protetta da una primitiva cinta muraria e collegata all'entroterra e al mare attraverso il Rivus Altus, la città divenne nell'810 l'ultimo baluardo venetico nel corso della fallita invasione dei Franchi guidati dal Re d'Italia Pipino, figlio di Carlo Magno.

Respinta l'invasione, spodestati gli Antenorei, responsabili dei disastri abbattutisi sul ducato, il nuovo doge Angelo Parteciaco, stabilì definitivamente nell'812 la capitale a Rivoalto.
La città nel X secolo-XI secolo, dall'originario nucleo ormai incentrato sull'insula di San Marco inglobava progressivamente, espandendosi, i centri circonvicini (Dorsoduro, Luprio, Olivolo, Spinalonga, nuclei degli odierni Sestieri) in quella che, per singolare crasi tra il nome dello stato e quello della sua capitale, divenne nota come Venezia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Da Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 3:22 pm

La forma repiovegana del stado veneto lagounar ła scuminsia co Venesia ła deventa on comoun a partir dal 1143

https://it.wikipedia.org/wiki/Commune_Veneciarum

Il Commune Veneciarum (latino per "Comune di Venezia") è il titolo con cui dal 1143 venne designato il governo della città di Venezia e della sua Repubblica. Il comune, similmente agli altri Comuni medievali si basava sul potere dell'assemblea popolare, a Venezia chiamata Concione, rappresentativa degli uomini liberi, e su un sistema di assemblee da questa derivate: Maggior Consiglio, Minor Consiglio, Consiglio dei Pregadi, Quarantia. A differenza che nelle altre città italiane, però, a Venezia permanevano alcune vestigia proprie del precedente istituto monarchico incarnato dal Doge, per limitare il potere del quale le assemblee vennero sviluppate. Il gruppo dirigente dei maggiorenti del Comune venne nel tempo a raccogliersi attorno al nucleo delle antiche famiglie patrizie, creando un nuovo patriziato mercantile che con la Serrata del Maggior Consiglio del 1297 di fatto si appropriò del potere esautorando l'assemblea popolare.

In nome del Commune continuò tuttavia ad operare il massimo organo di rappresentanza della sovranità dello Stato - costituito dal Doge, dal Minor Consiglio e dai capi della Quarantia - sino a che nel 1423 con l'abolizione della Concione si pose fine anche all'ultimo residuo degli istituti comunali e l'organo supremo prese il nome di Serenissima Signoria.

Prasiò la Repiovega Veneta no ła ga 1100 ani ma 654
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