I veneti del Veneto xełi on popoło e na megnoransa nasional?

I veneti del Veneto xełi on popoło e na megnoransa nasional?

Messaggioda Berto » mar giu 30, 2015 10:53 am

I veneti del Veneto xełi on popoło e na megnoransa nasional?
viewtopic.php?f=183&t=1731



???
https://www.facebook.com/35331084153897 ... 0/?fref=nf

Senza limiti, l'arroganza, la superbia, la violenza e anche l'ignoranza con la quale lo Stato Italiano rappresentato dall'Avv. Gian Paolo Polizzi si rivolge ai veneti.
"QUELLO CHE NOI CONTESTIAMO ASSOLUTAMENTE E' CHE ESISTA UN POPOLO VENETO, PERCHE' DOPO L' ANNESSIONE AVVENUTA NEL 1865 IL POPOLO VENETO E' DIVENTATO POPOLO ITALIANO"
Cominciamo col dire che l'annessione è avvenuta nell'ottobre del 1866, tanto per giustificare l'uso dell'aggettivo "ignorante". Poi se andiamo a cercare il significato di popolo in qualuque scritto di pertinenza vediamo come sia assurdamente impossibile e quindi falso ciò che asserisce l'avvocatura dello Stato. perdiamo ad esempio il vocabolario Treccani.
POPOLO:
a. Il complesso degli individui di uno stesso paese che, avendo origine, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti comuni, sono costituiti in collettività etnica e nazionale, o formano comunque una nazione (indipendentemente dal fatto che l’unità e l’indipendenza politica siano state realizzate).

E guarda caso specifica pure:

b. Con senso più ristretto, gli abitanti di una città, di un territorio, considerati unitariamente: il p. di Genova, di Venezia, di Napoli (o genovese, veneziano, napoletano).

A voi risulta che l'annessione forzata del Veneto all'Italia abbia annullato o cancellato le nostre origini, vecchie di millenni a confronto delle incosistenti origini italiane?
A voi risulta che sia scomparsa la lingua veneta, parlata per secoli in tutto il Mediterraneo, prima ancora che si iniziasse a parlare l'italiano e tutt'ora più viva che mai, non solo in Veneto ma anche in Istria e in Brasile, ora che a dispetto dello Stato italiano l'ONU ha riconosciuto ufficialmente la lingua veneta?
A voi risulta che la cultura e le tradizioni venete, testimoni per millenni fino ad oggi dell'immensa civiltà veneta siano scomparse a causa della, comunque disgraziata, contaminazione italiana, che di ricchezza culturale ha portato in Veneto solo corruzione, malgoverno, carestie e guerre?

Può un stato senza nazione, che è un mero apparato burocratico, dire ad un popolo che è nazione : "tu non esisti"?

VENETI ALZATE LA TESTA, l'ITALIA é UNO STATO STRANIERO INVASORE E OPPRESSORE E NON SOPRAVVIVERA' AL VENETO.
VIVA SAN MARCO !
???
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Berto » mar giu 30, 2015 7:14 pm

??? A Ciacołe a semo xa o coaxi endependenti ???

Indipendenza del Veneto e Sentenza Costituzionale: facciamo lo spelling
Pubblicato il 27/06/2015
di Alessandro Mocellin

http://vivereveneto.com/2015/06/27/indi ... o-spelling

Sì, è uscita la sentenza costituzionale n. 118/2015, la sto leggendo, e mi sto chiedendo: quali sono gli effetti psicologico-comunicativi di questa della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, al di là della decisione in sé sulla censurabilità o di validità costituzionale delle leggi regionali 15 e 16, e sulle incostituzionalità più o meno prevedibili?

Questa sentenza (la trovate qui) mi ha impressionato per un fatto, in realtà, molto banale: essa PARLA DELL’INDIPENDENZA DEL VENETO.
http://www.giurcost.org/decisioni/index.html

Per la prima volta, infatti, il tribunale idealmente supremo dell’architettura costituzionale italiana si è trovato costretto a confrontarsi con una tematica che certo non gradisce. Per la prima volta, in quell’aula e nello stesso giorno, parole e formule potentissime come “Popolo Veneto”, “Indipendenza Veneta”, “Referendum”, “Secessione”, “Repubblica indipendente e sovrana” si sono incontrate ed agglomerate in una concentrazione di massa dotata di una carica mentale mai viste prima.

??? Per i greci il termine “logos” (λόγος) indicava tre realtà materiali e immateriali inscindibili: logos era il pensiero, ma logos era anche la parola pronunciata, ed infine logos era la parola scritta. Pertanto, possiamo dire che se nel mondo fisico-fenomenico esiste una certa parola pronunciata o scritta, ciò è sufficiente affiché esista quello stesso concetto nel mondo delle idee (in questo senso, moltissimi recenti studi di neurolinguistica e di psicologia c.d. quantica stanno dando incredibili conferme). ???

Fa impressione che 218 anni dopo la fine della Prima Repubblica Veneta (la Serenissima, nel 1797) e 166 anni dopo la fine della rivoluzionaria esperienza della Seconda Repubblica Veneta (con Manin, nel 1848-9), lo Stato “Repubblica Italiana” – che per il Veneto è erede del giogo Napoleonico, della briglia Asburgica e del morso Savoiardo – si trovi costretto, in questo 2015, a chiudersi in conclave nella camera più alta delle costituzionali urgenze, per PARLARE di questi Veneti, con parole che essi stessi hanno liberamente scelto.

Diceva il filosofo e psicanalista francese Jacques Lacan: “the function of language is not to describe, but to evoke” (la funzione del linguaggio non è di descrivere, ma di evocare). E gli inglesi lo sanno bene: per noi, il concetto inglese di “fare lo spelling” è una questione di utilità quasi burocratica o didattica (fammi lo spelling di “absorption”). Per un inglese, però, “spell” significa anche un altro importantissimo concetto, ben diverso, ma certamente collegato: lo “spell” è il verbo del discutere, ma anche il sostantivo della “magia” (“to cast a spell” significa “lanciare una magia”).

In due parole, secondo la mia opinione, la nostra vittoria è già che i custodi dell’ordine costituzionale italiano siano costretti a parlare dei Veneti con i termini e con le formule scelte dai Veneti stessi, in piena indipendenza “comunicativa”.

Non sarà certo facile far entrare nella mente dell’intelligentia italiana la nostra visione di un Veneto indipendente, ma tutto sommato, al costo di una semplice legge regionale, siamo almeno riusciti a metter loro in bocca la nostra parola chiave, “indipendenza”: questa volta non l’hanno solo letta o sentita dire da noi, ma l’hanno pronunciata loro, loro l’hanno scritta, e financo l’hanno pensata, l’hanno EVOCATA.

The function of language is not to inform, but to evoke.
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Sixara » mar giu 30, 2015 8:42 pm

Berto ha scritto:??? Per i greci il termine “logos” (λόγος) indicava tre realtà materiali e immateriali inscindibili: logos era il pensiero, ma logos era anche la parola pronunciata, ed infine logos era la parola scritta. Pertanto, possiamo dire che se nel mondo fisico-fenomenico esiste una certa parola pronunciata o scritta, ciò è sufficiente affiché esista quello stesso concetto nel mondo delle idee (in questo senso, moltissimi recenti studi di neurolinguistica e di psicologia c.d. quantica stanno dando incredibili conferme). ???

Lè vero cueo ca scrive Mocellin sol pensiero filoxofico de i greci però el se ferma lì , nol lo conpleta co na spiega'zion olistica ke la ghe dovarìa vegnere da i recenti studi di neurolinguistica e di psicologia c. d. quantica...
ca me fà pensare ke l li gàpia solo ke recezà i ' recenti studi ' de neurolinguistica e de la ' psicologia quantica '. :?
Logos lè atività mentale, raxonamento, puro intelletto. Ma no la basta la raxon te le costion ke l gà n mente : a ghe vòe anca l imajna'zion, ke lè sì on àto de l pensiero majco, nò ra'zionale o nò solo ke.
Forse l intendea dire sta roba cuà.
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Berto » mar giu 30, 2015 9:21 pm

Si Sixara ma sto paciołador de Moçelin lè forte en tałian ma scarseto en łengoa veneta e pensar kel fa anca el "profasor de łengoa veneta".
Col vol dir "robe alte" el dopara el tałian, el tra fora el grego, el latin e l'angrexe come se łe fuse kisà ke robe;
ła maja de ła paroła lè pristorega e ogniversal, lè vecia cofà el mondo-cuco e no lè na envension de i greghi.
El ghe dà l'enpresion ai pori tanti, de dir ki sà ke robe! Ma par lù ła łengoa majega lè pì coeła tałiana kel veneto.

Ecolo kì el "profasor Mocelin", warda diplomi kel gà despensà:
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Copia.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... reansa.jpg


Lè paregno de coel kel dixea: penso prasiò a so'!
Ke lè na granda ensemensa.

Ligar, rancurar (raccogliere, tor sù), leje/legge/lex, lexar, logos
viewtopic.php?f=44&t=1707

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1. ligo, as, avi, atum, are, 1 tr.,
1 legare, bendare, fasciare, stringere: manibus post terga ligatis, con le mani legate dietro la schiena, OV.; ligare vulnera (fasciare), OV.; laqueo ligare guttura, impiccarsi, OV. Met. 6, 134; mula ligatur, si attacca la mula (che rimorchia il barcone), HOR. Sat. 1, 5, 13; pisces in glacie ligati (congelati), OV.; ligare corpora somno, Culex

2. lego, is, legi, lectum, ere, 3 tr.,
1 cogliere, raccogliere: nuces legere, raccoglier noci, CIC.; legere collibus herbas, raccogliere erbe sui colli, OV.; poma legere ab arboribus (raccogliere staccando da), TIB.; homini mortuo ossa legere, raccogliere le ossa di un morto, CIC. Leg. 2, 60; quae dedit fila legenda (il filo da raccogliere), OV. Fast. 3, 462; vela legere, ammainare le vele, VERG. Georg. 1, 373;
2 estrarre, togliere: capillos alicui legere, strappare i capelli a uno, PHAEDR.; ossa alicui legere, estrarre a uno schegge ossee, SEN. e a.; lecta in capite cuiusdam ossa, QUINT. 8, 5, 21;
3 rubare: sacra deum legere, commettere un furto sacrilego, HOR. Sat. 1, 3, 117;

1. lego, as, avi, atum, are, 1 tr.,
1 delegare, affidare: legatum tibi negotium, l'incarico a te affidato, PL. Cas. 100;
2 mandare come ambasciatore, inviare in missione: aliquem ad aliquem legare, mandare uno come ambasciatore da qualcuno, CIC.;
3 nominare luogotenente, dare come legato: aliquem alicui legare, dare uno come luogotenente a qualcuno, CIC.; me a Pompeio legari sum passus, mi sono lasciato scegliere come luogotenente da Pompeo, CIC. Att. 4, 2, 6;
4 lasciare per testamento: aliquid alicui legare, lasciare qualche cosa per testamento a uno, CIC.; ei testamento legat grandem pecuniam a filio, le lascia per testamento una grande somma di danaro a carico del figlio, CIC.

lectio, lectionis, f.,
1 raccolta, il raccogliere, COL.;
2 il leggere, lettura, CIC. e a.: lectio versuum, QUINT.;
3 lettura, ciò che si legge, testo, MACR. e a.;
4 scelta, elezione: iudicum lectio, scelta dei giudici, CIC.; senatus lectio, elezione di senatori fatta dai censori ogni 5 anni, LIV.
[2. lego + -tio].


Logos, diałogo, dialeto, dialettica
http://www.etimo.it/?term=dialogo
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http://www.etimo.it/?term=leggere
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Da coalke parte kive a ghè on pasajo endoe ke ła paroła dita ła deventa ła paroła scrita e ła pasa da ła boca a łi oci, dal dir/scrito al łexar de łi oci.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... o-1621.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... s-1691.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... or-459.jpg

Ocio, vedar, video, wardar, vate, idea, ideal, idoło, dì, dèo/dio
viewtopic.php?f=44&t=1733
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Sixara » mer lug 01, 2015 1:10 pm

Berto ha scritto:El ghe dà l'enpresion ai pori tanti, de dir ki sà ke robe! Ma par lù ła łengoa majega lè pì coeła tałiana kel veneto.

Ma nòo, ke no la xe cusì senplice come ca te la vedi ti : nò tuto lè bianco/nero a ghè on mùcio de sfumature n mèzo. Demoghe àto ke l ga inbrocà na bela imajne col discorso de la lengoa cofà ' evocazione ' de calcòsa... eco el problema lè kel 'calcòsa ' ca te vòi evocare - ciamare - re -ciamare ... còsa? Cosèlo... on pasà glorioxo ma nò comune de tuto el Vèneto, na idea de onità ke no la ghè mai stà, na idea de popolo gnanca cueo... contentemose de la lengoa, ke cuea sì la ne unìse, pardelà de le difaren'ze ke i è solo ' apparenti '. El lo dixe - citando Lacan - ke la fun'zion de la lengoa no la xe ( solo) cuea de 'descrivere' ma de 'evocare', ma nol lo spiega comè ke on linguaggio lè soradetuto interpreta'zion de la realtà.
La lengoa lè tuto : descri'zion de la realtà sicuramente , ma coala ' realtà' ? La toa, ke la vixion la pàsa pa i to òci e no xe dito ke la sia la mia, la soa, ke na vixion lè senpre personale.
L evoca'zion a la stesa maniera de la vixion no la pòe èsare uguàe par tuti : ogniùn ghe vegnarà n mente na memoria, on ricordo de l so pasà ke lè personale, condivixibile par tanti o poki, ma nò conpagno par tuti.
Ke dopo el lo scriva n italian el so pensiero ( co de le parole n inglexe, greco o latino ) lè na sielta soa ke mi no me sento de judicare.
Mi penso ke ono el dovarìa dopararle tute le lengoe ke l conose, sen'za privarse de nisùna posibilità de comunica'zion de l so pensiero. :)

Lè on fià ' tanto ' anca lù però : ma come, a te me fè on discorso ' emotivo ', ke l dovarìa tocare tute le corde de l sentimento popolare e no te me meti gnanca na parola, na parolina n LV... ona de kele bele parole evocative... :D
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Berto » mer lug 01, 2015 3:49 pm

Sixara ha scritto: ..Demoghe àto ke l ga inbrocà na bela imajne col discorso de la lengoa cofà ' evocazione ' de calcòsa... eco el problema lè kel 'calcòsa ' ca te vòi evocare - ciamare - re -ciamare ... còsa? Cosèlo... on pasà glorioxo ma nò comune de tuto el Vèneto, na idea de onità ke no la ghè mai stà, na idea de popolo gnanca cueo... contentemose de la lengoa, ke cuea sì la ne unìse, pardelà de le difaren'ze ke i è solo ' apparenti '. El lo dixe - citando Lacan - ke la fun'zion de la lengoa no la xe ( solo) cuea de 'descrivere' ma de 'evocare', ma nol lo spiega comè ke on linguaggio lè soradetuto interpreta'zion de la realtà.


Sixara, ghè stà sì on pasà glorioxo, en parte anca comoun; anca na idea de ognetà la ghè stà (ma no ła ga vesto conpletesa); anca el povoło veneto el ghè stà da miłara de ani e ancora el ghè: lè ke lè mal spartio, el 90% el vota, el se dixe e forse el se sente veneto-talian e lomè el 10% el se sente veneto e basta.
Ti par somexo, Sixara, me par k'a te te senti pì veneta-tałiana e mi anvençe a me sento veneto e no tałian.

El fato lè ke xente cofà Moçełin anca sel se dixe veneto e no tałian, soto soto lè pì veneto-tałian ke veneto e basta: el se sente ligà a ła coultura tałiana e a coeła romana e a łe so łengoe latina e tałiana; el piega ła łengoa veneta drio a ste do łengoe e a ła so xletranaria, kel tol a modeło; łè tuto "arestogratego e castual" sto omo e par gnente popolar e a mi el me fa vegner ła xgrensaura, parké łe na buxa de calçina o bronsa cuerta.
Lè ono de coełi ke łi ga el mito de Venesia ente ła crapa e no łi aiarà mai el Veneto e i veneti a leberarse, lè ono kel se sente casta e kel sta senpre da ła banda del poter anca contro de ti, lè n'anbisioxo kel te montaria so ła skena par farse vedar e mi a xente cusì no ghe daria da tendar gnanca el gato.

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http://www.academiabonacreansa.eu

A mi me entaresa ła łengoa del popoło e no ła łengoa de ła Serenisima. Come ke łi scrive da cani, ke oror! Coanti toxati ke łi rovina o ruina!
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Sixara » mer lug 01, 2015 8:06 pm

Berto ha scritto:El fato lè ke xente cofà Moçełin anca sel se dixe veneto e no tałian, soto soto lè pì veneto-tałian ke veneto e basta: el se sente ligà a ła coultura tałiana e a coeła romana e a łe so łengoe latina e tałiana; el piega ła łengoa veneta drio a ste do łengoe e a ła so xletranaria, kel tol a modeło; łè tuto "arestogratego e castual" sto omo e par gnente popolar e a mi el me fa vegner ła xgrensaura, parké łe na buxa de calçina o bronsa cuerta.

A te lo go dito ca ghè on mucio de sfumature n mèzo infra l bianco e l nero ...
Elora mi e Mocelin a semo ' parenti ' n coanto ' veneto-taliani ' tuti 2, però lu l se dixe solo ke ' veneto ' e no talian, mi inve'ze a me digo ( i me dixe) 'veneta-italiana'.
Indo xela la difaren'za? Pòsito dire de mi ca me sento "ligà la cultura italiana e romana e le so lengoe latina e taliana"; ca piego la lengoa vèneta drio ste do lengoe e la so leteratura cofà modelo; ca son ' aristocratica e castuale ' - sta dòna - e pargnente popolare, bùxa de cal'zina o bron'za coèrta?
Eh? Nò ca no te pòi e pur ca me digo ( e no podarìa èsare altro par mi) vèneta-italiana :D
A te dixi ca ghe stà on pasà comune? N ke senso - ca jèrimo soto Venè'zia tuti e se dixevimo veneziani? O anca i ne dixea vene'ziani kei altri; pensa ke Ferara i ghe dixe a ono ke l se ga maridà co ona da de là da Po, SantaMaria o Ociobèlo : Ah te te ghè maridà co na veneziana! Sèto coanto distante ke lè l oltemo lembo de l Polexine da Vene'zia? El Polexine tuto da Venè'zia e pur ca me digo mi ca son anca ' vene'ziana ' ( e anca on fià ' emiliana ', dato ke go studià Bologna e la me xe asè cara kela cità). E cusì lè. A te te senti de indove ca te porta el to cuore, la to ànema. Nò ke i te lo diga kei altri còsa ca te sì, ke lori no i lo sà.
Mi credo ke, come tuti, le esperien'ze bòne/catìve ke le fà parte de la vita , le te modèla, le te forma, Cuée le xe, no te pòi tegnere solo le ' bòne ' e butar via le ' catìve '. Sarìa solo rimuoverle, scondarle da coalke parte, xo n cantina, a l scuro. Ma le ghè, le resta- tute - lore, ke le spèta ca te le ciapi n man e co pa'zien'za e tanta omiltà a te ghe dai na ...
netadìna? scorladìna? no sò... càtelo ti on termine 'evocativo'---
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Berto » mer lug 01, 2015 8:24 pm

Me so dexmentegà kel confronto/contrasto no lè tra veneto e veneto-talian ma tra veneto-ouropeo e veneto-talian ... a mi me basta veneto-ouropeo e drento l'Ouropa a ghè anca la Talia.
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Sixara » mer lug 01, 2015 8:36 pm

Berto ha scritto:Me so dexmentegà kel confronto/contrasto no lè tra veneto e veneto-talian ma tra veneto-ouropeo e veneto-talian ... a mi me basta veneto-ouropeo e drento l'Ouropa a ghè anca la Talia.

:D Eh sì ke la ghè la Tàlia drento l Europa :D
Avarìsito mai pensà ke do persone cusì difarenti come mi e ti le se catése so tante robe, or de la fine? :D
Parké a scrivemo n lengoa. Sinò sèto ke barùfe?
E cusì lè ( o dovarìa èsare almanco) pa tuti kei altri 90 o 10 o 'zento par 'zento de Vèneti, ke la so 'veneticità' la ghe pàsa solo ke pa la lengoa... altro no xe. Ma lori no i lo sà. I pensa ca sia istéso anca de dirle o scrivarle ( mejo ) n italian o altre lengoe 'zerte robe ke i ga n mente o i vorìa pal Vèneto.
Ma no fun'ziona cusì. A vòjo dire : cusì no fun'ziona a livèlo personale, forse a livelo globale, politico ( ma gnanca tanto po' visti i rixultati oltemi) ma livèlo personale NO'. E l canbiamento el parte da drento e dopo el và par fora samài. Nò el contrario. Nol fun'ziona - tenpo perso.
Tanto vàe ke i se li sparagna tanti discorsi n italian o altro ke no i ga prexa so la zènte parké no i ghe crede gnan lori par primi. Solo ke no i lo sà. I crede de savere ma n i sà gnente.
A mi scrìvare n lengoa me gà méso n riga par ben. Prima a jero cofà lori o scoaxi. Na vèneto-italiana co n mucio de sconfùxion te la testa. Dèso a resto senpre vèneta-italiana però co manco confuxion. Miglioro, dai. :D
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Re: I veneti del Veneto xełi on popoło?

Messaggioda Berto » gio lug 02, 2015 12:02 pm

Sixara, almanco a te si na oma (parsona omàna femala) ke la serca de rajonar so le robe, cofà anca mi ke a so n'omo (parsona omàna mascia o masciola) e sto fato lè na bona roba, na gran coaletà ke la aia a rendar mejo el mondo.

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