Tabàro

Tabàro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:21 pm

Tabàro
viewtopic.php?f=44&t=322

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ettoor.jpg

http://www.tabarro.eu
http://www.tabarro.it/homepage.html


http://it.wikipedia.org/wiki/Tabarro_(abbigliamento)
Nel campo dell'abbigliamento, la parola tabarro indica un mantello a ruota da uomo che ha lontanissime origini.

http://www.etimo.it/?term=tabarro

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tabarro,
s. m. ‘ampio mantello che gli uomini indossavano sull'abito o sul cappotto’ (1293, NTF; numerose le attestazioni in lat. mediev.: tabarus a Bologna nel 1289, a Venezia nel 1314, a Parma nel 1316, a Verona nel 1339; tabarrus nella Curia romana nel 1330; tabardus a Bologna nel 1317 e nello stesso sec. a Trieste e Piacenza: Sella Em. e Sella Ven.; ancora tabardus nel Friuli nel 1338: Pell. Or. 516; per il Petr., 1891, “più che altro scherz.”).

Prob. dal fr. ant. tabard, forse di orig. germ., come convaliderebbe il suff., mentre il suff. -arro rimanderebbe ad una orig. medit.: per questo, tanto il DEI, quanto Devoto Avv. lo applicano al lat. tardo tabae ‘pelli’ di Libia, adatte per proteggersi dalla pioggia. L'ipotesi, per quanto suggestiva, lascia adito a qualche dubbio. Anche l'ipotesi di N. Maccarrone (AGI XXXI [1939] 105-108), che si tratti di una di quelle parole assunte dai Francesi in Terrasanta all'epoca delle crociate, non pare molto consistente, perché presuppone un prestito greco (tabárion ‘leggero saio militare’, dal XII sec.) da un'ipotetica forma aramaica *šabariy ‘tela fine; lorica, specie di cotta militare di tessuto fine’, un passaggio da š- a t- e una prima forma fr. tabar (fine sec. XIII), che è invece successiva a tabart (fine sec. XII).


http://it.wikipedia.org/wiki/Tabarro_(abbigliamento)
http://de.wikipedia.org/wiki/Tappert_(K ... st%C3%BCck)
Der Tappert (auch Tapphart, Taphart, Tabard, Daphart, frz. tabard, span. tabardo, it. tabarro) ist ein rockähnliches Gewand des Mittelalters, das ab dem 13. Jahrhundert, von Männern besonders häufig jedoch Anfang des 14. Jahrhunderts getragen wurde. Es wird als Vorgänger der Schaube betrachtet, die ihn um die Mitte des 15. Jahrhunderts ablöste. Trotzdem wurde er bis ins 16. Jahrhundert getragen. Er ist mit dem Wappenrock verwandt. Ein besonderes Exemplar war die spanische Variante, die mit einer Kapuze versehen war. Der Tappert ist identisch mit der Houppelande aus Frankreich und Burgund.
http://sv.wikipedia.org/wiki/Tappert_(plagg)

http://en.wikipedia.org/wiki/Tabard
A tabard is a short coat, either sleeveless, or with short sleeves or shoulder pieces, which was a common item of men's clothing in the Middle Ages, usually for outdoors. It might be belted, or not. Tabards might be emblazoned on the front and back with a coat of arms, and in this (livery) form they survive now as the distinctive garment of officers of arms in heraldry.


http://nl.wikipedia.org/wiki/Tabberd
http://fr.wikipedia.org/wiki/Tabar
http://es.wikipedia.org/wiki/Tabardo
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:23 pm

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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:30 pm

La tebena (tebenna) etrusca

Tebenna o "tabàro" etrusco

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 0/drhs.jpg



http://www.massamarittimamusei.it/arche ... amento.htm
...
I vestiti erano in lana, generalmente colorata e a volte arricchita da inserti in materiale prezioso, ed in lino, lasciato del colore naturale. La documentazione figurata più antica sull’abbigliamento, risalente al VII secolo a.C., mostra per quest’epoca l’impiego da parte degli uomini più giovani e degli atleti del perizoma, ossia di un panno annodato in vario modo intorno ai fianchi, e per gli anziani di una lunga tunica in lana (il chitone), decorata a scacchi e a losanghe ed arricchita di elementi in lamina d’oro cuciti sopra.
Il chitone, con l’aggiunta di una cintura in vita, era impiegato anche dalle donne e rappresenta, pur con alcune variazioni, una costante dell’abbigliamento sino alla fine della civiltà etrusca, insieme al mantello.
Di quest’ultimo sono attestate varie fogge, in particolare in età arcaica: la cosiddetta tebenna, il mantello etrusco per eccellenza, era un panno di forma semicircolare indossato obliquamente così da lasciare scoperta una spalla oppure indossato come uno scialle; accanto alla tebenna era il mantello rettangolare impiegato dalle donne come una cappa, in modo da velare il capo e ricadere sulla parte anteriore del corpo in due ampi lembi che coprivano le spalle.
Intorno alla metà del VI secolo a.C., per influenza di correnti culturali provenienti dalla Grecia orientale, si verifica un sensibile cambiamento nell’abbigliamento: si diffonde il chitone ionico in lino, una veste pieghettata lunga fino ai piedi indossata sia dalle donne sia dagli uomini; questi ultimi spesso portano un chitone lungo solo fino all’altezza dei polpacci, mentre per i giovani e gli atleti il perizoma è sostituito dal chitonisco, ossia da un chitone cortissimo.
Dalla fine del secolo, inoltre, la tebenna diventa esclusiva dell’abbigliamento maschile.
Dopo l’introduzione del chitone sostanzialmente il vestiario etrusco non subisce importanti modificazioni: dal IV secolo a.C. gli uomini impiegano frequentemente la clamide, un corto mantello agganciato sotto la gola ed indossato talora a torso nudo, mentre dal III secolo a.C il chitone diventa più ampio e, quando è portato dalle donne, è privo di maniche e fermato da una cintura sotto il seno. ...

http://ita.proz.com/kudoz/italian_to_en ... benna.html
ETRUSCHI:...TEBENNA: mantello lungo dal libero drapeggio, simile al'himation greco, indossato sul chitone o come unico indumento (Wrap Around Fashion)
Spiegazione:
I wouldn't translate this (not sure that there would be a translated form anyway)-like the word "toga".
There are lots of examples of its use in English-language texts:
"The symbolic significance of garments, so important for toga-clad Romans, has deeper origins in the Etruscan Iron Age; the careful portrayal of Greek himation, Etruscan tebenna and Roman toga emphasizes the use of clothing to formally differentiate public and private activities, rulers as compared to citizens, and military in contrast to civilians"
"Like the Greeks, Etruscans wore a cloak, the tebenna, a kind of plaid, sometimes
rectangular and sometimes shaped like a segment of a circle"

Tonba de li Leopardi
http://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_dei_Leopardi
Nella parte sinistra sono raffigurati alcuni danzatori che, mentre ballano indossando la tebenna, la tipica veste etrusca; li accompagnano insieme alcuni suonatori, fra cui un giovane che suona un diaulos, e un altro intento con la cetra.
Sulla destra i commensali, tre coppie di sposi seduti a coppia, sorseggiano vino insieme ad alcune fronde di alloro; sono ritratti con il busto scoperto e sotto una veste a pieghe di colore azzurro, con il capo cinto da un ramo di mirto, e due signore esibiscono una capigliatura di colore biondo. Da questi affreschi è possibile notare la ricchezza di particolari, la cura del corpo e l'abbigliamento degli uomini e delle donne etrusche.

http://www.mysteriousetruscans.com/lifestyle.html

Ki li fa pasar le vesti etruske pa romane:
http://www.oneonta.edu/faculty/angellkg/ROMAN.HTML
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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:31 pm

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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:33 pm

Kisà se le voxi tabàro (tabarro) e tebena (tebenna) = manteli, łe xe ligàe a sta fameja:

Tepore

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 8tepeo.jpg


Tapetos, tabas, tapsu

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapes.jpg


Tapeo (tapedo, tappeto)

http://it.wikipedia.org/wiki/Tappeto
In Oriente, il tappeto ha origini particolarmente antiche, datate V secolo o VI secolo, più tardi il tappeto annodato sarebbe stato introdotto in Persia dai turchi Selgiuchidi a partire dal XI secolo. Il più antico tappeto a noi pervenuto è noto come Tappeto di Pazyryk (circa 500 a.C.).

http://it.wikipedia.org/wiki/Tappeto_di_Pazyryk

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapeo.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Pazyryk
A Pazirik nella regione dei monti Altai è presente un gruppo di circa 40 tombe kurgan. Le sei tombe che sono state scavate consistono di fosse di 6 m2 coperte da un basso cumulo di sassi. Il tipo di costruzione e le condizioni ambientali hanno consentito un'ottima conservazione del contenuto delle tombe a partire dalla deposizione avvenuta dal V fino al III secolo a.C.
Una ricca raccolta di vestiario di stoffa e di feltro era liberamente decorata con animali tipici dell'arte delle steppe, mostrando influenze sia persiane Achemenidi sia cinesi. Inoltre erano presenti carri a quattro ruote smontati, uno di costruzione molto più leggera di tipo cinese.



http://it.wikipedia.org/wiki/Feltro
Il feltro è una stoffa realizzata in pelo animale.
Non è un tessuto ma viene prodotto con l'infeltrimento delle fibre.
Il materiale che lo compone comunemente è la lana cardata di pecora, ma si può utilizzare qualsiasi altro tipo di pelo di: lepre, coniglio, castoro, lontra, capra e cammello.
Si caratterizza anche per essere caldo, leggero, ed impermeabile.
Le fibre vengono bagnate con acqua calda, intrise di sapone e manipolate (battute, sfregate, pressate) fino ad ottenerne, con processi meccanici e chimici, l'infeltrimento. La loro legatura è data dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli. Il processo è progressivo e irreversibile.

Le più antiche tracce di feltro risalgono al terzo millennio a.C., era usato dai Greci e dai Romani (ma anca dai Veneti e dai Celti, da li Xlavi, da li Jermagni e dai Balti, da li uraleghi e da li turco-altaeghi, ...) e per la confezione di abiti, copricapo, mantelli. I ritrovamenti più antichi si hanno in Siberia, ugualmente si hanno importanti tracce di presenza di feltri preistorici in Turchia, ma non reperti.

Spesso si ritiene che sia il primo tessuto prodotto dall'uomo, senza tener conto del fatto che l'intreccio di fibre vegetali (reperibili in natura in forma filamentosa) sia probabilmente molto più antico della lavorazione della lana. Infatti la pecora, animale addomesticato già in epoca preistorica, presenta un vello composto sia da lana che da giarre, ovvero peli robusti ed ispidi che servono all'animale per proteggersi. La lana (peluria a vicino contatto con la pelle) in molti animali è una delle componenti del vello, non la principale. Nel cammello o nella capra del Cachemire ad esempio la lana è presente in percentuale molto ridotta. Lo stesso avveniva nelle pecore. Animali che producevano grandi quantità di lana e scarse giarre esistevano già al tempo delle civiltà mesopotamiche, che classificavano le greggi in relazione alle diverse utilizzazioni. In epoca più antica è ritenuto che le pecore avessero un vello marroncino e molti peli ispidi a proteggerle dalla pioggia e dalle sterpaglie, al modo delle capre. La produzione laniera è un carattere indotto e stimolato dal lavoro di selezione ed allevamento. Per questo è improbabile che il feltro preceda gli intrecci di fibre vegetali.

Ogni popolo lo adattò alle sue esigenze, i Russi per confezionare i Valenki, i tipici stivali; i popoli nomadi dell'Asia centrale, che ne furono abili produttori, oltre che per il vestiario lo utilizzarono per ripararsi dalle intemperie.
Le tende dei Mongoli, le yurte, sono costruite con un'intelaiatura di pali coperta da teli di feltro.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... aop4wp.jpg

Il panno lenci è un tipo di feltro molto morbido, sottile e allegramente colorato brevettato dalla ditta Lenci (acronimo di "Ludes Est Nobis Costanter Industria") di Torino nel 1922 per confezionare le omonime bambole, è ancora in commercio per piccoli lavori di hobbystica. Negli anni venti-trenta del Novecento, comunque, la più importante fabbrica italiana, e forse europea, di feltro è la Società Anonima Bonavita di Forlì. Per quello che riguarda il feltro di pelo di coniglio per la produzione di cappelli da uomo di pregio si distinse la Borsalino di Alessandria. L'Italia conquistò una indubbia posizione di prestigio, ora appannata mentre nel resto del mondo il feltro è materiale d'elezione per la creazione di cappelli.

Non va confuso con il panno (panno casentino, orbace, loden) che è un tessuto realizzato a telaio che viene follato per chiudere gli interstizi tra i fili, il feltro è un tessuto non tessuto.

Oggi vengono realizzati a mano oggetti in feltro, non solo cappelli ma anche borse, gioielli, rifiniture per abiti su seta, calzature, che con l'uso di colori e disegni di gusto moderno diventano capi di moda.

Il nome " Feltro" con il quale viene chiamato tale tipo di panno, deriva dalla città di "Feltre" municipio romano (en epoca romana, ma prima durante e dopo senpre reto-celto-veneto).
Qui le lane delle pecore e delle capre delle quali la pastorizia locale era ricca venivano follate e commerciate specialmente nelle regioni del Nord dell'Impero Romano lungo la via Claudia Augusta Altinate. Negli scavi compiuti attorno agli anni ' 60 del '900 davanti al Duomo di Feltre si sono trovate innumerevoli targhette in piombo che costituivano i contrassegni per il follo del quale i mercanti si servivano . Nel 1544, in seguito al crollo della facciata del Duomo, fu trovata una lapide romana (de epoca reto-veneto-romana) dedicata a Caio Firmio Rufino procuratore dei "fabri"( carpentieri) " dendrofori"( che trasportavano il legno lungo i corsi d'acqua, oggi "zater") e "Centonari" cioè artigiani che si occupavano della produzioni dei "centoni" i panni feltrini appunto.
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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:43 pm

Costumi Hallstattiani e de Este, da le secie bronxee
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... NURDg/edit
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http://de.wikipedia.org/wiki/Filz
http://en.wikipedia.org/wiki/Felt

http://www.etimo.it/?term=tappeto
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tappeto,
s. m. ‘spesso tessuto di lana, cotone o altra fibra, spec. con disegni ornamentali, destinato a essere collocato sul pavimento’ (fine del sec. XIII, Novellino; a Farfa nel 1119, in lat. mediev.; Sella Ven.), est. ‘drappo per ricoprire tavoli e sim.’ (1301-1303, Statuto della Gabella del Comune di Siena, ediz. Polidori II 8), est. ‘spesso strato che ricopre q.c.’ (1891, Petr.), ‘nel pugilato, piano del quadrato su cui si svolge il combattimento, ricoperto di materiale morbido in modo da attutire i colpi’ (1965, Garz.), ‘in vari sport, strato elastico steso al suolo per attutire cadute’ (1953, Pretti - Lazzero - Poggio).
...
Dal lat. tapetu(m) che, assieme a tapete(m), riproduce il gr. tápes, al genit. tapetos; nel dim. tapetion (pron. tapìtion, e in Occidente tapìzi(on)), è entrato in fr. come tapi(s), dal sec. XII. La loc. mettere sul tappeto ricalca il fr. mettre une affaire sur le tapis (A. Dardi in LN XLV [1984] 54-55), e così pure tappeto verde, sia nel senso di ‘tavolo da gioco’ (tapis vert: 1607, E. Pasquier), sia in quello di ‘prato’ (1680).


Tapeo/tappeto, etimoloja del filogo Xuane Semeran

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapes.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapes.jpg
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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:47 pm

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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » lun gen 06, 2014 7:48 pm

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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » ven mag 16, 2014 8:12 pm

Dell’arte del Tessere, e delle Vesti de’ secoli rozzi.

http://www.classicitaliani.it/muratori/ ... sert25.htm

Tutte le vesti poi si chiamavano anticamente raubae e robae tanto in Italia che in Francia; anzi fu essa voce trasportata a tutte le suppellettili. Gli Spagnuoli tuttavia se ne servono per ogni sorta di vesti. Cita il Du-Cange gli Statuti de’ Benedettini di Linguadoca del 1226, cap. 16, dove sono le seguenti parole: Illas quidem vestes, quae vulgo balandrava et supertoti vocantur, penitus amputamus. In vece di balandrava dubito io che s’abbia a leggere balandrana, perché dura in Italia il nome di palandrano, significante un gabbano, cioè il mantello colle maniche. Pallium era chiamato dagli antichi Romani quello che era mantello senza maniche, e ritien tuttavia il nome di mantello e di tabarro. Nelle Costituzioni MSte di Guido vescovo di Ferrara del 1332 si legge: Si conversus sit Ecclesiae Saecularis, superiorem vestem, scilicet tabardum cum caputio appenso eidem, vel scapulari honesti coloris, teneatur portare. Di questa voce ancora è fatta menzione nei Sinodi di Ravenna dell’anno 1314. Non ci sarà testa d’uomo che sottoscriva al Menagio, che colle sue strana gradazioni vuol tirare la voce tabarro da manti o mantelli, o pure di capa. Usarono anche gl’Inglesi la stessa voce. Enrico da Knyothon all’anno 1295 scrive: Dederantque signum inter se, ut sic suos mutuo cognoscerent in congressu cum Anglicis, ut Scotus diceret. Anglice Tabart, alier respunderet Surcote, et e converso. Fra le antiche voci celtiche raccolte dal Boxhornio nel Glossario si truova anche Tabar, Tunica longa; ed egli in oltre osserva, tuttavia dirsi dai popoli della Sassonia inferiore ein groot Debbert, il qual D pronunciato strettamente diventa T. Quelle vesti, che dagli antichi furono appellate giubbe, giubboni, giubbetti, giubberelli, erano vesti corte, portate sotto la tonaca. Pare a noi venuto dagli Arabi questo nome, allorché essi frequentavano l’Italia, perché, secondo il Gollio nel Lessico Arabico, hanno gli Arabi giubbaton, significante tunicam e panno gossipino., cui pallium sive toga imponitur. Per attestato ancora del Giggeo nel suo Lessico, nella lingua di coloro si truova Al-Giubbato, vestis ex lana crassiore, aud alio colore infecta, quam quem a natura habet. V’erano eziandio pellirdae, così chiamate dalle pelli; e cabani, oggidì gabbani; e barilloti: parole che s’incontrano nella Storia Piacentina del Musso.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... radori.jpg
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Re: El tabaro

Messaggioda Berto » sab mag 17, 2014 7:19 am

Zaia, tabarro e agnellino in braccio

http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/ ... o-1.866949

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