Usa: la disoccupazione calerà con meno tasse e burocrazia, non coi sussidihttp://www.lindipendenza.com/borowski-s ... ccupazionedi REDAZIONE
Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Extending Unemployment Benefits Won’t Solve Unemployment apparso sulla rivista Townhall, da parte di Julie Borowski, opinionista e commentatrice economica e politica presso varie testate, analista politica presso FreedomWorks (organizzazione statunitense promuovente basse tasse, meno governo e più libertà), è membro del Board of Advisors della Coalition to Reduce Spending ed autrice e protagonista di TokenLibertarianGirl il suo Vlog personale su YouTube. (Traduzione di Luca Fusari)
Il Congresso sta attualmente discutendo di estendere i sussidi di disoccupazione a lungo termine per altri tre mesi. La maggior parte dei media tradizionali vorrebbero farci credere che i membri del Congresso supportanti tale estensione siano delle anime compassionevoli, mentre chi si oppone che non si preoccuperebbero dei disoccupati. Questo miope racconto ignora i fatti ed allontana la politica dalle soluzioni reali per quanto riguarda la situazione dei posti di lavoro negli Stati Uniti.
Al culmine della crisi finanziaria del 2008, il Congresso istituì un programma federale temporaneo di indennità di disoccupazione. La maggior parte dei sussidi di disoccupazione statali durano circa 28 settimane. L’intenzione del programma federale era di agire dopo che i benefici statali scadono. Il programma è in corso da cinque anni, e alcune persone sono state in grado di raccogliere l’indennità di disoccupazione fino a 99 settimane.
L’economista Milton Friedman fece notare come «niente è così permanente come un programma provvisorio del governo». Il leader della maggioranza Democratica del Senato, Harry Reid, è determinato a rinnovare il programma che è scaduto il 28 Dicembre 2013. Nel frattempo gli altri membri del Congresso chiedono che i 6,4 miliardi di dollari d’estensione dei vantaggi siano compensati mediante tagli della spesa in altre parti del bilancio federale. Questa è una opzione più fiscalmente responsabile la quale garantisce che il costo di estensione del programma non si aggiungerà al deficit federale.
Fedele al personaggio, il senatore Reid ha rifiutato di scendere a compromessi. Estendendo semplicemente l’indennità di disoccupazione federale non si affronterà alla radice il problema di lunga data della disoccupazione. Secondo il Bureau of Labor Statistics oltre 4 milioni di americani sono stati senza lavoro per più di 27 settimane. I sostenitori dell’estensione dei benefici sostengono che sia necessario aiutare le persone che non riescono a trovare un lavoro dopo molti mesi; ma dare più sussidi ai disoccupati è come porre un cerotto su un problema enorme che deve essere affrontato immediatamente.
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Il fatto che il Congresso stia discutendo del prolungamento dei sussidi di disoccupazione a lungo termine è segno che l’economia è ancora in stallo cinque anni dopo la Grande Recessione. Le persone cronicamente disoccupate che rischiano di perdere i loro sussidi di disoccupazione sono un sintomo di quel problema. Le indennità di disoccupazione non sono una forma di stimolo economico, dare più soldi al problema non aggiusterà la situazione lavorativa, non farà nulla per incoraggiare gli imprenditori a creare più posti di lavoro o aiutare le persone a trovare un lavoro per sfamare le loro famiglie.
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La priorità dovrebbe essere quella di riportare la gente al lavoro, le indennità di disoccupazione forniscono solo un reddito parziale quando qualcuno è senza lavoro. Molte persone stanno lottando per vivere comodamente sulle indennità di disoccupazione. Le persone devono tagliare le loro spese in quanto i sussidi sono di solito molto inferiori al loro stipendio normale.
I conservatori e i libertari vogliono che le persone siano in grado di guadagnarsi nuovamente uno stipendio pieno. Vogliamo che le persone siano in grado di vivere comodamente senza preoccuparsi di come pagare le bollette di questo mese. Vogliamo che le persone si sentano felici ed orgogliose di sé, il che è spesso associato con un’attività lucrativa.
L’amministrazione Obama non è riuscita ad adempiere alla sua promessa di risanare l’economia. L’establishment di Washington continua a spingere per politiche economiche che limitano le opportunità di lavoro. Ovviamente il governo non crea posti di lavoro, ma ha creato l’attuale contesto che punisce gli imprenditori e li scoraggia dal creare nuovi posti di lavoro.
E’ il momento di provare qualcosa di nuovo, la soluzione per fissare la disoccupazione a lungo termine è quella di togliere dai piedi il governo lasciando prosperare gli imprenditori. I posti di lavoro cresceranno se in primo luogo gli imprenditori potranno permettersi di assumere. Le tasse e le regolamentazioni eccessive negano opportunità di lavoro alle persone.
Gli Stati Uniti hanno la più alta imposta sulle aziende al mondo al 35%. Gli imprenditori amerebbero certamente spendere i loro soldi concentrandosi sulla crescita del loro business, assumendo nuovi lavoratori anziché consegnarli al governo. L’amministrazione Obama si prende la torta a causa del maggior numero di costosi regolamenti proposti. Durante il primo mandato di Obama, gli oneri normativi per gli americani sono aumentati di quasi 70 miliardi di dollari. Ci sono state 25 “principali” regolamentazioni emanate dall’amministrazione per un costo totale di 23,5 miliardi di dollari nel 2012.
Un sondaggio Gallup ha rilevato che il 41% dei proprietari di piccole imprese hanno congelato le assunzioni a causa dell’Obamacare. La “riforma” di Wall Street con la legge Dodd-Frank ignora la causa principale della crisi finanziaria del 2008, pur imponendo obblighi e norme inutili sul settore dei servizi finanziari. L’Environmental Protection Agency ha stilato norme ridicole che danneggiano il settore dell’energia e dei consumatori.
Estendere i sussidi di disoccupazione a lungo termine non risolverà nulla.Saremo esattamente nello stesso punto tra un paio di mesi quando tali indennità scadranno di nuovo. La vera soluzione è quella di far crescere il numero delle opportunità di lavoro incentivando gli imprenditori attraverso l’eliminazione degli ostacoli, delle regolamentazioni e delle tasse. Lasciamo tornare le persone a lavorare.Renzi senza ministro dell’economia. Mi candido, ecco il programmahttp://www.lindipendenza.com/caro-renzi ... lleconomiadi LEONARDO FACCO
Renzi ha qualche problema nel formare il governo. Uno degli scogli che deve superare è la nomina del ministro dell’Economia, ruolo chiave senza ombra di dubbio, specialmente in questo paese che sta morendo giorno dopo giorno. Che fare? Mi candido io. Ho pensato che per fare peggio di Tremonti, Monti e Saccomanni ci vorrebbe Nosferatu sotto effetto dell’alcol. Il mio programma, che vi sottopongo di seguito, è “breve, ma intenso”, nel segno di” una riforma al mese”. Eccolo.
Dato che è un imperativo morale favorire il risparmio, propongo:
1- Tassa piatta al 15% sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche. L’8% va ai Comuni, il 4% va alla Regione (o Provincia), il 3% va allo Stato.
Gli enti locali potranno riorganizzarsi e ripartire gli introiti come meglio credono. Chi guadagna meno di 10.000 euro l’anno non pagherà imposte sul reddito.
2- Tassa indiretta sul valore aggiunto I.V.A. al 5% su tutti i prodotti e servizi (pubblici e privati). Il 3% ai Comuni, il restante 2% ripartito a metà fra Regione (Provincia) e Stato.
3- Semplificazione del sistema fiscale e burocratico in modo da permettere a chiunque di poter gestire la propria contabilità senza la necessità di ricorrere, obtorto collo, ad un commercialista. Per cui, il reddito si calcolerà così: “Entrate meno Uscite (tutte), sulla rimanenza si paga la percentuale prevista dalla tassa piatta;
4- Abolizione di ogni imposta indiretta afferente carte bollate, timbri e stampiglie varie.
5- Nessuna patrimoniale è ammissibile sulla prima casa.
6- Introduzione del principio che divide il potere di spendere da quello di tassare. Come in Svizzera, ogni proposta fiscale potrà essere proposta dai diversi di livelli di governo, ma solo i cittadini con referendum (senza quorum) decideranno se la gabella va applicata.
Questa riforma va approvata il primo mese e applicata a partire da gennaio 2015. Qualora ciò non accadesse chiunque ha il diritto di evadere le tasse.
UNA DIETA PALEOLITICA PER LO STATO
1- Riduzione – entro due anni – del 50% del debito pubblico vendendo tutto ciò che è vendibile e di proprietà dello Stato (immobili e società).
Licenziamento di 2,5 milioni di dipendenti pubblici – anche qui entro i primi due anni di governo – con un anno di preavviso per le persone toccate dal provvedimento. Tutti coloro che smetteranno di lavorare per lo Stato (ente pubblico in genere), potranno reinserirsi nel mercato del lavoro usufruendo di notevoli agevolazioni fiscali: per 5 anni non pagheranno alcuna imposta sul reddito; per i 5 anni successivi pagheranno una flat tax del 5%.
Abolizione graduale di tutti i sussidi, partendo da quelli alle aziende e alle associazioni di volontariato (altrimenti non sarebbero tali).
Verrà introdotto nella Costituzione il diritto all’autodeterminazione e l’uso dello strumento referendario per esercitare tale diritto.
2- La sovranità monetaria spetta e appartiene direttamente al popolo senza alcuna intermediazione istituzionale. I diritti di proprietà sul denaro godono della massima tutela e protezione. Allo Stato è fatto totale divieto di interferire nel sistema bancario e monetario.
3- Abolizione dei diritti acquisiti (in merito a quel che concerne pensioni, rendite, privilegi, altro di derivazione pubblica).
4- Ricalcolo delle pensioni pubbliche con introduzione del minimo vitale.
5- Ristrutturazione del debito pubblico.
6- Divieto assoluto per gli enti pubblici di qualsiasi grado di contrarre nuovo debito pubblico.
7- Abolizione del “ruolo” dell’ente pubblico.
8- Pacificazione fiscale: Visti i conti dello Stato e degli altri enti pubblici, si rende necessario un condono tombale, grazie al quale – e solo aderendovi – le persone fisiche e giuridiche acquisiscono il diritto ad accedere al nuovo sistema fiscale. Tutti gli introiti saranno utilizzati per abbattere il debito pubblico.
IL FUTURO E’ MIO E LO DECIDO IO
Riforma del sistema pensionistico, che verrà totalmente privatizzato sul modello di quello cileno. Abolizione del sostituto d’imposta.
Non ho altro da aggiungere. Rimango in attesa di essere convocato a Montecitorio dal premier in pectore. Nel frattempo… evito di farmi fare bonifici dall’estero e, visto che Sanremo impazza, dedicherei all’ex sindaco di Firenze un aforisma del grande De Andrè: “Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni”.