Non si può generare o creare lavoro e ricchezza stampando moneta a piacimento e nemmeno pagare i debiti privati o pubblici.Chi lo facesse sarebbe solo un falsario, un ladro, sia esso un qualsiasi cittadino o uno stato.
La ricchezza si crea solo con il lavoro e il lavoro si crea solo con la libertà, l'intelligenza, la volontà, l'impegno, l'investimento, l'impresa.
I debiti si pagano solo con il lavoro, la ricchezza e il risparmio e non stampando moneta a piacimento.
Stampare moneta non rende ricchiDi leonardofaccoeditore
https://www.movimentolibertario.com/201 ... nde-ricchi Continuo a leggere articoli in cui si parla di banche centrali, come la FED americana, che “stampano moneta”.
Ogni volta che leggo sta “cosa”, della “moneta” che viene “stampata”, mi viene un certo senso di irritazione che non riesco ad ignorare.
Il motivo è che seppure ormai di uso assolutamente comune a praticamente tutti, il verbo “stampare”, con oggetto “moneta”… non ha senso!
È come dire stampare “oro”, ovvero produrre “oro” con una stampante… si può? no, per cui non ha senso.
Ciò che si stampa sono, sempre e soltanto, le “banco-note” (le note del banco), cioè dei “biglietti”, che, di per sè, a differenza dell’oro, non hanno alcun valore.
Le banconote, sono una delle “forme” della “valuta” (le altre forme, sono le “monete metalliche prive di valore intrinseco”, e le scritture contabili, anche se digitali) e NON SONO, in nessun modo “moneta”.
Qualcuno potrà alzare le spalle e ritenere che io stia a fare il pignolo su distinzioni irrilevanti perchè tanto è “ovvio” che quando si dice “stampare moneta” si intende la stampa delle banconote.
Sì, è “ovvio”… il problema però è che se quando dici “moneta” intendi le banconote… che parola usi per intendere la “moneta” VERA, quella che è fatta di beni materiali come, per esempio, l’oro.
Questa “confusione” tra “moneta” e “valuta”, che io qui denuncio per l’ennesima volta, porta veramente a perdere completamente la possibilità di “capire” da dove deriva il “valore” delle banconote, della “valuta”, e di come si formano “i prezzi”.
Cerco di rendere evidente il “problema” con un semplice esempio.
Tutti sanno e dicono che se si stampa valuta (banconote) si crea svalutazione (infatti, svalutazione, non smonetizzazione), che significa “perdita di VALORE” delle banconote per aumento dei “prezzi”.
Ma com’è che avviene sta “cosa” della “svalutazione” e perchè?
Ecco l’esempio:
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Tizio produce bicchieri, ne ha fatti dieci e li vende a 5 Euro… con 5 Euro si può comprare 1 panino da Caio, quindi sa che con quei 10 bicchieri si può comprare 10 panini.
Caio sa che con i 5 Euro che Tizio gli dà per comprare i suoi panini, si può comprare un bicchiere… quindi, ogni volta che vuole un bicchiere, fa un panino da vendere a Tizio. Caio fa 10 panini, perchè vuole dieci bicchieri.
Improvvisamente… la banca centrale decide di stampare 100 Euro, e li dà a Sempronio.
Sempronio va da Caio e si vuole comprare 10 panini.
Anche Tizio va da Caio con 100 Euro, e si vuole comprare 10 panini.
Caio però ha dieci panini in tutto e, per accontentare entrambi i clienti, li mette in vendita a 10Euro all’uno, invece che a 5, così entrambi i clienti ottengono 5 panini e non c’è disparità di trattamento tra un cliente e l’altro.
Il giorno dopo Caio va da Tizio a comprare un bicchiere e gli vuole dare 5 Euro; altolà dice Caio, eravamo sempre d’accordo che un tuo panino vale come un mio bicchiere… ieri mi hai chiesto 10Euro per un tuo panino, ed ora vuoi un bicchiere per 5 Euro? Mi spiace, ma da oggi anche i miei bicchieri costano 10 Euro l’uno; sennò, come faccio a comprare gli stessi panini di prima?
Il sig. Rossi, non lavora più da tempo, ha però una pensione, di 300 Euro al mese.
Era abituato a mangiare due panini al giorno… ma da quando i prezzi sono aumentati… ne riesce a comprare solo uno… la metà di prima.
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Fine dell’esempio
Morale: stampando banconote, il prezzi aumentano perchè i BENI ESISTENTI sul mercato rimangono invariati ma l’aumento delle unità di valuta disponibili, dovuto alle nuove banconote immesse sul mercato, crea maggiore domanda di beni.
Ma, a prezzi aumentati, con lo stesso numero di unità di valuta ci si compra MENO DI PRIMA; ciò significa che le unità di valuta, hanno “PERSO VALORE”.
Domanda: ma se stampare banconote fa perdere valore alla valuta… allora bruciare banconote ne fa aumentare il valore?
Risposta: Sì
Allora converrebbe bruciarle, così, a parità di stipendi e di risparmi, si comprerebbero più cose, no?
il problema è che la stampa delle banconote ha fatto scontento il Sig. Rossi che si compra la metà di quello che comprava prima, ma ha fatto contento il Sig. Sempronio che si è comprato 5 panini, che gli sono stati praticamente regalati dalla Banca Centrale… ovvero, la Banca Centrale, stampando valuta, ha impoverito il Sig. Rossi, per arricchire il Sig. Sempronio.
La stampa di valuta, infatti, non “arricchisce” il mercato, non apporta nuovi beni sul mercato (nuovi panini, nuovi bicchieri), ma incrementa la domanda di beni.
Chi crede che stampando banconote, si possa comprare “di più” (o che si possa estinguere debiti senza conseguenze sui prezzi!)… sbaglia alla grande. I beni sul mercato rimangono sempre quelli (in un dato momento) e non dipendono dal numero di banconote (unità di valuta) immesse nel mercato.
Ora… cosa c’entra tutto quanto sopra con la distinzione tra “moneta” e “valuta”.
C’entra in questo senso.
Se fosse vero che la Banca centrale stampasse “moneta”, allora per ogni banconota stampata e distribuita, PRODURREBBE ANCHE L’EQUIVALENTE NUMERO DI PANINI E BICCHIERI.
Capito?
Cioè, la MONETA è FATTA CON I BENI (le monete d’oro, erano e sono infatti “moneta”, in quando sono un “bene” esse stesse, in quanto hanno un loro VALORE intrinseco)… la VALUTA è fatta con qualsiasi cosa che “non vale”.
Stampare MONETA significherebbe immettere “beni”, “oggetti di valore”, sul mercato; stampare VALUTA significa solo aumentare le unità di valuta in circolazione le quali, quindi, competendo tutte assieme per l’acquisto della stessa quantità di beni, si troveranno a essere “diluite” e perdere di “valore unitario”… cioè si svaluta.
Questa distinzione è fondamentale per tenere presente che nel rapporto tra stampa di valuta, e prezzi, in mezzo c’è la “moneta”, ovvero “i beni”.
Dirò di più.
L’esempio sopra riportato non spiega come si sono formati i prezzi quali 5Euro per un bicchiere e 5 per un panino.
Perchè 5 e non 10 o non 2?
La risposta è “in breve”: perchè solo “una parte” dei “beni” sul mercato costituiscono “moneta” e su quella parte, dato il suo “valore”, le “banconote”, traggono il loro valore, da cui derivano i “prezzi”.
I beni che costituiscono “moneta” sono quelli che stanno “al banco”, quello stesso “banco” che ha emesso le prime “banco-note” dalle quali prime banconote derivano i primi prezzi.
Quindi, la valuta anche nella forma di banco-note, trae valore dalla moneta che è costituita dai beni che stanno al banco, sulla base del valore della valuta si formano i prezzi; variando il numero di unità di valuta senza una corrispondente variazione di beni moneta, si ottiene una variazione dei prezzi.
Quindi, conclusione… se si dice che si stampa moneta… come fai poi a spiegare che la moneta è fatta di beni e non di banconote e che le banconote prendono il valore dalla moneta!?
Boh!
Hal Ex