Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:21 am

Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria-miti e realtà
viewtopic.php?f=94&t=2817


Sono solo i falsari che stampano moneta a piacimento per pagare il loro debiti e fare nuove spese.
La moneta, in realtà, non si crea dal nulla e quella che viene chiamata impropriamente "moneta creata dal nulla" non viene creata a piacimento e messa a credito ma viene prodotta quando manca alla massa monetaria necessaria (alla sana finanza dell'economia di mercato) e viene contabilizzata come prestito da restituire a scadenza e su cui pagare gli interessi.
I falsari che stampano moneta e usano moneta falsa o creata dal nulla sensa contabilizzarla a debito ma mettendola all'attivo senza restituirla e senza pagare interessi, di fatto rubano valore e potere di acquisto e di cambio alla moneta vera posseduta dagli altri.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:22 am

Creare moneta dal nulla: realtà e convenzione.
La BCE come tutte le banche centrali non producono e vendono moneta ma la producono per sostituire quella vecchia e degradata quando necessario e per prestarne di nuova quando richiesto dai bisogni del mercato.

In realtà nessuna moneta è creata dal nulla, nemmeno i falsari emettono moneta dal nulla. La stampa di moneta è un lavoro e non significa emettere moneta dal nulla anche se si usa dire "creare moneta dal nulla".
Emettere moneta non è un gioco di prestigio che crea denaro dal nulla ma un'operazione complessa che richiede un'autorità politica, un istituto di emissione e controllo, una impresa produttiva per la produzione e la distribuzione.

La BCE è una Banca Centrale e tra le funzioni di servizio delle BC vi è quella di emettere moneta per il "mercato" dove agiscono tutti gli operatori economico/finanziari: cittadini, imprese, banche, stati.
https://it.wikipedia.org/wiki/Banca_centrale
La maggior parte dei Paesi al mondo ha un'emissione centralizzata di moneta ovvero un solo istituto che ha il monopolio legale della coniazione di monete e stampa di banconote, mentre è ammessa una pluralità di istituti di credito. A tale istituto sono riconosciuti: indipendenza e autonomia, monopolio legale dell'emissione, controllo centralizzato della base monetaria.

La BCE come tutte le banche centrali non vende moneta, fornisce solo il servizio di produrre moneta nuova stampandola e la distribuisce sostituendo quella vecchia e degradata che viene distrutta e prestando quella nuova al mercato che viene contabilizzata a debito tra le passività e non nei ricavi e nemmeno va a costituire il patrimonio della banca;
quello che ricava sono solo gli interessi che servono a pagare le spese del servizio e ciò che resta come utile viene distribuito alle Banche Centrali dei vari stati e da queste, detratte le loro spese, al tesoro dei governi.


Sul signoraggio e sulla Banca Centrale che produce moneta
https://digilander.libero.it/togiga/signoraggio.pdf

1.2 Perché è una definizione errata
Ogni anno la Banca d'Italia emette banconote per oltre 10 miliardi di euro. Se le vendesse nel conto economico troveremmo la voce “ricavi da vendita di banconote” per un importo pari a oltre 10 miliardi di euro.
Ma non c'è nulla di tutto ciò, perché la Banca d'Italia non vende moneta (e neppure la BCE o la FED).
Inoltre è bene osservare che da un punto di vista contabile la moneta è registrata tra le passività dello stato patrimoniale. Chi conosce la contabilità sa che la contropartita di qualcosa registrato in avere deve stare in dare. Ma in dare non troviamo i ricavi: possiamo escludere che l'emissione di banconote comporti una qualche forma di ricavo.
Se poi, per assurdo, esistessero ricavi per la cessione di banconote, nei bilanci delle banche ordinarie dovremmo trovare i costi per l'acquisto delle stesse. Che ovviamente non esistono.
Inoltre se la Banca vendesse le banconote, non aumenterebbe mai la quantità di moneta che circola nell'economia: la Banca venderebbe una banconota da 50 € incassando 50 €. Si immetterebbe e si ritirerebbe la stessa quantità di moneta, rendendo inutile la Banca Centrale.

13.2 La Banca Centrale crea moneta dal nulla
(come si usa convenzionalmente dire intendendo con ciò che la moneta non proviene da risparmio esistente ma da nuova produzione monetaria messa in circolo quando necessario)

La Banca Centrale, come sappiamo, emette moneta inconvertibile: l'oro e i metalli preziosi in genere sono beni scarsi. La rivoluzione industriale ha reso indispensabile la creazione di moneta inconvertibile: “
l'impennata dello sviluppo economico ... ripropose nell'Europa del XIX secolo un problema di scarsità monetaria” problema risolto dagli istituti di emissione che diffondendo “diverse forme di moneta cartacea alleviarono la domanda di mezzi di scambio”.
Solo in questo modo la Banca Centrale può regolare la base monetaria e, di conseguenza, i tassi di interesse e, indirettamente, l'offerta di moneta da parte del sistema bancario.
Perché le Banche Centrali emettono nuova moneta?
Le banche raccolgono il risparmio dei cittadini e lo usano per finanziare produzione, investimenti e consumi. Se questi aumentano, cresce la domanda di capitali. Se non aumenta nella stessa misura la disponibilità di risparmio, e quindi l'offerta di capitali, può aumentare il tasso di interesse, mentre una parte della domanda può restare insoddisfatta (razionamento del credito).
Serve allora un aumento dell'offerta, possibile solo tramite l'emissione di nuova moneta da parte della Banca Centrale.
Si tratta -e non può che essere così- di moneta creata dal nulla (cioè non da risparmio esistente). Se fossero disponibili capitali inutilizzati, si ricorrerebbe ad essi.
La moneta creata dalla Banca Centrale si chiama base monetaria. Un euro di base monetaria ricevuto dalla banca ordinaria si trasforma, grazie al meccanismo del moltiplicatore monetario (si veda il par. 3.2), in diversi euro di prestiti bancari.
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:22 am

Questo è un ottimo documento sintetico per schiarirsi le idee sul signoraggio e sulla Banca Centrale che produce moneta
https://digilander.libero.it/togiga/signoraggio.pdf
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:23 am

Non si può generare o creare lavoro e ricchezza stampando moneta a piacimento e nemmeno pagare i debiti privati o pubblici.

Chi lo facesse sarebbe solo un falsario, un ladro, sia esso un qualsiasi cittadino o uno stato.
La ricchezza si crea solo con il lavoro e il lavoro si crea solo con la libertà, l'intelligenza, la volontà, l'impegno, l'investimento, l'impresa.
I debiti si pagano solo con il lavoro, la ricchezza e il risparmio e non stampando moneta a piacimento.


Stampare moneta non rende ricchi
Di leonardofaccoeditore

https://www.movimentolibertario.com/201 ... nde-ricchi

Continuo a leggere articoli in cui si parla di banche centrali, come la FED americana, che “stampano moneta”.
Ogni volta che leggo sta “cosa”, della “moneta” che viene “stampata”, mi viene un certo senso di irritazione che non riesco ad ignorare.
Il motivo è che seppure ormai di uso assolutamente comune a praticamente tutti, il verbo “stampare”, con oggetto “moneta”… non ha senso!
È come dire stampare “oro”, ovvero produrre “oro” con una stampante… si può? no, per cui non ha senso.
Ciò che si stampa sono, sempre e soltanto, le “banco-note” (le note del banco), cioè dei “biglietti”, che, di per sè, a differenza dell’oro, non hanno alcun valore.
Le banconote, sono una delle “forme” della “valuta” (le altre forme, sono le “monete metalliche prive di valore intrinseco”, e le scritture contabili, anche se digitali) e NON SONO, in nessun modo “moneta”.
Qualcuno potrà alzare le spalle e ritenere che io stia a fare il pignolo su distinzioni irrilevanti perchè tanto è “ovvio” che quando si dice “stampare moneta” si intende la stampa delle banconote.
Sì, è “ovvio”… il problema però è che se quando dici “moneta” intendi le banconote… che parola usi per intendere la “moneta” VERA, quella che è fatta di beni materiali come, per esempio, l’oro.
Questa “confusione” tra “moneta” e “valuta”, che io qui denuncio per l’ennesima volta, porta veramente a perdere completamente la possibilità di “capire” da dove deriva il “valore” delle banconote, della “valuta”, e di come si formano “i prezzi”.
Cerco di rendere evidente il “problema” con un semplice esempio.
Tutti sanno e dicono che se si stampa valuta (banconote) si crea svalutazione (infatti, svalutazione, non smonetizzazione), che significa “perdita di VALORE” delle banconote per aumento dei “prezzi”.
Ma com’è che avviene sta “cosa” della “svalutazione” e perchè?
Ecco l’esempio:
————————
Tizio produce bicchieri, ne ha fatti dieci e li vende a 5 Euro… con 5 Euro si può comprare 1 panino da Caio, quindi sa che con quei 10 bicchieri si può comprare 10 panini.
Caio sa che con i 5 Euro che Tizio gli dà per comprare i suoi panini, si può comprare un bicchiere… quindi, ogni volta che vuole un bicchiere, fa un panino da vendere a Tizio. Caio fa 10 panini, perchè vuole dieci bicchieri.
Improvvisamente… la banca centrale decide di stampare 100 Euro, e li dà a Sempronio.
Sempronio va da Caio e si vuole comprare 10 panini.
Anche Tizio va da Caio con 100 Euro, e si vuole comprare 10 panini.
Caio però ha dieci panini in tutto e, per accontentare entrambi i clienti, li mette in vendita a 10Euro all’uno, invece che a 5, così entrambi i clienti ottengono 5 panini e non c’è disparità di trattamento tra un cliente e l’altro.
Il giorno dopo Caio va da Tizio a comprare un bicchiere e gli vuole dare 5 Euro; altolà dice Caio, eravamo sempre d’accordo che un tuo panino vale come un mio bicchiere… ieri mi hai chiesto 10Euro per un tuo panino, ed ora vuoi un bicchiere per 5 Euro? Mi spiace, ma da oggi anche i miei bicchieri costano 10 Euro l’uno; sennò, come faccio a comprare gli stessi panini di prima?
Il sig. Rossi, non lavora più da tempo, ha però una pensione, di 300 Euro al mese.
Era abituato a mangiare due panini al giorno… ma da quando i prezzi sono aumentati… ne riesce a comprare solo uno… la metà di prima.
————————
Fine dell’esempio

Morale: stampando banconote, il prezzi aumentano perchè i BENI ESISTENTI sul mercato rimangono invariati ma l’aumento delle unità di valuta disponibili, dovuto alle nuove banconote immesse sul mercato, crea maggiore domanda di beni.
Ma, a prezzi aumentati, con lo stesso numero di unità di valuta ci si compra MENO DI PRIMA; ciò significa che le unità di valuta, hanno “PERSO VALORE”.

Domanda: ma se stampare banconote fa perdere valore alla valuta… allora bruciare banconote ne fa aumentare il valore?
Risposta: Sì

Allora converrebbe bruciarle, così, a parità di stipendi e di risparmi, si comprerebbero più cose, no?
il problema è che la stampa delle banconote ha fatto scontento il Sig. Rossi che si compra la metà di quello che comprava prima, ma ha fatto contento il Sig. Sempronio che si è comprato 5 panini, che gli sono stati praticamente regalati dalla Banca Centrale… ovvero, la Banca Centrale, stampando valuta, ha impoverito il Sig. Rossi, per arricchire il Sig. Sempronio.
La stampa di valuta, infatti, non “arricchisce” il mercato, non apporta nuovi beni sul mercato (nuovi panini, nuovi bicchieri), ma incrementa la domanda di beni.

Chi crede che stampando banconote, si possa comprare “di più” (o che si possa estinguere debiti senza conseguenze sui prezzi!)… sbaglia alla grande. I beni sul mercato rimangono sempre quelli (in un dato momento) e non dipendono dal numero di banconote (unità di valuta) immesse nel mercato.

Ora… cosa c’entra tutto quanto sopra con la distinzione tra “moneta” e “valuta”.
C’entra in questo senso.
Se fosse vero che la Banca centrale stampasse “moneta”, allora per ogni banconota stampata e distribuita, PRODURREBBE ANCHE L’EQUIVALENTE NUMERO DI PANINI E BICCHIERI.
Capito?

Cioè, la MONETA è FATTA CON I BENI (le monete d’oro, erano e sono infatti “moneta”, in quando sono un “bene” esse stesse, in quanto hanno un loro VALORE intrinseco)… la VALUTA è fatta con qualsiasi cosa che “non vale”.

Stampare MONETA significherebbe immettere “beni”, “oggetti di valore”, sul mercato; stampare VALUTA significa solo aumentare le unità di valuta in circolazione le quali, quindi, competendo tutte assieme per l’acquisto della stessa quantità di beni, si troveranno a essere “diluite” e perdere di “valore unitario”… cioè si svaluta.

Questa distinzione è fondamentale per tenere presente che nel rapporto tra stampa di valuta, e prezzi, in mezzo c’è la “moneta”, ovvero “i beni”.

Dirò di più.
L’esempio sopra riportato non spiega come si sono formati i prezzi quali 5Euro per un bicchiere e 5 per un panino.
Perchè 5 e non 10 o non 2?
La risposta è “in breve”: perchè solo “una parte” dei “beni” sul mercato costituiscono “moneta” e su quella parte, dato il suo “valore”, le “banconote”, traggono il loro valore, da cui derivano i “prezzi”.
I beni che costituiscono “moneta” sono quelli che stanno “al banco”, quello stesso “banco” che ha emesso le prime “banco-note” dalle quali prime banconote derivano i primi prezzi.
Quindi, la valuta anche nella forma di banco-note, trae valore dalla moneta che è costituita dai beni che stanno al banco, sulla base del valore della valuta si formano i prezzi; variando il numero di unità di valuta senza una corrispondente variazione di beni moneta, si ottiene una variazione dei prezzi.

Quindi, conclusione… se si dice che si stampa moneta… come fai poi a spiegare che la moneta è fatta di beni e non di banconote e che le banconote prendono il valore dalla moneta!?

Boh!

Hal Ex
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:24 am

.
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:27 am

Moneta, schei, battere moneta e sovranità monetaria
viewtopic.php?f=94&t=222
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 8:31 am

Il falso mito della sovranità monetaria
viewtopic.php?f=94&t=2490

Ensemense o idiozie
???
La Grande Truffa - Sovranità Monetaria - Debito Pubblico - Signoraggio
https://www.youtube.com/watch?v=y2bzdAnrtaU

L'Euro e la Sovranità Monetaria
https://www.youtube.com/watch?v=LGx6jPcCxSk

A.Farinella MMT: Cos'è il denaro e la Sovranità Monetaria
https://www.youtube.com/watch?v=Zd_eq_rSruA

Paolo Barnard: Il Debito Pubblico NON ESISTE !!
https://www.youtube.com/watch?v=gbHCrmXmotE

Paolo Barnard: Cosa succede se torniamo alla lira
https://www.youtube.com/watch?v=IUVXJDKy5D8

Margot Rendall parla di Modern Money Theory e Paolo Barnard sulla tv pubblica italiana
https://www.youtube.com/watch?v=wX8PSKcEZ4E
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » mer dic 19, 2018 9:07 am

Il debito pubblico italiano - una mostruosità mondiale
viewtopic.php?f=94&t=2812

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
viewtopic.php?f=22&t=2587
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 6:51 pm

In lavorazione

Le banche che creano moneta sonante, cartamoneta e moneta virtuale o elettronica non la vendono ma la prestano a tutti gli operatori/attori economici e finanziari che costituiscono il mercato:
stato o istituzioni pubbliche, banche commerciali, imprese, cittadini/consumatori
tutti costoro ricevono la moneta che guadagnano o ricavano con le loro attività (lo stato presta servizi in forma di monopolio e ricava tasse, tributi e diritti) o da quella accantonata nel risparmio o quella che chiedono in prestito e garantita da beni mobili o immobili.

La BCE che come tutte le banche centrali produce ed emette moteta e cartamoneta detta "moneta legale o fiat" per dotare il mercato della massa monetaria liquida che gli è necessaria per le sue transazioni; e la immette attraverso il prestito alle banche commerciali e acquistando titoli di Stato ........;


Moneta legale
https://it.wikipedia.org/wiki/Moneta_legale
Per moneta legale (o moneta a corso legale o, ancora, moneta fiat) si intende uno strumento di pagamento non coperto da riserve di altri materiali (ad esempio: riserve auree), e quindi privo di valore intrinseco (anche indiretto).
La moneta legale (tipicamente sotto forma di banconote, ma anche sotto forma di monete in metallo non prezioso) ha un valore grazie al fatto che esiste un'autorità (lo Stato) che agisce come se avesse questo valore. Se un'organizzazione abbastanza grande (ovvero una collettività) emette, usa e accetta qualcosa come pagamento, automaticamente quel qualcosa acquisisce valore, dato che è riconosciuto come mezzo di scambio.

e le banche commerciali che trattano la moneta creata dalla Banca Centrale e scambiata dai vari operatori economici; producono solo moneta virtuale o elettronica quando concedono prestiti, in una quantità limitata e proporzionata alle sue riserve frazionarie ...
https://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_frazionaria

moneta che si estingue man mano che il debito viene pagato;
qualora il debito non venisse pagato dal creditore la banca è tenuta a risponderne con il suo patrimonio:


https://it.wikipedia.org/wiki/Crediti_deteriorati
Queste posizioni in perdita devono essere integralmente* coperte dalle aziende di credito (*il tasso di copertura varia in base alla categoria, alle garanzie e alle indicazioni dell'autorità di vigilanza). Esse possono essere risolte direttamente o le posizioni possono essere cedute a prezzi di saldo, solitamente lotti numerosi a fronte di denaro liquido, a società che studiano la composizione del portafoglio e valutano le probabilità (centile) di riscossione dei crediti deteriorati sulla base delle informazioni commerciali dei soggetti debitori (fallimento, insolvenza senza fallimento, ritardo nei pagamenti)


Come si crea moneta e il ruolo della banche commerciali nel sistema monetario moderno
14 luglio 2017

https://www.familybanker.it/blog/come-si-crea-moneta

Le banche centrali hanno svolto un ruolo essenziale durante la crisi e grazie agli interventi di politica monetaria sono riuscite a rianimare un mercato finanziario che nel 2008 era molto vicino al collasso. Dal lancio dei vari piani di acquisto di titoli finanziari - ribattezzati con il termine “Quantitative easing” - il perimetro di gioco delle banche centrali è drasticamente cambiato, specialmente nel meccanismo di creazione del credito o di moneta in tutte le sue forme.

Partiamo dalla definizione: che cosa è la moneta per le banche centrali?
Il ruolo della moneta è cambiato nel tempo. Nei sistemi monetari moderni, la moneta di per sé non ha nessun valore intrinseco, ma il suo valore dipende dalla fiducia che gli agenti economici le attribuiscono come mezzo di scambio per beni e servizi. Nel momento in cui viene meno questa fiducia, la moneta perde valore e viene sempre meno accettata come mezzo di scambio. La banche centrali hanno il privilegio di essere le uniche istituzioni a poter legalmente emettere moneta, e ne monitorano l’evoluzione attraverso i cosiddetti aggregati monetari (definiti spesso con le sigle M1, M2 e M3):

...

Nei sistemi moderni, la moneta è costituita per lo più da depositi bancari: circa l’85% di quello che la BCE definisce come moneta assume la forma di depositi bancari, dove i depositi a vista (ovvero i depositi immediatamente convertibili in contante) sono la parte più cospicua. Al contrario, per quanto la moneta fisica abbia un peso rilevante nella nostra vita quotidiana, le banconote e le monete rappresentano solo il 9,5% della massa monetaria complessiva.

Chi detiene tutti questi depositi? Il ruolo della banche commerciali.
Di solito il reddito di un impresa o di un individuo viene conservato in un conto corrente sotto forma di registrazione informatica (o moneta elettronica), oppure in un deposito su un conto a risparmio. Tali registrazioni contabili, vengono gestite dalla banche commerciali che, gestendo i rapporti di credito e debito tra gli attori economici (famiglie, imprese, istituzioni pubbliche), diventano in questo modo i custodi della moneta in tutte le sue forme.
Per le banche commerciali questi depositi sono dei debiti (o passivo), che nella vita reale utilizzano per svolgere un sacco di operazioni. Cosa succede ad esempio a livello contabile quando una banca commerciale decide di concedervi un prestito? Ecco che la banca addebita i soldi sul vostro conto corrente e crea un nuovo deposito. E se riprendiamo la definizione di moneta, ecco che la banca ha creato in questo modo della “nuova” moneta.
Il nuovo debito, ovviamente, non è un regalo per cui verrà chiesto di restituire i soldi con l’aggiunta di una quota determinata dal tasso d’interesse. Perciò se da un lato il nuovo deposito è un debito, tale debito è compensato da un credito nei vostri confronti. Per voi invece, il mutuo è un aumento del conto corrente, ma allo stesso tempo è un debito nei confronti della banca.

Da questo schema (semplificato) si dovrebbero evincere tre caratteristiche fondamentali del sistema monetario moderno:
1. Le banche commerciali creano moneta ogni volta che concedono un “nuovo” prestito;
2. La moneta viene distrutta ogni volta che il debito viene restituito;
3. Dal momento che le banche guadagnano ogni volta che concedono un prestito, dovrebbero avere tutto l’interesse a concedere dei prestiti. Quando non lo fanno è perché c’è qualcosa che non va (non possono, non vogliono o perché non sono in grado).

Contrariamente a quanto comunemente si pensi, le banche centrali non possono creare moneta perché non hanno come passività (o debito) i depositi, ma le riserve delle banche commerciali. Inoltre, nei Paesi sviluppati, le banche centrali cercano di controllare le “riserve” facendo leva sui tassi d’interesse. Quando le banche commerciali chiedono alle banche centrali un finanziamento lo fanno per il brevissimo termine, fornendo sempre una garanzia e facendo leva sulle riserve della banca centrale. Ma la moneta creata (o le riserve) dalla Banca Centrale, non arriva nelle tasche di famiglie o imprese, ma viene accreditata nei conti delle banche commerciali, che si spera possa essere riversata nell’economia reale. Purtroppo, nei sistemi moderni, in nessun caso la quantità di riserva condiziona la capacità della banche commerciali di prestare denaro all’economia reale.

In questo modo, le banche centrali non “stampano mai veramente moneta”, ma cercano di lavorare sul costo del denaro per incentivare le banche commerciali a prestare denaro quando c’è qualcosa che blocca la normale creazione di moneta.
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Re: Moneta, produzione di moneta e sovranità monetaria

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 6:52 pm

???

MONETA FIAT È UN SINONIMO DI DISPOTISMO
DI WENDY MCELROY*
agosto 2017

https://www.movimentolibertario.com/201 ... dispotismo

“Fiat” è il denaro senza alcun valore intrinseco, al di là di quanto un governo che lo emette sia in grado di assicurarne il valore stesso. Quando si ha a disposizione un monopolio come quello sulla valuta, l’utilizzo di un decreto per l’emissione monetaria (fiat, dal latino “sia fatta”, NdT) trasforma inevitabilmente le funzioni della libera circolazione del denaro, rovesciandole.

Invece di essere una riserva di valore, la moneta diventa uno strumento di saccheggio attraverso politiche monetarie di alleggerimento quantitativo. Anziché fungere da lubrificante sociale come mezzo di scambio, la moneta opera come un potente strumento di controllo sociale. Quest’ultimo aspetto è molto meno frequentemente trattato rispetto all’inflazione, cionondimeno è devastante. Le libertà individuali che conosciamo come “libertà civili” si basano su una moneta sonante.

Nel suo esemplare volume Teoria della Moneta e del Credito (1912), l’economista austriaco Ludwig von Mises sostiene:

“È impossibile cogliere il senso dell’idea di moneta sonante se non ci si rende conto che questa è stata concepita come strumento per la protezione delle libertà civili contro le incursioni dispotiche da parte dei governi. Ideologicamente, appartiene alla stessa classe delle istituzioni politiche e delle carte dei diritti”.

Sorprendentemente, la soluzione migliore ai danni causati dalla moneta fiat, ossia consentire l’emissione privata di denaro che compete liberamente sul mercato, è spesso osteggiata persino dagli strenui difensori del libero mercato.

Ciò comporterebbe la rimozione di tutti i divieti, ad eccezione delle frodi, abbandonando i controlli monetari, le leggi sul corso forzoso e tutto il fabbisogno di relazioni a ciò destinate. A sua volta, tale sistema renderebbe superflua la Federal Reserve, dal momento che le persone sono lasciate libere di accettare qualsiasi moneta desiderino.

Nella sua inestimabile opera Cosa ha fatto il Governo ai nostri soldi?, l’economista austriaco Murray Rothbard affronta la strana riluttanza a prendere in considerazione le valute private:

“Numerose persone e molti economisti votati al libero mercato, si fermano davanti al denaro. Il denaro, insistono, è differente; questo deve essere fornito e regolato dal governo”.

(Nota: Tecnicamente, la moneta viene generata attraverso un cartello bancario sostenuto dal governo).

Gli storici disapprovano questa teoria. Prima che la Zecca degli Stati Uniti coniasse la sua prima moneta nel 1793, le 13 colonie erano sommerse da una gran varietà di monete, che comprendevano sia quelle private che quelle emesse dal governo. L’attuale realtà fiscale è contraria anche su questo. Il privatizzatore settario Martin Durkin definisce l’idea del governo di garantire la qualità del denaro “lo scherzo di più cattivo gusto nella storia economica. I governi hanno sempre derubato i loro cittadini svalutando la moneta ma questo abuso, negli ultimi anni, è esploso oltre ogni limite di decenza e di sanità mentale”.

Ma focalizzarsi sull’economia e sull’efficienza può far perder di vista la violazione delle tradizionali libertà civili correlata alla presenza di un monopolio valutario del genere.

Una motivazione chiave che faceva ritenere a Mises l’esistenza di una moneta sonante come necessaria per la protezione delle libertà civili è costituita dal fatto che essa pone limiti alla crescita del governo. Quando un governo stampa denaro senza i contenimenti imposti dalle valute concorrenti – persino se la “competizione” restrittiva discende da uno standard aureo – si ha come risultato una fuga in avanti della burocrazia. Le guerre vengono finanziate; anzi, è difficile persino immaginare gli orrori estesi della Seconda Guerra Mondiale senza il monopolio dei governi sulla valuta. Una stampante in funzione, al punto da diventare incandescente, è in grado di finanziare prigioni e funzionari delle forze dell’ordine, in costante ascesa, necessari per imporre uno stato di polizia.

Le inondazioni monetarie possono sostenere politiche impopolari come l’Obamacare o la Guerra alla Droga. Questo è il motivo per cui il governo si tiene ben stretto il suo monopolio. Nella Teoria della Moneta e del Credito, Mises osserva:

“Lo standard aureo non è crollato. I governi l’hanno abolito al fine di spianare la strada all’inflazione monetaria. L’intero triste apparato di oppressione e coercizione, poliziotti, guardie doganali, i tribunali penali, le prigioni, in alcuni paesi persino i carnefici, dovevano essere messi in atto, al fine di distruggere il gold standard”.

(Nota: Mises si riferisce alla “moneta sonante”, distinguendola dal denaro privato, ma rappresentanti entrambe forme di moneta che conservano la funzione di porre un pesante freno alle velleità espansive del governo).

Un altro metodo con cui un monopolio valutario minaccia le libertà civili consiste nel permettere al governo di controllare praticamente tutte le transazioni attraverso le istituzioni finanziarie, con le quali intrattiene dei legami strettissimi. La sorveglianza totale è un prerequisito per il controllo assoluto, che il governo vuole stabilire il più rapidamente possibile. Ad esempio, prima di costituire il Rapporto sulle Attività Sospette (Suspicious Activity Report, SAR) nel 1996 – una formula che gli istituti finanziari sottoposero al Tesoro degli Stati Uniti – le banche erano tenute a segnalare automaticamente ogni transazione oltre i 10.000 dollari. Adesso ogni attività ritenuta “sospetta” è contestabile.

Il monopolio semplifica un attacco feroce alla privacy ed è diventato una colonna portante dello stato americano di sorveglianza. Come libertario, Mark Hubbard ha dichiarato:

“La civilizzazione è un cammino verso la privacy, uno stato di polizia il suo contrario e la legislazione fiscale è diventata la legislazione del nuovo Grande Fratello”.

Gran parte del monitoraggio non è solo un bieco meccanismo per arraffare denaro ma è anche un tentativo di stanare e punire un comportamento ritenuto “inaccettabile”, come lo spaccio di sostanze stupefacenti o il dissenso politico. In effetti, è penalmente ingenuo credere che il governo non utilizzerà questa enorme mole di dati preziosi per bersagliare i suoi critici. Così facendo, gli individui vengono scoraggiati dal parlare. Controllare le informazioni, tuttavia, significa controllare la valuta. In caso contrario, chiunque potrebbe coniare monete d’oro nel bel mezzo della notte, distribuendole segretamente in libertà.

Similmente, un monopolio sulla moneta consente al governo di imporre politiche sociali che puniscono e controllano determinate categorie di persone. Per esempio, utilizzando la funzione delle banche come braccio del governo, queste si rifiuteranno di aprire dei conti intestati a persone senza un documento di riconoscimento e un codice fiscale. Così i “senza documenti” sono concretamente tagliati fuori dalla possibilità di operare quelle transazioni monetarie che fanno parte della vita quotidiana. Inversamente, la controcultura delle istituzioni finanziarie spesso richiede poco più di un nome utente e una password per depositare fondi. Non deve destare stupore, quindi, se alcuni politici stanno spingendo quelle agenzie come Bitcoin a fornire i loro dati, così da porli sotto il controllo del governo.

Il monopolio monetario è di vitale importanza sia per la nascita di uno stato di polizia, sia per vessare le libertà civili dei singoli individui. Nel sostenere un mercato libero delle valute, è importante rivendicare la superiorità morale, affermando e ribadendo ciò che dovrebbe essere ovvio: le libertà civili richiedono una moneta sonante. E nulla garantisce la qualità di un bene quanto la concorrenza.
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