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Hr - Lavoratori italiani del privato: presenti! Lo dice il Barometro europeo sull'assenteismo
di Rosanna Santonocito
7 settembre 2016
http://job24.ilsole24ore.com/news/Artic ... iew=Libero
Lavoratori italiani: presenti! Contro i più vieti stereotipi, l'Italia non è un Paese di assenteisti. Si sta più spesso a casa dall'ufficio in Francia, dove il tasso di assenze denunciato dai direttori delle risorse umane nelle aziende private è del 7%, o in Spagna e Portogallo, dov'è intorno al 6%. Il nostro 5,49% - un valore per di più stabile, diversamente da quelli dei Paesi citati, dove invece la propensione non "timbrare" il cartellino cresce - dovrebbe metterci al riparo dall'ironia dei vicini di confine. Ma anche dall' impatto economico delle defezioni dei dipendenti, che è notevole: un punto percentuale del tasso di assenteismo, dicono le stime, genera un costo che varia dallo 0,3% al 1,87% del totale della retribuzione. Vista dalla parte di chi lavora, il 41% dei dipendenti nel nostro Paese dichiara di essere stato sempre presente al lavoro nell'ultimo anno.
C'è un barometro che misura l'assenteismo, lo realizza da otto anni Ayming, gruppo internazionale di consulenza sulla business performance. Quest'anno, per la prima volta, la temperatura negli uffici è stata presa a livello europeo. Italia, Francia, Benelux, Regno Unito, Germania, Spagna e Portogallo i Paesi coinvolti nell'indagine nel mese di giugno. Il metodo: intervistare le due popolazioni interessate sui fronti opposti , ovvero i direttori HR (500 in totale, 118 quelli italiani) e oltre tremila dipendenti (operai, impiegati e quadri di cui 500 in Italia) di aziende private di tutte le dimensioni. L'obiettivo: tracciare un quadro del fenomeno che, secondo i promotori dello studio, rappresenta in primis «il sintomo di un rapporto di scarsa fiducia tra collaboratori e azienda», legando quindi il problema all' aspetto della motivazione dei dipendenti. Inoltre, capire come le Hr gestiscono entrambe le tematiche .
Che cos'è «assenteismo» e cosa no?
Innazitutto, che cosa si intende per assenteismo? Un ostacolo che emerge dall'analisi - e in qualche modo la limita - è la poca uniformità nella definizione, da parte degli Hr manager interpellati, del termine e delle tipologie di comportamento che dovrebbero rientrare sotto questa voce. Se infatti la maggior parte dei direttori HR a livello europeo afferma di misurare il tasso di assenteismo nella propria azienda - in Italia lo calcola il 74% , l'84% in Francia e l'82% in Portogallo - non esiste uno strumento comune : ogni singola realtà lo valuta secondo parametri propri e, purtroppo, i propri retaggi culturali. Quasi il 100% delle aziende italiane intervistate, per esempio, considera parte del fenomeno oltre alle assenze ingiustificate, anche quelle per malattia personale o professionale, gli incidenti sul lavoro/infortunio, ma anche il congedo per maternità o paternità.
La sindrome italiana del «presentismo»
Il fatto è che in Italia, lo spiegano i ricercatori, siamo un po' tutti vittime della sindrome del "presentismo", che fa sì che l'assenza del collaboratore venga percepita e valutata dall'azienda in modo negativo indipendentemente dalla motivazione. E sul versante dei dipendenti, in Italia si tende ad andare lo stesso in ufficio pur sapendo che la produttività per quel giorno sarà ridotta per paura di essere visti male, e considerati "fannulloni".
Comunque, i dipendenti europei richiesti quantificare la propria presenza sul posto di lavoro nell'ultimo anno si dichiarano in grande maggioranza "sempre presenti": così ha risposto il 72% degli interpellati. Gli inglesi che non stanno mai a casa dal lavoro, o almeno lo dichiarano, sarebbero addirittura l'86%, seguiti dagli olandesi con l'83%, dai tedeschi con l'80% e dagli spagnoli con il 79%. I francesi che nel 2015 non sono mai mancati sono il 71%. Qui va tenuto conto delle differenze nelle legislazioni sul lavoro e, anche qui, della diversa concezione di assenza nei diversi Paesi, intesa come "non recarsi sul posto di lavoro" e non solo "rimanere a casa". Alcuni, per esempio, ci fanno rientrare la frequenza di un corso di formazione al di fuori della sede, anche se la formazione è parte dell'attività lavorativa ed è organizzata dall'azienda.
Più scontenti, più assenti
La principale cause dell'assenza dal luogo di lavoro dichiarata dai dipendenti riguarda allo stato di salute individuale e dei familiari (45% delle assenze totali) . Seguono le motivazioni legate alla qualità della vita all'interno del contesto organizzativo, e i dati lo dimostrano.
Secondo Ayming, negli ambienti improntati alla collaborazione, dove c'è fiducia nei confronti del management e il riconoscimento delle persone é a tutti i livelli i, tassi di assenze sono inferiori. A livello europeo, i principali motivi per cui i dipendenti soddisfatti e coinvolti non si presentano in azienda sono il proprio stato di salute (25% del totale) e la situazione personale (13%). Il carico di lavoro (7%), l'insoddisfazione legata alla retribuzione (7%) o alla scarsa serenità dell'ambiente di lavoro (7%), registrano un'incidenza più limitata, contrariamente a quanto avviene per i collaboratori insoddisfatti.
Presenzialisti nelle Pmi
La propensione ad assentarsi dal lavoro, secondo i responsabili Hr, cambia in funzione della dimensione dell'organizzazione: si va da un tasso minimo dell'1,28% nelle piccole imprese tra 20 e 49 collaboratori - dove l'assenza di una persona ha un impatto maggiore sui processi aziendali e sulla programmazione del lavoro - al dato massimo dell'8,01% nelle grandi, che ne impegano dai 250 ai 499 . Il concetto che «se il mio lavoro non lo faccio io, non lo può fare nessun altro» appare come uno dei principali freni al fare assenze, anche per cause giustificate. Inoltre il dipendente di una piccola realtà, più coinvolto, si sente più responsabile dei risultati della propria organizzazione a prescindere dal suo ruolo in azienda.
Per il 56% degli HR manager italiani, il tasso di assenteismo nel 2015 è risultato stabile rispetto all'anno precedente,il 28% afferma che è diminuito e solo il 17% rileva un aumento. In Francia, ill 49% degli intervistati dichiara che il tasso di assenteismo è cresciuto nell'ultimo anno, il 24% che è diminuito e il 27% afferma che è stabile.
Le azioni per ridurre l'assenteismo
Che cosa si fa per contrastare il fenomeno? Alla domanda «Avete messo in atto qualche iniziativa per ridurre l'assenteismo?» il 49,4% dei direttori Hr italiani ha risposto negativamente, il 24,1% ha agito nell'anno in corso e il 26,3% lo farà in futuro. Chi ci ha provato, però, vede già i primi risultati: il 36% ha registrato una diminuzione delle percentuali dell'assenteismo, il 23% ha registrato un maggiore coinvolgimento dei propri dipendenti;, il 20 % ha ottenuto un miglioramento delle performance sociali ed economiche dell'impresa e il 14% ha registrato un aumento della collaborazione tra colleghi.
Perchè i programmi anti-assenza diano frutti ci vogliono l'appoggio della direzione (23%), il supporto dei dipendenti più motivati all'interno dell'azienda (20%) e il coinvolgimento dei rappresentanti sindacali (11%).