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SOVRANITA’ MONETARIA - COS’ E’ E PERCHE’ NON L’ ABBIAMO MAI AVUTA.03.01.2017
Per Scuola di Studi Giuridici Monetari “Giacinto Auriti”
Dott.ssa Sara Lapico
http://www.giacintoauriti.eu/notizie/15 ... taria.htmlConsiderata la grande confusione che vige sull’ argomento, ci corre l’ obbligo di chiarire il perché non abbiamo mai goduto di piena sovranita’ monetaria.
Né quando la moneta era d’ oro, né nella situazione italiana pre 81.
Per introdurre l ’ argomento giova muovere dalle premesse di filosofia del valore, come usava fare il Professore abruzzese.
Giacinto Auriti nelle sue preziose lezioni non mancava mai di evidenziare come, nella filosofia del valore, vi siano due grandi orientamenti.
La prima impone una scelta di tipo dualistico o aristotelico tomista, la seconda è una scelta di tipo hegeliano o monista.
Il primo orientamento porta a distinguere l’ oggetto dal soggetto, in modo da sottolineare il dominio dell’ uomo sullo strumento. Sicché in presenza di un tavolo affermeremmo : “questo sono io, quello è il tavolo”.
Nella seconda ipotesi invece l’ affermazione suonerebbe come : “io penso che questo sia un tavolo”. In una simile espressione si fa un atto di fede, in quanto è una mia decisione che determina l’ esistenza del tavolo. L’ oggetto cioè è reso immanente nel soggetto.
Orbene confondendo hegelianamente soggetto ed oggetto, si realizza il mito ovvero la personificazione dello strumento.
È chiaro che gli strumenti esistono per soddisfare un’ esigenza umana e, senza l’ uomo, essi non esisterebbero affatto.
La visione hegeliana confonde ribaltandola tale ordine dando origine al mito.
È cosi’ che si viene ad attribuire ad un oggetto caratteristiche umane.
Si pensi ad esempio all’ uso improprio del termine “moneta sovrana”. È chiaro che sovrano puo’ essere solo una persona, non certo uno strumento, eppure tale espressione è divenuta termine corrente.
Questa è una sottile strategia di dominio volta a ingannare il pensiero umano, a ridurre l’ io al non -io per arrivare a confondere il tuo col mio.
È cosi’ che nasce la societa’ senza contenuto umano il fantasma giuridico, nel quale non è dato sapere CHI godra’ i frutti di una certa attivita’.
Non a caso nascono le società per azioni, le societa’ anonime, lo Stato costituzionale ecc…
Cio’ che ne deriva è la spersonalizzazione della società, visione del tutto contrapposta rispetto alla nostra tradizione giuridica derivante dal diritto romano.
“societas sunt homines qui ibi sunt”
ovvero la società siamo noi, questa era l’ espressione dei glossatori romani.
Lo svuotamento di umanità ha reso labile, perché indeterminabile, il destinatario dell' interesse sociale.
La conseguenza è che i componenti delle varie società non sono piu’ i cittadini ma chi detiene il potere politico.
Tale strategia è estremamente perniciosa per il fatto che fa assurgere al primo posto lo strumento e al secondo l’ uomo, con la conseguenza di un ribaltamento dei valori, e dell’ esclusione dei cittadini dalla società. Tagliati fuori dai benefici sociali i cittadini diventano meri strumenti nelle mani delle elites.
Chi oggi non vede come sull’ altare del “sacrificio economico” tutto sia secondario? il nostro futuro, i nostri risparmi, la nostra serenità.
L’ etica è pertanto ridotta a derivato dell’ economia e il solo sacrificio ammesso è quello economico.
In questo modo non si realizza il servire ma il “servirsi”.
Argomentando che quando la moneta era d’ oro avevamo sovranità è errato. Come ben sappiamo infatti la rarita’ dell’ oro non era controllabile, e questo pone l’ essere umano a dipendere da un oggetto.
Situazione che ovviamente non è condivisibile.
È sempre l’ uomo a determinare l’ utilizzo dello strumento, è una questione ontologica.
Non ha senso alcuno porre l’ uomo in balia di uno strumento.
Questa è la grave deformazione di valori avvenuta con l’ idealismo tedesco.
Lo stesso si puo’ dire della situazione ante ’81.
È infatti incontrovertibile il fatto che il tesoro corrispondesse interessi a Bankitalia, ponendo lo stato italiano (fantasma giuridico) in sudditanza rispetto al sistema bancario.
Qui ne conveniamo vi era maggiore possibilità di dirigere le scelte politiche monetarie, ma pur sempre in un certo limite.
La sovranita’ era in capo allo Stato costituzionale, ente privo di contenuto umano.
Secondo la tradizione del nostro diritto romano la scelta corretta, sarebbe stata di individuare una persona umana investita della capacita’ di in PIENO DOMINIO dello strumento moneta.
Essere sovrani significa non fare dipendere da altri le proprie decisioni, non comprimere i propri diritti, in nome di una “stabilita” imposta da qualche fantasma.
Ricordiamo in piena lira l’ esperienza dello SME e, a livello piu’ alto del FMI anonima struttura che aveva la capacita’ di assorbire il maggior valore (e dunque oro e valuta) , che un paese aderente fosse venuto a maturare grazie al commercio internazionale.
In conclusione la sovranita’ monetaria per essere piena e vera deve avere come titolare l’ uomo, ecco la ragione per la quale il Professore Auriti non si stancava mai di dire: “Moneta al popolo”.
Terremoto e sovranità monetaria: le lacrime di coccodrillo non servono Gianluca Ferrara
Saggista e direttore editoriale di Dissensi Edizioni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... no/3000208 Presidente Renzi perché non spiega a sua moglie Agnese e a tutti gli italiani che piangono i morti del terremoto che, il nostro paese, non ha più diritto alla sovranità monetaria? Cioè a quella caratteristica che dovrebbe essere il fondamento di ogni Stato.
Una sovranità monetaria che noi italiani abbiamo perso nel 1981 (cioè a inizio della controrivoluzione neoliberista di cui lei n’è un inconsapevole epigone) dopo il famigerato divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia. Prima di quella data allorquando i titoli di Stato messi in vendita dal Tesoro restavano invenduti la Banca d’Italia si impegnava ad acquistarli.
Svolgeva un ruolo di “prestatore di ultima istanza” e questo garantiva la vendita di tutti i titoli e di non far lievitare i tassi d’interesse. Quel divorzio segnò la fase iniziale del percorso che poi ci ha condotti all’euro, una moneta gestita da banchieri che senza alcun mandato democratico decidono se fare l’elemosina agli Stati.
Una perdita (o meglio una ruberia) che ci ha resi prigionieri di quel debito che è stato brandito come una clava appuntita per poter depauperare diritti come istruzione, sanità e sicurezza. Il debito pubblico italiano non è dovuto come ripetuto dalla menzogna dalle élite che noi siamo dei Piigs ma proprio alla perdita di sovranità monetaria. Il debito pubblico lievitò a partire da quel 1981, passando dal 57,7% sul Pil nel 1980 al 124,3% nel 1994. I recenti dati del Fmi ci dicono che negli ultimi 20 anni abbiamo avuto un avanzo primario negativo soltanto in due anni. Siamo stati ancor più rigorosi dei tanto idolatrati tedeschi.
Qual è la correlazione tra terremoto e sovranità monetaria? Con la sovranità monetaria si potrebbe effettuare un piano di investimenti per rendere tutto il territorio sicuro dal punto di vista sismico. Un ausilio concreto ai troppi che vivono in case insicure. Un investimento statale che potrebbe determinare un moltiplicatore economico e garantire lavoro ai tanti che si suicidano perché non ne hanno. Ma non solo. Si potrebbero innalzare argini per evitare i prossimi morti che arriveranno puntuali alle prossime piogge e inondazioni invernali. Si potrebbero coibentare case ed evitare enormi sprechi di energia, quell’energia che poi ci rubiamo partecipando a guerre imperialiste che seminano morte e terrorismo.
Certo non serve la sovranità monetaria per capire che, nonostante quei giornali che aizzano la guerra tra poveri, i veri sciacalli non sono gli immigrati ma quei costruttori che sovente sono legati a partiti politici che controllano la gestione degli appalti sul nostro territorio pattugliato da mafie e massonerie locali. Un governo serio renderebbe possibile una commissione, uno studio territoriale su tutte quelle ricostruzioni fittizie che hanno arricchito imprese che hanno ricevuto fondi per “rendere sicure” scuole, abitazioni e ospedali utilizzando materiali scadenti. Un governo serio saprebbe identificare e punire i colpevoli con determinazione.
Le lacrime di sua moglie e dei tanti connazionali purtroppo non restituiranno i bambini ai propri genitori e non fermeranno i prossimi crolli che uccideranno nuovi innocenti che vivono in un paese vecchio a cui servirebbero nuovi investimenti vietati dal fanatismo economico imposto dall’Europa. Presidente Renzi, avrà il coraggio di spiegarlo agli italiani e alle italiane, ai quali, a differenza di sua moglie, non è stata mai data la possibilità di sceglierla neppure come deputato?