Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » lun gen 20, 2014 8:52 am

Le 3 lezioni a favore di una libera moneta in libera banca

http://www.lindipendenza.com/white-3-le ... ria-moneta


Proponiamo in ANTEPRIMA perL’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Banking Without Regulation, apparso sulla rivista The Freeman (pubblicata dalla Foundation for Economic Education), da parte di Lawrence H. White, professore di economia presso la George Mason University, saggista di libri e pubblicazioni, è tra le massime autorità sulla storia e teoria del free banking. (Traduzione di Luca Fusari)

Funzionerebbe bene il sistema bancario se non esistesse una regolamentazione del governo?

Un modo per cominciare a rispondere a questa domanda è quello di esaminare i precedenti storici. Molti Paesi nel XIX° secolo avevano sistemi bancari relativamente non regolamentati con poche o nessuna delle restrizioni che devono affrontare oggi le banche americane: barriere legali d’ingresso, l’assicurazione sui depositi, limitazioni geografiche e d’attività, obblighi di riserva, e protezioni delle banche favorite dal fallimento. Poiché questi sistemi erano così diversi da quelli attuali, essi gettano una preziosa luce sulle possibili conseguenze di una futura completa deregolamentazione del settore bancario.

Una fonte utile di informazione storica è il volume dal titolo The Experience of Free Banking, a cura di Kevin Dowd (London: Routledge, 1992). I collaboratori del libro (tra i quali il sottoscritto) indagano i sistemi bancari relativamente non regolamentati in nove diversi Paesi durante il XIX° secolo: Australia, Canada, Colombia, Cina, Francia, Irlanda, Scozia, Svizzera e Stati Uniti.

Un capitolo panoramico di Kurt Schuler dimostra che ci sono stati altri 50 casi che potrebbe essere studiati in dettaglio. Le prove storiche, quali quelle contenute in questo libro, integrano utilmente i numerosi altri studi sul denaro di libero mercato e il relativo sistema bancario che sono stati pubblicati negli ultimi anni.1

TRE LEZIONI DALLA STORIA

Che cosa possiamo imparare dagli episodi storici di relativa deregolamentazione del settore bancario? Cercherò di riassumere tre concise lezioni principali, senza tutti i dettagli, le note, e le qualifiche minori che potrebbero essere citate. Spero che i miei colleghi universitari mi perdoneranno per aver violato in questo modo il nostro galateo professionale.

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PRIMA LEZIONE: UN SISTEMA BANCARIO NON REGOLAMENTATO NON PROVOCA INFLAZIONE NELL’OFFERTA DI MONETA O NEI PREZZI

Poiché vi sono oggi degli obblighi di riserva che limitano le banche, gli economisti hanno a volte temuto che le banche senza riserve obbligatorie non debbano affrontare alcun vincolo contro la sovrarichiesta di controlli sui depositi o sulle banconote. Ma la paura è storicamente infondata. Un mercato competitivo costringe le banche non regolamentate a fissare il valore del loro deposito e le note di passività in termini economici di denaro di base, offrendo una redimibilità alla pari (quale valore nominale pieno) in denaro di base.

In passato, il denaro di base erano monete d’oro o d’argento.
Il “dollaro” era originariamente una moneta d’argento. Per evitare imbarazzi, in assenza della protezione del governo, una banca potrebbe non rilasciare troppe responsabilità in relazione alle sue riserve di moneta metallica.

Con la redimibilità si verifica che il valore del denaro scende (inflazione dei prezzi) solo quando l’offerta di moneta di base nell’economia cresce più velocemente rispetto alla reale domanda di moneta di base. Sotto il gold e silver standard del XIX° secolo, l’inflazione dei prezzi in ogni singolo anno è stata minima per gli standard moderni.
Nel lungo periodo delle generazioni, l’inflazione dei prezzi è stata praticamente pari a zero.


SECONDA LEZIONE: LA CONCORRENZA NON REGOLAMENTATA TRA BANCHE NON DESTABILIZZA IL SISTEMA BANCARIO

L’instabilità è spesso la paura di chi pensa che le leggi sul “free banking” (libertà bancaria n.d.t,) negli antebellici Stati Uniti abbiano portato ad un sistema bancario irresponsabile o ”selvaggio”. Si scopre invece che il sistema bancario “selvaggio” è in gran parte un mito. Anche se le storie circa le pratiche bancarie truffaldine sono divertenti e per questo motivo sono ripetute all’infinito nei libri di testo moderni, gli storici economici hanno scoperto che in realtà ci sono state molte poche banche che rientrano nella definizione di “banca selvaggia”.

Ad esempio su 141 banche costituitesi in Illinois sotto la legge di “free banking” tra il 1851 e il 1861, solo una soddisfa i criteri di durata inferiore ad un anno, essendo stata istituita appositamente per trarre profitto dall’emissione di banconote e operando da una location remota.

I cosiddetti sistemi di “free banking”, presenti in un certo numero di Stati americani anteguerra, erano in realtà tra i più regolamentati di tutti i sistemi, in quanto in concorrenza tra loro nell’emissione di banconote durante il XIX° secolo. L’instabilità fu sperimentata in alcuni Stati non a causa della selvaticità del sistema bancario, ma a causa dei regolamenti statali che inavvertitamente promossero l’instabilità.

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Le regolamentazioni sul “free banking” in alcuni Stati hanno reso più facile commettere frodi, in altri Stati le norme hanno scoraggiato o impedito alle banche di diversificare adeguatamente i loro beni. Il sistema bancario era più stabile laddove era meno regolamentato: Canada, Scozia e New England.

Com’è stato possibile dare stabilità ai sistemi bancari senza né la garanzia sui depositi (come l’assicurazione FDIC) né un prestatore di ultima istanza del governo (come la Federal Reserve)? I depositanti sono stati più attenti nella scelta delle banche, e le banche al fine di attirare i prudenti clienti dovevano essere di conseguenza più attente nella scelta dei loro assets in portafoglio rispetto alle banche odierne aventi la presenza di garanzie sui depositi e un prestatore di ultima istanza.

Le banche a volte falliscono, ma i fallimenti bancari non erano quasi mai contagiosi o inclini a diffondersi in banche solide, e questo per diversi motivi. Ogni banca cercava di mantenere un’identità distinta dalle sue rivali, ed era in grado di farlo quando non fu costretta da alcuna normativa a tenere simili assets in portafoglio.

I depositanti non avevano quindi un motivo per dedurre che i problemi in una banca potessero mettere in difficoltà un’altra banca. Le banche erano generalmente ben capitalizzate, in modo che la paura dell’insolvenza fosse remota. In alcuni casi le banche avevano del capitale extra “fuori dal bilancio”, nel senso che gli azionisti stessi erano tenuti contrattualmente a reperire, con loro assets personali, le somme per rimborsare i depositanti e gli obbligazionisti nel caso in cui il patrimonio della banca fosse insufficiente.

Le banche diversificavano molto bene i loro assets e le loro passività, essendo prive di limiti e di restrizioni d’attività. Le banche erano attente ad evitare l’eccessiva esposizione con altre banche, il che significa che esse minimizzarono il rischio di essere bloccate da crediti inesigibili sulle altre banche. Un certo grado di esposizione è inevitabile in qualsiasi sistema in cui una banca accetta dei depositi dai propri clienti sotto forma di assegni o banconote emesse da altre banche.

Una banca ha un’esposizione fino a quando si cancella e si deposita tale ammanco attraverso la camera di compensazione. Le camere di compensazione private, in particolare alla fine del XIX° secolo negli Stati Uniti, abbassarono i rischi di esposizione interbancaria, richiedendo alle banche il possesso di rigorosi standard di solvibilità e di liquidità per la loro adesione in esse.

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Le camere di compensazione erano un veicolo attraverso il quale le banche riconosciute come un gruppo volontario regolavano se stesse. Le associazioni delle camere di compensazione furono pioniere delle tecniche per il monitoraggio e l’applicazione della solvibilità e della liquidità, quali i rapporti patrimoniali e gli esami bancari.

Le associazioni delle camere di compensazione erano di fatto l’”ultima risorsa” stanziando prestiti alle banche socie solvibili che avevano problemi temporanei di liquidità. Il Federal Reserve System non ha introdotto ma semplicemente nazionalizzato la regolamentazione bancaria e il ruolo di prestatore di ultima istanza.

TERZA LEZIONE: IL SISTEMA BANCARIO NON È UN MONOPOLIO NATURALE

L’esperienza storica mostra che ci sono alcune tendenze per le banche più grandi affinché esse siano più efficienti, ma non oltre una certa dimensione. Le banche presenti a livello nazionale, quale loro ramificazione, tendono ad entrare in competizione con banche più piccole in molte aree delle attività bancarie, ma non in tutte le aree. Le banche devono essere sufficientemente grandi per diversificare adeguatamente i loro assets e le loro passività, ma questo non richiede d’essere grandi rispetto a tutto il mercato bancario.

I recenti sviluppi nelle tecnologie finanziarie, quali il prestito di sindacato e le cartolarizzazioni potrebbero aver ridotto la dimensione in cui una banca diventa abbastanza grande in questo senso. In assenza di regolamenti governativi che attualmente favoriscano le grandi banche (in particolare il perseguimento della dottrina “del troppo grande per fallire” da parte della Federal Reserve e della Federal Deposit Insurance Corporation) una struttura finanziaria stabile e deregolamentata probabilmente comprenderebbe banche di dimensioni grandi e piccole.

NOTE
1) Hans Sennholz, Money and Freedom (Spring Mills, Pa.: Libertarian Press, 1985); Kevin Dowd, Private Money: The Path to Monetary Stability (London: Institute of Economic Affairs, 1988); George A. Selgin, The Theory of Free Banking (Totowa, N.J.: Rowman and Littlefield, 1988); Kevin Dowd, The State and the Monetary System (New York: Philip Allan, 1989); David Glasner, Free Banking and Monetary Reform (Cambridge: Cambridge University Press, 1989); Lawrence H. White, Competition and Currency (New York: New York University Press, 1989); Richard Salsman, Breaking the Banks: Central Banking Problems and Free Banking Solutions (Great Barrington, Mass.: American Institute for Economic Research, 1990); Steven Horwitz, Monetary Evolution, Free Banking, and Economic Order (Boulder, Colo.: Westview Press, 1992).

2) Questa statistica, da uno studio condotto da Andrew J. Economopoulos, è citata da Kevin Dowd in U.S. Banking in the ‘Free Banking’ Period nel libro curato da Dowd The Experience of Free Banking (London: Routledge, 1992), pag. 218. Il moderno lavoro pionieristico sull’esperienza degli Stati Uniti con le leggi di “free banking”, che è la fonte delle informazioni nel prossimo paragrafo del testo, è stato fatto da Hugh Rockoff, da Arthur J. Rolnick e Warren E. Weber.
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » sab feb 01, 2014 12:03 pm

Bitcoin, moneta o cavallo di troia dello Stato?

http://www.lindipendenza.com/bitcoin-mo ... r-lo-stato

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di GERARDO COCO

Dopo i bitcoin creati da un anonimo nel 2009 è stato un profluvio di cripto valute: Litecoin, Namecoin, PPcoin, Terracoin, Ixcoin, Devcoin, Freicoin ecc. il cui mercato è arrivato a superare dieci miliardi di dollari. Un risultato che ha aperto l’orizzonte su un nuovo mondo di transazioni basato su una moneta universale, decentralizzata, democratica, non manipolabile, indipendente da banche centrali, indicatori macroeconomici, anonima e soprattutto immune dalle esazioni arbitrarie dei governi. Tuttavia dopo molto battage pubblicitario c’è ancora incertezza circa la loro identità. Si tratta di denaro o qualcos’altro? Quale sarà la loro evoluzione? Vediamo di scoprirlo.

La tecnologia dei Bitcoin è stata denominata Gold 2.0 perché ha tentato di replicare un gold standard digitale. Analogamente alla produzione del metallo e a differenza delle valute legali, la loro l’emissione è costosa perché richiede un’estrazione digitale (mining) che comporta investimenti in hardware e software; la quantità è fissata da un algoritmo che ne riproduce la scarsità e al pari dell’oro sono frazionabili. Avrebbero addirittura una caratteristica superiore: quella di essere trasferiti all’istante e stoccabili senza costi. Tuttavia, per quanto avanzata, la tecnologia non è riuscita a dar loro la proprietà più importante dell’oro: il valore intrinseco, senza il quale il metallo, una volta coniato, non avrebbe mai potuto espletare la sua funzione monetaria per 3000 anni. Il valore intrinseco di un bene è la sua utilità indipendentemente dall’uso per cui è impiegato. Prima di diventare denaro, l’oro era richiesto come bene commerciale e questa è stata la condizione necessaria del suo successivo utilizzo monetario. Per lo stesso motivo le sigarette, avendo già un valore in sé, fungevano da denaro nei campi di concentramento. Le valute legali, invece, benché prive di valore in sé, circolano in forza del prelievo fiscale autoritario, che conferisce loro, per così dire un valore intrinseco negativo.

Su cosa si basa allora il valore dei bitcoin? Si basa unicamente sull’aspettativa dell’aumento del prezzo. E finché resterà questa convinzione il loro prezzo aumenterà. Ma questa è la caratteristica di un investimento speculativo, non del denaro. Il denaro autentico mantiene il valore stabile per misurare quello di tutti gli altri beni: è un numerario. Ai tempi di Plinio il prezzo di una buona tunica era un’oncia d’oro. Nel 1700 un vestito di qualità si comprava sempre con un’oncia che, pressappoco, è anche il prezzo di un abito odierno. I bitcoin subiscono forti oscillazioni e anche se il trend è al rialzo, una brusca svolta nella psicologia degli utilizzatori potrebbe farli implodere come avviene per i titoli troppo speculativi, quando, una volta passato l’entusiasmo febbrile ci si accorge di colpo che il loro valore intrinseco, il rendimento, è nullo. Nel giro di un mese il prezzo dei bitcoin è passato da 400 a 1500 dollari. Ora supponiamo che il preventivo della riparazione di un’auto fosse stato di 2 bitcoin quando erano quotati 400. Se il pagamento fosse avvenuto quando quotava 1500, il proprietario dell’auto avrebbe subito una perdita notevole e il meccanico, un profitto cospicuo. Ma potrebbe succedere anche il contrario. Una moneta con queste caratteristiche non può fungere da numerario la cui funzione è di non alterare la posizione economica dei contraenti.

Ma c’è dell’altro. Coloro che sostengono che nel futuro sulle caratteristiche dei bitcoin si possa edificare un sistema monetario integrato e alternativo, trascurano altri fatti importanti.

Primo. una moneta non serve solo a fare circolare beni e servizi finali, ma anche i beni capitali necessari a creare i primi. I beni capitali richiedono cospicui investimenti che non si finanziano con il contante ma con il credito che a sua volta richiede l’applicazione dell’interesse. Ora il tasso di interesse, che è la differenza tra moneta a pronti e moneta a termine, non si può determinare con una moneta di valore fortemente instabile. Se il creditore non ha la sicurezza di ricevere in futuro una somma certa e compensata da un premio, non investe in prestiti ma: o tesoreggia, nell’aspettativa di un rialzo del valore della moneta, oppure la spende subito, nell’aspettativa di un ribasso.

Secondo. Ipotizziamo pure che il valore dei bitcoin rimanga stabile permettendo di realizzare un sistema monetario integrato. Esso dovrà per forza dotarsi di attività bancaria per la raccolta di risparmio e del concomitante servizio del credito. Ora, come potrebbe essere garantita l’attività bancaria con un’offerta monetaria fissata da un algoritmo? Gli inventori dei bitcoin sembrano aver dimenticato che l’attività economica non è caratterizzata da un flusso perpetuo di redditi ma da fluttuazioni stagionali, flussi e riflussi e il credito è necessario per stabilizzare queste irregolarità livellandone gli sbalzi. Siccome i periodi di produzione non coincidono con quelli delle vendite e le transazioni non possono essere regolate a pronti, in assenza di credito, si dovrebbe fare scorta di contante per colmare le sfasature temporali tra spese e redditi. Con una domanda crescente di contante e un’offerta inelastica si avrebbe scarsità di denaro fino a fare crollare il commercio e causare deflazione nei prezzi e nei profitti. Insomma una depressione. Proprio al fine di prevenire questo fenomeno inevitabile, gli emittenti dovrebbero incorporare nella loro tecnologia digitale anche la funzione del credito per rendere lo stock monetario elastico espandendone, almeno temporaneamente, la quantità. Ma così facendo rimuoverebbero il principio stesso posto a base della loro invenzione: la fissità della offerta di moneta. Cosicché, loro malgrado, finirebbero per riprodurre e far uso, in forma digitale, dello stesso arsenale degli strumenti di politica monetaria del sistema tradizionale. E all’uso potrebbe seguire l’abuso.

Naturalmente questa ipotesi è teorica: i promotori non riuscirebbero mai a realizzare un simile progetto poiché i padroni dell’economia, governi e banche, non lo permetterebbero. Così la sperimentazione per il sogno legittimo, onesto e libertario di realizzare una moneta universale prodotta dal mercato e non alterata dal potere politico potrebbe essere servita solo come test per realizzare quello dei padroni: il controllo sistematico e la spoliazione periodica dei sudditi. Gli individui e le imprese, sudditi e servi dell’economia, una volta privati del contante fisico non avrebbero più scampo. Eliminato dalla circolazione e dichiarato fuori legge il contante, ogni transazione non digitale sarebbe considerata crimine mentre il controllo monetario assoluto rafforzerebbe il monopolio dei padroni consentendo loro di espandersi in modo sempre più arbitrario attraverso debiti e spesa pubblica le cui incontinenti necessità sarebbero finanziate, in frazioni di secondo, con prelievi di massa dai portafogli elettronici dei sudditi che servirebbero anche a controllarne minuziosamente la loro vita economica. Tutte le entrate e uscite sarebbero monitorate in tempo reale rendendo le dichiarazioni dei redditi superflue. La moneta digitale sarebbe costantemente inflazionata svalutando in proporzione lavoro e risparmio dei sudditi.

Negli ultimi decenni il sistema dei pagamenti nazionali e internazionale è stato informatizzato, standardizzato e armonizzato rendendolo più efficiente. Ma il mondo è forse migliorato? E’ diventato più prospero, più produttivo, più sicuro? Perché dunque la società senza contante dovrebbe essere migliore? Più la moneta sarà digitale, più il mondo sarà tirannico. Che qualcuno smentisca queste previsioni e ci dica che questo non sarà il futuro dei bitcoin. Perché se lo fosse, a occhio e croce, assomiglia a un incubo.

TRATTO DA: http://www.leoniblog.it
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » sab feb 01, 2014 12:31 pm

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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » mar feb 04, 2014 9:08 am

Bitcoin, ragioni e dubbi di una nuova moneta contro lo Stato

posting.php?mode=reply&f=94&t=222


di FRANCESCO SIMONCELLI

Nelle ultime settimane avete potuto assistere ad una critica completa del sistema Bitcoin dal punto di vista dell’economia Austriaca. Io più che altro ho preferito farmi da parte e lasciare che fosse il lettore a farsi un’idea di quello che potrebbe avere tra le mani se decidesse di entrare nel mondo delle criptovalute digitali. Qui di seguito farò un elenco riassuntivo degli articoli più importanti che ho tradotto sul tema, per chi se li fosse persi:

Bitcoin:
Il secondo schema di Ponzi più grande della storia
http://johnnycloaca.blogspot.com/2014/0 ... i-piu.html

Gary North e la sua logica confusa sugli schemi di Ponzi
http://johnnycloaca.blogspot.com/2014/0 ... nfusa.html

Tulipani digitali: La mania di Bitcoin
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/01 ... tcoin.html

“Io, la matita spezzata”: Un’analisi economica di Bitcoin
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/01 ... alisi.html

“Io, l’economista spiazzato”: Un’analisi delle considerazioni economiche di Gary North su Bitcoin
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/01 ... alisi.html

Bitcoin vs. dollari e/o metalli preziosi
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/01 ... ziosi.html

Gary North brancola nel buio quando parla di Bitcoin
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/01 ... uando.html

Cripto-anarchia ed imprenditoria libertaria:
Capitolo 1,
http://ilporticodipinto.it/content/crip ... -strategia
Capitolo 2
http://ilporticodipinto.it/content/crip ... e-pubblica
e Capitolo 3
http://ilporticodipinto.it/content/crip ... oldo-della


Sin da quando Nixon ha chiuso la finestra dell’oro nel 1971, gli individui hanno cercato in ogni modo possibile di divincolarsi dalle pastoie del denaro fiat.
E’ emerso ogni tipo di moneta, tutte quante finite nella pattumiera della storia. Nessuna è riuscita a scardinare l’attuale cartello tenuto in piedi dalle banche centrali. L’esigenza di una moneta avulsa da questo sistema centralista si è fatta più impellente di recente, soprattutto con la lezione del bail-in arrivataci da Cipro.

L’oro è stato il metallo prediletto dalla popolazione in casi come questo, ma l’esempio di NotHuas ci riporta coi piedi per terra suggerendoci di fare attenzione a tutto ciò che può essere facilmente confiscato dal potere dello stato. Sarebbe stata utile una moneta che avesse avuto tutte le caratteristiche dell’oro, storica protezione contro i periodi inflazionistici, ma che sarebbe stata impossibile da confiscare. Bitcoin, potremmo dire, è nato per questo.

Tutti desideravano una moneta simile, ma nessuno ci aveva mai pensato. Almeno non prima che ci pensasse Satoshi Nakamoto. Il bello del libero mercato è questo: lasciato libero di agire permette all’inventiva ed alla creatività umana di sopperire alle esigenze mutevoli degli individui.

Ma rimane un ultimo scoglio da superare, uno più grande della volatilità stessa a cui è stato sottoposto Bitcoin. E’ un problema vecchio di circa 200 anni che ancora fa presa sulle persone e le influenza ad agire di conseguenza. E’ una mantra che ha quasi sempre disinnescato una qualsiasi emancipazione dal suddetto problema, mandando in paranoia tutti gli spiriti di buona volontà. Credo anch’io, infatti, che se non si sorpassa questo macigno qualsiasi nuova proposta di libertà finirà nel dimenticatoio. Inaugurando su Freedonia la prima sottotitolazione personale di un video, ce lo facciamo spiegare da Peter G. Klein.

PETER G. KLEIN E IL DUBBIO IDEOLOGICO SULLA LIBERA MONETA

http://www.youtube.com/watch?v=HrCeScim60g

PS: per chi non sapesse come attivare i sottotitoli, dopo aver premuto play cliccate sul secondo pulsante tra quelli che vedete in basso a destra.

In collaborazione con http://johnnycloaca.blogspot.com
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » mer feb 12, 2014 2:42 pm

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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2014 9:50 pm

Ła reserva frasionara
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JLemM/edit
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Frottole e illusioni sul tema del signoraggio e della riserva frazionaria
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... B0Q2c/edit
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » gio feb 20, 2014 7:05 am

Ła vera e bona soranedà skeara o monedara no lè coeła monopołestega del stado nasional e de ła so banca çentral ma lomè coeła del łebaro marcà, come ke xe par tuti staltri beni e merçi anca se łi skei łi xe on ben o na merçe difarente da tute st'altre parké ła łe raprexenta tute, co łi skei te pol scanviar (vendar e cronpar) tute łe merçi e i beni ke se cata entel marcà, ła xe ła merçe jolly o màta.

Coełi ke pensa/crede de ndar a star mejo tornando a ła lira e a na lira nasional tałiana en man al texoro o a na banca çentral nasionałexà no łi se rende gnanca conto ke ente sta manera se finise driti drento el caldieron de on rexime nasionałestego totałedaro come come coełi nasi-fasio-comunisti, na vista/prospetiva da far endreçar e xbiancar łi cavej.
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » sab mar 08, 2014 1:16 pm

Ste kì łe xe descorense o rengaure o rengari/rengàre o descorsi o considerasion o speciarie sensà sol poder de łe banke e de łi stadi co coalke enpreçixion:

Chi comanda nel mondo ? - Economia di Strada di Roberto Gorini
http://www.youtube.com/watch?v=grEsEh7E ... e=youtu.be

Gorini el dixe ke no ghè conploteixmi de s’ciàpi come Bildeberg e Trilateral ghè domè on gran condionamento de sti s’ciapi de poder economego-finansiaro.
Łi bankeri i paga łi economisti par dirghe ai połedeghi coel ke łi ga da da pensar e da far.


Però Gorini el se ga dexmentegà ke i cai de łe banke çentrałi łi xe de nomansa połedega e ke ła banka çentral de łi stadi e de łe so ognon come ła UE ła xe controłà dai gowerni de łi stadi; ke tante banke łe xe pioveghe e controła dai połedeghi e da łi enti pioveghi sorani sol teretoro; ke tanti połedeghi łi xe anca bankeri e ke tanti bankeri łi xe anca połedeghi.
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » ven mar 21, 2014 5:58 pm

Una scomoda verità sull'euro
http://www.youtube.com/watch?v=jCj0QPKR-1U
No a ła soranedà monedara (nasional o statal) pa poder stanpar skei a maneta.
L’Euro nol xe el mal, ansi.
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Re: Skei - besi e la soranetà de batar skei o moneda

Messaggioda Berto » dom apr 20, 2014 7:05 am

Łi stati falsari ke łi stanpa skei, fando prasiò skei falsi o mati e ke łi ghe roba łi beni de łi çitadini:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... asion1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... _19461.jpg
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