Xermagna: corusion, masete, tramaci (cfr. co coeła tałiana)

Xermagna: corusion, masete, tramaci (cfr. co coeła tałiana)

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:36 pm

Xermagna: corusion, masete, tramaci - (cfr. co coeła tałiana)
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El scandało de i fumi wolkswagen el ga fato montar su tuti łi antixermanisti del mondo e anca coełi tałiani, ma par coanto ke łi se daga da far co se pasa al confronto tra łe some de ła corusion xermana e coeła tałega no se pol ke recognosar come ke coeła xermana lè alta cofà na cołineta de monti Bereghi e coeła tałega cofà i monti Himałajani.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rmagna.jpg
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:37 pm

GERMANIA: CORRUZIONE TANGENTI, IL MITO TEDESCO CROLLA

http://www.attiviamoci.it/germania-corr ... lla/?id=15

Partendo dal presupposto che che tra i Paesi europei solo la Germania e l’Austria non hanno ancora recepito nel proprio ordinamento né la convenzione anti-corruzione europea né quella dell’Onu e che l’economia sommersa tedesca è la più consistente di tutti i Paesi europei.

Sono 351 miliardi di euro pari al “nero” di Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Irlanda e Austria messe insieme e superiore di circa 20 miliardi al “nero” italiano che è stimato in 333 miliardi.

Che le mazzette tedesche hanno un peso di 250 miliardi di euro e che In Italia si denuncia meno, ma si condanna molto di più. ( la magistratura tedesca, a differenza di quella italiana, è soggetta al potere politico ) E chel’Ocse ha più volte chiesto alla Germania di rendere esecutive le sentenze (poche) che ricadono sotto il reato di corruzione.

Ecco i casi di truffa e corruzione più famosi:

2006 – la Germania avrebbe comprato voti per diventare il paese ospitante della coppa del mondo di calcio, grazie alla fornitura di armi all’Arabia Saudita e a grossi investimenti nei paesi asiatici:
la Daimler investì cento milioni di euro nella Hyundai (un figlio del fondatore della casa automobilistica sudcoreana era nel comitato della Fifa) e Volkswagen e Bayer Ag. promisero investimenti in Thailandia e Corea del Sud.

2007 – Il campionato di calcio più corrotto d’Europa è quello tedesco:
69 partite truccate per un giro di mazzette di 12 milioni di euro a arbitri e dirigenti sportivi, oltre a 175 milioni di “premio partita”.
Sono state arrestate circa 170 persone.

2007 – 6 grandi società sono state accusate di corruzione. Il caso più clamoroso riguarda la Siemens, multata per 600 milioni di euro per essere stata scoperta a pagare sistematicamente mazzette in tutto il mondo per accaparrarsi contratti pubblici usando un fondo nero alimentato da centinaia di milioni di euro ogni anno. Oltre ai 600 milioni alle autorità tedesche, la Siemens ha pagato altri 800 milioni alle autorità americane e ha versato altri 100 milioni a organizzazioni internazionali noprofit che combattono la corruzione negli affari.

2009 – Corruzione nelle università tedesche. Professori si facevano pagare dagli studenti per facilitare l’esame di dottorato. L’inchiesta coinvolge più di 100 docenti in tutte le principali università tedesche. Le tariffe per una tesi di dottorato variavano dai 4mila ai 20mila euro. Guenther Feld, il procuratore capo di Colonia: “Abbiamo casi in ogni tipo di facoltà: legge, filosofia, medicina e anche le facoltà tecniche”.

2009 – Man che paga 150 milioni di euro per risolvere un processo nel quale veniva accusata di aver pagato tangenti per vincere contratti, anche all’estero. Altri 500mila euro (andati in beneficenza) sono stati versati anche dall’allora amministratore delegato, lo svedese Hakan Samuelsson, che si è sempre dichiarato innocente.

2010 – Daimler che secondo dipartimento della Giustizia Usa, viene definita come società con una “lunga tradizione in quanto al pagamento di tangenti” a dirigenti pubblici stranieri. I dirigenti della Daimler sono stati accusati di aver versato tangenti per decine di milioni di euro a dipendenti pubblici di 22 Paesi del mondo compresi quelli di tutto il Medio Oriente oltre a Cina e Russia. In Iraq avrebbe addirittura violato i vincoli del programma Oil for Food delle Nazioni Unite. E nonostante le indagini avessero fatto emergere violazioni anche di leggi tedesche, Daimler non è mai stata messa sotto inchiesta in Germania e se l’è cavata pagando 185 milioni di euro alle autorità americane.

2013 – Scandalo trapianti d’organo a Lipsia 38 pazienti con problemi di fegato sarebbero stati falsamente indicati come casi di dialisi, per accorciare l’attesa del trapianto, le sospette ‘manipolazioni’ delle lista d’attesa si sarebbero verificate tra il 2010 e il 2011.

2013 – le tangenti greche, l’affare dei sottomarini, una storia da 1,14 miliardi di euro che inizia una decina d’anni fa le cui indagini vennero subito interrotte.

2013 – E’ finito in carcere un ex alto dirigente del ministero della Difesa, Antonis Kantas, con l’accusa di aver ricevuto 1,7 milioni di tangenti dal rappresentante greco della società tedesca Krauss-Maffei Wegmann per la vendita di 170 carri armati Leopard.

2015 – Deutshe Bank scandlo libor,sanzione record di 2,5 miliardi di dollari da parte delle autorità di Stati Uniti e Gran Bretagna per la manipolazione dei tassi di riferimentoe dei mutui sulle case.

2015 – Scandalo emissioni Volkswagen.

E è Da otto anni che la Germania viola quanto previsto nelle indicazioni di buona convivenza nel condominio europeo. Ovvero esporta più del consentito

Insomma la Germania è ancora la prima della classe? con che diritto giudica e fa la morale agli altri paesi europei?

Come disse Grass premio Nobel alla Merkel: Siamo indebitati e corrotti, non possiamo dare lezioni.



??? Corruzione e tangenti: la Germania peggio dell'Italia ???
La Germania passa per essere un Paese onesto, corretto, inflessibile. Ma i numeri dicono il contrario: l'economia sommersa vale 351 miliardi di euro e le tangenti 250

3 luglio 2014

http://www.panorama.it/economia/tedesch ... -incalliti

Essere tedeschi ha un vantaggio: si è sempre dalla parte della ragione. È una certezza che Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, aveva stampata in volto quando, replicando al discorso di inaugurazione del semestre di presidenza italiana dell’Europa di Matteo Renzi, gli ha rinfacciato di “chiedere soldi in cambi di riforme. E poi come facciamo ad essere sicuri che le facciate?” Dubbio legittimo, ma non sempre la Germania è quel monolite di etica che si vuol far credere. Ha un’immagine impeccabile e un volto sempre ben rasato, ma la Germania è molto più simile all’Italia di quanto Weber non creda. E lo è in un campo nel quale noi passiamo per specialisti, con un know-how consolidato: la corruzione.

Forse Weber non ricorda un episodio interessante capitato il 15 aprile di quest’anno proprio al Parlamento europeo. Nikolaos Chountis, europarlamentare greco di Syriza (lista Tsipras), riceve dal tedesco Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato del Pse alla presidenza della Commissione, una risposta che non s’aspettava. Un anno prima la Commissione europea aveva messo nero su bianco che tra i Paesi europei solo la Germania e l’Austria non avevano ancora recepito nel proprio ordinamento né la convenzione anti-corruzione europea né quella dell’Onu. Chountis prende carta e penna per chiedere a Schulz di sapere se l’Europa avesse fatto, o avesse intenzione di fare, pressioni su Berlino perché le adottasse. Voleva anche sapere quali fossero le giustificazioni della Germania per non averlo ancora fatto e se era vero quanto scritto dal settimanale tedesco Der Spiegel e, cioè, che il presidente della Confindustria tedesca, Ulrich Grillo, era coinvolto in una serie di pagamenti di tangenti in Grecia quando era a capo delle società Rheinmetall e Stn Atlas. Dopo un anno la risposta di Schulz è stata lapidaria: l’interrogazione “eccede le competenze della Commissione” quindi è “inaccettabile”.

Se avesse voluto rispondere, Schulz avrebbe dovuto mettere sul banco degli imputati il suo Paese e approfondire verità imbarazzanti. Molto imbarazzanti.

Il sommerso di Berlino

Gli scandali Mose e Expo sembrano confermare la teoria “italiani popolo di mazzettari”. Una teoria che porta dritto dritto verso una specie di autorazzismo che vuole gli italiani “antropologicamente inferiori dal punto di vista etico” rispetto, ad esempio, alla Germania che passa per essere il Paradiso dell’etica pubblica. È così?

Partiamo dai numeri. Uno dei più importanti studi che comparano l’economia sommersa dei Paesi europei viene pubblicato periodicamente a cura della Visa Europe, realizzato dalla società di consulenza internazionale At Kearney, con la supervisione scientifica di Friedrich Schneider, professore all’Università austriaca di Linz e massimo esperto continentale della cosiddetta “shadow economy”. I suoi studi e i suoi saggi sono alla base dei documenti dell’Eurostat e dell’Ocse che si occupano della materia. I risultati dello studio sono qui e il dato più importante è che, in valori assoluti l’economia sommersa tedesca è la più consistente di tutti i Paesi europei: 351 miliardi di euro pari al “nero” di Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Irlanda e Austria messe insieme e superiore di circa 20 miliardi al “nero” italiano che è stimato in 333 miliardi. Strano che la Germania passi per essere come l’Eden degli onesti, perché i dati non dicono questo: dicono che l'economia “non osservata” tedesca è la più grande d'Europa. Per “economia non osservata”, familiarmente chiamata in italiano “nero”, si intende sia l'economia criminale vera e propria sia, soprattutto, l'economia non criminale che sfugge ai controlli (in particolare del fisco) come, ad esempio, il lavoro non regolare, la mancata fatturazione o la sottofatturazione.

Ma prendere i valori assoluti non basta: vanno messi anche in relazione al Prodotto Interno Lordo di un Paese perché è evidente che il 13% di economia sommersa della Finlandia non equivale allo stesso 13% di economia sommersa della Germania: infatti nel primo caso si tratta di appena 26 miliardi di euro e nel secondo di 351. L’Italia, avendo un’economia più piccola di quella tedesca, ha un rapporto sommerso/Pil più alto, cioè il 21% rispetto, appunto, al 13% tedesco. Il rapporto tra economia sommersa e Pil dell'Italia è uno dei più alti e, d’altra parte, gli scandali grandi e piccoli che emergono quotidianamente sono lì a dimostrare che siamo il Paese più corrotto d'Europa mentre la Germania passa per essere popolata da manager e dipendenti pubblici puri come gigli di campo.

Corruzione alla tedesca

Friedrich Schneider (unica fonte presa come riferimento in modo da non fare confusione con altre metodologie di indagine su un tema così difficile da maneggiare) ha valutato anche il peso della corruzione nei vari Paesi europei e il risultato è che, nel 2012, le mazzette tedesche hanno pesato 250 miliardi di euro rispetto ai 280 miliardi dell’Italia. La Corte dei Conti, però, valuta il valore della corruzione italiana in 60 miliardi, non in 280. Peccato, però che il dato dei 60 miliardi sia praticamente inventato perché sono il risultato di una proporzione tra il valore stimato della corruzione mondiale con il Pil italiano. Un esercizio di pura matematica senza nessuna base scientifica, ma che continua ad avere libera circolazione nel dibattito pubblico.

Ma oltre alle statistiche economiche anche quelle giudiziarie, sono interessanti. Secondo un recente rapporto della Commissione europea le denunce per corruzione in Germania nel 2011 sono state 46.795: il triplo rispetto alle 15.746 dell'anno precedente. In Nord-Westafalia i casi sono passati da 6089 del 2010 a 40.894 del 2011. Ovviamente c'è una spiegazione. Se si va a vedere il testo originale del rapporto si scopre che decine di migliaia di denunce riguardano un caso di tangenti che ha coinvolto tutti i dipendenti, civili e militari, di una base militare britannica e che vede coinvolti i dipendenti di una concessionaria automobilistica in due distinti processi. Anche il dato del 2010 (15.746 casi) è influenzato da singoli casi specifici. Bisogna andare al 2009 (quando non ci sono stati casi anomali di corruzione che falsano il dato) per avere un numero affidabile ed è 6.354 denunce e va confrontato con quello del 2012: 8.175. Un bel numero, tantopiù se si considera che mentre le denunce di crimini aumentano, le indagini diminuiscono: dalle 1.813 del 2010 si è passati alle 1.528 del 2011 fino alle 1.373 del 2012.

Passiamo alle condanne: secondo l'Ocse tra marzo 2011 e il marzo 2013 di tutti i procedimenti anti corruzione, 33 sono stati archiviati per mancanza di prove mentre in 21 processi si è arrivati alla condanna nei confronti, complessivamente, di 141 persone. Di queste 141 persone, 43 sono state ritenute colpevoli di corruzione verso funzionari pubblici stranieri e questo significa che, secondo la giustizia tedesca, appena 138 persone in due anni sono state ritenute colpevoli di aver pagato tangenti all'interno della Germania. Un numero ridicolo se si pensa alla stima di Schneider secondo la quale le tangenti in Germania pesano per 250 miliardi ed è ancora più ridicolo se si pensa che in un solo anno, il 2012, le denunce per corruzione sono state, come detto, più di 8mila.

Il confronto con i dati italiani è, a questo punto, d’obbligo. Nel 2011 le denunce per corruzione e concussione e abuso d’ufficio sono state 1820 (1.587 nel 2012, ultimi dati disponibili) mentre le persone condannate per peculato, malversazione, concussione, e corruzione sono state 800. In Italia si denuncia meno, ma si condanna molto di più. Come mai?

Il rapporto della Commissione Europea sulla corruzione sembra mettere in relazione abbastanza diretta questa differenza tra denunce (molte) e indagini (poche) in Germania con il fatto che la magistratura tedesca, a differenza di quella italiana, è soggetta al potere politico. In alcuni specifici casi, infatti, il ministero della Giustizia di Berlino ha il diritto di “istruire” il magistrato titolare di un’inchiesta su come condurre le indagini e su quale particolare concentrare le sue attenzioni. E’, quindi, possibile che i magistrati tedeschi siano indirizzati dal governo a trascurare i casi di corruzione per concentrarsi su altri reati. E non sembra che questo stato di cose scandalizzi più di tanto i magistrati stessi: solo il 50% di essi, infatti, vorrebbe l’abolizione del potere di indirizzo delle indagini da parte del governo.

Certo, quasi tutti gli indici di corruzione, stando al rapporto della Ue, sono migliori rispetto alla media europea, ma il rapporto fa notare che l'Ocse ha più volte chiesto alla Germania di rendere esecutive le sentenze (poche) che ricadono sotto il reato di corruzione visto che “la maggior parte delle sentenze vengono sospese”. Strano, è la stessa accusa che si rivolge all'Italia. Per di più il Greco, Group of States Against Corruption, nel suo rapporto sulla Germania del novembre del 2012, ha criticato il paese di Frau Merkel per le sue regole di finanziamento ai partiti poco rigorose (rafforzate nel 2013), per la corruzione dei parlamentari e per gli scarsi progressi nell'adozione delle raccomandazioni dell'organizzazione.
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:38 pm

Germania, non soltanto lo scandalo Volkswagen: banche, sottomarini, calcio e Olimpiadi. Ecco truffe e tangenti in salsa tedesca
di Marta Panicucci 24.09.2015
http://it.ibtimes.com/germania-non-solt ... o-truffe-e

Tangenti, truffe, manipolazioni, corruzione, non sono pratiche tutte all’italiana. Contrariamente a quanto l’immagine pulita e rigorosa della Germania faccia pensare, questi reati rientrano ampiamente anche nel menù tedesco. Ultimo, ma non certo primo scandalo che coinvolge la Germania, ha messo sotto accusa la Volkswagen scoperta a manomettere i software per i test sulle emissioni dei suoi motori diesel. E mentre una delle principali società tedesche è al centro di una bufera mondiale è interessante ripercorrere le storie delle colleghe che l’hanno preceduta sulle pagine di cronaca.

LEGGI ANCHE:
Scandalo Volkswagen: 10 risposte alle domande più frequenti
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Scandalo Volkswagen: il caso diventa mondiale. Cosa rischia l’Italia? Molto (no, di più)

Siemens

Olimpiadi 2004, Atene. Alla fine dei giochi una maxi inchiesta, partita dal fatto che la manifestazione sportiva era costata circa tre volte l’importo previsto, ha portato alla luce un flusso di tangenti dalla Germania verso la Grecia. Nel 2006 la Siemens fu costretta ad ammettere di aver pagato almeno 1,3 miliardi di euro per incoraggiare funzionari ellenici ad affidarle commesse a appalti legati alle Olimpiadi. I vertici aziendali furono colpiti duramente dallo scandalo: il presidente Heinrich von Pierer e l’amministratore delegato Klaus Kleinfeld furono costretti alle dimissioni.

Fu uno scandalo enorme che si allargò anche ad altri Paesi del mondo a cui la Siemens aveva girato pagamenti in nero per aggiudicarsi ordini e appalti per impianti di telecomunicazioni. La Siemens è uno dei principali orgogli industriali della Germania e lo scandalo fu un duro colpo per il Paese e la sua reputazione. In Parlamento nessuno difese l’azienda o accampò scuse e giustificazioni. La Siemens era una società corrotta e come tale doveva essere punita, senza alcuno sconto. Oltre ai 600 milioni di euro alle autorità tedesche, la Siemens pagò altri 800 milioni alle autorità americane e altri 100 milioni a organizzazioni internazionali no-profit che combattono la corruzione negli affari.

Deutsche Post

Febbraio 2008, la polizia tributaria tedesca fa irruzione nella lussuosa villa di Klaus Zumwinkel, 64 anni, amministratore delegato di Deutsche Post, il colosso tedesco di posta e logistica. Zumwinkel è stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale aggravata e perpetrata per anni, si parla di circa 10 milioni di euro portati in conti in Liechtenstein e forse nei paradisi fiscali delle Cayman o dei Caraibi. Anche questo fu un megascandalo per la Germania. Zumwinkel era uno dei manager tedeschi più stimati e potenti, sostenuto dai cancellieri di ogni colore politico. Dal 2003 era alla guida di Deutsche Post e l'aveva trasformata da carrozzone pubblico in società di alto profilo internazionale, privatizzato al 70% con un fatturato di 60 miliardi di euro e mezzo milione di dipendenti.

MAN

MAN, acronimo di Maschinenfabrik Augsburg-Nürnberg, è una società tedesca produttrice di automezzi pesanti (autocarri e autobus), di motori diesel e di turbine. Il caso scoppia nel 2009 quando MAN va a processo con l’accusa di avere pagato tangenti per vincere contratti all’estero. Il colosso, una delle principali società quotate alla Borsa di Francoforte, ha pagato 150 milioni di euro per concludere il processo, altri 500mila euro sono stati versati in beneficienza dall’allora amministratore delegato, lo svedese Hakan Samuelsson, che però si è sempre dichiarato innocente.

Bayer

A giugno 2012 la prima casa farmaceutica della Germania ha comunicato di aver speso 142 milioni di dollari per le cause intentate contro la pillola Yasmin. Solo negli Stati Uniti le cause contro la Bayer sono state 11.900 di cui circa la metà riguardano trombosi o embolie polmonari. Nel 2010, secondo i dati del Ims Health, la vendita della pillola contraccettiva negli USA ha generato un mercato di 1,58 miliardi di dollari. Ma la Bayer non è nuova a scandali di questo genere. Il più datato e più vergognoso risale agli anni ’80. La società tedesca fu accusata di aver venduto dosi per milioni di dollari di un farmaco per emofiliaci mettendo a rischio clienti di Asia e America latina; mentre la versione più sicura della medicina era in commercio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente la Bayer è oggetto di numerso cause in giro per il mondo; soltanto negli Stati Uniti rischia multe per complessivi 5,6 milioni (o miliardi ?) di dollari.

Krauss-Maffei Wegmann

Dopo lo scandalo Siemens arriva un’altra maxi inchiesta che si snoda sull’asse Atene-Berlino. Questa volta ad essere coinvolta è la Krauss-Maffei Wegmann, azienda nata a Monaco di Baviera a fine 800 come industria di materiale ferroviario e diventata, negli anni, società leader nel settore della difesa tedesca. Lo scandalo risale al 2013, l’arma del delitto sono 18 milioni di euro di tangenti, il movente spingere i funzionari della Difesa di Atene all’acquisto di sottomarini Poseidon della Krauss e carri armati Leopard. Un alto dirigente del ministero della Difesa ellenica, Antonis Kantas, è finito in carcere a fine 2013 per aver incassato le tangenti provenienti dalla Germania.

Deutsche Bank

“Il 2015 è iniziato come un anno di ricavi record, circa +24%. Ma i profitti sono stati influenzati da spese legali pari a 1,5 miliardi di euro, per effetto della conclusione delle vicende giudiziarie, negli Usa e in Gran Bretagna, in materia dei tassi interbancari”, sono queste le parole dei due amministratori delegati Deutsche Bank, Jürgen Fitschen e Anshu Jain. Nella primavera del 2015 infatti, la principale banca tedesca ha dovuto pagare a Stati Uniti e Regno Uniti 2,5 miliardi di dollari di multe per aver manipolato i tassi Libor, Euribor e Tibor che regolano prestiti tra banche e mutui. Ma non era la prima volta che il colosso bancario tedesco si trovava sotto processo. Nel 2013 pagò, insieme ad altre sei banche della Germania, 1,7 miliardi di euro alla Commissione Ue, per il Libor e altri indici truccati.

Lufthansa

Lo scandalo, o meglio, il disastro più recente riguarda la Lufthansa e il volo Germanwings che schiantandosi sulle Alpi francesi ha ucciso 150 passeggeri. La natura volontaria del disastro, provocato dal gesto folle del copilota, ha aperto un’inchiesta sui sistemi di controllo della compagnia aerea tedesca. Il copilota soffriva di depressione grave e la Lufthansa è stata accusata di “responsabilità illimitata” per avergli permesso di volare e quindi suicidarsi con tutti i passeggeri dell’Airbus 320.

Calciopoli alla tedesca

Nemmeno il calcio tedesco è immune da scandali all’italiana. In Germania ricordano il caso Bochum dal nome della procura che aprì un’indagine sulla Bundesliga. Il risultato? Scoprirono 3 partite della Champion’s League truccate e 323 incontri manipolati in diversi campionati europei 69 dei quali in Germania per un giro di mazzette di 12 milioni di euro a arbitri e dirigenti sportivi.

Tutto questo per dire che gli scandali accadono ovunque, ci rendono disonesti, ma umani, deboli di fronte alle tentazioni del Dio denaro. E nessun Paese ne è immune, compresa la rigorosa Germania. Ma ciò che differenzia uno Stato come quello tedesco dall’Italia è il modo con cui le aziende, l’opinione pubblica e la giustizia affrontano gli scandali. Dimissioni immediate, ripudio collettivo e giustizia veloce e severa per la Germania, attaccamento alla poltrona, memoria collettiva brevissima e giustizia inefficente per il Belpaese. Ecco perchè, nonostante gli scandali siano della stessa matrice, ciò che conta è come un Paese ne esce: rafforzato nell’onestà collettiva e nella reputazione mondiale oppure confermandosi pasticcione e vulnerabile di fronte ai giochi di potere.
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:38 pm

Evasione fiscale, il confronto tra l'Italia e gli altri Paesi

Solo 156 condannati in carcere. E un rapporto nero-Pil da record. Da noi rubare all'Erario conviene. E la soglia del 3% rischia di peggiorare le cose.
di Marco Mostallino
06 Febbraio 2015
http://www.lettera43.it/capire-notizie/ ... 157329.htm


Herr Uli Hoeness non sarebbe finito in carcere se in Germania fosse in vigore 'la regola del 3%'.
Il presidente del Bayern Monaco, già stella del calcio tedesco, ha invece rinunciato all'Appello ed è entrato nella patrie galere per evasione fiscale, portandosi nello zaino, insieme con calze e mutande, una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per aver nascosto all'Erario 26 milioni di euro di entrate.
CON IL DDL UNA VALANGA DI DEPENALIZZAZIONI. In Italia, la soglia del 3% di evasione sul totale del reddito - contenuta del disegno di legge del governo Renzi - se approvata porterà a depenalizzare anche reati fiscali di enormi proporzioni, come l'evasione di circa 400 milioni della quale è stato dichiarato colpevole Silvio Berlusconi.


1. I numeri: in Italia solo 156 evasori condannati in carcere

Secondo il rapporto 2013 dell’Institut de criminologie et de droit pénal dell'Università di Losanna, il rapporto del numero di detenuto per reati fiscali tra Italia e Germania è di uno a 55.
Nel 2011, gli evasori nelle carceri italiane condannati con sentenza definitiva erano appena 156, ovvero lo 0,4% della popolazione carceraria contro una media del 4,1% dell'Unione Europea.
RUBARE AL FISCO ITALIANO? NON È GRAVE. Rubare al Fisco, sottrarre alla comunità dei cittadini il denaro per ospedali, scuole, trasporti in Italia non è considerato grave.


2. Il rapporto tra nero e Pil: il 27% italiano è un record

Secondo i dati della Corte dei conti di Roma e quelli del parlamento europeo, in Italia l'evasione fiscale vale circa il 30% del Prodotto interno lordo, ovvero la misura della ricchezza di un Paese.

Per ogni 100 euro fatturati o comunque dichiarati, circolano (tra il 2010 e il 2013) tra i 34 e i 38 euro di pagamenti nascosti al Fisco. Nell'insieme degli Stati dell'Ue, l'evasione vale attorno ai 1.000 miliardi l'anno (fonte Ue), circa 180 miliardi (pari a 350 miliardi di imponibile nascosto), un quinto del totale, sono frutto del malaffare italiano, con un rapporto tra il nero e il Pil pari a circa il 27%, il più alto tra i Paesi occidentali dell'Unione (tolti quindi gli ex socialisti).
IN GERMANIA 16%, IN GB IL 12. In Germania l'evasione vale il 16% del Pil, in Francia il 15, in Spagna il 22, in Belgio il 22 e in Gran Bretagna il 12. Quando entrerà in vigore la regola europea che permette di computare nel Pil anche gli affari in nero, allora l'economia italiana parrà più ricca mentre invece si tratterà soltanto di un incentivo all'evasione, come rischia di essere anche la franchigia del 3%.


3. Le pene in Europa: la gogna a Londra, la galera a Parigi

In Francia vige già una soglia al di sotto della quale l'evasione non ha effetti penali (il 10% del reddito), ma è anche vero che per reati fiscali si rischiano fino a cinque anni di carcere.
Ma la vera differenza è che, secondo il rapporto 2013 dell'Università di Losanna, le prigioni francesi ospitavano 4.969 detenuti per reati fiscali, quelle del nostro Paese come detto appena 156.
FOTO DEI GRANDI EVASORI SUI GIORNALI. In Gran Bretagna, periodicamente, il governo ricorre alla gogna e fa pubblicare sui giornali le foto dei grandi evasori smascherati dalla polizia e condannati dai tribunali.


4. Le pene negli altri continenti: dal Giappone agli Usa, la severità è la norma

Cambiando continenti, arriviamo in Giappone, Paese nel quale la sola idea di condoni o soglie è ritenuta abominevole, quindi negli Usa, dove non ci sono sconti né franchigie e i detenuti per evasione, elusione e frodi fiscali varie sono circa 11 mila: ma si tratta solo di quelli costretti nelle carceri federali, mentre ogni singolo Stato ne custodisce diverse centinaia.
FINO A CINQUE ANNI DI PRIGIONE. Per l'evasione il massimo della pena è di cinque anni, ma la vita in prigione può essere veramente dura: decine di condannati per aver nascosto redditi al Fisco sono spediti nelle carceri dell'Alaska, dove vengono tenuti i criminali considerati più pericolosi.


Evasione, in Germania scatta il penale anche si sottrae al fisco un solo euro
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... ro/1317234
Mentre il governo Renzi lavora per alzare le soglie di non punibilità, in diversi Paesi esteri i limiti minimi non esistono e le pene per chi sottare soldi all'erario sono maggiori di quelle previste in Italia
di F. Q. | 6 gennaio 2015

Cosa bisogna fare per essere considerati evasori fiscali in Italia? Nel caso di dichiarazione infedele, perché l’evasione possa essere considerata penalmente rilevante l’imposta sottratta al fisco deve essere superiore ai 50 mila euro e l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti è superiore al 10% dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o comunque superiore ai 2 milioni di euro. Nel caso di omessa dichiarazione, invece, si parla di reato quando le imposte evase superano i 30 mila euro. Le pene? In entrambi i casi c’è la reclusione da 1 a 3 anni. Se viene riscontrata la dichiarazione fraudolenta, il carcere va da un anno e 6 mesi a 6 anni. Ora, con le nuove norme volute dal governo Renzi, le condizioni per chi evade diventano addirittura più favorevoli: le soglie che fanno scattare il penale si alzano. In diversi Stati esteri, invece, come riporta IlSole24Ore, i limiti minimi non esistono.

E’ il caso della Germania, dove l’evasione ha in ogni caso rilevanza penale, anche se al fisco viene sottratto un solo euro. Le autorità considerano “evasore” il contribuente che mostra l’intento di sottrarsi agli obblighi fiscali e reputano sufficiente anche il dolo eventuale. Non fa differenza che l’evasione sia attuata tramite dichiarazione infedele o dichiarazione omessa. L’ordinamento prevede sanzioni pecuniarie e il carcere da 1 a 5 anni, che può arrivare ai 10 anni nei casi più gravi. Vengono considerati casi particolarmente gravi quelli di evasione su “larga scala”, ovvero per imposte evase superiori a 50 mila o 100 mila dollari. Si scherza poco anche negli Stati Uniti, dove il reato scatta sopra i 10 mila dollari: previste sanzioni amministrative e la reclusione, che scatta nei casi più gravi.

Nel Regno Unito non esiste una soglia al di sopra della quale scatta il procedimento penale: il fisco considera penalmente perseguibile anche l’emissione di documenti fittizi volti a mascherare l’evasione. All’evasore il più delle volte viene richiesto il pagamento delle imposte evase più gli interessi: la multa può arrivare al 100% del tributo evaso. Ma se il meccanismo fraudolento viene accertato dal giudice, il furbetto in questione può essere punito con la reclusione fino a 7 anni. In Spagna, invece, le violazioni penali scattano se l’evasione supera la soglia dei 120 mila euro: reclusione da uno a 5 anni e sanzione fino a 6 volte la somma evasa. Soprattutto l’evasore perde il diritto a ottenere crediti o aiuti statali o a usufruire di incentivi fiscali o contributivi per un periodo tra i 3 e i 6 anni.

In Francia il fisco non può perseguire un contribuente se il maggiore reddito accertato non eccede il 10% del reddito tassabile dichiarato dal contribuente o una somma minima di 153 euro. Le pene? Carcere fino a 5 anni e multe fino a 500 mila euro. Ma se vengono individuate “circostanze gravi” la sanzione può arrivare a 2 milioni di euro e il periodo massimo di detenzione passa da 5 a 7 anni.
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:39 pm

Scandalo Fifa, tutti gli inganni degli ultimi 7 Mondiali
Giulia Zonca
09 giugno 2015

http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2015/ ... iali.shtml

Roma - L’inchiesta della Fbi ha svelato vent’anni di corruzione: eccoli nel dettaglio, Mondiale per Mondiale.

Francia 1998 - Mazzette dal Marocco, ma non basta per vincere
Primo Mondiale sotto esame e già entra in scena uno degli uomini chiave dell’inchiesta attuale. Chuck Blazer, il signore con la barba da Karl Marx che dal 1990 al 2011 ha gestito le finanze della Concacaf e dal 1997 al 2013 ha prosperato nell’esecutivo Fifa, traffica dietro le elezioni. È lui che riceve il mandato di raccogliere sostegno per il Marocco e gestisce laute mazzette, solo che a un certo punto le geopolitica cambia e il Mondiale va alla Francia.

Un rigurgito di coscienza dell’esecutivo Fifa che vota indipendentemente dal flusso di denaro? Difficile dirlo. Non sono emerse prove che compromettano la candidatura francese e solo le illazioni preoccupano molto perché la stessa persona che era a capo dell’organizzazione di quella Coppa del Mondo, Jacques Lambert, ora ha il medesimo ruolo agli Europei 2016.

Lui ha assicurato che non ci sono pagamenti, mail o conversazioni che possano imbarazzare la Francia. Solo che il modus operandi Fifa in qualche modo istiga al dubbio visto che nell’assegnazione successiva c’è ancora il Marocco a pagare tangenti e viene battuto solo perché il Sudafrica offre di più. In ogni caso per ora l’inchiesta si limita a valutare la confessione di Blazer che si è trasformato in pentito dopo che l’Fbi gli ha congelato il conto corrente nel 2013.

Giappone-Sudcorea 2002 - Trattative sottobanco, poi la tregua tra rivali
L’edizione meno toccata dallo scandalo. L’assegnazione rispondeva a una logica di rotazione ma i movimenti verso il voto hanno cambiato gli schieramenti in un modo che già allora sembrò ambiguo. Il maneggione Blazer era occupato a manovrare fondi per la Gold Cup, il torneo più importante del suo territorio che come si legge nella deposizione «ha sempre gestito in base alle offerte».

Così al momento non ci sono insider. Ma una candidatura congiunta non si era mai vista: Corea e Giappone dovevano sfidarsi e poco prima del voto si sono presentate insieme. Una trattativa sottobanco condotta dalla stessa Fifa. È stata l’organizzazione peggiore: distanze infinite, pubblico indifferente e scelte all’ultimo minuto. Come se i due ospiti non fossero convinti di stare insieme e fossero impegnati più a boicottare l’altra metà.

Germania 2006 - Anche un carico d’armi per avere il voto decisivo
Qui il complotto si farebbe più vasto. Dalla fase uno (bustarelle a delegati facilmente corruttibili) si passa a favori su vasta scala. Secondo Die Zeit il governo tedesco (Schroeder era il Cancelliere) avrebbe mandato all’Arabia Saudita un carico di armi per spostare i voti del Medio Oriente dal Sudafrica alla Germania. Lo scrutinio si chiude 12 a 11 con un astenuto e molte polemiche.

Charlie Dempsey, neozelandese, non si esprime ed è una sorpresa perché l’intera Oceania dirà che appoggiava il Sudafrica e che lui avrebbe dovuto votare in quel senso. In caso di parità la decisione sarebbe toccata al presidente, cioè Blatter, che di certo avrebbe favorito gli africani. Insomma ai rivali dei tedeschi andavano bene due risultati su tre, infatti fecero subito generiche accuse: «Deve essere successo qualcosa». Forse più di qualcosa perché il giornale tedesco parla anche di una raccolta voti in Asia con Volkswagen e Bayer che aumentano gli investimenti in Thailandia e Daimler che finanzia la coreana Hyundai.

La Germania oggi è tra i grandi oppositori di Blatter e l’attuale governo ha chiesto la documentazione per aprire un’inchiesta ufficiale. Per chiudere il cerchio, in quei Mondiali Ismail Bhamjee, l’uomo che ha svelato la trattativa del 2010, viene arrestato per bagarinaggio e lascia la Fifa.

Sudafrica 2010 - Quei 10 milioni di dollari che scatenano l’indagine
L’edizione più discussa è la protagonista della truffa che potrebbe collegare Blatter al sistema della corruzione Fifa. Si parte da un pagamento di 10 milioni di dollari girato dalla Fifa alla Concacaf in nome del Sudafrica. Sono assegni successivi all’assegnazione e ufficialmente destinati alla «causa della diaspora», a costruire stadi e infrastrutture.

La Fifa ha prima sostenuto di non saperne niente, poi chiarito che si trattava di sostegno a Paesi e persone in difficoltà sottolineando però che Blatter non ha avallato il pagamento. Ma ci sono diverse mail compromettenti. Una destinata al suo braccio destro Jerome Valcke e una scritta proprio da Valcke in cui si spiega che Blatter e Thabo Mbeki, allora presidente del Sudafrica, erano d’accordo sull’operazione.

A peggiorare la situazione c’è l’intercettazione del Sunday Times. Parla l’allora membro dell’esecutivo Bhamjee, rappresentante del Botswana e all’epoca non uno qualsiasi. Contava, decideva, legava Blatter all’Africa. Lui, convinto di parlare a un lobbista, dice: «Nel 2010 aveva vinto il Marocco per due voti. Issa Hayatou del Camerun, Slim Aloulou della Tunisia e Amadou Diakite della Costa d’Avorio sono tutti stati pagati per votare Marocco». In totale 1 milione di dollari ma a quanto pare il Sudafrica ne ha poi offerti 10.

Brasile 2014 - L’aggiustatutto Valcke muove sponsor e tv
L’aggiustatutto di Blatter si chiama Jerome Valcke e sta ancora al suo posto di segretario Fifa. Lavorava per la federazione brasiliana, dove tuttora c’è suo figlio, poi lo hanno messo a capo del marketing, posizione che ha lasciato dopo che un giudice americano lo ha accusato di aver mentito nella controversia tra Visa e Mastercard in lizza come sponsor. È stato supervisore dei Mondiali 2014 e ogni sospetto su quell’edizione lo riguarda.

Il Brasile era candidato unico ma la mancanza di concorrenza non era casuale. Contratti pompati e prepagati, milioni legati alla concessionaria che gestiva i diritti tv (la Isl, chiusa): il Brasile ha speso troppo e nessuno ha osato mettersi contro. Almeno questa è la ricostruzione che porta all’arresto di Marin, capo della federazione, e alla richiesta di estradizione per il sostituto Del Nero.

Russia 2018 - Gli oligarchi “ungono”, e flirtano con gli arabi
Poco prima del voto l’Inghilterra riceve un avvertimento da un sostenitore della candidatura: «Impossibile vincere, Putin ha forzato la situazione e gli oligarchi hanno unto troppo». La federazione passa l’informazione all’«intelligence» che ci lavora su. Una delle prime informazioni che trapela è che la Russia avrebbe fatto un accordo con il Qatar per lo scambio di voti. Gli inglesi trovano microspie nel quartier generale di Wembley. Pare che ogni uomo contattato da quell’ufficio venisse poi chiamato dai russi.

Una vera spy story in cui la gola profonda è un ex agente dell’M16 (i servizi segreti diventati famosi con James Bond). Lui svela la trama ma avverte: «Non troverete una prova concreta, un foglio di carta, una registrazione». L’allora potentissimo vice presidente Fifa Mohamed bin Hammam (poi allontanato per corruzione) organizza incontri e costruisce ponti economici tra Qatar e Russia. La delegazione russa va a Doha, il ministro dello sport russo Mutko scrive: «Sono impressionato dall’attenzione riservata agli uomini della nostra candidatura». Subito dopo i due Paesi annunciano un accordo per l’estrazione del petrolio nello Yamal, penisola siberiana. «Solo affari» dicono loro: tutto è controverso ma difficile da svelare.

Quatar 2022 - Già una squalifica a vita per il torneo più discusso
Stesso scenario del 2018, stessi protagonisti e stessa trattativa, ma a differenza del fronte russo in Qatar un testimone, non disposto a collaborare, c’è. Si chiama Phaedra al-Majid, ex capo delle comunicazioni, che nel 2011 ammette: «Almeno tre membri dell’esecutivo sono stati comprati». Poi ha ritrattato e nessuno si è sorpreso. Resta la squalifica a vita di bin Hammam, nato a Doha, allora capo della confederazione asiatica e vice presidente di Blatter, colpevole di aver pagato alte cariche dello sport in cambio di favori.

La Fifa ha riconosciuto e condannato la truffa però nella ricostruzione della commissione etica i soldi sarebbero legati alla corsa per la presidenza Fifa 2011, non ai Mondiali. Blatter si è visto il potente amico contro e lo ha consegnato. Addirittura nel rapporto si dice che «Hammam era lontano dal gruppo di Qatar 2022». Due giorni fa Domenico Scala, reggente delle operazioni Fifa in attesa del nuovo presidente, ha detto per la prima volta: «Se verranno riscontrate scorrettezze i Mondiali 2018 e 2022 saranno riassegnati». Sembra una concessione ipotetica, almeno per il 2018. Si stanno giocando le partite di accesso, siamo a due mesi dai sorteggi europei per le qualificazioni, il congresso straordinario Fifa non è previsto prima del 2016. È già tardi.




Scandalo del calcio tedesco del 2005
https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_ ... o_del_2005
Lo scandalo del calcio tedesco del 2005 è uno scandalo che investì il calcio tedesco nel 2005, quando venne scoperto che alcuni arbitri erano stati corrotti con certe somme di denaro per aggiustare i risultati di alcune partite di campionato, il tutto quando mancava poco più di un anno all'inizio del Campionato del Mondo di Germania 2006.
Nel gennaio 2005 la DFB (federcalcio tedesca) apprese la notizia di alcune partite truccate da un gruppo di arbitri per somme di denaro.
La confessione arrivò da uno degli arbitri coinvolti, Robert Hoyzer, che ammise di aver truccato alcune gare della Coppa di Germania, della Zweite Bundesliga e della Regionalliga tra il maggio e il dicembre del 2004, insieme ad altri suoi colleghi. Non risulteranno invece coinvolte gare di Bundesliga.
Quattro arbitri, Lutz Michael Fröhlich, Olaf Blumenstein, Manuel Gräfe e Felix Zwaier, si recarono da alcuni funzionari della DFB perché sospettarono di Robert Hoyzer. La federazione non agì immediatamente, ma dopo aver ottenuto alcune prove, l'arbitro coinvolto venne sospeso dall'attività.
Dal materiale raccolto risulta che Hoyzer avesse incontrato a Berlino tre fratelli croati facenti parte di un'organizzazione di scommesse clandestine. Il 28 gennaio 2005 vennero arrestati Hoyzer, i tre croati e alcuni giocatori dell'Hertha Berlino, questi ultimi perché sospettati di aver aggiustato il risultato di una gara di Coppa di Germania il 22 settembre 2004, persa 3-2 contro un club di terza divisione (anche se poi verranno scagionati), mentre due degli arbitri che avevano fatto uscire tutto vennero messi sotto scorta e sospesi dalla loro attività per motivi di sicurezza.
A quel punto Hoyzer, principale sospettato, decise di collaborare con la magistratura tedesca, tirando fuori il nome di un altro arbitro (anch'esso corrotto) e di alcuni giocatori croati.

https://de.wikipedia.org/wiki/Robert_Hoyzer



Calcioscommesse, tutti gli altri scandali dalla Germania alla Grecia
di Luca Pisapia | 19 giugno 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... cia/268844

Non ci sono solo Turchia e Italia alle prese con gli scandali sul calcioscommesse. Rimanendo solo agli ultimi anni l’Europa calcistica è un focolaio di corruzione, con partite vendute e comprate come fosse pesce al mercato. Interessate mafie locali, est-europee e asiatiche per un giro di nomi (i soliti noti) e soldi (provenienti dagli stessi paesi) che fanno immaginare l’esistenza di una vera e propria spectre che controlla il calcio europeo, anche di primo livello. Nel 2005, l’anno prima della Calciopoli italiana, in Germania è arrestato l’arbitro Robert Hoyzer. Gli inquirenti scoprirono un giro di oltre 2 milioni di euro gestiti dalla malavita croata relativi a partite truccate e a scommesse, legali e non, che coinvolgono la 2nd Bundesliga (la serie B tedesca), la coppa nazionale e i campionati minori tedeschi. Vennero arrestati e squalificati diversi tesserati tra dirigenti, giocatori (tra cui 3 dell’Herta Berlino) e arbitri.

Anche quello che potrebbe essere la madre di tutti gli scandali, e dimostrare l’esistenza di una vera e propria rete internazionale volta a falsare il risultato delle partite per scommetterci sopra, parte dalla Germania. Tutto comincia con un’indagine della procura di Bochum nel 2009 che porta all’arresto di decine di persone, tra cui arbitri, dirigenti e giocatori, accusati di avere tentato di alterare il risultato di più di 300 partite nei campionati di massima divisione di Austria, Bosnia, Ungheria, Slovenia, Croazia e Turchia e nelle serie minori di Germania, Svizzera e Belgio. Oltre che almeno 12 partite delle competizioni europee, tra Champions League ed Europa League. Per quello che la Uefa ha definito “il più grande scandalo sportivo europeo”.

Nell’estate scorsa un’indagine della Procura di Atene porta all’arresto di 10 persone e all’iscrizione di altre 70 sul registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sul taroccamento di almeno 41 partite della massima serie e delle serie minori nel calcio greco nella stagione 2009-10. Arrestati con l’accusa di associazione a delinquere diversi presidenti e giocatori, nello scandalo che la stampa Greca ha soprannominato Koriopolis (korios sono le intercettazioni telefoniche) sulla falsariga del nostrano Calciopoli. Come nel caso dello scandalo turco anche qui la giustizia sportiva è mite. Tra le decine di squadre e tesserati deferiti, la maggior parte delle retrocessioni si tramutano in leggere penalizzazioni.

In contemporanea, sempre nell’estate del 2011, decine di arresti anche a Budapest per un giro di scommesse su partite del campionato ungherese effettuate per conto della mafia asiatica. La rete di traffici internazionali che emerge da questa serie di scandali interessa anche le procure italiane: da quelle di Cremona, Napoli e Bari, che indagano sul calcioscommesse italiano, alle varie procure antimafia che indagano sul riciclaggio del denaro di mafia e camorra nelle società di calcio. E spesso, molto spesso, i nomi esotici che entrano ed escono da queste inchieste sono i medesimi che appaiono nelle indagini sul calcioscommesse in corso in Italia. Un filo rosso che parte da Bochum e unisce tutto quanto il continente. Almeno nel marcio del calcio, l’Europa si dimostra essere più unita che mai.



Calçopołi tałega
https://it.wikipedia.org/wiki/Calciopoli
Il termine Calciopoli vuole indicare uno scandalo che ha investito il calcio italiano nel 2006, coinvolgendo diverse società professionistiche fra le più importanti e numerosi dirigenti sia delle stesse società sia dei principali organi calcistici italiani (Federazione Italiana Giuoco Calcio, Lega Nazionale Professionisti, Associazione Italiana Arbitri), oltre ad alcuni arbitri e assistenti. In ordine di tempo si è trattato del terzo grande scandalo nella storia del calcio italiano, dopo i due scandali relativi alle scommesse del 1980 e del 1986. Successivamente nel 2011 ci fu un ulteriore scandalo, mediaticamente soprannominato Scommessopoli.

https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_ ... e_del_2011
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:39 pm

Trapianti: scandalo a Lipsia, sospetto mazzette per manipolare liste attesa
03 gennaio 2013

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ttesa.aspx

Roma, 3 gen. (Adnkronos Salute) - Scandalo trapianti d'organo a Lipsia. I pubblici ministeri tedeschi stanno indagando su una vicenda legata ai trapianti: il sospetto è che alcuni medici abbiano manipolato le liste d'attesa dei pazienti in cerca di un organo di ricambio. Tre medici del centro di trapianti della clinica universitaria di Lipsia sono stati sospesi, riferiscono i media tedeschi.Secondo la stampa 38 pazienti con problemi di fegato sarebbero stati falsamente indicati come casi di dialisi, per accorciare l'attesa del trapianto. Secondo Wolfgang Fleig, direttore del consiglio di amministrazione della clinica, non si può escludere che del denaro sia passato di mano per ridurre l'attesa di questi pazienti. In tutti i casi coinvolti nello scandalo, riferisce la Bbc online, l'organo da sostituire era il fegato, e le sospette 'manipolazioni' delle lista d'attesa si sarebbero verificate tra il 2010 e il 2011. Una vicenda che desta scalpore in Germania, ma secondo Frank Ulrich Montgomery, capo dell'Associazione Medica Tedesca, le irregolarità sono ormai "storia", perché la vigilanza è stata rafforzata. Nel frattempo il ministero della Sanità ha spiegato che 10 centri sono stati controllati finora, e sono emersi altri tre casi di irregolarità. Non è ancora chiaro se vi sia un legame tra lo scandalo di Lipsia e le vicende simili scoperte in precedenza a Monaco di Baviera, Regensburg e Goettingen.


Milano, arrestati 14 medici per ‘inutili’ operazioni chirurgiche fatte solo per ottenere rimborsi dallo Stato.
Le accuse sono di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e lesioni gravi. I soldi ancora una volta il movente di questa atrocità

http://www.notizievideoblog.it/cronaca/ ... giche.html

Sono 14 i medici, tra cui l'ex direttore sanitario della clinica milanese Santa Rita e il rappresentante legale nonchè titolare della struttura sanitaria, i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dopo l’agghiacciante scoperta di questa mattina. Le accuse sono di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e lesioni gravi. Secondo le prime informazioni, nella clinica sarebbero avvenute operazioni, ‘tecnicamente’ inutili, a scopo di lucro.

E' il primario della Chirurgia Toracica della clinca, il dottor Pierpaolo Brega Massone, una delle due persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi gonfiati nella struttura sanitaria milanese. L'altra persona, collaboratore stretto di Massone, per cui il gip Micaela Curami ha disposto il carcere, è il dottor Pietro Fabio Presicci.

La clinica Santa Rita, attraverso l'alterazione delle cartelle cliniche in modo tale da far lievitare i 'drg', avrebbe ottenuto indebiti rimborsi per circa 2 milioni e mezzo di euro. Nel reparto di Chirurgica Toracica sono stati effettuati interventi definiti dannosi e inutili ai danni di ignari pazienti, interventi che hanno portato a contestare i cinque casi di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e circa 90 casi di lesioni gravi o gravissime.

Ci sarebbero anche una decina di casi di pazienti con tubercolosi curati con l'asportazione del polmone tra gli episodi contestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano. Tra i casi che riguardano le lesioni gravi e gravissime c'è anche quello dell'asportazione, senza motivo, di un seno ad una donna giovane che in realtà non aveva nessun tumore ma era perfettamente sana.

Operazioni chirurgiche a cottimo, l’Ordine: "Non è cambiato niente"
Dopo i casi delle cliniche Humanitas e Santa Rita, la Regione ha modificato le regole
Ma sono nate nuove tecniche, come le 'funzioni non tariffabili', per avere più rimborsi
di LAURA ASNAGHI e ALESSANDRA CORICA
(20 giugno 2012)
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... e-37539819


Milano, truffa da 28 milioni: nove indagati tra primari e dirigenti del San Raffaele
Presunte irregolarità nei rimborsi percepiti per 4.000 interventi chirurghici. Tra gli indagati c'è anche Alberto Zangrillo, il medico di Berlusconi e l'ad del gruppo, Nicola Bedin. L'ospedale: "Interventi a regola d'arte"
di EMILIO RANDACIO
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -116968516
Una truffa al servizio sanitario nazionale da 28 milioni di euro per presunte irregolarità nei rimborsi percepiti su quattromila interventi chirurgici all'ospedale San Raffaele di Milano: è la contestazione della Procura di Milano che ha chiuso l'inchiesta nei confronti di nove persone tra dirigenti, rappresentanti legali dell'ospedale e sei primari. Tra loro Alberto Zangrillo, responsabile del reparto di Anestesia e medico personale di Silvio Berlusconi e l'amministratore delegato del gruppo Nicola Bedin.

Falso e truffa aggravata. L'inchiesta, condotta dal pm Giovanni Polizzi e coordinata dall'aggiunto Giulia Perrotti, riguarda un arco temporale che dal 2011 arriva al 18 novembre 2013 ed è stata aperta per falso e truffa aggravata. Tutto è nato dopo una verifica sulla regolarità dei Drg e - secondo l'ipotesi d'accusa - ha consentito di accertare come in diverse unità operative della struttura siano stati eseguiti più di quattromila interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditamento relative alla presenza minima di operatori e anestetisti, nonché di impiego di medici specializzandi. A fronte di tali episodi - spiegano gli investigatori - la struttura ospedaliera ha autocertificato il mantenimento dei requisiti richiesti per l'accesso al rimborso della prestazione sanitaria offerta, ottenendo indebiti rimborsi per più di 28 milioni di euro.

Chirurghi presenti in più sale. Nell'avviso di chiusura delle indagini, il pm scrive che durante gli interventi "le equipe" sarebbero state solo sulla carta "regolarmente costituite", in quanto "chirurghi e/o anestesisti" sarebbero stati "presenti contestualmente in più sale operatorie". Sarebbe stato fatto figurare, quindi, sui 'registri' che tutti i 'requisiti' di presenza per ottenere i rimborsi drg erano stati rispettati.

Operazioni con gli specializzandi. Sono circa 2 mila gli interventi chirurgici durante i quali, in sala operatoria, uno specializzando sostituiva un anestesista o un chirurgo professionista, mentre in 989 casi mancava il primo operatore. Sono alcuni dati delle tabelle riportate nell'avviso di conclusione delle indagini.

Gli altri indagati. Oltre a Zangrillo (primario e direttore dell'unità operativa di Anestesia e Rianimazione) e Bedin (amministratore dal 2012), nell'elenco degli indagati figurano anche Mario Valsecchi, in qualità di direttore amministrativo dell'ospedale fino al 2012, Roberto Mazzuconi, in qualità di direttore sanitario. Poi ancora Ottavio Alfieri, primario e direttore dell'unità operativa di Cardiochirurgia, Piero Zannini, primario e direttore dell'unità operativa di Chirurgia Toracica, Roberto Chiesa, primario e direttore dell'unità operativa di Chirurgia Vascolare, Patrizio Rigatti, primario e direttore dell'unità operativa di Urologia fino al 2012 e Francesco Montorsi, primario e direttore dell'unità operativa di Urologia dal novembre 2012. Indagati anche per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti la Fondazione Monte Tabor, nella persona del legale rappresentante Claudio Macchi, e l'ospedale San Raffaele, in persona del legale rappresentante Gabriele Pelissero. I fatti contestati vanno dal 2011 al 2013.

L'ospedale: "Interventi a regola d'arte". "L'ospedale San Raffaele contesta radicalmente le accuse che gli vengono avanzate - si legge in una nota - perché assolutamente insussistenti sia in punto di fatto che relativamente alla disciplina amministrativa relativa all’accreditamento. L'ospedale tiene
altresì a precisare che le prestazioni oggetto della contestazione sono state eseguite tutte, senza alcuna eccezione, a regola d’arte e secondo le migliori tecniche e i più aggiornati protocolli internazionali. L'ospedale San Raffaele conferma la piena fiducia nell’alta qualità professionale e nell’assoluta correttezza dell’operato dei propri primari e di tutti coloro che partecipano alle attività cliniche dei propri dipartimenti".
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 5:40 pm

El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen
viewtopic.php?f=94&t=1857

Volkswagen e i trucchi delle emissioni. Ma quale scandalo?
Sono almeno 12 i "trucchi" usati dalle Case nel ciclo di misura. Oggi è toccato a Volkswagen confessare ma domani? E. De Vita
http://www.automoto.it/news/vw-e-i-truc ... E.facebook
La Volkswagen è sul banco degli imputati. Reo confesso, il suo AD, Martin Winterkorn, si è cosparso il capo di cenere, ha chiesto scusa al mondo e attende ora la clemenza o la mazzata dagli americani dell’EPA, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente. Come sempre, si grida allo scandalo, dagli all’untore, crucifige. E la stampa non ha perso l’occasione per additare come novità indecente la prassi di truccare le centraline dei motori per ottenere gas di scarico più puliti durante l’esecuzione del ciclo di misura.

Che strano! Da Carlo Sidoli al sottoscritto abbiamo più volte raccontato che sono almeno una dozzina i trucchi che le Case adottano per far bella figura nel ciclo di misura. Si va dai pneumatici a basso rotolamento allo spegnimento dell’alternatore, dai pannelli aerodinamici nel sottoscocca a vari alleggerimenti nel corpo vettura, dalla scelta di laboratori spagnoli localizzati ad alta quota (ove l’aria è più rarefatta) a oli extra fluidi.

Ma il metodo più gettonato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l’esecuzione di un ciclo di misura. Cosa semplice come pane. Basta dirgli: quando l’acceleratore è appena sfiorato, quando la velocità si modifica con questa sequenza, quando le soste al minimo durano tot secondi, quando le velocità di 50, 70, 90 e 120 vengono mantenute per tot secondi, tu, centralina, dimentica potenza e cavalli e bada solo a consumo e inquinamento. Non dimentichiamo che il ciclo europeo di misura (simile a quello Usa) richiede potenze inferiori a 25 cavalli e accelerazioni da baraccone.

“Il metodo più gettonato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l’esecuzione di un ciclo di misura. Cosa semplice come pane”

I lettori più attenti sapevano già dell’esistenza di questo trucco, al quale più o meno ricorrono tutte le Case. Altrimenti non si spiegherebbe la vistosa differenza fra consumi dichiarati e consumi misurati nel ciclo. La stampa, invece, ha fatto finta di non saperlo.

Ma c’è dell’altro. Forse che l’abbuono regalato alle auto ibride di non conteggiare l’energia presente nella batteria non è uno dei trucchi per denunciare come veri consumi fasulli? Che la stupenda Porsche 918 (potenza 817 cavalli) consumi solo 3,4 litri per 100 km non suscita qualche dubbio sulla correttezza della misura? Quella sostanziale, non quella formale.

E non è finita perché il “trucco” usato da VW avrebbe avuto lo scopo di ridurre il conteggio degli ossidi di azoto, un semplice irritante polmonare (per alcuni individui e non per tutti), non un vero inquinante. Aveva la cattiva fama di potersi combinare con i vapori di benzina che uscivano dai pentoloni ribollenti dei grossi carburatori degli 8V made in USA. E di produrre smog fotochimico sotto l’effetto del sole di California.

Che la stupenda Porsche 918 (potenza 817 cavalli) consumi solo 3,4 litri per 100 km non suscita qualche dubbio sulla correttezza della misura?

Parliamo degli anni Sessanta e Settanta, quando il cielo di Los Angeles era saturo di nebbia rossastra (il colore dell’ossido di azoto è, appunto, rosso) e il sottoscritto frequentava il LAPD (il dipartimento di polizia della capitale californiana) per vendere qualche migliaia di V7 California per conto della MotoGuzzi. Bene, quell’atmosfera è oggi limpida, lo smog fotochimico è sparito grazie all’adozione del catalizzatore, ma sono spariti anche i pentoloni che facevano apparire liquida l’aria sopra i cofani degli 8V grazie all'avvento della iniezione elettronica

Cosa è rimasto di allora? La fobia tutta yankee per gli NOx, gli ossidi di azoto, additati come nemici dell’umanità. Non fa nulla se un loro parente, l’N2O viene usato nel viagra come stimolante, non fa niente se gli NOx sono composti azotati che la natura si crea da sola con i fulmini per rendere fertile il terreno.

E allora perché tanta acidità? Forse la ragione più semplice per spiegare l’attacco talebano dell’americana EPA agli ossidi di azoto è che rappresentano oggi l’unico punto debole del motore diesel, visto che col FAP il particolato è sparito e il vantaggio in termini di CO2 diventa incolmabile, rispetto al motore a benzina. Forse il target dell’EPA non erano gli NOx ma l’industria motoristica europea specializzata nel diesel.

Solo così si riescono a spiegare certi processi e relative crocefissioni.

Stati Uniti e scandalo Volkswagen
Il vero obiettivo di Washington è il Governo tedesco che non vuole prolungare le sanzioni contro la Russia
Alfonso Tuor | 30 set 2015
http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/2518 ... volkswagen

Perché gli Stati Uniti hanno proprio ora fatto scoppiare lo scandalo Volkswagen? La risposta diventa di giorno in giorno più chiara e riguarda le sanzioni contro la Russia. Ma prima di procedere facciamo un passo indietro.

La Volkswagen ha effettivamente truccato le emissioni di gas NOX dai suoi veicoli Diesel. Questi gas sono molto nocivi per la salute umana. Il comportamento del gigante tedesco è quindi inammissibile, anche se è molto verosimile che emergeranno comportamenti simili da parte di altre case automobilistiche. Come è oramai accertato che i test per controllare le emissioni delle automobili sono una farsa, per cui i dati in materia non sono affatto credibili. In questo contesto di truffe e di dati truccati si deve situare lo scandalo Volkswagen.

In pratica siamo in presenza, come nel settore bancario, di comportamenti criminali coperti dalle autorità che dovrebbero sorvegliare. E come nel settore finanziario assistiamo allo spettacolo di top manager “affamati” e per di più premiati per le loro malefatte come il numero uno di VW Martin Winterkorn che è stato allontanato con un premio che si aggira attorno ai 60 milioni di euro.

Quindi, è giusto, come pensa la maggioranza dell’opinione pubblica, che il colosso di Wolfsburg paghi per il mal fatto. Ma è pure coretto che non si cada nella trappola di ritenere che Washington abbia denunciato questo scandalo, perché interessata alla salute della popolazione mondiale. Anzi, questa sembra essere l’ultima preoccupazione degli Stati Uniti, come si può facilmente capire dalla storia di questa vicenda.

Circa un anno fa un ingegnere tedesco che abita in California scopre che i motori Diesel non sono affatto puliti come vantava il gruppo Volkswagen. Scopre pure che vi è un software che permette di truccare le emissioni durante i test. Trasmette questi risultati all’autorità di sorveglianza statunitensi senza indicare né i modelli né la casa automobilistica coinvolta. L’Agenzia americana chiede circa tre mesi fa spiegazioni alla Volkswagen e poi nulla fino alla denuncia dello scandalo. Già questo comportamento solleva molti dubbi, ma questi crescono e diventano certezze al manifestarsi delle reazioni del Governo tedesco.

Berlino ha infatti immediatamente compreso che la truffa era stata denunciata non per amore dell’ambiente (a cui gli americani sono tra i popoli meno interessati) e nemmeno per colpire una colossale truffa di una grande società, ma per punire il Governo tedesco. E infatti il giorno successivo lo scandalo Angela Merkel annuncia che vuole incontrare il Presidente siriano Assad per cercare di trovare una soluzione alla crisi del Paese. E la settimana scorsa il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel annuncia che la Germania è contraria al prolungamento delle sanzioni economiche contro la Russia, che sono state imposte dagli Stati Uniti a una riluttante Europa. In politica estera le dichiarazioni pubbliche seguono (e non precedono) le discussioni e i confronti con gli altri Paesi. Quindi Washington era a conoscenza che la Germania e, quindi, l’Europa non avrebbe sostenuto ancora l’insana politica di isolare la Russia. Era pure a conoscenza che Berlino avrebbe assecondato l’iniziativa del Presidente Putin di sostenere Assad, mettendo a nudo il fallimento della politica di Obama nella regione. Quindi per Washington era ed è prioritario punire un alleato (e pure un Paese sconfitto della Seconda Guerra Mondiale). Quale obiettivo migliore di una Volkswagen che è il simbolo della Germania ed un suo colosso industriale?

Insomma, se il Governo tedesco avesse ubbidito agli ordini americani, Washington non avrebbe denunciato questo scandalo. Anche se è impossibile provare questa affermazione, si puo’ certo dire che è quanto pensa il Governo tedesco.

Ora, si dirà: sia quel che sia, ma questa denuncia è sacrosanta e soprattutto benvenuta, poiché serve a proteggere la nostra salute. Questa considerazione è corretta, ma bisogna ricordare che vi sono molti altri disastri ambientali o atti nocivi per la nostra salute che sono stati celati od oscurati. E’ dunque importante capire che, come dice Papa Francesco, siamo nel bel mezzo della Terza Guerra Mondiale, che viene combattuta con altri mezzi. Tra questi figurano la guerra economica, come il caso VW, le sanzioni contro un Paese, come quelle contro la Russia, le manipolazioni finanziarie, ecc. Gli Stati Uniti stanno usando tutte queste armi e sostenendole con una grande campagna di manipolazione dell’opinione pubblica mondiale. E’ quindi importante cercare di capire quali sono i veri obiettivi di queste campagne per non farsi abbindolare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: Xermagna: corusion, masete, tramaci

Messaggioda Berto » lun ott 12, 2015 8:56 pm

???

ACHTUNG GERMANIA: DEUTSCHE BANK TIPO LEHMAN BROTHERS, MA AL CUBO!
di GERARDO COCO

http://www.miglioverde.eu/achtung-germa ... ma-al-cubo

Nuvole nere all’orizzonte per la Germania. Quando la crisi del debito europeo toccò l’acme, molti osservatori assicurarono che la Germania, il motore economico dell’Europa, avrebbe salvato tutti. Ma oggi qualcuno comincia a chiedersi: chi salverà la Germania? L’economia del paese ha cominciato a mostrare segni di gran fragilità. Le ultime brutte notizie sono il calo della produzione industriale nel periodo da luglio a agosto del 4% a fronte di una diminuzione attesa del 1.5%. Anche le esportazioni sono diminuite del 5.2% rispetto allo scorso agosto e le importazioni del 3.1%. Fatti allarmanti perché come riporta l’agenzia Bloomberg questa situazione non si verificava dal 2009, l’anno peggiore per la Germania dopo lo scoppio della crisi quando le importazioni calarono del 5%.
Il motivo è soprattutto il rallentamento dell’economia dei principali partner commerciali, Russia e Cina che hanno ridotto le importazioni dei prodotti tedeschi.
La Russia a seguito della discesa dei prezzi del petrolio che, per il secondo maggior esportatore mondiale rappresenta la fonte primaria di reddito; la Cina per la decelerazione del suo sviluppo a sua volta causata dalla contrazione dell’economia mondiale.
Aziende chimiche come la Basf Se, leader nel campo chimico, uno dei settori industriali più strategici per la Germania, hanno annunciato tagli ai budget per cali di redditività. Tutto ciò avviene in un momento in cui le spese del governo tedesco cominciano a lievitare per il problema degli immigrati. Improvvisamente si è trovato assediato da 1,5 milioni di sfollati che richiedono cibo, alloggio, cure mediche e assistenza di ogni tipo. Ma questo è nulla rispetto all’incubo del “dieselgate” che ha coinvolto la Volkswagen e i suoi 11 milioni di auto in circolazione dotate di un software per truccare le emissioni del gas di scarico e che ha distrutto la reputazione del più grande datore di lavoro e simbolo del paese. La VW è alle corde: un analista ha stimato che la casa automobilistica, alla fine, dovrà sopportare tra costi e perdita di reddito, un danno economico che si aggira sui 35 miliardi di euro che corrisponde all’1% del Pil tedesco.
Ciò significa che il più grande produttore di auto dopo Toyota dovrà ridimensionarsi e operare enormi tagli nelle spese di ricerca e sviluppo che comprometteranno crescita e competitività.
Ma c’è un altro problema forse il più grosso e pericoloso di tutti fra questi menzionati. Voci di corridoio affermano che il colpo di grazia alla Germania potrebbe darlo un altro suo colosso: la Deutsche Bank. Le voci risalgono al giugno scorso quando l’amministratore delegato della più grande banca tedesca veniva costretto a dare le dimissioni perché l’istituto non passava gli stress test, cioè gli esami a cui le autorità di vigilanza bancaria statunitense sottopongono le banche per verificare la congruità del loro patrimonio per far fronte a eventuali shock finanziari.
Ed emergeva che la fonte di questi shock poteva essere proprio la stessa banca a causa dell’enorme e inconcepibile esposizione di derivati che grava sul suo bilancio, stimata in 57 trilioni di dollari.
Per dare un’idea dell’entità del potenziale di rischio si consideri che il PIL della Germania nel 2015 si aggirerà attorno a $3.64 trilioni. Insomma il mondo potrebbe trovarsi di fronte a una Lehman Brothers europea, ma al cubo. Praticamente, la banca tecnicamente è già fallita. Tra l’altro alcuni mesi fa Deutsche Bank, insieme a altre megabanche internazionali, veniva accusata di corruzione, manipolazione dei tassi di interesse, evasione fiscale e riciclaggio di denaro e lo scorso aprile le veniva comminata una multa di $2.5 miliardi.
Infine, nel terzo trimestre di quest’anno ha registrato una perdita prima delle tasse di € 6.2 miliardi.

Poiché il suo eventuale fallimento potrebbe scatenare un contagio incontenibile nel sistema finanziario globale, più di un commentatore ha insinuato che sia stata proprio la situazione della Deutsche Bank a far desistere il capo della Federal Reserve, Janet Yellen, dal varare un aumento dei tassi di interesse che renderebbe l’istituto bancario tedesco, il dodicesimo per dimensioni mondiali, insolvente all’istante scatenando l’armageddon finanziario. La sua posizione è infatti strettamente intrecciata a quella di altri gruppi bancari come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Morgan Stanley, Citibank e Bank of America che nei loro bilanci hanno una quantità perfino superiore delle stesse armi di distruzione di massa, come Warren Buffet ha definito i derivati.

Dunque, alla fine, uno dei nuovi temi della crisi potrebbe essere il caso tedesco capace di generare emissioni molto più nocive di quelle della VW. Non stiamo parlando di una Grecia, stiamo parlando del motore dell’economia europea. E la domanda è: prima che la Germania salvi ancora Grecia, Portogallo, Spagna, Francia o Italia, cioè l’Europa intera, chi potrebbe salvare la Germania? Chi salverebbe le borse europee e l’euro in caso di una crisi tedesca? L’amministratore delegato del più importante fondo azionario inglese, Terra Firma Capital Partners ha recentemente affermato che l’unione europea si disintegrerà nel giro di quindici anni. Ma se la Germania entrasse in crisi e il Regno Unito votasse il Brexit, il referendum sulla secessione dall’unione entro il 2017, la disintegrazione potrebbe avvenire prima, molto prima.



Rischio bolla dal mondo delle banche centrali
22 luglio 2015 15:07
http://www.ilcittadinoonline.it/news-da ... e-centrali

Secondo Adusbef e Federconsumatori liquidità e derivati "drogano" il mercato

ROMA. Le ultime statistiche della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali, società anonima per azioni con sede legale a Basilea costituita nel 1930, partecipata da 55 banche centrali e dalla Bce), sui prodotti derivati Otc (Over The Counter) nel mondo del giugno 2014, avevano attestato un ammontare di 712.000 miliardi di dollari, in aumento del 12,5% rispetto al 2012, massimo storico mai raggiunto prima. Altri derivati finanziari, dai CDS, a prodotti su tassi d’interesse (Euribor e Libor), sui cambi e loro fluttuazioni e delle derrate (petrolio, cereali, soia, ecc.), sono di difficile stima, ma sono stati quantificati in 4.000 trilioni di miliardi di dollari. Mine vaganti sul economie e Stati qualora le banche centrali perdessero il controllo, con nuove crisi o crack all’orizzonte a destabilizzare i mercati globali.

E la nuova bolla sembra arrivata, come attesta il VIX, l’indice della paura, un indicatore finanziario attivo dal 1992, che misura la volatilità dell’indice S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni (che sono strumenti derivati), ossia le oscillazioni attese in futuro dei mercati, che in appena sei giorni di contrattazioni, è precipitato di circa il 40%. Più l’indice VIX è alto, maggiore è la paura di un repentino sbalzo della Borsa, e dato che gli spostamenti più violenti e improvvisi sono quelli verso il basso (come dicono gli operatori, in Borsa “si sale sulle scale e si scende in ascensore”).
Il Vix in pochissime sedute ha registrato il maggior crollo della storia, per indicare un brusco risveglio ai banchieri Centrali che tollerano emissioni di denaro dal nulla con i prodotti derivati, ed emettono fiumi di liquidità, pari a 5.818 miliardi di euro, per drogare i mercati.

Come risulta dalle ricerche, Fed, Bce e Banca Centrale del Giappone, hanno emesso sui mercati fiumi di liquidità per combattere la crisi sistemica iniziata nel 2008 con lo scoppio dei mutui sub-prime ed arginare i contraccolpi scatenati dal fallimento della banca Lehman Brothers.

La FED, dal 2008 ad oggi, ha immesso liquidità pari a circa 4.200 miliardi di dollari (circa 3.500 miliardi di euro al cambio medio di 1 € = 1,2 $). (Liquidità immessa dal 2008 a ottobre 2014 : 3.500 miliardi di dollari), circa 80 miliardi di dollari mensili: 45 mld per titoli del Tesoro + 45 mld per titoli legati alle costruzioni.
Da ottobre ad oggi dovrebbe aver immesso ulteriori 700 miliardi di dollari.

BCE: Da fine 2011 ad oggi, tra LTRO e QE, liquidità immessa: circa 1.318 miliardi di euro.

Operazioni LTRO 21 dicembre 2011 e 29 febbraio 2012 per un controvalore complessivo di 1.018 miliardi di euro. QE da 60 miliardi al mese da marzo 2015 a d oggi: circa 300 miliardi di euro.

BANCA CENTRALE DEL GIAPPONE: Da metà 2013 liquidità immessa circa 1.000 miliardi di euro.Dal 2013: dai 50.000 agli 80.000 miliardi di Yen l’anno (400-600 miliardi di euro l’anno al cambio di € 1 = 130 Yen)

FED 3.500 miliardi di euro circa Dal 2008
BCE 1.318 miliardi di euro circa Da fine 2011
B.CENTRALE GIAPPONE 1.000 miliardi di euro circa Da metà 2013
TOTALE LIQUIDITA’ IMMESSA 5.818 miliardi di euro circa Dal 2008

Stime su dati ufficiali ricavati da Mauro Novelli, segretario Nazionale Adusbef

Oltre al fiume di liquidità delle 3 maggiori banche Centrali, i mercato sono inondati da scommesse difficilmente quantificabili, vere e proprie scommesse basate sull’azzardo. I derivati, la cui maggioranza dei contratti sono negoziato fuori dai mercati regolamentati (OTC-Over The Counter), sono contratti tra due parti i cui valori sono determinati dalle variazione di un prezzo sottostante (obbligazioni, azioni, materie prime, valute), che dovrebbero servire a proteggersi contro le variazioni di prezzo o dei tassi d’interesse, oppure a speculare, mentre il CDS (Credit default swap), serve a proteggersi da un evento (un debitore, Stato o società che va in default).

Come si può vedere dalle tabelle della BRI (https://www.bis.org/), al 31 dicembre 1998, l’ammontare nominale di tutti i contratti derivati era 80.317 miliardi di dollari ed il PIL del mondo di 30.561 miliardi di dollari, pertanto i derivati erano 2,63 volte il valore del PIL mondiale. In quindici anni, dal 1998 al 2013 il PIL mondiale è cresciuto del 142%, pari ad un tasso di crescita medio annuo del 9%, mentre i derivati (denaro dal nulla) sono cresciuti del 784%, con un tasso di crescita medio annuo del 52%. Il PIL di tutti i paesi del mondo al 31 dicembre 2013, secondo i dati pubblicati dal FMI, era pari a 73.982 miliardi di dollari, portando l’ammontare dei derivati Otc (Over The Counter) scambiati fuori dai mercati regolamentati a circa dieci volte il valore del PIL mondiale, per la precisione al 9,6%.

Negli Stati Uniti, la maggior parte dei prodotti derivati è in mano a quattro banche (JP Morgan, CitiBank, Goldman Sachs e Bank of America) con 280 trilioni di dollari iscritti a bilancio; in Italia al 30 giugno 2014 le banche avevano derivati Over-The-Counter per 8.156,2 mld di dollari; il Tesoro italiano ha derivati per 160 miliardi di euro, con un mark to market negativo per 42 miliardi di euro ed è stato costretto a pagare 16,9 miliardi alle banche di affari contraenti tra il 2011 ed il 2014; in Europa banche francesi e tedesche hanno una concentrazione elevata, con la sola Deutsche Bank che ha la maggiore esposizione di derivati nel mondo per singola banca con 54,7 trilioni di dollari (54.700 miliardi).

L’esposizione in derivati di Deutsche Bank, la stessa che nel 2011 innescò la spirale speculativa sull’Italia con la vendita di 7 miliardi di Btp, pari a quasi 55 trilioni di euro, la cui copertura in depositi è di dieci volte inferiore, con 522 miliardi in depositi, potrebbe replicare ciò che avvenne nel 2008, con il crollo della Lehman Brothers, e lo scoppio di una bolla finanziaria, che ha devastato le economie reali, accentuato la crisi sistemica, con la distruzione di 32 milioni di posti di lavoro.

I derivati a differenza delle azioni e delle obbligazioni, non rappresentano investimenti, sono solo scommesse su ciò che accadrà in futuro, una forma di gioco d’azzardo legalizzato, con le banche too big to fail (troppo grandi per fallire) che hanno trasformato Wall Street e Francoforte nel maggior casinò nella storia del pianeta, il cui azzardo morale dei banchieri ed i rischi criminali assunti con la creazione del denaro dal nulla, saranno addossati a risparmiatori e depositanti dal 1 gennaio 2016, con la direttiva sul bail-in.

Le politiche bancarie e monetarie di Europa e Bce, imposte con misure di austerità producendo recessione, disoccupazione e miseria in vasti strati della popolazione, hanno avuto l’unica finalità di salvare le banche, principalmente Deutsche Bank, la banca tedesca di Frau Merkel diventata un immenso Casinò, con l’Italia costretta a versare oltre 60 miliardi di euro al Fondo Salva-banche.

Invece dei fiumi di denaro a tasso zero regalati alle banche dalla Bce di Mario Draghi, (che stanno alimentando i caveaux della Deutsche Bank), della Fed e di altre banche centrali, per scommettere anche sulla solvibilità degli Stati, Grecia compresa con i Cds (Credit Default Swap), Adusbef e Federconsumatori rilanciano ai politici la proposta di riprendere in mano funzioni delegate dai Governi a tecnocrati ed oligarchi, che hanno lasciato briglia sciolta ad una finanza tossica, che a cicli alterni distrugge l’economia reale, alimenta crisi sistemiche gettando decine di milioni di cittadini nella fame, miseria, disperazione, mentre banchieri e loro manutengoli del potere si arricchiscono con l’azzardo morale, incamerando stock option e premi di risultati, sulle grandi masse di denaro dal nulla che alimenta a cicli alterni, nuove bolle speculative.

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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