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ACHTUNG GERMANIA: DEUTSCHE BANK TIPO LEHMAN BROTHERS, MA AL CUBO!
di GERARDO COCO
http://www.miglioverde.eu/achtung-germa ... ma-al-cuboNuvole nere all’orizzonte per la Germania. Quando la crisi del debito europeo toccò l’acme, molti osservatori assicurarono che la Germania, il motore economico dell’Europa, avrebbe salvato tutti. Ma oggi qualcuno comincia a chiedersi: chi salverà la Germania? L’economia del paese ha cominciato a mostrare segni di gran fragilità. Le ultime brutte notizie sono il calo della produzione industriale nel periodo da luglio a agosto del 4% a fronte di una diminuzione attesa del 1.5%. Anche le esportazioni sono diminuite del 5.2% rispetto allo scorso agosto e le importazioni del 3.1%. Fatti allarmanti perché come riporta l’agenzia Bloomberg questa situazione non si verificava dal 2009, l’anno peggiore per la Germania dopo lo scoppio della crisi quando le importazioni calarono del 5%.
Il motivo è soprattutto il rallentamento dell’economia dei principali partner commerciali, Russia e Cina che hanno ridotto le importazioni dei prodotti tedeschi.
La Russia a seguito della discesa dei prezzi del petrolio che, per il secondo maggior esportatore mondiale rappresenta la fonte primaria di reddito; la Cina per la decelerazione del suo sviluppo a sua volta causata dalla contrazione dell’economia mondiale.
Aziende chimiche come la Basf Se, leader nel campo chimico, uno dei settori industriali più strategici per la Germania, hanno annunciato tagli ai budget per cali di redditività. Tutto ciò avviene in un momento in cui le spese del governo tedesco cominciano a lievitare per il problema degli immigrati. Improvvisamente si è trovato assediato da 1,5 milioni di sfollati che richiedono cibo, alloggio, cure mediche e assistenza di ogni tipo. Ma questo è nulla rispetto all’incubo del “dieselgate” che ha coinvolto la Volkswagen e i suoi 11 milioni di auto in circolazione dotate di un software per truccare le emissioni del gas di scarico e che ha distrutto la reputazione del più grande datore di lavoro e simbolo del paese. La VW è alle corde: un analista ha stimato che la casa automobilistica, alla fine, dovrà sopportare tra costi e perdita di reddito, un danno economico che si aggira sui 35 miliardi di euro che corrisponde all’1% del Pil tedesco.
Ciò significa che il più grande produttore di auto dopo Toyota dovrà ridimensionarsi e operare enormi tagli nelle spese di ricerca e sviluppo che comprometteranno crescita e competitività.
Ma c’è un altro problema forse il più grosso e pericoloso di tutti fra questi menzionati. Voci di corridoio affermano che il colpo di grazia alla Germania potrebbe darlo un altro suo colosso: la Deutsche Bank. Le voci risalgono al giugno scorso quando l’amministratore delegato della più grande banca tedesca veniva costretto a dare le dimissioni perché l’istituto non passava gli stress test, cioè gli esami a cui le autorità di vigilanza bancaria statunitense sottopongono le banche per verificare la congruità del loro patrimonio per far fronte a eventuali shock finanziari.
Ed emergeva che la fonte di questi shock poteva essere proprio la stessa banca a causa dell’enorme e inconcepibile esposizione di derivati che grava sul suo bilancio, stimata in 57 trilioni di dollari.
Per dare un’idea dell’entità del potenziale di rischio si consideri che il PIL della Germania nel 2015 si aggirerà attorno a $3.64 trilioni. Insomma il mondo potrebbe trovarsi di fronte a una Lehman Brothers europea, ma al cubo. Praticamente, la banca tecnicamente è già fallita. Tra l’altro alcuni mesi fa Deutsche Bank, insieme a altre megabanche internazionali, veniva accusata di corruzione, manipolazione dei tassi di interesse, evasione fiscale e riciclaggio di denaro e lo scorso aprile le veniva comminata una multa di $2.5 miliardi.
Infine, nel terzo trimestre di quest’anno ha registrato una perdita prima delle tasse di € 6.2 miliardi.
Poiché il suo eventuale fallimento potrebbe scatenare un contagio incontenibile nel sistema finanziario globale, più di un commentatore ha insinuato che sia stata proprio la situazione della Deutsche Bank a far desistere il capo della Federal Reserve, Janet Yellen, dal varare un aumento dei tassi di interesse che renderebbe l’istituto bancario tedesco, il dodicesimo per dimensioni mondiali, insolvente all’istante scatenando l’armageddon finanziario. La sua posizione è infatti strettamente intrecciata a quella di altri gruppi bancari come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Morgan Stanley, Citibank e Bank of America che nei loro bilanci hanno una quantità perfino superiore delle stesse armi di distruzione di massa, come Warren Buffet ha definito i derivati.
Dunque, alla fine, uno dei nuovi temi della crisi potrebbe essere il caso tedesco capace di generare emissioni molto più nocive di quelle della VW. Non stiamo parlando di una Grecia, stiamo parlando del motore dell’economia europea. E la domanda è: prima che la Germania salvi ancora Grecia, Portogallo, Spagna, Francia o Italia, cioè l’Europa intera, chi potrebbe salvare la Germania? Chi salverebbe le borse europee e l’euro in caso di una crisi tedesca? L’amministratore delegato del più importante fondo azionario inglese, Terra Firma Capital Partners ha recentemente affermato che l’unione europea si disintegrerà nel giro di quindici anni. Ma se la Germania entrasse in crisi e il Regno Unito votasse il Brexit, il referendum sulla secessione dall’unione entro il 2017, la disintegrazione potrebbe avvenire prima, molto prima.
Rischio bolla dal mondo delle banche centrali22 luglio 2015 15:07
http://www.ilcittadinoonline.it/news-da ... e-centraliSecondo Adusbef e Federconsumatori liquidità e derivati "drogano" il mercato
ROMA. Le ultime statistiche della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali, società anonima per azioni con sede legale a Basilea costituita nel 1930, partecipata da 55 banche centrali e dalla Bce), sui prodotti derivati Otc (Over The Counter) nel mondo del giugno 2014, avevano attestato un ammontare di 712.000 miliardi di dollari, in aumento del 12,5% rispetto al 2012, massimo storico mai raggiunto prima. Altri derivati finanziari, dai CDS, a prodotti su tassi d’interesse (Euribor e Libor), sui cambi e loro fluttuazioni e delle derrate (petrolio, cereali, soia, ecc.), sono di difficile stima, ma sono stati quantificati in 4.000 trilioni di miliardi di dollari. Mine vaganti sul economie e Stati qualora le banche centrali perdessero il controllo, con nuove crisi o crack all’orizzonte a destabilizzare i mercati globali.
E la nuova bolla sembra arrivata, come attesta il VIX, l’indice della paura, un indicatore finanziario attivo dal 1992, che misura la volatilità dell’indice S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni (che sono strumenti derivati), ossia le oscillazioni attese in futuro dei mercati, che in appena sei giorni di contrattazioni, è precipitato di circa il 40%. Più l’indice VIX è alto, maggiore è la paura di un repentino sbalzo della Borsa, e dato che gli spostamenti più violenti e improvvisi sono quelli verso il basso (come dicono gli operatori, in Borsa “si sale sulle scale e si scende in ascensore”).
Il Vix in pochissime sedute ha registrato il maggior crollo della storia, per indicare un brusco risveglio ai banchieri Centrali che tollerano emissioni di denaro dal nulla con i prodotti derivati, ed emettono fiumi di liquidità, pari a 5.818 miliardi di euro, per drogare i mercati.
Come risulta dalle ricerche, Fed, Bce e Banca Centrale del Giappone, hanno emesso sui mercati fiumi di liquidità per combattere la crisi sistemica iniziata nel 2008 con lo scoppio dei mutui sub-prime ed arginare i contraccolpi scatenati dal fallimento della banca Lehman Brothers.
La FED, dal 2008 ad oggi, ha immesso liquidità pari a circa 4.200 miliardi di dollari (circa 3.500 miliardi di euro al cambio medio di 1 € = 1,2 $). (Liquidità immessa dal 2008 a ottobre 2014 : 3.500 miliardi di dollari), circa 80 miliardi di dollari mensili: 45 mld per titoli del Tesoro + 45 mld per titoli legati alle costruzioni.
Da ottobre ad oggi dovrebbe aver immesso ulteriori 700 miliardi di dollari.
BCE: Da fine 2011 ad oggi, tra LTRO e QE, liquidità immessa: circa 1.318 miliardi di euro.
Operazioni LTRO 21 dicembre 2011 e 29 febbraio 2012 per un controvalore complessivo di 1.018 miliardi di euro. QE da 60 miliardi al mese da marzo 2015 a d oggi: circa 300 miliardi di euro.
BANCA CENTRALE DEL GIAPPONE: Da metà 2013 liquidità immessa circa 1.000 miliardi di euro.Dal 2013: dai 50.000 agli 80.000 miliardi di Yen l’anno (400-600 miliardi di euro l’anno al cambio di € 1 = 130 Yen)
FED 3.500 miliardi di euro circa Dal 2008
BCE 1.318 miliardi di euro circa Da fine 2011
B.CENTRALE GIAPPONE 1.000 miliardi di euro circa Da metà 2013
TOTALE LIQUIDITA’ IMMESSA 5.818 miliardi di euro circa Dal 2008
Stime su dati ufficiali ricavati da Mauro Novelli, segretario Nazionale Adusbef
Oltre al fiume di liquidità delle 3 maggiori banche Centrali, i mercato sono inondati da scommesse difficilmente quantificabili, vere e proprie scommesse basate sull’azzardo. I derivati, la cui maggioranza dei contratti sono negoziato fuori dai mercati regolamentati (OTC-Over The Counter), sono contratti tra due parti i cui valori sono determinati dalle variazione di un prezzo sottostante (obbligazioni, azioni, materie prime, valute), che dovrebbero servire a proteggersi contro le variazioni di prezzo o dei tassi d’interesse, oppure a speculare, mentre il CDS (Credit default swap), serve a proteggersi da un evento (un debitore, Stato o società che va in default).
Come si può vedere dalle tabelle della BRI (
https://www.bis.org/), al 31 dicembre 1998, l’ammontare nominale di tutti i contratti derivati era 80.317 miliardi di dollari ed il PIL del mondo di 30.561 miliardi di dollari, pertanto i derivati erano 2,63 volte il valore del PIL mondiale. In quindici anni, dal 1998 al 2013 il PIL mondiale è cresciuto del 142%, pari ad un tasso di crescita medio annuo del 9%, mentre i derivati (denaro dal nulla) sono cresciuti del 784%, con un tasso di crescita medio annuo del 52%. Il PIL di tutti i paesi del mondo al 31 dicembre 2013, secondo i dati pubblicati dal FMI, era pari a 73.982 miliardi di dollari, portando l’ammontare dei derivati Otc (Over The Counter) scambiati fuori dai mercati regolamentati a circa dieci volte il valore del PIL mondiale, per la precisione al 9,6%.
Negli Stati Uniti, la maggior parte dei prodotti derivati è in mano a quattro banche (JP Morgan, CitiBank, Goldman Sachs e Bank of America) con 280 trilioni di dollari iscritti a bilancio; in Italia al 30 giugno 2014 le banche avevano derivati Over-The-Counter per 8.156,2 mld di dollari; il Tesoro italiano ha derivati per 160 miliardi di euro, con un mark to market negativo per 42 miliardi di euro ed è stato costretto a pagare 16,9 miliardi alle banche di affari contraenti tra il 2011 ed il 2014; in Europa banche francesi e tedesche hanno una concentrazione elevata, con la sola Deutsche Bank che ha la maggiore esposizione di derivati nel mondo per singola banca con 54,7 trilioni di dollari (54.700 miliardi).
L’esposizione in derivati di Deutsche Bank, la stessa che nel 2011 innescò la spirale speculativa sull’Italia con la vendita di 7 miliardi di Btp, pari a quasi 55 trilioni di euro, la cui copertura in depositi è di dieci volte inferiore, con 522 miliardi in depositi, potrebbe replicare ciò che avvenne nel 2008, con il crollo della Lehman Brothers, e lo scoppio di una bolla finanziaria, che ha devastato le economie reali, accentuato la crisi sistemica, con la distruzione di 32 milioni di posti di lavoro.
I derivati a differenza delle azioni e delle obbligazioni, non rappresentano investimenti, sono solo scommesse su ciò che accadrà in futuro, una forma di gioco d’azzardo legalizzato, con le banche too big to fail (troppo grandi per fallire) che hanno trasformato Wall Street e Francoforte nel maggior casinò nella storia del pianeta, il cui azzardo morale dei banchieri ed i rischi criminali assunti con la creazione del denaro dal nulla, saranno addossati a risparmiatori e depositanti dal 1 gennaio 2016, con la direttiva sul bail-in.
Le politiche bancarie e monetarie di Europa e Bce, imposte con misure di austerità producendo recessione, disoccupazione e miseria in vasti strati della popolazione, hanno avuto l’unica finalità di salvare le banche, principalmente Deutsche Bank, la banca tedesca di Frau Merkel diventata un immenso Casinò, con l’Italia costretta a versare oltre 60 miliardi di euro al Fondo Salva-banche.
Invece dei fiumi di denaro a tasso zero regalati alle banche dalla Bce di Mario Draghi, (che stanno alimentando i caveaux della Deutsche Bank), della Fed e di altre banche centrali, per scommettere anche sulla solvibilità degli Stati, Grecia compresa con i Cds (Credit Default Swap), Adusbef e Federconsumatori rilanciano ai politici la proposta di riprendere in mano funzioni delegate dai Governi a tecnocrati ed oligarchi, che hanno lasciato briglia sciolta ad una finanza tossica, che a cicli alterni distrugge l’economia reale, alimenta crisi sistemiche gettando decine di milioni di cittadini nella fame, miseria, disperazione, mentre banchieri e loro manutengoli del potere si arricchiscono con l’azzardo morale, incamerando stock option e premi di risultati, sulle grandi masse di denaro dal nulla che alimenta a cicli alterni, nuove bolle speculative.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)