Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 02, 2015 6:41 am

Hai una Volkswagen truccata? Ecco cosa fare
Come riconoscere le auto con la centralina «truccata» e come deve comportarsi chi ne possiede una: quali sono le vetture coinvolte, quali saranno richiamate per il controllo dalla casa di Wolfsburg e cosa rischiano i possessori
martedì 29 settembre 2015
http://www.nextquotidiano.it/hai-una-vo ... -cosa-fare

Il rischio è quello che la Volkswagen si trovi al centro di una class action mondiale, che coinvolgerà anche altri modelli. Alle circa 11 milioni di auto targate ‘Vw’ coinvolte nello scandalo, su cui Volkswagen si appresterebbe a intervenire modificando le centraline con costosi richiami, si aggiungono i numeri pubblicati oggi da Audi: 2,1 milioni di auto truccate nel mondo, di cui 1,4 milioni in Europa e 577.000 solo in Germania, con gran parte dei modelli coinvolti, dalla A1 ai potenti Suv come il Q5. Coinvolti nello scandalo anche 1,8 milioni di veicoli commerciali leggeri. Ma sono gli sviluppi sul fronte legale a preoccupare di più gli investitori e Berlino, dove il viceministro delle Finanze Jens Spahn confessa che lo scandalo «può avere un grosso impatto sull’economia tedesca, e questo deve preoccuparci un po’». Accanto alle indagini aperte dalle autorità federali negli Usa, e alle cause che si apprestano a intentare decine di Stati americani, a mettere in moto la class action è un fondo pensione del Michigan in rappresentanza di una serie di investitori in titoli Vw, che ritengono di aver pagato prezzi gonfiati dalle emissioni nascoste. Un’iniziativa a cui rischiano di affiancarsi quelle di numerosi concessionari e soprattutto consumatori, con un danno economico che potrebbe portare il conto finale ben oltre i 50 miliardi stimati finora: gli ossidi di azoto e le polveri sottili nascosti dal software incriminato sono infatti ad alto rischio per la salute, specie dei bambini. Ma cosa deve fare chi oggi possiede una Volkswagen truccata, ovvero uno dei modelli coinvolti nel Dieselgate?

Hai una Volkswagen truccata? Ecco cosa fare

In una nota ufficiale, la Volkswagen ha precisato che risultano interessate dalle manipolazioni software le seguenti vetture: Vw Golf VI, negli anni di produzione dal 2008 al 2012, Vw Passat VII dal 2010 al 2014 e la prima generazione della Vw Tiguan dal 2007 al 2015, tutte equipaggiate con il motore incriminato da 1.968 cc Tdi , indicato dalla sigla EA 189. Questi veicoli (e probabilmente anche quelli degli altri marchi) saranno richiamati in officina per controlli, verifiche e gli aggiustamenti del caso. I modelli nuovi omologati Euro 6 non sono coinvolti e che comunque anche se si possedesse una delle vetture “taroccate” queste non sono pericolose per la guida. Il Sole 24 Ore ha pubblicato poi oggi una serie di domande e risposte sulle automobili Volkswagen. Vediamone alcune:

1 Quanto costa al consumatore rimettere in regola la propria auto?
Zero. Chi possiede un’auto inserita nella “lista nera”, ovvero con la centralina modificata per falsare i risultati sui rilevamenti delle emissioni, non dovrà sostenere alcuna spesa per adeguarla alle normative: gli interventi saranno interamente a carico di Volkswagen che avviserà il proprietario con ogni mezzo

2 Quale tipo di soluzione adotterà il gruppo tedesco?
Volkswagen ha detto a più riprese, anche per voce del capo del brand Vw del marchio Herbert Diess,di essere al lavoro per trovare una soluzione, sebbene ancora non si sa quale sarà la linea d’azione. È presumibile che si interverrà non solo sul software ma anche sul sistema di iniezione aggiornando l’impianto e pulendo l’intero insieme. Diffcilmente si procederà con interventi complicati come, per esempio, il montaggio di sistemi di post trattamento dei gas di scarico.

3 Come si fa a sapere se la propria auto ha la centralina “truccata”?
Le vetture pre-Euro 5 (vendute fino al 2009) e quelle omologate Euro 6 cioè tutte quelle commercializzate dal 1 settembre 2015 in poi, sono in regola: Golf, Passat e Touran di ultima generazione non sono ok. Volkswagen ha già fatto sapere che i clienti in possesso di un’auto con motore EA 189 saranno contattati singolarmente. Non si corre dunque il rischio di rimanere inconsapevoli.

4 Come si fa a capire se la propria vettura rintrerà nel lotto da controllare?
Se comunque si vuole “indagare” da soli, è necessario controllare la voce V.9 della carta di circolazione: le Euro 5 sono contraddistinte da queste voci: 1999/96 CE fase III oppure riga B2 o C; 2001/27 CE rif. 1999/96 riga B2 oppure riga C; 2005/78 CE rif 2005/55 CE riga B2 oppure riga C; 2005/55 CE B2; 2006/51 CE rif. 2005/55 CE B2 oppure riga C.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 02, 2015 6:41 am

Il motore Volkswagen TDI «incriminato», ecco come è fatto
21 settembre 2015

http://www.motori24.ilsole24ore.com/Ind ... vw-TDI.php

Ecco come funziona il motore incriminato negli Stati Uniti. La sigla TDI identifica nel Gruppo Volkswagen modelli alimentati a gasolio ad iniezione diretta e turbocompressore. Le dotazioni principali dei motori TDI rappresentano un vantaggio in termini di risparmio, basso volume di emissioni, elevata coppia e rendimento elevato in termini di potenza. TDI, non a caso, è un marchio registrato di Volkswagen. Il suo funzionamento prevede un turbocompressore a gas di scarico che alimenta il motore con aria fresca, assicurando così il riempimento ottimale dei cilindri. Dopo la fase di compressione, un ugello inietta direttamente nei cilindri il gasolio ad una pressione molto elevata. Un'efficace gestione motore consente, invece, un funzionamento poco rumoroso, mentre la combinazione delle geometrie interne al motore e per il trattamento di gas di scarico garantiscono livelli di emissioni eccellenti.

E veniamo a che cosa consiste la frode. Le indagini delle autorità Usa hanno dato risultati a dir poco sconcertanti: pare, infatti, che i motori incriminati, tutti turbodiesel di 2 litri di cilindrata con diversi livelli di potenza siano stati dotati di un software, installato nella centralina, che riconosce le condizioni “da test” e attiva dispositivi in grado di migliorare l'efficienza dell'auto e diminuire le emissioni di ossidi di azoto, falsando in questo modo i test. Il software non entrerebbe in funzione durante la guida normale, mentre quando è disattivato le emissioni inquinanti aumentano da 10 a 40 volte.

Infine, quali sono le motivazioni a discolpa di Volkswagen. Il costruttore ha ammesso l'esistenza del software. Secondo gli esperti di Vw sarebbe stato montato per limitare il lavoro dei dispositivi di controllo delle emissioni di azoto che provocano una maggiore usura del motore e tendono a diminuire le prestazioni del veicolo.

Tutto ciò va a calarsi in una realtà, in particolare quella del mercato americano, dove il motore diesel da sempre è guardato con un certo sospetto dagli utilizzatori perché ritenuto inadatto ai loro veicoli. Come è noto tutte le Case automobilistiche tedesche stanno tentando di far crescere il mercato del diesel, portandolo oltre che negli Usa, anche in Giappone. Ma ora il passo falso compiuto da Volkswagen non farà che rendere ancora più difficile quella che da subito era sembrata un'autentica impresa.
C.Ca.



Dieselgate, perché Volkswagen potrebbe aver escogitato il «trucco»
Il NOx, ossido diazoto è un inquinante difficile da trattare, perché richiede tecnologia costosa e porta a un peggioramento dei consumi e il gruppo tedesco ha scelto una via scorretta per le sue Euro 5
di Adriano Tosi e Mario Cianflone
29 settembre 2015

http://www.motori24.ilsole24ore.com/Ind ... nalisi.php

Dieselgate: fra titoli dei giornali, battute al bar e vignette ironiche sui social network, si legge, ascolta e vede ormai di tutto. Se durante i mondiali di calcio diventiamo tutti c.t., da settimana scorsa siamo tutti esperti di inquinamento automobilistico. Ma cosa potrebbe aver portato la Volkswagen a “truccare” le centraline del suo 2.0 TDI EA 189 Euro 5 (l'unico motore diesel coinvolto, fino a prova contraria)?
Qual era la difficoltà insormontabile - nel passaggio da Euro 4 a Euro 5, con il conseguente abbassamento della soglia di NOx tollerata - che ha “costretto” un'eccellenza tecnologica come il Gruppo Volkswagen al trucco del software?
Il più grosso scoglio, leggendo i numeri, sembrerebbe essere la riduzione del particolato (PM), che da Euro 4 a Euro 5 deve scendere da 0,025 a 0,005: un limite 5 volte inferiore, rispettato però in modo relativamente semplice grazie all'installazione dei filtri anti particolato. Quanto al NOx - sostanza peraltro molto meno pericolosa per l'uomo rispetto al PM - il limite si abbassa da 0,25 a 0,18: in percentuale, si tratta di una riduzione ben minore. In realtà, i NOx sono inquinanti difficili da trattare, particolarmente sui diesel: fino all'Euro 4 bastava il ricircolo dei gas di scarico tramite sistema EGR, ma il passaggio all'Euro 5 ha complicato le cose e, oltre a un EGR perfettamente calibrato e alla massima efficienza, per soddisfare tale standard ci vogliono sofisticati e costosi sistemi di post trattamento dei gas di scarico. Di che genere? Esistono tre tipi di sistemi per abbattere i NOx: sulle auto più leggere è sufficiente il cosiddetto deNOx, ovvero una sorta di spugna che intrappola l'agente inquinante, ma che va ripulita iniettando una quantità superiore di gasolio a monte del deNOx stesso (aumentando i consumi). Sulle vetture più prestazionali e pesanti è invece necessario ricorrere a due sistemi, alternativi fra loro: SCR (Selective Catalytic Reduction) con aggiunta di urea (denominata AdBlue), oppure LNT (Lean NOx trap), la trappola di ossidi di azoto che però va anch'essa ripulita aumentando l'iniezione di carburante, peggiorando, ancora una volta, il consumo.
Volkswagen non ha specificato per quale ragione ha escogitato il trucco della centralina, che conteneva il valore di NOx solo ed esclusivamente durante i cicli di rilevazione dei consumi e delle emissioni. Si può però supporre - ma siamo nel campo delle ipotesi - che per offrire un prodotto più efficiente e prestazionale ai propri clienti abbia deliberatamente deciso di “aggirare” il processo di purificazione dei gas di scarico, trovando la classica scorciatoia in un software che permetteva peraltro di risparmiare sui costi - molto alti - della tecnologia di purificazione. Inoltre, Volkswagen aveva da tempo fra gli obiettivi primari la conquista di quote di mercato maggiori negli USA, dove però il NOx viene visto come il nemico numero uno; da quando, negli anni Sessanta e Settanta, le metropoli USA erano coperte da una coltre rossastra tipica, appunto, dell'ossido di azoto.
Tornando nel Vecchio Continente, l'entrata in vigore della normativa Euro 6 (dal 1° settembre 2014 per le nuove omologazioni e dal 1° settembre 2015 per le nuove immatricolazioni), che è molto più severa sui NOx per i diesel (da 0,18 dell'Euro 5 a 0,08), ha costretto tutte le Case a prendere provvedimenti radicali: ecco perché, fino a prova contraria e paradossalmente, le Euro 6 by Volkswagen sono perfettamente a norma.
Gli amanti dei numeri, qui sotto possono trovare tutti i valori suddivisi per inquinante e per classe di omologazione, dall'Euro 2 all'Euro 6.

http://www.motori24.ilsole24ore.com/Ind ... o-euro.pdf
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 02, 2015 6:42 am

Richiami auto, tutto nacque da un avvocato e una terrificante Chevrolet
29 settembre 2015
di Mario Cianflone
http://www.motori24.ilsole24ore.com/Ind ... mobili.php

Gli 11 milioni di richiami che Volkswagen, travolta dal dieselgate, si appresta ad annunciare, fanno tornare di attualità questo strumento per correggere gli errori. Ma come è nato? Semplice. Da un libro intitolato “Unsafe at any speed”. Insicura ad ogni velocità.

Era infatti questo il titolo di un libro che ha cambianto la storia dell'automobile. L'autore era Ralph Nader. Avvocato. Sì, quel Nader che gettò le basi del movimento Usa per la difesa dei consumatori e che da radical-ambientalista si candidò più volte alla presidenza degli Stati Uniti d'America. Il suo saggio di 45 anni fa era un pesantissimo atto d'accusa contro le tre grandi di Detroit, colpevoli di produrre auto che tenevano in scarsa, o nulla, considerazione la sicurezza degli occupanti. Il libro metteva sotto la lente i difetti della Chevrolet Corvair, grande berlina della Gm contraddistinta da una tenuta di strada meno che approssimativa.

Del resto esibiva un'architettura “folle” per una vettura di quella mole con quel suo improbabile motore posteriore a sbalzo come sulle utilitarie europee dell'epoca che certo non brillavano per doti stradali. Quelle dimenticabilissime Fiat 850, Renault 8, Simca 1000 e Nsu Prinz. E quest'ultima alla Corvair non assomigliava solo per la stabilità precaria e la tenuta di strada da «segno della croce» ma anche per l'estetica.

La Corvair secondo Nader era un concentrato di nefandezze tecniche, costruttive e progettuali. Progettata per costare poco e fare tanti profitti, metteva in secondo piano quello che un'automobile deve necessariamente fare: muoversi senza uccidere guidatore e passeggeri. La vettura fu coinvolta in decine di incidenti con testacoda e ribaltamenti anche a bassa velocità, mentre in capo alla potentissima General Motors pendevano almeno un centinaio di cause civili di risarcimento per i danni causati dalla improbabile “tutto dietro” made in Usa .

La Corvair era solo la miccia della bomba che Nader scagliò contro Gm, Ford e Chrysler. E il mondo dell'auto non fu più lo stesso. Le tre grandi tenteranno in tutti i modi di screditare l'avvocato di origine libanese, ma di fronte a un passato “specchiato” dovettero arrendersi e la campagna di diffamazione, vero “fango” nel ventilatore, non andò in porto, anzi Nader vinse una causa contro Gm che fu costretta a versargli quasi 300mila dollari per aver violato il suo diritto alla privacy.

Ma la vittoria di Nader fu di ben altra portata: sulla scia della sua campagna per la sicurezza delle auto del movimento di opinione creato intorno a Unsafe at any speed fu istituito, nel 1966 il National Highway Traffic Safety Administration(Nhtsa). Un ente federale con il compito di vigilare sulla sicurezza delle automobili e con il potere di imporre richiami alle case qualora si verificassero problemi. Ma non solo, la legge che lo istituiva, il cosiddetto National Traffic and Motor Vehicle Safety Act imponeva l'adozione di dispositivi di sicurezza come le cinture o i parabrezza stratificati, ma soprattutto sancivi rivoluzionari principi di responsabili delle case in sede civile e penale.

Insomma, una rivoluzione per l'industria dell'auto a stelle e strisce che da lì a pochi anni introdusse innovazioni come l'Airbag. E intanto in Italia e Europa, con una motorizzazione di massa più acerba, i richiami, le auto davvero sicure e l'attenzione dei governi erano fantascienza. Neppure ipotesi sulla carta e solo pochi case visionarie come Citroen e Volvo iniziavano a credere. Me fu necessario aspettare almeno la metà degli anni 80 per far si che il vecchio continente si allineasse, anche in tema di normative ambientali, agli stati Uniti. Già, in Europa mancava un Ralph Nader, ma ora sono le case che sulla sicurezza investono e che vedono nei richiami un'opportunità per rimediare agli errori e non perdere clienti sempre più difficili da catturare. Ma poi l'Europa superò gli Usa e le automobili svoltarono verso iediti livelli di sicurrezza. Non a csao le prime vetture con l'Abs erano le Bmw Serie 7 e le Mercedes Classe S della fine degli anni 70.

Ora, con il caso Volkswagen l'attenzione si è spostata anche sull'ambiente ma è bene ricordare che le Volkswagen con il software farlocco non sono pericolose. Non fanno male con le vetture indomabili di Toyota con l'acceleratore bloccato, come le tante (32 milioni) con gli Airbag mal costruiti di Takata o come le Ford Explorer con le gomme Bridgestone che esplodevano.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 30, 2015 10:32 pm

Marchionne richiama 894mila auto. Guai ai freni e agli airbag: i modelli
30 Ottobre 2015
http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... hiami.html

Fiat Chrysler ha cominciato la campagna di richiami su 894mila vecchi modelli di Suv prodotti principalmente negli Stati Uniti per correggere difetti di fabbricazione ai sistemi frenanti e agli airbag. In tutto saranno 894mila i modelli che dovranno tornare in officina, individuati dopo le pressioni della Nhtsa, l'agenzia per la sicurezza stradale statunitense, che già lo scorso luglio aveva multato la Fca per 105 milioni di dollari. L'azienda guidata da Sergio Marchionne aveva trovato un accordo extragiudiziale, accettando di pagare in relazione a proprie negligenze su 23 richiami per la sicurezza di 11 milioni di automobili.
I modelli - Il primo richiamo riguarderà 542mila automobili per i modelli Dodge Journeys e Freemont, prodotti tra il 2012 e il 2015. In un secondo step saranno riparate 352mila Jeep Grand Cherokee e Jeep Liberty prodotti tra il 2003 e il 2004.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven dic 11, 2015 8:05 pm

Volkswagen ridimensiona lo scandalo sulle emissioni di CO2
Secondo una verifica di Wolfsburg, la seconda costola del Dieselgate - partito sul gas NOX - riguarderebbe 36mila auto, dalle 800mila stimate inizialmente. Intanto Porsche segna un record di vendite: tra gennaio e novembre ha superato per la prima volta quota 200mila auto
09 dicembre 2015

http://www.repubblica.it/economia/finan ... -129094171

MILANO - In un periodo denso di notizie negative, Volkswagen tira un sospiro di sollievo sulle dimensioni del Dieselgate relativo alle emissioni di CO2: le manipolazioni su questo tipo di valori riguarderebbero 'solo' 36mila auto. Un numero di gran lunga inferiore alle prime stime, fornite dalla stessa azienda, che segnalavano circa 800mila veicoli possibilmente coinvolti. È quanto emerge dalle verifiche dell'organo statale di controllo Kaftfarth-Bundesamt, che ha precisato lo stato dell'arte sulla seconda costola dello scandalo, partito negli Usa a metà settembre e relativo inizialmente alle alterazioni dei test sulle emissioni di ossidi di azoto (NOX).
"E' adesso chiaro che in quasi tutti i modelli le emissioni effettive di CO2 corrispondono ai valori indicati", ha annunciato il gruppo. "Questo significa che queste vetture possono essere commercializzate e vendute senza alcuna limitazione. Il sospetto che le cifre sui consumi di carburante delle vetture attualmente prodotte siano state modificate illegalmente non è stata confermata. Nelle misurazioni effettuate abbiamo trovate lievi differenze solo in 9 varianti di modelli del brand Volkswagen".
La notizia ha anche un risvolto economico positivo, dal momento che inizialmente la casa di Wolfsburg aveva detto che si aspettava perdite potenziali da 2 miliardi per questa parte dello scandalo, ma ora la cifra in gioco sarebbe di gran lunga inferiore. "Se ci saranno impatti economici minori resta da vedere, quando le emissioni saranno nuovamente verificate", ha comunque precisato l'azienda. La Borsa intanto prende nota con piacere delle novità e il titolo Vw tratta in buon rialzo.
Il presidio di Volkswagen si è riunito stamani a Wolfsburg, in quella che, presumibilmente, sarà l'ultima seduta di crisi dell'anno 2015. Fra i temi all'ordine del giorno, la nomina del nuovo capo del personale: dovrebbe acquisire la carica il manager dell'acciaio Karlheinz Blessing.
Buone notizie arrivano anche dal fronte delle vendite, relativamente al marchio sportivo di lusso Porsche: le immatricolazioni sono salite del 24% nel gennaio-novembre verso un anno prima a 209.894 unità, superando per la prima volta quota 200mila e segnando un nuovo record grazie soprattutto al Suv Cayenne. A novembre l'incremento era pari al 2% a 18.110. A livello geografico le vendite di Porsche sono salite a novembre del 10% in Europa e dell'1% in Asia Pacifico, Africa e Medio Oriente (+14% in Cina), mentre sono calate del 4% in America (-5% negli Usa). Nel cumulato da inizio anno, la progressione nel Vecchio continente è del 30%, negli Usa del 9% e in Cina del 34%.



Scandalo Volkswagen: solo 36.000 le auto coinvolte per le emissioni
Le manipolazioni sui valori di CO2 riguarderebbero solo 36mila auto. Un numero di gran lunga inferiore alle prime stime che segnalavano circa 800mila veicoli coinvolti. È quanto emerge dalle verifiche dell’organo statale di controllo Kaftfarth-Bundesamt
di Redazione Online

http://www.corriere.it/economia/15_dice ... 1ca0.shtml

Buona notizia per Volkswagen: le manipolazioni sui valori di CO2 riguarderebbero solo 36mila auto. Un numero di gran lunga inferiore alle prime stime, fornite dalla stessa azienda, che segnalavano circa 800mila veicoli possibilmente coinvolti nello scandalo mondiale sui test manomessi scoppiato a settembre. È quanto emerge dalle verifiche dell’organo statale di controllo Kaftfarth-Bundesamt. «Solo un modesto numero di varianti di modelli di auto nuove avrà nel catalogo la cifra di Co2 leggermente modificata», ha spiegato in una nota il gruppo automobilistico. Da 800 mila richiami erano attesi costi di almeno 2 miliardi di euro. «L’impatto negativo sugli utili - ha fatto notare Vw - non è stato confermato». E’ probabile un «impatto minore», sostiene il gruppo, ma «dipende dai risultati dell’esercizio rimisurazione». Da «controlli interni» successivi alle prime stime divulgate da Vw, «solo nove modelli mostrerebbero leggere deviazioni», si legge in una nota dell’impresa di Wolfsburg. E «il sospetto di modifiche illegali delle emissioni per serie attuali di veicoli - si aggiunge - non ha trovato conferma». La stampa tedesca aveva già anticipato stamani che il numero di vetture Vw con emissioni maggiori di quelle reali è molto più basso delle 800mila previste e sarebbe pari a 40mila.Il titolo del colosso tedesco ha avuto uno sprint dopo la precisazione di Wolfsburg, con un rialzo sulla piazza finanziaria di Francoforte del 5,6% a 131 euro.

I nuovi controlli

Il gruppo aggiunge in una nota che le varianti di modelli coinvolte «dalle lievi modifiche» delle emissioni risultanti dalle sue indagini interne «saranno rimisurate da una società di servizi neutrale sotto il controllo delle autorità pertinenti entro Natale». Il sospetto era che le dichiarazioni dei consumi di carburante dei veicoli dell’attuale generazione fossero stati illegalmente modificati. «In caso venga confermata la correttezza delle cifre originali, non ci saranno conseguenze. Queste vetture possono essere vendute dai concessionari senza limitazioni. In caso di differenze rimedieremo in futuro nel corso di normali processi per quanto sarà necessario». La casa tedesca indica «di aver presentato questi risultati a una commissione investigativa del Governo tedesco e alla Motorizzazione tedesca Kba». Le differenze emerse per 9 varianti di modelli sono pari a una media di pochi grammi di CO2, il che significa un aumento del consumo di carburante «da 0,1 fino a 0,2 litri ogni 100 km», afferma Vw, che precisa che considerando una produzione annuale di circa 36mila unità il numero dei restyling coinvolti corrisponde a circa lo 0,5% del volume delle vetture targate Volskwagen.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » mar ago 09, 2016 2:13 pm

Dieselgate, l'Antitrust multa Volkswagen per 5 milioni
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sanziona Volkswagen col "massimo edittale". Negli USA il Dipartimento di Giustizia ha imposto un risarcimento di 14,7 miliardi di dollari
09/08/2016

http://www.auto.it/news/news/2016/08/09 ... d07f8b45b0

A quasi un anno di distanza dall'esplosione dello scandalo Dieselgate, che ha coinvolto globalmente il Gruppo Volkswagen, anche le autorità italiane sanzionano il colosso automotive tedesco. Ma se negli Stati Uniti il risarcimento imposto dal Dipartimento di Giustizia è stato di 14,7 miliardi di dollari, l'Antitrust ha sanzionato la Casa di Wolfsburg col "massimo edittale", ossia 5 milioni di euro.

La pratica, si apprende da una nota ufficiale dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, riguarda la commercializzazione sul mercato italiano, a partire dall’anno 2009, di autoveicoli diesel (con codice identificativo EA189 EU 5) la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni ossidi di azoto (NOx) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada.

Nello specifico: Volkswagen ha installato un sistema di ricircolo dei gas di scarico negli autoveicoli del Gruppo con motorizzazione diesel EA 189 Euro 5 (denominato sistema EGR) in grado di operare in due distinte modalità a seconda che l'autoveicolo si trovi in una situazione di test di banco sui rulli ovvero nella normale guida su strada. Tale sistema è in grado di fornire un valore delle emissioni NOx8 nella modalità di funzionamento che si attiva durante i test di banco più basso di quello riscontrabile nella modalità che si attiva nel normale utilizzo del veicolo. Il sistema EGR è in grado infatti di riconoscere quando la vettura si trova sui rulli in un ciclo di controllo delle emissioni NEDC9 attualmente in vigore impostando il sistema di ricircolo dei gas di scarico in maniera tale da fornire un risultato delle emissioni NOx più basso di quello risultante nel normale utilizzo su strada. Il sistema EGR è dunque in grado di ridurre l’efficacia del sistema di controllo delle emissioni inquinanti nella modalità che viene attivata nella normale guida su strada. L’utilizzo di questo impianto di manipolazione, non consentito dalle norme comunitarie, pertanto, avrebbe permesso ai veicoli in questione di ridurre i valori delle emissioni inquinanti NOx in sede di prove di omologazione, alterandone i risultati. Alla luce di tale condotta assumono rilevanza le informazioni pubblicitarie rese dai professionisti in relazione ai vanti ecologici e alle indicazioni circa la conformità degli stessi ai parametri concernenti le emissioni inquinanti e ambientali.

L’Autorità ha ritenuto tale condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati.

Nonostante il Dieselgate, Volkswagen incrementa le vendite

L'Autorità ha parimenti ritenuto scorretta la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture. Secondo l'Antitrust tali messaggi, alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, sono suscettibili di indurre in errore i consumatori, con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti in materia.

Con riguardo alla gravità della violazione, si legge nel testo integrale dell'Adunza dell'Antitrust, si tiene conto nella fattispecie in esame del fatto che Volkswagen AG, è uno dei principali operatori a livello mondiale nella produzione di autoveicoli e veicoli commerciali. Il fatturato complessivo 2015 di VW AG è stato pari a 73.510.000.000 euro. Volkswagen Group Italia S.p.A. è la filiale italiana del Gruppo ed opera nella distribuzione in Italia di autoveicoli e veicoli commerciali del Gruppo Volkswagen, che comprende al suo interno, tra gli altri, i marchi Volkswagen, Audi, Seat, Skoda e Volkswagen veicoli commerciali. Il fatturato 2015 di VW Italia è stato pari a 4.272.367.749 euro.

Gli autoveicoli con motorizzazione diesel EA 189 coinvolti nella vicenda venduti in Italia nel periodo 2009 - 2015 ammontano ad oltre settecentomila. Si tratta, in particolare, di circa 150.000 -300.000 veicoli Audi, 30.000- 50.000 veicoli Skoda, 30.000- 50.000 veicoli SEAT, 300.000 - 400.000]veicoli Volkswagen e 15.000 – 20.000 Volkswagen veicoli commerciali.
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Re: Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Messaggioda Berto » ven gen 27, 2017 4:16 pm

Dieselgate: anche Fiat coinvolta negli Usa. Da noi prosegue l'azione contro Volkswagen
12 gennaio 2017

http://www.altroconsumo.it/auto-e-moto/ ... volkswagen

Negli Usa, Fiat Chrysler è entrata nel mirino dell'agenzia per la protezione ambientale americana (EPA), a causa del presunto utilizzo su alcuni suoi modelli di un software per alterare i dati delle emissioni inquinanti. Insomma sembra proprio che anche l'azienda di Marchionne sia coinvolta nello scandalo diselgate che ha già investito anche in Europa il gruppo Volkswagen (sanzionato con 5 milioni di euro dall'Antitrust). Noi chiediamo che si faccia chiarezza su Fiat al più presto anche per lo scenario italiano.

Da noi intanto Volkswagen prosegue coi richiami delle auto coinvolte. È probabile, infatti, che tu abbia ricevuto dal gruppo tedesco una lettera che ti invita a portare la tua vettura presso un centro autorizzato con lo scopo di rimuovere il software incriminato ed effettuare una serie di piccole modifiche che, nei loro intenti, dovrebbero risolvere il problema. Intervento però che, come dimostrano le nostre prove su una Audi Q5 (vedi video qui sotto), potrebbe non risolvere affatto il problema.

Proprio per questo vogliamo offrirti uno strumento prezioso per tutelare i tuoi diritti di consumatore: aderisci alla class action chiamando il numero verde 800.129052, e riceverai una email dalla quale potrai scarcare una lettera di contestazione che ti consentirà di diffidare Volkswagen al risarcimento di tutti i danni derivanti dalla loro illecita condotta.

È importante non accontentarsi della soluzione tecnica proposta dalla casa tedesca perché potrebbe non essere risolutiva. Aderisci ora alla class action, per chiedere il rimborso del 15% del prezzo d’acquisto delle auto coinvolte. Poi scarica la lettera, compilala e inviala a Volkswagen, sia che tu abbia già portato la vettura in officina, sia che tu sia ancora in attesa di farlo. È il primo passo formale per ottenere il risarcimento dovuto.

Le nostre richieste al Governo

Come abbiamo specificato anche nel nostro comunicato stampa, chiediamo al Ministero dei Trasporti e la KBA tedesca (l’Autorità federale dei Trasporti) di effettuare una immediata e più approfondita verifica della soluzione tecnica proposta dalla casa automobilistica tedesca. Necessaria, ma non sufficiente, la sanzione da parte dell’Antitrust (5 milioni di euro) per questa grave e reiterata pratica commerciale scorretta messa in atto da Volkswagen. Occorre anche un adeguato risarcimento per i consumatori europei coinvolti come già riconosciuto (da 5 a 10.000 dollari per auto) negli Stati Uniti.

Da dove è cominciato tutto

Negli Stati Uniti, come rilevato dalla Environmental Protection Agency (EPA), la stessa agenzia che ora sta accusando anche Fiat Chrysler, Volkswagen ha abusivamente utilizzato nelle sue auto un software installato appositamente nella centralina del motore per di ottenere, nei test di omologazione, dati sulle emissioni in linea con i parametri richiesti per i veicoli diesel: il risultato è che nella normale guida su strada invece le emissioni reali possono superare fino a 40 volte quelli dichiarati. Ora Volkswagen ha ammesso che questo trucco è stato usato anche per i modelli venduti in Europa e in Italia.

Quali conseguenze per la tua auto?

Quali auto sono interessate? Ho una Volkswagen, come posso capire se la mia rientra tra queste? Abbiamo risposto alle sette domande ricorrenti sullo scandalo Volkswagen. Il gruppo Volkswagen, intanto, ha messo a disposizione un sistema per verificare, semplicemente attraverso il numero di telaio, se la tua auto rientra tra quelle richiamate. È possibile trovare questo dato sul libretto di circolazione, oppure nella parte bassa del parabrezza.



Fca, authority Usa accusa: "Falsati i dati sulle emissioni". L'azienda: "Non siamo come Volkswagen"
L'Epa notifica al gruppo possibili violazioni per 104mila veicoli, in particolare Grand Cherokee e i Dodge Ram. "Ha schivato le regole ed è stata scoperta. Possibili sanzioni civili". Rischia multa da 4,6 miliardi. Marchionne: "La decisione mi disturba molto"

http://www.repubblica.it/economia/finan ... 155902128/

MILANO - Le Authority statunitensi accusano la casa automobilistica Fiat Chrysler di aver falsato i dati sulle emissioni. E minacciano una multa da 4,6 miliardi di dollari. Dopo il Dieselgate che aveva travolto Volkswagen ma di fatto risparmiato l'ex casa torinese, ora gli strali dei controllori Usa si abbattono sul gruppo guidato da Sergio Marchionne. A farne le spese sono i titoli in Borsa che alla notizia crollano dell'11,8% a Wall Street e vengono congelati a Milano (segui in diretta), dove poi precipitano.

La notizia è stata lanciata dall'agenzia di stampa Associated Press citando alcune fonti ed è stata poi confermata dalla Agenzia per la Protezione ambientale americana. Quest'ultima ha ufficializzato di aver notificato a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, su circa 104.000 veicoli. Nella sua nota l'Epa ha sottolineato che Fca potrebbe incorrere in sanzioni civili. I veicoli sui quali sarebbe stato montato (senza esser dichiarato) il software che consente emissioni diesel più alte degli standard sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con i motori diesel 3.0 degli anni 2014, 2015 e 2016. Ora la sanzione potrebbe essere salata. "La multa potrebbe essere pari fino a 44.539 dollari per veicolo", ha detto l'Epa. E siccome la notifica di presunta violazione della Clean air act riguarda circa 104.000 veicoli, si ottiene un totale di 4,63 miliardi di dollari circa.

Fca "ha schivato le regole ed è stata scoperta", ha specificato l'Agenzia. Non comunicare l'esistenza di un software che influisce sulle emissioni di un'auto "è una seria violazione delle legge. Tutte le case automobilistiche devono giocare secondo le stesse regole", ha messo in evidenza l'Epa. "Ancora una volta una casa automobilistica ha assunto una decisione per schivare le regole ed è stata scoperta": l'Epa e le autorità della California "si sono impegnate a rafforzare i test con il caso Volkswagen, e questo è il risultato della collaborazione".

Dal canto suo, la casa guidata da Marchionne ha fatto sapere che intende contestare le accuse: stando a quanto riferito da Cnbc, sosterrà che le emissioni non sono state violate e che intende collaborare con le autorità e l'amministrazione Trump. Non si è fatta attendere comunque la replica del gruppo e di Marchionne, che si è detto "molto disturbato" per il modo in cui è stata resa pubblica la notizia. "Dialoghiamo con l'Epa da più di un anno" mette in evidenza Marchionne. " Non c'è nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca". E' curioso e "spiacevole" che l'Agenzia per la Protezione ambientale americana abbia deciso di affrontare il caso Fca così pubblicamente". Fca è stata avvertita ieri dalle autorità che qualcosa in arrivo, e ha saputo questa mattina alle 8.00 locali di cosa si trattava. Fca Us auspica "fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l'enforcement division dell'Epa e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di Fca sono giustificate e pertanto non costituiscono 'defeat devices' in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione". "Per quanto conosco questa società, posso dire che nessuno è così stupido da cercare di montare un software illegale", ha aggiunto Marchionne.
Fiat Chrysler ed Exor affondati in Borsa dallo scandalo emissioni

Soltanto pochi giorni fa, sempre negli Usa e in particolare dal Salone dell'Auto di Detroit, il gruppo italo-americano sembrava avviato verso una luna di miele con la nuova presidenza in via di insediamento il 20 gennaio: dopo aver annunciato investimenti e la creazione di migliaia di posti di lavoro negli States, Fca si era guadagnata il ringraziamento pubblico del tycoon che ha recentemente sferzato tutte le cause automobilistiche intimandole a non delocalizzare la produzione in Paesi dalla manodopera più conveniente. E' sempre recente l'accordo tra le Autorità Usa e Volkswagen, che pagherà altri 4 miliardi per il suo scandalo emissioni.

Secondo Fca, "I motori diesel di Fca Us - si legge nella nota - sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all'avanguardia, ivi incluso la tecnologia Selective catalytic reduction (Scr). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di Epa relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. Fca Us ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili".

"Fca Us ha speso mesi - prosegue il comunicato della società - nel fornire una mole di informazioni all'Epa e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell'Epa. Fca Us ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell'Epa, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni".
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Re: Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Messaggioda Berto » ven gen 27, 2017 4:16 pm

Auto: "Le Parisien", anche Citroen sarebbe implicata nel "dieselgate"

http://www.agenzianova.com/a/0/1487908/ ... dieselgate

Parigi, 17 gen 11:19 - (Agenzia Nova) - Uno studio europeo mette in dubbio l'efficacia del sistema anti-inquinamento montato sul modello Citroen C4 Cactus diesel prodotto dalla fabbrica francese Psa: lo scrive oggi il quotidiano francese "Le Parisien", che ha avuto accesso al rapporto realizzato da un laboratorio scientifico collegato alla Commissione europea, il Joint Research Center (Jrc). Il JRC, scrive il quotidiano, ha testato diverse vetture per mettere a punto un dispositivo capace di scoprire l'eventuale presenza di programmi informatici nascosti per falsare i dati delle emissioni inquinanti dei motori diesel, come quello che ha dato la stura allo scandalo "dieselgate" che ha coinvolto Volkswagen. Dal rapporto, afferma "Le Parisien", emergono anomalie su alcuni modelli Citroen C4 Cactus; da parte sua il gruppo Psa assicura che nei computer di bordo delle sue vetture non sono presenti programmi in grado di falsare i risultati dei test.

http://www.tf1.fr/tf1/auto-moto/news/di ... 91309.html
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Re: Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Messaggioda Berto » gio mar 02, 2017 10:52 pm

Rapporto Mit: i diesel Euro 5 passano i test ma inquinano nella guida reale
di Andrea Malan 02 marzo2017

http://www.ilsole24ore.com/art/motori/2 ... m=facebook

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Mit) ha pubblicato il report definitivo sulle prove di veicoli diesel condotte dopo lo scoppio dello scandalo dieselgate (“Prove per la valutazione del comportamento emissivo di vetture diesel Euro 5 commercializzate in Italia”). I risultati delle prove non sono dissimili da quelli della versione preliminare del report (pubblicata dal Sole 24 Ore il 15 settembre scorso): le auto diesel vendute in Europa rispettano i limiti alle emissioni inquinanti solo nelle condizioni specifiche degli attuali test. In quasi tutte le altre condizioni, molte li superano; alcune di esse, tra cui in particolare le auto dei gruppi Renault e Fca, sforano in misura maggiore.

Non sono stati trovati “defeat device”
Per quanto riguarda la presenza o meno di dispositivi per «frodare» i test , come quelli utilizzati dal gruppo Volkswagen, il rapporto scrive (a pagina 56) che «sulla base dei risultati di prova ad oggi disponibili non siamo in grado di determinare la presenza di un dispositivo defeat device vietato».


Dieselgate, la Ue accusa i governi: hanno frenato sui test più severi

In Italia test «limitati»
Le prove condotte in Italia sono state per molti aspetti meno approfondite rispetto a quelle realizzate in altri Paesi: sono infatti stati testati solo veicoli diesel del tipo Euro5, che non erano già più in vendita al momento dello scoppio dello scandalo Vw nel settembre 2015; non sono state effettuate prove a temperatura ambiente (inferiore ai 18°), quando numerose altre prove hanno confermato che proprio al di sotto di tali temperature molti costruttori disattivano o riducono l’impiego dei dispositivi di controllo delle emissioni di NOx (quelle al centro del dieselgate). Sono comunque stati verificati i valori delle emissioni di CO2 e di particolato.

Trattamento specifico per i veicoli Fiat Chrysler
Non tutte le auto, inoltre, sono state sottoposte allo stesso tipo di prove: i veicoli del gruppo Fiat Chrysler sono stati sottoposti a un trattamento diverso da tutte le altre marche, in quanto i test ad essi relativi sono stati in parte effettuati sulla pista di Balocco del gruppo Fca e i veicoli del gruppo non sono stati sottoposti al cosiddetto ciclo urbano, quello che mette i motori più a dura prova e che per tutte le auto porta a valori più elevati di emissioni inquinanti.

Limiti ai NOx rispettati solo a freddo
Per quanto riguarda i risultati in dettaglio, quelli più significativi sono relativi ai NOx, gli ossidi di azoto che sono uno degli inquinanti più nocivi e che sono l’oggetto principale del test. Le prove effettivamente comparabili per tutti i veicoli sono solo il ciclo di omologazione Nedc “a freddo”, il suo equivalente condotto a motore caldo e il Nedc a freddo condotto “all’inverso” (quest’ultimo per individuare la presenza di eventuali defeat device). Tutti i 17 veicoli testati hanno superato in laboratorio il test a freddo, che è quello di omologazione; già nella replica dello stesso test in pista , tre vetture (una Ford e due del gruppo Renault) hanno prodotto più NOx del consentito. Lo stesso test condotto a caldo vede un aumento consistente delle emissioni di NOx per molti veicoli (ma non tutti); Bmw, Mercedes, Opel Astra e Ford S-Max restano sotto ai limiti di legge, mentre tutti gli altri li superano in misura anche consistente. I valori più elevati di emissioni sono quelli delle tre vetture del gruppo Renault, seguite da vari veicoli del gruppo Fiat Chrysler e dalla Ford Focus.

Tempi duri per i diesel: Stoccarda «fermerà» anche gli Euro5

Emissioni elevate nella guida in città
I veicoli testati nel ciclo Urban (tutti quelli esteri) hanno segnato un valore medio di emissioni di NOx pari a 630 mg/km, ovvero quasi quattro volte i limiti di legge per gli Euro 5 (180 mg/km). Il rapporto scrive, a pagina 18, che «il ciclo Urban, utilizzato esclusivamente a fini scientifici di confronto, è caratterizzato da elevate accelerazioni e dunque notevoli richieste di carico». Di fatto, nella guida in città i veicoli Euro 5 emettono una quantità di NOx pari a 4 volte i limiti di legge. Nelle scorse settimane la decisione della giunta di Torino di “fermare” i diesel fino all’Euro 4 per combattere un picco di inquinamento aveva destato forti polemiche.
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Re: Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Messaggioda Berto » sab mar 04, 2017 9:29 am

Dieselgate, anche i camion sono truccati. La Svizzera scopre la truffa
Dario Balotta
2017/03/03

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03 ... fa/3428667

Mentre l’armata Brancaleone dei Comuni lombardi, sotto la svogliata regia della Regione Lombardia, non ha saputo adottare un programma di azioni per fronteggiare l’infinita emergenza smog, dalla vicina Svizzera ci arriva una nuova tegola in testa: i motori diesel sono truccati non solo sulle automobili, ma anche sui tir. La denuncia arriva dalle autorità svizzere e mostra che troppo spesso gli autocarri esteri, che circolano sulle strade elvetiche, inquinano più del dovuto.

A differenza dello scandalo che aveva travolto la Volkswagen nell’autunno del 2015 (e che negli scorsi mesi ha coinvolto altre marche, a cominciare da Fiat e Renault), questa volta non sono i produttori a fare i furbi, ma i proprietari o i conducenti dei veicoli. In particolare i tir Euro 5 e Euro 6 per abbattere gli ossidi di azoto (i tristemente famosi Nox), utilizzano uno speciale additivo: l’Adblue, una soluzione acquosa in grado di trasformare gli ossidi di azoto (molto inquinanti) in vapore acqueo (H2O) e azoto (N). Senza tale additivo, il computer di bordo istallato, Selective Catalyst Reduction (Scr) sui tir per ridurre le emissioni e rientrare nelle categorie Euro 5 o 6, taglia la potenza per evitare che l’inquinamento aumenti esponenzialmente.

Tutti i conducenti sanno che c’è un modo per aggirare l’ostacolo: un computer (poco costoso) che fa sembrare che l’additivo ci sia anche quando è finito. Sotto accusa sono i tir provenienti dall’est Europa e dall’Italia. Così si risparmia fino a duemila euro l’anno di additivo e si evita di vedersi ridotta la velocità fino a 30 km/h. Ed è qui che scatta la frode: grazie infatti a un dispositivo da poche centinaia di euro, ne bastano 300, si può far credere al computer che il serbatoio Adblue sia sempre pieno e l’Scr funzionante, quindi il tir continua a funzionare normalmente, sebbene stia inquinando come un Euro 3.

Con questo stratagemma i camion inquinano fino a 5 volte oltre il consentito. I tir svizzeri testati (sempre per le autorità svizzere) risultano a norma. Tra quelli esteri, invece, 1 su 4 fa registrare un’emissione di ossidi di azoto troppo elevata. Insomma, non solo sulle strade svizzere, ma anche su quelle italiane circolano camion che inquinano come quelli degli anni 80. Poiché il trasporto su gomma in Italia è preponderante, l’effetto sull’inquinamento dell’aria è nettamente più pesante. E’ un modo per risparmiare a discapito della salute di tutti. Mentre da noi serve un “decreto” per bloccare gli Euro 3 diesel, la stragrande maggioranza dei tir inquina allo stesso modo, transitando sulle strade liberamente.

La diffusione della notizia al di là delle Alpi ha provocato un’immediata reazione dell’Associazione Iniziativa per le Alpi tesa a ridurre il traffico pesante di attraversamento con un aumento dei pedaggi e con l’introduzione di nuovi limiti alle emissioni di CO2. Inoltre sono stati richiesti nuovi controlli sui veicoli pesanti e in particolar modo sulla presenza di manomissioni sul sistema Scr con emulatori di AdBlue. Il paese, dove viaggia il 40% delle merci in treno (in Italia siamo al 7%), non si accontenta di alte quote di merci via treno, vuole di più perché si tratta di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Mentre in Europa si cerca una soluzione per salvare i polmoni, un paese terzo ha scoperto una truffa ai danni di tutti gli europei. Vedremo come reagiranno la vicina Lombardia e il nostro ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, a questa nuova truffa ai danni dell’ambiente.
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