Caporałà tałego, caporalato italiano
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Caporałà tałego o tałian
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RrUm8/edit
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Caporalato nei campi anche nel Veneto
La denuncia del Rapporto nazionale della Flai Cgil. A Verona, Padova e Treviso segnalati casi di sfruttamento in agricoltura
04 giugno 2014 Daniele Ferrazza
http://mattinopadova.gelocal.it/regione ... -1.9360698
PADOVA. Gli invisibili agli occhi hanno la pelle nera, gialla od olivastra. Spesso, le loro compagne vivono lo spettro della prostituzione. I loro figli quello dell’abbandono scolastico. Sono migliaia le vittime del caporalato agricolo, lo sfruttamento della manodopera usata nella raccolta della frutta e della verdura nei principali mercati agricoli nazionali. Un fenomeno che tocca anche il Veneto, come denunciato dal rapporto «Agromafie e caporalato» presentato ieri mattina a Roma dalla Flai Cgil, il sindacato dei lavoratori dell’agricoltura, che segnala situazioni di «grave sfruttamento» e «condizioni indecenti» anche nelle estensioni agricole e nelle imprese agricole del Veronese, del Padovano e del Trevigiano.
Non solo dunque gli schiavi di Rossano Calabro e della Terra dei fuochi ma anche gli apparenti fiorenti mercati ortofrutticoli dei nostri capoluoghi. Secondo il rapporto, giunto alla sua seconda edizione, il fenomeno del sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura coinvolge 18 regioni e 99 province, praticamente tutta Italia. Il peso della illegalità e dell’infiltrazione mafiosa nell’intero settore, stimato dalla Direzione Nazionale Antimafia, è di 12,5 miliardi di euro. I terreni a destinazione agricola sottratti ai clan sono 2.245 in tutta Italia, cui vanno aggiunti 362 terreni con fabbricati rurali e 269 terreni edificabili. Le imprese agricole sottoposte a misure di prevenzione sono 6.623. Secondo le stime della Cgil i lavoratori che in Italia trovano lavoro attraverso i caporali sono circa 400 mila, concentrati prevalentemente al Sud. Il crescente interesse dei media sul fenomeno ha fatto crescere in numero e qualità le inchieste giudiziarie e le operazioni di polizia, portando all’individuazione di ben 355 caporali, di cui 281 solo durante il 2013, da Nord a Sud. Gli epicentri dello sfruttamento della manodopera sono 80. Nel rapporto vengono citati i capoluoghi veneti di Verona, Vicenza, Padova e Treviso. Attorno alla filiera ortofrutticola, a seconda delle stagioni, si registra un traffico di manodopera tutt’altro che dignitosamente pagata. In primavera, attorno al nodo di Soave, c’è l’importazione di manodopera sfruttata dall’Est Europa. D’estate, oltre a Verona, compaiono i nomi di Padova e Treviso con la manodopera meridionale. D’autunno ancora Verona importa manodopera dall’Est Europa e Padova e Treviso dal Sud. D’inverno, infine, è Vicenza che registra l’importazione di manodopera da Est europeo, Balcani e Nord Africa. Chiunque lavori in condizioni di sfruttamento in agricoltura percepisce un salario inferiore del 50 per cento quello legale: una giornata di lavoro vale dai 25 ai 30 euro, ma può durare fino a dodici ore: meno di tre euro l’ora. Non bastasse: i caporali, che gestiscono la raccolta
e il trasporto dei lavoratori dall’alba al tramonto, richiedono una tassa per il trasporto di 5 euro e pretendono d’estate un euro e mezzo per un litro d’acqua. Insomma, un inferno invisibile agli occhi, ma che suona come un pugno nello stomaco della nostra società.
Sfruttamento e lavoro nero, i carabinieri arrestano 4 «caporali»
Costringevano i clandestini a lavorare a quattro euro all’ora. Un bracciante preso a colpi di machete
13 novembre 2014
http://corrieredelveneto.corriere.it/tr ... 1538.shtml
PADOVA I carabinieri del comando provinciale di Padova hanno eseguito alle prime luci dell’alba nel comune di Correzzola (Padova) quattro ordinanze di custodia cautelare a conclusione di un’indagine, denominata «Baba», sullo sfruttamento del lavoro «nero». Le persone coinvolte, una finita in carcere e tre agli arresti domiciliari, farebbero parte di un’organizzazione composta da cittadini indiani, responsabili a vario titolo di episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione e sfruttamento della manodopera nel settore agricolo.
Erano in grado di far entrare clandestinamente in Italia decine di cittadini indiani i presunti componenti della banda arrestati oggi dai carabinieri di Padova. Le quattro persone al vertice del gruppo riuscivano a far entrare in Italia i clandestini con mezzi di fortuna chiedendo anche 6.500/8.000 euro a testa e vincolando le persone a lavorare a 4 euro l’ora in un’azienda agricola di Correzzola (Padova).
In cambio di un alloggio in un edificio fatiscente della zona, il gruppo chiedeva anche una percentuale sui guadagni del lavoro dei campi e una quota per vitto e alloggio. Non è escluso il coinvolgimento anche di altre aziende agricole della zona. Tre si trovano ora agli arresti domiciliari, mentre un quarto è in carcere a Padova. Almeno una trentina i cittadini indiani vittime della tratta. Le indagini sono partite lo scorso 21 settembre quando uno dei braccianti è stato preso a colpi di machete dal capo della banda a seguito di una sua lamentela.
Lavoro nero e caporalato: le nuove piaghe
Giovedì 12 Marzo 2015
http://www.ilgazzettino.it/PAY/PADOVA_P ... 2962.shtml
Sono molti i settori della produzione - dall'agricoltura ai servizi – in cui il lavoratore, pur lavorando a tempo pieno, resta al di sotto della soglia di povertà. È il caso del lavoro nero, sottopagato o con modalità che implicano la restituzione di parte dello stipendio, solo per fare alcuni esempi. Ci sono poi forme di “caporalato” che non sono più solo nell'agricoltura e al sud Italia, ma che si estendono ovunque, anche in Veneto.
È stato questo il tema del convegno che ha visto la partecipazione di don Albino Bizzotto (Beati i costruttori di Pace), Tiziano Vecchiato (Fondazione Emanuela Zancan), Luciano Greco (facoltà di Economia), Christian Ferrari (Cgil Padova), Marco Lombardo (Libera Padova), Roberto Ongaro (responsabile regionale lavoro Pd).
«Se il lavoro non è più il luogo in cui si realizza la dignità - ha detto Bizzotto -, come si può dare speranza e possibilità di futuro alle tantissime persone che si rivolgono al volontariato per un aiuto e per una possibilità di vita dopo l'emergenza?». «Con questo convegno - ha sottolineato Vecchiato - si porta all'attenzione della comunità padovana un'area di povertà poco conosciuta e preoccupante per gli sviluppi che potrebbe avere. Riguarda lavoratori sottopagati che operano soprattutto nella logistica e nei servizi della mobilità delle merci. Ricevono un basso salario e spesso sono ostaggio di chi offre loro servizi (come alloggio e microcredito)».
«Lo sfruttamento rappresenta un meccanismo di contenimento di costi di produzione ma anche, forse soprattutto, un canale di collegamento tra economia criminale e economia legale – ha evidenziato Greco -. Lo sfruttamento, anche nelle zone industriali, è un canale di impiego dei capitali da riciclare, di sfruttamento dell'immigrazione illegale».