La crisi economico finanziaria della Grecia

La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » ven mag 08, 2015 10:02 pm

La crisi economico finanziaria della Grecia
viewtopic.php?f=94&t=1590



Altro che colpa della Germania:

https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_eco ... lla_Grecia
La crisi economica della Grecia è parte della crisi del debito sovrano europeo. La crisi inizia ufficialmente nell'autunno del 2009, quando il neo primo ministro George Papandreou rivela pubblicamente che i bilanci economici inviati dai precedenti governi greci all'Unione europea erano stati falsificati con l'obiettivo di garantire l'ingresso della Grecia nella Zona Euro.





http://www.eugeniobenetazzo.com/grexit- ... nze-rischi

Sto provando a pensare a quante volte ho menzionato lo scenario greco in altri precedenti post o nei report che periodicamente vengono redatti. Questa nazione sta diventando una storia infinita che si trascina ormai da quel primo trimestre 2010 che fece da apripista alla crisi del debito sovrano in Europa, nel frattempo da allora sono passati altri cinque anni.
Ad inizio di ques’anno siamo stati tutti alla finestra per le ennesime nuove elezioni di Atene nella consapevolezza che questa volta, visto il malcontento popolare e la capacità di trascinamento di Tsipras si potesse arrivare ad una situazione di rottura.
Ed invece dopo i proclami delle prime 48 ore dall’insediamento in cui sembrava che il nuovo governo comunista dovesse rinnegare il passato e mettere in ginocchio la Troika e l’Europa, il tutto si è risolto in una grande pantomima.
Giorno dopo giorno, Alessio Tsipras, spavaldo e smargiasso allo stesso tempo, ha ridimensionato il suo ego, le sue pretese ed il suo sogno di fare il nuovo Leonida che affronta le armate barbariche della Troika.
Dopo un mese dalle elezioni hanno capito che fare a cazzotti con i mercati finanziari e le autorità monetarie sovranazionali non è per niente conveniente. Soprattutto per loro che grazie ai programmi di ELA (Emergency Liquidity Assistance) di Mario Draghi stanno continuando a ricevere ossigeno pur essendo ormai in uno stato comatoso da cui non si prevede il risveglio.

Ricordiamo a titolo di cronaca finanziaria, il problema della Grecia è la Grecia stessa, con il primo posto in Europa per corruzione, evasione fiscale ed economia sommersa, oltre al sistematico ricorso alla spesa pubblica per clientelismo e malcostume politico.
Proprio come l’Italia, che in quella graduatoria si trova al terzo posto in Europa dietro alla Romania.

Facile prendersela con la BCE, con la Troika, con la Merkel o con gli speculatori finanziari quando in 5 anni di strutturalmente rilevante non si è fatto niente per la razionalizzazione della spesa pubblica. Noi italiani vivremo una situazione ibrida della tragedia greca entro i prossimi due anni grazie a Renzi & Company. Ma torniamo ai conterranei di Aristotele e Platone che presuppongo stiano inoriddendo al solo pensiero di cosa fossero per loro il concetto di logica e politica. Anche il tanto osannato Varoufakis è stato estromesso per ritenuta incompetenza e cialtroneria proprio dai suoi stessi colleghi, tanto da spingere Tsipras a destituirlo, segno questo che nemmeno il Primo Ministro greco aveva ben chiaro che cosa fare al momento della sua nomina. Si trattava di recitare una parte, quella del giocatore che prova a bluffare: per un pò di tempo può riuscire ma nel lungo termine non dura molto e rischia pure di essere controproducente.

Così infatti oggi sta accadendo, i greci hanno fatto finta di fare i guerrieri spartani, ora devono mettere da parte l’irruenza per far spazio alla ragione dei filosofi ateniesi. Questa Grexit allora rischia di realizzarsi oppure no ? Fino a qualche mese fa ero abbastanza fiducioso che questa eventualità avesse una probabilità modesta di verificarsi, tuttavia oggi ho modificato il mio sentiment al pari di altri colleghi. A tal fine quali potrebbero essere gli scenari negativi che abbiamo davanti: la Germania ci sta lavorando da un mese e nelle sale operative gira da svariati giorni il tema del default selettivo; sostanzialmente per ossigenare l’economia greca e dargli qualche speranza di sopravvivenza in seno all’Europa, sarebbe necessario intervenire sul fronte degli oneri finanziari che gravano sul debito pubblico greco la cui esposizione ha raggiunto i 323 MLD di euro. Di questo importo, 246 MLD rappresentano fondi erogati nei precedenti anni in qualità di bail-out funds ossia prestiti di emergenza che sono stati effettuati nelle diverse epoche in cui la Grecia si è trovata in temporanea difficoltà finanziaria. Tra i soggetti istituzionali che hanno messo a disposizione fondi per tamponare la situazione di potenziale insolvenza abbiamo anche paesi europei come l’Italia, la Spagna, la Germania e la Francia con in tutto 160 MLD. Oltre a queste nazioni vi sono stati in aggiunta anche le autorità sovranazionali come il FMI e la BCE che hanno a loro volta prestato 52 MLD di euro.

Il default selettivo presuppone il mancato pagamento di bond a scadenza non in termini totalitari ma appunto selettivi, quindi si dovrebbe decidere chi si può permettere di subire la perdita e chi invece non può andare incontro a questa eventualità viste le già deboli finanze nazionali tipo Italia o Francia. Una ulteriore variante potrebbe essere individuata anche nel congelamento degli interessi o in un loro taglio parziale oltre alla ristrutturazione della scadenza del debito. Sono operazioni che servono comunque ancora una volta a comperare tempo nella speranza che si possa manifestare entro tre o cinque anni l’ondata di inflazione invocata dalla BCE. Questo infatti produrrebbe un sensibile giovamento proprio ai governi con massive esposizioni di debito governativo. L’estate che abbiamo davanti potrebbe rivelarsi molto calda, per questo motivo sul fronte della allocazione tattica del proprio portafoglio sarebbe opportuno al momento liberarsi del debito europeo, qualunque esso sia, anche perchè ormai i prezzi attuali scontano già il QE dei prossimi trimestri. Oltre al debito governativo prestate attenzione ed evitate assolutamente anche i fondi obbligazionari a gestione unidirezionale, i quali saranno i primi subire profonde contrazioni di valore in caso di Grexit o sue possibili varianti, date invece preferenza come sottolineato in altre occasioni alle gestioni di ritorno assoluto o market neutral.
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » gio mag 21, 2015 6:13 pm

Crisi greca: antefatti e cause
Pubblicato su gennaio 6, 2013 da eugenerenegade

https://insatura.wordpress.com/2013/01/ ... ti-e-cause

Un breve racconto in due post di ciò che è stata ed è tuttora la crisi greca, a partire dalle cause fino agli ultimi provvedimenti adottati. Vedremo così che le ragioni di quanto sta ancora accadendo vanno ricercate prima di tutto nella struttura economica e politica greca, di cui bisognava tener conto nel momento in cui si è deciso di ammettere la Grecia nell’Euro.

La Grecia fino a qualche anno fa aveva un’economia in crescita (persino con una punta del 6%, come nel 2003) ed era giudicata come una delle economie più in salute dell’eurozona. La crisi finanziaria del 2008 ha mostrato i gravi problemi che, fino a quel momento, erano rimasti nascosti. Mentre per altri paesi la crisi finanziaria è stata grave ma non drammatica, la Grecia ne ha sofferto particolarmente poiché la sua economia si basa soprattutto sul turismo e sulla distribuzione. Entrambi questi settori sono particolarmente esposti ai cambiamenti economici nel breve termine: solo nel 2009 hanno subito una contrazione superiore al 15%. In corrispondenza al crollo di questi settori, la spesa pubblica è aumentata ed il debito pubblico è cresciuto a 262 miliardi di euro nel 2008 contro i 168 del 2004: uno straordinario aumento del 54% in soli 4 anni.

Conti truccati
Ovviamente, da soli, questi dati non sono sufficienti per spiegare una crisi di queste dimensioni. Negli scorsi anni infatti la Grecia ha falsificato – e di molto – i suoi conti per rientrare nei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, e di conseguenza per entrare nell’Euro nel 2001. Il governo greco ha ammesso già nel 2004 che il rapporto deficit/PIL non era mai stato inferiore al 3% sin dal 1999, il massimo richiesto dalle condizioni europee. Dopo la fine nel 2009 della legislatura guidata dal partito di centrodestra Nuova Democrazia, il nuovo premier eletto George Papandreou (PASOK, socialisti) ha dovuto annunciare con un certo imbarazzo che il precedente governo aveva mentito sulle cifre. Infatti, per quell’anno, il rapporto deficit/PIL corrispondeva ad un incredibile 12% poi diventato addirittura 15,4%. Una delle cause dei rapporti falsati va cercata nella dipendenza dalla classe politica dell’istituto nazionale greco per la statistica, un organismo condizionato nel corso degli anni e diventato indipendente solo nel 2008.
Inoltre, va aggiunto che è stato provato all’inizio del 2010 che dal 2001 la Grecia avrebbe corrotto l’agenzia di rating Goldman Sachs ed altre banche di investimento, affinché queste non rivelassero la quantità di denaro che Atene realmente chiedeva in prestito dai mercati. I bassi tassi d’interesse ottenuti in questo modo inoltre non erano usati per ripianare il debito già esistente, ma per accedere ad ulteriori prestiti presso le banche straniere per continuare ad alimentare la spesa pubblica. I soldi venivano così impiegati per aumentare i salari dei dipendenti statali, e per mantenere un Welfare State che era fra i più “generosi” in Europa.

Problemi strutturali
In base ai dati pre-crisi si stima che in Grecia l’evasione fiscale sottragga fino a 30 miliardi di euro all’anno. La cifra, già di per sé considerevole, diventa astronomica, in rapporto alla popolazione esigua (undici milioni di abitanti) ed al prodotto interno lordo che si attesta a 300 miliardi di euro. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il 75% dei lavoratori autonomi greci dichiarava meno di 12mila euro, limite sotto il quale scatta l’esenzione fiscale. Sempre secondo dati pre-crisi, il Brookings Institution stimava che l’economia sommersa avesse in Grecia una dimensione pari al 27,5% del PIL: la più grande percentuale dell’intera eurozona.

La dimensione pubblica
Un altro problema strutturale per l’economia greca è, come in parte già abbiamo visto, quello della spesa pubblica. Fino a qualche anno fa l’80% delle spese statali era destinato a salari e pensioni del settore pubblico: oltre 700mila persone lavoravano nella pubblica amministrazione, e 25.000 di queste erano state assunte tra il 2010 e il 2011, quando la situazione economica del paese era già disastrosa e il primo prestito internazionale era già stato erogato. Questi numeri servono ancora una volta a comprendere che la dimensione pubblica è importantissima per la Grecia. Infatti, due terzi del PIL greco derivano dal terziario ed in particolare dal settore pubblico, tanto che lo Stato rappresenta tuttora il principale datore di lavoro, come dimostra l’alto numero di dipendenti statali presenti nel Paese.
Significativo in tema di spesa pubblica poi è il caso della difesa: la Grecia – anche per motivi storico-culturali che risalgono alla difficile convivenza con il vicino e passato dominatore turco – stanzia cifre consistenti per la difesa, in assoluto tra le maggiori in Europa.
Nella prossima parte vi riassumerò in breve gli ultimi sviluppi, avvenuti sul finire del 2012, riguardo ad una crisi che rimarrà emblematica nella storia dell’Unione Europea.

Eugene Renegade
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » dom mag 24, 2015 7:13 pm

Grexit? Nikos Voutsis, ministro dell'Interno di Tsipras: "Non abbiamo i soldi per pagare le rate dell'Fmi di giugno"
L'Huffington Post
Pubblicato: 24/05/2015

http://www.huffingtonpost.it/2015/05/24 ... _ref=italy

La Grecia non sarà in grado di pagare le rate del prestito del Fmi perché non ha i soldi per farlo: lo ha detto oggi alla Tv Mega il ministro dell'Interno Nikos Voutsis. "Le quattro rate per il Fondo Monetario Internazionale a giugno ammontano a 1,6 miliardi di euro. Questo denaro non sarà versato, perché non c'è", ha dichiarato.

Intanto il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, ha ribadito che il suo governo ha già fatto la sua parte e ha avvertito che un'uscita della Grecia dall'euro sarebbe "catastrofica", "l'inizio della fine per il processo della moneta unica".

In un'intervista allo show di Andrew Marr sulla Bbc, Varoufakis ha affermato che il suo governo ha fatto "passi enormi" per favorire un accordo nel negoziato con le istituzioni internazionali e ha aggiunto che "ora spetta a queste istituzioni fare la loro parte".

"Gli siamo andati incontro a tre quarti del percorso, ora loro devono venirci incontro facendo quell'ultimo quarto", ha aggiunto.
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » dom mag 24, 2015 9:44 pm

La Grecia è sull’orlo del crac: che cosa succederebbe dopo?

http://www.lastampa.it/2015/05/24/econo ... agina.html

La Grecia ha annunciato non pagherà la rata che deve al Fondo monetario internazionale. Che cosa succederà dopo?

Ci addentriamo in un territorio quasi inesplorato (ma attenzione al “quasi”). Se la Grecia non facesse parte dell’Eurozona, si profilerebbe uno scenario argentino: bancarotta, disconoscimento dei debiti, e uscita dal Paese (per molto tempo) dal circuito della finanza internazionale, nell’attesa di ricostruire un po’ di fiducia da parte dei potenziali acquirenti dei suoi titoli. Siccome però Atene è nell’euro, potrebbero profilarsi soluzioni meno drastiche. Già una volta il debito greco è stato ristrutturato con pesanti perdite per gli investitori privati. Si è trattato di un default, un fallimento, un crac, una bancarotta o qualunque altri termine si voglia usare per definirlo, però gli altri Paesi dell’Eurozona e la Banca centrale europea hanno avuto estrema cura nell’evitare di usare queste parole, negando che di bancarotta si trattasse.



Perché gli altri Paesi dell’euro e la Bce si danno tanto da fare con la Grecia?

Temono un effetto-contagio. Questo effetto potrebbe essere diretto: le istituzioni straniere pubbliche e private che hanno in cassa titoli greci perderebbero una parte del capitale e perciò diventerebbero, a loro volta, meno credibili. Oppure il contagio potrebbe essere indiretto: un’ondata di sfiducia, magari immotivata, seguita dalla speculazione. Gli investitori internazionali potrebbero mettersi a vendere, per esempio, grandi quantità di titoli italiani, temendo (o fingendo di temere) che l’Italia possa fare la fine della Grecia. Questo farebbe crollare il prezzo dei titoli già emessi (successivamente gli stessi speculatori potrebbero ricomprarseli a prezzo ribassato lucrando la differenza); inoltre le successive emissioni da parte del Tesoro dovrebbero pagare tassi di interesse più alti, per compensare il maggiore rischio, e questo farebbe saltare il bilancio dello Stato.



Ma è probabile che si realizzi lo scenario peggiore?

No. Nel 2011 si è temuto davvero che l’Italia, e altri Stati dell’Eurozona, potessero fare bancarotta, ma in seguito sono state stese molte reti di protezione e adesso quasi tutti dicono che un eventuale crac della Grecia non avrebbe effetti generali. Però questo non è sicuro. Di qui il tentativo di evitare comunque che Atene faccia bancarotta.


Che cosa si chiede ai greci?

Di accettare una nuova cura di austerità e di privatizzazioni. Ma ormai c’è un diffuso scetticismo sul fatto che questa strada porti da qualche parte: l’austerità imposta all’infinito sembra la causa del problema e non la sua soluzione. D’altra parte in Germania, ma non solo lì (anche, per esempio, nei Paesi come Spagna, Portogallo e Irlanda che si sono salvati facendo sacrifici), c’è molta resistenza politica a fare sconti alla Grecia.


Se invece arrivasse il crac che cosa farebbe il governo greco?

Potrebbe anche non dichiarare l’uscita dall’euro. È stato ipotizzato che il governo emetta una moneta parallela, che può essere la vecchia dracma (ma il nome non ha importanza) per pagare stipendi pubblici e pensioni. Questa moneta si svaluterebbe rapidamente rispetto all’euro e non permetterebbe di comprare beni importati se non a costi stratosferici. Consentirebbe però a vasti strati sociali di sopravvivere con un reddito minimo. Nel frattempo nei mercati finanziari potrebbe succedere di tutto.


L’annuncio di non volere o non potere pagare la prossima rata all’Fmi è per caso una manovra tattica da parte del governo greco?

Sì, può servire a fare pressione su chi recalcitra a salvare Atene. Potrebbe profilarsi una pericolosa gara a chi bluffa meglio, fra la Grecia che fa balenare la prospettiva del baratro davanti agli interlocutori e i rigoristi che fanno spallucce e dicono che il crac greco non farebbe differenza, cosa che (in realtà) nessuno può affermare con certezza.
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » sab giu 20, 2015 7:35 am

???
Sahra Wagenknecht, vice-presidente del Partito della Sinistra tedesco
https://www.facebook.com/informatiecont ... 4010438960
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » mar giu 23, 2015 10:29 pm

Grecia, Alexis Tsipras pretende ma sperpera i nostri soldi: jet privati e camere da 500 euro a notte per lo staff

23 Giugno 2015
http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... de-ma.html

Il Governo greco pretende che l’Europa scenda a compromessi e che ceda su tutta la linea. Il muso duro di Alexis Tsipras continua, rischiando così di destabilizzare ancor più i mercati. Sulle strategie politiche non discutiamo, ma sulla coerenza si. Tutti questi summit straordinari, infatti, stanno costando un occhio della testa ai fondi europei, ogni volta far spostare ministri e delegazioni da un posto all’altro è un vero salasso. Ma mentre molti funzionari, soprattutto teutonici, viaggiano con semplici voli di linea, i greci non badano a spese e si spostano nel lusso. Insomma, alla faccia della crisi economica il comunistissimo Tsipras fa il vip con i soldi degli altri.

Spendi e spandi effendi – Ieri si è tenuto il summit straordinario a Bruxelles, convocato dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. L’obbiettivo era trovare una soluzione al debito greco. Ma, come scrive politico.eu, la delegazione greca ha preferito l’ostentazione. Il volo è stato fatto con un jet privato piuttosto che con i normali voli commerciali, mentre tutto lo staff è voluto alloggiare al lussuosissimo The Hotel. Qui le camere costano dai 300 ai 500 euro a notte, e la struttura sulla Avenue Louise è la stessa che ospita Barak Obama quando viene a Bruxelles.

Proteste dei colleghi – Gli sperperi di Tsipras, che gioca a fare l’Obama, non sono passati inosservati ai colleghi europei. La presidente lituana Dalia Grybauskaite ha espresso lunedì stesso il suo disappunto per l’intera situazione: “Il governo greco vuole ancora festeggiare ma il conto dovranno pagarlo gli altri”, ha scritto su Twitter. Anche il ministro delle Finanze austriaco, Hans Jörg Schelling, si è lamentato di tutti questi meeting: “A un certo punto dovremmo decidere chi pagherà il conto di tutti questi viaggi”. Però lui si sposta con voli di linea, così come la maggioranza dei ministri europei. Gli ellenici no.

Di Leonardo Grilli
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » ven giu 26, 2015 10:13 pm

Grecia, da oggi luce gratis e sussidi per affitti e pasti agli indigenti

Parte il piano umanitario voluto dal premier Alexis Tsipras a marzo, nonostante le proteste dell'ex troika: costerà 200 milioni ma garantirà corrente elettrica, un tetto e cibo a chi non può permetterselo

ETTORE LIVINI - 26 giugno 2015

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... -117727656

ATENE - Le trattative a Bruxelles per salvare la Grecia sono al palo. Per 301.101 famiglie elleniche in forti difficoltà economiche, però oggi è un giorno - per quanto possibile - di festa. Il ministero del Lavoro ha pubblicato infatti in mattinata l'elenco delle persone che beneficeranno dei primi interventi umanitari approvati dal governo di Alexis Tsipras. A 89.300 appartamenti che ospitano 212.216 persone indigenti sarà riattaccata gratuitamente l'energia elettrica, staccata in passato per le bollette scadute, con la fornitura garantita di 300 kilowattora l'anno. L'esecutivo ha anche accolto 66.422 richieste per sussidi per la casa: quasi 90mila greci riceveranno un supporto finanziario compreso tra i 70 e i 220 euro al mese per riuscire a pagare l'affitto, a seconda del reddito e dello stato di famiglia. A quasi 349mila persone invece saranno garantiti buoni pasto emessi dalla National Bank validi fino a 200 euro al mese per l'acquisto di beni di prima necessità nei supermercati.

Gli interventi di emergenza per risolvere la crisi umanitaria sono uno dei capisaldi del "programma di Salonicco", il decalogo economico del governo di Syriza e sono una delle primissime leggi passate attraverso il Parlamento all'inizio di marzo malgrado al momento dell'approvazione la Troika abbia cercato di stopparle perché non concordate con i creditori. Il loro costo è vicino ai 200 milioni. Una goccia nell'oceano dei problemi della Grecia, un ottavo dei soldi che vanno restituiti al Fondo Monetario internazionale a fine giugno ma una boccata d'ossigeno importante per chi li riceverà. I guai dei greci più poveri del resto sono stati al centro ieri di un durissimo scambio di battute tra Tsipras e Donald Tusk ai margini dell'Eurogruppo. "Per Atene ora è game over", avrebbe detto il presidente polacco del Consiglio d'Europa. "Una storia come la nostra non è un gioco - avrebbe risposto secondo la stampa nazionale il premier -. Stiamo parlando di 1,5 milioni di persone senza lavoro, tre milioni di poveri e migliaia di famiglie senza reddito che campano solo con la pensione del nonno".

Giovedì scorso, mentre i fari della cronaca erano concentrati a Bruxelles, il Parlamento greco ha approvato a maggioranza ma senza i voti del partner di governo di ultradestra Anel la legge che dà la cittadinanza ai figli di migranti di seconda generazione. Il via liberà in aula è stato ottenuto grazie al sostegno dei socialisti del Pasok e di To Potami che hanno sommato i loro consensi a quelli (149 su 300) di Syriza.
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » dom giu 28, 2015 12:49 pm

Piano Grecia, Tsipras chiede un referendum il 5 luglio: "Anche se non piace ai partner". Ma l'Eurogruppo: "No a proroga aiuti"

Il premier ellenico va in tv e annuncia di essere stato costretto alla consultazione: "Ci hanno chiesto pesi insopportabili". Un sondaggio dà i sì in maggioranza. Nel Paese scatta la corsa a bancomat - 700 milioni di euro ritirati un un giorno - supermercati e pompe di benzina per i timori di tracollo delle banche. La consultazione ottiene il via lilbera del Parlamento. Il premier: "Votate no"
27 giugno 2015

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... -117794659

ATENE - La svolta drammatica nella crisi greca arriva nella notte fra venerdì e sabato. Alexis Tsipras annuncia che "il popolo sarà chiamato" domenica 5 luglio a votare il referendum sulla proposta dei creditori: un voto carico di incognite. Il premier ellenico, con un discorso quasi drammatico alla televisione, spiega di non aver avuto scelta davanti a offerte che sono in realtà ricatti e ultimatum contrari ai valori europei, per cui il governo è "obbligato a rispondere sentendo la volontà dei cittadini". Parole che hanno scatenato il panico fra i cittadini, che si sono precipitati in massa ai bancomat a prelevare contanti.

"Ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili - dice Tsipras ai greci - che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse". Ma una delle condizioni sulle quali Tsipras aveva probabilmente puntato, già a metà pomeriggio non si è realizzata: l'Eurogruppo, in un riunione rapida e preceduta da dichiarazioni durissime, ha rifiutato di prorogare il programma di aiuti di sei giorni. Fino, appunto, al 5 luglio, data in cui Tsipras vorrebbe far svolgere il referendum. In nottata, arrivano le parole di sfida di Tsipras, durante il dibattito in Parlamento chiamato a votare su come procedere alla consultazione: "Il referendum si farà, che piaccia o meno ai nostri partner". E se il premier ellenico se la prende, in particolare, con il Fondo monetario internazionale: "Il coinvolgimento dell'Fmi nel salvataggio rende più difficile un'intesa". Poi definisce offensive le proposte dei creditori. E si dice certo che il popolo sovrano dirà un forte no all'ultimatum. E il Parlamento ha dato il via libera alla consultazione.

Il primo sondaggio sulla consultazione firmato da Kappa Research dà comunque un risultato netto: oltre il 47 per il sì, 33 per il no, sotto il 20 gli indecisi.
Come detto, il discorso del premier greco ha generato una corsa all'accaparramento di contanti. Un crescente numero di greci si è precipitato a ritirare soldi ai bancomat, nel timore che a breve la situazione possa precipitare. Nella sola giornata di oggi dalle banche della Grecia sono stati ritirati fondi per 700 milioni di euro, a quanto si apprende da Bruxelles. Solitamente invece, in un normale fine settimana vengono prelevati circa 30 milioni di euro. Le banche greche continuano ad avere accesso ad un meccanismo di liquidità di emergenza della Bce, chiamato "Ela" e gestito dalla banca centrale nazionale. Tuttavia se martedì, come è ormai altamente probabile, Atene non dovesse risarcire una maxi rata da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, la Bce potrebbe decidere di chiudere questo canale. E a quel punto i contanti finirebbero praticamente all'istante.

Lunghe code anche davanti ai supermercati, con i cittadini impegnati a fare scorte di beni di prima necessità, preparandosi al peggio. La polizia intanto ha aumentato i cordoni di sicurezza intorno ai bancomat. Non si sarebbe finora registrato alcun disordine.

Per Tsipras l'obiettivo di alcuni dei partner europei è proprio l'umiliazione dell'intero popolo greco. Addirittura c'è chi ipotizza una manovra internazionale per far cadere il premier. Durissimo poi il ministro dello Sviluppo, Panayiotis Lafazanis, che ha chiesto alla nazione di votare contro il piano internazionale voluto dai creditori. Stessa posizione espressa anche dal portavoce di Syriza in Parlamento. Un altro dei protagonisti di questi drammatici mesi di trattativa, il ministro dell'Economia, Yanis Varoufakis, interviene invece con un tweet sul filo dell'ironia: "Buffo quanto suoni radicale il concetto che sia il popolo a decidere".

In Parlamento, intanto, è iniziato il dibattito che porterà al voto per il via libera al referendum. Il ministro dell'Interno, Nikos Voutsis, ha fatto appello a tutte le forse politiche perché votino all'unanimità: "Così il nostro paese sarà più forte agli occhi della comunità internazionale".

L'EMERGENZA FINANZIARIA. Il vicepremier, George Katrougkalos, ha assicurato che il governo greco "non chiuderà le banche lunedì e non saranno introdotti controlli sui capitali. I contanti ci saranno". E ha annunciato: "Il collega Yannis Dragasakis ed il capo negoziatore Euclid Tsakalotos vedranno oggi il presidente della Bce, Mario Draghi". Tsakalotos, a sua volta, ha aggiunto che il premier ha parlato con Draghi e che il presidente della Bce avrebbe mostrato comprensione per la scelta del referendum. Per ore, all'annuncio di Tsipras, non sono seguite reazioni da parte del Brussels group e gli effetti del discorso del premier si sono visti soprattutto nel paese: nella notte è scattata ovunque la corsa ai bancomat. Molti economisti sono convinti che il governo dovrà mettere un tetto ai prelievi. Non sono bastate, dunque, le rassicurazioni del governo. Tsipras ha annunciato che chiederà un'estensione di pochi giorni del programma di salvataggio dell'ex troika (Bce-Ue-Fmi), che scade il 30 giugno, per poter arrivare senza problemi a tenere il referendum del 5 luglio. Ma anche su questa eventualità prevale lo scetticismo.

L'OPPOSIZIONE. Nonostante l'appello del ministro dell'interno, tutta l'opposizione greca critica aspramente Tsipras per la scelta di ricorrere al referendum sostenendo che questa mossa porterà il Paese fuori dall'Europa. Il Pasok chiede le dimissioni del premier. I centristi di Potami rimproverano a Tsipras di non aver combattuto la sua battaglia nel cuore delle istituzioni europee. Per i conservatori di Nea Dimokratia il premier è un irresponsabile che ha portato la Grecia al totale isolamento nell'Unione.
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » lun giu 29, 2015 8:04 am

Frank Gagliardo
???
questo e' il messaggio completo del grande presidente della Grecia: Il messaggio di dignità al mondo. del Presidente Alexis Tsipras...

Speriamo che cacceranno PER SEMPRE QUESTI CRIMINALI DELLA FINANZA PRIVATA....cari greci non mi deludete, ritornando SOVRANI il vostro popolo riconquisterà dignità, tranquillità, benessere e onore.

«Amici greci,
da sei mesi il governo greco combatte una battaglia in condizioni di soffocamento economico senza precedenti, per implementare il mandato che ci avete dato il 25 gennaio.
Il mandato che stavamo negoziando coi nostri partner chiedeva di mettere fine all’austerità e permettere alla prosperità ed alla giustizia sociale di tornare nel nostro paese.
Era un mandato per un accordo sostenibile che rispettasse la democrazia e le regoli comuni europee, per condurre all’uscita finale dalla crisi.

Durante questo periodo di negoziazioni, ci è stato chiesto di mettere in atto gli accordi fatti col precedente governo nel “memorandum”, nonostante questi fossero stati categoricamente condannati dal popolo greco nelle recenti elezioni.
Comunque, nemmeno per un momenti abbiamo pensato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.

Dopo cinque mesi di dure contrattazioni, i nostri partner, sfortunatamente, hanno rilanciato all’eurogruppo di due giorni fa un ultimatum alla democrazia greca ed al popolo greco.

Un ultimatum che è contrario ai principi fondanti ed ai valori dell’Europa, i valori del progetto comune europeo.
Hanno chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possibilità di recupero dell’economia e della società greche. Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di incertezza ma accentua persino le disuguaglianze sociali.

La proposta delle istituzioni include: misure per un’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, ulteriori riduzioni nel salario minimo del settore pubblico e incremento dell’IVA su cibo, ristorazione e turismo, eliminando inoltre le agevolazioni fiscali per le isole greche.

Queste proposte violano direttamente fondamentali diritti europei, mostrano che riguardo a lavoro, uguaglianza e dignità, lo scopo di alcuni partners e istituzioni non è il raggiungimento di un buon accordo per tutte le parti, ma l’umiliazione dell’intero popolo greco.

Queste proposte sottolineano in particolare l’insistenza del Fondo Monetario Internazionale in una dura e punitiva austerity, e sottolineano più che mai la necessità per i grandi poteri europei di prendere iniziative che conducano al termine della crisi del debito sovrano ellenico. Una crisi che colpisce altri paesi europei e che sta minacciando il futuro prossimo dell’integrazione continentale.

Amici greci,
in questo momento pesa sulle nostre spalle, attraverso le lotte ed i sacrifici, la responsabilità storica del popolo greco per il consolidamento della democrazia e della sovranità nazionale. La nostra responsabilità per il futuro del nostro paese.
E la nostra responsabilità ci richiede di rispondere all’ultimatum sulla base del mandato del popolo greco.

Pochi minuti fa alla riunione di gabinetto ho proposto l’organizzazione di un referendum, perché il popolo greco possa decidere in maniera sovrana.

Questa proposta è stata accettata all’unanimità.

Domani la la camera dei rappresentanti sarà convocata d’urgenza per ratificare la proposta del gabinetto per un referendum la prossima domenica, 5 luglio, sull’accettazione o il rigetto della proposta delle istituzioni.

Ho già informato della mia decisione il presidente francese e la cancelliera tedesca, il presidente della BCE e domani una mia lettera chiederà formalmente ai leader della UE ed alle istituzioni di estendere per pochi giorni il programma attuale in modo da permettere al popolo greco di decidere, libero da ogni pressione e ricatto, come richiesto dalla costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica europea.

Amici greci,
al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di ripresa economica, vi chiedo di risponde in maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci chiede.
Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.

La Grecia, il luogo di nascita della democrazia, manderà una forte e sonora risposta all’Europa ed al mondo.
Mi impegno personalmente al rispetto dei risultati della vostra scelta democratica, qualsiasi essi siano.
Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta onorerà la storia del nostro paese e manderà un messaggio di dignità al mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei popoli. Che in Europa non ci sono proprietari ed ospiti.
La Grecia è e rimarrà una parte fondamentale dell’Europa, e l’Europa è una parte della Grecia. Ma senza democrazia, l’europa sarebbe un’europa senza identità e senza bussola.
Vi invito a mostrare unità nazionale e calma e fare la scelta giusta.
Per noi, per le generazioni future, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.»

( Alexis Tsipras Atene, 27 giugno 2015, 1 am)
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Re: La Grecia, Greça, Greghia

Messaggioda Berto » lun giu 29, 2015 3:28 pm

Crisi Greca, ad Atene già circola la Dracma: domenica il referendum decide tutto
29 Giugno 2015
http://www.liberoquotidiano.it/news/118 ... e-gia.html

L’uscita della Grecia dall’Eurozona è ancora un’ipotesi, per quanto sempre più concreta. Ma ad Atene non aspettano, e la Dracma è già tornata per le strade. Certo, non la troverete ancora nelle banche, né può essere prelevata ai bancomat. Ma, come riporta Mario Ajello su Il Messaggero, la vecchia moneta greca è stata tirata fuori dai materassi dei greci nostalgici e in certe zone viene usata per gli acquisti più piccoli. Come, ad esempio, nel quartiere dove è nato e cresciuto Alexis Tsipras: a Kispideli, nella piazza del rione, già si chiede: “Un souvlaki una dracma?”. Ma il clima non è affatto allegro. Domenica prossima con il referendum indetto dal Governo ellenico si deciderà tutto, e il risultato è in bilico.

La paura – L’appello si Tsipras, energico e sicuro in tv, aveva lo scopo di mobilitare l’animo patriottico dei greci e fomentare il loro nazionalismo contro le decisioni dell’Europa. In parte c’è riuscito, in parte no. C’è chi, come il tassista Dimitrios Gogoulidis, racconta: “Qui non è più una divisione tra destra e sinistra. Siamo tutti greci e venderemo cara la pelle a chi ci vuole umiliare. Siamo un popolo duro. I tedeschi ci battono solo nel calcio, nelle guerre vinciamo noi”. Ma i sondaggi sono in bilico, e anzi secondo l’Instituto Alco il 57% dei greci è pronto a dire si alle condizioni dei creditori internazionali. Lo dimostrano le voci di piazza, di chi fa la coda agli sportelli dei bancomat ormai vuoti: “Vuole sapere la verità? L' ex governo conservatore di Samaras, accusato di ogni nefandezza filo Troika, stava lentamente e dolorosamente migliorando la situazione. Ma poi è partito, da dentro e da fuori della Grecia, il tormentone mediatico sulla bellezza della rivoluzione di Tsipras. Ed eccoci qua. Lo vede come siamo ridotti?”.
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