La crisi economico finanziaria della Grecia

Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » dom mag 27, 2018 8:15 pm

Le idiozie dei dementi e ladri fanfaroni italiani contro la Germania, secondo i quali la Germania dovrebbe rischiare e prestare alla Grecia i risparmi dei suoi cittadini a gratis.


La Germania ha guadagnato dalla crisi della Grecia: ecco quanto
Raffaello Binelli - Mer, 12/07/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 19385.html

Grazie a crediti e acquisti di bond di Atene la Germania ha guadagnato dalla crisi greca almeno 1,34 miliardi di euro. Lo ha detto il ministero delle finanze di Berlino rispondendo a un'interrogazione dei Verdi

La grave crisi che ha colpito la Grecia ha fruttato, alla Germania, 1,34 miliardi di euro.

In che modo? Grazie a crediti e acquisti di bond di Atene. Il dato è stato diffuso dal ministero delle Finanze tedesco, in risposta a un'interrogazione dei Verdi. Come scrive la Sueddeutsche Zeitung il guadagno per i prestiti della banca statale Kfw è stato di 393 milioni, mentre per l'acquisto di titoli di Stato dalla Bce i profitti dal 2015 ammontano a ben 952 milioni.

Sven-Christian Kindler (esponente dei Verdi) ha duramente criticato il comportamento tedesco nei confronti della Grecia: "Sarà anche legale che la Germania guadagni sulla crisi della Grecia, ma non è legittimo nel senso morale della solidarietà". In altre parole, dopo aver bacchettato per anni un Paese, costringendolo a sacrifici durissimi per ottenere il tanto agognato "salvataggio", si scopre che Berlino ha guadagnato dalle lacrime e sangue di Atene.

Intanto oggi si apprende che la Commissione Ue ha raccomandato al Consiglio di chiudere la procedura per deficit pubblico eccessivo. È la notizia a lungo attesa sia da Atene che nelle altre capitali, il segnale (questa l’interpretazione corrente) che i programmi di salvataggio all’insegna dell’austerità danno frutti. "Questa tappa è il risultato degli sforzi considerevoli fatti dal paese in questi anni per consolidare le finanze pubbliche e dei progressi compiuti per attuare il programma concordato", indica la Commissione europea. Così resteranno solo tre paesi sotto procedura per deficit eccessivo: Francia, Spagna e Regno Unito.

La Grecia, però, ha chiesto altri soldi, stavolta al Fondo monetario internazionale. Il governo di Atene ha inviato all'Fmi una richiesta per un perstito da 1,6 miliardi di euro, proponendo in cambio la realizzazione di una serie di riforme, comprese la limitazione del diritto di sciopero e la liberalizzazione di varie professioni. A scriverlo è il quotidiano ellenico Kathimerini. Tra gli impegni dell'esecutivo, anche quello di adottare nuove misure di austerità nel caso non vengano raggiunti gli obiettivi finanziari del terzo pacchetto di salvataggio, oltre a quello di porre un tetto ai contratti a tempo determinato nel settore pubblico per gli anni 2017 e 2018.
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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » dom mag 27, 2018 8:23 pm

??? Altri irresponsabili che vorrebbero vivere alle spalle degli altri e che scrivono sulla Grecia

KTG – La crisi economica greca è finita solo per chi non vive in Grecia
di Henry Tougha - maggio 4, 2018
di Keep Talking Greece, 27 aprile 2018

http://vocidallestero.it/2018/05/04/ktg ... -in-grecia

KeepTalkingGreece riporta alcuni estratti di un articolo del Washington Post, che denuncia come la “ripresa” greca sia pressoché inesistente. I numeri parlano solo di una depressione protratta senza fine. La crisi è terminata solo per chi, da fuori, temeva un effetto domino sulle altre economie. Scongiurato quello, la sorte dei cittadini greci non importa più a nessuno in questa “Europa unita” — tanto che deve essere un giornale statunitense a ricordarcelo, così come deve ricordarci che la Grecia avrebbe fatto meglio a uscire dall’euro nel 2009.

La crisi economica greca è finita solo per chi non vive in Grecia. In altre parole, chiunque altro può considerarla superata, perché la Grecia ormai non minaccia più di travolgere in un effetto domino il resto di quella che è nota come “economia globale”. Tuttavia i cittadini greci sono ancora inchiodati in quello che può definirsi il peggiore crollo economico che un paese ricco abbia mai vissuto. Se le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale sono corrette, ci potrebbero volere almeno altri dieci anni prima che la Grecia torni ai livelli a cui era nel 2007. E questo solo a condizione che nel frattempo non si verifichi un’altra recessione.

Sono due decenni persi, e per la Grecia è comunque il migliore degli scenari possibili.

I numeri sono sbalorditivi. Non si tratta solo del fatto che l’economia greca si è contratta del 26 per cento in termini di pro capite tra la metà del 2007 e l’inizio del 2014. La Grecia è cresciuta solo del 2,8 per cento in totale – anche qui, corretto per la popolazione – nell’intero corso dei primi quattro anni di ciò che viene definita come ripresa.

[…]

La verità è che non esiste una risposta facile per la Grecia. È vero che probabilmente oggi starebbe meglio se avesse fatto default su tutto il proprio debito e fosse uscita dall’euro, diciamo, nel 2009.

[…]

Ma, certo, quelle cose non le ha fatte, ed è difficile giustificarle adesso. Questo perché la Grecia non ha un semplice aggancio valutario a un’altra moneta, ma è proprio dentro un’unione monetaria. A farla breve, è molto più difficile sostituire una moneta che stabilire, a un certo punto, che non ha più lo stesso valore che aveva prima. Per sostituire la moneta devi sostituire tutto il denaro nelle banche, il che significa che probabilmente le devi chiudere finché l’operazione non è stata attuata e, nel frattempo, il panico che ne risulta riabbatte nuovamente l’economia. Questa è una buona parte del motivo per il quale la Grecia non è uscita dall’euro. L’altra parte è che i suoi cittadini sono ancora convinti che l’euro sia ragione e garante del successo economico – e questo non sembra cambiare.

Così come non sembra cambiare la lentezza della ripresa greca. Il Fondo Monetario Internazionale sembra pensare, in termini un po’ ottimistici, che la Grecia nel 2023 sarà del 12,8 per cento più povera di quanto fosse nel 2007. Questo implica che tornerà al livello pre-recessione solo nel 2030 o giù di lì.

Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato ripresa.

(L’articolo completo è sul Washington Post)
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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » dom mag 27, 2018 8:35 pm

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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » dom mag 27, 2018 8:54 pm

Pubblicò i veri numeri sulla crisi greca: condannato
Danilo Taino
Milano, 9 agosto 2017

https://www.corriere.it/opinioni/17_ago ... c4db.shtml

Il caso di Andreas Georgiou è noto, ma eventi recenti aprono una finestra sull’arroganza o sull’ignoranza di certe autorità. Economista statistico greco che lavorava al Fondo monetario internazionale, Georgiou nel 2010 lasciò l’istituzione di Washington perché chiamato ad Atene a guidare il nuovo ufficio statistico del Paese, Elstat. La Grecia era in piena crisi e un nuovo approccio ai numeri del bilancio pubblico era necessario, dal momento che fino ad allora erano stati manipolati per nascondere l’entità del deficit e del debito. Georgiou fece il suo lavoro e pubblicò il risultato, dal quale emergeva la verità sullo stato disastroso dei conti. Da allora, una buona parte del sistema politico (e non solo) ellenico ha iniziato a perseguitarlo in quanto additato come responsabile dell’arrivo della Troika ad Atene e della messa sotto tutela del Paese. La novità, ora, è che lo statistico è stato condannato da un tribunale greco (a due anni con la condizionale) per avere pubblicato le cifre riviste del deficit senza l’approvazione del consiglio direttivo di Elstat. Il tribunale che ha emesso la sentenza ha ritenuto che le statistiche di Georgiou dovessero essere messe in votazione (politica). «Sono stato condannato — ha reagito l’economista — per avere seguito, in quanto capo statistico, il principio di indipendenza professionale come richiesto dalla Ue e dalla legge greca. In Europa non mettiamo al voto i risultati statistici».
Martedì scorso, la presidente dell’International Statistical Institute (Isi) Helen MacGillivray e il presidente del comitato etico dello stesso Isi, Stephen Penneck, hanno detto che «le statistiche ufficiali devono essere realizzate seguendo principi scientifici e metodologie determinate da statistici professionisti, non sulla base dei voti dei membri di un consiglio direttivo». E hanno ricordato il principio 1 del Codice europeo di pratica statistica secondo il quale «i capi degli Istituti nazionali di Statistica…hanno l’esclusiva responsabilità di decidere sui metodi statistici, gli standard e le procedure, oltre che sui contenuti e la tempistica della loro pubblicazione». Anche la American Statistical Association è intervenuta a sostegno della correttezza del lavoro di Georgiou e ha sottolineato di avere inviato una lettera al primo ministro ellenico Alexis Tsipras nella quale sosteneva che «in nessun caso» sono giustificate sanzioni criminali «per avere sviluppato e presentato dati statistici indipendenti e obiettivi». Senza indipendenza, le statistiche sono zombie. E massaggiare politicamente i dati pubblici porta al disastro: ad Atene dovrebbero saperlo.
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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » mar mag 29, 2018 5:04 am

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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » dom giu 24, 2018 8:44 pm

Grecia, finita l'era della Troika: c'è l'accordo sui debiti
Chiara Sarra - Ven, 22/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/gre ... 43760.html

In Grecia finisce l'era del commissariamento dopo 8 anni: l'Eurogruppo trova l'accordo sui debiti
Dopo otto anni, finisce l'era della Troika che ha commissariato la Grecia.
È stato trovato nella notte infatti l'accordo all'Eurogruppo dopo ore di discussione.

Tra le misure chiave anche l'estensione delle scadenze dei rimborsi di dieci anni su 97 miliardi di prestiti relativi al secondo intervento di salvataggio. Inoltre Atene ha ottenuto un nuovo prestito di 15 miliardi per fronteggiare eventuali problemi di liquidità sui mercati. Infine i creditori verseranno 600 milioni ogni sei mesi fino al 2022: si tratta di un incentivo per mantenere l'attuale percorso di riforme economiche.

"Il problema del debito ellenico adesso è alle spalle", ha dichiarato il ministro francese Bruno Le Maire. E il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha aggiunto: "Momento storico, la crisi finisce questa notte". Ma la supervisione dei creditori non finisce qui, anche se la Grecia potrà dal 20 agosto prossimo tornare a finanziarsi sui mercati.

Nel dettaglio le misure definite dall'Eurogruppo sono tre. La prima è l'abolizione del margine del tasso di interesse relativo alla restituzione della tranche del secondo programma di salvataggio fino al 2018 (per l'esattezza si tratta di 96,9 miliardi di euro). La seconda misura è l'uso dei profitti del 2014 realizzati dall'Esm e dei trasferimenti di quelli derivanti dai titoli detenuti dalle banche centrali nazionali e dalla Bce: saranno trasferiti alla Grecia ogni sei mesi a dicembre e giugno fino al 2022 per essere usati per ridurre le necessità finanziarie lorde o finanziare altri investimenti concordati. Queste due misure, ha indicato l'Eurogruppo, "sono condizionate al rispetto degli impegni di policy e al monitoraggio". Infine l'ulteriore dilazione degli interessi dovuti all'Efsf, l'ammortamento di dieci anni e un'estensione della scadenza media ponderata massima di 10 anni.

L'analisi della sostenibilità del debito da parte delle istituzioni europee sarà rifatta nel 2022, quando verranno valutate eventuali altre misure per assicurare il rispetto dei target del debito (attualmente al 178% del pil). I bisogni finanziari della Grecia devono restare soto il 15% del pil nel medio termine e sotto il 20% del pil successivamente assicurando che il debito resti in un percorso di riduzione "sostenuta". In ogni caso, resta sempre possibile un intervento di emergenza, come concordato un anno fa.
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Re: La crisi economico finanziaria della Grecia

Messaggioda Berto » gio gen 17, 2019 3:28 am

Tsipras si inchina alla Merkel. Così Atene si è arresa a Berlino
Lorenzo Vita
16 gennaio 2019

http://www.occhidellaguerra.it/merkel-g ... ne-tsipras

Pace fatta fra Angela Merkel e la Grecia. Sembra questo il mantra della visita della Cancelliera ad Atene per incontrare Alexis Tsipras e i vertici della politica greca.

La Merkel è arrivata ad Atene dopo cinque anni dall’ultima volta. Nel frattempo, come spiegato su questa testata, la Grecia è cambiata. Ferita dal piano di salvataggio e dalle manovre lacrime e sangue per tagliare il deficit e provare a risanare le casse dello Stato. Scelta che ha portato a una debole ripresa economica, ma che ha anche prostrato la società greca a livelli di povertà mai visti negli ultimi decenni. Una crisi senza fine in cui l’annuncio di Tsipras, da Itaca, sulla fine dell’incubo, è apparso come un messaggio ipocrita, se non tragicamente ironico.

Itaca semplicemente non esiste più: è un’altra isola. Non c’è stato alcun ritorno a casa, perché è la casa stessa ad essere scomparsa. I proci hanno preso possesso dalla reggia: e in quella che fu la culla della civiltà occidentale, si vive un misto di rassegnazione e volontà di risvegliarsi dall’incubo.

Angela Merkel è arrivata ad Atene su queste basi, dopo essere stata la fautrice del piano della Troika, e si è espressa in questi termini: “In Grecia è tornata la fiducia”. Un annuncio che probabilmente aveva anche la volontà di essere un’esortazione e di buon auspicio, ma che si è trasformato in un epitaffio. È tornata la fiducia, sì, ma a quale prezzo? I greci, forse, lo pagheranno per altri decenni. Tanto che la stessa Cancelliera, che sa che l’ultima volta fu colpita da un’ondata di proteste, ha voluto ribadire il suo rispetto “per il popolo greco, che ha affrontato tempi molto difficili”.

Ma questi tempi, secondo Berlino, sono finiti. E la conferma, a detta della Cancelliera, arriva (guarda caso) dal ritorno delle imprese tedesche in Grecia. “La Germania ha contribuito molto affinché si superasse la crisi, ma sono stati i greci a soffrire di più”. Investimenti che sono arrivati anche grazie alle privatizzazioni forzate del patrimonio pubblico ellenico, e che hanno permesso alle aziende tedesche, ma in generale europee, ad entrare in massa in un mercato non ricchissimo ma comunque valido. E la Germania si è presa uno dei bottini più ricchi: gli aeroporti turistici.

Ma la Grecia non è solo la crisi. È anche la porta sud-orientale d’Europa, quella da dove passano i migranti in arrivo dalla Turchia e che attraverso la rotta balcanica giungono in Europa centrale, soprattutto in Germania. E fra i temi dei colloqui c’è stato anche questo: il rapporto fra Atene e Ankara e sul fronte migranti. La Cancelliera ha ribadito che il patto fra Unione europea e Turchia “deve continuare ad essere pienamente operativo” e che la condizione dei campi profughi nel mar Egeo deve essere “decisamente migliorata”. “Lavoreremo ancora in modo costruttivo con la Grecia per migliorare la situazione”, ha spiegato la leader tedesca.

E la Merkel sa di aver trovato in Tsipras un valido alleato. Proprio lui, eletto con Syriza per respingere la Troika e contrastare il piano tedesco, si è rivelato essere uno dei migliori partner di Berlino nel Vecchio Continente. E in questi tempi, la Germania ha deciso di passare al piano B: non solo inserimento nell’economia greca e nella finanza, ma anche in politica interna e internazionale.

I legami cfra Cdu e l’opposizione di Nea Dimokratia sono sempre più saldi. E la Germania sta lavorando assiduamente per l’accordo fra Grecia e Macedonia. “Superare questo confronto aiuterà tutte le parti in causa”, ha ribadito Angela Merkel. La Cancelliera ha esaltato “l’azione determinante” di Tsipras, di cui “profitta tutta l’Europa”, per un accordo che “permetterà alla Macedonia del Nord di diventare membro della Nato e della Ue”.

E Tsipras? Il premier greco non ha praticamente detto nulla di sbagliato. Perfettamente compassato nel su ruolo istituzionale, mentre ad Atene infuriava la protesta contro la visita della leader tedesca, il primo ministro ellenico si è espresso a favore di una maggiore cooperazione per quanto riguarda i migranti e ha rivolto un appello “ai cittadini d’Europa” per respingere le forze populiste “che rigettano l’Unione europea verso tempi oscuri”.

Proprio lui che è stato, anche se per pochi mesi, il simbolo del populismo che doveva contrastare un certo modello d’Europa ormai fallito. È cambiato Tsipras da quel referendum sul piano di salvataggio. E lo dimostra la sua conclusione: “Sono finiti gli stereotipi dei pigri greci e dei severi tedeschi. Oramai stiamo entrando in una nuova era. La cooperazione tra i due Paesi sarà di importanza decisiva nei prossimi anni”.
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