Reddito di cittadinanza e d'intorni

Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » dom gen 13, 2019 4:14 am

Ora il governo lima il reddito: in arrivo le misure "anti-divano"
Giorgia Baroncini - Sab, 12/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ ... 27987.html

Allo studio dell'esecutivo nuove misure volte a disincentivare l'assistenzialismo. Nessuno prenderà il reddito a vita grazie a una serie di provvedimenti ad hoc

Governo gialloverde è ancora alle prese con il reddito di cittadinanza, che approderà in Consiglio dei ministri giovedì prossimo.

Secondo quanto riporta Adnkronos, allo studio dell'esecutivo ci sarebbero misure "anti-divano" volte a disincentivare l'assistenzialismo. "Nessuno prenderà il reddito a vita", spiegano le fonti dell'esecutivo all'agenzia. Come? Grazie a una serie di provvedimenti creati ad hoc.

Il più importante riguarda l'offerta: la prima offerta di lavoro arriverà in un raggio di 100 Km. Nel caso in cui questa dovesse essere rifiutata, la seconda offerta arriverà da un massimo di 250 Km. In caso di un nuovo rifiuto, la terza offerta potrà arrivare da tutta Italia.

Le fonti di Palazzo Chigi escludono l'ipotesi di revocare il reddito già dopo il rifiuto della prima offerta. Pare però che nella bozza del decreto un paletto permetta di sospendere l'erogazione del sussidio a chi "rifiuta un’offerta di lavoro congrua, dopo averne già rifiutate due, ovvero, indipendentemente, dal numero di offerte precedentemente ricevute, rifiuta una offerta congrua dopo il dodicesimo mese di fruizione del beneficio".

"Lo spirito di queste misure - spiegano - è fare in modo che le persone accettino già il primo lavoro. Lo Stato ti dà la possibilità di rifiutare la prima offerta, ma poi ti penalizza". Obiettivo del governo è che "le offerte di lavoro arrivino in tempi brevi" in modo da "scovare subito se qualcuno lavora in nero".

Sono inoltre previsti incentivi per chi accetta di spostarsi "che possono arrivare anche fino a 12 mensilità di reddito". Saranno invece esentati dai trasferimenti i componenti di famiglie con disabili.

Spuntano inoltre una serie di "misure non monetarie ad integrazione del reddito di cittadinanza", come le agevolazioni per l'utilizzo di trasporti pubblici, misure di sostegno alla casa, all'istruzione e alla salute.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » mer mar 06, 2019 7:54 pm

Reddito di cittadinanza
Magdi Cristiano Allam

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... on_generic

Il “Reddito di cittadinanza” viene dato a chi non è cittadino italiano. Nei Comuni l’80 per cento degli aiuti sociali vanno agli stranieri. Hanno trasformato l’Italia in una Repubblica di tutti e di nessuno. Ma noi non ci stiamo.

Cari amici, com’è possibile che il “Reddito di cittadinanza” venga dato anche a chi non è cittadino italiano? O gli si cambia nome, ad esempio “Reddito minimo” o “Reddito di disoccupazione”, oppure si altera il concetto di “cittadinanza”, svuotandolo del proprio significato originario. Perché se la “cittadinanza” abbraccia indistintamente i cittadini e i non cittadini, di fatto si annulla il concetto di cittadinanza.
Secondo la Ragioneria di Stato, il Reddito di cittadinanza spetterà a 1,248 milioni di nuclei familiari, di cui circa 241 mila sono composti da stranieri (quindi circa il 20% del totale). La spesa per il Reddito di cittadinanza agli stranieri - su un totale di 7,5 miliardi di euro - è di 1,486 miliardi. Per acquisire il Reddito di cittadinanza lo straniero, originario di uno Stato non appartenente all’Unione Europea, deve essere in possesso del Permesso di soggiorno di lungo periodo ed essere residente in Italia da almeno 10 anni (ma questo vale anche per chi ha la cittadinanza italiana); inoltre, negli ultimi 2 anni - dal momento della richiesta - bisogna aver soggiornato in maniera continuativa nel nostro Paese.
Il concetto di “cittadinanza” viene messo in discussione anche a livello delle amministrazioni locali nei Comuni e nelle Regioni. I Comuni sono obbligati a mettere sullo stesso piano i cittadini italiani e gli stranieri nell’assegnazione delle case popolari, dei posti gratuiti negli asili nido, dei sussidi sociali. Chi dimostra di avere un reddito più basso e più figli a carico è avvantaggiato. E dato che questi due requisiti sono prevalentemente presenti tra gli stranieri, il risultato è che mediamente le risorse destinate all’aiuto sociale vanno all’80 per cento agli stranieri.
Ed è così che di fatto in Italia gli italiani si ritrovano ad essere discriminati. Si concede agli stranieri ciò che tanti italiani poveri o in difficoltà necessiterebbero ma non hanno.
Ciò è possibile perché l’orientamento giuridico, dettato dalla magistratura, lo impone. Oggi l'avvocato Alberto Guariso, dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), ha annunciato una pioggia di ricorsi contro i due requisiti per accedere al Reddito di cittadinanza, il «permesso di lungo periodo» e i «10 anni di residenza», perché vuole che il Reddito di cittadinanza possa essere dato a tutti gli stranieri residenti.
L'avvocato Guariso ha chiarito che, in particolare per quanto riguarda il requisito richiesto dei dieci anni di residenza, nei ricorsi si potrà fare leva sulla sentenza numero 166 della Corte Costituzionale dello scorso luglio, che ha già dichiarato incostituzionale il requisito della residenza quinquennale sul territorio regionale o decennale sul territorio nazionale che veniva richiesto ai soli cittadini extra-comunitari per l'accesso al contributo per il pagamento del canone di locazione concesso agli indigenti, il cosiddetto «bonus affitti». Proprio sulla base di quella pronuncia, che richiama l'articolo 3 della Costituzione su pari dignità sociale e uguaglianza, la Corte d'Appello milanese a dicembre ha dichiarato il «carattere discriminatorio» di una delibera della Regione Lombardia del 2015 che aveva previsto per l'accesso al 'Fondo sostegno affitti' per i cittadini extra Ue i requisiti «dell'esercizio di una regolare attività» di lavoro e della residenza da almeno 10 anni in Italia e da almeno 5 nella regione.
In più, per quanto riguarda l'altro requisito necessario per gli stranieri, ossia quello di avere un «permesso di lungo periodo» che, ha chiarito il legale, «esclude i titolari di permessi a tempo determinato che rappresentano il 35% degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia», il legale ha ricordato che anche su questo punto c'è giurisprudenza della Corte Costituzionale, a partire dal 2013, soprattutto sulle «prestazioni per l'invalidità e la disabilità». L'avvocato ha spiegato che quando le prime domande (oggi è il primo giorno in cui si può richiedere il reddito di cittadinanza) degli stranieri, che non hanno quei due requisiti, saranno rigettate, l’Asgi inizierà a depositare i primi ricorsi, assistendo quei migranti e partendo probabilmente da una «causa pilota al Tribunale del Lavoro di Milano, il più veloce». Nel ricorso verrà sollevata l'eccezione di legittimità costituzionale delle norme e, dunque, la causa si interromperà in attesa che la Consulta si pronunci.
Cari amici, siamo arrivati al punto in cui si fa leva sulla Costituzione per sostenere che in Italia essere cittadini italiani o stranieri è la stessa cosa, che pertanto nessuno deve opporsi al fatto che l’80 per cento delle risorse destinate agli aiuti sociali dei Comuni vadano agli stranieri e che il Reddito di cittadinanza venga accordato anche agli stranieri. Ed allora a questo punto cambiamo ufficialmente il nome della “Repubblica italiana” in “Repubblica di tutti”. Perché di fatto questa prassi giuridica ha trasformato l’Italia in una terra di tutti e di nessuno. Ma noi non ci stiamo. Diciamo a voce alta che l’Italia è la Patria degli italiani e che in Italia gli italiani hanno il diritto di beneficiare in via esclusiva delle risorse che sono il frutto del lavoro degli italiani.



Ius soli e cittadinanza
viewtopic.php?f=141&t=1772
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » mer mar 06, 2019 9:09 pm

Stranieri sul piede di guerra: "Pioggia di ricorsi sul reddito"
Chiara Sarra - Mer, 06/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 57900.html

Le associazioni aspettano solo le prime domande rigettate per far partire la prima causa contro i requisiti per migranti

Il reddito di cittadinanza è partito oggi, anche se i primi sussidi saranno erogati ad aprile.

E già si presentano i problemi. Non solo quelli "tecnici" di accesso al sistema, ma anche quelli legali.

Già, perché le associazioni che sostengono gli stranieri sono già sul piede di guerra, pronte a far dichiarare incostituzionale il provvedimento attraverso una pioggia di ricorsi contro i due requisiti riservati a chi non ha il passaporto italiano. I migranti che vogliono richiedere il sussidio, infatti, dovranno avere un "permesso di lungo periodo" ed essere residenti nel nostro Paese da almeno dieci anni.

Così l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) - racconta il Messaggero - si prepara a una "causa pilota al tribunale di Milano" attraverso i primi ricorsi presentati dall'avvocato Alberto Guariso che ha spiegato all'Ansa la sua strategia.

Il legale aspetta che vengano rigettate le prime domande per impugnarle. Poi farà appello soprattutto su una sentenza della Cassazione dello scorso luglio che aveva dichiarato incostituzionale il requisito dei 5 anni di residenza in Lombardia o 10 anni nel Paese per l'accesso al "bonus affitti" in Regione.

Per quanto riguarda il "permesso di lungo periodo", invece, il legale punta sul fatto che il requisito "esclude i titolari di permessi a tempo determinato che rappresentano il 35% degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia" e che anche in questo caso ci sono delle sentenze della Cassazione che possono essere usate per dimostrare che il provvedimento è discriminatorio e chiedere così che sulla misura si pronunci la Consulta.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » lun giu 10, 2019 5:55 am

Prende reddito di cittadinanza e lavora in nero, tripla mazzata: stop sussidio, multa e denuncia
Redazione 31 maggio 2019

http://www.today.it/cronaca/controlli-r ... 8u0DZeBP6k

Percepiva il reddito di cittadinanza ma lavorava in nero in un cantiere: nuovo casa a Cerignola, in provincia di Foggia. E' quello che hanno scoperto l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia e i Carabinieri della località del Basso Tavoliere, nell’ambito dell’attività ispettiva finalizzata al controllo dell’osservanza degli obblighi in materia di lavoro, salute e sicurezza. Il controllo in un cantiere edile di Cerignola ha accertato la presenza di un lavoratore in nero beneficiario del reddito di cittadinanza.

Immediata la segnalazione all’Inps: sussidio interrotto e multa di euro 4.320,00. Per il trasgressore scatterà la conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria. Sono state altresì accertate violazioni in materia di sicurezza di natura penale con sanzioni pari ad euro 4.975,00.

I controlli continuano a colpire nel segno: è di ieri il caso di Palermo. Il marito faceva il pasticciere (ovviamente in nero) ma nonostante ciò la moglie aveva chiesto - ed ottenuto - il reddito di cittadinanza. Un assegno pari a 1050 euro che la coppia aveva già incassato. I due furbetti del reddito però dovranno restituire tutto e sono stati denunciati.

Nelle scorse settimane sempre a Palermo un operaio di una ditta edile - anche lui percettore del reddito di cittadinanza - era stato sorpreso a lavorare in nero. Nel capoluogo siculo guai anche per due coniugi: lei aveva presentato la domanda (accolta ma con pagamento non ancora eseguito) per il reddito di cittadinanza, lui però era stato sorpreso a lavorare in nero in un cantiere.

Reddito di cittadinanza e lavoro nero in edilizia

Nei giorni scorsi la Fillea Cgil ha commentato i casi di operai edili col reddito di cittadinanza, scoperti a lavorare in nero nei cantieri siciliani: "Sono centinaia le denunce fatte dalla Fillea in questi anni per lavoro irregolare: pochissimi restano invece i controlli". ''Il fenomeno del lavoro nero è in aumento ma non perché ci sono i lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza e fanno i furbi con lo Stato - aveva spiegato il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - Il lavoro irregolare in edilizia c'era e continua ad esserci, perché è strutturale, ma viene combattuto con armi spuntate. C'è una condizione di ricatto dovuta alla crisi decennale del settore, dove il lavoro nero spesso è l'unica l'unica alternativa per il lavoratore, costretto ad accettare un salario basso, senza diritti. Per questo chiediamo controlli serrati e non per spot''.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » lun giu 10, 2019 5:56 am

Reddito di cittadinanza, hotel e locali: «Rifiutano il lavoro per non perdere soldi»
Domenica 9 Giugno 2019

https://www.corriereadriatico.it/pesaro ... 5qKzcPz_Yc


Il primo a lanciare l'allarme era stato il sindaco di Gabicce Mare, poi rilanciato anche dall'ex premier Matteo Renzi. Questa estate 2019 ci ha messo non poco ad arrivare, ma è destinata ad essere ricordata anche per un altro motivo: tra spiagge, stabilimenti, ristoranti e negozi, sembra esserci il vuoto di giovani lavoratori stagionali. Mancano infatti i bagnini, i camerieri e i cuochi nelle principali località balneari italiane, ed i gestori non hanno dubbi: «Colpa del reddito di cittadinanza».

Domenico Pascuzzi, sindaco di Gabicce Mare, aveva infatti spiegato: «Siamo in emergenza vera. Molti giovani del sud, che l'anno scorso avevano fatto la stagione nei nostri alberghi, quest'anno non sono voluti tornare a perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l'assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere». L'allarme era stato anche rilanciato da Matteo Renzi su Twitter, ma il senatore ed ex premier 'dem' non è l'unico a puntare il dito contro il sussidio voluto dal M5S. Ivana Veronese, segretaria della Uil, ha infatti spiegato: «Nella riviera romagnola, da un lato diminuisce l'offerta di lavoro, dall'altro, anche se in misura minore, c'è chi accetta il lavoro in nero pur di non perdere il reddito di cittadinanza».

Molti albergatori e gestori di stabilimenti, sostiene Il Giornale, hanno denunciato la situazione: «Qualche giovane si presenta, ma chiedono espressamente di non essere regolarmente assunti per non perdere il sussidio. C'è poi chi preferisce prendere 700 euro al mese di sussidio invece di guadagnarne 1100 lavorando». Il M5S, sul blog ufficiale, ha però difeso il reddito di cittadinanza e risposto così alle critiche: «I lavori stagionali sono la giungla di precarietà. Orari disumani, stipendi da fame, nessuna sicurezza. Noi con il decreto Dignità e il reddito di cittadinanza sosteniamo chi è stato ridotto alla fame dai precedenti governi».
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » mer lug 10, 2019 8:49 pm

Lo chef Pietro Parisi sul reddito 5S: "Mi ha rovinato, non ci sono più lavapiatti"
Aurora Vigne - Mer, 10/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... aOXa4UBnOA

Lo chef Pietro Parisi parla delle conseguenze del reddito di cittadinanza nelle cucine italiane: "A’ cazzimma ormai la fa da padrona"

"I lavapiatti, gli uomini delle pulizie, sono spariti". La denuncia contro il reddito di cittadinanza voluto dal M5s arriva schietta schietta dallo chef Pietro Parisi, che in una intervista a Il Dubbio racconta le conseguenze del sussidio.

"Succede che chi guadagnava 900 euro al mese, lavando i piatti, facendo le pulizie, insomma gli uomini di fatica, la manovalanza che è la ricchezza di un ristorante perché senza di loro camerieri, cuochi e chef poco possono fare, ora se ne sta bellamente a casa - spiega Parisi - Hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, chi 600, chi 700, e se ne guardano bene di sfacchinare tutta la giornata. A’ cazzimma ormai la fa da padrona".

Lo chef parla di "pacchia" del reddito di cittadinanza, sottolineando come sempre più giovani si accontentino di lavorare pochi giorni al mese, percependo allo stesso tempo il sussidio. In questo modo, in sempre più cucine sta venendo a mancare "la manovalanza" che secondo lui è la ricchezza di un ristorante. "Perché senza di loro camerieri, cuochi e chef poco possono fare", aggiunge.

Parisi poi continua a sfogarsi, evidenziando l'assurdità delle provvedimento e le conseguenze che stanno investendo diversi settori, e non solo quello della ristorazione. "Sono in ferie di cittadinanza perché il lavoro c’è, ora mancano i lavoratori. Le aziende di servizi, che hanno manovalanza, sono nelle stesse condizioni", conlude.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » ven lug 12, 2019 9:34 pm

L'Inps gela gli immigrati: "Niente reddito di cittadinanza"
Roberto Chifari - Dom, 07/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... a6XZL4SA40

L'Inps ha emanato una circolare che sospende le domande di sussidio per il reddito di cittadinanza, presentate da cittadini extracomunitari. Secondo una prima stima sarebbero almeno 130 mila i cittadini fuori dai parametri

Ci sono importanti novità per l'erogazione del Reddito di cittadinanza. L'Inps ha emanato una circolare che sospende le domande di sussidio presentate da cittadini extracomunitari che non rispettino i criteri stabiliti proprio dall'Istituto.

Secondo una prima stima sarebbero almeno 130 mila i cittadini fuori dai parametri. Nella circolare dello scorso 5 luglio, la numero 100 dell'Inps, si fa un riferimento ben preciso all'articolo 4 punto C. Tra le modifiche più rilevanti introdotte dalla legge di conversione, si segnala il nuovo regime ad hoc previsto dall’articolo 2 con particolare riferimento ai requisiti reddituali e patrimoniali da parte dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea. La norma pone l’obbligo in capo ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea di produrre in fase di istruttoria, ai fini dell’accoglimento delle domande, una certificazione dell’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana, conformemente a quanto disposto dall’articolo 3 del testo unico. "Particolare attenzione, ai fini dell'accoglimento della richiesta del beneficio Rdc/Pdc - si legge nella circolare -, va posta in ordine alle previsioni di cui all’articolo 2, commi 1-bis e 1-ter, secondo cui i cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea devono produrre una certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, sui requisiti di reddito e patrimoniali, nonché sulla composizione del nucleo familiare. La norma prevede che la certificazione debba essere presentata in una versione tradotta in lingua italiana e legalizzata dall'autorità consolare italiana (che ne attesta la conformità all'originale)". Al fine di dare tempestiva attuazione a tale specifica disciplina, si è provveduto ad aggiornare la modulistica per la presentazione della domanda, inserendo un’apposita dichiarazione di consapevolezza sulla necessità di produrre l’apposita certificazione da parte dei soggetti interessati.

Ma le novità non finiscono qui perché la Lega ha introdotto alcuni paletti: 10 anni di residenza sul territorio italiano, di cui gli ultimi 2 continuativi (contro i 2 anni di residenza previsti dal Rei targato Pd). Secondo quanto si legge nella relazione programmatica 2020-2022 del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps: le domande presentate per il Reddito di Cittadinanza e per la Pensione di Cittadinanza al 20 giugno sono pari a 1.344.923 di cui 839.794 accolte. Di questi appena 129mila sono a carico di immigrati che non rientrebbero con i parametri richiesti nella circolare.

L'Inps segnala anche altri paletti il divieto di richiedere il reddito da parte di "persone sottoposte a misura cautelare personale o condannate per alcuni delitti". E ancora, "il requisito del patrimonio immobiliare va verificato su quello esistente non solo in Italia, ma anche all’estero" e "la Pensione di cittadinanza può essere erogata anche mediante gli strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni. L’attuazione di tale disposizione, tuttavia, non è immediata, essendo rimessa all’adozione di un apposito decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, da emanarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione".
Ultima postilla chiarisce il ruolo dell'istituto "compete inoltre all’INPS il monitoraggio delle erogazioni del Rdc e degli incentivi". Da qui si spiega la caccia ai furbetti che ha permesso di svelare in queste settimane chi aveva già ottenuto l'erogazione ma nello stesso tempo lavorava in nero.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » gio set 12, 2019 9:20 pm

Reddito di cittadinanza, pasticciere napoletano denuncia: «Dipendenti via per l'assegno»
Giovedì 12 Settembre 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/redd ... 2RUeja0bzE


Nonostante il successo dei suoi babà e delle sue sfogliatelle, celebrate dai tanti clienti anche con elogi pubblici sui social, il laboratorio della sua pasticceria è rimasto semivuoto. La sua storia ha fatto molto discutere ma il pasticcere napoletano Salvatore Capparelli resta deciso a denunciare quello che gli è accaduto, perché circa il 60% dei dipendenti del laboratorio di pasticceria Il capriccio, che si trova nel centro di Napoli, in poco tempo ha deciso di licenziarsi. Motivo? Il pasticciere non sembra avere dubbi: il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, un milione i beneficiari. L'Inps: «Ora servono miglioramenti»

Il pasticciere è stato invitato a raccontare la sua storia, già pubblicata nei giorni scorsi dal Mattino di Napoli, alle telecamere di "Mattino Cinque", dove Capparelli ha ribadito la sua tesi: a causare la fuga in massa dei pasticcieri sarebbe stato il sussidio di disoccupazione, o il reddito di cittadinanza. «Chi ha un impiego si fa licenziare per godere di un assegno. Allo Stato non chiedo di eliminare il reddito - ha precisato il pasticciere napoletano - ma di fare in modo che funzioni».
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » gio ott 03, 2019 7:21 am

Brigatista Etro: "Se mi tolgono l'assegno torno a fare rapine"
Roberto Bordi - Mer, 02/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... A6bPKyVT5w

Raimondo Etro, il brigatista condannato per l'agguato di via Fani in cui fu rapitò Aldo Moro, prende ogni mese 780 euro di reddito di cittadinanza. "Spiace alle vittime? Fatti loro". E minaccia: "Se me lo tolgono torno a fare rapine"

Non solo Federica Saraceni.

Tra le ex Brigate Rosse che ricevono il reddito di cittadinanza c'è anche Raimondo Etro. 62 anni, Etro è intervenuto telefonicamente a "La Zanzara" di Giuseppe Cruciani, su Radio 24, per commentare la polemica sull'opportunità che lo Stato conceda un sostegno economico al reddito dei condannati per lotta armata. Tra loro, come detto, c'è Etro, membro del commando che il 16 marzo 1978 rapì Aldo Moro provocando la morte di due carabinieri e tre agenti di polizia. "Non capisco quale sia il problema, l’ho già detto a suo tempo", ha attaccato Etro, ammettendo di fregarsene della rabbia dei parenti delle vittime.

"Possono incazzarsi quanto vogliono: se uno ha diritto, ha diritto". Subito dopo il clima si è surriscaldato. Di fronte alle rimostranze di Cruciani, Etro ha urlato: "Tu forse non hai presente che cosa significa essere un ex carcerato che ha chiuso i rapporti con i suoi ex compagni", tirando fuori la questione del "lavoro" che "nessuno mi dà". Polemica simile a quella sollevata dal padre di Federica Saraceni, Luigi, che ha reso nota la disponibilità della figlia a rinunciare al reddito di cittadinanza a patto di trovarle un mestiere. Poco dopo, a "La Zanzara" la temperatura si è alzata ancora di più. Il muro di gomma opposto dal conduttore nei confronti delle deliranti dichiarazioni di Etro hanno fanno esplodere il brigatista: "Allora, vi dico questa cosa: rinuncio al reddito di cittadinanza e mi metto a fare le rapine, così siete più contenti". Insomma, Etro non si vergogna di vivere a sbafo a spese dello Stato.

E non ha alcuna intenzione di cercarsi un'occupazione, come tocca a tutte le persone normali. E all'accusa di voler vivere sulle spalle degli italiani, il brigatista ha replicato: "Perché dovrei rinunciare" al reddito di cittadinanza, "non mi sento a disagio" nel farmi mantenere dalla collettività, di cui fanno parte anche i familiari dei militari uccisi dalla furia brigatista. "È una vergogna? È un problema loro", ha ringhiato Etro, prima di dire di non avere "mai avuto rapporti con i parenti delle vittime". E di non volerne avere.
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Re: Reddito di cittadinanza e d'intorni

Messaggioda Berto » sab nov 30, 2019 11:15 pm

Ecco il "nuovo" reddito di cittadinanza: via libera all'erogazione per 3.6 milioni di stranieri
Mauro Indelicato - Sab, 30/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... AbCbsf9cSg

Anche il reddito di cittadinanza è sempre più "de salvinizzato": introdotta dal nuovo governo una norma che concederà l'erogazione anche a gran parte degli stranieri presenti in Italia

Reddito di cittadinanza 2.0: si potrebbe definire così la nuova norma che “allinea” uno degli strumenti più importanti varati dal governo gialloverde al nuovo corso dell’esecutivo giallorosso.

Lo strumento rimane, il suo principio altrettanto visto che si tratta di uno dei (pochi) cavalli di battaglia rimasti al Movimento Cinque Stelle, a cambiare però è quella parte più “sensibile” alle argomentazioni dei nuovi alleati dei grillini nel nuovo governo, costituita dal Partito Democratico.

Il riferimento è al nuovo decreto, varato dal ministro del lavoro Nunzia Catalfo e controfirmato dal ministro degli Esteri, nonché leader politico del M5S, Luigi Di Maio. In esso è contenuto il sostanziale via libera all’erogazione del reddito di cittadinanza anche agli stranieri originari di paesi extra Ue.

In poche parole, il reddito di cittadinanza è ora “desalvinizzato”, pronto per soddisfare i gusti della nuova maggioranza giallorossa. Il decreto in questione infatti, varato lontano dalla luce dei riflettori, ha stabilito che i migranti residenti in Italia non dovranno presentare alcun documento rilasciato dagli Stati di origine per chiedere il reddito di cittadinanza.

In tal modo, la norma voluta dalla Lega lo scorso anno viene di fatto a cadere. Nel momento dell’approvazione del reddito di cittadinanza, il carroccio su impulso in primis dell’allora vice premier Matteo Salvini, ha chiesto l’inserimento di numerosi obblighi per i migranti residenti in Italia. Ma lo stesso Luigi Di Maio è sembrato a favore della linea della Lega, sottolineando in qualità di ministro dello sviluppo economico che “il reddito mai verrà erogato agli stranieri”.

Tra gli obblighi, quello di presentare una certificazione rilasciata dallo Stato estero sui loro redditi, patrimoni e composizione dei nuclei familiari, tradotta in lingua italiana e vidimata dalla nostra autorità consolare. Adesso, con il nuovo decreto, è stabilito che da questo obbligo sono esentati “i cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni”.

Come sottolineato da Fausto Carioti su Libero, il principio di per sé è giusto: ci sono paesi in guerra che non hanno più nemmeno una legittima autorità statale, figurarsi se da lì possano uscire documenti amministrativi validi e certi per eventuali migranti che avrebbero diritto al reddito di cittadinanza.

Il discorso però è un altro: si è assistito, nella formulazione del decreto, ad un vero e proprio ribaltamento della norma dello scorso anno. Ossia, i migranti che non devono presentare alcun documento costituiranno adesso la normalità, chi dovrà presentarli invece sarà un’eccezione.

Ecco perché è possibile parlare di “desalvinizzazione” del reddito di cittadinanza. Nel decreto firmato da Nunzia Catalfo e Di Maio è prevista una lista di Paesi da cui è possibile presentare la documentazione richiesta nella versione originaria della norma sul reddito. Sono in totale 19 e rappresentano complessivamente poco più dell’1% dei cittadini extracomunitari presenti sul nostro territorio.

Per tutti gli altri, c’è un sostanziale via libera al reddito di cittadinanza: per 3.6 milioni di extracomunitari presenti in Italia, basterà semplicemente presentare l’Isee e compilare le relative dichiarazioni.

Sono state tre le norme principali varate dal Conte I: reddito di cittadinanza, decreti sicurezza e quota 100 per le pensioni. Solo quest’ultima sembra poter sopravvivere, seppur attaccata dai renziani, le altre due norme oramai sono preda degli “aggiustamenti” pretesi dalla nuova maggioranza giallorossa.
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