Łe etimołoje paretimołojeghe de łi “doti” tałiani

Re: Łe etimołoje e łe paretimołoje de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 02, 2014 9:41 am

Skio-Schio-Schledo-Schledum

viewtopic.php?f=45&t=923

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Łe etimołoje e łe paretimołoje de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 02, 2014 9:43 am

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Re: Łe etimołoje e łe paretimołoje de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 02, 2014 9:46 am

Tencarola (etimoloja)

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Re: Łe etimołoje e łe paretimołoje de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 02, 2014 9:47 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Łe etimołoje paretimołojeghe de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 09, 2014 12:31 pm

Manduca (Castel Manduca de Piovene)

Lexì ƚe ensemense ke ƚi scrive:
http://www.italiapedia.it/comune-di-pio ... ia-024-078

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... duca-1.jpg


Il primo insediamento umano risale all’epoca quaternaria.

Resti archeologici dimostrano che il territorio fu abitato anche in epoca etrusca e romana (periodo cui risalgono i castelli conservati fino al Medioevo) (etruski e romani ma i veneti no e i reti no e ƚi ogagni no e ƚi çelti no ??? casteƚi de orexene romana?? gnanca ono);

di rilievo è la lapide sepolcrale Massima Papiria, che attesta come nel IV secolo (IV secoƚo v. C.?) a.C. fosse MUNICIPIUM (parké scrivarlo en grande come ke ƚa fuse kisà ke condision speçal: tuti i teritori soto el stato roman ke no ƚi gheva ƚa çitadenansa romana ƚi jera “muniçipi” ... !) romano.

Molte sono le ipotesi sull’origine del toponimo di Piovene: da una deformazione del latino publica da interpretare come ‘strada’ o ‘piazza’, dall’esistenza di una pieve longobarda, dal sanscrito “pluvane” ovvero ‘bosco’, o, più verosimilmente, dal latino pluviae in riferimento a numerosi corsi d’acqua esistenti nella zona.

Al tempo di Teodorico (496-514 d.C.) fu dominata dal governatore goto Marzio; nel 917 Berengario I, re d’Italia, donò tutta la zona al vescovo di Padova; per qualche tempo vi governarono gli Scaligeri. La sua storia segue la sorte di Venezia: nel 1797 a seguito del trattato di Campoformio passò sotto l’Austria e nel 1805, con la pace di Presburgo, venne a formare il Regno d’Italia. La prima guerra mondiale segnò fortemente la zona: nel giugno 1916 la popolazione dovette abbandonare le proprie dimore per un mese, nel novembre 1917 a causa della disfatta di Caporetto affrontò un nuovo esodo. Tra il 1916 ed il 1918 venne bombardata più volte. Nel 1933 su richiesta del podestà locale un decreto regio autorizzò a cambiare il nome della località da Piovene in quello attuale. Importante è l’Oratorio della Maternità di Maria Santissima, noto come l’Ospizio, che custodisce una composizione in pietra raffigurante la Vergine con Bambino; l’Oratorio più antico è quello dei Ss. Vito, Modesto e Crescenzia.

Tre sono i castelli che si ricordano:
il castello Manduca, in origine una taverna (dal latino manducare, ‘mangiare’) (???),
particolare per la pianta ottagonale della torre; il castello Pelluca e il castello della Rocchetta.


http://it.wikipedia.org/wiki/Municipio_(storia)
I municipi (in lingua latina mūnǐcǐpǐum), nella antica Roma ed in particolare nella Roma repubblicana, erano le comunità cittadine legate a Roma, ma prive dei diritti politici propri dei cittadini romani: si distinguevano perciò dai federati, che conservavano la propria sovranità, e dalle colonie.
La maggior parte dei municipia conserva i propri magistrati e una certa autonomia amministrativa.
Con l'estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli della penisola (90 a.C.) e a tutti gli abitanti dell'impero (212 d.C.), i municipi persero la loro condizione particolare.

http://www.cittainrete24.it/comune/187/ ... hette.html
Lapide sepolcrale romana (che Massima Papiria dedica alla madre IV sec. a.C (on casteƚo taverna fato dai romani ???),. - Piazza Papiria
La steƚa ƚa jera veneta de ƚi ani veneto-romani e no romana.
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Re: Łe etimołoje paretimołojeghe de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » dom nov 09, 2014 12:37 pm

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Re: Łe etimołoje paretimołojeghe de łi “doti” tałiani

Messaggioda Berto » mar giu 02, 2015 9:14 am

I Vopsi L’origine dei toponimi in Brianza e nel nord

November 12, 2011

https://longobardia.wordpress.com/2011/ ... e-nel-nord

Gli studiosi non hanno mai mancato di interessarsi alla toponomastica allorché pubblicavano i loro libri di storia locale; mancavano però di specifica consapevolezza in materia e, non supportati da solide nozioni linguistiche, privilegiavano ricostruzioni forzate nelle quali potessero trovar posto vicende e personaggi da mito, che per così dire ne nobilitassero le origini, dando ampio spazio ad ogni congettura ed accogliendo nelle loro opere vere e proprie leggende di creazione fantastica.
In mancanza di meglio, finivano per accettare, come radice originaria dei termini, delle parole qualunque proposte come etimologia senza altro particolare criterio che quello della rassomiglianza di vocabolo o dell’assonanza fonetica.

Di simili etimologie “erudite”, nelle quali ci si può imbattere e che si rivelano già al primo sguardo palesemente mancanti di attendibilità scientifica, ce ne sono per tutti i gusti: alcune potrebbero essere, ad esempio, nei nomi di paesi che avrebbero preso il nome da divinità pagane, non importa quanto importanti: Arcore da Ercole, Proserpio dal culto di Proserpina, Verano e Vergo tramandano una dea gallica Vercana; Sartirana è dedicata a Saturno; Castelmarte, ovviamente, a Marte. Bellusco sarebbe stato un bosco sacro a Beleno.

Altre denominazioni sono fatte risalire ad avvenimenti improbabili, che si perdono nella notte dei tempi, e si rifanno a personaggi più o meno noti del mito e della storia antica: all’origine delle vicende della Brianza sono stati collocati un Briono, eroe troiano (?) ed un Brianteo, capo gallico; Olgina, un capo dei Goti, dovrebbe aver dato il nome ad Olginate, così come le streghe Alirune, che dei Goti accompagnavano l’esercito, trovano perpetuato il loro ricordo ad Airuno. Mariano Comense vorrebbe ricordare nel nome le gesta di Caio Mario o di un meno famoso Teodoro Manlio; Longone al Segrino si rifà ad un console Caio Maio Longone. Si dice di Annone che avrebbe ricevuto il nome da uno dei trenta duchi longobardi che regnarono dopo la morte di Clefi; Calco da un eroe greco, Chalcos, difensore della regina longobarda Gundeberga; Bernareggio si richiama a Bernardo marito di Roglinda, figlia di Ugo re d’Italia. Seregno a Serena moglie di Stilicone. Cornate, che si chiamò in passato Coronate, si attribuì l’onore dell’incoronazione di una regina.

Dove la fantasia ha avuto modo di sbizzarrirsi è nelle paraetimologie (accostamento di significato ad un vocabolo estraneo quanto all’origine sebbene simile per suono o grafia): Alserio si chiama così perché il termine alsit significa che vi fa freddo. Arosio rievoca la presenza di numerosi rosai; a Buccinigo si sarebbe dovuto trovare un “buco iniquo”, usato come mezzo di supplizio; ad Orsenigo dovrebbe essere esistito un orso feroce, ursus niger o ursus iniquus.
Quando a Cadorago, esso sarebbe stato un minuscolo paese, costituito da due case più una “locanda del drago” (ca’ do + drago) ed anche questa pseudoetimologia pare la dica lunga sull’attendibilità degli appassionati cultori del passato.

Per chiudere questa parentesi esemplificativa bisogna però anche ricordare la persistenza, a livello popolare, di appellativi tradizionali quali ravèe de Vila per gli abitanti di Villa Raverio o cavrot de Caverian per quelli di Capriano, e anche Besana besasc, paes di strasc, tutti giocati su pure e semplici assonanze: le rape e le capre, per quel che ne si sa, c’entrano poco.
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