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La Russia, l'Ucraina e la NATO - Quando Putin voleva la Russia nella NATOPutin voleva la Russia nella Nato, ma senza fare la coda “con altri paesi che non contano”4 novembre 2021
https://www.lastampa.it/esteri/2021/11/ ... 1.40884126Vladimir Putin desiderava che la Russia entrasse a far parte della Nato, ma non voleva dover passare attraverso la prevista trafila della candidatura e ritrovarsi «in coda a molti altri paesi che non contano». Lo ha rivelato George Robertson, segretario generale dell’Alleanza atlantica dal 1999 al 2003, rievocando il suo primo incontro nel 2000 con il presidente russo, appena insediato al Cremlino.
Robertson, ex ministro laburista alla Difesa, è oggi un pari alla Camera dei Lord e ha parlato dei suoi anni alla guida della Nato nel sempre interessante podcast “One Decision”, gestito da Michelle Kosinski, ex giornalista della CNN, e da Sir Richard Dearlove, ex capo del MI6. Putin, ha ricordato Robertson, «voleva che la Russia facesse parte di quell’Occidente prospero, sicuro e stabile da cui era esclusa in quel momento». Nell’incontro, Putin gli ha chiesto: «Quando ci inviterà a unirci alla Nato?». «Beh, non invitiamo le nazioni a unirsi alla Nato – ha risposto il segretario generale -, fanno domanda per unirsi alla Nato». E Putin: «Non staremo in coda con molti paesi che non contano».
Il presidente russo, ha ricordato il “Guardian” aveva già affrontato questo tema in una conversazione per la BBC con il giornalista e conduttore televisivo David Frost poco prima di essere insediato al Cremlino. Nel colloquio, Putin aveva detto di non escludere l’adesione della Russia alla Nato, ma solo «quando le opinioni della Russia saranno prese in considerazione come quelle di un partner alla pari». E aveva aggiunto: «La Russia fa parte della cultura europea. E non riesco a immaginare il mio paese isolato dall'Europa e da quello che spesso chiamiamo il mondo civilizzato».
Nel corso dei 21 anni finora trascorsi al potere, Putin ha progressivamente cambiato idea. E’ diventato sospettoso dopo l’appoggio europeo alle proteste in piazza in Ucraina nel 2004, e non ha nascosto la sua irritazione per l’ingresso nella Nato di numerosi paesi dell’Europa centrale e orientale che gravitavano nella sfera di influenza sovietica e, in alcuni casi, avevano fatto parte del Patto di Varsavia: Romania, Bulgaria, Slovacchia, Slovenia, Lettonia, Estonia e Lituania sono entrate nell’organizzazione atlantica nel 2004; la Croazia e l'Albania nel 2009. Le sanzioni americane, le polemiche sulla Crimea, gli scontri sui gasdotti non hanno di certo ricreato le condizioni per una adesione.
Robertson ha ricordato a “One Decision” anche di essere stato l’unico segretario generale della Nato a invocare l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, quello che prevede che se uno stato viene attaccato, gli altri stati membri hanno il dovere di aiutarlo anche militarmente. Dopo gli attacchi terroristici agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001 Washington fece pressioni per ottenere la collaborazione degli alleati nelle guerre in Afghanistan e in Iraq, ma Robertson definì «un azzardo» invocare l’articolo 5, che era stato concepito per rispondere a un attacco dell’Unione Sovietica alla Germania. Alcuni paesi della Nato non erano d’accordo e temevano di dare a George W. Bush un assegno in bianco per invadere l’Iraq.
Il 12 settembre, a una riunione dell’Unione Europea, Robertson avrebbe voluto dare l’annuncio che l’articolo 5 era operativo e si era accordato con due amici, il ministro degli Esteri britannico Jack Straw e quello belga Louis Michel, perché gli ponessero una domanda che gli avrebbe consentito di fare l’annuncio anche se la sede era impropria. Nessuno dei due gli pose però la domanda e Robertson dovette rinviare la comunicazione al mondo che gli alleati sarebbero andati con gli americani in Afghanistan. La Nato assunse poi il comando della missione nel 2003.
Robertson ha raccontato anche di avere chiesto all’ex segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld, morto il 29 giugno scorso, di mantenere le forze statunitensi in Afghanistan al fianco degli alleati della Nato dopo la sconfitta militare dei talebani. Gli disse: «Non potete dire che voi avete cucinato e che noi ora dobbiamo lavare i piatti: siamo entrati insieme e restiamo insieme». Il ritiro americano di due mesi fa è stato caotico, ha concluso Robertson, ma la missione della Nato durata 20 anni ha a suo giudizio lasciato nella popolazione una eredità «della quale questi teologi delinquenti non si libereranno facilmente».
Alberto Pento
Quanto alla NATO...
Tratto da un intervento di Niram Ferretti
Fu Yeltsin nell’agosto del 1993 a concedere alla Polonia l’ingresso nella NATO.
A questa disponibilità verbale, seguì un trattato, il NATO Russia Founding Act del 1996, il quale stabilisce nella Sezione IV all’Articolo 8 che:
“Nulla in questo documento limita o impedisce la capacità di entrambe le parti di decidere in modo indipendente.
Non fornisce alla NATO o alla Russia in nessuna fase un diritto di veto sulle azioni dell'altro. Anche le disposizioni dell'atto istitutivo della NATO-Russia non possono essere utilizzate come mezzo per svantaggiare gli interessi di altri stati”.
Gli ex Stati del Patto di Varsavia hanno chiesto fin dai primi anni '90 di potere entrare nella NATO.
https://1997-2001.state.gov/.../eur/fs_ ... house.html 1997-2001.STATE.GOV
5/15/97 Fact Sheet: NATO-Russia Founding Act
5/15/97 Fact Sheet: NATO-Russia Founding Act
Alberto Pento
Da un commento di Davide Cavaliere:
... La ragione per cui oggi ci sono così tanti membri della NATO attorno alla Russia è da ricercarsi nel fatto che, gli ex Paesi del Patto di Varsavia, schiacciati prima dallo zarismo e poi dall'imperialismo leninista, dopo la fine dell'URSS, hanno scelto loro di unirsi al Patto atlantico, per veder meglio tutelata la loro libertà e sicurezza. Non sono state invase né sono stati costrette ad aderire alla NATO. Nel 2004 sulla scia della normalizzazione filo-occidentale, quando si pensava di far entrare la Russia di Putin nell'UE, sei paesi che un tempo erano stati satelliti di Mosca, Bulgaria, Romania, Estonia, Lituania, Lettonia, Slovenia e Slovacchia, entrarono nella NATO col benestare di Putin. Il presunto accerchiamento russo risale a un periodo in cui la Russia stessa dichiarava la propria volontà di collaborare con l'Alleanza Atlantica, una espansione che oggi viene fatta passare per assedio. ...
L'Ucraina nella Nato? Tema non in agenda Ma a Putin conviene la tensione, ecco perchéDomenica 13 Febbraio 2022
https://www.ilgazzettino.it/lettere_al_ ... 01429.htmlEgregio direttore,
siamo purtroppo perseguitatigiornalmente dal pericolo di un conflitto geopolitico che non sembra trovare soluzioni diplomatiche.
Non ho mai sentito e/o letto di proposte che impegnino i due fronti a un ragionevole, forse semplicistico, compromesso.
L'occidente si impegna a non aderire alla richiesta dell'Ucraina di entrare nella Nato, la Russia a non invadere l'attuale territorio ucraino. Le popolazioni ucraine che si considerano russofone, non contente di rimanere sotto la giurisdizione ucraina, vengono accolte dalla Madre Russia che di spazio territoriale non ha certamente scarsità. Semplice e forse banale ma almeno si saprebbe, senza gli attuali fraintendimenti, chi delle parti sta cercando lo scontro. La reputazione di chi bara subirebbe un duro colpo alla propria credibilità, non mi sembra poco.
Sergio Bianchi
Venezia
Caro lettore,
non so chi bara e chi no. Ma il quadro mi sembra abbastanza chiaro. L'ingresso dell'Ucraina nella Nato non è in realtà un tema all'ordine del giorno, nel senso che i paesi europei e la Germania non sono d'accordo nell'allargare l'Alleanza a Kiev. E questo Putin lo sa bene.
Rispetto al 2008, quando a Bucarest la Germania e altri hanno posto il veto alla proposta degli Usa di lanciare un negoziato per fa entrare Ucraina e Georgia nella Nato, non è cambiato nulla. L'ampliamento della Nato agli ex paesi dell'Est non è in agenda. Gli Stati Uniti lo vorrebbero, ma sanno anche che l'Europa è contraria. Perché dunque Putin sostiene il contrario e tiene alto il livello di tensione? La spiegazione più probabile è che il leader russo faccia leva sul nazionalismo e sulla questione ucraina a fini interni per sostenere la sua popolarità e, nel contempo, tenere sotto scacco i paesi confinanti ex Unione Sovietica.
LA CAMBIALE IN BIANCONiram Ferretti
13 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Mi sto divertendo, si fa per dire, con i rigurgiti di filoputinismo sulla mia bacheca. Sembra di essere tornati agli anni '30, precisamente a quando Adolf Hitler, dopo l’Anschluss, rivendico per sè i Sudeti, regione al confine della Germania che aveva fatto parte dell'Austria-Ungheria e che era stata assegnata alla nuova repubblica della Cecoslovacchia.
La propaganda nazista spargeva le fake news dell'epoca sulle presunte vessazioni a cui veniva sottoposta la minoranza germanofona dei Sudeti. A un certo punto il governo cecoslovacco fu disponibile ad accogliere le richieste tedesche di una maggiore autonomia alla comunità tedesca, ma servì a poco perché non era quello l'obbiettivo del Führer, ma era di smembrare la Cecoslovacchia che rappresentava per lui un potenziale pericolo.
Come andò è noto. L'Europa, con in testa la Gran Bretagna, cedette a Hitler e gli permise di prendersi i Sudeti. Così, pensavano si sarebbe accontentato.
Putin il suo Anschluss lo ha già avuto con la Crimea, dove, nel 2014, alla pari di quanto avvenne in Austria il 10 aprile del 1938 c'è stato un referendum farsa, in virtù del quale la penisola ucraina è stata annessa alla Federazione Russa. Ora si tratta di passare a un altro incasso, o, obbiettivo minimalista, l'Ucraina orientale dove, secondo il megafono del Cremlino, la minoranza russofona anelerebbe a essere riunita alla madrepatria, oppure, obbiettivo massimalista, la presa dell'Ucraina intera, con installazione di un governo dipendente dal Cremlino a Kiev.
Nel 1938 si fecero gli accordi con Hitler, perché, così si sosteneva, si sarebbe evitato il peggio e si sarebbe messa al riparo l'Europa. All'epoca c'erano tanti estimatori di Hitler in Europa, che peroravano le sue ragioni, come oggi ce ne sono tanti di Putin.
I filoputininai ci dicono che l'Ucraina dovrebbe essere lasciata al suo destino, perché, come i Sudeti, e come prima di essi l'Austria per la Germania, deve rientrare nei ranghi della Casa Madre russa.
Ci dicono che Putin, simile a Hitler dopo gli Accordi di Versailles, è costretto a mostrare i muscoli dalla protervia NATO e dal bellicismo americano, non sta facendo altro insomma, il vessato, che difendere l'orgoglio russo, rivendicando una legittima sfera di influenza che l'Occidente metterebbe in mora.
Certo, la Russia sotto "minaccia" NATO non è la Germania umiliata post Versailles, però la si vuole umiliare e questo non è accettabile. E poi, poi ci sono interessi concreti, la questione gas. Insomma c'è questa questione della dipendenza energetica che va salvaguardata, non si può restare a 18 gradi o anche meno in casa, se si è abituati a 21 gradi, gli ucraini sono "russi", e se non lo sono esattamente, si abitueranno, dopotutto con la Russia hanno una lunga consuetudine di vassallaggio e non fa mai male ristabilire vecchie tradizioni di sottomissione.
Certo, questi realisti callosi, oltre a non curarsi molto delle sorti ucraine, non vedono Danzica in arrivo. In fondo, se si dà a Putin quello che vuole, non tutto, ma almeno l'Ucraina orientale, si fermerà.
Ma non si fermerà. Va fermato prima. E siccome non è Hitler, non è neanche la metà di Hitler, per nostra fortuna, non metterà l'Europa a ferro e fuoco, non è nelle condizioni di poterlo fare, dovrà dunque retrocedere. Ma per farlo retrocedere bisognerà agire con determinazione e forza. Ed è su questo aspetto che i dubbi sono tanti, ma intanto i filoputiniani ci dicono che il problema vero è Biden e che a Putin, possiamo firmare una cambiale in bianco.
Tassilo Francovig
“Morire per Danzica?” si chiedeva.
Qui di morire non se ne parla. La Russia è strutturalmente enormemente più debole, rispetto alla NATO, di quanto non fosse la Germania del III. Reich rispetto all’Inghilterra e alla Francia di allora.
Putin dispone di un PIL di 1,483 migliaia di miliardi di $ (meno dell’Italia!). Anche sommandovi introiti non conteggiati, la cifra è scarsa.
Gli Stati Uniti da soli hanno un PIL di 20,84 migliaia di miliardi di $.
Le cifre parlano da sole.
Già alla Russia è costato caro lo schieramento intimidatorio di truppe e armamenti al confine ucraino. E gli ucraini non starebbero con le mani in mano a farsi occupare, lotterebbero. Una guerra finirebbe per trascinare la Russia in una catastrofe, e Putin perderebbe probabilmente il potere.
Lo zar sta bluffando, è ormai evidente, ma il gioco è pericoloso. Soprattutto per lui, che confida nella debolezza degli USA e nell’inconsistenza della sua leadership (se vogliamo chiamarla così).
Non si deve cedere: se Putin metterà le carte sul tavolo, non gli resterà che ritirarsi.
Gian Battista Murtas
Non ce la si può fare, gli amici di Putin sono inconsolabili come le vedove di Conte, cambieranno idea solo quando si convinceranno che non è come Hitler ma ne ha alcuni tratti in comune
Niram Ferretti
Gian Battista Murtas qui in Italia e in Germania ne siamo pieni, d'altronde siamo l'anello debole europeo. I tedeschi si sono legati mani e piedi ai russi. Hanno persino un ex Cancelliere a libro paga del Cremlino.
Dario Macchi
No a un nuovo Patto di Monaco del '38 con "l'ex" ufficiale Kgb Vladimir Putin nostalgico di Stalin, del Patto di Varsavia e della Cortina di ferro
Guido Guastalla
Chi non è schierato con sleepy Joe è schierato con Putin?I nemici dei miei amici sono miei nemici. Chiaro? Non è per nulla chiaro. L’imperialismo proletario di Lenin e Stalin aveva prodotto l’Unione sovietica: uno stato ateo, comunista, antireligioso, e nella fattispecie anti ortodosso. Il crollo dell’URSS ha prodotto la disgregazione dell’Impero del male, come lo definivano gli USA. Ha dato luogo ad alcuni piccoli stati ad occidente, più ad alcuni stati più grandi così detti satelliti (Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia,Rep. ceca, etc.), a Stati islamici ad est, ad una repubblica federativa russa con una minoranza islamica ( credo 30 milioni ). Questa Nuova Russia ha recuperato la vecchia tradizione ortodossa, e imperiale, e inoltre ha assunto un atteggiamento positivo nei confronti della minoranza ebraica (il rabbino capo di tutte le Russie il Chabad B. Lazar, è intimo di Putin). Ciò nonostante la Russia non è la liberal democrazia anglosassone e non avrebbe, dopo settant’anni di ferocia dittatura comunista esserlo. Si sarebbe dovuta accompagnare in un processo di democratizzazione che dopo lo sfascio di Eltsin, salvaguardando il suo sviluppo, l’avvicinasse progressivamente all’Occidente che è il suo naturale punto di riferimento. Invece deflagrata l’URSS si è proceduto ( una volta sciolto il Patto di Varsavia ) all’unificazione tedesca con la promessa sia pure verbale ma poi disattesa di allargare il Patto NATO ad oriente, punzecchiare in tutti i modi l’orso russo anziché addomesticarlo, come aveva tentato di fare Berlusconi a Pratica di Mare. In più ci siamo legati mani e piedi al gas russo. Dopo di che anziché aiutare l’Ucraina sul piano economico, le abbiamo promesso di entrare nella NATO, senza prevedere per le regioni russofone una soluzione tipo Alto Adige. Per chi fosse di corta memoria la Crimea diventò russa dopo che fu sottratta al potere turco ( Kaanato di Crimea ); fu regalata all’Ucraina in una notte di bagordi e ubriacature da Krutshev, segretario del PCUS di origine ucraina. Si minaccio la chiusura del portò militare di Sebastopoli, base russa nel Mar Nero.
Qui non si tratta di parteggiare per la Russia o per l’Ucraina. Ma poiché la politica è l’uso dei mezzi necessari per ottenere un certo fine ( naturalmente come diceva il buon Machiavelli il raggiungimento di un fine buono prevede l’uso di mezzi buoni ), vorrei che qualcuno mi spiegasse quali sono i fini USA ( Al di là di rimettere sul mercato il proprio gas che costa il doppio di sola estrazione ), sul piano economico e geopolitico ( quando il grande nemico, peraltro creato dall’ ingordigia delle grandi multinazionali USA negli ultimi 30 anni, è la Cina). Dopo di che parleremo di tifo sportivo, anzi politico.
Ps: oltre a Berlusconi anche Trump aveva capito quale dovesse essere l’approccio corretto. Fu stoppato dalle grandi Companies e dai media.
Poiché la discussione era degenerata la vorrei riportare sul binario del ragionamento.
Niram Ferretti
Guido Guastalla benissimo ragioniamo. Non chiedo di meglio. Senza risalire al periodo pre sovietico e alla vocazione imperiale e imperialista della Russia, che nei confronti della democrazia ha sempre avuto un atteggiamento piuttosto allergico, salvo per pochi intellettuali, Herzen e altri, direi di concentrarci sulla questione attuale, ma prima una breve considerazione. Che l'Occidente sia il "naturale punto di approdo" dell'URSS è un wishfull thinking, ed è stato appunto il sogno dei liberali russi pre rivoluzionari, e di quelli che hanno fatto seguito al collasso dell'URSS. In realtà in Russia la componente slavofila, nazionalista e autoctona, è sempre stata predominante e lo è ancora ai nostri giorni, come testimonia appunto Putin che, da bravo leader nazionalista rivendica una diversità culturale della Russia rispetto all'Europa e all'Occidente, definiti come luoghi di degerazione e decadenza. Bene. Procediamo. Con il collasso dell'URSS era più che naturale che i paesi dell'ex Patto di Varsavia guardassero ad Occidente dopo decenni di sottomissione russa per la propria salvaguardia e per migliorare le proprie condizioni economiche. Non dovevano farlo? Ma tutto il resto di quello che scrivi, non ha nesuna pertinenza relativamente ai Trattati caro Guido, a meno che tu, come Clemenceau, non voglia considerali puramente, chiffon du papier. Dovresti conoscere il NATO-Russia Founding Act del 1996 il quale recita che la Russia si impegna a sostenere "il rispetto per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale di tutti gli stati e il loro diritto intrinseco di scegliere i mezzi per garantire la propria sicurezza". Al di là del colore, delle notti alcooliche di Krusciev, questo è quello che conta, il resto è solo fuffa. La politica delle porte aperte della NATO è in vigore dal 1949. È sancita dall'articolo 10 del trattato istitutivo della NATO, in cui si afferma che "qualsiasi altro Stato europeo in grado di promuovere i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza del Nord Atlantica" può presentare domanda di adesione. Le decisioni sull'adesione sono prese per consenso tra tutti gli alleati. Nessun trattato firmato da Stati Uniti, Europa e Russia ha mai incluso disposizioni sull'adesione alla NATO. La Russia aveva aderito al Documento di Vienna. Sai cosa stabilisce? Per promuovere la trasparenza, i membri dell'OSCE, inclusa la Russia, si impegnarono a seguire le disposizioni del Documento di Vienna. Se un'esercitazione coinvolge almeno 9.000 membri è soggetta a notifica e se è uguale o superiore a 13.000 membri, gli osservatori degli Stati dell'OSCE devono essere invitati a partecipare all'esercitazione. Lo sapevi? Dalla fine della Guerra Fredda la Russia non ha MAI, mai una sola volta, rispettato il Documento di Vienna. Non solo. Nel 2008 è intervenuta in Georgia e nel 2014 ha annesso illegalmente la Crimea. Entrambe le volte gli interventi vennero camuffati da esercitazioni veloci. Devo continuare? E tu vorresti convincermi che la NATO è dalla parte del torto e che la Russia è dalla parte della ragione? Quanto ai fini USA, sono chiari, e sono quelli come fondatore NATO di garantire che la Russia non abbia velleità espansioniste e non metta in mora la sicurezza degli Stati dell'Est europeo che sono entrati a fare parte dell'organizzazione. Forse ti sei dimenticato quale fu lo scopo per cui nacque la NATO nel 1949.
Luca Berardi
Tutto assolutamente vero, ma se è vero che il referendum in Crimea del 2014 è stato una farsa voluta dalla Russia che aveva aggredito l'Ucraina senza alcuna giustificazione dato che l'Ucraina non aveva minacciato la Russia, purtroppo l'Anschluss non fu una adesione falsa perché gli Austriaci aderirono con grande entusiasmo all'annessione con la Germania di Hitler. Basta vedere le immagini di allora
Niram Ferretti
Luca Berardi vero, ma anche li ci fu un referendum farsa. Fu un referendum del tutto controllato, con procedure ampiamente controllate dai nazisti mentre ad ampie fette della popolazione venne impedito di votare.
Luca Berardi
Niram Ferretti ricordo che nel modulo fornito il SI era tipo 4 volte più grande del NO e quindi assolutamente irregolare, ma purtroppo la maggioranza degli Austriaci ne fu felice
Niram Ferretti
Luca Berardi ricordi molto bene. Sì, non c'è dubbio che lo furono.
Tassilo Francovig
Luca Berardi
Non sarei così sicuro di questo. Vero è che una gran parte della popolazione sperava nell’Anschluß per risolvere le condizioni di grave indigenza in cui si trovava, guardando alla rinascita economica dei tedeschi, e rimpiangendo l‘Austria perduta.
La riduzione a un fazzoletto di terra di ciò che era stato un grande impero per tanti secoli sgomentava, e l‘essere l‘Ostmark della Germania era già qualcosa, per loro. Sentirsi tedeschi fu facile.
Ma tutta la propaganda di Baldur von Schirach e di Goebbels orientava i riluttanti. I contrari, che erano tanti anche loro, si trovavano di fronte minacciosi tipacci nazisti che occupavano i seggi, e quasi nessuno entrava in cabina per votare: lo facevano al di fuori, da bravi, e segnavano la scheda in cui accanto a un‘enorme Ja c‘era un piccolo Nein. Una farsa, in un clima minaccioso.
Luca Berardi
Tassilo Francovig non ho detto che non ci fossero contrari, ma che la maggioranza stravedeva per Hitler. Non tutti erano come Matthias Sindelar
Tassilo Francovig
Luca Berardi
Ciò che risulta dai filmati dell‘epoca non rispecchia esattamente gli avvenimenti. Ricorda Leni Riefensthal, Heinrich Hoffmann e altri cineasti e fotografi che hanno contribuito a dare del nazismo un‘immagine esaltante quanto falsa.
Luca Berardi
Tassilo Francovig non mi puoi dire che tutta la gente festante per le strade lo faceva perché costretta da una pistola puntata alla testa. Anche gli Italiani a piazza Venezia non erano sotto minaccia di Mussolini, purtroppo bisogna ammettere che nelle dittature spesso la maggioranza dei cittadini è dalla loro parte
Tassilo Francovig
Luca Berardi
Certo che no, e non lo dico. Credo però che tutta quella folla festante per l‘annuncio del 10 giugno 1940 non fosse tutto il popolo italiano, felice di entrare in guerra contro le potenze „plutocratiche e reazionarie…“.
Analogamente, nelle cittadine e nei villaggi austriaci non tutto il popolo si assiepava, come si vede al confine di Passau e a quello di Salisburgo, a salutare i soldati tedeschi. Non c‘è da nessuna parte una conta realistica dei favorevoli e dei contrari.
Luca Berardi
Tassilo Francovig sicuramente, ma purtroppo c'è una massa che definirei "acquiescente" che consente queste derive
Tassilo Francovig
Luca Berardi
Sicuramente.
La distorsione dell‘informazione, oltretutto, era assoluta, e i nazisti avevano un apparato formidabile.
Troppi i rischi economici e politici. Lo Zar punta a ridiscutere i limiti di Europa e NatoIl conflitto non ci sarà Mosca vuole più peso nel risiko tra le potenze
Gian Micalessin
13 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1644732769«Il vantaggio quasi unico dell'offensiva - insegnava Carl von Clausewitz - consiste nella sorpresa». Già questo fa capire perché Vladimir Putin non abbia alcuna intenzione d'invadere l'Ucraina. L'effetto sorpresa, indispensabile per il successo di un'invasione, si è dissolto fin da dicembre quando Washington ha diffuso le prime informazioni d'intelligence sulla concentrazione di truppe russe. E attaccare senza effetto sorpresa equivale, nonostante l'evidente superiorità tattica e strategica della Russia, a moltiplicare le perdite. E con esse i costi politici ed economici del conflitto. Un errore che un presidente formatosi nel Kgb mentre l'Urss era impantanata in Afghanistan non può ripetere. Soprattutto in un'Ucraina dove gli Usa hanno convogliato armamenti per oltre 2 miliardi e 600 milioni di euro. Armi come i razzi anticarro Javeline, capaci di neutralizzare i carri russi da oltre quattro chilometri di distanza, e i missili anti aerei Stinger di ultima generazione, triangolati attraverso i Paesi baltici. Gli stessi missili che nell'Afghanistan anni '80 decimarono l'aviazione sovietica e potrebbero, oggi, ridimensionare la superiorità aerea di Mosca. Anche perché, nei piani del Pentagono, quelle armi puntano a moltiplicare l'incisività delle unità ucraine addestrate a fronteggiare un'eventuale invasione con tattiche di resistenza insurrezionale. Tattiche capaci di moltiplicare le bare di ritorno a Mosca ed erodere il consenso di Putin (oggi superiore al 65%) soprattutto fra quei giovani che resterebbero, nonostante l'abolizione della leva, le principali vittime di una logorante guerra d'occupazione.
Ma ai costi umani e politici vanno aggiunti quelli causati dalle durissime sanzioni studiate da Washington per garantire l'isolamento economico della Russia. Sfidandole, Mosca rinuncerebbe a oltre un terzo della propria economia, visto che il 36.5% delle importazioni arriva dall'Ue, che garantisce il 37,9% delle esportazioni di Mosca. In quest'ottica, anche l'Ucraina rappresenta una piccola risorsa. Nel 2021 l'export verso Kiev è cresciuto del 28,8% superando i 7 miliardi. Le nuove forniture energetiche alla Cina, propiziate dagli abbracci olimpici con Xi Jinping, potrebbero mitigare il danno, ma difficilmente colmerebbero il disastro. Al buco nero delle sanzioni s'aggiungerebbero le spese per mantenere 44 milioni di ucraini ormai totalmente dipendenti da Mosca. Una prospettiva che minaccerebbe anche il consenso di quell'Ucraina russofona e orientale rimasta sempre fedele Mosca.
L'ipotesi invasione mal si coniuga anche con le linee politico-strategiche di uno Zar Vladimir sempre attentissimo a circoscrivere i precedenti interventi militari in un perimetro d'apparente legittimità internazionale. Nel 2014 l'occupazione della Crimea, e la sua annessione, vennero legittimate da un referendum. La discesa in campo in Siria venne preceduta da una richiesta d'aiuto di Bashar Assad. Quando si è trattato di superare le linee della legittimità internazionale, Putin è sempre ricorso a forme d'intervento più o meno mascherate affidate, come in Libia o nel Mali, ai «contractor» del gruppo Wagner, ufficialmente non legati al Cremlino. Non ha mai permesso che l'azione militare gli precludesse una posizione di centralità nella trattativa diplomatica internazionale. Un obbiettivo perseguito sia nel colloquio telefonico di ieri con Biden, sia nei vertici di questa crisi. Una crisi che punta non alla conquista dell'Ucraina, ma al mantenimento di un ruolo d'assoluta centralità sulla scena internazionale da cui misurarsi con gli Usa e discutere, da potenza alla pari, gli equilibri strategici dell'Europa e i limiti all'influenza e all'espansione della Nato.
Nelle ultime 72 ore il mio telefonino è è stato sottoposto ad una usura insolita. Ho ricevuto un sacco di chiamate da giornali e media per rilasciare interviste sull'attuale situazione in Ucraina.Mauro Voerzio
13 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 Nelle ultime 72 ore il mio telefonino è è stato sottoposto ad una usura insolita. Ho ricevuto un sacco di chiamate da giornali e media per rilasciare interviste sull'attuale situazione in Ucraina.
Premesso che per motivi di opportunità vista la posizione che ricopro attualmente, è sconsigliato rilasciare interviste, volevo fare un paio di considerazioni.
La prima è che non comprendo perchè dopo avermi dipinto in passato come un matto che girava con lo scolapasta in testa adesso vogliano la mia opinione
La seconda è che non voglio perdere il mio tempo con chi mi chiede cosa succederà se la Russia ci chiude i rubinetti del gas.
Questa è forse la cosa più triste da sottolineare da cittadino italiano con famiglia Ucraina. Si perchè mi trovo nella scomoda posizione di spiegare ai miei familiari che i miei cari compatrioti non sono preoccupati se loro verranno maciullati da un missile o se perderanno un arto saltando su una mina anti uomo, ma che il problema principale degli italiani è se avranno i loro canonici 21 gradi in casa o se dovranno ridurli a 18 indossando un maglione in più.
Questo decadimento sociale in atto in Italia da almeno un ventennio è forse la ragione che mi ha spinto sempre più a crearmi un mio mondo personale, un microcosmo all'interno del quale cerco di mantenere una certa etica e una certa morale. Mi rifiuto di parlare o collaborare con giornalisti o politici che la guerra l'hanno vista in televisione o sulla playstation e la trattano come fosse la crisi dei mutui subprime o il festival di Sanremo.
Io la guerra l'ho vista con i miei occhi, la guerra è un'esperienza estrema fatta da un 1% di romanticismo e un 99% di sofferenza. Non rendersi conto di cosa significhi un bombardamento, di perdere la casa e gli affetti di una vita, di cosa significhi per un bambino rimanere orfano, di cosa significhi mettersi in viaggio a piedi per cercare di scappare verso la salvezza, significa aver perso quel contatto con la realtà che ci rende umani. Forse anche grazie a Internet oggi tutto sembra un videogame e non voglio immaginare come sarebbe stato trattato l'olocausto ai giorni nostri, qualcuno forse avrebbe trovato una giustificazione anche per quello.
Lo so che l'Italia non è l'unico paese che pensa al riscaldamento in casa, ma ciò non toglie che la cosa mi provoca imbarazzo. Certo io sono toccato da vicino dalla questione, ma dicevo le stesse cose anni fa sulla Siria e le dirò sempre ogniqualvolta un popolo deve incontrare morte e sofferenza perchè nel gioco del mondo qualcuno vuole vincere a risiko. Possibile (leggete le timeline dei politici su twitter per avere conferma delle mie parole) che oltre al calcolo costi/benefici non si riesca proprio andare? Nel 1938 molti stati fecero lo stesso ragionamento fino a che l'ora non suonava anche per loro, a quel punto si voltavano e vedevano che dietro a loro non c'era più nessuno. A quel punto si mettevano a frignare.
I miei nonni hanno fatto la guerra non perchè io crescessi con il patema di avere 21 gradi di riscaldamento in casa, ma hanno messo a repentaglio le loro vite perchè volevano lasciarci in dono uno dei beni più preziosi per l'uomo, la libertà. I miei nonni avevano la quinta elementare ma erano molto più eruditi dei laureati che oggi popolano il parlamento e le redazioni dei media. Sapevano cosa valeva nella vita, avevano il senso della vergogna, il senso dell'onore, il senso di società collettiva.
Spero che questo post scoraggi chi intendesse contattarmi ulteriormente. Non mi faccio la pipì addosso se pubblicate il mio nome su un giornale o se mi invitate in un talk show, non me ne può fregare de meno del vostro mondo di merda e non mi ci voglio più sporcare le mani, non voglio più essere partecipe di questo circo con nani e ballerine che è diventato il nostro paese. Lo so che per voi è difficile da capire, ma i miei principi sono delle cose più importanti dei vostri 21 gradi di riscaldamento domestico e non li baratterò mai. Questo mi rende magari più povero di voi ma sicuramente diverso e senza alcun dubbio non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di sputarmi in faccia al mattino quando mi faccio la barba.
PS: involontariamente vi ho dato una notizia, perchè questo è lo spirito che ho trovato a piazza Maidan tra quelle migliaia di ucraini che lottavano e morivano credendo nei valori europei di libertà e dignità. Questo è lo spirito che porterò sempre con me in ricordo di chi ci ha preceduto.
Guido Guastalla
Il bene e il male sono equamente suddivisi. Una solo a domanda: si può difendere la libertà dell’Ucraina, un paese non certo più democratico della Russia, senza portare i missili e le truppe della NATO sul confine russo? Io penso di sì e allora cerchiamo di trovare un compromesso onorevole.
Niram Ferretti
Guido il bene e il male non sono equamente suddivisi in questo contesto. Erano equamente suddivisi quando Hitler alla fine degli anni '30 chiedeva che i Sudeti diventassero parte della Germania? Il Patto di Monaco fu secondo te un compromesso onorevole? Ma non ti è ancora chiaro il pretesto russo? Putin, lo ha scritto a luglio in un saggio che ti invito a leggere, considera l'indipendenza dell'Ucraina "una anomalia storica". Ma perchè ostinarsi a negare l'evidenza? Quando Hitler scriveva chiaramente nel Mein Kampf che il Lebensraum avrebbe avuto bisogno dei territori russi, i russi fecero finta di niente e si arrivò al Patto Molotov-Ribbentrop fino al momento in cui Hitler decise che era arrivato il momento di attaccare la Russia. Bisognerebbe prendere sul serio i leader autoritari quando scrivono i loro pensieri, non ritenere che siano fantasie. Gli ex stati del Patto di Varsavia hanno chiesto di potere entrare nella NATO, chiedono di essere forniti di armamenti a scopo difensivo. Non dovrebbero farlo? Garantisce Putin per la loro sicurezza, un po' come la camorra garantisce per la sicurezza di coloro a cui chiede il pizzo? Lo scopo della Russia è di riportate lo status dell'Europa dell'Est a quello che era pre 1997.
Angelo Di Consiglio
Niram Ferretti di prendere sul serio le minacce rivolte contro di noi da qualsiasi statista ritenuto "sano di mente", lo diceva Begin (uno...non proprio tenero!), che, appunto, affermava "se uno ti minaccia, prendilo sul serio".
Niram Ferretti
Angelo Di Consiglio Adolf Hitler diede alle stampe il Mein Kampf nel 1925, c'era già scritto il suo programma. Lo mise sostanzialmente in atto dal 1933 in poi quando prese il potere. Bastava leggerlo per capire cosa avrebbe fatto. Se Putin, che non è Hitler, neanche la metà di Hitler per fortuna, nel senso che non metterà a ferro e fuoco mezza Europa, scrive che l'autonomia dell'Ucraina è una anomalia, è evidente quello che intende. Il problema di Putin relativamente all'Ucraina è analogo a quello che ha Xi Jinping con Taiwan, sono modelli alternativi di società che potrebbero contagiare il modello egemonico della Casa Madre. Il timore di Putin non sono i missili della NATO (questo è un racconto per gonzi), è l'avanzare della democrazia, è il possibile creparsi del modello autoritario e del suo potere, è l'espandersi di un virus per lui assai più pernicioso del Covid.
Angelo Di Consiglio
Niram Ferretti totalmente d'accordo!
Guido Guastalla
Niram Ferretti sia la Russia zarista che quella sovietica e ora quella postsovietica ( che comunque è uno stato ortodosso di tipo autoritario più che totalitario ). hanno avuto una attitudine imperialista, come gli USA e la Germania ( sia all'epoca di Bismarck, che di Hitler, che oggi sul piano economico sopratutto nei confronti dei paesi ex comunisti ). Ma l'imperialismo russo è sempre stato tendenzialmente difensivo ( evitare l'accerchiamento ). Penso invece che Biden sia un uomo pericoloso. La posizione giusta fu quella di Berlusconi che portò Putin nel G8. E poi diciamo la verità: la Russia esporta ricchezza ( capitali ) e l'Ucraina povertà ( badanti ), di cui è responsabile sopratutto.il comunismo. Credi che sia possibile disinnescare la tensione, garantire la sicurezza della Russia, l'indipendenza dell'Ucraina, l'autonomia del Donbass ( tipo Alto Adige ) la pace in Europa? Io credo di sì, ma non certamente con Biden che deve nascondere i suoi sporchi affari con Ucraina e Cina!
Niram Ferretti
Guido Guastalla l'imperialismo russo si è magnificamente incarnato in quello sovietico, che non mi sembra sia stato particolarmente difensivo. Ora, che la Grande Russia, quella pre-rivoluzionaria, sia stata una realtà che tendeva solo alla difesa dovresti spiegarlo alla Polonia in primis e poi, successivamente alla Cina e al Giappone (guerra del 1904-1905). Dovresti però dirmi in che modo gli USA hanno messo in atto una politica imperialista pari a quella russa e tedesca, diciamo da Wilson in poi, quali paesi hanno invaso e conquistato. A me risulta che dalla fine della Prima guerra mondiale in avanti abbiano esteso la loro influenza oltreoceano (direi, se sei d'accordo, per fortuna) creando una rete prottetiva e di garanzia liberale per l'Europa che dura fino ai nostri giorni, anche se, la componente isolazionista americana è sempre stata presente con alti e bassi, e ancora oggi si ripresenta. Le presidenze post Bush Jr. sono tutte caratterizzate da un progressivo arretramento militare sui teatri di guerra esteri. Quanto alla pericolosità di Biden, non saprei confermarlo, ma ti posso fare presente che Trump, "l'amico" di Putin ha applicato alla Russia ben 52 sanzioni. Sì, la Russia esporta richezza e capitali (e un enorme quantitativo di soldi fatti dagli oligarchi di Putin e da Putin medesimo derubando le risorse dello Stato, ma questo è una altro discorso) mentre l'Ucraina esporta badanti, ma non mi sembra un buon motivo per cederla alla Russia, a te sì? In che modo possiamo garantire la sicurezza della Russia? Riportando la situazione attuale al 1995? Cedendo la parte orientale dell'Ucraina confidando che basterà a Putin, così come la Cecoslovacchia bastò a Hitler? Quanto agli affari sporchi o puliti con la Cina, beh, la Russia è alleata con la Cina. Non mi sembra che ai Giochi di Pechino Xi Jinping abbia invitato Biden come ospite d'onore.
Alberto Pento
Niram Ferretti Ha detto più che bene!
Che ridere la Russia vittima e gli USA carnefici!
Putin come Gesù Cristo salvatore del Mondo.
Mauro Voerzio
Guido Guastalla quella sulle badanti poteva risparmiarsela, penso descriva la sua pochezza umana e che quindi sia tra quelli che si preoccupano dei 21 gradi. Mia moglie non è una badante ma lei non immagina quanta ammirazione provo per quelle donne che hanno lasciato la propria famiglia per garantire un futuro migliore ai propri figlie e puliscono il culo a rimbambiti italiani schifati dai propri figli. Quelle badanti sognano per i loro figli un futuro fatto di Università e vita in uno stato libero dove non vieni incarcerato per aver distrutto su Minecraft l'edificio dell'FSB.
Gino Quarelo
Mia mamma ha 98 anni e da 6 ha una badante ucraina che è una meraviglia, una donna stupenda che tratta mia madre meglio della sua, sono certo che con un'altra mia madre sarebbe già morta.
Noi tre fratelli la trattiamo con i guanti bianchi, il massimo rispetto e con un compenso economico adeguato alle nostre possibilità e certamente sopra il nero e il minimo sindacale. Ci fa un servizio che meglio non potremmo desiderare e se non fossi sposato l'avrei corteggiata di sicuro.
Ha un paio di difetti è una novax convinta, si fa il tampone e si cura con l'aglio; ha simpatie per la Russia e nostalgia del passato comunista, ma è una donna gentilissima e intelligente e quando la guardo mi si allarga il cuore e mi si illuminano gli occhi.
Guido Guastalla
Mauro Voerzio lei forse non ha capito il senso di quello che ho scritto. mi dispiace!
Mauro Voerzio
Guido Guastalla probabilmente ha ragione lei “E poi diciamo la verità: la Russia esporta ricchezza ( capitali ) e l'Ucraina povertà ( badanti ), “
Guido Guastalla
Mauro Voerzio voglio dire che l'Ucraina ha bisogno di pace, di integrazione con l'Europa sul piano economico, e non di entrare nella Nato in funzione antirussa. Anche co.
A Tussia la politica giusta era quella di farla entrare nel G8. Come fece Berlusconi creando progressivamente rapporti di distensione. Gli Usa ci hanno salvato dal nazismo e gliele siamo grati, dal comunista o sovietico e gliene siamo grati. Hanno perseguito i loro interessi nella divisione del lavoro nel mondo è gliene siamo meno grati. Ora dopo la fine della guerra fredda forse non hanno capito che il mondo, almeno in Europa è cambiato. Si tratta di prenderne atto!
Luca Berzacola
@niriam Comunque anche i missili americani potrebbero non bastare, al di là della soluzione atomica e del relativo olocausto nucleare che farebbe perdere chiunque, la tecnologia e l'organizzazione militare russa è cresciuta in 10 anni più che mai.
L'Occidente ha dormito ed ora si trova per i prossimi 15 anni probabilmente alla pari/sotto, c'è da sperare nelle armi di 6a e 7a generazione. Ad oggi l'Europa è accerchiata da missili russi e questi sono più potenti di quelli occidentali, i più moderni non possono essere intercettati
Niram Ferretti
Luca una guerra prolungata non conviene a Putin. Non è in grado di sostenerla.
Daniela Nutini
Niram Ferretti non vedo perchè dovrebbe cominciare una guerra. Comunque al giorno d'oggi le lunghezze delle guerre si misurano a seconda di quale arma decidi di usare.
Niram Ferretti
Daniela Nutini tu non vedi perchè dovrebbe cominciare una guerra, sei la sola a non vederlo. Che sia tutto un bluff? Non credo. Dopo un tale dispiegamento di soldati e mezzi non può certo tornarsene a casa senza avere ottenuto nulla, ti pare? Quanto alle armi che usa la Russia, sono note, cyberattacchi, fake news a palate, operazioni false flag, e poi tattiche più convenzionali.
Daniela Nutini
Niram Ferretti di quale parte parli? Il dispiegamento di armi russe sono in casa loro e ora poi fanno esercitazioni congiunte con la Bielorussia fino al 20. Certo, gli Americani hanno portato un sacco di armi e uomini in Europa: forse ti riferivi a loro? Sono loro che dicono in continuazione che i russi attaccheranno: pare anzi si conosca già la data : mercoledi prossimo. Dall'altra parte silenzio totale. Che cominci una guerra ci credo anche: quel tubo del gas non ce lo possono vedere. Ma che la Russia abbia intenzione di attaccare i pare da fantascienza: perchè dovrebbe? Per ottenere cosa?L'Ucraina? Tieni presente che poi un territorio bisogna tenerlo. Non oso pensare come per altro, Quindi la guerra scoppierà per un incidente -voluto. In Europa. Con armi e uomini venuti da gli Usa. Non faccio politica: esamino la questione come è ora.
Niram Ferretti
Daniela Nutini hai le idee un po' confuse. Forse è la giornata, forse è Sputnik, forse sono una sommatoria di fattori. Cioè la Russia muove migliaia di soldati ai confini con l'Ucraina, chiede alla NATO di non ammettere mai l'Ucraina tra i paesi che ne fanno parte, addirittura chiede un disarmo della NATO nell'Est europeo, tutte le cancellerie europee sono mobilitate, ci sono stati continui frenetici colloqui con i leader occidentali, Macron è andato a Mosca, ma non sta succedendo niente. Le esercitazioni con la Bielorussa non c'entrano una mazza, questa non è una esercitazione. Sì, in genere funziona così, chi ha intenzione di attaccare non comunica in anticipo la data dell'attacco, se non lo sapevi lo scopri adesso da me. Guerra per ottenere cosa? Ma tu leggi qualche giornale, qualche rivista di geoplitica, leggi i miei post? Guerra per prendere la parte orientale dell'Ucraina o l'Ucraina tout court. Scrivi cose senza senso. Nessuno in Europa vuole un conflitto con la Russia. L'Europa sarebbe ben contenta se non ci fosse alcun conflitto visto che si approvvigiona dalla Russia per il 40% del gas. Ma tu su quale pianeta vivi?
Emanuel Segre Amar
Vivrò anche fuori dal mondo, ma al momento continuo a credere che la Russia, se non ci saranno incidenti particolari, non invaderà l’Ucraina, e credo anche che tra molti anni si scopriranno le ragioni vere che stanno dietro a queste odierne minacce di guerra
Niram Ferretti
Emanuel Segre Amar le ragioni vere sono molto chiare. Putin vuole che l'Ucraina ceda. Molto semplice. Che rientri nei ranghi. Lo fa con metodi assai persuasivi, 130,000 uomini ai confini. Allo stesso tempo testa la solidità dell'alleanza occidentale. Non ci sono misteri, cose arcane. Basterebbe leggersi il saggio che Putin, o chi per lui ha scritto il luglio scorso in cui spiega che l'indipendenza dell'Ucraina è una anomalia storica.
Emanuel Segre Amar
Niram Ferretti ho successivamente letto l’altro tuo post dove scrivevi ciò. Ti capisco, ma continuo a credere che ci sia anche dell’altro. So che su questo argomento, a differenza di quasi tutti gli altri, non siamo perfettamente allineati, il che non significa però che siamo in disaccordo totale.
Gabriel Zazzu
Niram Ferretti mah , non concordo, come tutti i nazionalisti è chiaro che Putin definisca suoi ex territori anomalie storiche, molti lo fanno anche con Heretz Israel; il problema vero è che la NATO continua a espandersi e si sta pericolosamente portando sempre più vicino al confine con la Russia, questo consente a Putin di avanzare pretese, che quel simpatico scorreggione di nuovo presidente anziano non è in grado di decifrare; speriamo che Donny boy parta per Mosca e " capisca" cosa chiede lo zar e risolva la questione. Chiaro che dietro a tutto questo lavoro c'è un " ardita macchinazione", va solo interpretata .
FALCHI E COLOMBE Niram Ferretti
da Il Corriere della Sera
14 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063I continui annunci sulla data e le modalità di un attacco russo cercano di destabilizzare i piani di Vladimir Putin. Dietro le quinte accade dell’altro. Voci autorevoli cominciano a immaginare quali concessioni potrebbero placare Putin e inaugurare un periodo di tregua in Europa. Tra i fautori di un compromesso si segnalano l’ex ambasciatore di Barack Obama in Russia; due tra i maggiori think tank strategici ascoltati dalla Casa Bianca; diverse analisi sulle riviste geopolitiche dell’establishment americano come Foreign Affairs e Foreign Policy.
Il punto di partenza è una diagnosi lucida dei rapporti di forze. A fronte degli oltre centomila militari russi schierati sul confine, che cosa oppone l’Occidente? Al di là dell’apparente coesione Nato, la realtà non è confortante. Essendosi legata alla Russia con una dipendenza energetica soverchiante (il 55% del suo gas viene da Mosca), la Germania non è poi così solidale con gli alleati atlantici come si vorrebbe.
La settimana scorsa il neo cancelliere Olaf Scholz ha incontrato Biden a Washington. Al momento di annunciare se un attacco russo segnerebbe la fine del gasdotto Nord Stream 2, Scholz ha fatto una penosa scena muta, che solo gli ottimisti hanno interpretato come un’adesione alle minacce di sanzioni americane. Se una parte della Germania è tentata dalla «finlandizzazione», cioè da una neutralità fra Est e Ovest, a maggior ragione si capisce la riluttanza di Biden. Il presidente americano ha escluso di mandare soldati americani a combattere in Ucraina. Perché dei giovani americani dovrebbero rischiare la vita, mentre la ricca Germania manda solo… degli elmetti all’esercito ucraino? È in questo scenario che il partito del compromesso esce allo scoperto.
Michael McFaul, che fu ambasciatore a Mosca per Obama, sostiene che «solo un grande patto con Putin può evitare la guerra». L’ex diplomatico non è ottimista, considera inaccettabili le richieste della Russia: cioè che la Nato chiuda per sempre le sue porte all’Ucraina, e tolga truppe e armi dai Paesi che vi hanno aderito dopo il maggio 1997. Si tratterebbe di una ritirata atlantica dall’Europa dell’Est, una restituzione di quei Paesi alla sfera d’influenza che fu sovietica. Quelle richieste sono così estreme che possono sembrare «giustificazioni per la guerra, più che basi per un negoziato».
Ma la guerra non è un’opzione facile neanche per Vladimir Putin. Incontrerebbe una resistenza e dovrebbe giustificare massacri di un popolo ucraino che lui stesso descrive come parte della storia russa. McFaul lancia l’idea di un «Helsinki 2», un grande accordo multilaterale che offra garanzie reciproche ai russi e agli europei.
Il richiamo storico è interessante perché il primo accordo di Helsinki avvenne negli anni Settanta, quando l’Urss sembrava in ascesa e l’America in difficoltà. Quell’accordo, stabilizzando l’Europa, non si rivelò un cattivo affare: alla lunga facilitò l’avanzata della libertà a Est.
Sulla stessa lunghezza d’onda si esprime Dmitri Trenin, autorevole analista russo che dirige l’ufficio di Mosca del Carnegie Endowment for Peace. Per lui l’obiettivo di Putin non è conquistare l’Ucraina, ma cambiare gli equilibri nell’Europa dell’Est in senso meno sfavorevole agli interessi russi. È essenziale che rimangano fuori dalla Nato per un tempo lungo Ucraina, Georgia e Moldavia; e vuole fuori dalla portata i missili intermedi Usa. Con questi risultati Putin potrebbe presentarsi trionfalmente alla rielezione nel 2024.
La Rand Corporation, altro think tank ascoltato dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato, immagina la creazione di un Consiglio di Sicurezza europeo (Stati Uniti, Russia, Francia, Germania, Inghilterra) garante di un «cuscinetto» di Stati non allineati: le stesse ex repubbliche sovietiche di cui sopra, più Armenia e Azerbaigian. «Cercare consenso — sostiene Samuel Charap della Rand — non è appeasement o cedimento, è pragmatismo». Durante la prima guerra fredda oltre alla Finlandia anche un altro Paese di frontiera, l’Austria, si accomodò in una neutralità fra i blocchi. Non furono soluzioni ideali: Vienna e Helsinki rinunciarono a pezzi di sovranità. A volte ci si accontenta del meno peggio.
Le colombe che suggeriscono a Biden un piano B, non sono destinate per forza a prevalere. A Washington lo schieramento dei pessimisti condanna come un errore la ricerca del compromesso con Putin: secondo i falchi ogni cedimento incoraggerà l’autocrate russo nelle sue pulsioni aggressive, ogni pezzo d’influenza riconquistato da Mosca farà crescere ancora i suoi appetiti.
Le alternative proposte dai falchi hanno punti deboli. In particolare le sanzioni: da una parte farebbero altrettanto danno all’Europa occidentale se si arrivasse al ricatto energetico; d’altra parte spingerebbero sempre più la Russia nella sfera economica della Cina.
BALAGAN Niram Ferretti
17 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 La guerra è imminente. No, è un bluff. Si stanno ritirando. È una manovra diversiva. Continua così da giorni. E le scommesse sono aperte. Per gli USA non ci sono dubbi, l'invasione dell'Ucraina è imminente. Il neo Cancelliere tedesco Scholtz ha dichiarato
«Ieri sera ho parlato con il presidente Biden. La situazione è estremamente grave e non c’è stato alcun segnale di ritiro della Russia. Accogliamo con favore qualsiasi gesto da Mosca che ci permetta di fare passi avanti attraverso i canali diplomatici ».
Mosca ha espulso dalla Russia il vice ambasciatore americano Bart Gorman. Ne da notizia l’agenzia Ria Novosti. Gorman è il numero due della struttura diplomatica Usa. Gli Usa hanno annunciato una immediata risposta. Un segno davvero distensivo.
Il Cremlino ha pubblicato le 11 pagine di proposte per un accordo agli Stati Uniti. Mosca conferma che uno dei punti centrali è il disimpegno di truppe Usa dall’Europa orientale.
L’adesione alla Nato è una «garanzia di sicurezza» sulla quale l’Ucraina non è disposta a compromessi. Ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky alla Bbc.
Alla domanda se Kiev fosse pronta a rinunciare alla sua ambizione di entrare a far parte dell’Alleanza, come pretende Mosca per superare la crisi, Zelensky ha risposto: «Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15.000 persone. Non è un’ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro».
Le «provocazioni» delle forze ucraine nel Donbass «si sono intensificate nelle ultime 24 ore» e la Russia ritiene che la situazione ai suoi confini potrebbe «incendiarsi in ogni momento». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
L’esercito ucraino sostiene che le forze separatiste appoggiate dalla Russia nell’Ucraina orientale hanno sparato colpi di mortaio contro il villaggio di Stanytsia Luhanska nella regione di Lugansk, colpendo un asilo. Secondo i militari, non ci sono stati feriti. Lo riporta "Il Guardian".
«L’aggravamento della situazione intorno all’Ucraina si sta sviluppando solo nelle menti dei politici e dei media in Occidente». Lo ha affermato Sergey Lavrov, aprendo i colloqui con Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri italiano: «Per una soluzione diplomatica contate su di noi».
«Sentiamo dichiarazioni dalla Russia sul ritiro di truppe ma non abbiamo finora visto alcun segno di de-escalation sul campo. Al contrario, vediamo che l’ammassamento continua». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ricevendo il premier ceco Petr Fiala.
Luigi Pirandello non avrebbe saputo fare di meglio, con la differenza che qui non si tratta di "Così è se vi pare" e presto sapremo se la guerra scoppierà o meno.
Cristian Verzelloni
Domanda, così magari capisco meglio la cosa: un sacco di gente cita accordi di varia tipologia che, stando a queste persone, sanciscono l'impossibilità dell'Ukraina ad entrare nella NATO. Ora, se tali accrdi esistono, il presidente ukraino cosa vuole? Ancora, se tali accordi non esistono, perché qualcono sostiene il contrario? Ho davvero difficoltà a capire dove sia l'inizio della vicenda.. se li avete, per favore, mi postate il link a questi accordi?
Niram Ferretti
Cristian Verzelloni non c'è nessun accordo. L'Ucraina chiede di potere entrare nella NATO, ma non ha, al momento i requisiti per poterlo fare. Non ci sono accordi di nessun tipo che possano impedire all'Ucraina di potere entrare nella NATO quando rispetterà i criteri adeguati.
Tassilo Francovig
Se la guerra scoppierà, l’Ucraina si difenderà con i mezzi che ha, che per il momento sono pochi. Ma i russi dovranno subire guerriglia e imboscate, e i loro mezzi saranno spesso colpiti dai razzi. Non sarà una passeggiata, per loro, e la guerra potrebbe aggravare di molto la fragile condizione economica russa. Arriveranno sanzioni pesanti, e aiuti ai combattenti ucraini, che combatteranno sul loro territorio.
In queste condizioni, Putin difficilmente andrà fino in fondo.
Secondo logica, sta bluffando, poiché l’elemento sorpresa qui non esiste, e lui è tutt’altro che uno stupido.
Esagera con le minacce, per ottenere almeno una parte di ciò che chiede.
Angelo Di Consiglio
Bluff di Putin o no, dopo giorni e giorni di grandi spostamenti di varie forze russe (anche aeree), non credo che "non succeda niente", perchè mai come in questo momento la Russia non puó permettersi, dal lato prettamente economico, un dispendio di risorse, appunto, economiche, senza "fare qualcosa"...senza contare poi, che, insomma, stà mettendo in gioco la faccia, a livello politico, quindi di credibilità. Voglio dire...una qualche "scaramuccia", anche piccola, a mio parere, ci sará.
La questione geopolitica (se l'Ucraina entrerà a far parte della Nato), saranno i tavoli con le loro sedi a deciderla.
(Putin, e lui lo sa bene, sa che entrare in Ucraina, non è e non sará una passeggiata di salute: rischia, e di grosso, un impantanamento territoriale...forse peggiore dell'Afghanistan!)
COSI' BIDEN HA MESSO IN UN ANGOLO PUTIN (PER ORA) SULLA CRISI UCRAINAGiuseppe Sarcina
17 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063WASHINGTON — Negli ultimi giorni — e fino alle ultime, complicatissime ore, marcate da una escalation di mosse e toni — Joe Biden è riuscito a rimontare lo svantaggio iniziale sulla crisi ucraina, che Vladimir Putin aveva acquisito con una mossa tanto rischiosa quanto spregiudicata. Vale a dire ammassare oltre 100 mila soldati al confine, minacciare l’invasione del Paese e costringere l’Occidente ad ascoltare le sue rivendicazioni.
Poco alla volta il presidente americano e i due principali consiglieri, Jake Sullivan e il Segretario di Stato Antony Blinken, hanno ristretto il campo d’azione del leader russo.
Per prima cosa la Casa Bianca non è caduta nella trappola che avrebbe spezzato il fronte con gli alleati europei. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che non sarebbero intervenuti direttamente in Ucraina: né per proteggere il governo di Volodymyr Zelenski, ma neanche per assistere i cittadini americani rimasti nel Paese. Nessun impegno militare diretto e nessun rischio di ripetere le scene del disastroso ritiro dall’Afghanistan.
Nello stesso tempo gli americani non hanno subito la propaganda, le campagne di disinformazione dei russi. Al contrario: hanno imposto al mondo la loro percezione della crisi, regolando l’intensità dell’allarme, diffondendo notizie allarmanti sui movimenti di truppe, valorizzando le foto satellitari e i rapporti dell’intelligence.
Biden, però, ha preso anche sul serio la richiesta principale di Putin: garanzie che la Nato non si sarebbe allargata a Est, inglobando l’Ucraina. Il numero uno degli Stati Uniti, pubblicamente, ha respinto questa pretesa, ma non ha chiuso al negoziato. Anzi ha rilanciato con una proposta articolata, invitando il Cremlino a trattare sull’equilibrio militare e strategico complessivo nel Vecchio Continente, partendo dalle armi nucleari e arrivando, se possibile, alla riduzione anche delle forze convenzionali in campo (carri armati, aerei, missili a corto raggio). In questo modo ha tolto a Putin l’alibi più pericoloso: gli Stati Uniti non ci ascoltano e quindi noi siamo «costretti» a occupare in toto o in parte l’Ucraina per metterci al sicuro.
Ancora, Biden ha cercato il costante raccordo con gli alleati europei. Non sappiamo se l’Alleanza Nato sia davvero «galvanizzata», come ha detto il presidente Usa. Ma certamente c’è solidarietà politica. La Casa Bianca ha appoggiato con discrezione e senza esporsi i tentativi di mediazione prima del francese Emmanuel Macron e poi del cancelliere tedescoOlaf Scholz , dando ossigeno alla diplomazia e un ruolo agli europei (Italia compresa ).
Putin ha risposto con i «tavoloni» e una serie di lettere.
Al momento non sappiamo quale sarà il risultato di queste manovre, ma almeno nessuno potrà imputare a Biden di aver voluto gestire da solo la crisi, decidendo per tutti, come spesso gli americani hanno cercato di fare in passato.
Questo aspetto ci porta al passaggio più delicato: le sanzioni.
Il coinvolgimento politico e anche il protagonismo dei leader europei dovrebbe consentire all’Occidente di reagire in modo compatto se mai dovesse davvero scoppiare la guerra.
Stati Uniti e Ue dicono di essere pronti ad applicare restrizioni pesanti sull’economia e la finanza russe, compreso l’export di gas . Questa sarà la verifica finale, la prova più difficile per la strategia seguita da Biden.