3) La deriva della frangia estrema che ha occupato il Palazzo del Congresso ed altre stranezze:Trump non ha alcuna responsabilità in questa vicenda marginale alla più che legittima manifestazione del 6 gennaio per protestare contro il voto rubato e la democrazia calpestata.
Checché ne dicano i suoi nemici e detrattori.
La dura condanna espressa dalla repubblicana Nikki Haley mercoledì ai gravi fatti di Washington. Assieme a molti altri leader del Partito Repubblicano americano è stata anche lei esemplare, prendendo subito le distanze da quanto accaduto, come ha fatto anche il Presidente Donald Trump, e mantenendo un tono adeguato in questo delicato frangente. L'Osservatore Repubblicano
8 gennaio 2021
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 9179858167Di fronte a questo certo spontaneo ma folle atto, di una gravità inaudita, che rischia di compromettere per sempre quanto di buono fatto da Donald Trump in questi quattro anni e di macchiare per sempre la reputazione di chi lo ha sostenuto, per giunta perpetrato da alcuni dei suoi stessi sostenitori che, oltre ad aver fatto il più grosso regalo che Joe Biden potesse sperare di ricevere, non rappresentano certo tutte le milioni di persone in America e nel Mondo che guardano ancora a lui con fiducia, era assolutamente necessario prendere le distanze da queste scene che mai avremmo voluto vedere nel tempio della democrazia. Il Partito Repubblicano ha anticorpi forti alla sua frangia più radicalizzata.
https://twitter.com/NikkiHaley/status/1 ... 2330161154 Nikki Haley è stata ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite sotto l'amministrazione di Donald Trump ed è un ex Governatrice della Carolina del Sud.
La dura condanna espressa dal senatore Lindsay Graham mercoledì ai gravi fatti di Washington. Assieme a molti altri leader del Partito Repubblicano americano è stato anche lui esemplare, prendendo subito le distanze da quanto accaduto, come ha fatto anche il Presidente Donald Trump, e mantenendo un tono adeguato in questo delicato frangente.
L'Osservatore Repubblicano
8 gennaio 2021
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 7963186622Di fronte a questo certo spontaneo ma folle atto, di una gravità inaudita, che rischia di compromettere per sempre quanto di buono fatto da Donald Trump in questi quattro anni e di macchiare per sempre la reputazione di chi lo ha sostenuto, per giunta perpetrato da alcuni dei suoi stessi sostenitori che, oltre ad aver fatto il più grosso regalo che Joe Biden potesse sperare di ricevere, non rappresentano certo tutte le milioni di persone in America e nel Mondo che guardano ancora a lui con fiducia, era assolutamente necessario prendere le distanze da queste scene che mai avremmo voluto vedere nel tempio della democrazia. Il Partito Repubblicano ha anticorpi forti alla sua frangia più radicalizzata.
Il Vice Presidente Mike Pence ha denunciato ieri la violenza ed il caos che sono calati sul Campidoglio degli Stati Uniti, chiedendo che "si fermi ora" ed ha ammonito le persone coinvolte a rispettare la polizia ed a "lasciare immediatamente l'edificio", avvertendo che l'attacco al Campidoglio "non può essere tollerato".
"La violenza e la distruzione che hanno luogo al Campidoglio degli Stati Uniti devono finire e deve finire adesso", ha detto il vice presidente mercoledì pomeriggio. "Chiunque sia coinvolto deve rispettare gli agenti delle forze dell'ordine e lasciare immediatamente l'edificio."
"La protesta pacifica è un diritto di ogni americano, ma questo attacco al nostro Campidoglio non sarà tollerato e le persone coinvolte saranno perseguite nella misura massima consentita dalla legge", ha avvertito:
Pence era stato evacuato dal Campidoglio mentre i manifestanti violavan l'edificio, innescando il la chiusura e l'uso di gas lacrimogeni nella Rotonda del Campidoglio.
Il segretario stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany ha affermato mercoledì pomeriggio l'imminente arrivo della Guardia Nazionale, così come "altri servizi di protezione federale" sotto la direzione del Presidente.
Vice President Mike Pence: 'Attack on Our Capitol Will Not Be Tolerated'
L'Osservatore Repubblicano
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 3169934768 Contro i dimostranti che hanno invaso il CampidoglioVideo messaggio dal Presidente Donald Trump (7 gennaio)
https://www.youtube.com/watch?v=1Bn50vg ... ture=share"Polizia connivente": via subito l'inchiestaFausto Biloslavo
8 gennaio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 15048.htmlPartono le indagini sul numero insufficiente di forze dell'ordine a difesa di Capitol Hill in un giorno così cruciale e sul ritardo dell'arrivo dei rinforzi.
I rivoltosi che scattano un selfie con un poliziotto del Campidoglio all'interno dello storico edificio occupato. Altri agenti, che sembrano far passare i ribelli pro Trump nell'assalto al Parlamento americano.
Un numero chiaramente insufficiente di forze dell'ordine in difesa del sacro luogo istituzionale degli Stati Uniti. Migliaia di manifestanti aizzati dalle parole di fuoco dello stesso presidente Donald Trump, che poi fanno quello che vogliono almeno per tre ore dentro la grande cupola bianca di Capitol Hill. Tutti tasselli di un piano ben congegnato, probabilmente preparato da tempo, che ha coinvolto per banale sottovalutazione o grave complicità i responsabili della sicurezza a Washington, del Campidoglio e forse il nuovo vertice del Pentagono nominato in novembre dalla Casa Bianca.
Il via libera alla marcia contro il simbolo della democrazia Usa sono le parole di Trump, che arringa la folla dei suoi sostenitori verso le 11.30 di mercoledì a Washington. L'inquilino uscente della Casa Bianca annuncia: «Andate al Campidoglio» e sottolinea che «non riprenderete mai il nostro paese con la debolezza».
Parole di fuoco, ma l'incitamento alla rivolta era partito da settimane. Almeno 1.480 post del movimento cospirazionista Qanon spingevano alla violenza i «patrioti» per la manifestazione del 6 gennaio contro la nomina ufficiale di Joe Biden alla presidenza. La parola d'ordine era storm, tempesta. Ashli Elizabeth Babbitt uccisa a bruciapelo durante l'irruzione in Campidoglio ha scritto sui social: «Niente ci fermerà, la tempesta è qui e sta abbattendosi su (Washington nda) Dc in meno di 24 ore...». Impossibile che l'Fbi o le altre costole della sicurezza interna e l'intelligence Usa non si fossero accorti di nulla. Dopo il discorso la folla trumpiana si incammina minacciosa lungo la Pennsylvania Avenue verso Capitol Hill, dove si stanno riunendo deputati e senatori per la convalida della nomina di Biden.
Il Campidoglio, in un momento così importante, è difeso da pochi agenti a differenza delle manifestazioni precedenti degli anti Trump. I poliziotti «ciclisti» armati di spray urticante e alcune unità anti sommossa, che fanno il possibile quando la folla comincia a premere verso la grande scalinata e l'ingresso. In un video sembra quasi che i poliziotti facciano passare i manifestanti spostando le barriere. Non arriva alcuna unità di rinforzo. Alle 14.10 il primo rivoltoso entra nel Campidoglio con la forza. Il tempio istituzionale americano dispone di un corpo di polizia di 2.200 uomini dedicati solo alla sicurezza dell'edificio e dei parlamentari. Nei video si vedono poche decine di agenti barricati o che tentano di respingere i ribelli senza successo. Solo uno spara un colpo di pistola al petto a una manifestante. Serve a poco e gli altri agenti pur minacciando non premono il grilletto di fronte a centinaia di rivoltosi furbescamente disarmati, che al massimo hanno un giubbotto antiproiettile sotto camicia, mimetiche o elmetti da corpi speciali con le go-pro per filmare tutto. Membri del Congresso e senatori vengono evacuati prima nel bunker sotto l'edificio e poi in una base vicina.
Il risultato è che i ribelli occupano il Campidoglio, scorrazzando ovunque e immortalandosi con i telefonini per almeno tre ore. E portando via di tutto, probabilmente materiale classificato, compreso il computer del senatore democratico Alan Merkley, che parla di «golpe».
Maxine Waters, deputato della California rivela su Twitter: «Ho avuto una conversazione di un'ora con il capo della polizia di Washington quattro giorni fa. Mi aveva assicurato che non sarebbero stati ammessi in piazza e che il Campidoglio sarebbe stato messo in totale sicurezza». Sembra che il dispiegamento delle forze dell'ordine, dentro e fuori, contasse su appena 300 uomini. Non solo esiste il fondato sospetto che non siano stati mandati apposta rinforzi per facilitare l'irruzione, ma un agente della Capitol police è ripreso in un video mentre fa un selfie con uno degli occupanti. E non sarebbe l'unico caso. Steven Sund, capo della polizia del Campidoglio, promette «un'indagine approfondita. Il violento assalto è incomparabile con qualsiasi cosa abbia visto in 30 anni nelle forze dell'ordine a Washington».
Il segretario alla Difesa ad interim, Christopher Miller, aveva autorizzato la mobilitazione di soli 350 uomini della Guardia nazionale, che non si sono visti per ore. Alla fine sembra che sia stato il vice presidente Mike Pence, in rotta di collisione con Trump, ad appoggiare la richiesta di mobilitazione delle autorità locali di 1.100 uomini. La Guardia nazionale arriva poco prima del coprifuoco delle 18 e «libera» il Congresso con i rinforzi della polizia. Il Pentagono decide, dopo l'irruzione, di attivare 6.200 uomini della Guardia nazionale in vista dell'insediamento di Biden a Washington del 20 gennaio.
Donald Trump non politicamente correttoDeborah Fait
10 gennaio 2021
http://www.informazionecorretta.com/mai ... Q.facebookBisogna stare attenti come si parla di questi tempi. È sufficiente non insultare Trump, dire che forse, chissà, i facinorosi entrati al Congresso non erano fan del presidente ma, forse chissà, gentaglia pagata dai suoi tanti e potenti nemici. Ricordiamoci dei Black Bloc europei che mettono a ferro e fuoco le città italiane durante manifestazioni pacifiche.
A Washington è accaduta la stessa cosa, una manifestazione pacifica trasformata in guerriglia da soggetti carnevaleschi con tanto di corna di bufalo sulla testa. Basta scrivere sui social che, forse, Trump aveva fatto anche tante cose eccellenti… per passare per fascista, nazista e sentirsi ricoprire di improperi. A me è successo di tutto sul web, chi mi ha bloccata, chi mi ha insultata dandomi della nazista, chi mi ha scritto che non son degna, mio figlio non mi riconosce più, gli amici mi voltano le spalle, altri, gli amici veri, mi trattano col solito affetto però misto a pietà, come a dire …poveretta, è fatta così, pazienza, le vogliamo bene lo stesso… Mi è ritornata in mente la sberlona che mi ero presa tanti anni fa da una mia carissima amica solo per aver detto che Berlusconi non mi dispiaceva.
Le cose vanno così, se hai un pensiero personale, se non ti aggreghi al sentire comune, se non obbedisci al pensiero unico sei finito. Non voglio commentare gli accadimenti del 6 gennaio, è troppo presto per conoscere cosa c'era sotto, chi ha mandato le orde vestite con corna e pelli di animale al Congresso, chi li ha fatti entrare in un luogo così sacro che persino ai turisti è difficile accedere. Troppo presto, spero che un giorno verrà fuori la verità anche sulle immagini di neonazisti in t shirt con 2 gradi sotto zero, le cui magliette a maniche corte portavano scritto "6 milioni non abbastanza". Nessuno conosce i retroscena, si sa che Trump aveva chiamato i suoi fan a manifestare contro i brogli (quasi certi anche se non dimostrabili per ora) ma non li aveva certo invitati ad assaltare il Campidoglio.
Quella è stata una decisione oscena presa da alcuni facinorosi, si sussurra fossero Black Lives Matter e Antifa noti per la loro violenza e per il loro odio antisemita. Sorvoliamo quella orrenda giornata che ha segnato la triste fine della presidenza Trump anche se sono certa che avremo altre sorprese dal presidente, a mio parere, migliore che gli USA abbiano avuto dal dopo guerra ad oggi.
Megalomane, si. Dall'aspetto strano, si. Anticonvenzionale, si. Ribelle, si. Non politicamente corretto, si. Un presidente che però ha salvato mezzo mondo e che è stato criminalizzato, demonizzato, deriso nel momento stesso in cui ha giurato fedeltà agli Stati Uniti d'America quattro anni fa. La mia rabbia personale è che Trump è stato accusato di ogni infamia prima ancora che facesse qualcosa mentre Obama, prima ancora di sedersi nella stanza ovale e di distruggere mezzo mondo, l'economia americana e di mettere Israele all'angolo, si beccò il premio Nobel. Dunque, lasciando stare gli ultimi tragici avvenimenti, desidero spiegare perché ammiro Donald Trump, senza essere fascista, senza essere nazista, senza essere una povera mentecatta come tanti vogliono dipingermi.
Per farlo nel migliore dei modi farò copia incolla di alcuni punti di un pezzo scritto da Stefano Magni, giornalista e saggista: "…Posso dire apertamente che Trump è stato un ottimo presidente, meglio delle mie migliori aspettative. Per questi motivi:
1. ha tagliato le tasse e deregolamentato, dando il via al più grande periodo di crescita economica dai tempi di Reagan
2. ha riconosciuto finalmente la realtà del Medio Oriente e ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele
3. ha mediato con successo accordi di pace nel Medio Oriente, che ora coinvolgono Israele, Emirati, Bahrein, Sudan, Marocco, dimostrando che era possibile "l'impossibile"
4. ha mediato con successo il primo accordo di pace fra Kosovo e Serbia
5. ha riconosciuto l'inutilità e il danno di un'agenzia come l'Unesco
6. ha ritirato i fondi da un'altra agenzia inutile, dannosa e pure pericolosa quale è l'Oms
7. ha ritirato gli Usa dagli accordi di Parigi, il peggior veicolo della decrescita
8. in compenso negli Usa le emissioni di CO2 sono calate ed è stata raggiunta l'indipendenza energetica, un sogno fino agli anni di Obama
9. ha sostenuto politicamente i veri alleati europei degli Usa, cioè il Regno Unito e la Polonia
10. è stato praticamente l'unico (assieme a Johnson) a difendere Hong Kong dalle mire di Pechino
11. è stato anche praticamente l'unico a difendere i democratici in Venezuela dalla repressione di Maduro
12. ha perorato la causa della libertà di religione nel mondo, più dei suoi predecessori (sicuramente più di Obama)
14. ha fatto quanto era in suo potere per difendere le libertà civili ed economiche anche in tempo di pandemia
15. ha sfidato apertamente tutti i cliché del politically correct (compresa la difesa di statue e monumenti del passato americano) che attualmente sono la sfida più insidiosa alla libertà di espressione."
A questi punti incontestabili io aggiungerei un sedicesimo: Ha dato una calmata alla Corea del nord che minacciava il mondo. È andato al confine tra le due Coree, ha stretto la mano a Kim Jong-un e da quel momento il presidente coreano non si è più fatto sentire e i suoi missili sono altrettanto silenziosi. Cosa gli avrà detto Trump? Non si sa ma ha funzionato. Gli accordi di Abramo sono stati la ciliegina di una grande presidenza, un successo impensabile fino a pochi mesi fa che si spera i suoi successori, Joe Biden e Kamala Harris, non gettino alle ortiche. Ecco perché io non sarò mai una gregaria di chi vorrebbe saltare a piè pari sul cadavere virtuale di Donald Trump, ecco perché mi tengo le mie idee terribilmente not polically correct a costo di essere insultata con le peggiori offese per un'ebrea. La mia rabbia è che adesso una mezza calzetta come Biden e un'arrivista filopalestinese come Kamala Harris passeranno da salvatori delle patria.
President Donald J. Trump Approves District of Columbia Emergency DeclarationJanuary 11, 2021
https://www.whitehouse.gov/briefings-st ... ium=header Today, President Donald J. Trump declared that an emergency exists in the District of Columbia and ordered Federal assistance to supplement the District’s response efforts due to the emergency conditions resulting from the 59th Presidential Inauguration from January 11 to January 24, 2021.
The President’s action authorizes the Department of Homeland Security, Federal Emergency Management Agency (FEMA), to coordinate all disaster relief efforts which have the purpose of alleviating the hardship and suffering caused by the emergency on the local population, and to provide appropriate assistance for required emergency measures, authorized under Title V of the Stafford Act, to save lives and to protect property and public health and safety, and to lessen or avert the threat of a catastrophe in the District of Columbia.
Specifically, FEMA is authorized to identify, mobilize, and provide at its discretion, equipment and resources necessary to alleviate the impacts of the emergency. Emergency protective measures, limited to direct Federal assistance, will be provided at 100 percent Federal funding.
Pete Gaynor, Administrator, Federal Emergency Management Agency (FEMA), Department of Homeland Security, named Thomas J. Fargione as the Federal Coordinating Officer for Federal recovery operations in the affected area.
FOR FURTHER INFORMATION MEDIA SHOULD CONTACT THE FEMA NEWS DESK AT (202) 646-3272 OR
FEMA-NEWS-DESK@FEMA.DHS.GOV.
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Il presidente Donald J. Trump approva la dichiarazione di emergenza del Distretto di Columbia11 gennaio 2021
https://www.whitehouse.gov/briefings-st ... ium=header Oggi, il presidente Donald J. Trump ha dichiarato che esiste un'emergenza nel Distretto di Columbia e ha ordinato l'assistenza federale per integrare gli sforzi di risposta del Distretto a causa delle condizioni di emergenza risultanti dalla 59a Inaugurazione presidenziale dall'11 gennaio al 24 gennaio 2021.
L'azione del Presidente autorizza il Department of Homeland Security, Federal Emergency Management Agency (FEMA), a coordinare tutti gli sforzi di soccorso che hanno lo scopo di alleviare le difficoltà e le sofferenze causate dall'emergenza sulla popolazione locale, e a fornire assistenza adeguata per le misure di emergenza necessarie, autorizzate ai sensi del Titolo V dello Stafford Act, per salvare vite umane e proteggere la proprietà e la salute e la sicurezza pubblica, e per ridurre o scongiurare la minaccia di una catastrofe nel Distretto di Columbia.
In particolare, la FEMA è autorizzata a identificare, mobilitare e fornire, a sua discrezione, le attrezzature e le risorse necessarie per alleviare l'impatto dell'emergenza. Le misure di protezione d'emergenza, limitate all'assistenza diretta della Confederazione, saranno fornite con un finanziamento federale al 100%.
Pete Gaynor, Amministratore, Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze (FEMA), Dipartimento della Sicurezza Nazionale, ha nominato Thomas J. Fargione come Coordinatore Federale per le operazioni federali di recupero nell'area colpita.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI, I MEDIA DEVONO CONTATTARE L'UFFICIO STAMPA DELLA FEMA AL NUMERO (202) 646-3272 O ALL'INDIRIZZO
FEMA-NEWS-DESK@FEMA.DHS.GOV.
Ma cosa ha davvero detto Trump a Washington? Riforma elettorale e dei Social al centro del dibattito politico Usa Musso
12 gennaio 2021
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... itico-usa/ Dei fatti del Campidoglio abbiamo sentito tutti. Ma li conosciamo? Essi ruotano intorno a sei interventi: il primo di Trump, il secondo ed il terzo di Biden, il quarto breve di Trump, il quinto del capo della comunicazione di quest’ultimo, il sesto ancora di Trump. Parliamo qui del primo. Dal discorso è chiaro che non è stato Trump ad indicare alla folla di fare irruzione in Campidoglio, tanto meno ad incitarlo. Ed è altrettanto chiaro che il nucleo della sua proposta politica per il futuro, della sua piattaforma, è la riforma elettorale, incluso intervento sui Social Network: chi ignora tale piattaforma, ignora la sostanza del dibattito politico americano prossimo venturo.
Trump sul pratone del parco dell’Ellisse in Washington DC, la mattina dell’Epifania, ha pronunciato un lungo discorso alla folla dei propri simpatizzanti: “our movement”, il nostro movimento. La manifestazione è affollata: “arrivate sino al monumento a Washington”.
Qua e là descrive le sciagure che, secondo lui, perpetreranno i Democratici al governo (per esempio “loro volevano eliminare il Jefferson Memorial … con questa nuova amministrazione potrebbe accadere”, oppure “avete visto, l’altro giorno, Joe Biden dire: io voglio eliminare la politica di America First”, infine uno sberleffo ad Hillary Clinton), ma solo per cenni: non è quello lo scopo del discorso. La parte centrale è dedicata ad una elencazione dei brogli asseritamente subiti, lunghissima (“ma potrei continuare per un’altra ora”). Elencazione necessaria – dice – perché e i media “sono silenti. Si chiama soppressione ed è ciò che accade nei Paesi comunisti”. Il riferimento non è alla vecchia URSS, ma alla nuova Cina: è “usando il pretesto del virus cinese (China virus)” che i Democratici avrebbero fatto ciò di cui il discorso li accusa.
A causa di tali asseriti brogli, la nomina di Biden non può essere certificata: “ora spetta al Congresso affrontare questo grave assalto alla nostra democrazia” … quello portato dai Democratici, si intende, perché lui, Trump, la Costituzione la sta difendendo. “Dicono che contestare le elezioni non è americano”, ma è in realtà vero il contrario: “noi, insieme, siamo determinati a difendere e preservare il governo del Popolo, dal Popolo e per il Popolo”, che è la cosa più americana che ci sia. Non americana è l’elezione di Biden: “basta dare un’occhiata ai Paesi del terzo mondo, le loro elezioni sono più oneste di quelle alle quali abbiamo assistito in questo Paese. È una vergogna”.
Deputati e senatori repubblicani che si oppongono “sono guerrieri, sono lì dentro [nel Campidoglio] lavorando come mai si è visto prima, studiando le radici della Costituzione perché essi sanno che abbiamo il diritto di respingere un voto illegalmente raccolto”; mandarlo indietro agli Stati perché compiano un nuovo processo di certificazione: “recertify”. Dovrebbe farlo il suo vicepresidente, Mike Pence, che è pure presidente del Senato e della cerimonia di ratifica: “Ho parlato con Mike. Ho detto, Mike, non ci vuole coraggio, quello per cui ci vuole coraggio è far nulla … [E Pence:] la Costituzione non mi permette di rimandarli agli Stati. Ebbene, direi di sì, lo fa perché la Costituzione dice che devi proteggere il nostro Paese, e devi proteggere la nostra Costituzione, e non puoi votare con la frode, e le frodi distruggono tutto, no? Quando cogli un frodatore, puoi seguire regole molto diverse. Quindi spero che Mike abbia il coraggio di fare quello che deve fare, e spero che non ascolti i RINOs (Republicans in name only) e le sciocche persone che sta ascoltando”.
Dopo Pence, la Corte Suprema: “Sapete, vedete, io non sono contento della Corte Suprema. Amano governare contro di me. Ho scelto tre persone. Ho combattuto come un inferno per loro. Per una in particolare ho combattuto … L’abbiamo fatto passare e, sai una cosa, a loro non potrebbe fregarne di meno … la leggenda è che sono i miei burattini … e, ora, l’unico modo per uscirne – loro la odiano, non va bene nel circuito sociale – l’unico modo per uscirne è sentenziare contro Trump, quindi diamo torto a Trump, e lo fanno”; lo stesso il procuratore generale Bill Barr: “improvvisamente Bill Barr è cambiato, se non l’aveste notato. Mi piace Bill Barr, ma è cambiato perché non voleva essere considerato il mio avvocato personale”.
Tutti costoro, cosa sono? Li ha appena chiamati RINOs (Republicans in name only), una volta li chiama “Washington swamp”, la palude di Washington come da gergo tradizionale. Ma l’espressione che preferisce è “weak Republicans”: “Repubblicani deboli, e questo è, lo credo veramente. Penso li chiamerò così. Repubblicani deboli … ce n’è molti di loro. Hanno chiuso gli occhi. Anche quando i Democratici facevano politiche che mandavano lontani i nostri posti di lavoro, indebolivano le nostre Forze Armate, spalancavano i nostri confini, e mettevano l’America per ultima (America Last)”. Ebbene no, “voi dovete avere gente che si batte. E, se non si batte, anzitutto dobbiamo cacciare quelli che non si battono … I Repubblicani costantemente fanno come un boxeur con una mano legata dietro la schiena. È come un boxeur. E vogliamo essere così carini. Vogliamo essere così rispettosi di chiunque, pure della gente cattiva. E noi dovremo combattere con molta maggiore difficoltà”. Repubblicani deboli come Romney: “quando venne battuto, rispose col più tipico: beh, vorrei congratularmi con il vincitore. Il vincitore. Chi è stato il vincitore [questa volta], Mitt? Vorrei congratularmi. Non entrano nei fatti e non li guardano: oh, non so. È stato massacrato. Forse era giusto, forse sì – ecco cosa è successo”. Repubblicani deboli che oggi a Trump dicono: “non lasceremo che accada mai più … cercano di ottenere che io desista, dicono: tra quattro anni sei garantito”.
Trump non è d’accordo: “perché voi non riprenderete mai il nostro Paese con la debolezza. Dovete mostrare forza e dovete essere forti”. Perciò, “siamo venuti a chiedere al Congresso di fare la cosa giusta e di contare solo gli elettori legittimamente iscritti. So che tutti qui presto marceranno verso il Campidoglio per far sentire pacificamente e patriotticamente le vostre voci … dopo questo, ci incamminiamo – e io sarò lì con voi, chiunque voglia, ma penso sia giusto – ci incamminiamo verso il Campidoglio. E faremo il tifo per i nostri coraggiosi senatori e membri del Congresso e probabilmente non faremo così tanto il tifo per altri di quelli”. E poi ancora, in chiusura:
“Quindi ci incammineremo lungo Pennsylvania Avenue (io amo Pennsylvania Avenue) e andremo al Campidoglio, e proveremo a dare (i Democratici sono senza speranza, non votano mai per niente, nemmeno un voto, ma proveremo) daremo ai nostri Repubblicani (i deboli perché i forti non hanno bisogno del nostro aiuto), ci proveremo, proveremo a dare loro quel tipo di orgoglio ed audacia dei quali hanno bisogno per riprendere il nostro Paese. Quindi, ci incamminiamo lungo Pennsylvania Avenue”.
A che fine? “Oggi vedremo se abbiamo leader grandi e coraggiosi o se abbiamo leader che dovrebbero vergognarsi di se stessi per i secoli a venire, per l’eternità (…) Se fanno la cosa sbagliata, non dovremmo mai, mai dimenticare che l’hanno fatto”. Cioè, sapranno chi sono i Repubblicani forti. Questo è lo scopo della marcia: non convincere i Democratici, ma selezionare i Repubblicani. I Repubblicani forti, va bene, ma per farci che? Beh … per arruolarli nel movimento: “le nostre emozionanti avventure e le nostre imprese più audaci non sono ancora iniziate. Miei concittadini americani, per il nostro movimento, per i nostri figli e per il nostro amato Paese (e lo dico nonostante tutto quello che è successo) il meglio deve ancora venire … Oggi non è la fine, è solo l’inizio”.
Il nostro movimento. Quale movimento? “Oggi, oltre a contestare la certificazione delle elezioni, chiedo al Congresso e alle legislature statali di approvare rapidamente ampie riforme elettorali”. Riforme elettorali. Quali?
“Approveremo finalmente forti requisiti per l’identificazione dell’elettore. Hai bisogno di una carta d’identità per incassare un assegno, hai bisogno di una carta d’identità per andare in una banca, per comprare alcolici, per guidare un’auto; ogni persona dovrebbe avere bisogno di mostrare un documento d’identità per poter esprimere la cosa più importante: il voto”.
“Richiederemo anche una prova di cittadinanza americana per poter votare nelle elezioni americane”.
“Vieteremo la raccolta delle schede elettorali (ballot harvesting) e vieteremo l’uso di cassette di raccolta delle schede postali (drop box) non sicuri, usati per commettere dilaganti frodi elettorali. Queste caselle di posta sono fraudolente. Raccolgono, scompaiono, e poi, all’improvviso, si presentano. È fraudolento”.
“Interromperemo la pratica del voto universale per corrispondenza non richiesto dall’elettore”.
“Puliremo le liste elettorali e garantiremo che ogni singola persona che ha espresso un voto sia un cittadino del nostro Paese, un residente dello Stato in cui vota, e il loro voto sia espresso in modo lecito e onesto”.
“Ripristineremo la vitale tradizione civica del voto di persona il giorno delle elezioni, in modo che gli elettori possano essere pienamente informati quando fanno la propria scelta”.
Infine, una questione solo apparentemente non elettorale: “i monopoli tecnologici abusano del proprio potere ed interferiscono nelle nostre elezioni”, perciò debbono rispondere delle loro azioni, come un qualunque editore.
Questo il programma del movimento. Un programma radicale? Beh, forse sì, avendo a mente il putrefatto presente del sistema elettorale americano; assai meno radicale per un italiano od un altro europeo, trattandosi di replicare negli Stati Uniti le condizioni minime, sotto le quali nessuno di noi considererebbe le elezioni nel proprio Paese come legittimamente svolte. Ovviamente, Trump lo dice con parole sue: “Penso che uno dei nostri più grandi risultati sarà la sicurezza delle elezioni (election security), perché nessuno, fino a quando sono arrivato io, aveva idea di quanto fossero corrotte le nostre elezioni. Quasi chiunque altro, sarebbe rimasto lì, alle 9 di sera [il giorno delle elezioni, ndr], avrebbe detto ‘voglio ringraziarvi molto’ e se ne sarebbe andato a condurre qualche altra vita. Ma io ho detto che qui qualcosa non funziona, qualcosa è veramente sbagliato, non può essere successo e noi lottiamo, lottiamo come leoni (we fight like hell). E, se non combattete come dei leoni, non avrete più un Paese”, “non lasceremo che silenzino le vostre voci. Non lasceremo che accada”.
Sin qui Trump. Dopodiché la manifestazione si è mossa verso il Campidoglio, come lui aveva chiesto, dove poi è tracimata dentro il Campidoglio, come tutti sappiamo. Dal discorso è chiaro che non è stato Trump ad indicare alla folla quest’ultimo passo, tanto meno ad incitarlo; ancorché ciò sia fieramente dibattuto, come vedremo nel prossimo articolo. Ed è altrettanto chiaro che il nucleo della sua proposta politica per il futuro, della sua piattaforma, è la riforma elettorale, incluso intervento sui Social Network: chi ignora tale piattaforma, ignora la sostanza del dibattito politico americano prossimo venturo.