23) La teresina di BidenVeroooo lo ho appena sentito! Ha detto ""quello che manda avanti la baracca".Poraccio, si chiama Lloyd Austin ed è un ex Generale.
https://www.facebook.com/jaime.mancagra ... 4829126465Biden Fails To Remember The Name Of His Defense Secretary
Biden non riesce a ricordare il nome del suo segretario alla difesa March 8, 2021
https://rumble.com/veghl5-biden-fails-t ... r&mc=1a3kd Oramai è andato!
Lloyd James Austin III (Mobile, 8 agosto 1953) è un ex generale e politico statunitense, primo comandante di origini afroamericane dello United States Central Command (CENTCOM) e segretario della Difesa degli Stati Uniti dal 22 gennaio 2021.
https://it.wikipedia.org/wiki/Lloyd_AustinGiorno 49: Metà della nazione preoccupata che Biden non sia "fisicamente e mentalmente all'altezza del lavoro.L'Osservatore Repubblicano
9 marzo 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 1732853578 Non ci vuole molto perché gli elettori della nazione si preoccupino che il presidente Biden, il più vecchio nuovo capo dell'esecutivo a 78 anni, possa non essere all'altezza del lavoro.
L'ultima prova: La sua resistenza a tenere una vera e propria conferenza stampa ora, dopo 49 giorni di presidenza, ha fatto preoccupare metà del paese.
Nell'ultimo sondaggio Rasmussen Reports sui probabili elettori, il 50% ha detto di non essere sicuro che "Joe Biden sia fisicamente e mentalmente all'altezza di essere presidente degli Stati Uniti". Un altro 48% ha fiducia in Biden, anche se solo il 34% era "molto fiducioso" che fosse all'altezza del lavoro.
L'esito, ha detto Rasmussen, è stato il rifiuto di Biden di incontrare i giornalisti. Ha avuto alcune interazioni con un piccolo pool di giornalisti, ma il suo stile di parlare a volte goffo ha portato a delle critiche. E la Casa Bianca ha recentemente ridotto le sue apparizioni.
Rasmussen ha detto oggi che il 52% dei probabili elettori è preoccupato che non abbia tenuto una conferenza stampa e che il 46% non lo è.
E il 76% di coloro che non hanno fiducia nelle capacità di Biden sono molto preoccupati per la mancanza di conferenze stampa, ha aggiunto Rasmussen.
Questi risultati arrivano mentre la Casa Bianca ha anche taciuto sul fatto che il presidente terrà un discorso sullo stato dell'Unione. I sostenitori sono scioccati dal fatto che non sia andato a Capitol Hill per dichiarare l'apertura della nuova era di Biden e condividere i suoi piani.
Ma i risultati non dovrebbero essere sorprendenti considerando i sondaggi pre-elettorali che hanno mostrato che molti elettori erano preoccupati che Biden si sarebbe dimesso prima della fine del suo primo mandato.
https://www.washingtonexaminer.com/wash ... to-the-job Kayleigh McEnany dice che Biden evita le domande della stampa perché il suo staff non ha "fiducia" in luiL'Osservatore Repubblicano
9 marzo 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 5926186492L'ex addetta stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany non è sorpresa che il presidente Biden non abbia tenuto una conferenza stampa da solo nonostante sia in carica da più di sei settimane.
Ha definito le sue azioni "straordinarie" ma "non senza precedenti" su "Varney and Co." di FOX Business.
"Vi ricorderete... la 'strategia del seminterrato', è quella che ha impiegato in campagna elettorale", ha detto al conduttore Stuart Varney, riferendosi all'allora candidato Biden che faceva conferenze stampa dal suo seminterrato. "È andato avanti qualcosa come 50 giorni e ha risposto alle domande solo due volte. E quando lo ha fatto, erano preconfezionate.
L'immediato predecessore di Biden, Donald Trump, ha tenuto la sua prima conferenza stampa il 16 febbraio 2017, mentre Barack Obama ha tenuto la sua prima conferenza stampa il 9 febbraio 2009.
McEnany crede che la mancanza di interazioni di Biden con la stampa sia dovuta al suo staff.
"Penso che il suo staff non abbia fiducia che lui possa stare sul podio e tenere una conferenza stampa come ha fatto molte volte il presidente Trump", ha detto.
McEnany ha continuato a dire che, da quello che può dire, Biden sembra divertirsi a parlare con i media.
"Non penso che questo sia il presidente Biden che dice: 'Non voglio fare questo'", ha detto. "Penso che siano quelli intorno a lui che riconoscono che quando parla, non vengono sempre fuori così bene, come chiamare i repubblicani 'Neanderthal', come ha fatto recentemente nello Studio Ovale".
Lei crede che lo staff di Biden stia cercando di proteggerlo ritardando una conferenza stampa.
"La pressione sta aumentando quando si hanno anche organi di stampa di sinistra che lo chiamano per questo", ha aggiunto.
Gli elettori bocciano Biden: "Non è mentalmente idoneo"Mariangela Garofano
11 marzo 2021
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/us ... 30294.html Secondo un sondaggio, metà degli elettori degli Stati Uniti nutre dei dubbi sulle effettive capacità psicofisiche del presidente Joe Biden. Ed ora si chiedono se è adatto a ricoprire un ruolo così delicato
Metà dei potenziali elettori degli Stati Uniti teme per la salute mentale del presidente Joe Biden.
Il dato è emerso da un sondaggio pubblicato da Rasmussen Reports, secondo il quale il nuovo inquilino della Casa Bianca non sarebbe “fisicamente e mentalmente all'altezza" del suo incarico. Il 50 per cento dei partecipanti al sondaggio ha espresso seri dubbi riguardo alle condizioni di salute del presidente, mentre il 48 per cento avrebbe fiducia nelle sue capacità.
I dubbi di gran parte dei cittadini statunitensi sarebbero dettati da una serie di episodi che hanno fatto scattare l'allarme riguardo alle condizioni psicofisiche di Biden. Primo tra tutti il mancato confronto con la stampa del presidente, che è entrato in un "silenzio ufficiale" di 50 giorni dal 20 gennaio. Da quando si è insediato alla Casa Bianca, Joe Biden non ha ancora rilasciato una conferenza stampa, cosa che ha fatto nascere perplessità ed inquietudine sul motivo di tale decisione. Nella storia della presidenza americana nessun presidente si era tenuto lontano dalla stampa così a lungo, ed ora gli elettori si chiedono il perché.
Negli ultimi mesi i media conservatori non hanno mancato di porre l’accento sulle gaffe del presidente, che ultimamente si è reso protagonista di alcuni episodi decisamente bizzarri. Nei giorni scorsi lo staff presidenziale ha improvvisamente interrotto una diretta senza alcun preavviso, proprio mentre i giornalisti ponevano delle domande al presidente, come a volerlo tenere lontano da possibili "scivoloni". Il 9 marzo Biden si è reso ancora una volta protagonista di una gaffe, o per meglio dire, di un momento di amnesia. Durante un discorso in occasione della Giornata internazionale della donna, Biden, nell’imbarazzo generale, sembra non ricordare neppure il nome del segretario della Difesa Lloyd Austin. “Voglio ringraziare… l'ex generale, continuo a chiamarlo "generale". Il mio… il mio…il ragazzo che gestisce quel gruppo laggiù”, ha affermato il presidente in evidente stato confusionale, definendo Austin come “il tipo in divisa”. Le voci di una forma di demenza del presidente degli Stati Uniti hanno caratterizzato tutti i mesi precedenti alla sua elezione, ma Biden ha sempre messo a tacere il chiacchiericcio e le battute sul suo conto, sostenendo di soffrire di una forma di dislessia.
Fine del Nuovo Ordine Mondiale? – parte 2 – MN #101da Roberto Mazzoni
Mar 17, 2021
https://mazzoninews.com/2021/03/17/fine ... -2-mn-101/ Un’indagine di opinione condotta recentemente da Rasmussen Reports indica che il 52% degli americani, metà, ritiene che Joe Biden non sia fisicamente e mentalmente in grado di svolgere il lavoro di presidente.
Questo segue un evento alla Casa Bianca dove Joe Biden, nell’annunciare la nomina di due generali donna alla guida di due comandi inter-forza, si è dimenticato il nome di Lloyd Austin segretario alla difesa e lo ha chiamato “il tizio che gestisce le cose da quelle parti”.
In un Executive Order pubblicato il 25 gennaio, l’amministrazione Biden ha proibito il congedo e qualsiasi altra forma di discriminazione nelle forze armate statunitensi basandosi sull’identità di genere (gender identity).
Il segretario della difesa Lloyd Austin ha pubblicato un memorandum in cui dichiara che fornirà gratuitamente gli interventi chirurgici per il cambiamento di sesso come parte dell’assistenza medica offerta ai militari.
Il parlamentare repubblicano Jim Banks, veterano della guerra in Iraq non contrario alla presenza di transgender nelle forze armate statunitensi, ha dichiarato:
“Il fatto che un’amministrazione presidenziale costringa i contribuenti a pagare per le operazioni di cambiamento di sesso a beneficio di militari rappresenta un territorio inesplorato e radicalizzato per un’amministrazione presidenziale”.
Sottolinea che si tratta di una misura di dubbia costituzionalità, come confermato che neanche il Congresso ha approvato leggi in tal senso.
Il Pentagono ha pagato per il cambio di sesso di un soldato per la prima volta nel 2017 e tra il 2016 e il 2019 ha speso $ 8 milioni per il trattamento psicologico di 1,525 soldati transessuali.
Un caso eclatante di transessuale militare è stato quello di Chelsea Manning arruolatosi come maschio con il nome di Bradley Edward Manning e in seguito diventata Chelsea Elizabeth Manning, in parte a spese dello stato durante la sua detenzione nelle carceri militari per aver fatto trapelare nel 2010 e 2011 enormi quantità di materiale confidenziale di natura militare e non, in cui documentava anche abusi commessi dalle forze armate statunitensi durante le guerre in Afghanistan e Iraq.
Critical Race Theory – la nuova teoria razziale americana
Le forze armate hanno anche ripreso l’addestramento sulla teoria di supremazia razziale che l’amministrazione Trump aveva bloccato lo scorso settembre seguendo una precedente dichiarazione di Russel Vought, direttore dell’Office of Management and Budget della Casa Bianca.
Vought aveva dichiarato che le agenzie della branca esecutiva del governo statunitense avevano speso milioni di dollari dei contribuenti per “addestrare i dipendenti governativi affinché credano a propaganda anti-americana e che ci divide”.
La Critical Race Theory (Teoria Razziale Critica) è un movimento attivista d’interpretazione della legge negli Stati Uniti promosso in particolare da due avvocati e docenti universitari statunitensi, Richard Delgado e la moglie Jean Stefancic. Il programma è nato presso la Harvard Law School a partire dalla fine degli Anni Settanta all’inizio degli Anni Novanta.
La Critical Race Theory dichiara che il razzismo è presente in ogni cosa e chiunque lo neghi dimostra di essere razzista. Crea un razzismo sintetico, alimenta il risentimento nei confronti della propria nazione e della propria religione di appartenenza grazie anche all’abbinamento diretto o indiretto con il filone gender. Mira ad eliminare la libertà di parola e di religione espressa nel primo emendamento della costituzione americana per sostituirlo con il 13mo emendamento che condanna la schiavitù. Chiunque è un fervente difensore dei valori di una particolare fede è uno schiavo, secondo Delgado e la moglie.
L’Iran cerca attenzione nella trattativa per il nuovo “nuclear deal”
L’Iran ha mostrato sulla televisione di stato un video in cui mostra l’inaugurazione di una nuova base navale missilistica sotterranea che si aggiunge a svariate “città dei missili” già annunciate in passato. La base ospita missili balistici e da crociera (cruise) e l’annuncio serve come elemento di pressione nei confronti di Washington per il rinegoziato del “nuclear deal” patto nucleare che era stato cancellato da Trump sostituendolo con una serie di sanzioni.
Le sanzioni, come ha notato Trump in un recente intervento, sono state tolte da Washington prima di iniziare i nuovi negoziati il che pone l’Iran nella condizione d’incrementare costantemente la pressione al fine di ottenere una posizione negoziale più forte.
In generale, l’amministrazione Biden sembra proiettata a facilitare un rafforzamento dell’estremismo islamico.
Josh Hawley dichiara la prossima fine del New World Order
Josh Hawley: “Per dare un senso del tipo di visione che gli elettori hanno rifiutato, il presidente Bush, nel 1990 tenne un discorso al Congresso dove parlò del Nuovo Ordine Mondiale. Ne parlava nel contesto dell’Iraq, ma parlò ampiamente di un ‘Nuovo ordine globale liberale’ che naturalmente sarebbe stato capitanato dall’America, e che avrebbe coinvolto l’America nel trasformare il resto del mondo in modo che le assomigliasse di più portandolo quindi a fondersi con l’America. Non ci sarebbe più stato bisogno di confini e avremmo avuto un commercio libero. Avremmo avuto una grande cooperazione multinazionale e le multinazionali sarebbero state in grado di fare affari in qualsiasi nazione, e sarebbe stata una nuova era.
Da come sono andate le cose vediamo innanzitutto che la Russia e la Cina non hanno recepito il messaggio. Inoltre quel Nuovo Ordine Mondiale non si è rivelato positivo per i lavoratori americani. Non proteggeva i valori della classe media americana. Di fatto ha indebolito lo stile di vita della classe media”.
La classe dominante è composta da un numero molto ristretto di persone che provengono da un gruppo molto limitato di università che condividono le stesse visioni e si oppongono al tradizionalismo delle comunità americane. Sono anche quelli che guadagnano dall’integrazione globale.
Da quando gli Stati Uniti hanno firmato l’accordo NAFTA (North American Free Trade Agreement) e da quando la Cina ha potuto entrare nella World Trade Organization, gli americani hanno perso 5 milioni di posti di lavoro e 50.000 aziende manifatturiere statunitensi sono state chiuse.
Il disavanzo commerciale degli USA nei confronti del resto del mondo è sestuplicato. In generale, i posti di lavoro si sono spostati in alcuni centri chiave, mentre il resto degli USA è stato sistematicamente impoverito.
L’Italia e il New World Order
Il ruolo dell’Italia nel Medio Oriente. In origine la sigla E3 indicava le tre nazioni che hanno dato vita al progetto di progressiva unificazione europea: Germania, Francia e Italia. I tre padri fondatori e pionieri sono: Konrad Adenauer cancelliere tedesco dal 1949 al 1963, Robert Schuman, primo ministro francese dal 1947 al 1948, Alcide De Gasperi, primo ministro italiano dal 1945 al 1953.
Il primo atto ufficiale fu il trattato di Roma del 1957 con la formazione della Comunità Economica Europea.
Nel 2003 la sigla E3 ha cambiato significato. L’Italia scompare per essere sostituita dalla Gran Bretagna e il gruppo delle tre nazioni si dedica espressamente al negoziato per la limitazione del programma nucleare iraniano, con l’Accordo di Parigi del 15 novembre 2004. L’Italia si era ritirata per non esacerbare i rapporti con Washington già compromessi dall’opposizione dell’Italia alla guerra in Iraq iniziata nel 2003, nonostante Teheran premesse affinché l’Italia fosse presente.
Nel 2006 il gruppo si è allargato con l’aggiunta di Stati Uniti, Russia e Cina ed è diventato E3+3, che corrisponde ai cinque membri permanenti delle Nazioni Unite più la Germania. L’Italia ancora non era rappresentata. I negoziati su un nuovo accordo per la limitazione del programma nucleare sono continuati fino al 2014 quando Matteo Renzi, allora primo ministro italiano, chiede di includere nella trattativa anche Federica Mogherini, come alto rappresentante della Comunità Europea. Il negoziato si concluse il 14 luglio 2015 con la firma del cosiddetto “Iran Nuclear Deal”, fiore all’occhiello dell’amministrazione Obama che lo aveva concluso attraverso l’opera del Segretario di Stato John Kerry che ora copre la posizione di Inviato per il Clima nell’amministrazione Biden.
Vediamo la foto dell’annuncio finale dell’accordo in cui compaiono i ministri degli esteri delle nazioni E3+3 e la Mogherini come rappresentante dell’Unione Europea, manca il ministro degli esteri russo.
Nel maggio del 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo unilateralmente e hanno cominciato ad imporre sanzioni sull’Iran che l’Unione Europea ha ignorato continuando i propri scambi commerciali con Teheran creando uno speciale strumento finanziario chiamato Instrument in Support of Trade Exchanges (INSTEX) sito a Parigi che scavalca il circuito bancario SWITF che è bloccato dalle sanzioni americane. Gli sponsor originali dell’INSTEX sono Francia, Germania e Gran Bretagna. Nel novembre del 2019 si sono unite anche Belgio, Danimarca, Olanda, Finlandia e Svezia.
La Russia ha indicato di non essere interessata a unirsi e ha creato circuiti propri.
La prima transazione ufficiale dell’INSTEX si è conclusa il 31 marzo 2020 per la fornitura di rifornimenti medici per l’epidemia COVID-19 esplosa in Iran. Federica Mogherini ha dichiarato che le finalità dell’INSTEX sono di facilitare scambi commerciali legittimi con l’Iran.
Nel 2005, l’Italia era il terzo Paese al mondo per scambi commerciali con l’Iran. Nel 2017 era la nazione che aveva la maggior parte di scambi con l’Iran all’interno dell’Unione Europea. L’Iran è una destinazione importante per l’export industriale italiano, 1 miliardo di euro di macchinari e veicoli nel 2017, come pure una fonte di energia importante sin dai tempi dell’ENI di Enrico Mattei. I manufatti italiani sono una componente molto importante nella crescita industriale e infrastrutturale dell’Iran.
L’Italia dispone di un proprio veicolo finanziario per gestire gli scambi con l’Iran, denominato Invitalia, che è stato congelato nella attesa di vedere come si risolvono i rapporti tra Iran, Stati Uniti e Unione Europea. Gli Stati Uniti avevano già concesso un’esenzione all’Italia per l’approvvigionamento di petrolio dall’Iran, che tuttavia non è stata utilizzata.
Alcune aziende italiane hanno continuato ad operare in Iran, come Fincantieri, Ferrovie dello Stato e Ansaldo, ma altre si sono fermate per non compromettere le proprie relazioni commerciali con gli USA.
L’Italia è quindi in una posizione ambigua.
Operazione Tempesta nel Deserto canto del cigno del Nuovo Ordine Mondiale
L’invasione del Kuwait il 1 agosto 1990 da parte dell’esercito iracheno fu un a sorpresa per la maggior parte dei servizi segreti occidentali. Dopo mesi di tentativi diplomatici, nel gennaio 1991 una coalizione di 35 nazioni cominciò una serie di bombardamenti su obiettivi strategici. Fecero ampio uso delle cosiddette bombe intelligenti così da contenere i danni alla popolazione civile Il 24 febbraio 1991, dopo che la strada era stata spianata da una pioggia di bombe, iniziò l’attacco terrestre che includeva anche divisioni corazzate siriane ed egiziane e che si concluse in poco più di 100 ore con la totale espulsione degli iracheni e con un accordo di cessate il fuoco.
La coalizione aveva subito poche perdite e decise di non inseguire gli iracheni in rotta in territorio iracheno perché erano convinti che il regime di Saddam sarebbe caduto per intervento interno, a seguito dell’umiliazione internazionale. Comunque furono bombardate e distrutte tutte le strutture chiave del regime che erano sopravvissute ai bombardamenti preventivi.
La Tempesta del Deserto fu una dimostrazione di grande coordinamento multinazionale, con il benestare delle Nazioni Unite, e di netta superiorità tecnologica dei sistemi bellici schierati in particolare dagli Stati Uniti. Fu soprattutto una celebrazione della fine della Guerra Fredda visto che anche l’Unione Sovietica aveva dato il suo benestare attraverso il suo presidente Michail Gorbaciov, che sarebbe stato dimissionario proprio alla fine del 1991 con lo scioglimento dell’Unione Sovietica. Già nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, i rapporti tra Unione Sovietica e occidente erano cambiati.
Gli Stati Uniti erano l’unica superpotenza al mondo in quel momento, e il progetto di New World Order, concepito in particolare da David Rockerfeller con la partecipazione di altri banchieri europei e personaggi di Wall Street, vedeva la nascita di un governo mondiale affidato alle Nazioni Unite e difeso dalla preponderante forza bellica statunitense.
Come sintetizzato da George Bush durante una riunione alle Nazioni Unite del 21 settembre 1992: “Le nazioni dovrebbero formare ed addestrare unità militari delle Nazioni Unite da impiegare in possibili operazioni di mantenimento della pace”.
La formula dell’ordine imposto con la forza in un’area strategica del Medio Oriente da cui dipendeva fortemente la valutazione del petrolio e quindi del dollaro, entrambi interessi molto cari alla famiglia Rockerfeller, aveva raggiunto nella Guerra del Golfo del 1991 il suo apice massimo che non sarebbe mai più stato ripetuto. Era stato il trionfo del complesso militare-industriale-energetico statunitense, finanziato dalla forza del petrodollaro, ma ne sarebbe anche stato il canto del cigno.
Troviamo una spiegazione di questa caduta nel manuale di guerra non convenzionale Unrestricted Warfare (Guerra illimitata) scritto nel gennaio 1999 da Qiao Lang e Wang Xiangsui, due colonnelli dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese a beneficio delle forze armate cinesi.
Il testo è stato in seguito adottato anche dai militari statunitensi e dalle forze armate di altri Paesi.
Qiao Lang e Wang Xiangsui spiegano che l’operazione Tempesta del Deserto ha segnato la fine di un’era. Tutte le operazioni militari successive che hanno visto impegnati gli americani insieme alle Nazioni Unite, come le campagne in Somalia, in Boznia-Herzegovina e i nuovi bombardamenti contro l’Iraq condotti da USA e Gran Bretagna nel 1998, hanno dimostrato l’inefficacia di tale approccio.
L’inserimento di fattori politici, economici, culturali, diplomatici, etnici e religiosi, che sono più complessi di quanto una pianificazione militare possa includere, hanno fatto emergere le limitazioni dell’approccio bellico puro e semplice.
Nel 1999 anche la Russia si era completamente ritirata dal progetto New World Order con l’arrivo sulla scena di Vladimir Putin nel 1999 e la Cina cominciava ad assumere un ruolo importante e sicuramente indipendente dalle Nazioni Unite.
La globalizzazione stava smontando gradualmente il progetto New World Order togliendo agli USA e alle Nazioni Unite il ruolo di poliziotti e pacificatori del mondo, e soprattutto il ruolo di controllori degli equilibri in Medio Oriente, cambiando anche il modo in cui si combattevano le guerre.
Roberto Mazzoni
https://www.newsmax.com/newsfront/rasmu ... 0502jnjwk8https://www.newsmax.com/politics/milita ... d/1013272/https://en.wikipedia.org/wiki/Chelsea_Manninghttps://www.dailymail.co.uk/news/articl ... ffair.htmlhttps://en.wikipedia.org/wiki/EU_threehttps://en.wikipedia.org/wiki/European_ ... _Communityhttps://en.wikipedia.org/wiki/Joint_Com ... nistrationhttps://en.wikipedia.org/wiki/Instrumen ... _Exchangeshttps://en.wikipedia.org/wiki/Iran%E2%8 ... _relationshttps://www.breitbart.com/politics/2019 ... y-of-life/USA 15 giorni da incubo per Joe Biden e la stampa liberalLudovico Seppilli
18 marzo 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 5320808471Il 25 febbraio Biden ordina un attacco aereo in Syria per colpire milizie di orbita iraniana responsabili di un attacco a militari USA ad Erbil, in Iraq, il 15 febbraio. La logica è identica a quella che aveva portato Trump, il 7 aprile 2017, a colpire la base aerea di Shayat sempre in Syria. Allora, Trump fu accusato di fascismo e Joe Biden parlò di un inaccettabile attacco in uno Stato sovrano. Oggi, silenzio assoluto dei media.
Al confine tra USA e Messico la situazione è del tutto esplosa in mano a Biden negli ultimi giorni. Dopo aver di fermato i lavori del muro, etichettato come madre di tutti i mali, e revocato il blocco del confine voluto da Trump, ecco la situazione: 9457 minori chiusi nei centri di detenzione per minori al confine, pratica per cui Trump era stato descritto come bestia disumana. A Donna, in Texas, c'è un centro di detenzione occupato al 729% della sua capienza. Biden ha dovuto parlare in TV dicendo che gli immigrati messicani non devono partire. Ma nessuno si permette di dire beh.
In un'intervista alla ABC ha definito Putin un assassino, provocando il ritiro dell'ambasciatore russo da Washington. Un fatto mai accaduto neanche in piena Guerra Fredda. Putin ha, con furbizia e diplomazia, risposto con ironica cortesia, esponendo Biden a una figuraccia di stampo mondiale. Non si ha ancora notizia di commenti da parte del mainstream media, che per 4 anni ci aveva raccontato come il linguaggio incendiario di Trump ci avrebbe portato alla terza guerra mondiale.
Il suo fedelissimo e Governatore di NY, Andrew Cuomo, è sotto processo per abusi sessuali, per aver falsificato i contagiati a NY e tutti, democratici compresi, ne chiedono le dimissioni per la pessima gestione di Covid-19. Intanto, il Repubblicano Ron De Santis in Florida, che per tutto il 2020 si è rifiutato di applicare i lockdown, è ai massimi di popolarità per la sua gestione della pandemia.
Va detto, tutto questo in poco più di 15 giorni non era facile.
Biden scivola e cade salendo la scaletta dell’Air Force OneVen, 19/03/2021
https://www.ilgiornale.it/video/mondo/b ... 1616181277Joe Biden è inciampato mentre saliva la scaletta dell'Air Force One per volare ad Atlanta, è scivolato due volte prima di cadere una terza, mentre si reggeva al corrimano. The Hill (Alexander Jakhnagiev)
I Mass Media riserveranno ora la stessa morbosa attenzione alla salute di Biden come hanno fatto con Trump? Ovviamente No!23 marzo 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... amente-no/Joe Biden è caduto per ben tre volte nel tentativo di salire a bordo dell’Air Force One, e ciò ci ha riportato alla mente l’isteria di massa dei media liberal quando invece toccò al Presidente Donald Trump, quella volta che venne deriso per aver camminato lentamente e cautamente lungo una rampa lo scorso anno.
Giornalisti ed opinionisti avevano lanciato l’allarme sulle condizioni fisiche di Donald Trump per quelli che credevano fossero “i segni del declino della sua salute” durante l’apparizione alla cerimonia di consegna dei diplomi a West Point lo scorso giugno, quando Trump era stato visto scendere cautamente la rampa del palco.
Una clip della cauta camminata di Trump, condivisa su Twitter dal giornalista di sinistra Aaron Rapar, aveva totalizzato oltre 13,1 milioni di visualizzazioni. Quel filmato aveva occupato parecchi giorni nei notiziari e gli opinionisti liberal l’avevano persino “usato” come spunto per chiedersi se ci fosse qualcosa di “neurologicamente sbagliato” in Donald Trump.
Resta da vedere se la tripla caduta del 78enne Biden riceverà anche solo una frazione dell’attenzione che Donald Trump aveva ricevuto per aver solo camminato con cautela.
“Onestamente a nessuno importerebbe così tanto di un vecchio che inciampa, ma il NYT, la CNN e altri si sono buttati a capofitto in una copertura speculativa quando Trump camminò lungo quella rampa, quindi eccoci dunque con i media che devono rimangiarsi la loro stessa copertura ostile e corrosiva”, ha osservato il giornalista Mark Hemingway.
Il New York Times aveva titolato all’epoca: “La camminata di Trump sulla rampa solleva nuove questioni sula sua salute”.
“Il signor Trump – che ha compiuto 74 anni domenica, il più vecchio presidente degli Stati Uniti nel suo primo mandato – è stato ripreso mentre scendeva esitante la rampa, un passo alla volta, dopo aver tenuto un discorso ai cadetti diplomati dell’accademia di New York, sabato. Il sovrintendente dell’accademia, il tenente generale Darryl A. Williams, camminava al suo fianco. Il signor Trump ha accelerato leggermente solo per gli ultimi tre passi, quando stava per arrivare in fondo”, aveva scritto la giornalista del NYTimes, Maggie Haberman.
“Domanda seria: cosa gli sta succedendo? I suoi sostenitori hanno cercato in tutti i modi di convincere i media a mettere in dubbio la forma fisica e mentale di Joe Biden, ma sono così spesso impegnati in congetture che sembra valga la pena indagare”, aveva twittato allora la conduttrice della MSNBC Joy Reid.
“La questione della salute di un presidente è di grande importanza per il pubblico americano”, ha detto il giornalista dell’Associated Press Jonathan Lemire sulla MSNBC, notando che Donald Trump aveva regolarmente messo in discussione l’idoneità di Joe Biden per la carica.
“Diventa assolutamente più difficile sostenere una causa quando vediamo video come questo, laddove il presidente stesso sta avendo degli inciampi improvvisi, lapsus momentanei, si sforza per trovare una parola o qualsiasi altra cosa possa essere”, ha continuato Lemire.
Donald Trump e la sua camminata incerta all’accademia di west Ponit nel giugno 2020
La CNN era particolarmente ossessionata dalla “cauta camminata” di Trump, come Alisyn Camerota, sempre della CNN, che aveva detto che un presidente che cammina “in modo molto lento” potrebbe essere un motivo di preoccupazione.
“Forse ha solo difficoltà a scendere una rampa in leggera pendenza”, ha detto prima di chiedere al dottor Sanjay Gupta, “Ma vede qualcosa, forse di natura neurologica, che potrebbe fargli perdere equilibrio?”
Gupta aveva risposto che molti neurologi stavano parlando della situazione. Nel frattempo, Chris Cillizza della CNN diceva che era una storia importante, perché Trump aveva 74 anni all’epoca.
“Sappiamo così poco della storia medica di Donald Trump”, aveva detto Cillizza mentre la grafica sullo schermo della rete liberal riportava: “La camminata instabile di Trump, nel braccio alzato che solleva domande sulla sua salute”.
Il conduttore della CNN John King aveva detto che Trump sembrava “un po’ traballante” su quella rampa. La corrispondente politica della CNN Abby Phillip si è chiesta se Trump fosse “trasparente” riguardo alla sua salute e sulla base degli “ultimi incidenti”.
Joe Biden stesso aveva partecipato a quella recita, prendendo in giro Trump sull’onda della campagna elettorale, ma per un momento che, con il senno di poi, sarebbe tornato a perseguitarlo…
“Guardate come cammina lui e guardate come cammino io. Guardate come corro su per le rampe e lui inciampa giù per le rampe. Suvvia”, aveva detto Biden.
Donald Trump aveva risposto a queste speculazioni, osservando come la rampa fosse “scivolosa“, ma Haberman non l’aveva bevuta. “Non c’erano prove che la rampa fosse scivolosa, e il cielo era chiaro durante la cerimonia”, aveva twittato il giornalista del Times.
Tornando alla caduta di Joe Biden, però, notiamo come il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Kate Bedingfield, abbia spiegato che Biden non sia rimasto ferito dalla tripla caduta. Un altro portavoce ha detto che la caduta stessa erano dovute al “forte vento“.
“So che la gente ha visto che il presidente Biden è scivolato mentre saliva le scale dell’AF1, ma sono felice di riferire che sta bene e non ha nemmeno richiesto alcuna attenzione da parte del team medico che viaggia con lui”, ha detto. “Niente di più che un passo falso sulle scale”.
Biden non è nuovo a questo tipo di d’incidente, a dicembre si era infatti fratturato un piede mentre inseguiva il suo cane.
ll commento ironico di Joe Biden sulla dicesa lenta e cauta di Donald Trump dalla rampa del palco alla cerimonia dei diplomi dell'accademia di West Point, nel giugno del 2020. Ancora ignaro che la stessa ironia sarebbe presto tornata a perseguitarlo. L'Osservatore Repubblicano
23 marzo 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 5417124128 Donald Trump dalla rampa del palco alla cerimonia dei diplomi dell'accademia di West Pointhttps://www.youtube.com/watch?v=Cp775-4XSSU https://www.youtube.com/watch?v=t9BPU_xeJ1A Joe Biden trips three times while boarding Air Force Onehttps://www.youtube.com/watch?v=2UfsqZ1T6E8 “La pandemia è la crepa dell'edificio della nostra civiltà in decomposizione”Giulio Meotti
18 marzo 2021
https://meotti.substack.com/p/la-pandem ... lledificio “È la fine del mondo giudaico-cristiano e la cascata di catastrofi che ne segue: l’inversione dei valori, la scomparsa della verità, la caduta della cultura sotto colpi dell’antirazzismo e del postfemminismo... In una frase, la generalizzazione del nichilismo come giustamente annunciato da Nietzsche”.
Così, in una lunga intervista a El Mundo, si esprime il filosofo francese Michel Onfray. Nella newsletter ho pubblicato due lunghi brani del suo ultimo libro. “La pandemia è la crepa dell'edificio della civiltà che è sul punto di crollare”, dice Onfray al quotidiano spagnolo. “I segni fatiscenti sono il nichilismo, la scomparsa diffusa dello Stato, il trionfo dell’immoralismo, l’era della post-verità ... L'epidemia rivela che siamo una civiltà in stato di decomposizione avanzata. Il capitalismo ne approfitta per far avanzare il transumanesimo”.
Alla domanda se Trump sia l’imperatore della decadenza, Onfray replica: “Trump è meno decadente di Biden, con la sua preoccupazione di essere progressista e di correre, a piccoli e ridicoli passi, dietro tutte le mode che risultano essere molto decadenti. Maternità surrogata, identità sessuale dei bambini a scuola per cui non c'è né uomo né donna ma il progetto di essere una cosa o l'altra ... Puzza di Petronio a leghe di distanza! Biden è l'Imperatore decadente, non Trump”.
È il momento della Cina, dice l’intellettuale francese. “Farà scacco matto all’Europa, che esalerà l’ultimo respiro”.
Da ateo e conservatore di sinistra, Onfray lamenta infine la fine del cristianesimo in Europa. “Ogni civiltà ha come punto di partenza un testo sacro. Il nostro giudeo-cristiano ha la Bibbia in generale e il Nuovo Testamento in particolare. Se pensiamo all'Egitto ci vengono in mente le piramidi, se pensiamo al giudeo-cristianesimo ci verranno in mente le cattedrali. Vivo a Caen, in Francia, dove Guglielmo il Conquistatore ha costruito due cattedrali mille anni fa e dove si officia ancora la messa. Le edificò in soli vent’anni. La Sagrada Familia è stata concepita nel XIX secolo, non terminata nel XX e consacrata nel XXI da un Papa che ha abdicato. Non è finita e già sembra in rovina ... E la polizia vi ha sventato un attacco islamista che avrebbe trasformato le rovine di oggi nelle rovine di domani ... Abbiamo molto materiale per fare allegorie!”.