Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:17 pm

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La banda Biden Biden e la Corte Suprema



Biden, il presidente dimezzato. Ecco come la Corte suprema può fermarlo
Autore Andrea Massardo
2 febbraio 2021

https://it.insideover.com/politica/bide ... prema.html

C’è una certezza in particolare sulla quale il nuovo presidente deli Stati Uniti d’America, Joe Biden, a differenza del suo predecessore Donald Trump non potrà assolutamente contare: la Corte Suprema. Già, perché a differenza del Tycoon (che proprio sul finire della sua presidenza è riuscito ad eleggere un ulteriore nome vicino alla destra repubblicana, Amy Coney Barrett), il leader democratico avrà uno sfavore di sei voti a tre nel massimo organo giudiziale degli Stati Uniti, in un Paese in cui le sentenze producono storico legislativo.

Un particolare non indifferente, se si considera come la legalizzazione più ampia dell’aborto negli Stati Uniti sia stato sancito proprio da una sentenza della Corte Suprema, nella notissima causa giudiziaria “Roe Vs Wade“. E, soprattutto, una situazione che col passare dei mesi potrebbe rivelarsi sempre più scomoda per Biden, in quanto potenzialmente in grado di limitare il suo margine d’azione, con la “lunga mano” di Trump ancora de facto in grado di imporre la propria visione politica negli Usa.


Pronti-Via e Biden potrebbe già subire il primo stop

Sono bastati infatti soltanto due giorni a Biden per rendersi conto di quanto l’opposizione repubblicana possa divenire particolarmente ingombrante nel corso del suo mandato. Come riportato dall’agenzia di stampa Reuters, infatti, lo scorso 22 gennaio la moratoria di 100 giorni varata di Biden per gli immigrati è stata impugnata dal procuratore texano Ken Paxton, notoriamente vicino alle posizioni repubblicane e nella fattispecie molto legato soprattutto a Trump. E in questo scenario, non è difficile immaginare come la delicatezza della questione e gli eventuali ricorsi di entrambe le parti possano portare il caso alla Corte Suprema, dove il presidente degli Stati Uniti avrebbe ben poche speranze di vittoria.

Giusto il tempo di partire che, dunque, lo spettro del 45esimo presidente inizia a farsi sentire, promulgandosi con la massima istituzione giudiziaria degli Stati Uniti e proprio su un tema assai delicato per il mondo democratico come quello migratorio. E in assenza di successi su questo fronte – anche a causa della campagna elettorale spinta fortemente verso questa direzione – la preoccupazione per Biden è quella di perdere consensi sin dall’inizio, inficiando già quelle che potrebbero essere le possibilità di rielezione alla prossima tornata delle presidenziali.


Biden, il presidente dimezzato

Come sottolineato precedentemente, la possibilità che i ricorsi giungano fino in Corte suprema e che in questo modo trovino una marcata opposizione repubblicana è un vistosissimo tallone d’Achille per la presidenza Biden. In modo particolare poiché potenzialmente in grado di bloccare e di respingere molte di quelle mosse che per la Casa bianca saranno importanti sia per smantellare i cambiamenti avvenuti sotto la gestione Trump sia in chiave propagandistica.

Con la ventata progressista portata a Washington da Biden e della vicepresidente Kamala Harris che si infrange sul baluardo repubblicano della Corte suprema, dunque, si potrebbe tranquillamente parlare di presidente dimezzato. Dimezzato, in virtù del fatto che sulle questioni discriminanti, nel bene e nel male, la vera parola decisiva non sarà la sua quanto più quella della massima istituzione giudiziaria. Dimezzato, poiché nonostante la sua vittoria su Trump sarà proprio quest’ultimo grazie alla sua lunga mano a poter salvaguardare la visione che in quattro anni è riuscito a dare al Paese. Evidenziando ancora una volta come, nonostante egli non sia stato nemmeno riconfermato, il solco da lui tracciato sia destinato a segnare la politica americana ancora per molti anni a venire.




I democratici continuano a dimostrare che non si preoccupano della legge e delle istituzioni, ma solo del potere. L'ultimo esempio è un disegno di legge per impacchettare la Corte Suprema e distruggere la sua legittimità per garantire quelle sentenze che i liberal desiderano per portare avanti la loro agenda progressista sul secondo emendamento, sull'immigrazione etc..
L'Osservatore Repubblicano
15 aprile 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 4448692558

I democratici cominciano a spingere per riempire la Corte Suprema con quattro nuovi giudici.
I legislatori presentano un disegno di legge per aumentare il numero di membri della Corte Suprema da 9 a 13
Un gruppo di Democratici giovedì ha formalmente lanciato uno sforzo legislativo per riempire la Corte Suprema aggiungendo quattro nuovi giudici, in una mossa che è stata acclamata dagli attivisti progressisti ma che ha rapidamente incontrato la feroce opposizione del GOP e lo scetticismo della leadership democratica.
Il senatore Ed Markey, D-Mass, insieme al presidente della commissione giudiziaria della Camera Jerrold Nadler, D-N.Y., e ai membri della commissione giudiziaria Mondaire Jones, D-N.Y., e Hank Johnson, D-Ga.
"Siamo qui oggi perché la Corte Suprema degli Stati Uniti è guasta", ha detto Markey, affiancato dai legislatori democratici e dagli attivisti. "È sbilanciata. Ha bisogno di essere aggiustata".
"L'espansione della Corte Suprema corregge i torti che i repubblicani hanno fatto a questo grande tribunale", ha aggiunto Markey. "Espandere la Corte Suprema è una giustizia equa e assicurerà una giustizia equa a tutti gli americani".
I Democratici hanno detto che l'estrema destra ha dirottato la corte grazie alle mosse di "rottura delle norme" del leader del Senato Mitch McConnell, R-Ky. ed espandere il numero di giudici è necessario per ripristinare l'equilibrio e l'integrità della più alta corte d'America.
Nadler ha respinto l'idea che i Democratici stessero cercando di riempire la corte di giudici liberali e ha insistito sul fatto che sono stati i Repubblicani a riempire la corte con manovre come bloccare la conferma di Merrick Garland, la scelta dell'ex presidente Obama alla Corte Suprema, e far passare la conferma di Amy Coney Barrett poco prima delle elezioni presidenziali.
"Non stiamo impacchettando [la corte]", ha detto Nadler. "La stiamo spacchettando".
Il Judiciary Act del 2021 è solo un disegno di legge di due pagine che aumenterebbe il numero di giudici della corte da 9 a 13, creando un'opportunità immediata per il presidente Biden di nominare quattro nuovi giudici da confermare nel Senato guidato dai Democratici.
La legislazione ha scarse probabilità di passare il Congresso perché, a meno che i Democratici non aboliscano l'ostruzionismo, richiederebbe 60 voti per il passaggio al Senato.
Ma Markey ha detto che è tempo di cambiare l'ostruzionismo per far passare la legislazione con una maggioranza semplice.
"Dobbiamo espandere la corte, e per farlo dobbiamo abolire l'ostruzionismo", ha detto Markey.
Biden stesso è stato freddo nei confronti dell'espansione della corte e ha solo appoggiato l'istituzione di una commissione bipartisan di 36 membri per studiare le riforme della corte. L'addetto stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, ha detto giovedì che Biden sta aspettando le raccomandazioni della commissione giudiziaria appena formata prima di prendere una posizione.
"Aspetterà che questo si svolga e aspetterà di leggere quel rapporto", ha detto Psaki.
I repubblicani hanno immediatamente condannato la proposta come un delirante tentativo progressista di distruggere la Corte Suprema.
McConnell, che i conservatori accreditano per aver riformato la corte impedendo un voto su Garland e poi cambiando le soglie di voto del Senato per confermare tre dei candidati del presidente Trump, ha immediatamente stroncato la proposta del court-packing. Ha detto che la mossa è progettata per "garantire le sentenze che i liberal vogliono" e "distruggerebbe" la legittimità della corte.
I progressisti, tuttavia, hanno detto che con i Democratici che controllano la Camera, il Senato e la Casa Bianca ora è il momento di bilanciare la corte, che attualmente ha una maggioranza conservatrice di 6-3.
Meagan Hatcher Mays, direttore democracy policy at the liberal group Indivisible, ha detto che i repubblicani hanno distrutto la fiducia che gli americani hanno nella corte.
Ha incolpato McConnell di aver annullato le norme del Senato per far passare giudici sostenuti dal GOP che sono più fedeli ai "risultati politici conservatori" che alla costituzione. Ha detto che McConnell "si è fatto in quattro" per confermare il giudice Brett Kavanaugh, che è "orribilmente non qualificato per servire sulla panchina".
"Siamo qui perché Mitch McConnell ha giocato troppo la sua mano", ha detto Mays, una fondatrice della coalizione Unrig the Courts. "Lui e Donald Trump sono diventati avidi e il popolo americano l'ha notato".
La costituzione non impone che il numero di giudici sia fissato a nove. Il numero è fissato dal Congresso e può essere cambiato senza un emendamento costituzionale.
Il sito web della Corte Suprema nota che il numero di giudici è cambiato sei volte prima di stabilirsi all'attuale totale di nove nel 1869.
I democratici hanno detto che il numero di 13 è opportuno perché riflette il numero delle corti d'appello in America che è cresciuto da nove a 13 con il tempo.
"Oggi inizia una nuova era in termini di Corte Suprema", ha detto Johnson. "È stato dato per scontato per così tanto tempo che la corte debba essere di nove persone ... Semplicemente non c'è bisogno di continuare con una corte di nove persone, date le circostanze che si sono manifestate".
Jones, un legislatore fresco di nomina della contea di Westchester a New York, ha detto che le decisioni della Corte Suprema sui finanziamenti alle campagne elettorali, lo sventramento dei diritti di voto e il gerrymandering partigiano mostrano che la corte guidata da John Roberts "è ostile alla democrazia stessa".
Jones ha detto che la Corte Suprema è stata "complice" della soppressione degli elettori e ha creato un percorso per "l'estrema destra per rimanere al potere". Ha detto che espandere la corte è il rimedio.
"La nostra democrazia affronta la sua più grande prova dai tempi di Jim Crow", ha detto Jones. "Dall'insurrezione al Campidoglio, alla soppressione razzista degli elettori tentata in tutti gli Stati Uniti d'America, l'estrema destra è in guerra con la nostra democrazia".
Oltre a Biden, altri democratici sono freddi nei confronti del piano di riempire la Corte. Il senatore Dick Durbin, D-Ill, presidente del potente comitato giudiziario del Senato che ha giurisdizione sui tribunali, ha detto che non è pronto ad approvare la legge.
"Ne ho appena sentito parlare", ha detto Durbin. "Non sono ancora pronto a firmare. Penso che questa commissione di Biden sia la mossa giusta. Pensiamoci bene. Questo è storico".
La presidente della Camera Nancy Pelosi, D-Calif., ha detto giovedì che anche lei sostiene la commissione di Biden per studiare le riforme e non ha intenzione di portare la legislazione sul court-packing ad un voto completo della Camera.
"Non ho intenzione di portarla in aula", ha detto Pelosi.



Lo sforzo dei Democratici per l’ampliamento della Corte Suprema mostra che il cambiamento sta andando troppo oltre, troppo in fretta
Anche se la Corte Suprema rimarrà con nove giudici, i Democratici hanno già fatto danni significativi.

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 15 Aprile 2021 di “Tucker Carlson Tonight”.
28 aprile 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... in-fretta/

Le cose stanno cambiando velocemente, nel caso non l’abbiate notato; troppo velocemente. La gente non può metabolizzare un cambiamento con questi ritmi – non solo gli spettatori di Fox News, o gli anziani Repubblicani, ma proprio la specie umana stessa. Gli esseri umani non sono progettati per cambiamenti implacabili e bruschi nel loro modo di vivere o nel loro modo di pensare.

Per la maggior parte della storia umana, non hanno avuto a che fare con questi cambiamenti perché non sono avvenuti molto in fretta. Le società si sono evolute lentamente. La Francia del IV secolo era molto simile a quella del XIV secolo. Per un migliaio di anni, la maggior parte della gente in Francia ha passato la vita pascolando gli animali addomesticati nei campi e vivendo in capanne di paglia.

Poi, nel 1700, qualcuno perfezionò la macchina a vapore e niente fu più lo stesso. La vita per la gente comune cominciò a cambiare. Si muoveva sempre più velocemente, e poi esponenzialmente sempre più velocemente. Questo è continuato fino ai giorni nostri, un momento in cui quasi ogni mattina ci si sveglia in un mondo nuovo di zecca.

Se hai più di 40 anni, potresti avere difficoltà a riconoscere il tuo paese. È troppo poco familiare. I ragazzini presuntuosi sui social media non si preoccupano di notare tutto questo e quando lo fanno, liquidano ogni lamentela sul cambiamento come “bigottismo“. Ma non è bigottismo. È la natura umana: Il cambiamento improvviso causa sempre il caos sociale. Gli esseri umani sviluppano usi e costumi ed aspettative generazionali per un motivo. Non è casuale.

La continuità è confortante per le persone. Se si eliminano le cose familiari da un giorno all’altro, le società si fratturano. I popoli tendono ad esplodere. L’abbiamo visto accadere.

L’ultima rivoluzione industriale, alla fine, ha provocato le rivoluzioni armate. Centinaia di milioni di persone sono morte. La Germania ha avuto Hitler. L’Europa orientale ha avuto lo stalinismo. Sì, alla fine ci siamo ritrovati con gli antibiotici. Si può ringraziare la tecnologia per questo, e lo facciamo. Ma abbiamo avuto anche il genocidio e le bombe atomiche. C’è una lezione qui: se vuoi cambiare le cose, fallo lentamente. Scegli l’incrementale piuttosto che l’immediato. Spiegati mentre lo fai. Rassicura la gente. Riconosci la realtà della biologia evolutiva.

Gli esseri umani non sono nati per essere componenti di macchine. Non puoi sfornare versioni migliorate dei tuoi cittadini con una stampante 3D. Le persone nella vita reale sono complicate e testarde e difficili da controllare. Anche i più “aperti” diventano nervosi e disorientati quando improvvisamente tutto è diverso. Si potrebbe pensare che tutto questo sia ovvio e che i leader saggi lo sappiano intuitivamente. Se stai per avere un implacabile cambiamento tecnologico – e apparentemente è così – non puoi infliggere un implacabile cambiamento sociale e aspettarti che la tua società sopravviva. Le cose crolleranno se lo farai, garantito.

Eppure è esattamente quello che i nostri leader stanno facendo oggi. Stanno cambiando tutto, che ci piaccia o meno: una nuova lingua, nuovi valori, nuova biologia, nuovi programmi di studio, nuovi costumi sociali e standard di assunzione e tipi di corpo. Una popolazione nazionale nuova di zecca. E poi, siccome questo non è ancora abbastanza, un nuovo sistema di governo. Tutto questo in tre mesi.

Quali saranno le conseguenze di questa rivoluzione? Nelle vostre ossa, conoscete già la risposta. È terrificante. E non deve succedere. Ciò di cui l’America ha bisogno più di ogni altra cosa è una pausa, un momento per prendere un bel respiro nazionale. Fare il punto della situazione. Valutare quello che è appena successo – molto – e considerare con calma il modo migliore di procedere. Volete l’unità del paese? Lo vogliamo tutti. Questo potrebbe portarci all’unità. Ma No. La caleidoscopica raffica di cambiamenti incessanti continua.

I Democratici ci hanno informato che hanno intenzione di smantellare quell’ultimo ramo che gode ancora di fiducia nel nostro governo, la Corte Suprema. Un membro del Congresso di New York ha spiegato perché lo stanno facendo. Il suo nome è Mondaire Jones. Ha 33 anni. È andato a Stanford e alla Harvard Law School, il che significa che nella sua breve vita non ha prodotto essenzialmente nulla. Niente di tutto ciò significa veramente qualcosa per lui. Quindi è felice di mandare tutto all’aria.

Annuncio della campagna elettorale di Mondaire Jones: “La nostra democrazia è in crisi. L’insurrezione del 6 gennaio lo ha reso chiaro. Questa crisi non è arrivata da un giorno all’altro o per caso. La Corte Suprema ha contribuito a portarci fin qui. Infatti, la Corte ha attivamente smantellato la nostra democrazia per anni… Ha sventrato le protezioni del Voting Rights Act e ha aperto la strada ad una nuova era di soppressione razzista degli elettori. Ha aiutato ad installare Donald Trump alla Casa Bianca e lui ha restituito il favore nominando altri giudici che sono ostili alla nostra democrazia… Noi, il popolo, possiamo rompere la presa dell’estrema destra antidemocratica sulla nostra democrazia. Possiamo ampliare la Corte Suprema. E insieme possiamo finalmente ripristinare il governo del popolo invece del governo dei potenti.”

La Corte Suprema ha fatto l’insurrezione del 6 gennaio. La “Corte di QAnon“, se volete chiamarla così. Scommetto che non lo sapevate. Non lo sapeva nemmeno Mondaire Jones. Sta solo leggendo quello che hanno scritto per lui sul copione.

A proposito, chi sono “loro”? Quello era un abile annuncio della campagna. Non l’ha fatto nel suo scantinato. E’ costato soldi fare lo spot. Da dove vengono quei soldi? Ci piacerebbe saperlo. È stato finanziato da alcune delle grandi corporazioni che hanno appena finito di dirci che chiedere alle persone di mostrare un documento d’identità quando votano è razzismo alla Jim Crow?

È possibile. “Tucker Carlson Tonight” li ha chiamati per scoprirlo. Abbiamo chiesto al CEO della Coca-Cola James Quincey, al CEO della Delta Ed Bastian, al capo di Amazon Jeff Bezos e al CEO della Merck Ken Frazier. Tutti questi titani del business sono stati di recente felici di pesare con tutto il loro impegno su quale forma di governo il resto di noi dovrebbe avere. È un loro affare, ora dipende da loro. Qual è la loro opinione sul trasformare la nostra più alta corte in un organo legislativo, sul rendere la nostra ultima istituzione ufficialmente apartitica in qualcosa che è apertamente di parte e quindi affidabile per nessuno? Possiamo solo immaginare cosa ne pensino, perché non ci hanno risposto. A quanto pare non sono più così preoccupati della “democrazia”. Qualsiasi cosa Biden voglia, basta che non prenda i nostri soldi.

Sanno da che parte sta Joe Biden. Qualche giorno fa, la Casa Bianca ha formato una cosa chiamata “Commissione Presidenziale sulla Corte Suprema degli Stati Uniti“. Il compito di questa commissione era di valutare i “principali argomenti nel dibattito pubblico contemporaneo a favore e contro la riforma della Corte Suprema“.

È l’ultima frase che conta “riforma della Corte Suprema“. Non è il “court-packing“, non è quello che fece Franklin Delano Roosevelt. È “riforma della Corte Suprema“. La Casa Bianca dice che vuole solo studiare l’argomento in modo obiettivo. Giusto. Il vero scopo era quello di segnalare che il court-packing ora ha l’approvazione della Casa Bianca. In una conferenza stampa questo pomeriggio, alcuni dei più potenti Democratici del Congresso hanno chiarito di aver ricevuto il messaggio.

Rep. Jerry Nadler, Democratico di New York.: “Alcune persone diranno che stiamo espandendo il numero dei giudici della corte. Non la stiamo espandendo. La stiamo risistemando. Il senatore McConnell e i Repubblicani hanno aumentato i giudici alla corte negli ultimi due anni… quindi questa è una reazione a ciò.”

(Applausi per il 23enne assistente alle comunicazioni che ha pensato a questa linea).

Jerry Nadler è il presidente della Commissione Giudiziaria della Camera, che è un lavoro importante quando si parla di tribunali. Ma non era da solo…

Hank Johnson della Georgia era lì. Forse ricorderete Hank Johnson come il geologo dilettante che una volta ha ipotizzato in un’udienza in commissione che la nazione insulare di Guam potrebbe capovolgersi a causa della sovrappopolazione. Questo è Hank Johnson, e ha offerto la sua valutazione di quanto grande dovrebbe essere la Corte Suprema.

Hank Johnson: “Questa naturale espansione [della Corte] si è fermata dopo la guerra civile, lasciandoci oggi con la stranezza storica di tredici corti d’appello e solo nove giudici. Credo sia ora di tornare a questa tradizione e avere almeno tredici giudici.”

Torneremo a prima della guerra civile, dice Hank Johnson. È tempo di “tornare alla tradizione“. Davvero? Ci si chiede quali altre tradizioni antebelliche Hank Johnson voglia riportare negli Stati Uniti. Purtroppo non l’ha detto. Fino ad ora il partito di Hank Johnson ci aveva convinto che le precedenti tradizioni americane fossero radicate nel suprematismo bianco. Ma in qualche modo, non i tredici membri della Corte Suprema. Questo è quello che ci ha appena detto Hank Johnson.

Queste persone sono veramente radicali. La buona notizia è che sono anche stupide. Ed Markey, che ha servito nel Congresso per quarant’anni, si è alzato ed ha ripetuto la stessa solfa. Solo aumentando i numeri della Corte Suprema con dei Democratici di parte, ha detto Ed Markey, potremo ripristinare la legittimità della Corte Suprema.

Ed Markey: “E sono deluso nel dire che troppi americani mettono in dubbio la legittimità della corte. La conseguenza è che i diritti di tutti gli americani – specialmente le persone di colore, le donne e le nostre comunità di immigrati sono a rischio… Abbiamo una maggioranza stilosa ed illegittima di 6- a 3 nella corte che ha causato questa crisi di fiducia nel nostro paese.”

È difficile prendere sul serio il 74enne Ed Markey quando parla di “dare potere alle donne e alle persone di colore” mentre occupa un seggio al Senato in uno stato a stragrande maggioranza democratico. Ehi Ed Markey, perché non ti dimetti oggi e dai quel seggio a una donna o a una persona di colore? Oh, non vuoi farlo? Perché sei un bugiardo.

La parte migliore è l’idea che la gente non pensi che la corte sia legittima, ed è per questo che abbiamo bisogno di riempirla di Democratici, il tutto articolato davanti ad un cartello che diceva “espandere la corte“.

Markey voleva farvi dimenticare che non molto tempo fa ci diceva “abbiamo bisogno di nove”, il che significava nove giudici.

Ve lo ricordate? No, non vogliono che ve lo ricordiate. Non è l’unica cosa che non vogliono che ricordiate. Ed Markey preferirebbe che dimenticaste che quattro anni fa era in piedi davanti ad un podio che recitava “abbiamo bisogno di nove”, cioè nove giudici.

Quando Ruth Bader Ginsburg è morta l’anno scorso, Ed Markey è stato uno dei molti Democratici che hanno esortato i Repubblicani a rispettare il suo “ultimo desiderio”.

“Mitch McConnell ha mandato in fumo un’udienza di conferma… andando contro il precedente ed il desiderio della giudice Ginsburg“

ha scritto Markey su Twitter. Anche dalla tomba, i giudici della Corte Suprema determinano chi li sostituisce.

Ma ora, Ruth Bader Ginsburg non è più utile a persone come Ed Markey, quindi vogliono che dimentichiate ciò che lei stessa ha detto sull’aumento dei giudici un anno prima di morire.

Ruth Bader Ginsburg a NPR nel 2019: “Ho sentito che ci sono alcune persone sul lato democratico che vorrebbero aumentare il numero di giudici … Se c’è qualcosa che farebbe apparire la corte come partitica, sarebbe proprio questo, una parte che dice: “Quando saremo al potere, ne amplieremo il numero”.

Ora, all’epoca, era legge federale che tutti i Democratici dovessero essere d’accordo con quello che diceva Ruth Bader Ginsburg, così Joe Biden lo fece.

Joe Biden, nel 2019: “Non entrerei in tribunale facendo i bagagli. Aggiungiamo tre giudici, la volta successiva perdiamo il controllo e loro aggiungono altri tre giudici. Così cominceremo a perdere qualsiasi credibilità che la corte abbia.”

Potremmo continuare, ma non lo faremo. Un ipocrisia così sfacciata comincia ad annoiarci. Sì, sono bugiardi senza principi che diranno qualsiasi cosa pur di mantenere il potere. Lo abbiamo capito.

Ora, nella vita reale, la legge di cui stiamo parlando potrebbe non passare. Ma la cosa triste è che non importa se passa o no, perché il danno è già stato fatto. Le persone che sono pagate per preoccuparsi del paese hanno dimostrato di non farlo. Distruggerebbero il paese pur di averne il controllo. Questo non è un messaggio rassicurante. Gli americani sono molto ansiosi in questo momento. Sono paranoici e diffidenti. Pensano che nessuna delle loro istituzioni sia all’altezza. Ma invece di rassicurarli che tutto andrà bene, i leader Democratici hanno appena mostrato loro che hanno tutte le ragioni per sentirsi così.

“Tucker Carlson Tonight” è un talk show americano e programma di attualità condotto dal commentatore paleoconservatore Tucker Carlson. Lo show viene trasmesso in diretta da Washington, D.C., su Fox News Channel alle 8:00 P.M. ET nei giorni feriali. Lo show include tipicamente commenti politici, monologhi, interviste e analisi. Ha debuttato come programma nella lineup di Fox News Channel il 14 novembre del 2016. Nel luglio 2020, “Tucker Carlson Tonight” ha battuto il record di programma con il più alto indice di gradimento nella storia delle notizie via cavo degli Stati Uniti, raccogliendo un’audience media di 4,33 milioni di spettatori.

Tucker Carlson è un conduttore di Fox News. Si è unito alla rete nel 2009 come collaboratore. Sostenitore dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si dice anche che abbia influenzato alcune decisioni politiche chiave di Trump stesso. Le sue controverse dichiarazioni su razzismo, immigrazione e femminismo hanno portato al boicottaggio degli inserzionisti contro lo show. Fiero oppositore del progressismo politico, è stato definito un “nazionalista” ed un “paleoconservatore”. È un critico dell’immigrazione. Originariamente sostenitore della politica economica libertaria, ha poi criticato l’ideologia come “controllata dalle banche” ed è diventato un “protezionista”. È anche uno scettico sugli interventi all’estero degli Stati Uniti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:17 pm

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Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:17 pm

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Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 10:07 pm

19)
La politica energetica della banda Biden Biden



Scacco matto “gretini”: Joe Biden sta col Nucleare, esattamente come Donald Trump!
9 febbraio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ald-trump/

Joe Biden e il nucleare: gli scienziati dicono che rientrare nell’Accordo di Parigi è un buon inizio. Dove ancora si inserisce il nucleare nel suo piano energetico per l?America?

Come già detto molte volte, Sleepy Joe Biden ha una visione apparentemente molto diversa da quella dell’ex Presidente Donald Trump sull’energia: in pratica, quello che cambierà nei prossimi anni dovrebbe esser principalmente la “retorica“. Essendo gli Stati Uniti rientrati negli Accordi di Parigi, cercheranno ora di investire principalmente in energie rinnovabili, non tanto per i grandi “obiettivi energetici”, ma semplicemente per ricompensare i tanti gruppi e aziende ambientaliste che hanno finanziato la campagna presidenziale dei Democratici del 2020.

La guerra dichiarata al fracking non dovrebbe essere però portata a termine, ci sarà certamente qualche limitazione in più ma, l’export di gas naturale liquefatto è una componente fondamentale dell’economia americana. Si è già rivelato una vera e propria “arma geopolitica” contro la Cina e… in qualche modo, si dovranno pur riscaldare le case durante l’inverno, specialmente nel Nord-Est americano.

Una chiara alternativa “carbon free” – che non ha il problema dell’intermittenza delle fonti rinnovabili – è certamente l’energia nucleare.

Sebbene l’accozzaglia dei “gretini“, che ça va sans dire sostengono l’attuale inquilino della Casa Bianca, si preoccupino delle scorie nucleari (ignorando però il fatto che oramai possono essere riciclate) proprio il loro beniamino Joe Biden, nel suo programma energetico, aveva messo “nero su bianco” che, non essendoci emissione di gas serra e di altre sostanze inquinanti, la fonte energetica tanto odiata dagli ambientalisti farà parte del suo “energy mix” per l’America.

Negli Stati Uniti, attualmente, l’agenzia ARPA-E (Advanced Research Project Agency) ha il compito di individuare ed aiutare a sviluppare nuove forme di energia ovvero nuove innovazioni che abbiano come obiettivo quello di ridurre i costi di produzione energetica pur mantenendo alti standard di sicurezza.

Sleepy Joe sembrerebbe intenzionato a creare ARPA-C con il focus principale di portare gli Stati Uniti ad essere 100% “carbon free” entro il 2050. L’obiettivo specifico sarebbero gli “Small Modular Reactors” ovvero reattori di piccole dimensioni in grado di dimezzare i costi di costruzione e che possono adattarsi ad ogni tipo di soluzione, sia per i grandi centri abitati che per le remote campagne, che in alcuni casi devono utilizzare ancora i generatori diesel.

Il “Nuclear Energy Institute” ha annunciato che il ritorno degli Stati Uniti negli Accordi sul clima di Parigi è una notizia positiva, dichiarando che:

“Il nucleare è la principale fonte di energia carbon-free negli Stati Uniti ed è indispensabile nel combattere il cambiamento climatico“.

L’utilizzo dovrà quindi andare oltre la “semplice” produzione di energia per le Grandi Città, concentrandosi anche sull’utilizzo del calore per il riscaldamento domestico.

Biden dunque, nel silenzio dei media, continuerà dunque le politiche pro-nucleare di Donald Trump, investendo su nuovi metodi di costruzione dei reattori che porteranno a minori costi e rilanciando la più efficiente fonte di energia ad emissioni “0” disponibile in questo momento all’umanità.

Quello che cambierà è dunque, ovviamente, la “retorica“.

Donald Trump ha sempre puntato all’indipendenza energetica ed alla superiorità nucleare in ambito militare. Joe Biden si concentrerà maggiormente sulla riduzione delle emissioni e sui benefici per il Pianeta – tenendo ovviamente in considerazione entrambi gli usi.

Questo ci dimostra come ci si possa rivolgere a due tipi di elettorati diversi pur continuando a portare avanti l’interesse nazionale.

E in Italia invece? Siamo riusciti a stabilire quali effettivamente siano le priorità per il nostro paese?


Clima e il catastrofismo ambientalista
Clima, politica energetica US e Greta con i suoi gretini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 162&t=2639




Clima, la fine del mondo può attendere
Riccardo Cascioli
24 aprile 2021

https://lanuovabq.it/it/clima-la-fine-d ... -attendere


Per l'ennesima volta, in occasione della Giornata della Terra, da Biden al Papa è stato lanciato un allarme apocalittico se non si prenderanno misure drastiche e urgenti. Previsioni che come solito si riveleranno errate, e gli impegni presi sono irrealizzabili, ma intanto la pressione serve a giustificare un intervento sempre più pesante dello Stato sull'economia e a restringere le libertà dei cittadini.

Joe Biden al Vertice sul clima

Quanto manca alla fine del mondo? Molto poco si direbbe ascoltando gli interventi al “Vertice dei leader sul clima” convocato dal presidente americano Joe Biden in occasione della Giornata della Terra celebrata il 22 aprile. «Siamo sull’orlo del baratro», ha detto Biden, «i prossimi dieci anni saranno decisivi». Gli ha fatto eco anche papa Francesco, addirittura con due videomessaggi: uno per il vertice organizzato da Biden (peraltro nel programma il Papa era previsto tra i relatori, ma il suo nome è stato tolto all’ultimo momento e nessuna spiegazione è stata data), l’altro più generale destinato a tutti i governanti per la Giornata della Terra. «Siamo al limite», ha detto il Papa, bisogna invertire «il cammino dell’autodistruzione».

Avete la sensazione di aver già sentito questo allarme? Che non sia la prima volta che vengono lanciati ultimatum con tanto di date di scadenza? Ebbene, avete ragione. È almeno da 50 anni che viene annunciata l’Apocalisse climatica a ritmi martellanti. Un recente studio apparso sull’International Journal of Global Warming offre un quadro esauriente della situazione: sono state registrate 79 previsioni di distruzioni finali del mondo causate dai cambiamenti climatici, a cominciare dal 1970, ovvero dalla prima Giornata della Terra. Ebbene, 48 di queste previsioni di fine del mondo sono già scadute, ma nulla di quanto previsto si è realizzato: non solo la fine del mondo, il che è evidente a tutti dal momento che siamo ancora qui a parlarne, ma neanche tutti quegli eventi disastrosi che dovrebbero precederla.

Lo studio, “Apocalypse now? Communicating extreme forecasts”, non è scritto da due “scettici” che vogliono screditare il movimento climatista, ma da due docenti della Carnegie Mellon University, David C. Rode e Paul S. Fischbeck, preoccupati dall’effetto boomerang di questi annunci puntualmente smentiti dalla realtà. «Il problema – fanno notare gli autori – non è solo che tutte le previsioni già giunte a scadenza fossero errate, ma soprattutto che molte di queste erano annunciate come certe riguardo alla data».

Alcuni degli autori di queste previsioni sono seriali, come il biologo americano Paul Ehrlich, famoso per il suo libro sulla “bomba demografica” (1968) e recentemente invitato come relatore a un convegno in Vaticano, e il principe Carlo d’Inghilterra, degno figlio di cotanto padre (clicca qui). Si ricorderà che all’inizio del 2009 il principe del Galles si impegnò in un tour mondiale per annunciare la prossima fine del mondo: «Cento mesi appena per salvare il mondo», annunciò il 7 marzo in Brasile da vanti a una platea di leader e imprenditori sudamericani; soltanto «99 mesi» replicò il mese successivo alla Camera dei Deputati a Roma oltre che al vertice del G20 a Londra. Tanta era la certezza sulla data che nei mesi successivi, a ogni intervento pubblico Carlo si esibiva in una sorta di conto alla rovescia. Poi è arrivato il luglio 2017, data di scadenza dell’apocalisse e nulla è accaduto.
Non pago, il principe Carlo nel luglio 2019 si è presentato ai ministri degli esteri del Commonwealth, facendosi portavoce della convinzione di molti “esperti”: «I prossimi 18 mesi saranno decisivi». E anche il gennaio 2021 è passato; nel frattempo c’è stata la pandemia la cui crisi è ancora in corso, con tutto quel che ne consegue, ed eccoci ancora qui: adesso, ci spiega Biden, saranno «i prossimi dieci anni» ad essere decisivi.

Si potrebbe anche sorridere di questa mania apocalittica se non fosse che questa è funzionale a imporre una serie di politiche, queste sì catastrofiche, destinate a rendere più povera l’umanità nel suo complesso e anzi a ridurre drasticamente il numero della popolazione. Non è un caso che sia proprio la Giornata della Terra il giorno prediletto per questi annunci: essa fu creata nel 1970 con lo scopo di dare forza alla propaganda anti-natalista di quanti, a suon di miliardi, finanziavano i progetto di riduzione della popolazione in tutto il mondo. Il primo slogan della Giornata della Terra fu proprio “La popolazione inquina”, ed è ben triste vedere oggi che anche il capo della Chiesa cattolica si unisce a questo coro.

Queste occasioni comunque servono per spingere i capi di Stato e di governo a prendere impegni sempre più stringenti e gravosi per fare in modo di evitare l’Apocalisse. Biden ha ovviamente dato il buon esempio annunciando un nuovo obiettivo per gli Stati Uniti, ancora più ambizioso dei precedenti: ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030, per arrivare poi nel 2060 alla “carbon neutrality”. Ha convinto anche il presidente cinese Xi Jinping a fare bella figura: anche lui si è impegnato alla “carbon neutrality” per il 2060, ma siccome è più bravo comincerà più tardi a ridurre le emissioni; dal 2026, per il prossimo piano quinquennale. Intanto, fino al 2025, il consumo di carbone della Cina continuerà ad aumentare perché «non abbiamo alternative», ha detto Xi. Insomma, «Voi andate avanti che poi vi raggiungo» è la strategia della Cina: tanto nel 2026 chi si ricorderà dell’impegno preso oggi?

Ma se Xi è furbo, Biden (o chi per lui) non è da meno. Anche se gli Stati Uniti si sono messi veramente sulla strada dell’economia “verde” gli obiettivi annunciati sono fuori dalla realtà a meno che il governo degli Stati Uniti non abbia effettivamente deciso il suicidio. Uno scienziato americano, Roger Pielke jr., si è infatti preso la briga di calcolare precisamente che cosa significherebbe ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030.
Ebbene, calcolando che nel gennaio 2021 erano state censite negli Stati Uniti un totale di 1.852 centrali elettriche tra quelle a carbone e quelle a gas naturale, significa che ogni mese, da qui in avanti 11 centrali al mese dovranno essere chiuse o riconvertite in impianti a zero emissioni (ma al momento non esiste una tecnologia in grado di farlo).

Qualcuno può seriamente pensare che sia una strada praticabile? No, ma intanto con la scusa dell’allarme climatico si giustifica un intervento sempre più pesante dello Stato sull’economia e si restringono le libertà dei cittadini. Guarda caso, proprio come si sta facendo con la pandemia da coronavirus. E, guarda ancora il caso, pandemia e clima sono sempre più accostate nei discorsi dei “potenti” come crisi che richiedono la stessa risposta.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 10:07 pm

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Messaggioda Berto » ven apr 02, 2021 8:06 pm

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Messaggioda Berto » sab apr 17, 2021 8:54 pm

20)
Gli immondi democratici della banda Biden Biden




Il Governatore di New York sotto accusa per i morti nelle RSA e la gestione del COVID. Ora rischia l’Impeachment
16 febbraio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... peachment/

Occultamento delle cifre reali dei numeri di morti nelle case di cura ed ostruzione alla Giustizia. Il governatore Democratico dello Stato di New York al centro di un grave problema per come ha gestito la pandemia di COVID-19

Il governatore dello Stato di New York, il Democratico Andrew Cuomo, e il suo staff di collaboratori si trovano al centro di un grave problema per come hanno gestito – con metodi inefficienti – la pandemia di COVID-19, per aver nascosto i reali numeri delle vittime nelle case di cura e per aver successivamente ostruito le indagini da parte del Dipartimento di Giustizia.

Melissa DeRosa, la segretaria del governatore, in un’assurda riunione in videoconferenza con i leader Democratici dello Stato, ha ammesso che l’amministrazione newyorkese ha di proposito nascosto i dati sulle morti nelle case di cura e… ha chiesto scusa per questo!

Il Department Of Justice (il DOJ, l’acronimo spesso usato per il Dipartimento di Giustizia) lo scorso agosto ha iniziato un’indagine sulle morti da coronavirus che vedeva quattro stati a guida democratica: New York, New Jersey, California e Michigan. Per evitare che l’indagine mettesse “a nudo” l’inefficienza di questi Stati ma anche – e soprattutto – per non dare a Trump un’arma da usare in campagna elettorale hanno diffuso dati sui decessi più bassi rispetto a quelli reali.

I dati rilasciati qualche giorno fa hanno rivelato che il numero dei decessi nelle case di cura era molto più alto rispetto a quello dichiarato in precedenza.

Già dalla tarda primavera i Repubblicani ed i siti di informazione conservatori avevano accusato l’operato del governatore Cuomo e del suo staff per la gestione, soprattutto, dei pazienti positivi al COVID-19 che venivano rimandati nelle case di cura dopo un breve periodo negli ospedali.

Andrew Cuomo, invece, accusava – falsamente – l’amministrazione Trump di non voler aiutare gli Stati in difficoltà, dimenticandosi del fatto che sono proprio i singoli Stati a dover gestire la Sanità locale, le cui competenze vanno dall’individuazione della zona per la creazione delle strutture ospedaliere fino alla loro totale efficienza operativa (vedasi il X emendamento della Costituzione). Avevamo detto più volte nella scorsa primavera sulle gravi responsabilità di Cuomo per la mancanza di posti letto negli ospedali del suo Stato.

I media si erano subito schierati dalla parte del governatore, definendolo quasi come un “eroe” contro la “malvagia e menefreghista amministrazione Trump”. Ancora di più fu elogiato per il suo operato quando, durante l’estate, ha dichiarato che grazie alla “sua politica” di lockdown aveva riportato la situazione alla quasi normalità.

Leggi anche: “Emergenza Coronavirus. Ecco le due enormi navi ospedale della US Navy dispiegate dagli Stati Uniti”

L’ammissione della sua stessa segretaria

Quello che ha detto Melissa DeRosa in conferenza ha dell’incredibile. Ecco i passaggi più importanti raccolti nelle due ore di videoconferenza, raccolti per primo dal New York Post, tra l’altro lo stesso quotidiano bannato da Twitter per cercare di nascondere il suo scoop sul caso del portatile di Hunter Biden:

“Proprio nello stesso periodo [Trump] può trasformare tutto questo in un gigantesco caso politico. Inizia a twittare che abbiamo ucciso tutti quelli nelle case di cura. Inizia a perseguitare Murphy, Newsome e Whitmer (i governatori Dem rispettivamente di New Jersey, California, Michigan, n.d.r). E fondamentalmente, ci siamo bloccati“.

“Allora eravamo in una posizione in cui non eravamo sicuri se quello che avremmo detto al Dipartimento di Giustizia o a voi, quello che, diciamocelo chiaramente, sarebbe stato usato contro di noi e ci sarebbe stata un’indagine“.

“Tutto ciò ha giocato un ruolo importante. Chiediamo un po’ di apprezzamento per quello che abbiamo fatto, visto il contesto”.

“Quindi ci scusiamo. Capisco la posizione in cui siete stati messi. So che non è giusto. Ma non era nostra intenzione metterla in questo modo con i Repubblicani.”

Quindi, a sua detta, era meglio nascondere il numero di morti ed evitare che i federali del DOJ indagassero sul lavoro e le incompetenze dei governanti Democratici.

Sfacciata la dichiarazione di Rich Azzopardi, uno dei più influenti consiglieri del governatore:

“Abbiamo spiegato che l’amministrazione Trump era nel mezzo di uno sforzo politicamente motivato per incolpare gli Stati democratici per le morti di COVID. Ora che tutto è finito possiamo rivolgerci al parlamento statale”.

In sintesi, spiegato in poche righe:

“abbiamo combinato un casino con le morti ma l’importante era che l’amministrazione Trump non lo sapesse!“

L’amministrazione Cuomo, quindi, oltre a fare ostruzionismo verso i federali ha rifiutato le richieste dei media che hanno dovuto ingaggiare una causa per la libertà d’informazione, presentata dall’Empire Center on Public Policy.

Come scrive il NY Post il mese successivo, il Procuratore dello Stato, Letitia James, ha pubblicato un rapporto che stimava come i pazienti delle case di cura portati negli ospedali superassero il 50% dei decessi.

Il Commissario per la Salute, Howard Zucker, ha rilasciato la cifra dei decessi: 12.743 morti al 19 gennaio. Successivamente, in una lettera ai legislatori, Zucker afferma che il totale sale a più di 15.000 decessi a inizio febbraio.

Leggi anche: “Sbugiardato il Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo sulle responsabilità della Casa Bianca per la mancanza di posti letto negli ospedali”
L’arrivo della nave ospedale della US Navy, la USS Comfort, che dispone di 1.000 posti letto e di un laboratorio medico (AP Photo/Seth Wenig)
Polemiche da entrambe le forze politiche e la richiesta di Impeachment

Tutto ciò ha scatenato le ire sia dei Repubblicani che degli stessi Democratici dello stato di New York. Il Presidente del GOP dello Stato di New York, Nick Langworthy ha dichiarato:

“La seconda persona più potente del governo statale e l’aiutante principale del governatore Cuomo hanno ammesso in video la violazione premeditata ed intenzionale delle leggi statali e ciò che equivale chiaramente ad ostruzione alla giustizia. Andrew Cuomo ha abusato del suo potere e distrutto la fiducia riposta nella carica del governatore. L’accusa e le discussioni sull’impeachment devono iniziare subito”.

Il deputato William Barclay, leader repubblicano alla Camera di New York, ha commentato su Fox:

“Sembra che ogni decisione che esca dall’ufficio del governatore riguardi il Team Cuomo che protegge la propria immagine e i propri interessi. Più di 15.000 anziani sono morti nelle strutture di cura, ma il governatore era chiaramente più preoccupato di un’indagine del Dipartimento di Giustizia e di un’azione politica”.

“Questa amministrazione ha intenzionalmente nascosto le informazioni al pubblico, alla stampa, ai legislatori e alle migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari. Questo è il motivo per cui le conversazioni a porte chiuse non basteranno. Se questo non rende dolorosamente ovvio che abbiamo bisogno di emettere dei mandati di comparizione e tenere udienze pubbliche, non so cosa lo farà.”

Anche i Democratici hanno accusato l’amministrazione statale di aver preso in giro i cittadini newyorkesi, come il deputato Ron Kim, del Queens, che ha perso uno zio in una casa di cura a causa del COVID, dichiarando di non essere soddisfatto delle scuse della DeRosa.

La senatrice democratica statale, Rachel May, ha detto durante una telefonata:

“In una pandemia, quando si vuole che le persone abbiano fiducia nei funzionari della sanità pubblica, c’è questa chiara sensazione che non siano disponibili con te, è davvero difficile da accettare“.

Ora i Repubblicani chiedono l’Impeachment per il governatore, all’apice dell’amministrazione coinvolta in questa brutta faccenda, e verranno aiutati da molte testate giornalistiche della parte dei conservatori come NY Post, OAN, Fox News e Breitbart.

La stessa ostruzione alla giustizia è stata palesemente ammessa dai collaboratori di Cuomo, il tutto per non avvantaggiare i Repubblicani nelle elezioni.



L'ex presidente Donald J. Trump ha detto ieri che gli Stati Uniti non sono più una società libera, in particolare a causa della stampa e delle Big Tech che stanno diventando "selvagge".
L'Osservatore Repubblicano
23 marzo 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 2360447767

"No. Non abbiamo la libertà di stampa, per prima cosa", ha detto Trump a Lisa Boothe nel suo nuovo podcast quando gli è stato chiesto se gli Stati Uniti sono ancora una società libera. "Non avete la libertà di stampa. La Big Tech si è scatenata".
"Io sono in grado di diffondere la parola perché, sapete, sono in grado di ottenerla, e poi tutti la raccolgono, comprese le Big Tech, il che è piuttosto interessante".
Trump ha aggiunto che le altre persone non hanno la possibilità di inviare comunicati stampa e dichiarazioni come lui è in grado di fare, il che ha silenziato definitivamente coloro che sono stati "cancellati".
"La libertà di stampa è assolutamente sparita. E la stampa è semplicemente molto disonesta. Vedete il modo in cui trattano la questione del confine", ha aggiunto. "Non hanno intenzione di parlare del confine e di altre cose, un sacco di altre cose, potrei passare in rassegna un'intera lista, ma è davvero una cosa terribile. Non è mai successo in questa misura prima d'ora, mai successo".
Trump ha promosso il nuovo podcast di Boothe lunedì mattina in un comunicato stampa del suo ufficio, aggiungendo che Boothe "ha fatto un lavoro eccezionale a Fox News" e incoraggiando gli altri ad ascoltare l'intervista.
Trump ha criticato i media quasi quotidianamente durante il suo mandato per la copertura dell'indagine sulla Russia, le sue politiche sull'immigrazione, le frequenti domande combattive durante le conferenze stampa e altri casi che ha etichettato come "fake news".
"I media sono il più grande problema che abbiamo per quanto mi riguarda, il più grande problema singolo, le fake news e la Big Tech", ha detto Trump durante un raduno il 6 gennaio, prima dell'assalto al Campidoglio.
I commenti di Trump sulla perdita di affidabilità dei media sono in linea con un sondaggio che indaga le opinioni del pubblico sulla questione, scoprendo che la fiducia nei media ha raggiunto il minimo storico quest'anno.
Solo il 46% delle persone si fida dei media tradizionali, e la fiducia nei social media è crollata al 27%, secondo un barometro pubblicato da Axios a gennaio.
Inoltre, il 56% degli intervistati ha detto di essere d'accordo con l'affermazione: "I giornalisti e i reporter cercano intenzionalmente di fuorviare le persone dicendo cose che sanno essere false o grossolane esagerazioni".
Trump says America is no longer a free society and slams 'dishonest' media and Big Tech going 'wild'



Che cos’è il “Filibuster” e perché i Democratici lo vogliono abolire
27 marzo 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... o-abolire/

Mettere a tacere l’ostruzionismo sarebbe “la più grande presa di potere nella storia politica americana moderna”. L’eliminazione del processo legislativo permetterà ai Democratici di “far approvare qualsiasi cosa, tutto ciò che vorranno, e di spingerlo giù per la gola del paese”.

Questo articolo è adattato dalla puntata di “Hannity”, programma condotto da Sean Hannity andato in onda negli Stati Uniti su Fox News il 16 marzo del 2021.

La crescente spinta per eliminare l’ostruzionismo legislativo evidenzia una preoccupante “presa di potere” unilaterale che serpeggia tra i Democratici, che cercano di portare avanti la loro agenda “radicale” nei più alti livelli del governo degli Stati Uniti, avverte Hannity.

Il conduttore di “Hannity” ha dedicato il suo monologo di apertura a quello che ha chiamato “la singola più grande presa di potere nella moderna storia politica americana”, avvertendo gli spettatori che “mentre parliamo, c’è ora una pressione a tutto spiano per abolire l’ostruzionismo legislativo al Senato degli Stati Uniti”.

Hannity ha sostenuto che i Democratici sperano di sbarazzarsi del processo legislativo perché “sanno che la visione dell’utopia socialista che hanno… le loro leggi radicali non otterranno mai i 60 voti necessari per eliminare l’ostruzionismo al Senato. Così ora cambieranno semplicemente le regole“.

“Ora i Democratici sono al comando e deve essere abolito, e abolito immediatamente, in modo che possano semplicemente far passare tutto ciò che vogliono e spingerlo giù per la gola del paese”, ha avvertito.

“Ecco quello che dovete sapere sul Partito Democratico: È pieno degli individui di estrema Sinistra più radicali di qualsiasi altro grande partito politico nella storia moderna”, ha continuato.

“L’unico vero principio è il potere, su tutto – sulla Costituzione, sulla Carta dei Diritti, sullo stato di diritto, sull’equità e la giustizia di base. Vogliono il dominio del partito unico. Lo vogliono in perpetuo, per sempre”.

Anche l’attuale capogruppo dei Democratici aveva ammesso che abolire l’ostruzionismo “sarebbe la fine per il Senato”, prima di cambiare idea.

Il capogruppo dei Democratici al Senato, Dick Durbin dell’Illinois, sta conducendo una guerra contro l’ostruzionismo, nonostante abbia avvertito nel 2018 che abolire la misura “sarebbe stata la fine del Senato” come previsto dai Padri Fondatori d’America.

Ora attacca l’ostruzionismo, dicendo che la misura procedurale ha una “presa mortale” sul sistema di governo americano e ha chiesto di porre inizio alla sua fine.

L’ostruzionismo, in inglese Filibuster– che deriva dalla parola olandese per “pirata” – è una pratica del Senato americano in cui un senatore mantiene il possesso della parola stando continuamente in piedi e parlando il più a lungo possibile e prolungando il dibattito per impedire che una legge vada alla votazione finale.

L’unico modo per fermare l’ostruzionismo dopo che è iniziato è con il c.d. “cloture vote“, la “ghigliottina“, che limita il tempo del dibattito su una singola questione ma richiede una supermaggioranza di 60 voti.

“L’ostruzionismo ha una presa mortale sulla democrazia americana”, ha scritto Durbin su Twitter. “È ora di porre fine al suo potere di tenere il Senato in ostaggio“.

Durbin ha anche detto che l’ostruzionismo “getta il sistema fuori dai binari” e che dà a “una metà di un ramo” del governo “un veto mostruoso” sul resto.

“Promuove lo stallo, non il buon governo”, dice Durbin, che poi ha sostenuto che ai senatori basta anche solo “minacciare” un ostruzionismo per “chiudere il Senato”.

La posizione del senatore è un brusco allontanamento dalla sua stessa precedente posizione riguardo all’ostruzionismo, portata avanti solo due anni fa (guarda caso, fino a quando erano i Democratici ad essere la minoranza al Senato americano, n.d.r.).
Il Sen. Dick Durbin e il Sen. Chuck Schumer, leader della maggioranza democratica al Senato

In un’intervista del 2018 su ABC News, a Durbin era stato chiesto se era il caso di sbarazzarsi dell’ostruzionismo, ma ha preso la posizione opposta sulla questione, dicendo che annullare l’ostruzionismo “sarebbe stata la fine del Senato” per come i Padri Fondatori lo avevano progettato.

Il Senatore dell’Illinois aveva anche detto che il Senato deve “riconoscere il nostro rispetto” per il partito di minoranza e che il Senato cerca di realizzarlo sia attraverso la sua “composizione” sia la sua “procedura”.

“Bene, posso dirvi che sarebbe la fine del Senato per come è stato originariamente concepito e creato risalendo ai nostri Padri Fondatori”, disse. “Dobbiamo riconoscere il rispetto per la minoranza, e questo è ciò che il Senato cerca di fare nella sua composizione e nella sua procedura”.

Il Senatore dell’Illinois aveva già segnalato in un’intervista a gennaio di essere “ovviamente” aperto all’abolizione dell’ostruzionismo per aggirare l’opposizione repubblicana.

“Il popolo americano vuole che agiamo”, ha detto. “Azione su questa pandemia, azione su questa economia… e se questo ostruzionismo è diventato così comune al Senato che non possiamo agire, che ci sediamo impotenti, vergogna su di noi. Naturalmente, dovremmo considerare un cambiamento della regola in queste circostanze”.


Sconcerto e preoccupazione: I democratici si battono per l'indipendenza dello Stato di Washington! La Camera dei Rappresentanti voterà martedì se fare di Washington D.C. uno Stato.
L'Osservatore Repubblicano
17 aprile 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 0485229621

L'Oversight Committee della Camera, presieduto dalla rappresentante Carolyn Maloney (D-NY), ha già votato sul disegno di legge, l'H.R. 51, 25 a 19 per creare la statualità della capitale Washington.
L'opinione è avversata da diversi studiosi di legge, che si sono opposti alla fattibilità della statualità di Washington senza una modifica costituzionale al 23° emendamento. L'Office of Legal Counsel nel 2007 riteneva che fosse incostituzionale, il Dipartimento di Giustizia in passato, sotto l'ex presidente Ronald Reagan e l'ex presidente Jimmy Carter, aveva dichiarato che la trasformazione fosse incostituzionale, e lo stesso ha fatto il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, quando sedeva nella D.C. Circuit Court of Appeals.
Inoltre, ventidue procuratori generali statali hanno inviato una lettera sia a Joe Biden che al Congresso sostenendo che Washington, D.C., non può trasformarsi in uno stato attraverso la legislazione ordinaria, ma solo attraverso un emendamento costituzionale.
Gli argomenti principali contro il riconoscimento della dignità di Stato dell'Unione alla capitale Washington sono:
1. La capitale della nazione è sempre stata destinata ad essere unica. I Padri Fondatori hanno stabilito nella Clausola Distrettuale della Costituzione che la capitale della nazione fosse un "distretto federale", esistente oltre i confini o l'influenza di qualsiasi Stato.
2. La H.R. 51 è doppiamente incostituzionale, violando sia il chiaro significato della Clausola Distrettuale che le necessarie implicazioni del XXIII Emendamento.
3. Anche coloro che sostengono la statualità di Washington ammettono che i residenti del distretto godono di benefici speciali dovuti al luogo in cui vivono e godrebbero di un'influenza eccessiva sul Congresso.
La legislazione fa parte di quelle proposte "radicali" che i Democratici hanno introdotto nei primi 100 giorni di Biden: aumentare i giudici della Corte Suprema, l'amnistia per i migranti illegali, le riparazioni per il razzismo sistemico, la riforma delle elezioni federali (H.R.1), la statualità di Washington e l'abolizione del Collegio Elettorale.

House Will Vote on Whether to Make Washington D.C. a State Tuesday
16 aprile 2021
https://www.breitbart.com/politics/2021 ... n=20210416




Biden smantella la politica estera pro vita e famiglia di Trump
Matteo Orlando
30 Aprile 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/bi ... 42897.html

L'amministrazione Joe Biden - Kamala Harris si appresta a trasformare gli Stati Uniti nel principale motore mondiale pro aborto e pro Lgbtq+. In particolare, il Segretario di Stato Antony Blinken sembra essere la persona incaricata allo smantellamento della politica estera pro vita e pro famiglia della precedente amministrazione guidata da Donald Trump.

Un ultimo esempio significativo è relativo a quanto hanno scoperto Robbie Gramer e Chloe Hadavas di Foreign Policy. Blinken ha inviato nei giorni scorsi alle sedi diplomatiche statunitensi di tutto il mondo un cablogramma che consente ai diplomatici l'autorità di far sventolare la bandiera Lgbtq+ del Pride prima del 17 maggio prossimo, data che segna la giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia (chiamata in inglese con l’acronimo Idahobit, International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia). La stessa cosa si ripeterà per il mese di giugno 2021 che, negli Stati Uniti e in molti altri paesi, è il mese del Pride, cioè il mese dell'orgoglio Lgbtq+ e che si svolge negli Usa per commemorare le rivolte di Stonewall avvenute alla fine di giugno 1969. Il mese dell'orgoglio non è riconosciuto a livello internazionale, poiché le celebrazioni dell'orgoglio omosessuale si svolgono in altri luoghi in mesi diversi, ma negli Stati Uniti è stato riconosciuto ufficialmente dai Presidente Democratici Clinton e Obama mentre Donald Trump, durante la sua presidenza, non ha fatto proclami ufficiali di governo sul Pride Month, limitandosi a scrivere dei Tweet.


Il cambio di linea rispetto a Trump

La direttiva rivolta alle ambasciate da Blinken segna un allontanamento dal modo in cui l'amministrazione Trump ha gestito la questione Lgbtq+, mentre il Dipartimento di Stato era diretto dall'ex Segretario di Stato Mike Pompeo, e permetterà la sovrapposizione delle bandiere a stelle e strisce e quella arcobaleno su uno stesso pennone presso le varie ambasciate o consolati degli Stati Uniti, per mostrare al mondo il sostegno del nuovo corso Democratico ai diritti Lgbtq+. Solo due anni fa, nel 2019, l'allora vicepresidente Mike Pence aveva spiegato all’Nbc, durante un'intervista, che "nelle ambasciate deve sventolare una sola bandiera americana". Blinken ha anche specificato che ambasciate e consolati potranno scegliere se far sventolare la bandiera del Pride o mostrare altri simboli che, comunque, connotano il supporto ai diritti Lgbtq+, ciò in base ad una "appropriata" considerazione delle condizioni locali dei paesi dove si trovano le ambasciate.

Il cambiamento di paradigma, rispetto all’amministrazione Trump, è stato evidente già durante l’audizione di Blinken al Senato per la sua conferma, avvenuta lo scorso mese di gennaio, durante la quale Blinken ha promesso di difendere i diritti Lgbtq+, inclusa la nomina di un inviato speciale per "difendere" i diritti delle persone Lgbtq+. Al termine dei primi cento giorni di Amministrazione Biden il segretario Blinken non ha ancora nominato un inviato speciale del Dipartimento di Stato per i diritti Lgbtq+, un posto che è stato lasciato vacante per gran parte del tempo del mandato presidenziale di Donald Trump.


Il nuovo rapporto annuale del dipartimento di Stato

Altre due recenti mosse del segretario Blinken hanno allarmato i pro life americani. In primo luogo, ha "ripudiato" il lavoro della Commissione degli Stati Uniti sui diritti inalienabili, fondata dall'ex segretario Pompeo e presieduta dalla professoressa di legge ad Harvard Mary Ann Glendon, una diplomatica repubblicana che era stata ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Inoltre, attraverso il rapporto annuale sui diritti umani pubblicato dal Dipartimento di Stato, Blinken ha promesso che sosterrà i "diritti sessuali e riproduttivi" per tutti, facendo rientrare in queste categorie, secondo l’utilizzo che fanno di questi termini l’industria globale dell'aborto e le lobby Lgbtq+ a livello internazionale, la contraccezione e l’aborto. Si tratta, anche in questo caso, di un passo indietro rispetto all'amministrazione Trump, che aveva fatto rimuovere l'aborto dal rapporto annuale perché non era riconosciuto come un "diritto umano".

"I diritti delle donne - compresi i diritti sessuali e riproduttivi - sono diritti umani", ha dichiarato Blinken, mostrando così di voler chiudere unilateralmente ogni dibattito sul tema dell'aborto che, come accade dalla sua liberalizzazione negli Stati Uniti, divide la società americana tra pro choice e pro life. Mentre "Change", un gruppo di lobbisti di Washington DC, che supporta le multinazionali dell’aborto, ha elogiato le osservazioni di Blinken e ha lanciato una campagna sui social media per sostenerlo, diversi esponenti del mondo pro–life americano temono che l’amministrazione Biden - Harris allarghi le maglie della pianificazione familiare, dell'aborto, dei diritti Lgbtq+ e della cosiddetta "autonomia sessuale dei bambini". Peter Berkowitz di RealClear Politics e Russell A. Berman di National Interest hanno accusato Blinken di volere politicizzare i diritti umani, mentre Elliot Abrams ha definito le espressioni di Blinken sulla Commissione americana sui diritti inalienabili "ingiuste" e "indegne di un Segretario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti". "È un peccato che le molte posizioni a favore della vita e della libertà religiosa che il presidente Trump aveva avanzato a livello internazionale siano state annullate dall'amministrazione Biden. Non c'è un diritto all'aborto", ha dichiarato al New York Times il dottor Travis Weber, vicepresidente del Family Research Council, un'organizzazione cristiana conservatrice. Di segno opposto, invece, le osservazioni di Sarah Holewinski, direttrice dell'ufficio di Human Rights Watch a Washington che, sempre al NYT, ha commentato il ritorno del Dipartimento di Stato al monitoraggio dell'accesso a contraccezioni e aborti, da parte di donne e ragazze, come "particolarmente importante".


Le reazioni delle associazioni conservatrici

La presidente del Ruth Institute statunitense, un'altra organizzazione cristiana conservatrice, la dottoressa Jennifer Roback Morse, ha posto l’accento su un’altra iniziativa dell’Amministrazione Biden, il ripristino di 200 milioni di dollari di finanziamenti americani all’Organizzazione Mondiale della Sanità, fondi tagliati dal Presidente Trump lo scorso anno scorso, secondo la Morse per punire l’Oms per avere agito come "un agente di Pechino, inizialmente minimizzando la gravità della crisi e poi coprendo la grave cattiva gestione della pandemia da parte del regime comunista". La Morse ha ricordato che l’Oms "è diventata un implacabile sostenitrice dell’aborto in tutto il mondo" e spesso condiziona i suoi interventi a favore dei paesi poveri all’accettazione da parte degli stessi di iniziative pro aborto e contraccezione. Per la Morse, infatti, l’Oms è diventata "un megafono per la Planned Parenthood Federation su ciò che eufemisticamente designa ‘salute riproduttiva’. In realtà, l’aborto non è mai sicuro per il nascituro e per la società". La stessa Presidente del Ruth Institute aveva già segnalato lo scorso gennaio la "cieca adesione" all’agenda Lgbtq+ dell’Amministrazione Biden - Harris ricordando il caso di Richard Levine, conosciuto con il nome di Rachel Levine, nominato assistente del Segretario alla salute.

Sempre nei primi giorni di Amministrazione, Biden con un ordine esecutivo ha abrogato l’ordine del presidente Trump che vietava ai transgender di prestare servizio militare, consentendo alle forze armate di pagare per la cosiddetta operazione di riassegnazione di genere. Infine, l’Amministrazione Biden, emettendo l’Executive Order on Preventing and Combating Discrimination on the Basis of Gender Identity or Sexual Orientation ha abrogato uno degli ordini di Trump ed ha nuovamente permesso l'accesso a bagni, spogliatoi e sport scolastici indipendentemente dall’identità di genere o orientamento sessuale.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab apr 17, 2021 8:55 pm

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Messaggioda Berto » dom apr 25, 2021 3:10 am

21)
Gli USA di Biden e la Russia





Biden: "La Russia è una minaccia c'è il rischio di un ritorno della Guerra Fredda"
Agenzia ANSA
19 febbraio 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 2b9d3.html

"In troppi luoghi, compresi gli Stati Uniti e l'Europa, i progressi della democrazia sono sotto attacco. E noi dobbiamo difenderli": è il monito lanciato da Joe Biden nel suo intervento alla Conferenza di Sicurezza di Monaco.

Per il presidente americano, di fronte a sfide globali come la pandemia, le autocrazie non sono la risposta come sostengono in molti: "La democrazia deve prevalere e dobbiamo dimostrare che le democrazie possono ancora adempiere alla loro funzione nel soddisfare i bisogni dei nostri popoli".

La Russia di Vladimir Putin "è una minaccia per le nostre democrazie" ha proseguito Biden mettendo in guardia sul rischio del ritorno a una Guerra Fredda. "Putin cerca di indebolire il progetto europeo e la Nato. Vuole minare l'unità e l'alleanza transatlantiche e la nostra risolutezza per intimidire più facilmente e usare la prepotenza contro i singoli stati", ha aggiunto Biden ricordando il caso della Crimea e dell'Ucraina e poi ha rinnovato l'impegno degli Stati Uniti per un pieno sostegno alla Nato. "Putin cerca di indebolire il progetto europeo e la Nato. Vuole minare l'unità e l'alleanza transatlantiche e la nostra risolutezza per intimidire più facilmente e usare la prepotenza contro i singoli stati", ha aggiunto Biden ricordando il caso della Crimea e dell'Ucraina.

Quanto alla Cina, il presidente americano è convinto che occorre "respingerne gli abusi economici" e ha avvertito che gli Usa e l'Europa devono prepararsi ad una competizione di lungo periodo con Pechino e che sarà "una competizione dura". "Tutto il mondo deve giocare con le stesse regole", ha ammonito Biden, accusando Pechino di infrangere continuamente queste regole minando le fondamenta del sistema economico internazionale. Biden poi ha ricordato che che gli Stati Uniti sono per il dialogo e la diplomazia ma devono rispondere alle attività destabilizzanti dell'Iran.

Per il neo presidente ci troviamo in un "momento cruciale nella lotta tra democrazia e autocrazia".

L'APPELLO DI JOHN KERRY PER IL CLIMA - "Questo è il decennio decisivo per la lotta al cambiamento climatico". È l'allarme rilanciato da John Kerry, l'inviato degli Usa per il clima, nell' intervento alla videoconferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Tre anni fa gli esperti ci dissero avevamo solo 12 anni per riportare il riscaldamento sotto 1,5 gradi", ha affermato. Kerry ha sottolineando che "l'incontro dell'Onu di novembre prossimo a Glasgow sarà l'ultima occasione per portare tutti i paesi a bordo". "Non possiamo fallire, o avremo tradito le generazioni future", ha incalzato Kerry.

La conferenza della Sicurezza di Monaco, aperta oggi con un incontro virtuale dei leader mondiali, non è finita e il chairman Wolfgang Ischinger ha annunciato nuove tappe. Si è notata l'assenza di interlocutori come la Russia - è ospite fisso in genere il ministro degli esteri Serghei Lavrov - e la Cina. Il primo incontro ha visto i leader di più alto rango, e non era aperto ai capi della diplomazia. La presenza di un presidente degli Stati Uniti era invece del tutto inedita.



Biden: "Putin è un killer". Mosca richiama l'ambasciatore: "Un attacco a tutta la Russia"
17 marzo 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 292640506/

Joe Biden ha detto in un'intervista tv di ritenere che Vladimir Putin sia un assassino. "Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un assassino?", gli ha chiesto George Stephanopoulos di Abc. "Lo penso", ha risposto il presidente americano, promettendo che il leader del Cremlino "pagherà un prezzo" per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020. Un'affermazione durissima alla quale Mosca ha reagito richiamando per consultazioni l'ambasciatore negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, di stanza a Washington.

I commenti del capo della Casa Bianca arrivano all'indomani della diffusione del rapporto dell'intelligence Usa, secondo cui Putin autorizzò le operazioni per denigrare Biden e aiutare Donald Trump, minando la fiducia nel processo elettorale ed esacerbando le divisioni socio-politiche degli Stati Uniti. Biden ha ricordato che nella sua telefonata a fine gennaio aveva ammonito Putin su una possibile risposta americana per le interferenze nel voto. "Abbiamo avuto una lunga conversazione, lui ed io. Lo conosco relativamente bene", ha raccontato. "Io conosco te e tu conosci me. Se stabilisco che è successo, sii preparato", ha aggiunto.

Biden, che non ha precisato quale sarà il prezzo che Mosca dovrebbe pagare, ha ricordato anche di aver detto in precedenza a Putin di non pensare che abbia un'anima. "Si è voltato verso di me e mi ha detto 'ci capiamo reciprocamente'", ha aggiunto. Nonostante il suo giudizio, il presidente Usa ritiene possibile lavorare con la Russia su questioni che interessano gli Stati Uniti, come gli accordi sugli armamenti.


La reazione di Mosca

Le parole di Biden sono "un attacco ai russi" e una reazione "isterica dovuta all'impotenza" degli Stati Uniti. Lo ha scritto sul suo canale Telegram il presidente dalla Duma di Stato, la Camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin. "Biden ha insultato i cittadini del nostro Paese con la sua dichiarazione. Si tratta di isteria dovuta all'impotenza", si legge nel post, "Putin è il nostro presidente, gli attacchi contro di lui sono attacchi alla Russia".

L'ambasciatore è stato richiamato a Mosca per analizzare le prospettive delle relazioni con Washington. "La nuova amministrazione Usa è al potere da quasi due mesi, la pietra miliare simbolica dei 100 giorni non è lontana, e questa è un'occasione appropriata per cercare di valutare in cosa la squadra di Biden sta facendo bene e in cosa no. La cosa principale è capire se si possono trovare modi per migliorare le relazioni russo-americane che sono in una condizione difficile e che Washington ha sostanzialmente spinto in un vicolo cieco negli ultimi anni. Siamo interessati a prevenire il loro degrado irreversibile, se gli americani capiscono i rischi che questo comporta" dice la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova.
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