Sanità americana USA

Sanità americana USA

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:45 am

Sanità americana USA
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:46 am

Bufale sulla sanità americana

USA: la mancanza di sanità accessibile uccide più del terrorismo
di Bufale.net Team | Marzo 26, 2019

https://www.bufale.net/usa-la-mancanza- ... errorismo/

Atti terroristici e omicidi commessi da immigrati privi di documenti negli Stati Uniti, secondo alcune ricerche, uccidono meno della sanità privata. La mancanza di assistenza sanitaria a prezzi accessibili causa molti più decessi, ogni anno.

C’è però da dire che non esiste alcun consenso in merito alla metodologia o alla definizione che dovrebbe essere impiegata nella ricerca del numero di decessi causati dalla mancanza di accesso a cure mediche a prezzi accessibili.

Le statistiche sono una caratteristica comune del dibattito politico online, specialmente se colpiscono o sono inaspettate.

Le ricerche

Alla fine del 2018, un meme ha portato i lettori a rivalutare la loro percezione dei vari rischi e danni nella società americana. La pagina Facebook “Teanderthal Party”, di sinistra, in dei meme affermava che “ci sono più americani che muoiono per la mancanza di assistenza sanitaria a prezzi accessibili rispetto agli attacchi terroristici e all’immigrazione clandestina insieme”:

Attacco terroristico

Gli attacchi terroristici sono relativamente molto rari negli Stati Uniti negli ultimi anni, anche se non c’è nessuna definizione unica e universalmente accettata di un attacco terroristico.

Il Federal Bureau of Investigation (FBI) definisce gli atti terroristici come appartenenti a due categorie:

Terrorismo internazionale: Perpetrato da individui e / o gruppi ispirati o associati a organizzazioni o nazioni terroristiche straniere (sponsorizzato dallo stato)

Terrorismo nazionale: movimenti basati sugli Stati Uniti che sposano ideologie estremiste di natura politica, religiosa, sociale, razziale o ambientale.

Un paio di fonti non ufficiali forniscono i dati sulle morti per attacchi terroristici negli Stati Uniti. Il primo è il Consorzio nazionale per lo studio del terrorismo e della responsabilità del terrorismo (START), che è collegato al Dipartimento per la sicurezza interna e guidato dall’Università del Maryland

I decessi associati a 694 attacchi terroristici di tutte le varietà (internazionali e domestici), con una media (media) di 153 morti all’anno. Tuttavia, circa 3000 di quelle vittime sono state associate a un singolo insieme di eventi: gli attacchi di Al-Qaeda dell’11 settembre 2001.

La seconda fonte è un importante rapporto pubblicato nel 2016 dal Cato Institute. La “Analisi del rischio di terrorismo e immigrazione” raccoglie dati da nove diverse fonti ma si concentra esclusivamente su atti terroristici perpetrati da terroristi di origine straniera negli Stati Uniti.

Secondo il rapporto, tra il 1975 e il 2015 si sono verificati 2.983 decessi collegati ad attacchi terroristici perpetrati da aggressori nati negli Stati Uniti. Non sorprende che la stragrande maggioranza di questi sia il risultato degli attacchi dell’11 settembre.

Questi numeri corrispondono a una media di 73 decessi legati al terrorismo perpetrato da stranieri, ma è importante notare che in 30 dei 41 anni in questione non si è verificata una morte di questo genere.

Immigrazione illegale

Non è chiara la menzione del meme sull’immigrazione clandestina, ma è quasi certamente un riferimento agli omicidi commessi da immigrati privi di documenti all’interno degli Stati Uniti, spesso considerati una minaccia da chi è a favore di una più rigorosa applicazione dell’immigrazione e della sicurezza delle frontiere, non meno di tutti il presidente Donald Trump.

Diversi studi hanno dimostrato che gli immigrati privi di documenti in realtà commettono reati in generale a un tasso inferiore rispetto agli americani nativi. Abbiamo esaminato questa ricerca in modo più approfondito in precedenza.

Mancanza di assistenza sanitaria a prezzi accessibili

Recenti discussioni sull’assistenza sanitaria in generale, e in particolare sull’Affordable Care Act (Obamacare) dell’ex presidente Barack Obama, hanno spesso presentato rivendicazioni sul numero di decessi evitabili causati da una mancanza di assistenza sanitaria a prezzi accessibili.

Le stime sono variate. Uno studio del 2009 sull’American Journal of Public Health ha calcolato che 44.789 decessi negli Stati Uniti nel 2005 erano associati all’assenza di assicurazione sanitaria.

Nel 2016, il sito Web ThinkProgress ha calcolato che l’abrogazione di Obamacare potrebbe causare fino a 36.000 morti all’anno, sulla base di una stima che quasi 30 milioni di persone perderebbero l’assicurazione sanitaria in tale scenario e dopo aver applicato le conclusioni di uno studio del 2014 dagli Annals of Internal Medicine, che hanno scoperto che l’introduzione di un’assicurazione sanitaria a prezzi accessibili in Massachusetts nel 2007 ha impedito un decesso per ogni 830 individui che sono diventati assicurati nell’ambito del programma.

Conclusione

Sembra improbabile che l’indisponibilità di assistenza sanitaria a prezzi accessibili a molti residenti negli Stati Uniti rappresenti meno di 1.000 decessi ogni anno.

È anche indubbio che atti terroristici e omicidi commessi da immigrati privi di documenti rappresentano una parte relativamente piccola di tutti i decessi violenti negli Stati Uniti.

Tuttavia, è improbabile che qualsiasi modello di ricerca possa arrivare a una stima definitiva del numero di persone che muoiono ogni anno per morte prematura ed evitabile a causa della loro incapacità di accedere all’assicurazione sanitaria. Ciò è in parte dovuto alle complessità intrinseche e alle ambiguità implicite della questione.




Ricoverato 2 mesi per Covid, riceve fattura da 1,2 mln: "In colpa per essere sopravvissuto"
13/06/2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/gua ... 1&ref=fbph

Sconfiggere il Covid-19 dopo 62 giorni di ricovero e ricevere una parcella medica da quasi 1,2 milioni di dollari. È questa la somma che l’americano Michael Flor ha trovato in fondo alle 181 pagine della dettagliata fattura rilasciata dall’ospedale di Seattle in cui è stato curato, lo Swedish Medical Center di Issaquah. Il 70enne Flor quasi certamente non dovrà sborsare la cifra per via dell’accordo del presidente Trump con le assicurazioni (finanziato dal Congresso Usa con uno stanziamento da 100 miliardi di dollari per ospedali e compagnie di assicurazione, ndr), ma è comunque sconfortato: “Mi sento in colpa per essere sopravvissuto. Ho un senso di ’perchè io? Perchè mi sono meritato tutto questo? Guardando l’incredibile costo di tutto, il senso di colpa si aggiunge sicuramente a quello di essere sopravvissuto”. A riportare la vicenda è il Daily Mail.

Le voci del parcella consegnata a Flor mostrano numeri esorbitanti. La camera di terapia intensiva, dove il paziente è stato per 42 dei 62 giorni di ricovero, è costata 9.736 dollari al giorno. La stanza era sigillata e poteva essere visitata solo da operatori sanitari che indossavano tute di plastica e copricapo. Per i 42 giorni in questa camera di isolamento, il costo totale è stato di 408.912 dollari. Il paziente ha necessitato anche di un ventilatore polmonare per 29 giorni; costo dell’uso della macchina 2.835 dollari al giorno, per un totale di 82.215 dollari.

La fattura è rappresentata per circa un quarto dai costi dei farmaci. Per i due giorni in cui il suo cuore, i reni e i polmoni stavano tutti cedendo e sembrava che la morte fosse vicina, la fattura è di 20 pagine e ammonta a quasi 100mila dollari. In totale, ci sono quasi 3.000 spese dettagliate, circa 50 al giorno. La fattura non comprende le due settimane di convalescenza che il malato ha trascorso in un’altra struttura.
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:47 am

La sanità Usa e la bufala delle cure pagate «cash»
Paolo Granzotto - Sab, 28/06/2008

https://www.ilgiornale.it/news/sanit-us ... -cash.html

Caro Granzotto, lo scandalo della clinica Santa Rita di Milano ha sollevato il coperchio del pentolone della Sanità e il minestrone che c’è dentro non è certo sopraffino. Il «sistema» Santa Rita sembra, a quanto si legge, piuttosto generalizzato. Mi riferisco alla pratica di privilegiare gli interventi che ricevono dalle regioni un rimborso più alto o di praticare, sempre a quel fine, interventi non necessari (come parti cesarei più redditizi di quelli naturali, quindi praticati anche quando non serve). Un’inchiesta del «Giornale» metteva in luce che l’industria farmaceutica riserva la maggioranza dei fondi per la ricerca allo studio di farmaci per malattie croniche. Perché rendono di più, dovendo il paziente assumerle a vita, di quelle destinate ai mali passeggeri. In sintesi, in barba al giuramento di Ippocrate, la salute è ormai un business, come insegnano gli Stati Uniti, e a rimetterci è il paziente. Ma non c’è modo di salvare capra (il paziente) e cavoli (il guadagno)?

Ma perché dà per scontato che il sistema sanitario americano sia quanto di peggio? Mi scusi, caro Masotti, ma non crederà alla balla che negli Stati Uniti le cure mediche sono carissime e vanno pagate in contanti, per cui se uno non ha i soldi crepa sul marciapiede. Anche da noi le cure mediche (come ben sapevano alla Santa Rita) sono carissime. Anche da noi vanno pagate se non in contanti, pronta cassa. La differenza sta nel fatto che da noi le paga lo Stato con i soldi che trattiene sulla busta paga di ogni lavoratore. In America le pagano le assicurazioni col danaro dei versamenti, dei premi versati dai clienti. La differenza è dunque che da noi il cittadino è obbligato a premunirsi. Negli Stati Uniti è libero di farlo e di scegliersi il «servizio» che più gli conviene. Naturalmente ci sono americani che preferiscono acquistare una Porsche piuttosto che pagare la rata dell’assicurazione. E americani disoccupati, poveri in canna. A costoro vengono in aiuto il «Medicaid», ente statale che garantisce l'assistenza agli indigenti e il «Medicare», riservato agli anziani. Ovvio che le prestazioni offerte dai due istituti sono, chiamiamole così, «di base», niente a che vedere con quelle garantite da una buona (e cara) assicurazione. Ma non inferiori a quelle di uno dei tanti ospedali italiani che alimentano l’inesauribile capitolo della nostra malasanità. Sorci in camera operatoria compresi.
C’è da aggiungere che oltreoceano il «sistema Santa Rita» è difficile che attecchisca. Le compagnie di assicurazione sono tradizionalmente attente alla lira e i loro ispettori non si fanno certo prendere per il naso: un’operazione che risultasse non necessaria (un cesareo, mettiamo) è sicuro che non gliela danno per buona. Lo stesso discorso vale per il paziente: per certi interventi e certe complesse analisi l’assicurazione pretende, in genere, un sovrappiù. Che il paziente è disposto a versare solo se l’intervento fosse davvero inevitabile e indispensabili quelle analisi. Intendiamoci, in teoria anche le nostre strutture sanitarie sono sottoposte a controlli e a vigilanza, ma quando si tratta di spendere lo Stato è tradizionalmente meno attento, meno scrupoloso di un privato. Il rimborso per dodici risonanze magnetiche ingiustificate o per venti immotivati parti cesarei si perde nel mare magnum dei 94 miliardi di costi del Servizio sanitario nazionale, ma rappresenta una voce non del tutto irrilevante nel bilancio di una impresa privata. Il marcio della nostra Sanità, caro Masotti, non è il «sistema Santa Rita», ma che a quel sistema sia concesso di realizzarsi impunemente. Tutto qui.
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:47 am

FAKE NEWS de “Il Riformista” sulla Sanità Americana
2 aprile 2020

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... americana/

Non potendo inventarsi degli scandali giudiziari, la stampa maggiormente schierata a Sinistra, non volendo studiare i meccanismi della Nazione più potente del Mondo, si limita a scrivere che “Se non hai una copertura assicurativa in America muori”. Ma non è così: ecco la prova!

Il giornalismo italiano ha un odio viscerale quanto inspiegabile contro la sanità privata – di qualsiasi tipo essa sia ed in qualsiasi Stato essa sia presente. Sono davvero “convinti” che il massimo che una nazione possa partorire come sistema sanitario sia il “modello romagnolo”, ed infatti ciclicamente le toghe rosse cercano di abbattere a suon di picconate il lavoro eccellente svolto fino ad ora da Regione Lombardia e dalla Regione del Veneto.

Per quanto riguarda la sanità americana, non potendo inventarsi scandali giudiziari, la stampa maggiormente schierata a Sinistra in tutto il continente europeo, non volendo studiare i meccanismi, a volte anche complessi, della Nazione più potente del Mondo, si limita a scrivere: “Se non hai una copertura assicurativa in America muori”.

Posto che certi ragionamenti, oramai, non si sentono nemmeno più nel bar sotto casa,(anche perché semplicemente di questi tempi è chiuso) viene da chiedersi perché qualcuno debba vedere dei quotidiani nazionali che, anziché spiegare la realtà fattuale, si limitano ad essere la cassa di risonanza di una propaganda liberal-progressista in “stile Pyongyang” (per giunta, contro l’unico Stato al mondo che paga per la nostra difesa militare).

Oggi è il turno del giornale “Il Riformista” che dovrebbe essere – come viene riportato in calce al suo sito web – “ispirato a tre idee: l’idea riformista, l’idea libertaria e l’idea garantista”. Da un giornale simile chiunque si aspetterebbe una forte difesa del sistema sanitario privato e dei suoi benefici, visto che i più grandi politici e pensatori “libertari” dovrebbero essere contro ogni intervento dello Stato nell’economia.

Dopo aver condiviso l’articolo “USA, senza assicurazione niente ospedale: Coronavirus uccide giovanissimo: “Bastava poco per salvarlo”

La notizia (diciamo pure la Fake News) sarebbe questa:

“Il primo cittadino, in un video su Youtube, si riferisce alla morte di un ragazzo di soli 17 anni. La causa: era stato contagiato dal coronavirus. Al suo arrivo in ospedale alla vittima è stato negato però il ricovero d’urgenza in quanto non era titolare dell’assicurazione che contraddistingue il sistema sanitario degli Stati Uniti. Secondo alcuni giornali si tratterebbe della prima vittima minorenne del virus.”

“Il ragazzo è stato quindi portato mercoledì 25 marzo all’ospedale. Non essendo in possesso di un’assicurazione gli è stato detto di recarsi presso una struttura pubblica locale, ma durante il tragitto il giovane ha sofferto un arresto cardiaco.”

Sono corso, tra una videolezione e l’altra, a verificare quanto è stato scritto.

Ho subito trovato un articolo Los Angeles Times che, in merito al caso, spiega che:

1. Non avendo un’assicurazione valida per un ospedale privato, al suo arrivo gli è stato negato il ricovero d’urgenza e gli è stato detto di recarsi presso una struttura pubblica locale;

2. Viene quindi trasportato all’Antelope Valley Regional Medical Centre dove viene ricoverato immediatamente, ma dopo 6 ore muore;

3. Alla famiglia è stato comunicato che la morte è dovuta ad uno shock settico (dovuto ad una “grave malattia respiratoria”);

4. Il paziente, sul punto di morte, sembrerebbe essere risultato positivo al Covid-19, ma il caso era talmente complesso che il CDC (Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta) non l’ha considerato come morto per Coronavirus (ci sono comunque degli accertamenti in corso);

5. La famiglia è venuta a sapere, qualche giorno dopo la morte, di essere finita su tutti i mass media, ed hanno dichiarato di essere “stupiti” in quanto l’ospedale aveva comunicato loro il decesso per shock settico.

Inoltre, andando sul sito dell’Antelope Valley Regional Medical Centre sono riuscito a trovare lo Statuto dell’Ospedale, il quale dimostra inequivocabilmente che in quella struttura si eseguono le cosiddette “Charity Care”, ovverosia curano i pazienti anche se non hanno alcuna copertura assicurativa e/o vivono al di sotto della soglia di povertà fissata a livello federale.

Il caso di Lancaster rimette ancora una volta in discussione il sistema sanitario americano? NO! Semmai è la prova inequivocabile che la “leggenda nera” – dura a morire nella testa degli europei – sia falsa, e che l’articolista stesso si è smentito da solo, poiché il giovane ha ricevuto comunque un assistenza sanitaria, al contrario invece di quello che voleva sostenere, cioè che in America “se ti ammali ti lasciano morire per strada”.

In più (qualora non foste ancora convinti) in nessun punto dello stesso articolo de Il Riformista viene addebitato il decesso a causa del “ritardo” nel soccorso, come anche lo stesso Los Angeles Times non cita in alcun modo alcuna polemica riguardo ad un “ritardo” nel ricovero dovuto allo spostamento dall’ospedale privato a quello pubblico, che abbia quindi “compromesso” il quadro clinico del giovane. Anzi, il Los Angeles Times si concentra solamente sul dubbio riguardo al “motivo” del decesso, se sia dipeso o meno da Covid-19. Si tratta quindi di una possibile vittima di Coronavirus, non certo di una “vittima” del sistema sanitario americano.

La prossima volta, caro “Il Riformista”, se vuoi ti scrivo le notizie circa il sistema sanitario americano (previa lauta ricompensa, ovviamente).
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:48 am

Coronavirus, fare il tampone negli Usa costa 3.200 dollari? Tutta la verità che smentisce la fake news più assurda su quest'epidemia
Antonella Petris
marzo 2020

http://www.meteoweb.eu/2020/03/coronavi ... a/1400526/

Ha fatto discutere la notizia, diffusasi in Italia, del costo dei tamponi per il coronavirus negli Usa. Pare si aggiri intorno ai 3.200 dollari, poco più di 2.800 euro. Il 5 marzo il cantante Vasco Rossi ha scritto su Instagram che in California i tamponi per testare il nuovo Coronavirus “costano 3.200 dollari, e naturalmente pochissimi possono o potranno permettersi di farlo“. Ma si tratta di una cifra realistica? Proviamo a fare chiarezza.

Emanuele Cremaschi

Innanzitutto: chi effettua i test negli Stati Uniti? Come hanno spiegato i colleghi di Factcheck.org, a febbraio la U.S. Food & Drug administration aveva autorizzato l’uso di due test per il nuovo Coronavirus: uno per i Cdc statunitensi, l’altro per il Dipartimento per la Salute dello Stato di New York. Nella prima settimana di marzo, seppur con difficoltà (come hanno spiegato i media Usa), hanno iniziato a fare i test anche i laboratori di salute pubblica. In data 4 marzo i laboratori risultavano operativi in quasi tutti gli Stati Uniti, eccetto in Wyoming, Oklahoma, Alabama, Ohio, West Virginia e Maine (oltre che ai territori di Guam, Porto Rico e le Isole Vergini): erano stati effettuati in totale 1.526 tamponi, con 99 contagiati e 10 decessi. I dati sono stati comunicati dai Cdm.

Foto di Emanuele Cremaschi / Getty Images

Altra domanda a cui rispondere: chi paga i test? I costi relativi al test per il nuovo Coronavirus non sono a carico dei soggetti testati. Al momento anche i costi dei test fatti dai Cdc non stanno ricadendo sui pazienti analizzati. Finora i test sono stati sempre stati gratuiti, anche perché sono stati condotti dalla sanità pubblica (se invece qualcuno volesse fare il test privatamente è probabile che ci siano dei costi a carico del cittadino). Chi ha un’assicurazione sanitaria che copre queste eventualità – spiega il Wall Street Journal – quindi non dovrà pagare.

Il problema, come accade di sovente negli Usa, è relativo a coloro che sono sprovvisti di assicurazione: il rischio è quello di dover pagare il test, ma c’è allo studio dell’amministrazione Trump la possibilità di aiutare anche chi è sprovvisto di un’assicurazione con appositi fondi stanziati dal Congresso.

Pertanto negli Stati Uniti, al momento, “il test per il nuovo Coronavirus è gratis“, scrive Politifact. “Ma possono esserci dei costi collegati, per chi vuole essere sottoposto al test, per esempio per l’andare a farsi visitare in ospedale. In un caso specifico, in Florida, un uomo preoccupato di aver preso il virus si è visto recapitare un conto da 3.270 dollari anche se non è stato testato per il nuovo Coronavirus”. In concreto, se non si ha un’assicurazione sanitaria che offre un’ampia protezione, sembra in effetti esserci il rischio di dover sopportare dei costi extra. “Se hai sintomi come febbre, tosse e naso che cola, il sistema sanitario statunitense e’ progettato per farti pensare due volte prima di cercare soccorso”, ha commentato il 3 marzo al New York Times John Graves, professore di politiche sanitarie alla Vanderbilt University, in Tennessee.

A questo punto un’altra domanda sorge spontanea: come è nata allora la storia del costo da “3.200 dollari”? Molto probabilmente nata da un articolo pubblicato il 24 febbraio 2020 dal Miami Herald. Dopo essere tornato da un viaggio in Cina a gennaio, a Miami un uomo di nome Osmel Martinez Azcue avrebbe manifestato sintomi simil-influenzali: effettuando dei controlli è risultato positivo alla normale influenza stagionale – e non al nuovo Coronavirus, per il quale non è stato neppure testato – e la sua assicurazione sanitaria gli ha recapitato un conto da 3.270 dollari, di cui 1.400 dollari a carico del cliente (tra questi, 819 dollari per la visita d’emergenza).

Foto di Emanuele Cremaschi / Getty Images

In Italia per fortuna la situazione è ben diversa. Nel nostro Paese l’Istituto Superiore di Sanità prima e gli Ospedali del Piemonte da oggi “sono incaricato di confermare l’eventuale positività dei test diagnostici e di screening condotti dai laboratori sul territorio”. “Il test richiede 4-5 ore, e i tecnici lavorano su turni che iniziano alle 6 del mattino e terminano alle 3 del mattino, garantendo circa 200 esami al giorno“, sottolinea l’Iss. “Il risultato viene comunicato alle autorità competenti sia italiane che internazionali (Ecdc, Oms)”. Insomma, i test vengono fatti dai laboratori sul territorio, l’Iss verifica se sono positivi o negativi e quindi comunica il risultato alle autorità. In Italia, grazie al servizio sanitario nazionale, i costi del test per il nuovo Coronavirus sono a carico dello Stato e non dei pazienti, che però non possono decidere di fare il test a propria discrezione.
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:49 am

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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:49 am

ANCORA SULLA KATTIVISSIMA SANITÀ USA...
7 giugno 2020
https://www.facebook.com/groups/8991042 ... 425999795/


Scrive Jaime Andrea Jaime:

"L'ultimo che ha abboccato oggi, il terzo;

"""guardi lasciamo perdere... Ha anche parlato di sanità che negli usa o hai un assicurazione o puoi morire sotto un marciapiede e non avete una benché minima garanzia sul lavoro ... Non mi faccia ridere"""

Notare il "sotto" al marciapiede poraccio.

Copiate la risposta e mettete in un file che poi si zittiscono subito:


La Sanita’ in USA è MISTA Pubblica e Privata e gli Ospedali sono gestiti in larghissima pare dagli Stati e non dal Governo Federale.
Ci sono infatti ben 2900 ospedali pubblici e "no profit" e tre leggi Medicare (1965) , Medicaid (1966) ed EMTALA (1986) che coprono i non coperti da assicurazione, i non abbienti e coloro che hanno reddito inferiore ai 23.000 inclusi i pensionati, i disabili, i senzatetto, i senza lavoro, ragazze madri e figli...tutti .
Il tutto incluso nel welfare USA di 2700 miliardi di dollari ogni anno. EMTALA tra l’altro OBBLIGA tutti gli ospedali a curate tutti, e solo dopo si decide chi paga ed a chi si manda eventualmente le fattura e vieta anche alle assicurazioni di “scaricare” chi ha malattie pregresse.
Integrate poi da ulteriori leggi Statali.

Non è mai stato vero, che in USA non vengono fornite le cure mediche a chi sta male: ciò è illegale e penalmente punibile, legge EMTALA 1986 firmata da Regan.
I poveri, e le loro famiglie, che non hanno un reddito superiore a 23mila dollari hanno diritto a Medicaid assicurazione gratuita pagata dallo stato, quindi pagano zero. Legge Medicaid del 1965. Inclusi i senzatetto i disabli e tutti gli altri in simili condizioni.
Chi ha più di 65 anni ha diritto a Medicare, assicurazione pagata in parte dallo stato che ha tutte le coperture con un esborso mensile di circa 150/200 dollari mese. Per chi ha meno di 23000 dollari di reddito è gratis. Legge Medicare del 1965.
Le tre leggi Federali sono poi anche integrate dalle molte leggi degli Stati singoli per molti servizi aggiuntivi.
Tutti gli altri 170 milioni che lavorano, di cui una larghissima parte sono dipendenti di aziende che garantiscono come parte del contratto di lavoro l’assicurazione sanitaria, oppure se la devono pagare se lavorano per aziende che non prevedono la copertura oppure sono autonomi.
Di norma tutti hanno subito accesso e scelgono il loro medici e dove curasi e nessuno aspetta mesi per una visita od un esame.
A questo punto un esempio pratico: se in USA una famiglia ha un reddito pari a 80mila lordi annui ( dato piuttosto comune) ha 24mila di esenzione dalla tasse e varie detrazioni e rimangono netti in tasca circa 60 mila, una assicurazione di qualità per una famiglia costa circa 8/10mila anno, rimangono netti 50mila.
Se in Italia una famiglia ha 80 mila lordi annui rimangono circa 40mila netti (e pure meno dato che in Italia c'è l'IVA) con un sistema sanitario che spesso non è in condizione di garantire visite specialistiche in tempi brevi e costringe il cittadino a pagare di tasca.
IN USA una percentuale della popolazione che guadagna più di 23mila ha scelto di NON assicurarsi, in gran parte giovani che pensano di non averne bisogno e quindi rischiano. Per loro le alternative sono diverse: andare in ospedale dove li curano anche se non hanno i soldi e poi mandano il conto a casa che uno paga a rate senza interessi, oppure assicurarsi. Rischio molto mal calcolato perchè magari con i soldi hanno deciso di farci un’altra cosa.
In ogni caso gli ospedali ricoverano e curano perché è la legge e curano tutti a prescindere.
Solo DOPO si cerca chi paga il conto.
Per il Virus sono poi state passate leggi speciali, tre in un mese e mezzo, che coprono tutti da tutto ciò che concerne Virus, test, ricoveri e cure: TUTTI i 330 milioni di abitanti.

Abbiamo parlato di chi fa meno di 23000$ e chi lavora per un'azienda, ora facciamo un piccolo paragone. Due lavoratori autonomi guadagnano 60000$ lordi l'anno solo che uno è in USA ed uno in Italia. Quello in USA paga circa 15000$ di tasse gliene restano 45000. Quello Italiano paga oltre 40K$ di tasse gliene restano 20000. Quello Americano ha a disposizione ancora 25000 dollari con cui pagare l'assicurazione, ovviamente ne basteranno molti meno e saranno detraibili. Dove è meglio vivere? Ah, dimenticavo, lo stesso lavoratore autonomo in USA non guadagna come il suo collega italiano ma il suo lordo è circa il doppio."




Dato che mi è stato di nuovo chiesto.
Ecco genericamente come funziona la Sanità in USA.
24 marzo 2021
https://www.facebook.com/jaime.mancagra ... 7445881801

La Sanità in USA è MISTA Pubblica e Privata e gli Ospedali sono gestiti in larghissima parte dagli Stati e non dal Governo Federale.
Ci sono infatti ben 2900 ospedali pubblici e "no profit" e tre leggi Medicare (1965) , Medicaid (1966) ed EMTALA (1986) che coprono i non coperti da assicurazione, i non abbienti e coloro che hanno reddito inferiore ai 23.000 inclusi i pensionati, i disabili, i senzatetto, i senza lavoro, ragazze madri e figli...tutti . Il tutto incluso nel welfare USA di 2700 miliardi di dollari ogni anno. EMTALA tra l’altro OBBLIGA tutti gli ospedali a curare tutti, per tutto senza tetti e solo dopo si decide chi paga ed a chi si manda eventualmente le fattura e vieta anche alle assicurazioni di “scaricare” chi ha malattie pregresse.
Integrate poi da ulteriori leggi Statali.
Non èmai stato vero, che in USA non vengono fornite le cure mediche a chi sta male: ciò è illegale e penalmente punibile, legge EMTALA 1986 firmata da Regan.
I poveri, e le loro famiglie, che non hanno un reddito superiore a 23mila dollari hanno diritto a Medicaid assicurazione gratuita pagata dallo stato, quindi pagano zero.
Dai sotto i 23.000 ai 50.000 si hanno condizioni agevolate ed in parte finanziate dal Welfare se si è single e sposati il minimo di 50 sale e si può usufruire di altri sistemi Federali.
Legge Medicaid del 1965. Inclusi i senzatetto i disabili e tutti gli altri in simili condizioni.
Chi ha più di 65 anni ha diritto a Medicare, assicurazione pagata in parte dallo stato che ha tutte le coperture con alcune extra con esborso volendo aggiuntivo mensile di circa 100/200 dollari mese.
Per chi ha meno di 23000 dollari di reddito è gratis.
Legge Medicare del 1965.
Le tre leggi Federali sono poi anche integrate dalle molte leggi degli Stati singoli per molti servizi aggiuntivi.
Tutti gli altri 160 milioni che lavorano, e le loro famiglie che sono coperte, sono in larghissima parte dipendenti di aziende o di studi professionali associati e simili o che hanno polizze di gruppo, che garantiscono come parte del contratto di lavoro l’assicurazione sanitaria.
I liberi professionisti autonomi o non associati a gruppi se la pagano personalmente.
I VACCINI sono da SEMPRE gratis per tutti e si possono fare sia nelle Farmacie sia in molti supermecrcati con all’interno le Farmacia, normalmente basta prenotare on line, massimo entro tre giorni.
Anche tutti i vaccini relativi al Ciaina Vairus.
Una percentuale minima della popolazione che guadagna più di 23mila che NON è dipendente di aziende e che NON fa parte di polizze professionali di gruppo, e quindi SOLO pochi “autonomi” sceglie di NON assicurarsi, tutti giovani, tutti single e senza famiglia, che pensano di non averne bisogno e quindi rischiano. Per loro le alternative sono diverse: andare in ospedale dove comunque li curano anche se non hanno i soldi e poi mandano il conto a casa che uno paga a rate senza interessi, o vendendosi la macchina che hanno comprato invece di stipulare una polizza oppure si assicurano posticipatamente, un rischio molto mal calcolato che pagano quindi caro.
Di norma tutti hanno subito accesso e scelgono i loro medici e dove curasi e nessuno aspetta mesi per una visita od un esame.
A questo punto un esempio pratico: se in USA una famiglia ha un reddito pari a 80mila lordi annui (dato piuttosto comune) ha 24mila di esenzione dalla tasse e varie detrazioni e rimangono netti in tasca circa 60 mila, una assicurazione di qualità per una famiglia costa circa 8/15mila anno (a seconda da ciòche si sceglie).
Se in Italia una famiglia ha 80 mila lordi annui rimangono circa 40mila netti (e pure meno dato che in Italia c'è l'IVA che in USA NON esiste) con un sistema sanitario che spesso non è in condizione di garantire visite specialistiche in tempi brevi e costringe il cittadino a pagare di tasca.
IN USA una percentuale minima della popolazione che guadagna più di 23mila che NON è dipendente di aziende e che non fa parte di polizze professionali di gruppo, sceglie di NON assicurarsi, in gran parte giovani, tutti single e senza famiglia, che pensano di non averne bisogno e quindi rischiano. Per loro le alternative sono diverse: andare in ospedale dove li curano anche se non hanno i soldi e poi mandano il conto a casa che uno paga a rate senza interessi, oppure assicurarsi. Rischio molto mal calcolato perche’ magari con i soldi hanno deciso di farci un’altra cosa.
In ogni caso gli ospedali ricoverano e curano perché è la legge e curano tutti a prescindere.
Solo DOPO si cerca chi paga il conto.
Per il Virus sono poi state passate tre leggi speciali, che coprono tutti da tutto cio’ che concerne il Vairus, test, ricoveri e cure: TUTTI i 330 milioni di abitanti.
Abbiamo parlato di chi fa meno di 23000$ e chi lavora per un'azienda, ora facciamo un piccolo paragone. Due lavoratori autonomi guadagnano 60000$ lordi l'anno solo che uno è in USA ed uno in Italia. Quello in USA paga circa 15000$ di tasse gliene restano 45000. Quello Italiano paga oltre 40K$ di tasse gliene restano 20000. Quello Americano ha a disposizione ancora 25000 dollari con cui pagare l'assicurazione, ovviamente ne basteranno molti meno e saranno detraibili. Dove è meglio vivere? Ah, dimenticavo , lo stesso lavoratore autonomo in USA non guadagna come il suo collega italiano ma il suo lordo è circa il doppio.
Di una cosa sono sicuro: in USA nessuno muore per strada.
Tempo fa una mattina a Miami, aprendo l'ufficio, trovai uno dei senzatetto di colore del quartiere, sotto la siepe del parcheggio, che non stava bene.
Chiamai 911, sono arrivati con l'ambulanza in tre minuti, se lo sono caricato e portato in emergenza e dopo dieci giorni è tornato e mi ha pure ringraziato e vi posso assicurare che lui, poverino, carte di credito ed assicurazioni non ne aveva.
Questo a sinistra era l'Ospedale di Contea vicino casa mia in Orange County California. L'altro quello di Mooresville in NC.





Medicare è il nome dato ad un programma di assicurazione medica amministrato dal governo degli Stati Uniti, riguardante le persone dai 65 anni in su, o che incontrano altri criteri particolari.

https://it.wikipedia.org/wiki/Medicare

Cenni storici

La relativa legge è stata firmata, assieme a quella del programma Medicaid, il 30 luglio 1965 dal presidente Lyndon B. Johnson come emendamento al Social Security Act. Al momento di firmare la legge, Johnson ha assegnato all'ex presidente Harry S. Truman la tessera Medicare facendone il primo beneficiario del programma.

Il provvedimento è finanziato a livello federale grazie ai contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro. I principali benefici della legge sono l'assicurazione ospedaliera e l'assicurazione medica gratuite.


Contenuto

Medicare è il programma di assicurazione sanitaria americano per le persone dai 65 anni in su; alcune persone al di sotto di quella età ne possono usufruire fra cui coloro con insufficienze renali e disabilità. In Medicare è possibile iscriversi per una parte detta A (assicurazione ospedaliera) e una parte detta B (assicurazione medica). Se non ci si iscrive per la parte B dai 3 mesi antecedenti al compimento dei 65 anni fino ai 3 mesi successivi a tale data, si pagherà una penale che consiste in un 10% annuo per ogni anno in cui non ci si iscrive. Oltre alla parte A e B vi sono altre due parti: la parte C, conosciuta come Medicare Advantage, la quale offre piani di assistenza sanitaria gestiti da società assicuratrici private riconosciute da Medicare; tali piani fanno ottenere benefici alle parti A e B e ai loro servizi e concorrono al pagamento dei farmaci con prescrizione; la parte D, invece, concorre al pagamento delle spese dei farmaci, abbassa le spese dei farmaci prescritti e protegge dall’aumento del costo di tali farmaci.


Medicaid è un programma federale sanitario degli Stati Uniti d'America che provvede a fornire aiuti agli individui e alle famiglie con basso reddito salariale.

https://it.wikipedia.org/wiki/Medicaid

È finanziato sia dal governo federale che dai governi dei singoli stati ed è gestito da questi ultimi. La partecipazione dei singoli stati è, secondo la legge, volontaria, ma tutti gli stati lo hanno adottato; l'ultimo è stato l'Arizona nel 1982.
La relativa legge è stata firmata, assieme a quella del programma Medicare, il 30 luglio 1965 dal presidente Lyndon B. Johnson come emendamento al Social Security Act.



The Emergency Medical Treatment and Active Labor Act (EMTALA)

https://en.wikipedia.org/wiki/Emergency ... _Labor_Act

The Emergency Medical Treatment and Active Labor Act (EMTALA)[1] is an act of the United States Congress, passed in 1986 as part of the Consolidated Omnibus Budget Reconciliation Act (COBRA). It requires hospital Emergency Departments that accept payments from Medicare to provide an appropriate medical screening examination (MSE) to anyone seeking treatment for a medical condition, regardless of citizenship, legal status, or ability to pay. Participating hospitals may not transfer or discharge patients needing emergency treatment except with the informed consent or stabilization of the patient or when their condition requires transfer to a hospital better equipped to administer the treatment.[1]

EMTALA applies to "participating hospitals." The statute defines participating hospitals as those that accept payment from the Department of Health and Human Services, Centers for Medicare and Medicaid Services (CMS) under the Medicare program.[2] Because there are very few hospitals that do not accept Medicare, the law applies to nearly all hospitals. The combined payments of Medicare and Medicaid, $602 billion in 2004,[3] or roughly 44% of all medical expenditures in the U.S., make not participating in EMTALA impractical for nearly all hospitals. EMTALA's provisions apply to all patients, not just to Medicare patients.[4][5]

The cost of emergency care required by EMTALA is not directly covered by the federal government, so it has been characterized as an unfunded mandate.[6] Uncompensated care represents 6% of total hospital costs.[7]
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2020 7:50 am

Trump, gli USA, il coronavirus e i sinistri nemici di Trump


La disinformazione antitrumpiana dell'orrido Sole24Ore, specula sul coronavirus

Coronavirus: Stati Uniti e Trump al test California
nel golden state 33 casi positivi
Il governatore Newsom denuncia la lentezza della macchina organizzativa a livello nazionale. Il comparto assicurativo è un fattore di destabilizzazione
di Roberto Da Rin
https://www.ilsole24ore.com/art/coronav ... a-ACDMUgMB

Il caso californiano è la punta di un iceberg su cui si potrebbe infrangere il sogno di Trump, ovvero la sua rielezione alle prossime presidenziali. Sono 33 i cittadini “positivi” al test e circa 8400 quelli “monitorati” per coronavirus in California ma il governatore Gavin Newsom denuncia l'assoluta insufficienza di kit per i test. Pare ve ne siano solamente 200. Gli arrivi negli aeroporti sono la causa principale di una potenziale e grave diffusione a livello nazionale e ora, la richiesta di Newsom, è quella di ottenere in tempi rapidi dei rinforzi adeguati.

La rielezione di Trump, condizionata dal virus
Il caso di una cittadina “positiva” al test, rilevato due giorni fa, dovrebbe secondo Mark Ghaly , direttore dell'Agenzia sanitaria della California, imporre un'agenda «che riveda i protocolli in modo tale consentire a un maggior numero di persone di essere sottoposto al test».
La filiera del contagio, negli Stati Uniti, è molto difficile da controllare con varie ripercussioni a livello nazionale. Qualora si dovesse estendere la necessità di monitorare con accuratezza il virus, i pericoli di una impasse ridurrebbero le chance di rielezione del presidente Trump.

Il nodo delle assicurazioni
Il tema sanitario è al centro del dibattito politico in corso, tra repubblicani e democratici. Sono circa 90 milioni i cittadini americani che non possiedono una assicurazione privata e il costo di un test è vicino ai 250 dollari. Una stima che non include il personale necessario er effettuarlo. Alcuni giorni fa un paziente con sintomatologia sospetta è stato sottoposto in ospedale a vari esami e il conto ha superato i 3mila dollari. Un fatto che, reso pubblico, tiene lontani gli americani dai laboratori medici e quindi allarga la possibilità di una diffusione.

In altre parole il comparto assicurativo acquisisce una grande centralità. Se le condizioni di accesso, premi assicurativi molto costosi, tengono lontani i cittadini dai test, il virus si può propagare in modo incontrollato. Se invece le assicurazioni dovessero assumersi questi oneri il comparto crollerebbe sotto il peso della insostenibilità generando squilibri finanziari.




Trump ha ottenuto 8,5 miliardi di dollari dal Congresso per affrontare la crisi del coronavirus, molto più di quello che aveva chiesto

Coronavirus, il piano di Trump: una task force e l’invito alla calma
28 febbraio 2020

https://www.lastampa.it/esteri/2020/02/ ... 1.38525456

NEW YORK. Da una parte il presidente Trump invita il Paese alla calma, nomina il suo vice Pence come «zar» per gestire l’epidemia di Coronavirus, accetta l’offerta del Congresso di stanziare 8,5 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza, e prospetta altri provvedimenti restrittivi che potrebbero bloccare anche i voli in arrivo dell’Italia. Dall’altra gli scienziati dei Centers for Disease Control and Prevenetion annunciano il primo contagio in California di origine ignota, dando l’allarme sulla possibilità di una diffusione più ampia della malattia anche negli Stati Uniti. Sono le due facce della risposta americana alla crisi che ormai tocca tutti i continenti. In California sono in totale 33 le persone positive al CoVid-19, 8400 quelle monitorate. Nello Stato di New York sono centinatia le persone tenute sotto osservazione poiché esposte al coronavirus.

La reazione degli Usa si è basata inizialmente su due punti: primo, stop immediato a tutti i voli in arrivo dalla Cina, e controlli soprattutto negli aeroporti o tra le persone che avevano viaggiato nei Paesi più colpiti, per contenere il contagio; secondo rapida accelerazione della ricerca medica, per individuare una cura basata sui farmaci anti virali e un vaccino. Questo modello ha funzionato, perché i casi sono stati limitati a 60, nonostante restino dubbi sulla profondità dei controlli condotti, perché al momento sono stati fatti in tutto 445 test. Nei giorni scorsi, però, i medici dei Cdc hanno avvertito che le iniziative prese sono servite a guadagnare tempo, ma la diffusione dell’epidemia è inevitabile e si tratta solo di una questione di tempo. Queste dichiarazioni, insieme alle preoccupazioni di aziende tipo Apple sugli effetti del virus nell’economia, hanno provocato forti ribassi a Wall Street, e Moody’s ha previsto che le possibilità di una recessione globale sono salite al 40%. Tutto ciò ha spinto Trump ad intervenire mercoledì sera, per almeno due motivi: sul piano comunicativo, smentire l'inevitabilità dell'epidemia e invitare l’America alla calma; su quello operativo, rafforzare la task force - che ieri ha tenuto la sua prima riunione sotto la guida di Pence - e preparare altre iniziative.
Il primo punto ha grande peso politico, perché una recessione metterebbe a rischio la rielezione del presidente a novembre. Commentatori conservatori come Rush Limbaugh hanno avanzato il sospetto che il «deep state» abbia infiltrato i Cdc, e usi il coronavirus per danneggiare Trump, ad esempio perché la direttrice del National Center for Immunization and Respiratory Diseases, Nancy Messonnier, è la sorella di Rod Rosenstein, ex vice segretario alla Giustizia che aveva nominato Robert Mueller come procuratore del Russiagate. Ora tutte le comunicazioni dovranno essere autorizzate dall’ufficio del vice presidente, come ha confermato il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases Anthony Fauci. Sul piano operativo, Pence ha nominato la responsabile della lotta all’Aids, Deborah Birx, come coordinatrice della risposta al Coronavirus per la Casa Bianca. Così si è costituita una piramide dove al vertice c’è Pence, poi la Birx, e infine il segretario alla Sanità Azar. Il primo obiettivo è evitare che i medici diffondano il panico con le loro dichiarazioni. Nella pratica, il blocco dei voli si potrebbe estendere alla Corea del Sud, che si trova allo stesso livello di allerta della Cina, e all’Italia, che sta al secondo gradino con Iran e Giappone. I controlli negli aeroporti aumenteranno, ma anche nelle comunità, dopo il nuovo caso in California. Trump aveva chiesto al Congresso 2,5 miliardi per l’emergenza. I democratici, che lo accusano di mettere i suoi interessi politici davanti alla salute degli americani, hanno risposto che ne servono 8,5 e lui li ha accettati.



Coronavirus, Trump: «Mi hanno dato del razzista, ma l’America è al sicuro»
27 febbraio 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/est ... 78364.html


«Stiamo facendo un grande lavoro».

Donald Trump celebra come sempre se stesso in una conferenza stampa sul Coronavirus.

Mai come questa volta, però, lo sfoggio di certezza e sicurezza appare quanto meno prematuro.

«Il rischio per i cittadini americani rimane molto basso e noi siamo stati bravissimi a contenerlo», afferma con fare tronfio mentre cede la parola a Mike Pence.

Il vicepresidente viene nominato alla testa di una sorta di task force che si occuperà di seguire l’emergenza a livello mondiale e, naturalmente, di studiarne tutte le contromosse che l’amministrazione a stelle e strisce valuterà come necessarie.

Proprio mentre va in scena l’orgoglio della Casa Bianca, però, dalla California si diffonde la notizia del primo contagiato, che peraltro non avrebbe avuto alcun contatto con la Cina o con i focolai cinesi.
Il primo caso, insomma, di trasmissione indiretta.

La statistica resta comunque pari a “zero” in un Paese di circa 330 milioni di persone.
Ma suggerirebbe, appunto, una prudenza mediatico-politica che tuttavia Trump non ha conosciuto mai.

Fatto sta che per il momento ha ragione lui. Che, tanto per cambiare, non esita a rilanciare.

«Abbiamo preso tutti i provvedimenti necessari, se non avessimo respinto persone da determinate aree, non staremmo parlando in questo modo».

E, ancora più chiaro: «i democratici mi hanno dato del razzista, ma la verità è che l’America è al sicuro».

“Grazie a me”. Non lo dice, ma evidentemente lo pensa.

Sotto la lente di ingrandimento, neanche a dirlo, anche l’Italia.
Un Paese che Trump descrive come «in grande difficoltà», ma cui per ora non sbarra le porte dei voli.
Riservandosi di rivalutare il dossier Roma qualora i numeri continuassero a salire.

Nessun isterismo, però.
Né della politica né dei media.
Né, quasi incredibilmente, di Donald Trump.

Forse, almeno per una volta e a tutti i livelli, faremmo bene a prendere appunti dagli americani.


Gino Quarelo
Forza Trump sei il migliore!
Bergoglio non è degno nemmeno di lucidarti le scarpe.




I silenzi di Papa Bergoglio: il coronavirus non è funzionale alla sua agenda parapolitica
Roberto Penna
29 febbraio 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... l3g4sN2jUw

La società moderna è piuttosto matura nel suo complesso ed è in grado di giudicare e distinguere con la propria testa, senza avere il bisogno costante di essere imbeccata da un leader, politico o religioso che sia. Serve tuttavia un’autorità al fine di governare ed armonizzare i diversi interessi di una comunità, altrimenti si sprofonda nell’anarchia. Ed avere un punto di riferimento, capace non solo di imporre, ma anche di infondere fiducia, si rivela ancora più importante in periodi emergenziali come l’attuale, scosso dal coronavirus. Ovvero un bubbone sviluppatosi in una terra lontana come la Cina, che però è entrato prepotentemente in Italia, rendendo nel giro di pochi giorni questo Paese, almeno fino ad ora, uno dei luoghi più contagiati dopo, naturalmente, la Cina ed altre nazioni asiatiche.

Quanto successo all’Italia in un lasso di tempo molto breve può ripetersi in qualche altro angolo d’Europa, non lo possiamo escludere, ed è anche possibile approfondire il tema, rilanciato a più riprese dal governo italiano e dai suoi supporter televisivi, dei pochi controlli effettuati finora in certi Paesi europei come la Francia. Ma la gestione grossolana dell’emergenza coronavirus da parte della maggioranza giallorossa è ormai un fatto più che assodato. Indipendentemente dagli avvenimenti prossimi venturi possiamo già affermare, a partire da subito, che il premier Conte, il ministro Speranza e il resto del governo, non abbiano fin qui rappresentato quell’autorità positiva di cui parlavamo poco fa. Le notizie contraddittorie e la schizofrenia politica, che porta prima a sottovalutare la situazione, quasi a sorriderne come ha fatto Nicola Zingaretti, e poi ad intravedere quasi la fine del mondo, fanno più male del virus stesso. E quando il potere politico non fa il proprio dovere o lo fa molto male, i cittadini, di conseguenza impauriti e spaesati, provano a cercare consolazione presso quello spirituale.

Quest’ultimo non può ovviamente adottare decisioni politiche o sanitarie, ma una parola buona del Papa sarebbe di conforto almeno per lo stato d’animo dei cattolici e dei credenti in generale. Eppure questo Papa, Jorge Mario Bergoglio, non sembra preoccupato in maniera particolare dal coronavirus. Lo ha dimostrato visibilmente domenica scorsa, nel pieno peraltro dell’esplosione del virus in Italia, focalizzando la propria attenzione sui soliti temi a lui molto cari, ossia i sovranismi e i migranti, senza menzionare in nessun modo il coronavirus. Solo dopo sei giorni dall’inizio dell’emergenza italiana ha ritenuto, bontà sua, di far sapere che sta pregando per le vittime, i contagiati e gli operatori sanitari. Il tardivo messaggio deve essere frutto della pressione di qualche consigliere dotato di maggiore buon senso rispetto al Pontefice.

Sulla faziosità politica di Papa Francesco e sulla sua abitudine, più o meno consapevole, a rappresentare soltanto una parte del gregge cattolico, è già stato scritto molto, anche qui su Atlantico, ma oggi notiamo come una certa partigianeria accechi del tutto gli occhi dei vertici contemporanei della Chiesa. Il loro mondo, sia spirituale che terreno, non è il medesimo di tanti altri fedeli. Si persegue un disegno, più parapolitico che religioso a dire il vero, e chi torna utile ad esso, i migranti per esempio, deve essere sempre presente nelle preoccupazioni del Papa, mentre coloro i quali non sono funzionali alla propaganda bergogliana, dai cristiani massacrati da Boko Haram e simili agli italiani alle prese con il coronavirus, non meritano una significativa misericordia. Anzi, non vengono proprio notati dal Papa venuto dalla fine del mondo.
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » mar ott 20, 2020 1:19 am

FAKE NEWS de “Il Riformista” sulla Sanità Americana
2 aprile 2020

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... americana/

Non potendo inventarsi degli scandali giudiziari, la stampa maggiormente schierata a Sinistra, non volendo studiare i meccanismi della Nazione più potente del Mondo, si limita a scrivere che “Se non hai una copertura assicurativa in America muori”. Ma non è così: ecco la prova!

Il giornalismo italiano ha un odio viscerale quanto inspiegabile contro la sanità privata – di qualsiasi tipo essa sia ed in qualsiasi Stato essa sia presente. Sono davvero “convinti” che il massimo che una nazione possa partorire come sistema sanitario sia il “modello romagnolo”, ed infatti ciclicamente le toghe rosse cercano di abbattere a suon di picconate il lavoro eccellente svolto fino ad ora da Regione Lombardia e dalla Regione del Veneto.

Per quanto riguarda la sanità americana, non potendo inventarsi scandali giudiziari, la stampa maggiormente schierata a Sinistra in tutto il continente europeo, non volendo studiare i meccanismi, a volte anche complessi, della Nazione più potente del Mondo, si limita a scrivere: “Se non hai una copertura assicurativa in America muori”.

Posto che certi ragionamenti, oramai, non si sentono nemmeno più nel bar sotto casa,(anche perché semplicemente di questi tempi è chiuso) viene da chiedersi perché qualcuno debba vedere dei quotidiani nazionali che, anziché spiegare la realtà fattuale, si limitano ad essere la cassa di risonanza di una propaganda liberal-progressista in “stile Pyongyang” (per giunta, contro l’unico Stato al mondo che paga per la nostra difesa militare).

Oggi è il turno del giornale “Il Riformista” che dovrebbe essere – come viene riportato in calce al suo sito web – “ispirato a tre idee: l’idea riformista, l’idea libertaria e l’idea garantista”. Da un giornale simile chiunque si aspetterebbe una forte difesa del sistema sanitario privato e dei suoi benefici, visto che i più grandi politici e pensatori “libertari” dovrebbero essere contro ogni intervento dello Stato nell’economia.

Dopo aver condiviso l’articolo “USA, senza assicurazione niente ospedale: Coronavirus uccide giovanissimo: “Bastava poco per salvarlo”

La notizia (diciamo pure la Fake News) sarebbe questa:

“Il primo cittadino, in un video su Youtube, si riferisce alla morte di un ragazzo di soli 17 anni. La causa: era stato contagiato dal coronavirus. Al suo arrivo in ospedale alla vittima è stato negato però il ricovero d’urgenza in quanto non era titolare dell’assicurazione che contraddistingue il sistema sanitario degli Stati Uniti. Secondo alcuni giornali si tratterebbe della prima vittima minorenne del virus.”

“Il ragazzo è stato quindi portato mercoledì 25 marzo all’ospedale. Non essendo in possesso di un’assicurazione gli è stato detto di recarsi presso una struttura pubblica locale, ma durante il tragitto il giovane ha sofferto un arresto cardiaco.”

Sono corso, tra una videolezione e l’altra, a verificare quanto è stato scritto.

Ho subito trovato un articolo Los Angeles Times che, in merito al caso, spiega che:

1. Non avendo un’assicurazione valida per un ospedale privato, al suo arrivo gli è stato negato il ricovero d’urgenza e gli è stato detto di recarsi presso una struttura pubblica locale;

2. Viene quindi trasportato all’Antelope Valley Regional Medical Centre dove viene ricoverato immediatamente, ma dopo 6 ore muore;

3. Alla famiglia è stato comunicato che la morte è dovuta ad uno shock settico (dovuto ad una “grave malattia respiratoria”);

4. Il paziente, sul punto di morte, sembrerebbe essere risultato positivo al Covid-19, ma il caso era talmente complesso che il CDC (Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta) non l’ha considerato come morto per Coronavirus (ci sono comunque degli accertamenti in corso);

5. La famiglia è venuta a sapere, qualche giorno dopo la morte, di essere finita su tutti i mass media, ed hanno dichiarato di essere “stupiti” in quanto l’ospedale aveva comunicato loro il decesso per shock settico.

Inoltre, andando sul sito dell’Antelope Valley Regional Medical Centre sono riuscito a trovare lo Statuto dell’Ospedale, il quale dimostra inequivocabilmente che in quella struttura si eseguono le cosiddette “Charity Care”, ovverosia curano i pazienti anche se non hanno alcuna copertura assicurativa e/o vivono al di sotto della soglia di povertà fissata a livello federale.

Il caso di Lancaster rimette ancora una volta in discussione il sistema sanitario americano? NO! Semmai è la prova inequivocabile che la “leggenda nera” – dura a morire nella testa degli europei – sia falsa, e che l’articolista stesso si è smentito da solo, poiché il giovane ha ricevuto comunque un assistenza sanitaria, al contrario invece di quello che voleva sostenere, cioè che in America “se ti ammali ti lasciano morire per strada”.

In più (qualora non foste ancora convinti) in nessun punto dello stesso articolo de Il Riformista viene addebitato il decesso a causa del “ritardo” nel soccorso, come anche lo stesso Los Angeles Times non cita in alcun modo alcuna polemica riguardo ad un “ritardo” nel ricovero dovuto allo spostamento dall’ospedale privato a quello pubblico, che abbia quindi “compromesso” il quadro clinico del giovane. Anzi, il Los Angeles Times si concentra solamente sul dubbio riguardo al “motivo” del decesso, se sia dipeso o meno da Covid-19. Si tratta quindi di una possibile vittima di Coronavirus, non certo di una “vittima” del sistema sanitario americano.

La prossima volta, caro “Il Riformista”, se vuoi ti scrivo le notizie circa il sistema sanitario americano (previa lauta ricompensa, ovviamente).
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Re: Sanità americana

Messaggioda Berto » mar ott 20, 2020 1:23 am

Demenzialità contro Trump
Andrea Scanzi
18 ottobre 2020

https://www.facebook.com/groups/8991042 ... 871052880/

“Ieri notte é morto di Covid-19 negli Stati Uniti, un mio amico. Viveva in Florida e percepiva una pensione-sussidio che gli permetteva di vivere peró non era sufficiente per pagare un'assicurazione medica. Non so se questo gli sia costato la vita. Peró certamente ne ha impedito l'ospedalizzazione. É morto in casa, senza cure.
Questo é il sistema sanitario americano. Un sistema che la sofferta legge di Obama, definita Obama-Care aveva cercato di migliorare e che, successivamente, Trump si é impegnato a smantellare, motivato dalle centinaia di milioni di dollari che le imprese assicuratrici statunitensi e il sistema privato di ospedali e cliniche, gli hanno generosamente garantíto durante la scorsa campagna elettorale.
Negli USA se non hai soldi, muori. Nessuno ti cura. Nessuno ti accetta nella sua clinica. Nessuno ti permette un ricovero ospedaliero. Nessuno riabilita il tuo bimbo disabile. Nessuno ti regala le medicine. Nessuno ti fa un trapianto. Nessuno ti fa la chemio se hai un cancro. Nessuno, nessuno, nessuno.
Negli USA ad oggi sono morte 219.000 persone. La maggior parte delle morti hanno colpito i settori piú deboli della popolazione statunitense: latini, afroamericani, homeless, poveri in generale. Le scellerate scelte di Trump sul covid, le ripetute dichiarazioni negazioniste hanno reso piú facile la penetrazione del virus e chi ne ha pagato maggiormente le spese, sono stati i piú deboli. Quelli, per capirci, che devono uscire di casa per forza per guadagnare. Quelli che vivono alla giornata. Un giorno dietro l'altro.
Questi sono i riferimenti ideologici del nostro capitone. Questi sono i suoi (e dei suoi colleghi della lega) obiettivi sulla sanitá italiana (peraltro ampiamente messi in pratica nelle Regioni in cui governano). Nessuna legge potrá mai essere concepita da questa parte politica in nome della difesa dei deboli. Non é escluso che Trump, alla prima occasione, indossi una mascherina con sopra scritto Salvini”.
Giancarlo Selmi


Il coronavirus non è una normale e semplice influenza
viewtopic.php?f=162&t=2899

Clamorosa FAKE NEWS di Repubblica: Trump chiese a Fauci perché “non lasciamo inondare gli Stati Uniti dal Coronavirus?”
13 aprile 2020

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ronavirus/

Il “giornale” della Sinistra, apertamente schierato con il governo che ci vuole consegnare nelle mani della dittatura del Partito Comunista Cinese, lancia un falso articolo anti-Trump pur di farlo passare come un “pazzo dittatore”, spietato ed incurante del suo Popolo.

Andiamo subito al sodo:

La Repubblica ha riportato un pezzo del Washington Post, nel quale si spiegava – secondo non ben specificate “fonti informate alla Casa Bianca” – come il Presidente Donald Trump avesse chiesto apertamente ad Anthony Fauci, presidente del National Institute of Allergy and Infectious Deseases, durante una delle prime riunioni della task force della Casa Bianca contro il Coronavirus, di “lasciare che il virus si diffonda”: Si sarebbe voluto puntare sulla immunità di gregge sostiene La Repubblica, ma facendola passare come un perverso meccanismo di Darwinismo Sociale per il quale solo chi avesse avuto un sistema immunitario forte a sufficienza sarebbe potuto sopravvivere.

“Signor Presidente, morirebbe moltissima gente”, avrebbe risposto il principale esperto di malattie infettive della nazione. “Anthony Fauci ha salvato gli Stati Uniti” – scrive La Repubblica.

Siccome chi scrive su questo blog non è nato “trinariciuto”, appena ha visto la notizia si è fiondato a controllare più fonti.

Partiamo dal fatto che quanto scrive La Repubblica è riportato solo ed esclusivamente dal Washington Post. Non vi sono altre fonti “affidabili” che riportino questa notizia. Basta poi andare indietro di qualche giorno e trovare una dichiarazione dello stesso Donald Trump, che sottolinea la rischiosità dell’immunità di gregge perseguita dal Regno Unito.

Analizzando uno degli Stati che meglio sta gestendo questa crisi, ovvero Israele, in quanto costantemente preparato a qualsiasi tipo di “attacco”, possiamo vedere un bellissimo video del ministero della difesa israeliano, Naftali Bennet, che spiega come la soluzione “migliore” sia un approccio “misto” tra immunità di gregge, isolamento delle fasce più deboli ed ovviamente i test massicci sulla popolazione.

Il Video del ministero della difesa israeliano, Naftali Bennet, in cui spiega la strategia messa a punto dallo Stato di Israele contro il Coronavirus

Consultando altri siti si possono trovare teorie simili a questa israeliana, come quella proposta sullo Spectator US Edition da Matt Strauss, medico e assistant professor di medicina in Canada.

Chi segue la politica americana, inoltre, sa che Trump ha fatto di tutto affinché si trovasse un rimedio medico a questo problema, scommettendo sul farmaco anti-malaria che, come abbiamo più volte detto, è stato riconosciuto dalla comunità scientfica come il più efficace nella lotta al Covid-19.

Questo rimedio, negli Stati Uniti, viene usato per i pazienti considerati in condizione critiche (generalmente che si trovano in terapia intensiva) e Trump ne ha ordinato di fare scorta, acquistando idroxiclorichina dall’India.

Ricordiamo, inoltre, ai lettori accaniti del Washington Post, che Trump e Bezos (il proprietario del giornale) non sono mai stati grandi amici: recentemente il fondatore di Amazon ha fatto ricorso al Pentagono, dopo aver perso un bando da 10 miliardi per la sicurezza digitale statunitense. Basterebbe fare in rapido conto per capire che quelle “fonti informate” alla Casa Bianca, potrebbero tranquillamente essere una “invenzione giornalistica”.

L’immunità di gregge sarebbe comunque “uno” dei fattori (e non “IL” fattore) in questa lotta al Covid-19.

L’Amministrazione a Washington, nel valutare tutte le opzioni, avrà certamente considerato anche questo fattore, che è cruciale nell’ottica della ripresa economica, perché – ricordiamoci – che se prolungheremo per troppo tempo questo lockdown, poi la gente inizierà comunque a morire… questa volta di fame. se non ci credete o vi sembra “esagerato” seguite la problematica della mancanza di manodopera che dovrebbe andare a raccogliere i frutti dei campi coltivati nel nostro Paese. E’ necessario quindi considerare tutte le misure possibili.

Ma da qui a farla passare come l’unica “strategia Presidenziale” nella lotta contro il Covid-19 come fa La Repubblica – sostenendo che Trump fosse stato fermato solo all’ultimo momento da Fauci nel proseguo del suo piano contorto e malvagio – è totalmente FALSO.

Evidenze empiriche che Trump abbia voluto “lasciare inondare il Stati Uniti dal Coronavirus” non ce ne sono. Anzi, se si guarda a quanto fatto finora, Trump ha puntato tutto sulla cooperazione tra il settore pubblico e privato, sui tamponi a tappeto, sulla cooperazione tra livello federale (che può assegnare le risorse) ed i Governatori degli Stati (che sono gli unici titolati a gestire l’emergenza nei propri Stati ed a dichiarare misure restrittive come il lockdown), ne mai Trump ha fatto o detto nulla nel senso di una strategia bastata esclusivamente sull’Immunità di gregge, non accompagnata o assistita da altri strumenti e protocolli. Trump non avrebbe comunque potuto “imporre” ai Governatori degli Stati alcunché, poiché la sanità è una materia in cui il singolo Stato federato ha molte responsabilità.

Lo stesso immunologo statunitense ha comunque confermato che la Stampa sta cercando in ogni modo di far passare l’idea di un continuo contrasto tra lui ed il Presidente. Riteniamo che anche questo articolo si iscriva perfettamente in questo tentativo. In realtà il rapporto tra Fauci ed il Presidente è ottimo:

Il Presidente ha sempre ascoltato ciò che ho detto con le altre persone della task force. Quando ho formulato raccomandazioni, le ha ricevute. Non mi ha mai contrastato o scavalcato. L’idea di volerci mettere l’uno contro l’altro non è utile e vorrei che si fermassero in modo da poter guardare avanti, alla sfida che stiamo affrontando per poterla superare assieme.

ha fatto sapere Fauci alla trasmissione WMAL’s Morning on the Mall

Leggi anche: Il Dr. Anthony Fauci blasta i media: Trump non mi ha ignorato, “non è utile” metterci l’uno contro l’altro
Il direttore del National institute of allergy and infectious diseases, Anthony Fauci e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il briefing alla Casa Bianca (reuters)



I farmaci "voodoo" (per i media anti-Trump) che funzionano e le linee guida sbagliate dell'Oms
Federico Punzi
14 Apr 2020


http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... e-delloms/

Domenica il Washington Post, ripreso nella consueta modalità copia-incolla dai nostri media anti-trumpiani – da Rainews24 sempre più filo-cinese a La Stampa, Repubblica e Fatto – ha definito cure “voodoo” i farmaci anti-malaria (l’idrossiclorochina, per intenderci) citati più volte dal presidente Trump come terapia promettente contro il coronavirus.

Difficile credere che questo termine, riportato nel retroscena del quotidiano Usa su una riunione della task force anti-Covid della Casa Bianca, sia stato pronunciato da scienziati, perché questi farmaci anti-malaria vengono utilizzati anche in Italia, anche dalle nostre “eccellenze” in materia di malattie infettive, con risultati più che incoraggianti. Pare infatti che l’uso di questi farmaci stia contribuendo a ridurre il ricorso al ricovero per Covid-19, riducendo così la pressione sui nostri ospedali in una fase più che critica, disperata in alcune regioni. Per esempio, dichiara a Il Messaggero Pierluigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma e leader della Federazione dei medici di medicina generale:

“A Roma e nel Lazio ci sono almeno mille pazienti di Covid-19 curati a casa, molti di questi con l’idrossiclorochina, il farmaco normalmente usato per la malaria. I risultati sono buoni. (…) Ora che abbiamo capito più cose di una malattia nuova, interveniamo prima. I dati dicono: più malati, più guariti, meno ospedalizzati in terapia intensiva, più isolamenti domiciliari”.

Sia chiaro, non esiste ancora la terapia, un farmaco “proiettile d’argento” contro il Covid-19: “Non ci sono ricette miracolistiche, bisogna sempre valutare caso per caso”, avverte Bartoletti, è “necessaria l’assistenza continua del medico”.

Ma certo siamo lontani dal poter definire questi farmaci cure “voodoo”, come per faziosità politica, per denigrare Trump, ha fatto il Washington Post, con il codazzo dei suoi follower italiani.

Tra l’altro, ricordate cosa si diceva di cortisone e antinfiammatori? Assolutamente sconsigliati dall’Oms. Ebbene, anche su questo stanno emergendo indicazioni di segno clamorosamente contrario.

Come ha spiegato all’AdnKronos Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano, “la polmonite è solo l’aspetto più evidente dei casi gravi che giungono in terapia intensiva, una costante”, ma “quello che stiamo vedendo è una tempesta infiammatoria, che ha come target non solo il polmone ma anche tutta un’altra serie di organi e apparati. Soprattutto l’endotelio, la parte interna dei vasi”.

“Vediamo in una percentuale significativa di casi – continua Zangrillo – che esiste evidenza di manifestazioni tromboemboliche che peggiorano il quadro. Non è infatti da oggi che diciamo che non ci troviamo di fronte alla classica polmonite, ma a qualcosa di più complesso e differente, molto più sistemico”. Dello stesso avviso anche Luciano Gattinoni, decano dei rianimatori italiani, secondo cui il Covid-19 è “una malattia sistemica che ha la massima espressione nel polmone. E colpisce prima di tutto i vasi e poi – e meno – la parte alveolare”.

Ciò che bisogna combattere, insomma, è una “microembolia polmonare nell’ambito di un processo infiammatorio-degenerativo”. Già ai primi sintomi occorre essere pronti a somministrare un’adeguata profilassi. Oltre agli anti-virali, degli anti-aggreganti, come l’enoxaparina. Ma si fa strada anche l’uso, al momento giusto, di anti-infiammatori e cortisone, per evitare che l’infiammazione degeneri.

Il problema è che a ormai due mesi dall’inizio della fase più acuta dell’emergenza, in Italia non siamo ancora in grado di intervenire e seguire i casi al manifestarsi dei primi sintomi. A giudicare dal numero delle testimonianze in questo senso, persino all’aggravamento (tosse e febbre alta) resta ancora difficile essere sottoposti al tampone.

No, non sta andando tutto bene. È ormai il tempo di abbandonare teorie auto-assolutorie per spiegare l’elevato numero di morti nel nostro Paese. Nonostante la preparazione dei nostri medici che per intuito ed esperienza sembrano vicini a scoprire i segreti di questa nuova malattia, il Covid-19 ci ha colti impreparati dal punto di vista organizzativo. Test e tracciamenti erano e sono fondamentali, non solo per individuare e isolare precocemente i focolai, ma anche per iniziare una terapia prima che i pazienti si aggravino al punto da non essere più recuperabili. E purtroppo, la strategia dei test a tappeto e di tracciamenti immediati, che richiede l’impiego di molte squadre, è stata scartata quasi subito dopo Codogno dai nostri “esperti”, più o meno da quando Walter Ricciardi, membro italiano del board esecutivo dell’Oms, è stato nominato consulente dal Ministero della salute. E così l’unica strategia è diventata quella di restare chiusi in casa aspettando che passi…

Dal bollare, il 27 febbraio, come un “errore” i test agli asintomatici, Ricciardi ha cambiato idea a metà marzo, al mutare delle linee guida dell’Oms, che dal testare soggetti solo sintomatici, e che fossero stati a contatto con positivi o provenienti da focolai, passava con nonchalance alla linea “test, test, test”, invitando tutti i Paesi a moltiplicare i test.

Ovviamente, questa confusione e incertezza è in gran parte dovuta ad un virus nuovo, che non si sa bene come si comporti (e le variabili sono innumerevoli), ma anche dalla mancanza di informazioni e trasparenza della Cina, in primis con l’Oms, in una misura che sarà bene accertare.

E proprio a Washington, alla Casa Bianca, il presidente Trump sembra intenzionato a muoversi in questa direzione: la scorsa settimana ha minacciato di tagliare i fondi Usa all’Oms, annunciando una indagine per capire cosa sia andato storto nel comportamento dell’organizzazione, che ha commesso “troppi errori”, e se le sue decisioni siano state condizionate dall’influenza politica di Pechino.



Trump, il coronavirus e la deformazione dei fatti

di David Elber
20 aprile 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/04/20/cu ... dei-fatti/

Domenica scorsa come ogni domenica mattina, è andata in onda su Radio Rai 1 la trasmissione radiofonica “Voci dal mondo”. Si tratta di un programma di informazione sui temi di attualità internazionale, ed è una trasmissione che ben rappresenta il sistema di informazione in Italia e il modo in cui esso è veicolato. Tema del programma è stato il riemergere della guerra fredda alla luce del Coronavirus e di come Putin e Trump stiano affrontando le sfide poste da questo pericoloso virus.

Assai istruttivo è come è stato presentato il presidente americano Donald Trump e le sue scelte nell’affrontare l’emergenza pandemia che ha investito anche gli Stati Uniti. L’ospite che ha descritto “l’inefficienza”, “l’incapacità” e il “pressapochismo” di Trump è stato il prof. Mario Del Pero, professore di Storia all’Istituto Sciences Po. A un certo punto il professore ha affermato che il presidente americano per coprire le proprie incapacità nel gestire la situazione ha avuto bisogno non di un capro espiatorio ma bensì di tre capri espiatori: la Cina, l’OMS e il partito Democratico soprattutto tramite i suoi governatori. Prima di entrare in merito alle accuse rivolte a Trump, vediamo di capire esattamente cosa significhi capro espiatorio:

Per il dizionario italiano, il suo significato in senso figurato, è “Chi viene sacrificato per una colpa altrui”.

Nel ragionamento del prof. Mario Del Pero, Trump usando la Cina, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e il partito Democratico come capri espiatori, vuole addossare a loro delle colpe non loro ma che sono il risultato dell’incapacità di Trump nel gestire la situazione di pandemia.

Proviamo a ripercorrere le singole accuse e vediamo alcuni fatti per comprendere meglio gli avvenimenti.

Primo, ’affermazione di Trump sul “virus cinese” viene utilizzata dal professor Del Pero per stigmatizzare Trump nel volere addossare le responsabilità alla Cina per la pandemia, che sta’ dilagando negli USA, la quale sarebbe da attribuire all’incapacità del presidente.

Questa affermazione, di per sé, è molto indicativa su come vengono presentate le cose nei media italiani. La prima riflessione che si può fare è che il virus si sia diffuso in tutto il mondo partendo dalla città cinese di Wuhan, su questo punto tutti gli scienziati sono concordi. La quasi totalità degli scienziati è convinta che il coronavirus sia stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli catturati e venduti nei mercati di animali vivi che abbondano ancora nella città di Wuhan. Poi il contagio umano sarebbe avvenuto tramite un altro animale – il Pangolino – anch’esso venduto vivo per essere mangiato. E’ da porre in luce, inoltre, che ultimamente sta’ prendendo corpo la notizia (ancora in fase embrionale) che indicherebbe l’origine del virus in un esperimento “scappato di mano” da un laboratorio di Wuhan. Questa teoria, emersa dalle parole di Mike Pompeo, non è stata esclusa neanche da Macron in una sua recente dichiarazione. In Italia ne ha parlato diffusamente Guido Olimpio sul Corriere Della Sera. Quindi perché scandalizzarsi se Trump utilizza l’espressione “virus cinese” se questo virus proviene dalla Cina?

Inoltre, e cosa più importante, è che questa espressione, è stata utilizzata da Trump dopo che funzionari cinesi, in febbraio, avevano iniziato a far circolare la notizia che il Coronavirus fosse stato prodotto in laboratori americani e diffuso volontariamente nella città di Wuhan per causare un danno economico e d’immagine alla Cina. Solo da questo momento Trump ha utilizzato il termine “virus cinese”. Forse per coprire la propria incapacità? O per ribadire da dove proviene il virus a proposito del quale le autorità cinesi negano ogni addebito addossandole invece ad altri?

Secondo, l’affermazione di Trump “La colpa è anche dell’OMS”. E’ così scandalosa? È certo che l’OMS abbia agito nel migliore dei modi? Così non sembra.

Alla fine di dicembre 2019 da Taiwan (Taiwan è uno dei paesi meno colpiti in assoluto avendo compreso velocemente il pericolo) parte l’allarme su una potenziale pandemia di uno sconosciuto virus molto aggressivo e letale.

Alcuni taiwanesi di rientro da Wuhan ne erano infetti. Sì tratta di quello che verrà poi chiamato Covid-19. Taiwan informa l’OMS del pericolo. Su pressioni del governo cinese l’OMS non prende per seria la notizia e non mette in allarme nessuno. Taiwan non fa parte dell’OMS per volere di Pechino. Anzi, il 14 gennaio con un Tweet l’OMS dichiara: “le indagini preliminari di Pechino non dimostrano la diffusione tra umani”. Quindi non bisogna allarmarsi.

Nel frattempo emerge, dalle poche notizie che filtrano dalla Cina, che il dottor Li Wenliang (poi morto di Covid-19) di Wuhan mise in allarme le autorità cinesi già nel dicembre 2019, e per questo fu minacciato e costretto a dichiararsi pentito.

Poco dopo, la dottoressa cinese Ai Fen, che in un’intervista accusò la censura di regime di avere ritardato le misure contro l’epidemia, sparisce dalla circolazione e la famiglia e i colleghi vengono arrestati. Di seguito arriviamo a fine gennaio e l’epidemia è già molto diffusa. Trump decide di interrompere tutti i voli da e per la Cina. Viene subito accusato di razzismo (da esponenti del partito Democratico ma su questo punto torneremo più avanti) e di misure eccessive e dannose secondo molto “esperti” ad iniziare dal direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che il 28 gennaio dopo un incontro con Xi Jinpin, elogia le misure adottate dalla Cina e critica il presidente USA per allarmismo.

Ma chi è Tedros Adhanom Ghebreyesus? Il direttore dell’OMS (che non è neanche medico) è un etiope che è stato eletto a capo dell’OMS per esplicita volontà di Pechino: la nomina avvenne tramite la compravendita di oltre 40 voti di paesi africani visti gli strettissimi legami economici tra il paese africano e la Cina. Sistema questo in auge in molti organismi ONU.

Fino ad oggi, Ghebreyesus era famoso non tanto per la sua preparazione scientifica ma per il tentativo, appena eletto, di nominare Robert Mugabe, il dittatore sanguinario dello Zimbabwe in orbita cinese, come ambasciatore onorario delle Nazioni Unite. Nomina fallita per l’opposizione di molti politici e intellettuali.

Dopo la decisione della Casa Bianca di interrompere i voli con la Cina, dall’OMS esce il seguente comunicato: “le misure adottate da Washington il 31 gennaio servono soltanto ad alimentare le paure e lo stigma”. A febbraio ormai il virus è diffuso in tutto il mondo, Italia compresa, ma l’OMS tace. Bisognerà aspettare l’11 marzo affinché l’OMS riconosca ufficialmente la pandemia globale. I morti si contano già a decine di migliaia. L’OMS è un capro espiatorio di Trump o parte del problema. L’affermazione di Trump che “il partito democratico e i suoi governatori sono corresponsabili della situazione” è così scandalosa? Sono un capro espiatorio?

Dopo che, il 29 gennaio, Trump prese la decisione di chiudere i voli per la Cina, Joe Biden (il candidato presidenziale del partito democratico), la speaker della Camera USA Nancy Pelosi e il Governatore dello Stato di New York Cuomo accusarono Trump immediatamente di razzismo per aver intrapreso un’azione del tutto esagerata rispetto ai pericoli reali posti da coronavirus.

Molti media americani iniziarono una campagna mediatica contro la sua decisione. In particolare Cuomo si scagliò contro Trump esigendo che “le porte dell’America rimanessero aperte per i viaggiatori cinesi”. Nancy Pelosi, da parte sua, fece una campagna mediatica in favore delle celebrazioni del Capodanno cinese a San Francisco, chiedendo la massima partecipazione possibile.

Sono le medesime persone che imputano a Trump di aver preso sotto gamba la minaccia e di aver ignorato il pericolo posto dal virus. In particolare Cuomo (Governatore dello Stato di New York dove si sono verificati circa il 50% dei morti americani), tramite la stampa liberal e i suoi quotidiani proclami via Twitter, vuole riscrivere la storia degli ultimi due mesi accusando Trump di avere completamente sottovalutato il pericolo. Nonostante ciò, per il prof. Mario Del Pero i democratici sono il capro espiatorio utilizzato da Trump per coprire le sue incapacità.

Si può fare un’ultima annotazione su quanto è emerso da una indagine condotta circa dieci giorni fa dal giornale americano New York Post. Come ha scritto in un suo articolo Caroline Glick “Il New York Post ha riferito che, da fine gennaio a fine febbraio, il regime cinese ha vietato alle società straniere di forniture mediche con impianti di produzione in Cina di esportare le loro attrezzature mediche.

Ad esempio, funzionari cinesi hanno vietato alla società americana 3M di spedire equipaggiamento protettivo negli Stati Uniti. La Cina ha sequestrato da sola tutte le apparecchiature pertinenti al coronavirus. Ancora peggio, secondo i funzionari dell’amministrazione che hanno parlato con il New York Post, da fine gennaio a fine febbraio, i cinesi hanno acquistato $ 1,2 miliardi di dispositivi di protezione medica. Ciò includeva due miliardi di maschere e oltre 25 milioni di tute protettive.

In altre parole, mentre la Cina nascondeva i pericoli del virus made in China dal mondo, stavano acquistando la fornitura mondiale di dispositivi di protezione e assicurando così che quando il virus ha iniziato a colpire il resto del mondo, il resto di il mondo non avrebbe avuto i mezzi per proteggersi”. Si può solo aggiungere che ancora oggi, a detta dei “Soloni” nostrani, gli Stati Uniti sono carenti di sistemi di protezione contro il virus, naturalmente per “l’inefficienza di Trump” non per il comportamento tenuto dalla Cina. Mala tempora currunt.





REGOLE PER I GIORNALISTI CHE PARLANO DI DONALD TRUMP
(Scuola di Giornalismo di Aix-EN-Provence)

https://www.facebook.com/dragor.alphan. ... 5392550408

1) Scegliere sempre una foto poco lusinghiera.
2) chiamarlo " il ticoon ", mai " presidente.".
3) Assumere un'espressione a seconda dei casi disgustati o divertito.
4) Chiamarlo sempre: Clown, idiota, sessista, razzista, populista, mufle, vai in guerra, incompetente.
5) Ignorare i suoi successi dove trasformarli in scacchi.
6) Estrapolare le sue parole dal contesto per torcerle contro di lui.
7) Sistemare le traduzioni dell'inglese in francese in modo che faccia sempre una brutta figura.
8) attribuirgli tutti gli insuccessi degli Stati, fingendo di ignorare che dipendono dai governatori.
9) Ogni tanto tentare di ottenere il suo impeachment con un me too con un "gate".
10) chiamare sua moglie puttana.
(Grazie a mia figlia micio)



Negli ultimi giorni la nostra Stampa Igienica,
con il solito spocchioso sarcasmo insito nella sedicente superiorità culturale che suppongono di detenere nel DNA, semplicemente per la loro militanza a sinistra, ha affermato che Trump ha invitato a fare delle "punture di candeggina” per debellare il Coronavirus.

In testa, a sbandierare questa presunta dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti, si è distinta una tra le più gettonate scribacchine itaGliane: la Aggrubbere. Si proprio lei: la venerata e canottata Lilly nazionale, all'anagrafe Dietlinde Gruber. (Forse perché lei, di iniezioni di chimica se ne intende!)

Scherzi a parte, ancora una volta è ributtante come la stampaglia nazionale propini bufale colossali salvo poi, ergersi per primi a no-pasdaran delle fake news.

Ma dovete sapere che i pigiatasti nostrani riportano le notizie dagli USA prendendo come oro colato la CNN, un network che ha ”un’equidistanza” nei confronti di Trump che, a confronto, Travaglio con Berlusconi avrebbe potuto sembrare Emilio Fede!

Però, siccome Totò diceva " cà nisciune è fesso" sia con Google e sopratutto con l’aiuto del mio preziosissimo "corrispondente dagli USA” Jaime sono andato a rivedermi bene la questione, esaminando documentazioni e filmati originali.

La vicenda nasce dalla conferenza stampa, presso la Casa Bianca, del 23 Aprile scorso. In tale conferenza Bill Bryan Direttore Scientifico del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, illustra che come da analisi effettuate nei laboratori statali, il Coronavirus venga distrutto praticamente all’istante sia da vari detergenti contenenti cloro o attraverso una forte esposizione a raggi ultra violetti (UV-A)

A quel punto Donald Trump chiede a Bill Bryan: "...suppose you brought the light( n.d.r. i raggi UV-A) inside the body, which you can do either through the skin or in some other way [...] And then I see the disinfectant, where it knocks it out in one minute. And is there a way we can do SOMETHING LIKE THAT that by injected inside or almost a cleaning ?"

Quindi in primis, Donald J. Trump formula delle semplici domande e le domande, per definizione, non sono affermazioni, né tantomeno indicazioni, né sopratutto disposizioni di un Governo. Sono domande. Risulta poi evidente a chiunque sia in buona fede che parole come ".....suppose you brought the light o something like that ” non significhino "curiamo il Covid-19 con i lettini abbronzanti o inoculiamoci tutti con il Lysoform."
E questi sono i fatti, verificabili semplicemente andando a vedersi su YouTube la conferenza stampa in oggetto.

Poi dopo i fatti ci sono le opinioni e qualcuno potrebbe affermare che, queste di Trump, siano comunque domande cretine. Vediamo un po’...
Riguardo ai raggi UV-A, con con un comunicato stampa dello scorso 20 Aprile, cioè tre giorni prima delle dichiarazioni di Trump, la casa Farmaceutica Americana Aytu BioSxience, ha dichiarato di aver siglato un accordo in esclusiva con il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles (cioè mica la farmacia di Vanzaghello, eh!).
Tale accordo è in merito allo sviluppo e alla sperimentazione (già avvenute) di una sonda progettata per essere introdotta come un catetere nei polmoni, attraverso la trachea, e che permette un’irrorazione di raggi UV-A che distruggono agenti patogeni, incluso il Covid-19.
Suddetta sperimentazione viene anche ripresa in un paper scientifico della UEG, cioè dalla United European Gastroenterology, che non è propriamente un ente "pakato da ATTtumpe”!

Per quando riguarda la domanda sui "detergenti” o meglio sul "something like that” la stessa ha riferimenti in protocolli consolidati di medicina; per esempio nel modo in cui agiscono gli anticolagulanti, lo stesso modo in cui il naxolone lega i composti oppiodi nel flusso sanguigno per bloccare un'overdose, ma anche lo stesso in cui un farmaco sperimentale chiamato D-PDMP ripulisce le arterie dal colesterolo.

Quindi siete ancora convinti che uno con tre miliardi di dollari di patrimonio, uno che in meno di un anno ha conquistato la Presidenza degli USA avendo contro tutti, anche il suo stesso partito, sia così cretino da invitare a farsi delle intramuscolo di Amuchina?

Se si, secondo me avete un problema.




Trump ha detto che potrebbero funzionare delle iniezioni di disinfettante, chi può credere ad una simile panzana?
Otto e Mezzo, Lilli Gruber smentita da Riccardo Luna su Donald Trump: gelo in studio
Andrea Tempestini

https://www.liberoquotidiano.it/news/pe ... ggina.html

Smentita a casa sua. Si parla di Lilli Gruber, che a Otto e Mezzo su La7 ha dovuto incassare il "colpo basso" di Riccardo Luna, giornalista di Repubblica e componente della task-force del governo contro le fake-news. Il tema erano le controverse dichiarazioni di Donald Trump circa la possibilità di testare iniezioni di candeggina. E la Gruber, rivolgendosi a Fabrizio Pregliasco, presente in collegamento, ha affermato: "Trump ha detto che potrebbero funzionare delle iniezioni di disinfettante, chi può credere ad una simile panzana?”. E Pregliasco ha parlato di "esempio micidiale di disinformazione", in riferimento alla "ricetta" di Trump. Ma a quel punto si è inserito Luna, il quale ha puntualizzato: "Se si va a vedere la conferenza stampa si scopre che Trump non lo ha detto. Ha atto una domanda, che è molto diverso".

"Bagnai gli dà del dittatore e voi...?". Travaglio non si smentisce: la difesa ridicola di Conte

Dunque, Luna ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto: "Le conferenze sono molto divertenti, se non fosse che stiamo parlando di una tragedia. Trump ne ha dette di tutti i colori, ma questa volta ha fatto una domanda, ha chiesto ad un medico se poteva essere una buona idea, ovviamente non lo era. Si comporta come un uomo della strada. La cosa migliore che è accaduta è che il medico lo ha spiegato, tutta la stampa lo ha spiegato. Il miglior antidoto contro le fake sono la credibilità dei giornalisti e degli scienziati. La domanda di Trump è finita lì". Evidente l'imbarazzo della Gruber, che con palese stizza e disappunto ha affermato: "Sì sì, diciamo così... era una domanda alla Trump... ma chi non è esperto e poco avveduto e attento...". Gelo in studio.



Cina e virus. Le responsabilità della Cina e della sua dittatura capital-comunista
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Cina, le responsabilità della Cina e della sua dittatura capital-comunista in questa pandemia mondiale che sta facendo morti e danni come una guerra mondiale.
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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