Demenzialità anti bianche di una nera mulatta internazicomunista antieuropea e razzista che aveva problemi con il padre bianco e friulano
CONCORDO E SOTTOSCRIVO OGNI PAROLA!!!
Andrea Bandini
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 3890608325"Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani.
Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro DNA storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni.
Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria.
Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente.
Non lo siete.
Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi.
Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi.
Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi.
Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati – al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality.
Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un élite. Non avete un’élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi, i vostri capitani d’azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l’hanno dato meglio di voi.
Non solo quelli al governo (o che fanno capo all’area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all’opposizione.
Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni.
Ma da quelli all’opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte.
Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudobianco e pseudocristiano: non vale un cazzo perché non ha valori che valgano.
Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti.
Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business.
Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili.
Dite che non è così?
Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdoul, ditelo ai 6 di Castelvoturno, ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali.
Ditelo a mio fratello, bastardi.
Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi.
Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di puttana.
Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castevolturno: Italiani bastardi, Italiani di merda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare.
Dacia Valent"
Andrea Bandini
Elena Serra chiaramente sono ironico. Se fossi veramente d'accordo con questo che ha scritto, meriterei di essere ucciso.
Chiarito questo, alcune verità sugli intrallazzi della sinistra li condivido tutti. Chiaramente lei c'era dentro e ben aveva conosciuto la realtà di interessi economici e di potere e di sesso che si nasconde dietro alla falsa accoglienza.
In realtà se segui la parabola discendente di questa persona, è il più chiaro paradigma di ciò che sta avvenendo adesso e che potremo aspettarci in un prossimo futuro se non troncheremo questa deriva razzista nei confronti dei bianchi e dell'auto razzismo di certi bianchi.
Elena Serra
Andrea Bandini te lo chiedevo perché hai fatto la scelta di pubblicarlo, non fraintendere sono dalla tua stessa parte ma la prudenza è fondamentale.
Andrea Bandini
Elena Serra ovviamente la mia è una provocazione.
Rilevo però come sia facile partire da una giusta causa per poi scivolare nell'inferno del razzismo verso i bianchi. E sta succedendo con BLM che sono suprematisti neri, già stigmatizzati da altri neri sicuramente con un'ampia e più tollerante visione democratica.
E comunque, come ho già detto, le riconosco di averci visto giusto sulla forma criminosa messa in atto dalla sinistra, fatta di soldi, potere e sesso, spacciata per accoglienza umanitaria
Dacia Valent
Figlia di Lucio Gregorio Valent, un diplomatico friulano, e di Egal Esman Zohra, appartenente all'aristocrazia somala, Dacia Valent nacque a Mogadiscio nel 1963; la famiglia si trasferì poi a Udine nel 1980. Nella cittadina friulana uno dei suoi fratelli, Giacomo, fu assassinato con 63 coltellate a 16 anni, il 9 luglio 1985, da due compagni di scuola che lo avevano precedentemente insultato perché di colore.
Arruolatasi nella Polizia di Stato e inizialmente assegnata alla questura di Milano, Dacia Valent fu successivamente trasferita prima alla Squadra Mobile e quindi al servizio scorte di Palermo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dacia_Valent Gino Quarelo
Un personaggio demenziale di una falsità ideologica criminale.
ERA UNO 'SPORCO NEGRO' PER QUESTO L' HANNO UCCISO
di GIORGIO CECCHETTI
30 luglio 1985
https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... uesto.html UDINE - "Sporco negro" e giù botte e coltellate. Così è morto Giacomo Valent, 16 anni, ucciso per il colore della sua pelle da due compagni di classe. Daniele P. di 14 anni e Andrea S. di 16 sono già in carcere, uno di loro ha confessato, ma a chiarire agli inquirenti come è maturato quel delitto assurdo sono stati alcuni compagni di classe del giovane assassinato. Doveva essere una lezione, data ad un "diverso" innanzi tutto per il colore della pelle, ma anche per le sue idee di sinistra, che di certo "stonavano" in un liceo privato e frequentato dai figli della borghesia friulana. Invece la "lezione" si è trasformata in un omicidio. Giacomo era figlio del capo cancelliere dell' ambasciata italiana in Jugoslavia e di una principessa somala, Egal Uba Osman. Aveva i capelli crespi e la pelle color caffelatte. Era un ragazzone alto e robusto, sempre sorridente e molto disponibile a stare in compagnia dei coetanei, ma nella sua classe del liceo linguistico "Kennedy" non si trovava bene. Se n' era lamentato anche con il fratello Roberto, più vecchio di lui di due anni, e con alcuni amici. Il disagio non era dovuto alle fatiche dello studio, o a qualche inevitabile cattivo voto, ma agli "scherzi" e alle "battute" pesanti di alcuni compagni di classe. Lo prendevano in giro, lo schernivano e quando durante l' intervallo passava per i corridoi arrivavano spintoni e anche qualche sputo. Un ragazzo in particolare si distingueva per l' impegno che metteva in queste "ragazzate", come le chiamavano alcuni professori dell' istituto: Daniele P., un giovane che non si vergognava di uscire di casa con la camicia nera con distintivo fascista ed anelli con la svastica al dito. Dopo l' arresto dei due giovani in molti a Udine si sono chiesti se all' interno della scuola preside ed insegnanti fossero mai intervenuti per limitare le "intemperanze" e la propaganda nazista di alcuni studenti, ma l' unica risposta è stata: "Erano bravate e nessuno pensava potesse finire così". Poi alle spalle i due ragazzi avevano famiglie "agiate e perbene". Giacomo Valent, comunque, non si faceva calpestare. Rispondeva per le rime, anche perchè le sue simpatie politiche erano opposte. Ma proprio questo suo atteggiamento negli ultimi giorni aveva peggiorato le cose. Così Daniele e amici avevano pensato di dargli una lezione per spaventarlo a morte. "Domani pomeriggio - gli avevano detto - vieni in via Cicogna, ti mostriamo delle armi che abbiamo trovato in una casa abbandonata". Giacomo decide di andare ma prima avvisa il fratello Roberto, accennandogli alla questione dell' arsenale. Nel pomeriggio del 10 luglio arriva nel casolare, solitamente mèta di tossicodipendenti e prostitute, e trova Daniele ed Andrea. Con loro hanno portato un lenzuolo, un rotolo di nastro adesivo e un paio di guanti da chirurgo: volevano inscenare una tortura simulata, oppure picchiare Giacomo, legarlo e lasciarlo libero dopo un po' di ore? Secondo Daniele, a portare il coltello è stato lo stesso Giacomo, che probabilmente diffidava delle intenzioni dei due compagni. Ma non ha avuto il tempo di usarlo. Infatti sarebbe stato disarmato subito e colpito prima con due fendenti, quindi con altri 61, in totale 63 coltellate. "I primi due colpi - avrebbe detto Daniele al sostituto procuratore che lo interrogava - li ho dati per errore durante la zuffa, gli altri per confondere le indagini, in modo che la polizia si gettasse sulle tracce di un ipotetico maniaco". Ma il capo della Squadra mobile udinese Luigi De Martino ed i suoi collaboratori, che hanno risolto il caso, non sono del tutto convinti che il coltello l' avesse portato Giacomo. I due ragazzi, quando si sono accorti che il compagno era morto, hanno infilato il corpo in un sacco di plastica, l' hanno avvolto in un lenzuolo, quindi l' hanno nascosto sotto un vecchio materasso. A dare l' allarme ed a condurre gli inquirenti in via Cicogna è stato Roberto Valent, memore di quello che gli aveva raccontato il fratello. Per alcuni giorni gli inquirenti hanno esaminato ogni indizio finchè ad un funzionario viene l' idea di controllare se il giorno del delitto qualcuno fosse andato a farsi medicare al Pronto soccorso. Scoprono che Daniele P. la sera del 10 luglio ha avuto otto punti per suturare una ferita al braccio. Il ragazzo ha raccontato che era caduto dal motorino, ma invece si tratta chiaramente di una ferita da taglio. Il secondo elemento che conduce al liceo della giovane èlite udinese sono le urla che il giorno dell' omicidio ha sentito Laura Ricatti, una donna residente a pochi passi dal luogo dove è stato ritrovato il corpo di Giacomo. "Andrea, aiutami! Aiuto! Andrea" aveva sentito gridare la donna. Ora che la pista dei compagni di scuola è già aperta, non è difficile individuare chi è Andrea e capire che cosa significava quella richiesta di soccorso. È probabile che Andrea S. non abbia partecipato direttamente alla zuffa e quindi non sia stato lui a colpire con il coltello Giacomo. Forse era a pochi passi e si limitava ad osservare, oppure ha solo trattenuto il giovane, permettendo all' altro di colpire con maggior facilità. Sulla morte di Giacomo Valent è intervenuta ieri anche la Chiesa. L' Osservatore romano scrive che "l' orrore annichilisce". Il caso, secondo il giornale "Non può non riproporre un' ulteriore riflessione sulle pseudo-culture devianti che hanno preso piede nella società e hanno finito per produrre aberrazioni soprattutto nelle coscienze in formazione". E monsignor Pasini, della Caritas italiana, denuncia il fenomeno allarmante di una "crescente intolleranza nei confronti di tutte le persone diverse".
Gino Quarelo
Il fratello si era reso odioso non perché nero ma perché comunista e il suo essere mulatto (figlio di un bianco e di una nera), quindi con una certa diversità/singolarità, ha soltanto marcato questa sua contrapposizione ideologica che in quelli anni, primi ottanta, caratterizzava la contrapposizione sociale tra i giovani e i loro conflitti.