Russia, Europa, USA e Cina

Russia, Europa, USA e Cina

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:48 pm

Russia, Europa, USA e Cina
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Io sto con chi mi è più simile, con chi condivide i miei stessi valori, umani, civili, culturali, economici, politici, con chi è per la democrazia laica e per il libero mercato, con chi rispetta i diritti umani universali, con chi avversa e combatte tutti i totalitarismi, gli assolutismi, i dogmatismi, nazismi siano essi fascista, ariano, comunista, maomettista.


La Russia di oggi come quella di ieri e l'URSS sovietica/social comunista non era e non è il paradiso in terra, né una realtà ideale di umanità, socialità, civiltà, democraticità e libertà, di laicità e di cristianità, di sviluppo e benessere economico.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:49 pm

??? Veneti invasati da Putin e dalla Russia ???

Dall'Atlantico al Pacifico - Serenissima Europa, unita dalle coste atlantiche allo Stetto di Bering!
REPUBBLICA VENETA – UFFICIO DOGALE
«LA REPUBBLICA VENETA CONTRO L'ASSE "NAPOLEONE-CAVOUR-HITLER"
16.11.2018
Albert Gardin

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 8833913528

È certamente interessante lo scontro in atto tra Unione Europea (Francia e Germania) e il Governo "sovranista" italiano (Salvini Di Maio), rappresentato da Antonio Conte. Francia e Germania affermano di voler imporre una regola di sottomissione da parte di tutti i Paesi membri, come risultante della "vittoria" dell'asse Napoleone-Hitler!
Ci auguriamo che il Governo Conte sia in forza di resistere alle minacce dirette (sanzioni) e indirette (esposizione dell'Italia alla tempesta soeculativa dei mercati), ma per noi Veneti i problema resta un altro.
L'Ufficio Dogale sta applicando una strategia per la liberazione della Repubblica Veneta dallo Stato di occupazione che stiamo subendo dal 1797 da un asse espresso dal trio, transtemporale e transnazionale: "Napoleone-Cavour-Hitler"!
Ragioni strategiche ci consigliano di affrontare il trio operando prima una divisione tra di loro; e il momento sembra opportuno per farlo!
Allora ci sta benissimo lo scontro in atto tra Italia e Commissione Europea, controllata da Francia e Germania!
La Commissione Europea, esprimendo i disegni egemonici, furono di Napoleone e di Hitler, è contro la lbertà e l'indipendenza dei Popoli europei, come ha dimostrato recentemente ed eloquentemente nei confronti della Catalogna.
Lo scoppio dell'organizzazione asfissiante, opprimente e sfruttatrice dell' "Europa di Bruxelles" non può che essere auspicata eapprezzata da noi Veneti!
Ciò va a favorire la nostra resa dei conti rivolta alla Francia che con la sua "guerre d'Italie", una pugnalata alle spalle, ha messo noi Veneti in ginocchio e lasciati alla mercè di altri occupanti: austriaci e italiani!
La Francia è chiamata dunque a riconoscere le sue responsabilità liberticide e ladresche, riconoscendo l'attentato antiveneto del Trattato di Campoformio e restituendo alla Repubblica Veneta il bottino dei suoi ingenti furti compiuti nella Venezia che simbolicamente rappresentiamo nel quadro del Veronese al Louvre, "Le Nozze di Cana"!
Noi Veneti non vogliamo continuare a pagare le politiche antiumanitarie e folli dei sedicenti paladini delle libertà "mondiali". La libertà per noi parte dalla nostra vita, dalla nostra indipendenza, dalla nostra sovranità, dal rispetto del nostro lavoro, della nostra creatività. Vogliamo finirla con i ricatti moralistici altrui che nascondo l'oppressione economica!
Per cui, salti pure la Commissione Europea, l'Italia si svincoli dalla sottomissione all'asse Napoleone-Hitler e Francia e Austria rispondano delle loro rapine di libertà e patrimoniali. Dalle macerie della dittatura franco-tedesca nascerà un'Europa migliore, legata agli interessi veri dei suoi Popoli, delle loro culture, della loro religione cristiana e della loro civiltà.
Anche lo spirito cristiano, oggi oppresso, ne trarrà vantaggio mettendo in fuga il clero traditore e corrotto!
La Repubblica Veneta, come in passato, giocherà attivamente la sua parte secondo la filosofia della Serenissima: un'Europa coesa, cosciente della sua storia migliore e rispettosa sincera dei valori della libertà e giustizia. Una nuova Europa a cui convintamente proponiamo come capitale la grande Venezia, crocevia del mondo! Venezia, capitale non degli intrighi internazionali, ma di una Serenissima Europa, unita dalle coste atlantiche allo Stetto di Bering!
Venezia 16.11.2018
Albert Gardin – CXXI doge –

^^^ ^^^ ^^^
Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955

Albert Gardin – CXXI Doge
Giancarlo Orini – Presidente del Maggior Consiglio –



VENETO SERENISSIMO GOVERNO - 2018

Ufficio di Presidenza

Al Presidente Wladimir Putin, al Governo della Federazione Russa e al suo popolo.

Auguro a nome del Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e mio personale, buone feste; e che nel nuovo anno possiate raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissi.

Il Veneto Serenissimo Governo, come ha ampiamente dimostrato, lotta ed è a fianco di tutti i popoli che si battono per la pace, l'autodeterminazione e la propria dignità; considera la Federazione Russa e il suo Presidente Wladimir Putin un baluardo imprescindibile di questo vasto fronte. Ricordiamo al mondo il destino di Napoleone, Hitler, Mussolini.

Fraterni saluti

Venezia-Longarone, 30 dicembre 2018
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente Luca Peroni

Veneto Serenissimo Governo
segreteriadistato@serenissimogoverno.org, – kancelliere@katamail.com,
Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.eu
http://www.radionazionaleveneta.org


Io sto con Trump e gli USA - contro l'antiamericanismo
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Idiozie antiamericane.
A noi veneti gli USA non hanno mai fatto del male anzi ci hanno difesi dai nazismi fascista, nazista, comunista. Poi hanno accolto tanti veneti di buona volontà costretti a migrare dalla miseria dove in USA trovato una nuova patria e hanno prosperato.
Grazie America, grazie USA presidio di libertà e di democrazia per il mondo intero.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:52 pm

Chediamoci perché la Russia che è grande quasi il doppio degli USA, dotata di incommensurabili ricchezze minerarie ed energetiche, con 150 milioni abitanti 2,5 volte gli abitanti dell'Italia e poco meno della metà degli USA, abbia un PIL inferiore a quello italiano e 1/12 di quello USA

https://it.wikipedia.org/wiki/Russia

superfice 17 098 242 kmq
abitanti 146 838 993
PIL 1,578 mld di $


Premi Nobel
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincitori ... ato#Russia

Russia 9
Cina 5
USA 221
Sudafrica 10
Israele 11
Austria 11
Svizzera 25
Italia 19
Polonia 13


Chiediamoci perché la Russia è sostenitrice e il massimo fornitore di armi alle dittature e agli stati canaglia di tutto il mondo che sono prevalentemente nazi comunisti e nazi maomettani.


Russia, vivere con 133 euro al mese. Così la prof smaschera il trucco del governo sulla soglia di sussistenza
ROSALBA CASTELLETTI

https://www.repubblica.it/economia/2017 ... -174819371

MOSCA - L'inflazione aumentava, il livello minimo di sussistenza si abbassava. Un paradosso che un'insegnante di Sterlitamak, nella Repubblica del Bashkortostan, Sud degli Urali, ha voluto denunciare nel modo più estremo: vivendo per un semestre sotto la soglia di povertà. Dara Goldberg, 29 anni, ha lanciato il suo esperimento lo scorso marzo dopo che il governo russo ha ulteriormente ribassato il livello minimo di sussistenza in Russia portandolo a 9.142 rubli, circa 133 euro, al mese. Un espediente per ridurre le spese per la previdenza sociale. Più basso è il minimo di sussistenza, meno sono le persone che vivono sotto la soglia di povertà e che hanno dunque diritto alle prestazioni sociali. L'anno scorso, secondo il ministero del Lavoro, 19 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà. Secondo gli economisti, i poveri nella Federazione sarebbero molti di più perché il minimo di sussistenza sarebbe sottostimato di almeno due volte.

È quello che pensa anche Dara Goldberg. Da quasi sei mesi si mantiene con poco più di 9mila rubli documentando la sua esperienza con video settimanali e mensili pubblicati su un apposito canale YouTube. Ora che l'esperimento è prossimo alla conclusione, non ha dubbi: l'ammontare fissato dal governo "non ha alcuna rapporto con i prezzi reali e, dal momento che non è realistico abbassare i prezzi, bisogna aumentarlo".

Per Dara non è stato facile adattarsi al nuovo regime. Guadagna 25mila rubli al mese e, prima di marzo, riusciva a malapena a mettere da parte poco più di un migliaio di rubli. I primi giorni, ha raccontato a "Radio Free Europe/Radio Liberty", al supermercato faceva la solita spesa. "Ammontava a quasi il mio intero budget mensile. Ho capito che così non andava". Dopo essersi consultata con alcuni amici in ristrettezze, ha cominciato a fare la spesa nei negozi di alimentari più economici e a comprare solo i prodotti in saldo. È andata per boschi alla ricerca di funghi ed erbe e ha iniziato a pescare. "L'emoglobina è scesa. È chiaro che non assumo abbastanza proteine perché mangio poca carne". Per risparmiare sui trasporti, ha provato a spostarsi a piedi. Ma non sempre ci è riuscita: le manca il fiato. E per non sprecare denaro in shampoo e tinte, si è persino rasata i capelli. "A scuola indosso foulard per non scioccare la gente".

Il paniere usato dal governo russo per calcolare il livello minimo di sussistenza comprende solo tre categorie: "prodotti indispensabili per la salute e la sopravvivenza", "prodotti non alimentari e servizi" e infine "tasse e bollette". Non prevede che una persona vada al cinema o al teatro, vada in vacanza o festeggi un evento con amici o parenti. Né tanto meno spese straordinarie per cure mediche, sostituire un elettrodomestico rotto o comprare scarpe e abiti nuovi. Si finisce, sostiene Goldberg, con il "pensare tutto il tempo a come risparmiare" e col "cadere in depressione". Si diventa "il cittadino perfetto per il governo attuale: vai a lavorare, mangi qualcosa, dormi e stop. Nessun'attività. Non puoi concederti nessun hobby, nessun interesse culturale o intellettuale. Senza, la vita è dura. Ti trasformi in un vegetale che lavora solo per guadagnare quanto basta a comprarsi da mangiare. È il momento psicologico più duro. E la cosa più spaventosa è che ci si abitua".

Per non perdere la motivazione, Goldberg ha deciso di mettere da parte mille euro al mese e di devolverli alla campagna presidenziale dell'attivista anticorruzione Aleksej Navalnyj se fosse riuscita a vivere sotto la soglia di povertà o offrirli al primo ministro Dmitrij Medvedev se avesse sforato il minimo di sussistenza. I primi cinque mesi a vincere il premio è stato Navalnyj. Ora le resta d'assegnare il gruzzoletto di settembre.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:54 pm

LA DOTTRINA BOLTON
Niram Ferretti
6 dicembre 2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il messaggio alla Russia è arrivato molto chiaro da parte USA relativamente all'Ucraina. Per chi avesse ancora qualche dubbio residuo su dove va a parare l'Amministrazione Trump in merito a Putin, ma soprattutto sul ruolo decisivo di John Bolton come Consigliere per la Sicurezza Nazionale.

Aerei americani sono volati oggi sopra l'Ucraina. Il portavoce del Dipartimento della Difesa ha dichiarato:

“Oggi, gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno condotto un volo straordinario in ottemperanza del Trattato Cieli Liberi. Il tempismo di questo volo ha lo scopo di riaffermare l'impegno degli Stati Uniti nei confronti dell'Ucraina e di altre nazioni alleate".

È seguito un comunicato del Pentagono che ha sottolinearo come gli Stati Uniti siano risoluti nel loro supporto per la sicurezza delle nazioni europee".

Sono settantatre anni che gli USA sono a supporto delle nazioni europee, con scarsa riconoscenza e in contraccambio spesso una malcelata antipatia.

Ronald Reagan fu determinante nello sconfiggere "l'impero del male", e oggi la Russia, erede di quella realtà, è tenuta d'occhio con l'abituale attenzione, come si deve tenere d'occhio il principale laboratorio di disinformazione del pianeta.

John Bolton è il dominus dietro la decisione dell'Amministrazione Trump di uscire dal trattato INF (intermediate range nuclear forces treaty) del 1987.

Come ha dichiarato un funzionario veterano dell'Amministrazione, "Nel corso di due amministrazioni gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di riportare la Russia a una completa e verificabile adesione con l'INF. Nonostate le nostre obiezioni la Russia continua a produrre e utilizzare missili cruise proibiti e ha ignorato la nostra esortazione alla trasparenza".

Da qui la decisione americana di uscire dal trattato.

La dottrina Bolton è molto semplice nei suoi assunti principali. I nemici degli Stati Uniti sono diversi e di diverso grado, Iran, Cina e Russia. Ne consegue che vanno contenuti con fermezza.

Trump può ammiccare a Putin, ma quando si tratta di questioni fondamentali, la barra viene mantenuta dritta.



Nicoletta Levis
Io non capisco nulla di geopolitica e tanto meno di diplomazia, ma penso che Trump e Putin dovrebbero essere in qualche modo in sintonia se non alleati. Trump deve tener lontano Putin da Cina e paesi islamici, non spingerlo nelle loro braccia, farebbe un piacere anche alle nazione della Ue e ad Israele. Poi si sa, si spartirebbero l'influenza del mondo occidentale, cosa che succederebbe anche se si dichiarassero una guerra fredda,o , peggio ancora calda. La Russia è un paese dell'Occidente da sempre, è il cuore dell'Occidente, nonostante la pessima parentesi del regime comunista; non la si può lasciar andare ad oriente o con gli arabi islamici. Trump e Putin devono prendere degli accordi proficui per entrambe. Putin non deve essere spinto nelle braccia di nemici mortali per l'Occidente, deve essere un "amico". In Ucraina faccia quello che vuole o ritiene giusto, senza interferenze Onu , Ue o islam

Niram Ferretti
Nicoletta Levis lei afferma con onestà di "non capire nulla di geopolitica". Questa affermazione le fa onore, molti non capiscono nulla di geopolitica e non sanno nulla di storia e discettano di entrambi come se fossero Samuel P. Huntington. La Russia non è mai stata un paese occidentale "da sempre", non è mai stata il "cuore dell'Occidente". Da dove le vengono queste idee? Nel 1488, Massimiliano I tentò di integrare la Russia nel sistema politico occidentale offrendo una corona regale a Ivan il Grande. Il Granduca di Mosca rifiutò l'onore asserendo che la sua autorità gli derivava dai suoi antenati e che non c'era bisogno della consacrazione da parte dell'imperatore occidentale. Un secolo dopo, nel 1576, Massimiliano II si spinse ancora più avanti offrendo a Ivan IV di riconoscerlo imperatore dell'Oriente greco, ma Ivan rifiutò. La Russia in base al corso datole da Ivan IV e successivamente fu radicalmente tagliata fuori dallo sviluppo delle istituzioni rappresentative nel senso degli stati nazionali dell'Occidente. Questo fu molto chiaro a Napoleone, quando nel 1802 disse che c'erano due nazioni nel mondo, la Russia e l'Occidente. Putin ha rivendicato ripetutamente l'eccezionalità russa mantenendosi in linea di continuità con questa tradizione di contrappoizione. Tra i "nemici mortali" dell'Occidente, la Russia si è particolarmente distinta fino al 1992, quando si è dissolta l'Unione Sovietica per la quale Putin lavorava a Berlino come agente del KGB.

Nicoletta Levis
Niram Ferretti La ringrazio per avermi delucidato alcune cose. Ho sempre pensato e considerato la Russia, "occidentale" per il fatto che fosse cristiana, quindi, a parte il periodo buio della dittatura comunista, avesse un'anima comune alla nostra. La famiglia Romanov la paragonavo per certi aspetti allo scià di Persia, che rispetto ai musulmani era mille volte più illuminato ed avanguardista.. E' vero che Putin lavorava per kgb, ma quella volta era abbastanza facile o scontato,però viene da una famiglia religiosa cristiana; in Italia molti si sono riciclati e sbianchettati dopo il fascismo e dopo certi orrori partigiani. Io speravo che le cose fossero cambiate e che Putin, fosse un portatore di istanze vicine alle nostre, nonostante tutto. Però forse io guardavo soprattutto all'aspetto culturale -religioso, piuttosto che a quello istituzionale politico.Diciamo che speravo ???

Niram Ferretti
Nicoletta Levis non basta dirsi cristiani per essere occidentali. Come lei sa esiste anche una Chiesa cristiana d'Oriente, che di occidentale non ha assolutamente nulla. Da un punto di vista geopolitico la Russia non ha mai fatto parte del sistema occidentale, da Ivan il Grande in poi. Gli interessi di Putin non hanno nulla a che vedere con quelli atlantici. Nulla. Il cristianesimo usato come specchietto per le allodole e gestito come instrumentum regni è perfetto per le autocrazie, e la Russia è una autocrazia.

Niram Ferretti
Rodolfo Gentile l'antisemitismo alligna in molti paesi ad Est come ben sappiamo, ma è residuale e non strutturale. Diversamente si può dire di quello che è presente da noi in Europa occidentale, in Francia, in Gran Bretagna, con un partito di opposizione su posizioni antiosioniste come quelle dell'ex Unione Sovietica, la nazione che più di ogni altra, dopo la Germania nazista, ha propagato l'antisemitismo e l'antisionismo, per non parlare poi della UE filoaraba.


Nicoletta Levis
Niram Ferretti pensavo, evidentemente sbagliando, che se ciò che unisce i popoli è la matrice cristiana, questo valesse anche per la Russia, nonostante il sistema
Niram Ferretti ma il sionismo non è nato in Russia, da parlamentari e borghesi ebrei?. La mia speranza era proprio quella di essere uniti dalla stessa matrice religiosa, contro quella musulmana. Se neppure questo ci può unire allora siamo messi molto male, sia cristiani che, come diceva Giovanni Paolo II, i nostri fratelli maggiori ebrei. Anche Ratzinger metteva in guardia contro l'Islam, nel discorso di Ratisbona. Le chiese hanno sempre avuto un potere temporale importante, avrebbero potuto fare da scudo. Delle aperture da parte della Chiesa Ortodossa verso quella di Roma ci sono state. Certo che con questo Francesco il discorso sta cambiando velocemente, purtroppo. Forse rimane solo la voce delle armi?

Niram Ferretti
Nicoletta Levis il sionismo ha la sua matrice teorica in alcuni autori ebrei dell' 'Europa dell'Est. La Russia non vi ha avuto alcun ruolo. E' fantastoria quella di un'Europa unita contro "l'avanzata musulmana" in nome del cristianesimo. Non siamo più all'epoca delle Crociate e nemmeno nel 1500.

Shar Kisshati
Niram, premesso che non sono filoputiniana (giammai), dire che la Russia non è occidente (culturalmente e non certamente politicamente) mi sembra un azzardo. Potrei fare un'intera lista di scrittori, musicisti e artisti vari che rappresentano bene l'occidente, a cominciare da quei due tizi, uno chiamato Tolstoj (in pratica l'inventore del romanzo moderno), l'altro chiamato Dostoevskij (e potrei citare il bellissimo "diario di uno scrittore" - per rimanere in tema islam e occidente). Senza parlare di quell'altro tizio che fu Zar di Russia chiamato Pietro I° il Grande, il quale amava talmente tanto l'Occidente che basti andare a San Pietroburgo per vederlo. Del resto il comunismo, che purtroppo ha schiavizzato i russi per settant'anni, è un'invenzione occidentale mi pare; Marx era tedesco e si ispirava alla comune francese. In Russia ci sono stata, tempo fa è vero, era il lontano 1992, a comunismo collassato di fresco, ho visto un popolo a quei tempi davvero provato ma che, nonostante le immani difficoltà economiche in cui versava, tentava di riprendersi, di diventare normale e che si godeva la libertà appena ritrovata, libertà chiaramente molto fragile. Sai cosa abbiamo fatto noi europei? Ce la siamo mangiata la Russia, invece di aiutarla (come fecero gli americani con noi con il Piano Marshall), abbiamo preferito approfittarne. Sono stata testimone e so di cosa parlo. Lo stesso Putin, che ribadisco non mi piace, si è sforzato e per merito dei tanti vituperati Berlusconi e Bush (Pratica di Mare per chi non ricordasse), stava facendo un passo verso di noi... poi è arrivato Obama, l'UE ha violato i trattati fatti all'epoca di Gorbaciov e Putin ha fatto retromarcia... oggi ci ritroviamo in questa situazione, ma non scarichiamo le colpe solo alla Russia; non siamo stati lungimiranti, anzi siamo stati degli avvoltoi.


Niram Ferretti
Shar Kisshati, la Russia da Pietro il Grande in poi ha guardato all'Occidente ma pur sempre mantenendo la sua specificità orientale e con grandi contrasti, ma da Ivan in Grande in poi non ha mai fatto parte del sistema geopolitico occidentale. E' un fatto incontrovertibile. Non posso che ripetere quello cho scritto rispondendo a Nicoletta Levis, Nel 1488, Massimiliano I tentò di integrare la Russia nel sistema politico occidentale offrendo una corona regale a Ivan il Grande. Il Granduca di Mosca rifiutò l'onore asserendo che la sua autorità gli derivava dai suoi antenati e che non c'era bisogno della consacrazione da parte dell'imperatore occidentale. Un secolo dopo, nel 1576, Massimiliano II si spinse ancora più avanti offrendo a Ivan IV di riconoscerlo imperatore dell'Oriente greco, ma Ivan rifiutò. La Russia in base al corso datole da Ivan IV e successivamente fu radicalmente tagliata fuori dallo sviluppo delle istituzioni rappresentative nel senso degli stati nazionali dell'Occidente. Questo fu molto chiaro a Napoleone, quando nel 1802 disse che c'erano due nazioni nel mondo, la Russia e l'Occidente. Lo diceva poco più di due secoli fa, non tremila anni fa.Tolstoj e Dostojevski erano entrambi fermamente avversi all'Occidente, credevano, il primo che solo dal popolo russo incontaminato poteva venire la palingenesi, il secondo che la Russia in quanto tale aveva una missione rigeneratrice per tutta l'umanità. L'Europa era per entrambi un luogo decadente da cui non poteva giungere alcun fermento spirituale. Sei andata a prendere due campioni di etnonazionalismo. Se avessi citato Turgenev o Herzen ok, ma Tolstoj e Dostojevski occidentalisti direi proprio di no. Putin ha le idee molto chiare, è un nazionalista russo. Per lui l'Europa è solo un pascolo.

Shar Kisshati
Questo è un discorso anti-occidentale eh "Tutta l’Europa, o per lo meno, i suoi rappresentanti più eminenti, quegli stessi uomini e quelle stesse nazioni che hanno gridato contro la schiavitù, hanno distrutto il commercio dei negrieri, distrutto in casa loro il dispotismo, proclamato i diritti dell’uomo, creata la scienza e sbalordito il mondo con la sua forza, che hanno animato e celebrato l’anima umana con l’arte e i suoi ideali, acceso l’entusiasmo e la fede nel cuore degli uomini, promettendo loro in un prossimo futuro giustizia e verità; a un tratto questi stessi popoli e nazioni, tutti (quasi tutti), in un dato momento hanno voltato le spalle a milioni di esseri infelici, cristiani, uomini, loro fratelli, morenti, insultati, e aspettano con impazienza, e sperano l’istante in cui essi saranno schiacciati, come serpi, come cimici, e ammutoliranno finalmente le loro disperate grida di aiuto, che ora irritano e agitano l’Europa. Perché proprio serpi e cimici li ritengono, anzi peggio: decine, centinaia di migliaia di cristiani vengono massacrati come si elimina una rogna perniciosa, vengono estirpati dalla faccia della terra con tutte le radici. Sotto gli occhi dei fratelli morenti le sorelle vengono violentate, sotto gli occhi delle madri i bambini lattanti vengono scagliati in aria e ripresi a volo con le baionette; i villaggi sono distrutti, le chiese ridotte in macerie, tutto spietatamente sterminato, e ciò per opera di un’orda musulmana selvaggia, infame, maledetta, avversaria della civiltà." - Diario di uno scrittore 1876 / F. Dostoevskij.
Per altro questa feccia d'Europa lo sta facendo di nuovo di voltare le spalle, anzi oggi è anche peggio giacché amano i carnefici.
In quel lontano 1992, te lo posso garantire, i russi guardavano a occidente con speranza e noi li abbiamo traditi.

Niram Ferretti
Questo commento elogiativo di Fyodor Dostoevsky non toglie nulla alle sue profonde convinzioni politiche, che solo dalla Russia poteva venire la salvezza per l'Europa. Il fatto di elogiarla per le conquiste del passato non gli impediva di restare profondamente slavo e russo fino al midollo.

Shar Kisshati
Le idee politiche russe hanno portato al comunismo il quale, lo ripeto, è l'invenzione più mostruosa che l'Europa occidentale abbia mai creato.

Niram Ferretti
Noi non abbiamo tradito nessuno. I russi nella loro storia non hanno mai conosciuto la democrazia. Hanno avuto solo padroni, che si trattasse degli zar o degli autocrati russi del Politburo o di quelli attuali. Dobbiamo piantarla di credere chi ci siano popoli e nazioni in fila per abbracciare la democrazia e il liberalismo.
Il comunismo è una teorizzazione politica nata in Europa, la Russia non c'entra nulla relativamente al suo concepimento. Marx era convinto che la rivoluzione sarebbe avvenuta in Europa, in Gran Bretagna, certo non in Russia.

Shar Kisshati
Caro Niram, l'occidente non è sinonimo di democrazia, anche noi europei abbiamo avuto padroni di ogni sorta, gli ultimi meno di un secolo fa e sono stati spietati. Senza parlare di tutti quelli che simpatizzavano per l'URSS mentre invadeva Ungheria o Cecoslovacchia. Poi vorrei capire dove sarebbe oggi questo liberalismo in Europa, io non lo vedo, al contrario vedo socialismo e statalismo ogni dove. Vedo l'antisemitismo viscerale espandersi senza freni, addirittura alimentato dagli stessi governi. Scusami, ma mentre tu punti il dito sulla Russia dicendo che non è occidente (lo è cazzo se lo è - non per questo tifo per quello stronzo di Putin), io vedo un'Europa che mi fa solo venire lo sdegno e mi fa vergognare di essere europea.
Il trattato con Gorbaciov prevedeva che i paesi di influenza russa non sarebbero entrati in Europa, invece l'UE (tradendo per altro gli stessi paesi membri, perché ha offerto l'impossibile) se li è pappati a uno a uno.
L'unica vera mossa vincente per tutti noi occidentali era pratica di mare, UE e Obama hanno deciso che così non doveva essere.
Oh, poi chiaramente ognuno con le proprie idee e sempre nel massimo rispetto. Innanzitutto siamo liberali, filoamericani e filoisraeliani.
Ma fammelo dire, l'Europa è indifendibile, molto più della Russia.

Luca Schieppati
Per carità nulla da criticare Ma gli Stati Uniti sotto questo piano.
Un solo piccolo particolare.
È l'Ucraina che ha ciulato territori alla Russia sotto Nikita Krusciov.
Non il contrario.

Niram Ferretti
Luca Schieppati ti sbagli. Nikita Chruščёv cedette la Crimea all'Ucraina con il decreto che passò al Presidium del Soviet Supremo il 5 febbraio del 1954. Putin ha semplicemente affermato che questo decreto è carta straccia in quanto secondo lui violerebbe la Costituzione russa. Risum teneatis.

Luca Schieppati
Niram Ferretti non sono un fan di Putin dovresti saperlo.
Ciò premesso quella cessione è stata un esproprio.
Come dire che quello che fece Stalin va tutto bene perché era avallato dal Soviet Supremo.
Non mi dirai che ha un organismo autonomo specialmente nel 54...

Il problema in Crimea e sottolineo 5 volte in Crimea esiste.
Nel resto del territori contesi esiste un problema diciamo così di minoranze più o meno tutelate.
E non si può risolvere perché chiunque dei due ce l'abbia avrà l'altra minoranza.
Per le aree continentali una soluzione diversa da un accordo non è pensabile.
In questo senso come ho detto nulla da critica all'operato degli Stati Uniti


Niram Ferretti
Luca Schieppati, cosa significa che il Soviet Supremo non era un organismo autonomo nel 1954? Cosa c'era di autonomo nel 1954? Allora bisogna cominciare a rivedere ogni decisione geopolitca presa in Unione Sovietica da allora fino alla sua caduta e annullarle tutte perchè c'era una dittatura? Come sai bene la Crimea divenne parte della Russia nel 1783 come conseguenza della guerra russa turca. Diventò una repubblica autonoma nel 1917. Il decreto del 1954 che trasferisce la Crimea all'Ucraina è illegittimo perchè lo ha deciso Putin? La Russia ha violato in modo flagrante il Trattato di partizione del 1997 che aveva sottoscritto. Di cosa stiamo parlando?

Luca Schieppati
Stiamo parlando del fatto che Nikita Krusciov ha preso una regione russa, l'ha piazzata alla sua Ucraina per le stesse ragioni per cui Saddam Hussein si è preso il Kuwait.
Finita l'URSS non ci si deve stupire che il bubbone scoppi.
Tutto qui.
A proposito chi faceva l'asilo nel 1954 oggi ha 68 anni...
Non stiamo parlando del tempo di Pietro il Grande

Alberto Chiarle
a me sembra che la lotta USA contro la Russia sia la parte residua di quella intrapresa già dagli anni '30 da Roosevelt CONTRO il sistema di dominazione mondiale europeo che allora durava da poco più di 400 anni e che storicamente ha preso il nome di "colonialismo". In questo sistema ebbe il suo posto la Russia che si conquistò un impero in Asia centrale e orientale invece che oltremare, come invece fecero gli Stati dell'Europa occidentale : Portogallo, Spagna, Francia, Olanda, UK. Distrutti gli imperi coloniali diventati anacronistici da ogni punto di vista, anche quello "russo" finì ridimensionato... ma in Europa...mentre in Asia in parte sì - vedere Turkmenistan, Kazachstan etc. - in parte no - vedere Cecenia - e in Asia centro-orientale per niente . Per questa ragione politico-storica il comportamento USA è altalenante: da una parte è contro la Russia perché ne teme la grandezza imperiale (e quindi sostiene l'Ukrania nonostante tutto) dall'altra non le è molto contro perché essa l'aiuta contro l'ISLAM .... e sotto sotto anche contro la Cina.

Alberto Chiarle
La Russia ed i Russi sono un mondo europeo ma "a parte"...nessuno in Russia si sente "occidentale", tanto meno "cattolico"

Luca Schieppati
Poi la Russia finché non capirà che quando attacca Israele attacca se stessa non andrà da nessuna parte

Niram Ferretti
Luca Schieppati la Crimea divenne una Repubblica autonoma nel 1917. Il passo di Chruščёv è conseguente a ciò. Poi tu puoi sostenere che non doveva diventare una Repubblica autonoma...ma così è andata. Oltretutto, molto disinvoltamente, glissi sul fatto che la Russia ha firmato il Trattato di Partizione del 1997 per poi violarlo palesemente.

Gino Quarelo
Sulla Russia condivido di più la posizione di Niram Ferretti.
La Russia è un'entità culturale e politica a sé che sta a cavallo dei continenti europeo ed asiatico; è un continente geopolitico-culturale che non si può qualificare come europeo o asiatico è un'entità a sé che ha un po' dell'Europa e dell'Occidente e un po' dell'Asia e dell'Oriente.
Inoltre la sua essenza strutturale imperiale non è compatibile con l'Europa delle democrazie anche se la UE è più simile alla Russia Sovietica che alla democratica e federale Svizzera; la Russia non potrebbe mai far parte degli Stati Uniti d'Europa.
Sulla questione Ucraina Crimea, anche se in Ucraina vi sono elementi fascistoidi sto dalla parte dell'Occidente che difende l'Ucraina e contrasta l'imperialismo russo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:54 pm

Missili e povertà i Russia


Il nuovo missile nucleare di Putin: neanche la Nato può fermarlo
Lorenzo Vita - Mer, 26/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lan ... 21447.html

Il presidente annuncia la riuscita del test: "Abbiamo una nuova arma". Il missile vola 20 volte la velocità del suono

La Russia ha testato con successo Avangard, un nuovo missile ipersonico che secondo il presidente Vladimir Putin renderà obsoleti tutti i sistemi missilistici precedenti.

"La Russia ha un nuovo tipo di arma strategica, e nel 2019 il nuovo sistema strategico intercontinentale Avangard entrerà al servizio delle Forze armate - queste le parole con cui il presidente russo ha annunciato al governo la buona riuscita dei test del sistema missilistico -. Il test è stato un successo completo, siamo i primi ad avere questo tipo di arma strategica".

Secondo le prime informazioni dei media russi, il missile ha percorso 6mila chilometri dalla regione degli Urali fino alla catena del Kura, in Kamchatka. Avangard, in grado di volare a velocità ipersoniche (ovvero più di 20 volte oltre la velocità del suono, circa 24.500 km/h), è capace di trasportare più testate nucleari indipendenti montate su cosiddetti "veicoli di rientro manovrabili". Il nuovo missile ha una gittata accertata di 5.800 chilometri. Ma secondo i russi, il sistema potrebbe superare senza problemi gli 11.000 chilometri. La differenza è chiaramente notevole: passare dai 5.800 agli 11mila chilometri significa che il missile, da vettore "a raggio intermedio", diventa a tutti gli effetti "intercontinentale" (Icbm).

Inoltre, stando alle prime informazioni, il sistema Avangard di fatto annullerebbe le capacità di risposta della Nato. Non solo sarebbe un missile di una potenza di fuoco senza precedenti, ma sarebbe anche impossibile da intercettare. Non esiste quindi uno scudo anti-missile in grado di proteggere totalmente gli obiettivi del nuovo sistema missilistico russo.

Come riportano le agenzie russe, lo stesso Putin ha supervisionato i test dal centro di controllo. Un segnale eloquente di quanto il Cremlino consideri fondamentale il sistema testato in queste ore. Una scelta politica e di propaganda che lancia un messaggio a tutte le potenze del mondo: Mosca non ha fermato la sua corsa per le nuove armi. E in un momento in cui le tensioni con l'Occidente non accennano a diminuire, Mosca riafferma la volontà di non abbassare la guardia.

Ma la notizia del test di Avangard arriva anche nelle stesse ore in cui i vertici della Marina russa hanno denunciato la presenza di armi ad alta precisione nei pressi dei confini russi. Come riportato dall'agenzia Tass, il comandate in capo della Marina russa, l'ammiraglio Vladimir Korolev, ha dichiarato al quotidiano Krasnaya Zvezda che gli Stati Uniti hanno aumentato il numero dei sistemi strategici non nucleari ad alta precisione nelle acque che circondano la Russia. Poche ore dopo, Putin ha annunciato il risultato del test del missile ipersonico. Segno che fra Mosca e Washington la tensione non accenna a diminuire.



I poveri in Russia: vita al limite della sopravvivenza
Marta Natalini
2018/01/17

http://russiaintranslation.com/2018/01/ ... ravvivenza

Ogni anno in Russia aumenta il numero dei poveri. Poveri in senso letterale: ovvero quelli con un’entrata minore di 9828 rubli al mese. Alcuni non riescono a comprare neanche il necessario, cibo e medicinali. “Gazeta.Ru” ha cercato di capire come sopravvivono le persone al limite della povertà assoluta.

Il numero di persone povere in Russia continua a crescere in modo lento ma costante. Lo dimostrano i dati di Rosstat, pubblicati alla fine di dicembre dello scorso anno. Secondo queste informazioni, alla fine del 2016 19,6 milioni nella Federazione Russa, ovvero il 13,4% della popolazione totale avevano un’entrata inferiore al minimo per la sussistenza, che secondo i dati del ministero ammonta a 9828 rubli. L’anno precedente erano 19,5 milioni, i cittadini russi con un’entrata simile, mentre nel 2014, erano 15,4 milioni gli abitanti della Federazione Russia alla soglia di povertà.

Le regioni più povere alla fine del 2016 erano l’Oblast’ autonoma ebraica (più del 25% dei suoi abitanti vivono alla soglia della povertà, l’Oblast’ di Pskov (19%), l’Oblast’ di Tomsk (17,2%) e la Cecenia (17%). In tutte e quattro le regioni il numero di poveri cresce costantemente dal 2014.

Neanche i dati sul disagio economico della popolazione infondono ottimismo. Secondo il capo della Corte dei conti Tat’jana Golikovaja, nel primo trimestre del 2017 la percentuale di cittadini alla soglia di povertà era il 15% della popolazione del Paese, ovvero 22 milioni di persone. Più di quanto mostrassero i dati del 2016, ha detto Golikova in uscita da una riunione del Consiglio della Federazione.

“Gazeta.Ru” ha incontrato alcune persone che non possono permettersi neanche il necessario e che spesso sono costrette a indebitarsi. Per rispetto dei protagonisti di questo articolo, quasi tutti i loro nomi sono stati cambiati.
Veronika Kovaleva, 30 anni, di Chot’kov (Oblast’ di Mosca)

Ho studiato fino alle medie, ma non le ho finite, sono arrivata solo alla nona classe della scuola secondaria. Faccio l’imballatrice in una delle aziende tessili dell’Oblast’ di Mosca, ma ora sono in maternità. Come è successo che la nostra famiglia diventasse povera? Beh, non ho mai avuto una vita particolarmente agiata. È andata così: a 19 anni sono rimasta incinta del mio ragazzo, almeno sembrava che stessimo insieme. Invece alla fine ho cresciuto da sola il mio figlio maggiore fino a quando ha avuto due anni. È stata dura, ho dovuto affittare un posto per vivere. I rapporti con la mia famiglia infatti sono peggiorati perché i miei hanno iniziato a darmi un sacco di consigli: “Non devi metterlo al mondo”, “lascia stare” ecc.

Poi ho incontrato Jurij, il mio attuale marito. Tutto sembrava andar bene. Lui è un pittore, aveva un lavoro stabile e amava molto me e mio figlio. Abbiamo avuto altri 2 figli a distanza di tre anni uno dall’altro. Dopo, però, Jura ha iniziato a chiudersi in se stesso, a ricordare gli anni da soldato in Cecenia (per richiamo alle armi) e in Tagikistan (pagato), in entrambi le situazioni ha riportato ferite e contusioni. Mio marito ha iniziato a sparire da casa per un mese-due, a fare il giro del Paese in autostop. In quel periodo è nata nostra figlia, e dopo un anno, mio marito è sparito per sei mesi. Lo hanno cercato persino i volontari dell’unità di soccorso “Liza Alert” e la polizia.

Lo hanno trovato con difficoltà, e dopo sei mesi è sparito di nuovo, ed ecco ora è quasi un anno che non è più con noi. Nel frattempo ho pregato i servizi sociali, l’amministrazione locale e altri enti per un sostegno materiale. Ma a parte i sussidi per i bambini e quelli del mio lavoro, per legge non mi spetta nulla.

Mi hanno spiegato che da noi non esiste un articolo di legge a cui si collega direttamente il mio caso. “Aspetti, quando sarà passato un anno e mezzo dalla sparizione di suo marito, faccia la denuncia per assenza senza preavviso e poi vediamo”, mi dicono tutti così.

Vivo con i bambini nell’appartamento di due stanze di mio marito. Io dormo con le due bambine in sala, i tre bambini nell’altra stanza. Ci sono state volte in cui non avevo neanche un soldo per comprare da mangiare e nella dispensa c’era solo un pacchetto di semolina. Non scorderò mai quei giorni.

Risparmio soprattutto sul mio guardaroba, e i vestiti per i bambini li compro nei negozi dell’usato. Non succede spesso che riesca a viziarli con dei dolci. Mangiamo le cose più comuni: semola, verdure, pollo, latte. A volte gli compro la frutta. Molti soldi se ne vanno in medicine perché si ammalano spesso di infezioni alle vie respiratore.

Compro il cibo nelle catene di negozi più economiche. Raramente uso i mezzi, e in generale solo la maršrutka o l’električka (maršrutka: servizio di taxi collettivo con piccoli bus, električka: servizio ferroviario suburbano, *NdT). Qui passano pochi autobus e sono più cari. Non ho mai pensato di andarmene in un’altra città, questa è la mia città natale, sono nata e cresciuta qui. In un altro posto a nessuno importerebbe di noi.

In generale la situazione a Chot’kov non è facile. Ci sono tre grandi aziende: due pubbliche, la CNIISM (Istituto centrale scientifico e di ricerca per la costruzione di macchine speciali) e Elektroizolit, e la Novlajn che è privata. Per prima cosa entrarci è molto difficile, assumono solo per conoscenza. Poi non c’è niente da fare, gli stipendi ritardano sempre e in generale queste aziende crollano e vengono comprate da privati per creare aziende più piccole. Poi prendono soprattutto i giovani e le persone della Comunità degli Stati Indipendenti (*Confederazione di 15 ex-repubbliche sovietiche, NdT), c’è un continuo cambio di personale, “lasciano a piedi” le persone per i soldi.

Ora da noi hanno aperto tanti supermercati di vario tipo, ma anche lì c’è un cambio continuo di personale. Le persone corrono a Mosca per guadagnare, perché nella nostra città prendono 25 mila rubli al mese, una miseria. Sono aumentati ancora di più gli alcolisti negli ultimi tempi. Eppure la città di per sé è molto accogliente, tutti i servizi sono raggiungibili a piedi, c’è un nuovo asilo, una nuova scuola, un nuovo complesso sportivo (che purtroppo è diventato a pagamento), due parchi e un cinema.

Il prossimo anno per me sarà decisivo, ci sono molte questioni da chiudere. In particolare, mio figlio deve operarsi, devo saldare i debiti per l’appartamento, mia figlia deve iniziare l’asilo e dalla maternità devo tornare a lavoro. È difficile, ma me la caverò.

L’esperienza più brutta per me restano le visite dei servizi sociali per la tutela dei bambini. Vedono che non ho niente per mantenerli e minacciano di portarmeli via. Ma farò di tutto perché questo non succeda.
Sergej Kozyrev, 31 anni, villaggio Vorgašor (Repubblica dei Komi)

Ho finito solo la scuola dell’obbligo, non ho fatto il servizio militare, è andata così perché sono orfano di entrambi i genitori. Per l’incompetenza degli organi di tutela, non ho avuto quasi niente di quello che mi spettava da parte della mia tutrice. Fino al 1996 ho vissuto con lei a Gatčin, vicino Pietroburgo. L’appartamento di due stanze era intestato metà a me e metà alla mia tutrice, Ljubov’ Dmitrievna. Lì, oltre a noi era registrato anche il marito della donna, Michail, che è morto nel 1996.

Dopo la sua morte, il nostro appartamento è stato assegnato a persone straniere e ci hanno trasferiti nel villaggio di Myza-Ivanovoka, sempre nell’Oblast’ di Leningrado. Da lì la mia tutrice mi ha portato nell’Oblast’ di Novgorod, nella campagna di Sjabrenica. Andava tutto bene, ma nel 2006 Ljubov’ Dimitrievna è morta. La casa era intestata in parti uguali a me e a lei. Lei non ha fatto testamento, e siccome io non ero un suo familiare, solo una parte dell’appartamento è mia.

Poi volevano togliermi sia la casa che il terreno, c’erano degli zingari che vivevano in quella campagna. Ho dovuto andarmene e dal 2008 faccio il nomade. Mi sono rivolto alla procuratura e al Ministero degli affari interni, tutto inutile. Ora non c’è più nemmeno la casa, o è crollata o l’hanno demolita. Per me è ancora difficile tornare lì, per quanto mi hanno traumatizzato quando mi hanno minacciato di bruciarmi vivo e mi hanno intimorito in altri modi.

Mi è capitato di lavorare a Mosca, nel Monastero Savino-Storoževskij, come tuttofare sotto contratto. Ora vivo a Vorgašor da alcune persone che mi ospitano temporaneamente, vista la mia situazione. Oltre a me in questo appartamento vive un’altra persona. La maggior parte degli abitanti di questo villaggio lavora nelle miniere miniere di carbone.

Il salario medio aVorgašor è di 12.800 rubli, ma molti si lamentano che non basta. L’anno scorso a Vorkut c’è stata una riunione degli abitanti del villaggio che volevano un aumento del salario. Per farvi capire, una bottiglia di latte, ad esempio, nel nostro villaggio costa almeno 70 rubli, e il pane più economico costa 48 rubi a filone.

Da noi i prezzi di tutti i prodotti principali costano il doppio o il triplo rispetto alle regioni centrali della Russia. Molta gente beve e molto. Tra i giovani ci sono tanti drogati, e poco tempo fa c’è stata un’ondata di omicidi. Un bambino è stato investito da un’auto. Due persone sono state assalite. Al primo hanno sparato, il secondo è stato ferito con un coltello. Uno è morto, l’altro è all’ospedale. Hanno assalito una ragazza poco lontano da un negozio.

Quanto a me, devo risparmiare letteralmente su tutto. Mi capita di dover rinunciare alle medicine, anche se ho problemi alle gambe e soffro di gastrite. Spesso prendo soldi in prestito ma non riesco mai a restituirli. Compro sempre il cibo più economico e i vestiti non li compro proprio. Ogni tanto la gente me li regala. Da tanto tempo non so più cosa siano i trasporti, vado a piedi dappertutto. Però non mi arrendo, e il mio scopo primario ora è procurarmi almeno un posto per vivere.

[…]

FONTE: Gazeta.Ru – 13/01/2018, di Valdimir Vaščenko, Traduzione di Marta Natalini



Russia, la diseguaglianza cresce, 20 milioni sotto al livello di povertà
Yurii Colombo
Russia. E nel suo comizio elettorale Putin deve fare i conti con la scarsa partecipazione
05.03.2018

https://ilmanifesto.it/russia-la-disegu ... di-poverta

La gente al comizio moscovita di Putin è arrivata alla chetichella. Del resto il clima meteorologico delle ultime settimane non è quello adatto per una manifestazione in uno stadio all’aperto. All’ingresso vengono distribuiti cartelli stile presidenziali americane con scritto: «Un presidente forte per una Russia più forte!»

LE BANDIERE TRICOLORI della Federazione, la gente invece se le è portate da casa. Sugli spalti si parla di tutto meno che di politica: va forte il tema «cosa fare questo sabato sera». Alle 13 in punto inizia la manifestazione. Salgono sul palco i vincitori delle medaglie alle recenti olimpiadi invernali di Corea.
Applausi convinti mentre sui maxi-schermi passano le immagini degli hockeisti che hanno sconfitto la Germania. Il programma, visti i -13 gradi – che leggende a parte non amano neppure i russi – è ridotto all’osso. Putin arriva sul palco alle 13,15 e parla per non più di 20 minuti.

SUPERBOMBA E SIRIA vengono lasciati negli spogliatoi dello stadio. Gli argomenti sono tutti di politica interna e le promesse non sono poche: riduzione della povertà, una sanità più efficiente, infrastrutture, pioggia di rubli per le donne che faranno molti figli.

A ogni promessa la gente sventola le bandiere, ma non c’è grande convinzione. «Qui hanno vissuto i nostri avi, qui viviamo noi e i nostri figli e vivranno i nostri nipoti. E noi faremo tutto perché essi siano felici!» urla nel microfono il presidente. Inno nazionale, tutti in piedi, e poi la gente sciama via rapidamente. Russia Unita in serata parlerà di 10mila presenze, ma per i cronisti ce ne saranno state sì e no la metà. Si dice che lo staff di Putin, più si avvicina al 18 marzo e più sia nervoso. Sulla partecipazione al voto dei russi ci sono ancora poche certezze mentre alcuni sondaggi darebbero il candidato comunista Pavel Grudinin, che ha battuto il tasto delle diseguaglianze della corruzione per tutta la campagna elettorale, al 15%. Dettagli si dirà, che però non piacciono a Putin.

MOTIVI per una certa insofferenza nel Paese del resto ce ne sono. La Vneshekonombank ha rivelato qualche giorno fa che i guadagni dei russi si sono ridotti del 6,9% nel 2017. Si tratta del quarto anno consecutivo di riduzione dei redditi: -5,8% nel 2016, -3,2% nel 2015 e -0,7% nel 2014. Ora il governo promette che dal 2018 le entrate dei russi cresceranno del 2,3% ma pochi ci credono.

Quello che preoccupa di più i russi è la crescente divaricazione delle ricchezze e la scarsa mobilità sociale. Dal «World Inequality Report 2018» recentemente pubblicato da Thomas Piketty e dal suo team, risulta che la forbice della ricchezza in Russia è tornata ai livelli del 1905. Se ai tempi della prima rivoluzione russa il 10% più ricco della società riceveva il il 47% delle entrate nazionali, il 50% più povero il 17% e il lo strato intermedio del 40% possedeva il restante 36%, nel 2016 il 10% dei benestanti ottiene il 45,5%, il 50% dei meno abbienti è rimasto fermo al 17% mentre la «classe media» ha rosicchiato appena un 1,5% in più (37,5%).

NON ESISTONO DATI comparativi, ma lo 0,01% più agiato della popolazione guadagna ben 2524 volte più della media nazionale (23mila dollari). Molti russi per ovviare svolgono 2-3 lavori contemporaneamente: la Russia è il quinto paese in cui ci si lavora di più al mondo. Nel 2017 i russi che vivono sotto il livello di povertà sono più di 20 milioni: il 13% dell’intera popolazione (concentrata soprattutto in Siberia) se la cava con 170 dollari al mese. Troppo pochi, anche se in provincia gli orti delle dacie garantiscono ancora a molti frutta e verdura.



Russia, vivere con 133 euro al mese. Così la prof smaschera il trucco del governo sulla soglia di sussistenza
ROSALBA CASTELLETTI

https://www.repubblica.it/economia/2017 ... -174819371

MOSCA - L'inflazione aumentava, il livello minimo di sussistenza si abbassava. Un paradosso che un'insegnante di Sterlitamak, nella Repubblica del Bashkortostan, Sud degli Urali, ha voluto denunciare nel modo più estremo: vivendo per un semestre sotto la soglia di povertà. Dara Goldberg, 29 anni, ha lanciato il suo esperimento lo scorso marzo dopo che il governo russo ha ulteriormente ribassato il livello minimo di sussistenza in Russia portandolo a 9.142 rubli, circa 133 euro, al mese. Un espediente per ridurre le spese per la previdenza sociale. Più basso è il minimo di sussistenza, meno sono le persone che vivono sotto la soglia di povertà e che hanno dunque diritto alle prestazioni sociali. L'anno scorso, secondo il ministero del Lavoro, 19 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà. Secondo gli economisti, i poveri nella Federazione sarebbero molti di più perché il minimo di sussistenza sarebbe sottostimato di almeno due volte.

È quello che pensa anche Dara Goldberg. Da quasi sei mesi si mantiene con poco più di 9mila rubli documentando la sua esperienza con video settimanali e mensili pubblicati su un apposito canale YouTube. Ora che l'esperimento è prossimo alla conclusione, non ha dubbi: l'ammontare fissato dal governo "non ha alcuna rapporto con i prezzi reali e, dal momento che non è realistico abbassare i prezzi, bisogna aumentarlo".

Per Dara non è stato facile adattarsi al nuovo regime. Guadagna 25mila rubli al mese e, prima di marzo, riusciva a malapena a mettere da parte poco più di un migliaio di rubli. I primi giorni, ha raccontato a "Radio Free Europe/Radio Liberty", al supermercato faceva la solita spesa. "Ammontava a quasi il mio intero budget mensile. Ho capito che così non andava". Dopo essersi consultata con alcuni amici in ristrettezze, ha cominciato a fare la spesa nei negozi di alimentari più economici e a comprare solo i prodotti in saldo. È andata per boschi alla ricerca di funghi ed erbe e ha iniziato a pescare. "L'emoglobina è scesa. È chiaro che non assumo abbastanza proteine perché mangio poca carne". Per risparmiare sui trasporti, ha provato a spostarsi a piedi. Ma non sempre ci è riuscita: le manca il fiato. E per non sprecare denaro in shampoo e tinte, si è persino rasata i capelli. "A scuola indosso foulard per non scioccare la gente".

Il paniere usato dal governo russo per calcolare il livello minimo di sussistenza comprende solo tre categorie: "prodotti indispensabili per la salute e la sopravvivenza", "prodotti non alimentari e servizi" e infine "tasse e bollette". Non prevede che una persona vada al cinema o al teatro, vada in vacanza o festeggi un evento con amici o parenti. Né tanto meno spese straordinarie per cure mediche, sostituire un elettrodomestico rotto o comprare scarpe e abiti nuovi. Si finisce, sostiene Goldberg, con il "pensare tutto il tempo a come risparmiare" e col "cadere in depressione". Si diventa "il cittadino perfetto per il governo attuale: vai a lavorare, mangi qualcosa, dormi e stop. Nessun'attività. Non puoi concederti nessun hobby, nessun interesse culturale o intellettuale. Senza, la vita è dura. Ti trasformi in un vegetale che lavora solo per guadagnare quanto basta a comprarsi da mangiare. È il momento psicologico più duro. E la cosa più spaventosa è che ci si abitua".

Per non perdere la motivazione, Goldberg ha deciso di mettere da parte mille euro al mese e di devolverli alla campagna presidenziale dell'attivista anticorruzione Aleksej Navalnyj se fosse riuscita a vivere sotto la soglia di povertà o offrirli al primo ministro Dmitrij Medvedev se avesse sforato il minimo di sussistenza. I primi cinque mesi a vincere il premio è stato Navalnyj. Ora le resta d'assegnare il gruzzoletto di settembre.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 5:55 pm

Adesso la Russia pensa ad una base aerea in Venezuela
Paolo Mauri
26 dicembre 2018

http://www.occhidellaguerra.it/russia-base-venezuela

La Russia sta gettando le basi per una presenza stabile in America Latina e la recente visita di cortesia dei bombardieri Tupolev Tu-160 (“Blackjack” in codice Nato) in Venezuela rientra in questo piano.

Lunedì 10 dicembre infatti, come vi abbiamo già raccontato, una coppia di “Blackjack”, bombardieri strategici con capacità nucleare che costituiscono l’altro braccio atomico della VVS insieme ai Tu-95 Bear, sono atterrati a Caracas per effettuare una missione diplomatica che ha anche visto l’impiego dei velivoli in esercitazioni congiunte con l’Aeronautica Venezuelana.

Secondo quanto affermato dalla Nezavisimaya Gazeta, rilanciato poi dalla Tass, Mosca sarebbe decisa ad avere una base aerea nell’isola caraibica appartenente al Venezuela di La Orchila, sita 200 chilometri a nordest della capitale.
Non è il primo tentativo

La Russia già nel 2009 aveva intrapreso colloqui col Governo Chavez, pubblicizzati da quest’ultimo in pompa magna, per stabilire proprio nella stessa isola un presidio militare che servisse a Mosca per dispiegare a rotazione i propri velivoli da bombardamento.

Il Venezuela a seguito delle intenzioni russe aveva anche avviato importanti lavori di rimodernamento dell’aeroporto di La Orchila condotti tra il 2009 ed il 2013 che hanno comportato, tra le altre cose, l’allungamento e ripavimentazione della pista nonché l’adeguamento delle infrastrutture affinché possano ospitare adeguatamente tutto il personale atto a far operare i bombardieri russi.

In quella occasione, nonostante il nemmeno troppo velato entusiasmo del generale Anatoly Zhikharev, allora capo di Stato Maggiore dell’Aviazione a Lungo Raggio russa, il Cremlino cercò di minimizzare sostenendo che l’intenzione era solo a livello teorico per non irritare la Casa Bianca.

Oggi però, sebbene non ci siano, a distanza di una settimana, comunicazioni ufficiali da parte di Mosca di conferma o smentita, la situazione è ben diversa.
Parola d’ordine: uscire dall’accerchiamento

La strategia russa differisce notevolmente – come logico – rispetto a quella del 2009, sebbene vi sia un punto fermo ora come allora: il sostegno al regime di Caracas.

Mosca infatti ha esplicitamente affermato tutto il suo pieno appoggio al Governo Maduro: questi è tornato dal suo recente viaggio in Russia con un accordo commerciale del valore di sei miliardi di dollari, e se l’installazione della base aerea a La Orchila venisse confermata la presenza russa sul territorio venezuelano rappresenterebbe un forte deterrente contro ogni possibile tentativo di regime change da parte di potenze estere.

Il silenzio di Mosca in merito alla questione è già di per se un segnale importante: non aver smentito è indice del livello di tensione che si è raggiunto tra le due potenze globali a seguito proprio degli ultimi avvenimenti. L’incidente dello Stretto di Kerch che ha visto coinvolte unità navali dell’Ucraina, appoggiata da Washington, e prima ancora la denuncia da parte americana del trattato Inf sui missili balistici a raggio intermedio, ha fatto precipitare i rapporti tra il Cremlino e la Casa Bianca ai minimi storici dai tempi della Guerra Fredda.

La Russia sembra davvero intenzionata, pertanto, a stabilire una base in Venezuela – sebbene l’ordinamento costituzionale di Caracas vieti la presenza stabile di Forze Armate straniere sul proprio territorio – soprattutto per dare una risposta forte agli Stati Uniti piazzando i propri bombardieri nucleari a poco più di 2mila chilometri dalla Florida e a 1600 dalla base di Guantanamo, a Cuba.

Riteniamo che la vittoria di Bolsonaro alle recenti elezioni in Brasile abbia spinto ulteriormente sia Caracas sia Mosca verso questa importante decisione che potrebbe destabilizzare ulteriormente il quadro strategico globale.
Parallelismi storici

C’è, infatti, chi, in merito alla vicenda, ha fatto un importante parallelismo che ci sentiamo di condividere almeno in parte.

Quanto sta accadendo ricorderebbe molto la crisi dei missili di Cuba del 1962 quando, il dispiegamento di una manciata di Mrbm a poche miglia dal territorio statunitense, Mosca e Washington furono sull’orlo di una guerra nucleare che avrebbe significato la fine della civiltà occidentale.

Analizzando meglio la situazione venezuelana però, ci sentiamo di dire che questa evenienza risulta essere meno contingente nel quadro generale dei rapporti tra Usa e Russia.

Innanzitutto attualmente la base non sarebbe in grado di ospitare in distaccamento di Tu-160 dotati di armi atomiche in quanto sull’isola di La Orchila non v’è traccia di installazioni di sicurezza per lo stoccaggio di armamento nucleare.

Secondariamente la situazione tra Washington e Mosca è già critica per un altro fronte, quello ucraino, dove attualmente si sta giocando una partita a scacchi che vede spostarsi pedine importanti come divisioni corazzate e di fanteria su entrambi i fronti.

Vero è che questo caso particolare va ad aggiungersi e a contribuire all’aumento della crisi tra Usa e Russia, ma l’analisi tattica vista sin qui fa ritenere che, sul breve termine, la base aerea russa in Venezuela non sia da considerarsi una minaccia vitale per Washington, anche al netto delle dichiarazioni alquanto sprezzanti dell’ambasciatore in Colombia Kevin Whitaker, che ha bollato il breve dispiegamento dei Tupolev come una “esposizione di pezzi da museo” che le forze americane possono facilmente intercettare. Parole che fanno trapelare un certo nervosismo dalle parti della Casa Bianca.


Venezuela
viewtopic.php?f=144&t=598
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 6:01 pm

Ucraina, Crimea e Donbass
viewtopic.php?f=143&t=464
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 7:27 pm

Nato,Trump ha pensato di ritirarsi dall’Alleanza Atlantica
giordano stabile
2019/01/15

https://www.lastampa.it/2019/01/15/este ... agina.html

Ritirarsi dalla Nato. È un’ipotesi che il presidente Trump ha sollevato in varie occasioni con i suoi collaboratori, secondo il New York Times. Il suo scetticismo nei confronti dell’Alleanza Atlantica è noto, e lo aveva manifestato in varie occasioni, incluso l’ultimo vertice di luglio a Bruxelles, in cui aveva chiesto agli altri membri di aumentare gli investimenti nella difesa fino al 4% del Pil. Però abbandonarla, decretandone la fine, rovescerebbe l’esito della Guerra Fredda, regalando a Vladimir Putin una rivincita che cambierebbe gli equilibri geopolitici non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

L’insofferenza di Washington per la disparità dei contributi economici alla Nato non è una novità, e anche Obama l’aveva espressa. Lo scetticismo di Trump però è più profondo, e riguarda in generale tutti gli organismi internazionali, che secondo lui sfruttano gli Usa e impongono limiti alla loro capacità di azione unilaterale. Questo vale per la Ue, l’Onu, il Wto, gli accordi come quello di Parigi sul clima, e anche l’Alleanza Atlantica. Secondo il Times, quando aveva accennato la prima volta all’idea di ritirarsi i suoi collaboratori avevano pensato che non facesse sul serio. Anche ammettendo, per esempio, che la Germania non abbia pagato 300 miliardi di dollari dovuti nel corso dei decenni a Bruxelles, tutti gli analisti sono convinti che Washington ha guadagnato dalla Nato molto più di quanto non abbia speso, a cominciare dalla vittoria nella Guerra Fredda. Trump però non è convinto, e lo ha ripetuto spesso. Prima del vertice di luglio, il consigliere per la sicurezza nazionale Bolton e l’allora segretario alla Difesa Mattis si erano dovuti adoperare affinché la questione non emergesse nei colloqui, che però erano stati comunque molto burrascosi. Durante un incontro dedicato ad Ucraina e Georgia, il capo della Casa Bianca aveva rotto il protocollo che prevede di non discutere questioni interne davanti a Paesi non membri, e aveva criticato i colleghi perché non investivano abbastanza nella Difesa, mancando l’obiettivo del 2% del Pil concordato al vertice di Cardiff. Aveva chiesto che si impegnassero subito a pagare di più, e a nulla erano valse le spiegazioni per chiarire che toccava ai parlamenti di stanziare i finanziamenti, come peraltro accade anche negli Usa. Il giorno dopo Trump si era alzato durante il discorso della cancelliera tedesca Merkel e aveva abbandonato la sala, ma stavolta non l’aveva attaccata, interrompendo invece il suo discorso per dire che è una grande leader.

Nel 2019 il vertice della Nato si sarebbe dovuto svolgere a Washington, per celebrare il settantesimo anniversario, ma questo incontro è stato degradato a livello di ministri degli Esteri, mentre i capi di Stato e di governo si vedranno altrove a fine anno, proprio per il timore che il capo della Casa Bianca lo usasse per mettere in discussione il futuro dell’Alleanza.

La procedura per uscire dalla Nato richiede un anno, dopo la comunicazione ufficiale. Ciò darebbe il tempo al Congresso per bloccarla, e ieri la deputata democratica Jackie Speier ha detto che un simile passo giustificherebbe l’impeachment del presidente.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 7:28 pm

Russia: "Con soli dieci missili cancelleremo la vita negli Usa"
Franco Iacch - Mer, 30/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/rus ... 36472.html

Nelle stesse ore in cui gli Stati Uniti annunciavano la messa in produzione della testata W76-2, la Russia sottolineava le capacità distruttive delle sue nuove armi

Nel giorno in cui gli Stati Uniti annunciavano la messa in produzione della nuova testata termonucleare a basso rendimento W76-2, Mosca pubblicava sul quotidiano Zvezda un testo scritto esclusivamente in russo e non tradotto, in cui si ipotizza la potenza necessaria per cancellare la popolazione degli Stati Uniti. Il vero fine del testo non è la stima dei missili necessari (dieci) per cancellare la vita negli Stati Uniti, ma quello di rassicurare la popolazione russa sulle capacità delle nuove armi sviluppate dal Cremlino nel giorno in cui gli USA annunciavano l’entrata in produzione della nuova testata.

Testata che secondo quanto scritto nella Nuclear Posture Review “è finalizzata a scoraggiare la Russia”.

Il testo di poche ore fa, quindi, va inteso come una rassicurazione sulle capacità delle nuove armi russe, "ingiustamente ritenute imperfette" dall'intelligence statunitense. Il Cremlino non scrive nulla per caso. Ogni testo è specificatamente calibrato per un preciso scopo e poi diffuso sui media controllati dal governo. Nell’approfondimento pubblicato su Zvezda poche ore fa, l’esperto russo analizza alcuni dei sistemi d’arma di ultima generazione svelati da Putin lo scorso marzo. Soffermiamoci sul missile Sarmat, rinviando ad una successiva analisi i passaggi sul siluro Poseidon.

Per capire il testo russo dobbiamo prima capire come si inserisce l’architettura Sarmat nella futura strategia di proiezione del Cremlino.

Russia: Aliante ipersonico Avangard/Yu-71/Yu-74

Il Programma 4202

Qualsiasi sistema d’arma che raggiunge o supera una velocità superiore a Mach 5 è considerato ipersonico. Il Programma 4202 prevede lo sviluppo di sistemi HGV, Hypersonic Glider Vehicle. I sistemi HGV del Programma ipersonico 4202 sono regolarmente testati dalla base missilistica di Dombarovsky, nella regione di Orenburg. Ogni aliante ipersonico è concepito per essere armato con una testata nucleare con una resa esplosiva variabile tra i 550 kilotoni ed i 2 megatoni. Un singolo vettore Sarmat ad esempio potrebbe trasportare fino a 24 alianti ipersonici che sarebbero certamente in grado di eludere qualsiasi sistema di difesa esistente. E’ una precisazione superflua, ma necessaria: nessun sistema missilistico di difesa (USA/Russia) potrebbe azzerare un attacco di saturazione di una potenza nucleare. L’attuale tecnologia non è semplicemente in grado di arrestare un massiccio attacco missilistico. Il programma BMD statunitense ad esempio: è stato progettato per sperare di intercettare una manciata di missili provenienti dall’Iran o dalla Corea del Nord. Non esiste uno scudo di difesa antimissile in grado di azzerare una minaccia stratificata di proiezione lanciata da una potenza nucleare. Ed è un dato inconfutabile.

Il primo reggimento armato con gli alianti ipersonici Avangard sarà inquadrato nella 31ª Armata Missili con quartier generale ad Orenburg, al confine sud-orientale della parte europea della Russia sul fiume Ural ed entrerà in servizio attivo con le Forze Strategiche russe entro la fine del prossimo anno. Il reggimento sarà composto da sei lanciatori ognuno dei quali armato con un singolo aliante ipersonico.

Il regime ipersonico

La rilevazione iniziale, il tracciamento e la soluzione di fuoco richiede comunque del tempo (parliamo sempre di secondi) che però potrebbero essere troppi considerando il regime ipersonico. La contromisura anti-balistica per le testate a rientro convenzionale è ben nota e si basa sul calcolo della traiettoria di discesa attraverso l’atmosfera delle testate multiple indipendenti. Il problema dell’elevata velocità di rientro è stata aggirata preventivamente, con l’impiego di missili intercettori progettati per distruggere le testate multiple indipendenti prima della loro fase di rilascio. La velocità ipersonica annulla tale fase critica, rientrando nell’atmosfera in planata ad altissima velocità ed avvicinandosi all’obiettivo con una traiettoria relativamente piatta.


Il profilo di volo di Avangard/ Авангард

Rispetto alla traiettoria balistica delle testate tradizionali imbarcate sui missili balistici intercontinentali, Avangard vola ad un'altitudine di diverse decine di chilometri negli strati densi dell'atmosfera. Mentre manovra lungo la sua traiettoria di volo ed in base alla sua altitudine, la testata dell'aliante bypassa le capacità di rilevamento ed intercettazione delle difese missilistiche nemiche. Avangard è realizzato in materiali compositi in grado di resistere a diverse migliaia di gradi. L’Hypersonic Glider Vehicle russo è equipaggiato con il sistema di termoregolazione sviluppato dalla Nauka Research and Production Association. Avangard dovrebbe essere lungo circa 5,4 metri e sviluppare una velocità superiore a Mach 20. Può essere armato con una testata nucleare o convenzionale. I primi test non ufficiali dell’Oggetto 4202 sarebbero iniziati nel 2004 nel cosmodromo di Bayqoñyr e nella base Dombarovsky su vettori RS-18B. Gli aggiornamenti pubblici sull'Avangard sono stati interrotti alla fine del 2016. Lo scorso settembre i russi hanno dichiarato di aver testato un missile Topol RS-12M con un "carico di combattimento avanzato": potrebbe essersi trattato di un prototipo Avangard. Il 12 marzo scorso infine, il vice Ministro della Difesa russo Yuri Borisov ha confermato l’inizio della produzione in serie del sistema ipersonico Avangard.

La resa esplosiva di Avangard

Secondo i russi la resa esplosiva della testata Avangard sarebbe superiore ai due megatoni. Se cosi fosse Avangard eclisserebbe in potenza qualsiasi altra testata termonucleare in servizio negli Stati Uniti, nel Regno Unito ed in Cina. Una delle armi più distruttive sul pianeta è la testata W88 / MK5 da 455 kt della linea pesante da attacco imbarcata sui sottomarini strategici classe Ohio degli Stati Uniti. I 400 Icbm Minuteman III schierati nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sono armati con una singola testata W87 con resa esplosiva di 300 kilotoni (475 probabile). In entrambi i casi, Avangard è quattro volte più potente.


Russia: I missili dell'Ucraina saranno i primi vettori di Avangard

Il missile balistico intercontinentale UR-100N UTTKh lanciato il 26 dicembre scorso dalla base di Dombarovsky nella regione di Orenburg, in Russia, sarebbe stato in grado di trasportare fino a tre alianti ipersonici Avangard pari ad una resa esplosiva massima di sei megatoni. E’ quanto emerge da un video generato al computer trasmesso lo scorso dicembre solo sul canale Rossija 1. Fino a poco tempo fa si credeva che il carico utile degli SS-19 Stiletto (restituiti dall'Ucraina dopo il crollo dell'Unione Sovietica) fosse limitato ad un singolo aliante a scorrimento ipersonico.

Sappiamo che i missili balistici intercontinentali UR-100N UTTKh, nome in codice Nato SS-19 Stiletto, saranno i primi vettori del sistema a scorrimento ipersonico Avangard sviluppato dalla Russia.

Il sistema ipersonico svelato da Putin lo scorso primo marzo sarà implementato a bordo dei missili UR-100UTTKn che sono stati restituiti dall'Ucraina dopo il crollo dell'Unione Sovietica.

“Durante i primi anni 2000, l’Ucraina ha consegnato trenta missili a propellente liquido UR-100N UTTKh per pagare le forniture di gas naturale proveniente dalla Russia. I missili sono stati mantenuti nei magazzini in perfette condizioni. Sono stati progettati per restare in servizio per oltre trent’anni. Parte di questi missili saranno utilizzati come vettori per i veicoli a planata ipersonica Avanguard. I vettori UR-100N UTTKh saranno poi sostituiti dai missili Sarmat RS-28”.

Il Sarmat è ritenuto due volte più leggero dell’RS-36M. Gli SS-19 Stiletto potrebbero restare in servizio fino al 2030.
Ucraina, il terzo più grande arsenale al mondo

Dopo la disintegrazione dell'URSS, l'Ucraina si ritrovò in possesso del terzo più grande arsenale nucleare del mondo con 176 missili balistici intercontinentali (pari a 1240 testate) e 3.600 armi strategiche. La principale forza di proiezione ICBM era formata da 130 missili SS-19 Stiletto, ciascuno armato con sei testate Mirv da 550 kilotoni. Nel territorio ucraino erano stati schierati anche 46 missili RT-23 Molodets (SS-24 Scalpel) ognugno dei quali armato con dieci testate Mirv da 550 Kt. Alla caduta dell’Unione Sovietica altri 14 missili SS-24 erano presenti in Ucraina (ma privi delle testate termonucleari) insieme a diverse dozzine di bombardieri con capacità nucleari con 600 missili in inventario. Quando l'Unione Sovietica si sciolse nel 1991, l'Ucraina rivendicò la proprietà sui tutti i sistemi d’arma presenti sul suo territorio. A partire dal maggio del 1994, l’Ucraina inviò in Russia 120 missili SS-19 Stiletto e sessanta SS-24 per lo smantellamento delle testate. Tale fase si concluse ufficialmente nel giugno del 1996. Nel maggio del 1997 l'Ucraina iniziò la distruzione di tutti i silos e dei lanciatori SS-24 e SS-19 in inventario utilizzando un fondo di 47 milioni di dollari forniti dal programma di riduzione delle minacce cooperative Nunn-Lugar. La distruzione di tutti gli ICBM presenti in Ucraina dovrebbe essersi conclusa il 4 gennaio del 2001.


Russia: Missile SS-19 Stiletto/UR-100N/RS-18A

L’SS-19 Stiletto (RS-18) è un missile balistico intercontinentale a due stadi. Il sistema a propellente liquido per impiego terrestre da silo è in grado di colpire bersagli a 10.000 km di distanza. Lungo 27 metri, con un diametro di 2,5 e pesante 105 tonnellate, è entrato in servizio con l’Unione Sovietica nel 1975. Progettato in concomitanza con l'SS-17 Spanker (MR-UR-100) per sostituire l’SS-11 Sego, l’SS-19 Stiletto è stato il primo ICBM sovietico (così come l’SS-18 Satan con cui condivide anche il sistema di guida e controllo del volo) ad essere armato con testate multiple indipendenti (MIRV).

L’evoluzione della tecnologia MRV

La tecnologia Multiple reentry vehicle o Mrv, si basa sulla capacità di conferire ai missili balistici un maggiore letalità pur mantenendone invariato il numero. Le testate Mrv conferiscono al missile la capacità di colpire con diversi vettori un singolo bersaglio. Il concetto si è poi evoluto nelle testate Mirv o Multiple independently targetable reentry vehicle. A differenza delle Mrv, le testate Mirv colpiscono diversi bersagli invece di massimizzare la loro efficacia su un solo obiettivo. Le testate Marv o Maneuverable reentry vehicle, infine, rappresentano l’ultima evoluzione delle Mirv. Le Marv sono ritenute in grado modificare il proprio percorso in volo con brusche manovre così da ingannare i sistemi anti-balistici.


Le tre configurazioni dell'SS-19 Stiletto

SS-19 Stiletto Mod 1/UR-100N

Il sistema di quarta generazione sovietico SS-19 entrò in sviluppo nel 1968 con primo test di volo avvenuto nell'aprile del 1973.

Il missile aveva una lunghezza di 24 metri, una larghezza di 2,5 ed un peso al lancio di 92,700 kg. Utilizzava un motore a propellente liquido a due stadi. Il primo reggimento con i missili UR-100N fu messo in allerta nell'aprile del 1975 e alla fine dello stesso anno furono schierati in Russia 60 lanciatori operativi, ognuno dei quali armato con sei testate MIRV da 500 kilotoni. Un frettoloso sviluppo del sistema ridusse significativamente la precisione complessiva dell’ SS-19 Stiletto Mod 1. Per ospitare il sistema d’arma fu necessario modificare pesantemente i silos dei missili UR-100 / SS-11 SEGO.

SS-19 Stiletto Mod 2

La Mod 2 era una versione a singola testata da 2,5/5 megatoni dell’ SS-19. Tra il 1976 ed il 1978 l’inventario operativo SS-19 era di 180 missili, sessanta dei quali 60 Mod 2. Tale variante era stata concepita per colpire i principali bersagli induriti dell’Occidente. Rimase in servizio meno di cinque anni.

SS-19 Stiletto Mod 3/UR-100NUTTH

Lo sviluppo dello Stiletto Mod 3 fu autorizzato il 16 agosto del 1976. I problemi di precisione a lungo raggio delle versioni 1 e 2 furono risolti grazie alla riprogettazione del missile.

Il dispiegamento della variante Mod 3 iniziò nel 1980. Nel 1983 l’intera flotta Stiletto era stata aggiornata alla versione Mod 3 con designazione UR-100NUTTH, attualmente in servizio. Ogni missile è armato con sei testate Mirv da 550/750 kilotoni con una Probabilità di errore circolare di 350/550 metri ad una portata massima di 10.000 km. Nel 1984 l'Unione Sovietica schierava 360 missili UR-100NUTTH. Dal 1987 in poi sono stati gradualmente sostituiti dall’SS-24 Scalpel. Nel giugno del 2001 un missile SS-19 di 26 anni è stato lanciato dalla base spaziale russa a Baikonur, in Kazakistan, per testare l'affidabilità del sistema. Un nuovo test si è svolto nel novembre del 2006 per testare le caratteristiche prestazionali dell'RS-18. Seguirono numerosi lanci che confermarono l'integrità del sistema che potrebbe restare in servizio fino al 2030. Attualmente la Forza missilistica strategica della Russia gestisce 30 missili RS-18.


Russia: missile termonucleare super-pesante RS-28 Sarmat/Сармат

La classe Megaton

Per il missile termonucleare super-pesante RS-28 Sarmat denominazione Nato SS-X-30 Satan 2, Putin lo scorso 21 maggio ha confermato il prossimo anno come termine ultimo per l’entrata in produzione del sistema d’arma con primo reggimento armato in servizio per il 2021. Tra meno di due anni la Russia potrebbe strutturare la sua linea d'attacco Avangard sull'RS-28 Sarmat. Il Sarmat, con la sua autonomia stimata di oltre dodicimila km, sarebbe destinato al territorio statunitense. In configurazione da assalto pesante, l’RS-28 potrebbe trasportare fino a 24 alianti ipersonici Avangard con testate termonucleari da due megatoni pari ad una resa esplosiva di 48 Mt.

Per questa configurazione specifica l'attuale terminologia (Attacco Preventivo/Rappresaglia) è estremamente riduttiva. Sarebbe opportuno rilevare che Stati Uniti e Russia, in base al New Strategic Arms Reduction Treaty, possono disporre di 700 lanciatori strategici schierati, cento in riserva e 1550 testate complessive. Il Trattato sulla riduzione degli asset strategici non pone restrizioni sul numero dei missili senza testate in inventario.

L’ultimo test sul missile termonucleare super-pesante RS-28 Sarmat si è svolto il 30 marzo scorso. Si tratta del secondo test dopo quello del 27 dicembre del 2017. Il test d’eiezione del primo stadio è avvenuto dal cosmodromo di Plesetsk, nella regione di Arkhangelsk, a circa 800 chilometri a nord di Mosca. Il test d’eiezione è necessario per validare il meccanismo che consente al razzo di lasciare il silo in sicurezza con avviamento del primo stadio del motore. Il missile termonucleare super-pesante RS-28 Sarmat dovrebbe trasportare fino a quindici testate Mirv/Marv in configurazione variabile per una resa di 150 kt/ 1 Megatone o 24 alianti ipersonici Avangard da 550 kilotoni/ 2 megatoni. Un veicolo a slittamento ipersonico elimina molte delle vulnerabilità esistenti con gli ICBM tradizionali, come le traiettorie di volo ampiamente prevedibili dopo il lancio. Il primo stadio del motore del missile Sarmat è stato testato con successo nell’agosto del 2016: i problemi tecnici individuati in precedenza sarebbero stati risolti. Denominato PDU-99, dovrebbe essere una versione modificata del motore a razzo liquido RD-274 utilizzato sugli ICBM RS-36M. Non vi sono altre informazioni. Il primo test di volo del Sarmat era stato fissato per il 2015. Le enormi dimensioni del missile hanno richiesto dei lavori di ristrutturazione dei silos che sono stati completati lo scorso anno presso il centro spaziale di Plesetsk, nel nord-ovest della Russia. I problemi riscontrati, ma non rivelati, riguardavano il prototipo. I russi continueranno a validare le caratteristiche in diverse prove reali così da evitare spiacevoli inconvenienti, come avvenuto per i missili UR-100: questi ultimi, messi già in servizio, si rivelarono incapaci di colpire obiettivi a lungo raggio per l’eccessiva vibrazione dello scafo che ne distruggeva la struttura. La leadership del Paese si dimenticò di testare il missile alla sua massima gittata, autorizzando la produzione seriale di un sistema non in grado di colpire il bersaglio a lungo raggio. Il missile super–pesante termonucleare da oltre cento tonnellate a propellente liquido è in fase di sviluppo dal 2015 in risposta al sistema americano Prompt Global Strike. E’ destinato a sostituire l’intera linea deterrente formata dal sistema SS-18 Satan, il più grande missile balistico a propellente solido intercontinentale del mondo mai realizzato ed entrato in servizio nel 1967. Il Sarmat ha un’autonomia stimata di oltre dodicimila km. È stato progettato per raggiungere Mach 20 e rilasciare testate termonucleari a rientro multiplo indipendente su traiettorie circumpolari. Per il Sarmat si parla del bombardamento orbitale frazionale: i veicoli di rientro entreranno brevemente nell'orbita bassa "diventando freddi", rendendo cioè difficile il loro tracciamento.

Il Sarmat dovrebbe entrare in servizio con sette reggimenti delle Forze Missilistiche Strategiche della Federazione Russa. Il missile termonucleare super-pesante RS-28 Sarmat volerà entro poche settimane

Cancellato il programma RS-26 Rubezh

Un mese dopo la sua presentazione, il Cremlino annunciò la chiusura del programma RS-26 Rubezh. Il sistema d’arma, così come avvenuto per il Barguzin (l'ICBM su rotaia è stato ritenuto economicamente non vantaggioso) non è stato incluso nel Piano Strategico di Riarmo Statale che si concluderà nel 2027.

Russia: missile balistico intercontinentale RS-26 Rubezh

L’RS-26 Rubezh è stato progettato come principale vettore delle testate Avangard. Si è creata un po’ di confusione al riguardo poiché con Avangard ci si riferisce sia al vettore che al veicolo a planata ipersonica. L’RS-26 Rubezh è un missile balistico intercontinentale a combustibile solido da 80 tonnellate (la fase di spinta è inferiore a cinque minuti). I test di questo missile sono iniziati nel 2011 e nel 2015 le autorità russe hanno annunciato di aver effettuato con successo quattro lanci. Il peso dell'RS-26 è quasi un terzo inferiore a quello del missile Yars da 120 tonnellate. L’RS-26 Rubezh può essere armato con quattro testate Mirv da 300 kilotoni. Tuttavia in configurazione pesante, un singolo RS-26 potrebbe essere armato con 8 Avangard con testate da 2 megatoni.

La strategia della Russia

L'Avangard (inteso come ICBM) è un missile balistico intercontinentale armato con testate manovrabili a scorrimento ipersonico scaturite dal Programma 4202. Secondo il leader russo “il missile punta al bersaglio come un meteorite".

Nel dicembre del 2017 il Cremlino sospese a tempo indeterminato il programma Barguzin. Incerto il destino dei cinque nuovi convogli messi in produzione dal 2015. I nuovi Barguzin sarebbero stati armati con sei missili RS-24, ognuno in grado di trasportare quattro testate Mirv (verosimilmente Marv dal sesto treno in poi). Ogni convoglio avrebbe quindi lanciato fino a 24 testate termonucleari a rientro multiplo indipendente. Il Cremlino ha garantito fondi per mantenere l’intero supporto logistico operativo. Il treno nucleare è stato ritenuto economicamente non vantaggioso. Medesimo destino anche per l’RS-26: Mosca garantirà copertura finanziaria fino al 2027 per sviluppare e produrre il Sarmat e l’Avangard. Sappiamo che il sistema ipersonico svelato da Putin lo scorso primo marzo sarà implementato a bordo dei trenta missili UR-100UTTKn (nome in codice Nato SS-19 Stiletto) che sono stati restituiti dall'Ucraina dopo il crollo dell'Unione Sovietica. L’SS-19 possiede un disegno ben consolidato ed è un sistema che la Russia conosce perfettamente. Tuttavia non si tratterà di una semplice ed economica integrazione, poiché lo Stiletto dovrà essere reso compatibile con l’hypersonic glide boost. Gli interventi strutturali potrebbero richiedere inoltre nuove modifiche ai silo esistenti. Tuttavia la possibilità di estendere il programma Avangard alla flotta Topol RS-12M (SS- 27 Sickle-B) e RS-24 Yars potrebbe già essere stata vagliata dal Ministero della Difesa russo. Il Cremlino, considerando l'imponente piano di riarmo strategico in corso, potrebbe non aver avuto scelta, sacrificando il vettore RS-26. In base ai dati dichiarati (circa 5000 km) il sistema Rubezh sarebbe stato destinato a colpire bersagli della Nato in tutta Europa. Il Sarmat, con la sua autonomia stimata di oltre dodicimila km, è destinato al territorio statunitense.

Il testo pubblicato su Zvezda

Si tratta di un testo molto semplice, ignorate le modalità d’attacco

Scrive l'esperto militare Alexei Leonkov: “È noto che circa centomila persone morirono sia a Hiroshima che a Nagasaki, cifra poi raddoppiata nei successivi cinque anni. Nel 1945 il potere delle bombe nucleari era in media di venti chilotoni: un chilotone uccise all'istante 5.000 persone. Se un missile Sarmat con una resa esplosiva compresa tra i 6,75 ed i 7,5 megatoni, colpisse un'area densamente popolata degli Stati Uniti ucciderebbe all’istante qualcosa come 33/37 milioni di persone. Quindi dieci Sarmat sono più che sufficienti per cancellare l'intera popolazione degli Stati Uniti”.

L'esperto russo sottostima volutamente il carico utile del Sarmat, dandogli una capacità "base" ma che sarebbe già in grado di cancellare la popolazione statunitense. Gli RS-28 operativi, infatti, riceveranno quasi certamente una capacità d’assalto con 24 Avangard de due magatoni per una resa esplosiva finale di 48 Mt.

Il testo si conclude così: "In qualsiasi scenario di attacco contro la Russia, l'aggressore che ha osato iniziare una guerra verrebbe completamente distrutto. Come ha detto giustamente Vladimir Putin, morirebbero tutti. Ma il presidente russo parla molto più spesso di pace ed invita i leader occidentali a porre fine allo scontro che potrebbe condurre alla guerra, l'ultima nella storia della civiltà umana. Ma altri preferiscono ingannare la loro popolazione inventando storie sull'imperfezione delle nuove armi russe".

Quale è il senso del testo pubblicato su Zvezda? Nel giorno in cui gli Stati Uniti annunciavano la messa in produzione della testata W76-2 concepita per “colpire i russi”, Mosca aveva l'esigenza di sottolineare le capacità distruttive delle nuove armi e confutare le errati valutazioni del Pentagono.

Il testo va quindi inteso come propaganda interna, una rassicurazione nella percezione dei russi sulle capacità finali delle armi "ingiustamente ritenute imperfette" dall'intelligence statunitense.

La certezza strategica

Nel testo russo le capacità di sorveglianza, pre-allarme e rappresaglia degli Stati Uniti sono state volutamente ignorate. E’ senza dubbio vero che il Sarmat in configurazione d'assalto Avangard, arrecherebbe danni incalcolabili cambiando per sempre la storia dell’umanità. Non esiste difesa. Tuttavia prima ancora che un solo Sarmat iniziasse a rilasciare i suoi alianti ipersonici, centinaia di testate termonucleari statunitensi colpirebbero il suolo russo. Questa non è teoria, ma una assoluta certezza strategica. Nel testo russo, ad esempio, si ignorano le capacità della griglia di ad infrarossi in orbita geostazionaria degli Stati Uniti. Capacità che i russi ancora non possiedono. Dati che non servono per il fine del testo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Russia e Europa

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 7:28 pm

Usa, "Trump verso il ritiro dal trattato sulle armi nucleari con la Russia"
31 Gennaio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ia/4939301

Minacciato lo scorso 4 dicembre, il ritiro degli Stati Uniti dal trattato con la Russia per il controllo degli armamenti nucleari (Inf) sembra ormai imminente, come riporta l’Associated Press. Un accordo firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, nel 1987, e considerato una pietra miliare della fine della Guerra Fredda. Era stato lo stesso presidente americano Donald Trump settimane fa a dare la scadenza del 2 febbraio, accusando Mosca di aver ripetutamente violato quegli accordi. Accuse sempre respinte dal Cremlino che a sua volta ha ammonito la Casa Bianca su una pericolosa ripresa della corsa alle armi nucleari. La conferma della decisione di uscire dal trattato sarebbe arrivata dopo il fallimento degli ultimi negoziati tra statunitensi e russi svoltisi nell’ultima settimana a Pechino. Tecnicamente il ritiro dall’accordo Inf dopo l’annuncio dovrebbe scattare sei mesi dopo. Questo – spiegano gli esperti – lascia qualche speranza che lo storico trattato si possa ancora salvare con un accordo in extremis tra Washington e Mosca. Uno strappo, in questo senso, rischierebbe di riaprire una nuova corsa agli armamenti. L’ultimatum a Mosca era arrivato lo scorso 4 dicembre per bocca del segretario di Stato Mike Pompeo. L’aut-aut prevedeva un periodo di “60 giorni”, a partire dai quali sarebbe iniziato il processo per “sospendere gli obblighi” di Washington, qualora Mosca non decidesse di “tornare a conformarsi” al trattato.


DOPO LE CORTESIE INIZIALI
Niram Ferretti
2 febbraio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Chi pensava ad amorosi sensi tra Usa e Russia, una prospettiva insensata fin dal principio, dovrà ora riaversi del tutto con la decisione americana di uscire dall'INF (Intermediate Range Nuclear Force Treaty) sulla limitazione degli armamenti nucleari.

Il Segretario di Stato Mike Pompeo nel suo intervento di ieri ha affermato chiaramente che "la Russia ha messo ripetutamente a rischio la sicurezza degli Stati Uniti. Non ci lasceremo più limitare da un trattato che la Russia viola spudoratamente".

Spudoratamente. Sì, è un marchio di fabbrica russo quello della spudoratezza. Secondo gli USA, i russi avrebbero violato il trattato in ben trenta occasioni. Dal canto loro gli Stati Uniti svilupperanno autonomamente le loro opzioni militari in cooperazione con la Nato.

E' dunque questa la fine del trattato firmato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov e che segnò all'epoca il cosiddetto disgelo tra i due paesi.

Il gelo è tornato. Non solo quello prevedibilmente metereologico ma quello delle relazioni, che salvo la breve parentesi gorbacioviana e yeltsiniana non si sono mai piaciuti molto.

I russi e i loro missili. Come i Novator 9M729 con gittata tra i 500 e i 5000 chilometri in grado di colpire l'Europa occidentale.

Dietro l'affossamento del trattato c'è lui, John Bolton, il non negoziatore, ma il risolutore. Come dichiarò nel 2014:

"Le violazioni offrono agli Stati Uniti l'opportunità di rigettare degli obsoleti limiti al proprio arsenale che risalgono alla Guerra Fredda e di aumentate le proprie capacità militari per farle combaciare con le responsabilità globali che le competono".

Un attimo. Ma non era America First lo slogan di Trump? Sì, certo, ma ciò non significa necessariamente un ripiego su se stessi. "Responsabilità globali" è una frase che fa tornare in mente altre epoche, anche abbastanza recenti e prontamente disattese dall'Amministrazione Obama.

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Donald Trump ha le idee molto chiare. Bolton è un hobbesiano che sa bene che la stabilità degli assetti, l’ordine costituito, lo spazio in cui possono fiorire la democrazia e la liberta, è sempre a rischio e può durare solo se è protetto dall’ombra della potenza e della forza, le due sole cose di cui i suoi avversari hanno rispetto. La diplomazia funziona fino a un certo punto, perché, come ha scritto, “E’ uno strumento, non è una politica. E’ una tecnica, non un fine in se stesso. Premere, per quanto onestamente, affinché possiamo confrontarci con i nostri nemici, non ci dice nulla di quello che accadrà dopo le cortesie iniziali”.

Le “cortesie iniziali” nascondono spesso inganni, doppi giochi, soprattutto quando vengono utilizzate da attori politici adusi alla massima spregiudicatezza, abituati alla violenza e all’omicidio. Per esempio la Russia. Ma non solo. E’ il motivo per il quale Bolton, fin dal principio, ha considerato un errore madornale l’accordo sul nucleare iraniano voluto da Barack Obama, ritenendo l’Iran del tutto inaffidabile e intenzionato a utilizzare unicamente a proprio vantaggio le concessioni americane. L’Iran, la Cina, la Corea del Nord, la Russia, la Turchia, sono, per lui, manifestazioni perverse e brutali di uno stesso male, non metafisico ma banale, quello di potenze tiranniche, brutali, antidemocratiche.

Gli attacchi preventivi, gli interventi militari, rappresentano una estrema ratio non dovuta all’impazienza per gli insuccessi diplomatici, ma una deterrenza nei confronti di rischi assai maggiori. Di nuovo, la diplomazia funziona fino a dove può funzionare, fino, in altre parole, a quel punto di rottura in cui non è più possibile proseguire se non con il fragore delle armi.

E chi pensa che gli appunti in mano a Bolton con su scritto "5.000 soldati in Colombia", messi lì in bella mostra perchè venissero fotografati durante una conferenza stampa in cui gli USA hanno annunciato sanzioni contro la compagnia petrolifera statale Pdvsa, siano stati una gaffe, è meglio che ci ripensi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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