Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 8:42 pm

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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 8:42 pm

I gilè gialli

Come è iniziato il movimento dei gilets jaunes?
Enzo Trentin
13 dicembre 2018

https://www.vicenzareport.it/2018/12/mo ... ets-jaunes

Vicenza – Come è iniziato e cosa vuole il movimento dei gilets jaunes? È partito da una Petizione lanciata il 29 maggio 2018 da Priscillia Ludosky per denunciare l’aumento dei prezzi dei carburanti che, secondo il governo, è necessario per la transizione ecologica, ma soprattutto per denunciare la falsa argomentazione ecologica avanzata per giustificare l’ennesima sovra-tassazione. Inizialmente, tramite un video pubblicato su Facebook, si invitava a manifestare mettendo tutti il gilet giallo sul cruscotto del veicolo come segno di supporto per il movimento.

Oggi le rivendicazioni vanno ben oltre e l’urgenza della situazione è evidente. Gli sviluppi si possono seguire tramite il sito ufficiale dei gilets jaunes. Le rivendicazioni e le proposte investono la stessa democrazia occidentale. E mentre il governo francese lancia accuse (peraltro subito smentite) al Cremlino retto da Vladimir Putin o dalla Casa Bianca retta da Donald Trump, a Parigi le autorità cercano di gettare acqua sul fuoco, soprattutto per evitare la realizzazione di nuove manifestazioni che sono state già indette. L’attenzione è concentrata verso il presidente Emmanul Macron. Tutti sperano che le misure in questione diano un nuovo impulso, alla riconciliazione nazionale, per porre fine alla crisi che prosegue nelle strade da circa un mese. Macron ha fatto qualche concessione, ma i gilets jaunes non appaiono soddisfatti.

Tuttavia la questione sembra essersi allargata, e può essere sinteticamente così riassunta:

Non si tratta più di mettere al suo posto di Emmanul Macron un altro oligarca, a che pro – dicono i gilets jaunes – sbattersi sull’asfalto, intirizziti e sotto la pioggia? Quando una maggioranza di cittadini non vuole più pagare le tasse ed esprime la sua diffidenza verso le strutture intermedie (partiti, sindacati, associazioni …) che li turlupinano da anni, quando l’astensione diventa il partito di maggioranza, quando centinaia di migliaia di francesi bloccano il paese per domandare le dimissioni del capo dello Stato, ciò significa che l’attuale “democrazia rappresentativa” (che non ha più di democratico che il nome) è fallita.
Dobbiamo ricostituire la nostra sovranità inventando altre forme di organizzazione.
La grande forza del nostro movimento che inquieta le élites, è di aver saputo resistere a ogni forma di recupero politico, sindacale o da parte di portavoce autoproclamati in cerca della luce della ribalta.
Perché questo duri, dobbiamo fare in modo che i nostri rappresentanti ci rappresentino davvero.
Noi non vogliamo più un mondo senza contatto, e diffidiamo della moda delle nuove tecnologie di comunicazione che ci rendono dipendenti e quindi vulnerabili, e che gonfiano la spaventosa fattura energetica, e ambientale del digitale.
Niente può sostituire il contatto umano diretto. Se si devono istituire dei delegati a livello di ogni comitato popolare locale, si invitano le centinaia di gruppi di Gilets jaunes a dotarsi di una capanna come nel Comune di Commercy o di una “casa del popolo” come nel Comune di St. Nazaire. Insomma di un luogo di riunione e organizzazione. Che si coordinino tra loro, a livello locale e dipartimentale in assoluta uguaglianza. È così che vinceremo perché è qualcosa che lassù non sono abituati a gestire! E incute loro una paura boia (un tema da noi affrontato qui).
Vorremmo ricordare alcune modalità della democrazia diretta che dovrebbero soddisfare l’organizzazione del nostro movimento e per estensione quello della nostra democrazia futura. [altro tema che abbiamo trattato qui. Non sono idee nuove perché sono state pensate e messe in atto ad Atene più di 2500 anni fa e applicate in forme diverse da varie popolazioni del medioevo in Europa, durante la rivoluzione francese, inglese o americana, la Comune di Parigi, i soviet russi del 1905, la rivoluzione spagnola del 1936, l’insurrezione ungherese del 1956 e oggi in Chiapas e nel Rojava.
L’assemblea generale: al livello locale, quello del quartiere o del comune; tocca al popolo riunito in assemblea e non a qualche eletto, dibattere e decidere degli affari che lo riguardano ed eleggere i cittadini che lo rappresenteranno a livello regionale e nazionale.
L’estrazione a sorte: i candidati alle elezioni regionali o nazionali, come i consiglieri municipali sono sorteggiati tra i cittadini per assicurare una giusta rappresentazione di tutte le categorie sociali e l’esclusione di tutti gli assetati di potere (tema affrontato anche qui).
Il mandato unico: la rappresentanza del popolo non è una carriera, e i nostri rappresentanti devono essere concentrati sui loro compiti piuttosto che sulla loro rielezione.
Il mandato imperativo: un eletto può eseguire unicamente le decisioni per le quali è stato espressamente incaricato dalle assemblee di cittadinanza e nient’altro.
La revocabilità: ogni rappresentante deve poter essere dimesso dalle sue funzioni in ogni momento, tramite il voto di quelli che rappresenta, se tradisce il mandato per il quale è stato eletto. Vedasi il Recall qui.
La rotazione dei compiti: dai più ingrati ai più gratificanti tutti vi partecipano.

I Gilets jaunes non devono diventare un partito o un sindacato in più. La politica non è un lavoro da specialisti ma l’impegno di individui autonomi che formano un popolo: la democrazia diretta presuppone l’elaborazione di un’educazione vera e rigorosa per formare questo tipo d’individuo. Il progetto richiede, per permettere il coinvolgimento di tutti, il tempo libero che ci manca crudelmente per tessere legami sociali: lo si dovrà strappare al quotidiano (lavoro, trasporti, tempo libero che abbrutisce, ecc.). La sfida colossale di elaborare una democrazia diretta sembra più abbordabile se si pensa innanzi tutto al livello locale, prima di federarsi a livelli superiori.

Al diavolo la follia municipalista, dicono i governanti e i loro collaborazionisti. Attenti al disordine, gridano quelli che pensano, spesso a torto, di aver tutto da perdere dal cambiamento. Affermano di capire le recriminazioni dei gilets jaunes. Ma questi ultimi non vogliono i discorsi utopici, i commenti degli intellettuali organici della destra, o le spacconate dell’ultrasinistra, e dei loro compari di sinistra. Cercheranno di far filtrare il messaggio che non è realizzabile, penseranno i più bendisposti, cui l’idea piacerebbe, ma non ci credono. Tutti quanti non riescono ancora a staccarsi dal modo di pensare statalista. I cittadini, invece devono prendere in pugno i propri affari. Sono i soli a poter immaginare e costruire la Comune dei Comuni senza Cesari né tribuni.

Non è per comprendere meglio la nostra collera e le nostre rivendicazioni – proseguono i gilets jaunes – che il governo vuole dei “rappresentanti”: è per inquadrarci e seppellirci! Come con le direzioni sindacali, cercano degli intermediari, della gente con cui potrà negoziare. Persone sulle quali potrà far pressione per calmare l’eruzione. Il potere vuole gente che potrà in seguito recuperare e spingere a dividere il movimento per sotterrarlo. Se nominiamo dei “rappresentanti” e dei “portavoce”, ciò finirà per renderci passivi. Peggio: avremo in fretta riprodotto il sistema che funziona dall’alto in basso, come le canaglie che ci dirigono. Quei cosiddetti “rappresentanti del popolo” che si riempiono le tasche, che fanno leggi che ci impestano la vita e che servono gli interessi degli ultraricchi!

I sanculotti del 2018 non sopportano più l’alterigia di un potere che vanta la riuscita individuale per giustificare la diseguaglianza, che disprezza quanti non ce la fanno da soli, proteggendo i ricchi e schiacciando gli altri. Se sconfitti, i Gilets jaunes dovranno rientrare nei ranghi, tacere e continuare a gestire come possono la fine del mese. Il loro movimento è condannato a spegnersi per stanchezza e sotto la forza del diritto? No, se decidono di organizzarsi altrimenti riprendendo contatto con la democrazia diretta e con il federalismo dei comuni autonomi. Naturalmente quanti si appellano al popolo a ogni piè sospinto: militanti di sinistra, libertari, sindacalisti, partitanti non staranno a guardare quando questo popolo prenderà in mano i suoi affari. Cercheranno di ristabilire il “loro” ordine, la mercificazione, l’inquinamento e riconquisteranno gli Champs-Elysées. Domani vi sfileranno i militari per celebrare l’Austerlitz macroniana! I piccoli marchesi del Parlamento, ancora grondanti di paura, giubileranno. I burocrati si riaddormenteranno.

Solo a condizione di far rivivere, qui e ora, i principi democratici ereditati dalla storia dei popoli – dicono -, riprenderemo in mano le nostre esistenze, lasciandoci un’occasione di trasmettere ai nostri figli una Terra abitabile e la possibilità di crescervi in maniera dignitosa. Si tratta di bloccare questo sistema di produzione-consumo demenziale, magari chiamando al boicottaggio commerciale e solidale delle feste di fine anno.

Da tutte queste enunciazioni si comprende come il tentativo di alcuni ambienti italiani di riproporre il fenomeno gilets gialli nella penisola (e lo scriviamo con tutti i condizionali possibili) non abbia molta credibilità. Uno dei capi dei gilet gialli italiani è Ivan della Valle, ex deputato grillino torinese espulso dal M5s per il caso rimborsi; affiancato dall’imprenditore torinese Giancarlo Nardozzi, presidente di Goia (Gruppo organizzato indipendente ambulanti di Torino). La pagina Facebook del Coordinamento Nazionale Gilet Gialli Italia, in una decina di giorni piace a oltre 4.000 persone. Tuttavia sembra che l’approccio non sia quello coerente con l’iniziativa francese.

L’ennesima «Operazione distrazione»? Qui, in un video in diretta danno voce a sindacalisti, consiglieri comunali, e politici di vari schieramenti. Ovverosia quei “rappresentanti” che i cugini francesi dichiarano di voler Bypassare. Altre perplessità sull’iniziativa torinese nascono dal fatto che in Francia hanno deciso di agire in collegamento per scambiarsi informazioni al loro interno, e favorire la comunicazione con l’esterno; mentre a Torino hanno già messo in piedi un coordinamento che presume quei leader che gli omologhi d’oltrealpe dichiarano di non volere.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » sab giu 15, 2019 7:17 am

Scruton: “Il comunismo non ha distrutto l’identità nazionale. Adesso ci prova il cosmopolitismo transnazionale. Ecco come uscire dalla crisi”
2019/06/13

http://www.controversoquotidiano.it/201 ... AQINV5824o

Quest’anno la Polonia festeggia il trentesimo anniversario della rivoluzione del 1989 che ha portato alla fine del dominio comunista nell’Europa centrale e orientale. L’intellettuale pubblico britannico Roger Scruton, che si adoperò molto al tempo della Guerra Fredda nei paesi oltre cortina, è stato insignito del più alto onore civile dello stato dal presidente polacco Andrzej Duda. Questo è il suo discorso di accettazione.

***

È un grande onore essere invitati a parlare a questo incontro, in rappresentanza dei parlamenti degli ex stati comunisti. E accolgo con favore l’opportunità di dire qualcosa sull’eredità del comunismo e su cosa significhi per noi oggi. Confesso di essere un anti-comunista. Durante gli anni ’70 e ’80 gli anti-comunisti furono evitati nelle nostre università in Gran Bretagna. Dopotutto, stavamo attaccando la rivoluzione che offriva di liberare l’umanità dalla cospirazione capitalista mondiale (…) Dal momento in cui nel 1980 sono emerso come difensore dei valori conservatori contro l’ortodossia socialista, la mia vita è stata una lunga serie di attacchi, progettati per minare la mia posizione di intellettuale pubblico.
L’insegnamento all’Università di Londra è stato particolarmente difficile. In effetti, la mia prima vera esperienza di libertà intellettuale è stata qui in Polonia, dove ho viaggiato per parlare a conferenze e seminari privati, organizzati da un piccolo circolo in Gran Bretagna che, come me, desiderava entrare in contatto con i colleghi dissidenti dietro la cortina di ferro. Il conservatorismo, per loro, non era un peccato o un’eresia, ma una possibile visione del mondo, tanto più interessante essere condannata dai comunisti e disprezzata dalla sinistra occidentale. Viaggiare nei paesi dell’Est e dell’Europa centrale in quei giorni, portando il messaggio di una filosofia alternativa, fu una delle esperienze più liberatorie della mia vita, nonostante i pericoli e le privazioni.
Prima del 1989 il nostro continente era diviso tra socialismo totalitario e democrazia libera, e sebbene gli intellettuali di sinistra difendessero il primo, tutti vivevano, se potevano, nel secondo.
Oggi la divisione è tra due prospettive contrastanti. Da un lato c’è l’adesione allo stato nazione, con la sua lingua, le istituzioni e l’eredità religiosa. Dall’altra parte c’è la visione cosmopolita di un ordine transnazionale, un’economia senza confini e una legge universale dei diritti umani (…) Vi è, al centro del progetto europeo, un’agenda fissata senza riferimento ai bisogni e ai valori specifici delle nazioni europee. A prescindere dalla loro eredità sociale e religiosa, i cittadini europei sono sotto pressione per riconoscere i diritti che derivano da idee astratte di libertà e autonomia e che sfidano le norme delle religioni indigene: diritti all’aborto, nascita surrogata, eutanasia e così via, che sono inevitabilmente controversi in paesi che sono dipesi per la loro coesione dalla loro eredità religiosa (…) Lo scioglimento delle frontiere ha reso quasi impossibile mantenere una politica nazionale sull’immigrazione. La UE ha cercato di ottenere il controllo della situazione distribuendo i migranti secondo un sistema di quote. Ma l’invito della signora Merkel ai siriani, l’afflusso sul confine ungherese e il grande commercio di persone, il contrabbando nel Mediterraneo, hanno reso tale politica non sostenibile (…) Paradossalmente il comunismo, benché affermato come movimento internazionale e che pretendeva di abolire tutti i confini sovrani, contribuì a preservare lo stato nazionale. Perché la nazione era una realtà duratura intorno alla quale la resistenza poteva modellarsi e, unita alla potente rinascita della fede cattolica in Polonia, si dimostrò decisiva nel rovesciamento della tirannia comunista (…) Le persone comuni si aggrappano a forme di appartenenza locali, limitate e difficili da tradurre in norme burocratiche. I loro valori sono modellati dalla religione, dalla famiglia, dalla lingua e dalla storia nazionale, e non riconoscono necessariamente la forza degli obblighi transnazionali, o codici universali dei diritti umani, specialmente quando quei codici sono in conflitto diretto con gli specifici obblighi della famiglia e della fede. Mi sembra che il conflitto tra l’intellighenzia di sinistra e la natura umana si sia spostato dalla sfera del socialismo contro il capitalismo a questa nuova sfera, del liberalismo illuminato contro il nazionalismo residuo. Ciò che i liberali condannano come populismo è in realtà il tentativo di conservare sentimenti antichi ed ereditari di identità e appartenenza (…) La stessa rabbia annientatrice che era diretta contro i conservatori come me negli anni ’70 e ’80 è ora diretta contro i presunti populisti, e – non sorprendentemente – c’è una crescente tendenza dei populisti a restituire il meglio di loro. I comunisti avevano un ordine del giorno in cui il popolo veniva arruolato in una causa che era chiaramente irraggiungibile e in ogni caso irrimediabilmente superata. Non offrivano nessun altro concetto di identità che lo scopo onnicomprensivo del millennio comunista. Tutti quei fattori che avrebbero potuto persuadere le persone ad aderire a questo scopo – cultura, arte, musica, religione, storia – erano stati gettati sottoterra, e la superficie senza gioia della vita quotidiana non conteneva alcuna promessa di un futuro diverso da questo. Inevitabilmente, quindi, la gente stava cercando una nuova politica di identità, qualcosa che li avrebbe tenuti uniti come un ‘noi’. Questa era l’unica cosa che l’UE non era in grado di fornire. Ha dato loro una via per l’economia globale e una via di fuga dalla loro casa, ma nessun nuovo modo di appartenere (…) La mia opinione è che questa situazione dovrebbe essere vista come un’opportunità e non come una crisi. Dopo trent’anni di confusione, il popolo dell’Europa centrale e orientale comincia a capire di essere gli eredi di due grandi conquiste: da una parte, lo stato nazionale come una forma di identità sociale e politica; d’altra parte la concezione illuministica della cittadinanza, in cui ciascuno assume le piene responsabilità dell’adesione sociale sotto un governo condiviso.
Dobbiamo riconoscere che, senza l’identità nazionale e la lealtà che ne deriva, non c’è modo di costruire una società di cittadini (…) Mi sembra quindi che i cosiddetti populisti abbiano ragione a sottolineare lo stato nazione come la fonte della lealtà, e che i loro illuminati oppositori liberali dovrebbero riconoscerlo, e cessare di usare le istituzioni europee come un modo per punire i governi che si appoggiano in questa direzione. E reciprocamente quelli che desiderano far rivivere l’ideale nazionale e affermare i diritti della sovranità nazionale, dovrebbero accettare che i sentimenti nazionali debbano essere sempre mitigati dal riconoscimento degli altri là fuori che non li condividono. Questo, a mio avviso, definisce il compito che ti aspetta oggi, che è quello della riconciliazione tra due bisogni urgenti: la necessità di affermare la sovranità nazionale e la necessità di conformarsi agli standard universali della cittadinanza. Questi sono i due grandi doni dell’eredità politica europea, e sono reciprocamente dipendenti”.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » mar nov 26, 2019 8:42 pm

In Tribunale viene prima il migrante (clandestino): cause rinviate al 2022
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 26/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... dczhFzfcBs

Il documento della corte di Appello di Bologna: rinviate decine di udienze. La legge prevede la "trattazione prioritaria" delle cause di protezione internazionale dei migranti

Una valanga di rinvii in Tribunale, anche di due anni. Arrivederci al 2021. Il motivo? "La trattazione prioritaria per legge delle cause di protezione internazionale".

Cioè, prima vengono gli immigrati. Poi tutte le altre cause.

È questo il sunto del decreto datato 22 novembre 2019 e firmato dal presidente della seconda sezione civile della Corte di Appello di Bologna. Un documento che ilGiornale.it ha avuto modo di consultare e che ha attirato l'attenzione di qualche avvocato. Nel testo si legge: "Dato atto che l'incremento della cause di protezione internazionale (conseguente alla assegnazione alla seconda sezione civile della maggior quota del 70% delle sopravvivenze a far data dal 2.05.2018) ha ulteriormente appesantito il già rilevante carico decisorio dei consiglieri della seconda sezione", allora è necessario "il rinvio" delle udienze fissate per il 2, 10 e 17 dicembre 2019. Si tratta di 44 cause. In molti casi il primo grado si era chiuso, pensate, nel lontano 2012. Tra pochi giorni i malcapitati avrebbero avuto la loro udienza, invece nisba: tutto rimandato al 2021, in certi casi anche ad ottobre 2022. Esatto: tra tre anni. Non bastano i già infiniti tempi della giustizia nostrana. Ora ci si mettono pure i migranti.

Va dato atto che la "colpa" di tali rinvii non è del presidente Maria Cristina Salvadori. Per carità. C'è una legge (quella Minniti-Orlando) che garantisce ai ricorsi degli stranieri contro il diniego dell'asilo una sorta di autostrada perché vanno gestiti "in ogni grado in via d'urgenza". "La trattazione prioritaria per legge delle cause di protezione internazionale - si legge infatti nel decreto bolognese - impone inevitabilmente il differimento delle altre numerose cause già fissate per la precisazione delle conclusioni". L'obiettivo era quello di accelerare le decisioni che ingolfano i Tribunali. Ma in questo caso ha prodotto un altra conseguenza: il sorpasso dei migranti e il rinvio delle altre cause.

"Ovviamente i giudici non fanno che attuare le direttive e le norme - dice Galeazzo Bignami, avvocato e deputato di FdI - È chiaro che tuttavia tutto ciò determina un senso di frustrazione in chi si vede passare davanti cause che vengono scaricate su un sistema giustizia già abbastanza sollecitato è stressato". Il problema è importante. "Le cause civili in appello - spiega Bignami - spesso provengono da anni di attesa già trascorsi con conseguenze anche pesanti sulle parti, sia di natura personale che economica. Se si decide di assegnare questi carichi alle corti di appello è necessario rinforzare gli organici".

Il problema non è solo in secondo grado. A gennaio il presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, aveva lanciato l'allarme: un aumento "inatteso" nel 2018 dei ricorsi civili in terzo grado in materia di protezione internazionale (+512,4%). David Ermini, vicepresidente del Csm, parò addirittura di "emergenza". In fondo il sistema è ormai acclarato: l'immigrato sbarca, presenta una domanda di asilo e poi attende di essere convocato dalla Commissione territoriale. Questa lo ascolta, valuta la sua istanza e poi decide: status di rifugiato, protezione sussidiaria o diniego. In caso di bollino rosso, però, lo straniero ha tempo per presentare un ricorso in primo grado. Fino alla riforma del 2017 era possibile presentare ricorso in Appello in caso di sentenza negativa, ora solo in Cassazione. Ma nei Tribunali le istanze dei richiedenti asilo da giudicare sono ancora molte. E così non resta che rinviare al 2022 i cittadini che attendono giustizia.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » dom apr 12, 2020 8:17 pm

Germania: I genitori del legislatore AfD nuovamente aggrediti
11 Aprile 2020

https://www.islamnograzie.com/germania- ... aggrediti/


I membri della famiglia di un legislatore di Alternative for Germany (AfD) a Lipsia sono stati vittime di un attacco incendiario che si ritiene sia stato realizzato da estremisti di sinistra.

Poco prima di mezzanotte di giovedì, la polizia e i vigili del fuoco sono stati avvisati di un incendio di un’auto fuori da una casa nel distretto di Lipsia Connewitz. All’arrivo sulla scena, hanno trovato una Mercedes Classe B avvolta dalle fiamme.

Nonostante i vigili del fuoco abbiano estinto prontamente l’incendio, il danno l’auto è andata distrutta. La Mercedes Classe B è stata completamente distrutta e un’altra auto parcheggiata di fronte ha subito gravi. Fonte: TAG24

La Mercedes apparteneva ai genitori del legislatore di Alternative for Germany (AfD) e membro di Der Flügel (The Wing), Siegbert Droese.

Questa è la seconda volta che gli estremisti danno fuoco ai veicoli parcheggiati fuori dalle case dei genitori di Droes. Lo scorso agosto, la loro auto è stata incendiata in un attentato simile opera di estremisti di sinistra.

“Si sono verificati ripetuti attentati ai veicolo di un membro AfD.
A Lipsia, i radicali hanno la libertà dello sciocco “, ha scritto Droese sulla sua pagina Facebook.

“Nonostante tutte le dichiarazioni fatte dalla leadership della polizia e dal municipio di Lipsia – la violenza di sinistra ha deciso di dichiarare guerra – finora nulla è migliorato a Lipsia”, ha aggiunto il membro del Bundestag AfD.

Non è certo la prima volta che gli estremisti di sinistra in Germania danno fuoco alle auto dei deputati AfD.
Il mese scorso, i nemici del leader AfD Tino Chrupalla hanno dato fuoco alla sua auto parcheggiata fuori dalla sua abitazione a Görlitz, una città della Germania orientale non lontano dal confine polacco.

Leipzig-Connewitz è un noto focolaio di estremisti di sinistra in Germania.

Lo scorso autunno un incidente a Lipsia-Connewitz ha visto gli estremisti di estrema sinistra picchiare brutalmente una donna impiegata nel settore immobiliare.
L’aggressione faceva parte della più ampia guerra del gruppo contro lo sviluppo di appartamenti di lusso in città.

Mesi dopo, a dicembre, lo stesso gruppo estremista di sinistra si è assunto la responsabilità di un attentato incendiario che è stato effettuato contro l’ufficio delle imposte di Lipsia.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio feb 17, 2022 10:17 pm

GERMANIA: MIGRANTE SIRIANO ACCOLTELLA POLITICO AFD - IL PROCURATORE LO LIBERA IMMEDIATAMENTE
https://rumble.com/vbfjo1-germany-syria ... s-him.html
27 Novembre 2020

https://www.islamnograzie.com/germania- ... nte-video/

Il 18 novembre 2020, un politico di Alternative für Deutschland (AfD), Alexander Arpaschi, è stato brutalmente accoltellato da un migrante siriano di 23 anni che risiedeva in un appartamento in affitto agli studenti di Karlsruhe, in Germania. Al fine di proteggere le giovani donne, il signor Arpaschi è andato pera sfrattare il migrante dopo aver ricevuto diverse lamentele dalle sue inquiline che lamentavano di essere molestate sessualmente dal siriano.

Quando il signor Arpaschi, che era accompagnato da due persone, ha informato il migrante dello sfratto, il migrante siriano ha preso un oggetto appuntito e lo ha quasi ucciso. Il colpo inferto ad Arpaschi ha rotto il muscolo bicipite, ha reciso l’arteria nella parte superiore sinistra del braccio, ha slogato l’articolazione sull’anulare e ha strappato i legamenti. Arpaschi ha subitio abrasioni, lividi e un altro taglio all’avambraccio destro. È stato trasportato d’urgenza in ospedale e ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico d’urgenza a causa dell’attacco quasi mortale.

Il politico 50enne è stato candidato alle ultime elezioni del consiglio comunale e attualmente lavora per il partito nell’ufficio di Bruxelles dell’eurodeputato Joachim Kuhhs. Come per molti migranti criminali, il siriano è già noto alla polizia. Le procura di Karlsruhe invece di tenere agli arresti il pericoloso migrante, lo ha liberato. Il migrante è stato rilasciato dalla polizia nello stesso momento in cui Arpaschi si è svegliato dall’anestesia dopo l’intervento d’urgenza.

Il sistema giudiziario tedesco di sinistra ha ripetutamente dimostrato di non adottare misure serie per proteggere i propri cittadini dagli atti di violenza da parte dei migranti. Il governo della cancelliera Angela Merkel sembra più interessato a perseguire e molestare chi viola il blocco del coronavirus e coloro che criticano le sue politiche suicida di frontiere aperte.

L’attacco dei politici dell’AfD e dei loro sostenitori è diventato un luogo comune in Germania. L’AfD ha subito migliaia di attacchi criminali contro le loro istituzioni e membri della sinistra e suprematisti islamici. Gli attacchi vanno da incendi dolosi, molestie, intimidazioni, doxing, incidenze nelle loro case, furti, tentativi di assassinio e annullamento delle principali convenzioni politiche dell’AfD con minacce e intimidazioni. L’anno scorso, un sito web antifa “Indymedia” ha persino pubblicato “istruzioni per l’assassinio” per attacchi ai membri dell’AfD.

Nonostante il pericolo di attacchi all’AfD, politici come Merkel e i suoi media sono stati comprensivi con questi radicali e hanno difeso, minimizzato e nascosto la loro violenza. Ancora più terrificante. come vediamo nel caso di Alexander Arpaschi, li rilasciano immediatamente tra i cittadini dove potrebbero potenzialmente attaccare più persone innocenti. I criminali violenti vengono importati in Germania con il pretesto della protezione, e le autorità ignorano i loro crimini prendendo di mira coloro che espongono il pericolo che rappresentano.



Il seguente video pubblicato da Alexander Arpaschi descrive in dettaglio il violento attacco alla sua vita. Arpaschi ha girato questo vkideo mentre giaceva nel suo letto d’ospedale:
https://rumble.com/vbfjo1-germany-syria ... s-him.html
Traduzione video:

Il mio nome è Alexander Arpaschi. Ho 50 anni.

Oggi è il 18 novembre 2020.

Sono stato ricoverato all’ospedale municipale della città di Karlsruhe in Moltkestraße.

Ieri, 17 novembre alle 10:30, sono arrivato in un appartamento condiviso con la mia palazzina di cui sono manager e manutentore. Affitto questo appartamento a studenti. Ero lì per consegnare l’immediato avviso di sfratto a un occupante siriano, perché stava molestando le altre occupanti donne dell’appartamento.

Le ragazze mi avevano presentato reclami su di lui e ho tentato di risolvere il problema.

Durante la mia visita sono stato aggredito. Il siriano mi è venuto incontro con un oggetto appuntito.

La polizia non mi ha ancora informato di cosa si trattasse. O era un coltello o un frammento di vetro.

Ha reciso il mio muscolo bicipite e ha reciso un’arteria.

Ho avuto un’articolazione del dito lussata insieme a molte altre abrasioni e contusioni su tutto il mio corpo.

Da questo incidente, ciò che mi rende più furioso è il fatto che mentre sono costretto in ospedale con un laccio emostatico che quasi mi ha fatto perdere il braccio, e dopo aver subito un’operazione di emergenza, mi sveglio più tardi nel pomeriggio, per scoprire che il criminale siriano è libero.
La procura di Karlsruhe ha ordinato alla polizia di rilasciare il mio aggressore.

Non so in che tipo di sistema stiamo vivendo, ma è garantito che è quello sbagliato.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio feb 17, 2022 10:18 pm

Polizia accusata di aver molestato padre dell'uomo ucciso da migrante
21 aprile 2021

https://www.islamnograzie.com/polizia-a ... -migrante/

La polizia tedesca è stata accusata di aver usato metodi illegali per proteggere un siriano condannato alla libertà vigilata per aver ucciso un uomo tedesco, hanno molestato il padre della vittima e insinuato falsamente che fosse una minaccia per il migrante.

L’ispettorato di polizia di Dessau-Rosslau nello stato tedesco della Sassonia-Anhalt è stato accusato di aver molestato il 56enne Karsten Hempel, il cui figlio 30enne Marcus Hempel è stato ucciso da un richiedente asilo siriano nel 2017, insinuando che stava pianificando vendetta contro il migrante 21enne.

Secondo un rapporto della rivista tedesca Focus – la polizia è arrivata sul posto di lavoro di Hempel, che è impiegato nel settore delle costruzioni come manager , nel dicembre dello scorso anno e gli ha dato un avviso di pericolo “Gefährderansprache”, un avvertimento verbale dato alle persone secondo la polizia potrebbero essere un pericolo per gli altri.

La visita era arrivata dopo che Hempel aveva ottenuto un risarcimento di circa 25.000 euro (£ 21.700 / $ 29.900) dal siriano Sabri H. in un tribunale civile. Il migrante, che aveva 17 anni quando uccise Marcus, era stato condannato per “danno fisico con conseguente morte” piuttosto che omicidio o omicidio colposo ed era stato condannato solo alla libertà vigilata.

Hempel inizialmente non è stato in grado di ottenere il risarcimento, nonostante i tentativi di un ufficiale giudiziario di farlo, poiché il migrante ha affermato di non avere soldi o oggetti di valore da sequestrare. Notò anche che viveva a casa di un amico – una violazione del suo ordine di libertà vigilata.

Secondo Focus”le indagini e le denunce presentate da Hempel avevano “disturbato” il siriano e, poco dopo, la polizia aveva ricevuto una segnalazione secondo cui Hempel voleva vendicarsi dell’assassino del figlio.

A seguito dell’avviso di pericolo consegnato, Hempel ha avviato un’azione legale contro la polizia per “falso sospetto, diffamazione e finzione di reato”. A marzo, la polizia ha ammesso che le loro azioni contro di lui erano state illegali.

Focus è stato anche in grado di ottenere e-mail di polizia interne che hanno rivelato che la polizia sapeva che Hempel non era una minaccia per il siriano e che l’avviso di pericolo era “ben oltre ciò che è consentito in questo contesto”.

Hempel ha definito l’incidente uno “scandalo”, e sia lui che il suo avvocato hanno spinto per il tribunale amministrativo per rivelare l’identità della persona che sosteneva che Hempel avesse complottato contro l’assassino di suo figlio.

Un anno dopo la morte del figlio, estremisti di estrema sinistra hanno rimproverato e molestato Hempel per aver parlato dell’uccisione in una manifestazione a Schweinfurt avvenuta dopo l’uccisione di una ragazza di 15 anni da parte di un altro richiedente asilo nella città di Kandel.

In un’intervista, Karsten ha affermato che i media locali hanno tentato di ritrarre suo figlio come un nazista e che per ottenere la verità sull’uccisione ha dovuto assumere un avvocato per andare oltre i filmati delle telecamere a circuito chiuso che contraddicevano le affermazioni dell’accusa secondo cui suo figlio si era impegnato fisicamente con il siriano per primo.

L’uccisione del figlio di Hempel è solo una delle tante uccisioni e omicidi di tedeschi, spesso giovani donne e ragazze, da parte di migranti e richiedenti asilo dall’apice della crisi dei migranti nel 2015.

Nel 2019, un rapporto indicava che i tedeschi avevano molte più probabilità di essere vittime di crimini perpetrati dai migranti rispetto al contrario.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio feb 17, 2022 10:19 pm

Martin Hess di AFD critica il parlamento tedesco: "Hai permesso alle macchine da guerra (i migranti) di entrare nel nostro paese"
(Video)
24 aprile 2021

https://www.islamnograzie.com/martin-he ... ese-video/


“La minaccia terroristica islamica è più alta che mai. I tassi di criminalità dei migranti e dei coltelli sono in costante aumento. Gravi reati sessuali, come lo stupro di gruppo, sono in aumento. Donne e bambini vengono spinti sui binari sotto ai treni in arrivo.

“Ho un solo appello urgente: è vostro compito proteggere i cittadini nel miglior modo possibile. Per l’amor di Dio, dovreste finalmente iniziare a farlo.” – Martin Hess

Martin Hess è un ex sovrintendente capo della polizia tedesca e membro del Bundestag per l’Alternative für Deutschland, (AFD).

Nel discorso successivo, Hess parla al Bundestag del crescente pericolo nella Germania della cancelliera Angela Merkel a causa della migrazione di massa islamica nel Paese;

La minaccia terroristica islamica è più alta che mai. I tassi di criminalità dei migranti e dei coltelli sono in costante aumento. Gravi reati sessuali, come lo stupro di gruppo, sono in aumento. Donne e bambini vengono spinti sui binari di fronte ai treni in arrivo.

Inoltre, ospedali, piscine, scuole e centri di disoccupazione non possono più funzionare senza personale di sicurezza. Gli attacchi contro la polizia, i vigili del fuoco e i soccorritori stanno diventando sempre più brutali. I piccoli criminali gestiscono tirannicamente interi quartieri della città, assaltando stazioni di polizia e ospedali. Le autorità di sicurezza confermano e avvertono del massiccio afflusso di nuovi clan pericolosi con immigrati esperti di guerra.

L’AfD è l’unico partito europeo classico dello spettro politico tedesco. Sono orientati alla famiglia, vogliono confini sicuri e credono nella conservazione dello Stato nazionale della Germania, proprio come fa il presidente Trump dell’America.

Trascrizione video:

“Signor Presidente, signore e signori. Signor Ministro dell’Interno.

Dopo aver ascoltato le sue dichiarazioni sulla situazione della sicurezza interna, un osservatore esterno obiettivo potrebbe arrivare a una sola conclusione: o soffri di una massiccia disfunzione nella tua percezione della realtà, o stai imbiancando la situazione. Ciò che lei ha presentato qui come la nostra attuale situazione di sicurezza non ha nulla a che vedere con la realtà del nostro paese.

La Germania sta diventando sempre più insicura e il nostro governo sta perdendo sempre più terreno a causa dei suoi nemici. Questa è la verità inconfutabile. Ogni persona che pensa normalmente in questo paese lo riconosce. Altrimenti perché devi pagare sempre più soldi per la sicurezza interna? Altrimenti perché aumenterebbe il numero di posti e impiegherebbe più autorità di sicurezza, se la Germania è presumibilmente più sicura dagli ultimi trent’anni?

Signor Ministro dell’Interno, i nostri cittadini non saranno presi per stupidi. Riconoscono queste contraddizioni. Reciti costantemente la fiaba “La Germania è così sicura” ai cittadini del nostro paese per un solo motivo. Volete coprire i vostri dilettanti fallimenti politici borderline nella sicurezza interna. Ma lasciate che vi dica una cosa: sempre più cittadini cominciano a vedere attraverso questa farsa. Non aiuterà a convincere i nostri cittadini che il loro senso soggettivo di insicurezza non corrisponde alla situazione reale. È come se si stesse cercando di dire che i nostri cittadini stanno solo immaginando che la Germania stia diventando sempre più insicura. Specialmente, nei giorni prima di Natale, nei mercatini di Natale in tutto il paese, è abbastanza ovvio per tutti chi è che soffre effettivamente di un enorme disturbo della percezione.

I nostri figli non saranno più in grado di ricordare un Natale senza terrore e agenti di polizia pesantemente armati, e questa è esattamente la prova centrale del tuo fallimento. Conferma che i cittadini hanno ragione. Con questo budget stai cercando di eliminare i problemi di sicurezza che non esisterebbero senza il tuo inaccettabile fallimento nel settore della sicurezza interna. Se il governo federale avesse preso le decisioni giuste, oggi la Germania sarebbe molto più sicura.

Avete avuto e avete ancora l’opportunità di attuare una politica di sicurezza che porti alla massima protezione per i nostri cittadini, ma è proprio qui, in questa funzione centrale, senza dubbio il compito più centrale del nostro governo, che avete miseramente fallito, e ha portato a conseguenze fatali per la salute, la libertà e la proprietà dei nostri cittadini.

Non possiamo e non accetteremo mai questo disastro di sicurezza. La massima sicurezza possibile per i nostri cittadini deve finalmente essere stabilita e non ci devono essere compromessi. Qui si promuove sempre la difesa della nostra costituzione e dei nostri valori, ma si fa esattamente il contrario quando si consente di distribuire 7 milioni di euro di denaro dei contribuenti a tutte le moschee per promuovere l’integrazione. Ciò include moschee Ditib [Unione turco-islamica per gli affari religiosi].

Le nostre stesse autorità di sicurezza affermano che Ditib è coinvolto in massicce attività antigovernative, e quindi dovrebbe essere effettivamente monitorato dai servizi segreti. Quindi si finanziano persino islamisti e salafiti. Il fatto è, signor Ministro degli Interni, che sta dando alla volpe il permesso di guardare il sacco. Non parteciperemo al finanziamento dei nemici dello Stato.

Chiunque entri nella nostra repubblica ogni giorno con gli occhi spalancati può vedere chiaramente quanto sia grave la nostra situazione di sicurezza. La minaccia terroristica islamica è più alta che mai. I tassi di criminalità dei migranti e dei coltelli sono in costante aumento. Gravi reati sessuali, come lo stupro di gruppo, sono in aumento. Donne e bambini vengono spinti sui binari di fronte ai treni in arrivo.

Inoltre, ospedali, piscine, scuole e centri di disoccupazione non possono più funzionare senza personale di sicurezza. Gli attacchi contro la polizia, i vigili del fuoco e i soccorritori stanno diventando sempre più brutali. I piccoli criminali gestiscono tirannicamente interi quartieri della città, assaltando stazioni di polizia e ospedali. Le autorità di sicurezza confermano e avvertono del massiccio afflusso di nuovi clan pericolosi con immigrati esperti di guerra. Sono macchine da guerra, a cui avete permesso di entrare nel nostro paese, senza essere vittime, con la vostra fatale politica migratoria, e questo è uno scandalo! Nella capitale della nazione, gli spacciatori con permesso di soggiorno e permesso da ogni istituzione statale vendono droga senza essere perseguiti.

La Germania è la più sicura che mai oggi? Al contrario, la Germania è ovviamente mutata in un pazzo della politica di sicurezza. Di fronte a questo equilibrio devastante, ho un solo appello urgente: è vostro compito proteggere i cittadini nel miglior modo possibile. Per l’amor di Dio, dovresti finalmente iniziare a farlo. Sebastian Hartmann dell’SPD è il prossimo oratore.
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Re: Europa e i diritti negati dei cittadini nativi europei

Messaggioda Berto » gio feb 17, 2022 10:19 pm

La Corte Ue boccia Ungheria e Polonia: "Sì ai fondi condizionati allo Stato di diritto"
No al ricorso. Budapest: "Abuso di potere". Varsavia: "Violata la sovranità"
17 Febbraio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1645083678

La Corte Ue boccia Ungheria e Polonia: "Sì ai fondi condizionati allo Stato di diritto"

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha respinto i ricorsi di Ungheria e Polonia contro la condizionalità che lega i finanziamenti provenienti dal bilancio Ue al rispetto da parte degli Stati membri dei principi dello Stato di diritto. Ungheria e Polonia sono due stati a guida semi-autoritaria che da anni si oppongono a controlli più stringenti sui fondi europei, che ricevono in quantità ingente e utilizzano per rafforzare il controllo sull'economia e la politica da parte della propria classe dirigente.

Reazioni prevedibili e molto dure da parte dei due Paesi. La ministra della giustizia ungherese Judit Varga parla di «abuso di potere da parte della Ue». «Questa sentenza è un nuovo mezzo di pressione sul nostro Paese». Da Varsavia, il viceministro della giustizia Sebastian Kaleta ha dichiarato che «oggi è necessaria l'unità contro l'attacco alla nostra sovranità. La Polonia deve difendere la sua democrazia dal ricatto che mira a privarci del nostro diritto all'autodeterminazione».

La Polonia ha dunque accusato la Corte di Giustizia Ue di voler privare di libertà gli Stati membri. A sottolinearlo lo stess ministro della Giustizia polacco, Zbigniew Ziobro. «L'Unione Europea sta diventando un blocco dove si può far uso della forza per privare gli Stati membri della loro libertà e limitare la loro sovranità, parliamo di potenza bruta e del suo trasferimento a chi, con il pretesto dello stato di diritto, vuole esercitare questo potere a spese degli Stati membri», ha affermato il ministro. Ziobro ha anche criticato il premier polacco Mateusz Morawiecki per aver raggiunto un accordo con gli altri leader europei nel dicembre 2020, in base al quale la Commissione avrebbe aspettato la sentenza della Corte prima di mettere in funzione il meccanismo di condizionalità. In cambio Varsavia e Budapest avevano revocato la minaccia di porre il veto al bilancio pluriennale dell'Ue.

Un atto «politicamente motivato». Così il ministro della Giustizia magiaro Judit Varga ha commentato la decisione della Corte di Giustizia Ue. «La decisione è una prova vivente del fatto che Bruxelles abusa del suo potere», ha scritto Varga su Twitter. Secondo il ministro, la decisione è basata solo sul fatto che l'Ungheria «ha adottato l'estate scorsa la nostra legge per proteggere i bambini». Il riferimento è alla controversa legge per impedire ai minori di venire a contatto con contenuti sessuali, un provvedimento ritenuto parte dello sforzo per ostracizzare gli omosessuali. L'Unione Europea ha aperto una procedura d'infrazione contro la legge, ma la vicenda non è legata alla questione del meccanismo di condizionalità, oggetto del ricorso respinto.



Continua la guerra Ue a Polonia e Ungheria: verso il blocco dei fondi?
Autore Andrea Muratore
17 febbraio 2022

https://it.insideover.com/politica/cont ... fondi.html

L’Unione europea può congelare i fondi a Polonia e Ungheria se il braccio di ferro sullo Stato di diritto continuerà. In una sentenza odierna dal valore importante la Corte di Giustizia Europea ha garantito la piena legittimità del regolamento sullo Stato di diritto imposto da Bruxelles con cui Varsavia e Budapest sono state a più riprese messe sotto inchiesta e minacciate con procedure di infrazione di vasta portata.

Il ricorso di Varsavia e Budapest era proprio legato al fatto che il regolamento Ue sullo Stato di diritto permettesse all’Ue di dare attuazione alla procedura di infrazione per eventuali violazioni dello Stato di diritto, dell’indipendenza del potere giudiziario e della trasparenza mediatica decurtando i finanziamenti ai Paesi messi sotto accusa. La Corte ha seguito quanto deliberato in un primo momento dall’avvocato generale che a dicembre ha respinto i ricorsi di Varsavia e Budapest, confermando che tale sistema di “condizionalità” era compatibile con i Trattati dell’Ue, che del resto prescrivono i principi democratici come inalienabili dall’architettura Ue. La Corte, che per la prima volta ha letto in diretta video la sentenza,

La mossa ha portata potenzialmente decisiva nei rapporti di poteri interni all’Unione Europea. Sino ad ora Polonia e Ungheria, grazie alle strategie di Jaroslaw Kaczynski e Viktor Orban, si erano sempre mosse sul filo della contraddizione nel rapporto con Bruxelles: fortissime, spesso strumentali critiche, sul piano morale, valoriale e politico dall’altro; grandi vantaggi economico-commerciali grazie al mercato unico e allo sfruttamento dei fondi europei di coesione dall’altro. Come sottolinea Affari Internazionali, “la Polonia è il Paese che beneficia di più in valori assoluti dei fondi di coesione, pari al 2,7% del Pil all’anno nel periodo 2014-2020″, mentre “sovvenzioni e prestiti valgono” per l’Ungheria “il 14% del Pil nazionale”. Questo rappresenta “una leva formidabile per l’economia che nel tempo ha permesso di aumentare rapidamente il reddito pro capite: del 17% dal 2008 al 2019; del 9% in Ungheria”. Tutto ciò ha permesso investimenti e sviluppo funzionali a inserire i Paesi nella catena del valore tedesca dell’industria manifatturiera, soprattutto automobilistica.

Una questione che, complessivamente, vale per tutto il gruppo di Visegrad: tra il 2014 e il 2020 la Polonia ha ricevuto dall’Europa 84 miliardi di euro, la Repubblica Ceca e l’Ungheria circa 23 miliardi, la Slovacchia 15 miliardi. Ma il budget per il periodo 2021-2027 ha ridotto le risorse per questi Paesi e il meccanismo di vincolo dei fondi, compresi quelli dei piani del Next Generation Eu dei singoli Paesi, al rispetto dello Stato di diritto dà all’Unione un’arma fondamentale per colpire il meccanismo politico dei partiti di governo, Diritto e Giustizia a Varsavia, Fidesz a Budapest. Essi si sono a lungo giovati su un triplice meccanismo che ha prodotto un circolo virtuoso: utilizzo dei fondi Ue per rafforzamento economico, potenziamento del welfare investimenti di lungo periodo e spesa pubblica clientelare; narrazione sovranista dell’autodeterminazione contro Bruxelles; utilizzo delle battaglie politiche in Unione Europea come fattore di valorizzazione dell’influenza internazionale. Ora l’Ue ha in mano l’opzione nucleare per fermare questo circuito.

Da tempo, del resto, Bruxelles si stava muovendo in quest’ottica. Fidesz, il partito di Orban, è stato cacciato dalla famiglia popolare europea. Da tempo, inoltre, la squadra di Ursula von der Leyen ha nel mirino Ungheria e Polonia per le riforme della giustizia e l’indipendenza dei media, spesso precaria. Altro fronte di confronto è quello della comunità Lgbt: la Commissione ritiene che Varsavia non abbia risposto in maniera esauriente e completa alle sue richieste di chiarimento sulla natura e sull’impatto delle cosiddette “zone libere dall’ideologia Lgbt”, e a luglio ha aperto un fronte sulle leggi di Orban in materia. A dicembre, poi, i governi di Varsavia e Budapest hanno visto un’anticipazione di quanto potrebbe accadere in futuro, con il blocco dell’anticipo sul Recovery Fund da 4,5 miliardi di euro per la Polonia e un miliardo per l’Ungheria legato proprio alle riforme chieste come raccomandazione: “Per la Polonia”, nota Il Foglio, “il problema fondamentale è l’indipendenza della giustizia e il regime disciplinare dei giudici (questione che comprende anche la supremazia del diritto dell’Ue). Per l’Ungheria i problemi riguardano l’efficacia del sistema giudiziario nella lotta alla corruzione, la trasparenza degli appalti, la prevedibilità del processo decisionale e i meccanismi di audit e controllo di come vengono spesi i fondi dell’Ue”.

Quali conseguenze potrebbe avere questa mossa? In primo luogo, un’accelerazione del braccio di ferro politico. Ma in secondo luogo, soprattutto, un favore indiretto della Commissione alle opposizioni interne e critiche dei regimi politici odierni: a Budapest Peter Marki-Zay si prepara a guidare l’opposizione unita contro Orban al voto di aprile, per la Polonia l’appuntamento del PiS con la resa dei conti è destinato a avvenire nel 2023. Entrare in questa battaglia senza le armi dei fondi Ue potrebbe essere un duro colpo per i governi sovranisti dell’Europa di mezzo.




Alberto Pento

La questione della magistrura rossa politicamente corretta, schierata contro il governo e la volontà democratica della maggioranza dei cittadini della Polonia e dell'Ungheria che vorrebbe attuare le politiche demenziali della UE di imporre il gender nelle scuole e l'accoglienza obbligatoria dei clandestini nazi maomettani.
L'indipendenza della magistratura giudiziaria schierata contro la volontà popolare che difende i suoi diritti umani, civili e politici è un crimine di una violenza indicibile.


Invasione criminale della Polonia
viewtopic.php?f=194&t=2979

L'identità sessuale non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale
viewtopic.php?f=141&t=2960
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