Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

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Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:18 pm

Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa
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Straje de Brusels


Le immagini subito dopo l'esplosione in aeroporto a Bruxelles
Claudio Torre Mar, 22/03/2016

http://www.ilgiornale.it/video/mondo/im ... 38109.html

Le drammatiche immagini nei momenti successivi all'attentato all'aeroporto Zaventem di Bruxelles. Nel video si sentono le urla dei passeggeri e si vedono i danni prodotti dalle esplosioni che hanno provocato decine di vittime nello scalo internazionale della capitale belga.

Metrò
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 0x274.jpeg

Un vagone della metro sventrato da un’esplosione nella stazione Maelbeek in una immagine ripresa da un autista e pubblicata sul profilo Twitter da Stib, la societ‡ di trasporti belga, 22 marzo 2016.
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:20 pm

L’Isis rivendica gli attentati in Belgio. E sul web i jihadisti festeggiano…
di Giulia Melodia
martedì 22 marzo 2016

http://www.secoloditalia.it/2016/03/lis ... esteggiano


E dopo la carneficina immancabile arriva la sua firma: l’Isis rivendica gli attentati in Belgio attraverso l’Amaq News Agency, network vicino allo Stato islamico: a riferirlo è l’agenzia russa Tass. E dai media al web dilaga l’orrore.

L’Isis rivendica gli attentati in Belgio

Mentre l’Europa, ferita nel suo cuore istituzionale, prova a serrare i ranghi. Quando a Bruxelles il sangue scorre ancora per le strade. Nelle stesse ore in cui in Belgio si svolge, annunciata da Claude Moniquet – l’esperto antiterrorismo di I-Télé, intervistato in diretta dalla capitale – una vasta caccia all’uomo riguardante cinque sospetti individuati dalle immagini della videosorveglianza, in Rete si diffonde l’orrore e, se possibile, se ne raddoppia la sua portata con la celebrazione virtuale degli attentati in Belgio appena compiuti. Con un tempismo inquietante quanto irriverente, allora, immediatamente dopo le esplosioni, quando sangue e morte ancora deflagrano sul Belgio riecheggiando in tutta Europa, sui social media diversi accoiunt riconducibili a jihadisti inneggiano cori di giubilo per l’attentato all’aeroporto di Bruxelles e alla stazione della metro di Maelbeek. «Incursione a Bruxelles: è magnifico», ha twittato Karim Abdul Salam sul suo account Ksalam, mentre un altro sul web in contemporanea rilanciava: «I leoni di Bruxelles vi dicono: o lasciate libero Salah o questo è il negoziato dello Stato Islamico».


E sul web i jihadisti “celebrano” l’orrore

E da un social all’altro, i jihadisti non fanno che esultare in Rete per l’ultima straziante ferita inferta al “nemico occidentale”. Allahuakbar, Allahuakbar, Allahuakbar, ripete allora un altro utente seguace del Califfato, che prosegue con: «Elogio di Allah agli uomini dello Stato Islamico, che Iddio li preservi». Parole che feriscono quanto il kalashnikov ritrovato all’aeroporto belga. E tra rivendicazioni e “giubilo”, si prosegue con altra persone che posta: «Incursione Islamica a Bruxelles semina morte e ferisce». Un profluvio di hashtag, quello utilizzato da chi celebra l’orrore scrivendo, tra auspici nefasti e minacce di morte, «Bruxelles brucia», «Bruxelles provincia islamica», «Bruxelles diventerà presto una delle province dello Stato islamico… dovete solo aspettare» e, il più esplicito, firmato col nome Estremista: TNTbomb6: «Le esplosioni di Bruxelles sono solo una piccola parte del caro conto che gli adoratori della croce (i cristiani) dovranno pagare»…
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:21 pm

Ecco l'immigrazione senza freni: Bruxelles è diventata islamica - Libero pensiero - Libero Quotidiano
24 Novembre 2011
di Andrea Morigi

http://www.liberoquotidiano.it/news/lib ... reni-.html

Ancora vent’anni e il cuore dell’Europa tecnocratica sarà definitivamente trasformato in un suq arabo. Stimati fra i 250mila e i 300mila, i musulmani rappresentano già un quarto della popolazione di Bruxelles. Per la maggior parte sono marocchini (70%) e turchi (20%), con un residuo misto di albanesi, egiziani, pachistani e nordafricani, giunti in Belgio a partire dagli anni Sessanta con un permesso di lavoro. Avevano sostituito i minatori italiani emigrati, insomma, i quali erano rimpatriati volentieri non appena se n’era presentata l’occasione. Per i musulmani, non è stato così. Hanno utilizzato le leggi che favorivano la riunificazione familiare, portando al seguito mogli (al plurale) e figli. Per quanto riguarda i celibi, oltre il 60% dei giovani marocchini e turchi si sposano esclusivamente con persone del loro stesso Paese d’origine. Nessun contatto con gli “infedeli”.

Sebbene siano una minoranza coloro che si dichiarano praticanti e frequentano luoghi di culto islamici, il paesaggio della capitale belga sta rapidamente e visibilmente mutando. Si moltiplicano i minareti e le moschee sono proliferate fino a raggiungere il record di 77, mentre le donne che indossano il velo, il burqa o il niqab sono sempre più numerose. Ma piuttosto che le aride cifre sui ritmi di crescita demografica, a indicare lo scenario prossimo futuro è il nome più diffuso fra i neonati, già dal 2008: Mohammed. Naturale, visto che le comunità marocchina e turca in Belgio sono composte per il 35% da giovani minori di 18 anni, mentre fra gli autoctoni la percentuale scende al 18 per cento.

Per chi pretende dati scientifici, comunque, Felice Dassetto, sociologo emerito dell’Università cattolica di Lovanio, ha appena pubblicato una ricerca dal titolo L’iris e la mezzaluna, dove la previsione di una maggioranza islamica appare come un’evoluzione più che certa. Il titolo dell’opera fa riferimento al giaggiolo, fiore simbolo della regione brussellese, la mezzaluna ovviamente allude all’islam. Se il primo sfiorisce, la seconda è in fase decisamente crescente. Il numero dei musulmani militanti oscilla fra i 120mila e i 150mila (ossia il 10-15% dell’intera popolazione), divisi in circa 200 organizzazioni, tra le quali prevalgono le sigle degli ultrafondamentalisti salafiti. Non manca un loro partito di riferimento, che proprio nella capitale, nel 2003, aveva ottenuto oltre 8mila voti fra l’elettorato marocchino.

Ora tuttavia hanno scelto la strategia dell’islamizzazione dal basso, come del resto in molte altre città europee, e il simbolo del gruppo Sharia4Belgium è una bandiera nera del jihad che sventola sopra il Parlamento di Bruxelles. Fanno proselitismo con filmati che esaltano le virtù del martirio, cioè degli attentati suicidi. E, sia a chi aderisce al loro credo sia agli “infedeli”, propongono di rivolgersi al tribunale sharaitico di Anversa, che si occupa di diritto familiare, ma intende espandere il proprio raggio d’azione anche alle cause civili e penali. Per ora, le autorità di polizia locali hanno imposto la chiusura del sito internet del gruppo, ma non hanno potuto impedire che, ormai, l’islam si sia affermato come una realtà organizzata, seconda per rilevanza sociale soltanto allo sport del calcio. Ha superato da tempo la capacità di inquadramento e di mobilitazione della Chiesa cattolica o delle logge massoniche, tradizionalmente influenti e potenti nel Paese.

Non c’è ambito sociale ed economico dove l’islam non abbia messo radici, sostiene il professor Dassetto, che peraltro propone un compromesso. La sua formula consiste nel «costruire una co-inclusione reciproca sul piano degli individui, delle organizzazioni e dei territori». In pratica, significa una resa tanto incondizionata quanto prevedibile, sin dal momento in cui si è deciso di concedere la cittadinanza a tutti, indiscriminatamente. Cioè senza criterio.
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:22 pm

I dementi

La Cei dopo gli attacchi a Bruxelles: "Questa guerra si argina soltanto con l'integrazione"
Sergio Rame - Mar, 22/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 38133.html

Di fronte a "una guerra fatta a pezzi" è più che mai necessario muoversi in un'ottica di integrazione.

Nell'esprimere "vicinanza, solidarietà alle famiglie, dolore per le vittime" di Bruxelles il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, spiega a Radio Vaticana che "anche un evento di questo genere" non può che "richiedere una condanna chiara perché questi attentati contribuiscono ad accrescere il clima di insicurezza, il clima di paura a tutti i livelli".

Parlando degli attentati che questa mattina hanno sconvolto Bruxelles, il segretario generale della Cei sottolinea come "in questi momenti si riproponga per tutti, e non solo per chi ha responsabilità di governo, la domanda su cosa fare, su come reagire, su come difendersi". Se da una parte conferma "tutti gli sforzi e le misure di sicurezza già in atto", dall'altra si chiede "se e quanto da sole, queste misure contribuiscano a risolvere ragionevolmente ed efficacemente il problema che sta assumendo sempre di più i toni del dramma". Si chiedo, cioè, "fino a che punto le politiche di chiusura, i muri, i fili spinati possano avviare soluzioni ragionevoli ed efficaci".

Galantino invita, quindi, tutti i leader politici a "riflettere e ipotizzare strade nuove". E tra queste propone quella dell'"integrazione sociale e culturale, almeno per coloro che si rendono disponibili a questo". Quindi cita papa Francesco che recentemente ha parlato di "guerra a pezzi". "Ma non è soltanto quella che si combatte in posti che conosciamo - conclude Galantino - questa guerra sta diventando uno stile, un clima, un modo di essere per cui se non si è uniti, seriamente uniti, sentendosi tutti coinvolti, penso che si faccia il gioco di chi, purtroppo, ha questi progetti drammatici, questi progetti che non hanno niente a che fare con la religione, non hanno niente a che fare con l'affermazione dell'umanità".
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:22 pm

Li ensemenii

Attentati a Bruxelles, Renzi contrario a reazioni impulsive: "Non serve chiudere le frontiere"
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 22/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 38010.html


Tre attentati in tre zone diverse di Bruxelles. Il cuore dell'Europa ancora sotto attacco, con l'esplosione di tre ordigni all'aereoporto e in due stazioni della metro della capitale belga.

Le reazioni della politica non si sono fatte attendere. Oltre alle condoglianze e allo sconcerto, non sono mancate le analisi su quanto sta accadendo. L'Europa non è sicura, dice il centrodestra. "Siamo in guerra - aggiunge Calderoli - Esprimo il mio dolore e il mio cordoglio per le vittime dell'attentato di Bruxelles. Ma dobbiamo renderci conto che, come ha detto il Presidente Hollande dopo le stragi di Parigi, siamo in guerra e purtroppo questa guerra viene combattuta solo da una parte".

Anche Giorgia Meloni non usa mezzi termini: "Bruxelles sotto attacco terroristico. L'Europa è sotto attacco, la nostra libertà è sotto attacco del fanatismo islamico. Sveglia! Basta subire, basta idiozie buoniste". Matteo Renzi questa mattina aveva twittato poche parole: "Con il cuore e con la mente a Bruxelles, Europa", ha scritto sui social network. Parole che sembrano non essere piaciute Lega Nord: "Siamo stanchi di commemorazioni e di piangere i morti. Chiediamo un dibattito serio in Aula sul terrorismo islamico, dove il governo e il premier ci vengano a dire quali misure sono messe in atto. Noi non vogliamo piangere altri morti. Ci vuole una reazione concreta e che non sia unitaria solo nelle commemorazioni", ha affermato alla Camera Guido Guidesi.

Il messaggio del presidente del Consiglio non è piaciuto nemmeno al leader di Sovranità, Simone DI Stefano, che ha risposto al tweet di Renzi: "Mettici anche il resto del corpo, perché finora è morta solo la gente normale, massacrata da quelli che fate entrare voi". Dure anche le parole di Maurizio Gasparri: "È presto per capire se la nuova strage che ha colpito Bruxelles, il suo aeroporto, il cuore dell'Europa stessa, sia una risposta all'arresto di Salah. Però la realtà è che noi siamo in guerra. E la guerra arriva nelle nostre case, nelle nostre città. Ostinarsi a non prenderne atto è un'autentica follia. Dobbiamo estirpare il fondamentalismo islamico, ovunque esso sia - aggiunge - Nelle nostre città o nelle altre parti del mondo. È una sfida tremenda molto difficile da affrontare, che richiede uno sforzo cui forse la comunità occidentale non è attrezzata. Noi predichiamo tolleranza, democrazia, uguaglianza - continua Gasparri - mentre altri sono accecati da un fanatismo religioso che porta terrore, morte, guerra e distruzione fin dentro le nostre case. Ma non possiamo chiudere gli occhi davanti alla realtà. Questi nemici vanno sterminati prima che ci distruggano".

Nel pomriggio il premier è tornato a parlare della vicenda, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi: "A nome dell'Italia porgo il cordoglio per il terribile attentato di questa mattina - ha detto - Le lacrime di oggi ci rendono ancora più vicini al popolo belga". "I terroristi hanno seguito un copione triste colpendo i luoghi della vita di tutti i giorni - ha aggiunto - Ci stringiamo alle famiglie delle vittime. Le istituzioni italiane sono impegnate a verificare anche la situazione dei nostri connazionali". Per Renzi "è arrivato il momento di dire senza giri di parole che la minaccia è globale ma i killer sono anche dentro le città. I killer si nascondono nelle periferie, protetti da certe zone urbane. Occorre un progetto di sicurezza senza quartiere senza sosta".

"Avverto la stessa inquietudine degli italiani, lo dico da premier ma anche da padre. Io dico che non la daremo vinta ai terroristi- ha aggiunto Renzi - Lo dobbiamo alle vittime di questo attacco, alle loro memorie, ma anche agli italiani". Per sconfiggere il terrorismo, Renzi fa un appello all'Europa affinché "vada fino in fondo: occorre investire in una struttura unitaria di sicurezza e difesa". Si dice "a disposizione per un progetto organico ma investiamo altrettante risorse in cura delle periferie, creazione di scuole, nel presidio del territorio. Va fatto con le forze di polizia ma anche con le forze del sociale". Appure esclude la chiusura delle frontiere per difendere i confini nazionali: "Chi oggi offre soluzioni miracolistiche non si rende conto di quanto sarà lunga questa situazione. Chi si illude e dice 'chiudiamo le frontiere' non si rende conto che i nemici sono già dentro le nostre città". "Questo non è il momento delle reazioni impulsive - ha concluso il premier - ma è il momento della calma. Ma la rabbia serve tutta, è necessaria per una reazione che diventi progetto e che affronti e distrugga l' estremismo islamico e la folle scia di morte".
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:23 pm

Bruxelles, la conta delle vittime Da Adelma a Yossef: i morti sono 31

http://www.corriere.it/cronache/16_marz ... b109.shtml

L’attacco alla capitale belga
Milano, 22 marzo 2016
Procede lentamente l’identificazione. I tanti corpi dilaniati senza nome ricomposti nell’obitorio a brandelli, mutilati, bruciati. I testimoni raccontano scene strazianti:
lui segue le figlie, due gemelle, che corrono, lei resta al check-in e salta in aria.
Passeggeri all’esterno della metro di Bruxelles

Una mamma attende con il marito e due bambine l’imbarco per New York. Le gemelle giocano, corrono, si allontanano, inseguite dal padre, e in quel momento il primo kamikaze si fa esplodere a pochi passi dalla donna, rimasta sola per qualche attimo appena. Così se n’è andata la peruviana di 36 anni Adelma Marina Tapie Ruiz, una delle prime vittime identificate della carneficina di ieri all’aeroporto Zaventem, così si è salvato il resto della sua famiglia, anche se una delle due bimbe è stata raggiunta a un braccio dalle schegge. Sposata a un belga, Adelma lo aveva seguito a Bruxelles nove anni fa, con l’idea di mettere a frutto i suoi studi di cucina e avviare un giorno la sua attività. Assieme a lei, il primo corpo a ritrovare la sua identità è quello di un israeliano, Yossef Haïm ben Haya Sarah Gittel, che, con un gruppo di ebrei Hassidim, avrebbe dovuto prendere lo stesso volo.


Procede lentamente l’identificazione delle vittime

Procede lentamente l’identificazione delle vittime, 31 secondo le autorità belghe, del doppio attentato di ieri. I racconti dei soccorritori e dei vigili del fuoco bastano a spiegare perché: corpi a brandelli, spezzati, mutilati, bruciati, sono stati ricomposti all’obitorio, spesso senza che alcun documento sia stato ritrovato su di loro. Le ambasciate aspettano notizie, perché in un aeroporto intercontinentale non c’è quasi nazionalità al mondo che possa essere sicuramente risparmiata. E anche nel metro di Bruxelles viaggiano quotidianamente i dipendenti dei grandi organismi internazionali della città.


Come al Bataclan di Parigi

Come al Bataclan di Parigi, quattro mesi fa, ogni Paese cerca i suoi dispersi e i suoi feriti, tra i 250 contati: all’appello mancano tre messicani che erano in aeroporto, come hanno testimoniato altri due componenti, illesi, della loro comitiva. L’ambasciata americana è in ansia per un certo numero di cittadini statunitensi. Dallo Utah è già arrivata la notizia di tre mormoni colpiti, così come un militare e la sua famiglia, non incolumi ma vivi. Anche ai diplomatici spagnoli non risultano perdite fra i connazionali, ma quattro sono tra i feriti, non gravi. Otto i francesi ricoverati, tre dei quali, invece, in condizioni preoccupanti, annuncia da Parigi il ministero degli Esteri. Oltre a un diplomatico sloveno e alcuni cittadini britannici. La foto di un giovane uomo riverso fra rivoli di sangue sul pavimento dell’aeroporto, fa sobbalzare a Jesi i dirigenti dell’Aurora Basket club che riconoscono il loro ex giocatore della stagione 2000-2001, Sebastien Bellin. Il cestista belga-brasiliano è stato catapultato per 20 metri, ha le gambe devastate, ma i chirurghi sperano di salvarle.


Gli italiani

E anche se inizialmente sembrava che fossero soltanto tre gli italiani coinvolti, lievemente, sui social network si moltiplicano le testimonianze di compatrioti sfiorati o scalfiti dagli attacchi, soprattutto alla stazione di Maelbeek, nel centro della città. Chiara Burla, 24 anni, originaria di Borgosesia, a Bruxelles da pochi giorni per un workshop di danza, si è vista scoppiare in viso la porta della metropolitana: «Ricordo l’esplosione, il buio, le urla» racconta all’Ansa. Scaraventata terra, Chiara si è rialzata nel buio e ha raggiunto la banchina opposta: «Insieme a me c’erano altre persone che scappavano, abbiamo visto una luce, delle scale, siamo saliti. Un uomo che lavorava lì vicino mi ha portata in un edificio, mi ha fatto sedere». Non sapeva ancora Chiara di avere la faccia piena di sangue, per i frammenti di vetro. Medicata e dimessa, ora aspetta di tornare al più presto in Italia.

Chiara, Marco e Michele: ecco chi sono i tre italiani feriti negli attacchi di Bruxelles
«Ho visto volare via decine di bagagli e un passeggino»

Michele Venetico, 21 anni, nato in Belgio da genitori siciliani, era invece al lavoro in aeroporto alla biglietteria della Swissport. Le schegge lo hanno raggiunto alla testa, ma superficialmente: «L’esplosione è stata tanto forte che ho visto volare via decine di bagagli e un passeggino. Mentre cercavamo di scappare, calpestavamo corpi a terra». Marco Semenzato, padovano di 34 anni, da nove mesi consulente della commissione europea, era in metropolitana: lo zainetto con il computer sulle sue spalle si è disintegrato, forse facendogli da scudo, ma la vampata gli ha ustionato mani e volto: «Ho capito che era un attentato, non volevo crederci. Ho pensato che stavo per morire».
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:24 pm

I servizi segreti: cellule anche in Italia Allarme per treni e stazioni
Milano, 22 marzo 2016

http://www.corriere.it/esteri/16_marzo_ ... b109.shtml


Non solo Belgio e Francia, secondo la relazione del direttore del Dipartimento di coordinamento dei servizi segreti, Giampiero Massolo, al Copasir esistono «cellule terroristiche strutturate» anche nel nostro Paese. Nel mirino anche l’Alta Velocità
Massima allerta per i siti italiani come l’aeroporto di FiumicinoMassima allerta per i siti italiani come l’aeroporto di Fiumicino

Il pericolo non riguarda soltanto i «lupi solitari». Gli arresti effettuati negli ultimi mesi hanno dimostrato l’esistenza anche in Italia di «cellule strutturate» che potrebbero entrare in azione. E tra gli obiettivi — oltre ad alcuni luoghi simbolo di Roma, Milano e delle città d’arte — c’è la rete dell’Alta Velocità.


La relazione riservata

Il livello di rischio per il nostro Paese è delineato in una relazione riservata di tre pagine che Giampiero Massolo, il direttore del Dis — il Dipartimento di coordinamento dei servizi segreti — ha inviato la scorsa settimana al Copasir. Un’analisi dettagliata che tiene conto delle numerose segnalazioni giunte dopo gli attentati di Parigi attraverso gli 007 di Stati Uniti ed Europa, ma anche dei risultati delle inchieste condotte dall’Antiterrorismo della polizia e dai carabinieri del Ros su persone che hanno aderito all’Isis facendo proselitismo e ipotizzando di poter colpire. Un documento ritenuto «molto attendibile» sia per la fonte di provenienza, sia per i riscontri effettuati prima della trasmissione. Per questo è stato convocato per oggi il direttore dell’Aisi (l’agenzia per la sicurezza interna) Arturo Esposito. Un’audizione urgente nella consapevolezza, come ha ribadito anche ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che «l’Europa tutta è chiamata in causa e per questo motivo ora più che mai dobbiamo mettere a fattore un sistema di controlli integrato che possa essere a disposizione di tutti i Paesi dell’Unione europea».


Filtri agli ingressi

Il dispositivo di sicurezza è stato rafforzato, nuove misure sono scattate. In particolare sono stati aumentati i controlli nelle aree di ingresso delle stazioni e degli aeroporti. Vuol dire che i «filtri» non coinvolgono soltanto chi si mette in viaggio e supera le barriere: gli accertamenti affidati alle forze dell’ordine e ai soldati devono riguardare tutti coloro che entrano negli scali — non escludendo la possibilità di utilizzare metal detector e cani antiesplosivo — proprio perché sono quelle le aree ritenute ormai maggiormente a rischio.Provvedimenti urgenti saranno presi anche nei confronti di quegli stranieri che, pur non avendo compiuto reati, hanno dimostrato di essere inseriti nella «rete» fondamentalista e soprattutto di voler fare azioni di proselitismo. Espulsioni, annuncia Alfano, sulla scia delle 74 già eseguite negli ultimi quindici mesi, che si sommano ai «396 arresti e alle 653 denunce effettuate a partire da gennaio 2015».


Gli Stati «crociati»

Spaventa il riferimento, contenuto nella rivendicazione trasmessa dall’Isis qualche ora dopo gli attacchi di Bruxelles, agli «Stati crociati che si sono alleati contro l’Isis» e la promessa di «giorni bui, in risposta alla loro aggressione contro di noi». L’Italia è stata infatti inserita da tempo in questa Coalizione dai vertici del Califfato. Perché è vero che non partecipiamo direttamente alle operazioni militari, ma la messa a disposizione dell’aereo cisterna in Iraq e l’invio del contingente a Mosul ci hanno esposto al pari di altri Paesi. Nei giorni scorsi sui siti jihadisti è stato pubblicato un video di oltre quattro minuti su attentati e decapitazioni di ostaggi che mostrava il volto del premier Matteo Renzi e del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Un segnale «diretto» che ha messo in allerta l’intelligence.

22 marzo 2016 (modifica il 23 marzo 2016 | 00:00)
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:33 pm

Il Papa cattolico di Roma e la gerarchia ecclesiale vaticana e italiana, non si facciano complici del nazismo islamico e non mettano in pericolo di morte le genti europee.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... meto-I.jpg

Il destino dei cristiani non è morire sulla croce come Cristo; perché altrimenti non avrebbe alcun senso il sacrificio o olocausto di Cristo.
Per un cristiano non ha alcun senso cercare di assomigliare a Cristo, anzi sarebbe blasfemo, perché per un cristiano Cristo è D-o e per un uomo cristiano cercare di assomigliare a D-o è il peccato mortale più grande che possa compiere contro D-o.


https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6905501181
La responsabilità e la colpa più grande è di Papa Francesco, il cristiano cattolico romano gesuità che predica contro il relativismo ma che ha sostenuto come Maometto (il razziatore e lo sterminatore di ebrei e dei cristiani) sia stato un Santo e come l'Islam sia una delle grandi e benefiche religioni della terra che contribuisce a migliorare l'umanità intera; con cui allearsi per combattere il laicismo, l'ateismo, l'aidolismo. Questo Papa ha paragonato il pugno di qualcuno dato "giustamente" a chi offende sua madre con la strage di Charlie Hebdo fatta per difendere l'onore di Maometto e di Allah offesi dalla dissacranti critiche relativiste. Per questo Papa la libertà di critica è un'offesa che va legittimamente lavata con il sangue (anche se aveva premesso che non si uccide in nome e per conto di Dio). Questo Papa pastore della misericordia e dell'accoglienza vuole distruggere l'Europa e non ha alcun rispetto per i nostri Diritti Umani come europei a casa nostra.
Questo Papa oltre ad essere un idolatra è un irresponsabile che ci porta la guerra in casa.

Paratornadori o manipoładori de l'ordene nadural dei Diriti Omani Ogniversałi
viewtopic.php?f=141&t=2023

El Papa creistian
viewtopic.php?f=24&t=1343

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... A7esco.jpg
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:34 pm

ISLAM - LA "PROFEZIA" ORMAI AVVERATA DI ORIANA FALLACI
https://www.facebook.com/islamicamentando/videos
https://www.facebook.com/islamicamentan ... 4633122895


Sull'islam aveva ragione quella "pazza" di Oriana Fallaci
Oriana Fallaci - Mar, 26/08/2014 - 14:36

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 46778.html

Leggete queste righe come fossero un saggio scritto ieri, e avrete una valida analisi dei fatti di attualità degli ultimi giorni. Ma, com'è ovvio, le righe che seguono sono state scritte da Oriana Fallaci non in queste ore, ma all'indomani dell'11 settembre del 2001, dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Parole scritte con rabbia e con l'intensità di cui lei era capace, ma anche con coraggio. Un coraggio che dette fastidio a chi preferiva non intendere le sue ragioni. Abbiamo deciso di ripubblicare un estratto dei suoi scritti sul rapporto tra l'Islam e l'Occidente, che si possono leggere in versione integrale nei libri editi da Rizzoli:

La rabbia e l'orgoglio (2001)
La forza della ragione (2004)
Oriana Fallaci intervista se stessa (2004)
La trilogia completa

Un atto di giustizia rileggerli oggi che il quadro è ancora più chiaro e molti, che le davano della pazza, sono costretti ad ammettere che invece ci aveva visto giusto.


Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell'Apocalisse dell'evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l'Orgoglio . Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L'Apocalisse . I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l'accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l'accusa di vilipendio all'Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all'Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell'Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.


Il nemico è in casa

Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.


Il crocifisso sparirà

Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l'alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà. Un nemico che ci impone le proprie regole e i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioè «col liquore». E-attenta-a-non-ripeter-l'oltraggio. Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani». Un nemico che in Inghilterra s'imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica. Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioè pronto a scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d'un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino.


Dialogo tra civiltà

Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell'Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate. Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. È incompatibile col concetto di civiltà.


Una strage in Italia?

La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l'ho mai avuto. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all'Africa cioè ai Paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Molti italiani non ci credono ancora. Si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi.


Multiculturalismo, che panzana

L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l'Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è caduto nel vuoto. Perché? Perché nessuno o quasi nessuno l'ha raccolto. Perché anche per lui i vassalli della Destra stupida e della Sinistra bugiarda, gli intellettuali e i giornali e le tv insomma i tiranni del politically correct , hanno messo in atto la Congiura del Silenzio. Hanno fatto di quel tema un tabù.


Conquista demografica

Nell'Europa soggiogata il tema della fertilità islamica è un tabù che nessuno osa sfidare. Se ci provi, finisci dritto in tribunale per razzismo-xenofobia-blasfemia. Ma nessun processo liberticida potrà mai negare ciò di cui essi stessi si vantano. Ossia il fatto che nell'ultimo mezzo secolo i musulmani siano cresciuti del 235 per cento (i cristiani solo del 47 per cento). Che nel 1996 fossero un miliardo e 483 milioni. Nel 2001, un miliardo e 624 milioni. Nel 2002, un miliardo e 657 milioni. Nessun giudice liberticida potrà mai ignorare i dati, forniti dall'Onu, che ai musulmani attribuiscono un tasso di crescita oscillante tra il 4,60 e il 6,40 per cento all'anno (i cristiani, solo 1'1 e 40 per cento). Nessuna legge liberticida potrà mai smentire che proprio grazie a quella travolgente fertilità negli anni Settanta e Ottanta gli sciiti abbiano potuto impossessarsi di Beirut, spodestare la maggioranza cristiano-maronita. Tantomeno potrà negare che nell'Unione Europea i neonati musulmani siano ogni anno il dieci per cento, che a Bruxelles raggiungano il trenta per cento, a Marsiglia il sessanta per cento, e che in varie città italiane la percentuale stia salendo drammaticamente sicché nel 2015 gli attuali cinquecentomila nipotini di Allah da noi saranno almeno un milione.


Addio Europa, c'è l'Eurabia

L'Europa non c'è più. C'è l'Eurabia. Che cosa intende per Europa? Una cosiddetta Unione Europea che nella sua ridicola e truffaldina Costituzione accantona quindi nega le nostre radici cristiane, la nostra essenza? L'Unione Europea è solo il club finanziario che dico io. Un club voluto dagli eterni padroni di questo continente cioè dalla Francia e dalla Germania. È una bugia per tenere in piedi il fottutissimo euro e sostenere l'antiamericanismo, l'odio per l'Occidente. È una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esenti da tasse agli europarlamentari che come i funzionari della Commissione Europea se la spassano a Bruxelles. È un trucco per ficcare il naso nelle nostre tasche e introdurre cibi geneticamente modificati nel nostro organismo. Sicché oltre a crescere ignorando il sapore della Verità le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del buon nutrimento. E insieme al cancro dell'anima si beccano il cancro del corpo.


Integrazione impossibile

La storia delle frittelle al marsala offre uno squarcio significativo sulla presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un Islam ben distinto dall'Islam del terrorismo. Un Islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà. Virgilio infatti ha una sorellina che va alle elementari e una nonna che fa le frittelle di riso come si usa in Toscana. Cioè con un cucchiaio di marsala dentro l'impasto. Tempo addietro la sorellina se le portò a scuola, le offrì ai compagni di classe, e tra i compagni di classe c'è un bambino musulmano. Al bambino musulmano piacquero in modo particolare, così quel giorno tornò a casa strillando tutto contento: «Mamma, me le fai anche te le frittelle di riso al marsala? Le ho mangiate stamani a scuola e...». Apriti cielo. L'indomani il padre di detto bambino si presentò alla preside col Corano in pugno. Le disse che aver offerto le frittelle col liquore a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso le scuse la diffidò dal lasciar portare quell'immondo cibo a scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il crocifisso, che nelle mense studentesche s'è abolito il maiale. Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o
loro?».


L'islam moderato non esiste

Il declino dell'intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d'essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione.


Ecco cos'è il Corano

Perché non si può purgare l'impurgabile, censurare l'incensurabile, correggere l'incorreggibile. Ed anche dopo aver cercato il pelo nell'uovo, paragonato l'edizione della Rizzoli con quella dell'Ucoii, qualsiasi islamista con un po' di cervello ti dirà che qualsiasi testo tu scelga la sostanza non cambia. Le Sure sulla jihad intesa come Guerra Santa rimangono. E così le punizioni corporali. Così la poligamia, la sottomissione anzi la schiavizzazione della donna. Così l'odio per l'Occidente, le maledizioni ai cristiani e agli ebrei cioè ai cani infedeli.



El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa
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Re: Li adoradori de l'idoło demoniago Alà łi taca l'Ouropa

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 7:38 pm

Le stragi di Bruxelles e le vittime israeliane all'Onu

http://www.ilfoglio.it/occidentalia/201 ... e_c407.htm

Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. E’ invitato a parlare, per conto di UN Watch, Micah Avni, che ha perso il padre israeliano in un attacco terroristico a Gerusalemme cinque mesi fa. “Era un uomo gentile e piacevole, un preside di una scuola elementare che ha insegnato a migliaia di bambini, ed era un attivista per i diritti umani”, ha detto Avni rivolto ai burocrati dell’Onu e agli ambasciatore dei paesi presenti, molti tirannici. “Il 13 ottobre”, ha continuato Avni, “due terroristi palestinesi hanno attaccato un autobus pieno di civili innocenti a Gerusalemme. Hanno sparato a mio padre in testa”.

Avni poi si è rivolto al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e al Consiglio dei diritti umani: “Non avete pubblicamente condannato i terroristi palestinesi. L’uccisione di civili su un autobus è un atto terroristico e vi sfido subito a condannare l’assassinio di mio padre”. Quella condanna, ovviamente, non è mai arrivata. Due giorni dopo, a Bruxelles, sede di tanti organismi internazionali, i terroristi islamici assassinavano oltre trenta persone. Un attentato contro un aeroporto internazionale e i mezzi di trasporto pubblico che Israele ha già vissuto, tante, troppe volte. E ogni volta, lo stesso silenzio da parte di Bruxelles. Quand’è che l’Europa considererà Israele la parte migliore di sé e il terrorismo islamico una medesima, comune minaccia?
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