Nell'Europa che favorisce l'auto-invasione islamica, la gente ha capito che dobbiamo difenderci da soli.
VITTORIO ZEDDA
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L'attacco dei terroristi islamici al cuore dell'Europa, a Bruxelles, come a Parigi pochi mesi fa, dimostra chiaramente che i nostri governi non sanno difenderci, forse non possono o forse addirittura subiscono gli eventi per scopi certo non facilmente decifrabili. Il sospetto non è così campato in aria: anni di invasione agevolata, assistita e incentivata di finti profughi, di clandestini e di sedicenti rifugiati politici, mescolati a migliaia di autentici disperati, mentre il terrorismo islamista continua, anno dopo anno, a colpire ovunque e anche nei paesi "accoglienti"dell'Europa, ci fanno pensare o a sesquipedali incongruenze politiche, o forse a qualcosa di peggio.
Sembra quasi che i governi ci vogliano succubi di un incerto e pericolante progetto sovranazionale, cui sembrano asserviti, proni, forse venduti. Mentre la democrazia in Europa è ridotta ai minimi storici, i cittadini disorientati e avviliti non capiscono più dove i governi li vogliano condurre, e perché. Guardatevi attorno: non è mai stata così grande la distanza fra popoli e governi. La gente si sente insicura, minacciata nei beni, nel lavoro, nella convivenza sociale, nella salute, nella vita. Nessuno si sente più sicuro nemmeno in casa propria. E se va in piazza, al mercato o in metrò, spera in cuor suo di poter tornare a casa senza danni.
Una sola cosa comincia ad apparire chiara: la gente ha capito che si deve difendere da sola, da qualsiasi tipo di minaccia, anche se ancora non sa come. Come sempre, però, la necessità aguzza l'ingegno e fra non molto cominceremo ad accorgercene, credo. Si vive in una condizione di guerra diffusa, contro la delinquenza, contro una politica assurda e oppressiva, contro il terrorista "della porta accanto". Nessuno vorrebbe la guerra. Ma c'è. Anche la nostra Costituzione ammette che la difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Ma anche la legittima difesa della mia vecchia pellaccia consunta è un mio sacro dovere. La guerra ce la stanno facendo: o la subiamo da imbecilli o ci difendiamo. Sono certo che c'è gente d'ogni età, ovunque in Europa, che si sta organizzando, in proprio, non certo alla luce del sole, perché è evidente che non si può e non si può farlo sapere. Altri attendono, inerti, il destino.
Ma a molti non piace l'idea di veder le donne oggetto di molestie di massa o di essere fatti a pezzi dall'esplosione di un islamista kamikaze, o di essere decapitati, o sottomessi alla nuova barbarie che circola per l'Europa. Il governo minimizza. Dice: “Dobbiamo battere il terrorismo con la cultura”. Giusto: ma per portare avanti questa "battaglia" culturale dobbiamo essere vivi, meglio se sani e soprattutto liberi. Con la testa ben attaccata al resto del corpo. Far cultura da morti, o ridotti al rango di "sottomessi", penso sia disagevole, e di scarsissima efficacia.
Gli islamici non perdono tempo in chiacchiere e ammazzano. Non gli interessa morire: la loro è un'ideologia politico-religiosa di morte. Purtroppo si giovano della protezione e della connivenza delle comunità di appartenenza. Salah Adbelslam ha trovato per ben quattro mesi comodo rifugio nella grossa comunità magrebina di un popoloso sobborgo di Bruxelles, quasi una enclave islamica delle dimensione di una città.
Il mondo musulmano cosiddetto moderato è solo una speranza, con scarso fondamento. Se ci fosse si sarebbe fattivamente opposto, non a parole, al terrorismo stragista. Se ci fosse avrebbe "battuto un colpo" forte, chiaro, sincero ed efficace. Cionondimeno non voglio nemmeno escludere del tutto che da qualche parte esiste una pallida ed evanescente forma di islam moderato.
Ma stare ad aspettare che si materializzi ed agisca a nostra difesa, è perlomeno imprudente. Basta. Chi il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. Ma chi ha cuore e intelletto, li usi. Soprattutto si ricordi che deve avere "la testa sulle spalle". E conservarla al suo posto. Aguzziamo l'ingegno. A buoni intenditori.
Il cancro del terrorismo islamico ce l’abbiamo in pancia, nel cuore, nel fegato, in ogni cellula del nostro corpo.
GRAZIA NONIS
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I suoi folli soldati sono penetrati ovunque, moltiplicandosi in tanti piccoli tumori che per troppo tempo abbiamo sottovalutato. Li si è curati con aspirina ed altre inefficaci cure omeopatiche, e fatto slittare, rimandandolo, l’intervento chirurgico indispensabile per poterli annientare. Siamo stati a guardare mentre crescevano, diventavano maligni, intoccabili. Abbiamo permesso loro di riunirsi in masse sempre più grandi senza ostacolarli, ed essi, al grido di “Allah Akbar”, hanno raggiunto tutti i punti vitali del nostro corpo. Zone in cui ora è pericoloso intervenire: le metastasi hanno eretto fortini inespugnabili.
I Professori accorsi al nostro capezzale ci invitano a sopportare il dolore, a non preoccuparci. Sordi alle nostre suppliche ed alle lacrime per i nostri morti, c’invitano ad essere forti. Stanno studiando una nuova cura, ma nel frattempo continuano imperterriti a propinarci la solita aspirina ed il solito placebo.
Non hanno capito che non ci si sottomette a questo tipo di cancro, non gli si concedono diritti, non lo si coccola, non lo si vizia. Non si scende a patti. Lo si combatte, lo si estirpa. Per poter continuare a vivere da uomini liberi.
Svegliamoci! Non diventano terroristi per disperazione, la radice del male è l’islam
GIANCARLO MATTA
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I musulmani (o islamici) non sono radicalizzati da povertà, ignoranza, ozio, discriminazione, razzismo (cosa c’entra il “razzismo” con l’islam?) o mancanza di integrazione. Come invece millantano i santoni / pagliacci del progressismo-multiculturalismo-relativismo autolesionista diffusi come le ortiche in tutti i Paesi dell’Occidente.
I musulmani (o islamici) sono radicalizzati dall’islam, niente altro. È nella loro natura.
E ribadisco: esistono soltanto DUE categorie di islamici:
gli “islamici-veri” = coloro che mettono in pratica le prescrizioni coraniche;
gli “islamici-falsi” = coloro che non mettono in pratica le prescrizioni coraniche.
Altre definizioni degli islamici sono solo manipolazione del linguaggio. Ricercare la verità dai fatti.
Ruhollah Mousavi-Khomeini era un insegnante e intellettuale-umanista di talento, formatosi sin da giovane età alla scuola coranica dei più dotti esegeti della corrente islamo-sciita iraniana;
Osama Bin Laden era un ricchissimo studente borghese, rampollo di una famiglia appartenente all’alta società ortodossa saudita, religiosamente devoto islamico;
Ayman al-Zawahiri è un medico e scrittore poliglotta, appartenente a nota famiglia dell’alta borghesia egiziana;
Abu Musab al-Zarqawi era di modesta famiglia giordana, lavorò nel commercio e fu un tenace autodidatta in letteratura islamica;
Abu Bakr al-Baghdadi è un laureato in legge islamica, specializzato in economia, nato in una famiglia irachena benestante.
[ Che ne dite? Hanno tutti quelli “frainteso” il Corano? E come si sono comportati? ]
Il che conferma la già dimostrata “eziologia” (origine) delle religioni / ideologie violente (o rivoluzionarie): esse nascono o per lo meno vengono accolte ed esaltate essenzialmente nella mente dei “borghesi” non già in quella dei “proletari”. Lo ripetiamo da tempo.
Lo conferma, tra gli altri, una ricerca di Marion van San, Senior Researcher presso RISBO, un istituto olandese indipendente di ricerca, attivo nel campo della formazione e della sociologia, affiliato alla Facoltà di Scienze Sociali presso l’Università Erasmus di Rotterdam e consulente, tra l’altro, della maledetta “u.e.” e di vari enti pubblici. E voi tromboni progressisti non potrete respingere quello che dice una esperta di Scienze Sociali pure consulente della “u.e.”, giusto?
Dal 2009, il suo gruppo ha condotto studi etnografici su famiglie di giovani immigrati. Secondo la ricerca, i giovani immigrati, di seconda e terza generazione, che lasciano i paesi europei per la Siria, non sono vittime di una società che non li accetta, e che non offre loro opportunità sufficienti.
Il contrario: più sono apparentemente “integrati” e concretamente benestanti, più diventano estremisti invasati. Andate a vedere cosa ha pubblicato RISBO sulla Rete Informatica.
L’islam-vero, e non sorprende, imita vagamente il percorso compiuto dal terrorismo “rosso” europeo del secolo scorso, ma con la variante (oltre ad essere esogeno, a differenza del comunismo, endogeno) che è più diffuso, più feroce, e colpisce alla cieca;
ma possiamo affrontarlo per eliminarlo anche con tre tattiche relativamente semplici:
- bloccando la ulteriore immigrazione di islamici;
- interdicendo la “islamizzazione” a casa nostra, cioè esigendo severamente dai musulmani già presenti (inclusi i “convertiti” nostrani, anzi, proprio loro sono particolarmente pericolosi siccome spesso animati dall’ulteriore mefitico “zelo del neofita”) il rispetto della nostra Legge, eliminando certi privilegi talvolta avventatamente già concessi loro, e tenendoli costantemente sotto controllo da parte delle Forze dell’Ordine;
- insegnando nelle scuole pubbliche le inconciliabili differenze tra la Società moderna e l’ “islam” (vero) pietrificato nella sua primitiva, oscena, aggressiva barbarie;
Pertanto, quelli che dicono “dobbiamo dargli la cittadinanza per non farli sentire esclusi, sennò si radicalizzano e ci sparano”, non solo sono eticamente turpi, sono anche praticamente idioti: questo, lungi dall’evitare che si “radicalizzino”, li incoraggerà e renderà loro ancora più facile colpirci.
Tra l’altro, ci sarà sempre più “Eurabia”, e sempre più dimostrazione dei danni sconvolgenti del folle istituto dello “Ius Soli”.
Recentemente, tra gli aspiranti terroristi bloccati in Turchia (e rispediti a “casa”) mentre stavano per raggiungere la Siria –per combattere con l’ISIS– anche un “britannico” studente di sociologia presso l’Università di Manchester, Waheed Ahmed, figlio ventiduenne di Shakil Ahmed, medico, assessore laburista intimo di Edward S. Miliband (un altro borghese, violinista, giornalista, e ovviamente “progressista”, alto esponente del partito laburista = partito notoriamente “de sinistra” alleato del PD in “u.e.”…guarda caso!) che rappresenta il Labour Party al Rochdale Borough Council.
Sono tra noi. Infiltrati nella società o, talvolta, da essa generati. E uno dei fatti assurdi è che invece di lasciarli partire (facendo sì che mai ritornino), li blocchino alle nostre frontiere: ma nella direzione di marcia sbagliata. Quando tornano, anziché respingerli revocando loro la cittadinanza causa “alto tradimento”, li accolgono. Dobbiamo caso mai interdire loro l’ingresso, o il ritorno. Non già l’uscita.
Sono proposte da “Stato di Polizia”? Può darsi. Tuttavia preferisco vivere in uno Stato con Forze dell’Ordine efficienti, severe, patriottiche, piuttosto che in uno Stato degenerato forse irreversibilmente nella barbarie islamica a-nazionale. E sarà meglio che in Italia i musulmani, comunque, mai vengano assunti tra i ranghi delle Forze dell’Ordine.