Islamizzazione dell'Europa contro Israele - Eurabia ?

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 10:50 pm

Votazione a Molenbeek
Giulio Meotti
16 ottobre 2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 1914040052

Niente di strano in questa fotografia? Si è appena votato a Molenbeek, la capitale del terrorismo nel cuore dell’Unione Europea, Bruxelles. E il Partito Socialista ha sbancato con il 31,34 per cento dei voti. Il nuovo borgomastro è Catherine Moureaux, la figlia di Philippe Moureaux, che ha guidato il comune per 20 anni, sposato a una musulmana tunisina e che aveva capito che finita la questione operaia il futuro del socialismo sarebbe passato dagli immigrati, il nuovo proletariato. Visite alle moschee, sussidi alle associazioni musulmane, servizi alle scuole coraniche, partecipazione all’Eid El Kebir, marce anti-israeliane, i politici socialisti del Belgio (ma non solo) le fanno tutte per compiacere le comunità che ne garantiscono la sopravvivenza politica. Già oggi metà dei rappresentanti socialisti eletti nella regione di Bruxelles è di origine musulmana. Il vice di Catherine Moureaux è Jamal Ikazban. Ha ragione Eric Zemmour, che la scorsa settimana ha detto a Dh.be: “Il Belgio è un paese in via di estinzione. Io non capisco come le autorità abbiano sperperato il loro paese. Quando uno vaga in alcune zone di Bruxelles, non è Belgio. Ogni popolazione che diventa la maggioranza impone il suo stile di vita”.



Molenbeek-Saint-Jean (in olandese Sint-Jans-Molenbeek) è un comune belga di 81 632 abitanti, situato nella Regione di Bruxelles-Capitale.

https://it.wikipedia.org/wiki/Molenbeek-Saint-Jean

Si tratta di un quartiere situato a ovest del centro di Bruxelles, caratterizzato da una grande concentrazione di immigrati.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 10:50 pm

La giustizia tedesca riconosce nozze minorili
Lorenza Formicola
La Corte Federale di Giustizia tedesca ha stabilito che una nuova legge che vieta il matrimonio con minori è incostituzionale perché tutti i matrimoni, compresi i matrimoni infantili contemplati dalla shari'a, sono protetti dalla legge fondamentale tedesca. Un precedente pericoloso.

http://www.lanuovabq.it/it/la-giustizia ... e-minorili

La Corte federale di giustizia - la Bundesgerichtshof - , la più alta corte di giurisdizione civile e penale della Germania, ha da poco stabilito che una nuova legge che vieta il matrimonio con minori è incostituzionale perché tutti i matrimoni, compresi i matrimoni infantili contemplati dalla shari'a, sono protetti dalla legge fondamentale tedesca Grundgesez.

La vicenda finita poi in tribunale aveva come protagonisti due cugini siriani - lui ventunenne, lei quattordicenne - che nel 2015 avevano raggiunto la Germania attraverso la cosiddetta "rotta balcanica". Arrivati in Europa, però, i due ragazzi sono stati separati dall'Ufficio Welfare giovani in custodia e la ragazzina, allora quattordicenne, venne collocata in un istituto di assistenza per rifugiate minorenni non accompagnate. Sostanzialmente il ragazzino pretendeva che gli fosse riconosciuto il diritto di poterle far visita quando voleva in quanto marito e pretendeva che il suo status di coniuge gli venisse riconosciuto anche in Germania. E allora se la legge tedesca decretava "non valido" il matrimonio contratto con un minore che non ha compiuto neanche sedici anni, ci ha pensato la Corte federale, - dopo tre anni passati a far rimbalzare una simile storia in tribunale e che poteva essere liquidata molto tempo prima -, a smentire di fatto una norma di sempre, aprendo, in modo piuttosto efficace, la porta alla legalizzazione dei matrimoni infantili tanto cari alla shari'a. E diventando l'ennesimo caso firmato da una corte tedesca che involontariamente- o favorevolmente?- sta promuovendo e sostenendo la creazione di un sistema giuridico islamico parallelo nel paese.

La corte ha stabilito che il matrimonio era valido perché stipulato precedentemente in Siria, dove, secondo la legge della shari'a, sono concessi. La sentenza - descritta come un "corso accelerato nella legge sul matrimonio islamico siriano" - ha innescato una tempesta di critiche. Ovviamente il timore dei tedeschi che si sono rivoltati contro la corte di Bamberg è quello di vedere la società islamica parallela, in ascesa in Germania, sempre più forte al punto da prevalere, con le sue norme, sul diritto europeo.

"Le giustificazioni religiose o culturali stanno nascondendo la realtà per cui uomini più anziani e perversi stanno abusando delle ragazze giovani", ha dichiarato Rainer Wendt, capo del sindacato di polizia tedesco. D'altronde l'alibi culturale è il paravento non solo della politica, ma degli imam stessi sbarcati in Occidente. Come Osama El-Saadi, della moschea di Aarhus, che in un'intervista ad un giornale danese nel 2016 esortò il governo danese ad accettare le spose bambine perché tale pratica fa parte della cultura degli immigrati. Pratica disumana, "no, è cultura" è quindi va resa legale. E' questa la replica avanzata.

Qualcun altro, come il ministro di giustizia dell'Assia, si domanda come è possibile che i minorenni non possono comprare alcolici ma possono prendere decisioni così importanti come il matrimonio?

Di sicuro, checché se ne dica, siamo dinanzi ad un precedente importante, nel cuore dell'Europa, che presto spingerà alla legalizzazione di altre pratiche islamiche inclusa la poligamia. Inoltre, insistendo sul fatto che la legittimità dei matrimoni infantili sia esaminata caso per caso, la corte ha aperto le porte alle cosiddette "eccezioni culturali", già prepotenti nel panorama tedesco. Basti pensare che solo per il caso specifico dei matrimoni con minori, a settembre 2016, il Ministero degli Interni tedesco, rispondendo a una richiesta del Freedom of Information Act, rendeva noto che 1.475 bambini sposati - tra cui 361 bambine di età inferiore ai 14 anni - vivevano in Germania dal 31 luglio 2016.

E oggi, sempre più spesso, i tribunali tedeschi si stanno progressivamente rinviando alla legge islamica perché i querelanti o gli imputati sono musulmani. E risulta evidente che i casi riflettono una pericolosa invasione della legge islamica nell'ordinamento giuridico tedesco. Nel novembre 2016, ad esempio, un tribunale di Wuppertal ha stabilito che sette islamisti che hanno costituito una pattuglia vigilante per far rispettare la legge della shari'a nelle strade della città non hanno infranto la legge tedesca, ma hanno semplicemente esercitato il loro diritto alla libertà di parola. L'autoproclamata "shari'a Police" aveva iniziato a scatenare l'indignazione pubblica nel settembre 2014, quando tappezzarono di volantini gialli, che stabilivano le varie "zone controllata dalla shari'a" nel distretto di Elberfeld a Wuppertal. Gli uomini esortavano, con modi non troppo gentili, i passanti a frequentare le moschee e ad astenersi da alcol, sigarette, droghe, giochi d'azzardo, musica, pornografia e prostituzione. Ad attenersi, in breve, al rispetto della legge islamica senza se e senza ma. Solo a gennaio 2018 la Corte federale ha annullato la decisione della Corte di Wuppertal per via di un numero spropositato di reati di cui i sette islamici si erano macchiati e reso illegale la "shari'a police".

In un'intervista allo Spiegel Online, l'esperto islamico Mathias Rohe ha difeso l'esistenza di strutture giuridiche parallele in Germania come "espressione della globalizzazione". Aggiungendo, "applichiamo la legge islamica proprio come facciamo con la legge francese".

Nel frattempo è in auge, proprio in Germania, il fenomeno per cui un numero crescente di musulmani sta deliberatamente scavalcando del tutto i tribunali tedeschi e decide di affidare la soluzione di una controversia ai tribunali informali della shari'a, che proliferano in tutto il paese. Si stima che siano circa 500 i giudici che dirimono controversie civili fra i musulmani che vivono in Germania – un dato che indica, come già fatto presente, l'esistenza nel paese di un sistema di giustizia, basato sul diritto islamico, parallelo a quello statale.




Germania: La nuova legge che vieta i matrimoni precoci è stata dichiarata incostituzionale
Soeren Kern

https://it.gatestoneinstitute.org/13555 ... 4.facebook

La Corte federale di giustizia (Bundesgerichtshof, BGH), il più alto tribunale di giurisdizione civile e penale della Germania, ha stabilito che una nuova legge che vieta i matrimoni precoci può essere incostituzionale perché tutti i matrimoni, compresi quelli infantili regolati dalla sharia, sono protetti dalla Legge fondamentale tedesca (Grundgesetz).

La sentenza, che apre di fatto la porta alla legalizzazione in Germania dei matrimoni infantili regolati dalla sharia, è uno dei numerosi casi in cui i tribunali tedeschi stanno – intenzionalmente o meno – promuovendo la creazione nel paese di un sistema giuridico islamico parallelo.

Il caso riguarda una coppia siriana – una ragazzina di 14 anni sposata con un cugino 21enne – arrivata in Germania nel bel mezzo della crisi migratoria nell'agosto del 2015. L'Ufficio di assistenza ai giovani (Jugendamt) rifiutò di riconoscere il loro matrimonio e separò la ragazza dal marito. Quando quest'ultimo intentò causa, un tribunale minorile di Aschaffenburg si espresse a favore dello Jugendamt, che affermò di essere il tutore legale della giovane.

Nel maggio del 2016, una corte d'appello di Bamberg annullò la decisione e stabilì che il matrimonio era valido perché era stato contratto in Siria, dove, conformemente alla legge della sharia, i matrimoni precoci sono ammessi. La sentenza ha di fatto legalizzato in Germania i matrimoni infantili regolati dalla sharia.

Tale sentenza – che è stata definita come un "corso intensivo di diritto matrimoniale islamico siriano" – ha scatenato una tempesta di critiche. Qualcuno ha accusato il tribunale di Bamberg di anteporre la sharia al diritto tedesco per legalizzare una pratica vietata in Germania.

"Le giustificazioni religiose o culturali celano il fatto che gli uomini più grandi abusano di giovani ragazze", ha detto Rainer Wendt, a capo del sindacato della polizia tedesca.

Monika Michell di Terre des Femmes, un gruppo che opera a favore della difesa dei diritti delle donne, ha aggiunto: "Un marito non può essere il tutore legale di una moglie bambina perché ha una relazione sessuale con lei, il che è un evidente conflitto di interessi".

Eva Kühne-Hörmann, ministro della Giustizia dell'Assia, si è chiesta: "Se ai minori non è permesso a giusto titolo di comprare una birra, perché il legislatore dovrebbe consentirgli di prendere decisioni così importanti come quella di sposarsi?"

Altri hanno detto che la decisione avrebbe innescato un conflitto culturale in Germania, poiché i musulmani l'avrebbero vista come un precedente per caldeggiare la legalizzazione nel paese di altre pratiche islamiche, tra cui la poligamia.

Nel settembre del 2016, il ministero dell'Interno tedesco, rispondendo a un'interrogazione sulla legge sulla libertà d'informazione, rivelò che 1.475 minori sposati vivevano in Germania dal 31 luglio 2016, e tra questi 361 avevano meno di 14 anni.

Nel tentativo di proteggere le ragazze che si sono sposate all'estero, ma che hanno cercato asilo in Germania, il parlamento tedesco, l'1 giugno del 2017, aveva approvato una legge che vieta i matrimoni precoci. La cosiddetta Legge per combattere i matrimoni infantili (Gesetz zur Bekämpfung von Kinderehen) fissa a 18 anni l'età minima per contrarre matrimonio in Germania e annulla tutte le unioni esistenti, comprese quelle celebrate all'estero, dove uno degli sposi aveva meno di 16 anni al momento della cerimonia nuziale.

La Corte federale di giustizia tedesca, nella sua sentenza, pubblicata il 14 dicembre 2018, ha affermato che la nuova legge potrebbe essere incostituzionale perché ha violato l'art 1 (dignità umana), l'art. 2 (libero sviluppo della personalità), l'art. 3 (uguale protezione) e l'art. 6 (tutela del matrimonio e della famiglia) della Legge fondamentale, che funge da Costituzione tedesca.

La Corte ha inoltre stabilito che la nuova legge non ha effetto retroattivo e pertanto non può applicarsi alla coppia siriana, che si è sposata nel febbraio del 2015.

Infine, la Corte federale di giustizia ha chiesto alla Corte costituzionale federale (Bundesverfassungsgericht) di esaminare la legittimità del divieto assoluto dei matrimoni precoci e di stabilire se alle autorità tedesche spetti il compito di accertare la validità dei matrimoni precoci caso per caso.

La sentenza ignora l'art. 6 della legge introduttiva al codice civile tedesco (Einführungsgesetz zum Bürgerlichen Gesetzbuche, EGBGB), che recita:

"Una norma giuridica di un altro Stato non si applica se la sua applicazione si traduce in un risultato manifestamente incompatibile con i principi fondamentali della legge tedesca. In particolare, non è applicabile se tale applicazione è incompatibile con i diritti fondamentali".

Proteggendo la coppia siriana dal diritto tedesco, la corte non ha soltanto legittimato l'uso della legge della sharia per determinare l'esito dei casi giudiziari in Germania, ha anche stabilito un precedente che quasi certamente sarà utilizzato in futuro dai difensori dei matrimoni precoci e di altre leggi straniere.

Inoltre, insistendo sul fatto che la legittimità dei matrimoni infantili sia vagliata caso per caso, la Corte ha aperto la porta alle cosiddette eccezioni culturali, ossia quelle sancite dalla sharia, che non fissa alcun limite di età al matrimonio.

Winfried Bausback, un legislatore bavarese, che ha contribuito a redigere la legge che vieta i matrimoni precoci, si è detto indignato per la decisione della Corte:

"A causa della nostra Costituzione e nell'interesse dei minori, nel caso in questione, dovrebbe esserci una sola risposta: questo matrimonio avrebbe dovuto essere nullo sin dall'inizio.

"La Germania non può, da un lato, essere contraria alle nozze precoci che si contraggono in altre parti del mondo, e, dall'altro, essere favorevole alla celebrazione di tali matrimoni sul suolo tedesco. (...) In tal caso, non può essere compromesso l'interesse superiore del bambino. (...) Qui si parla della tutela di bambini e minori sancita costituzionalmente!"

Il giornalista Andreas von Delhaes-Guenther ha scritto:

"Alla fine, è una questione di principio fino a che punto la Germania voglia accettare una legge straniera totalmente contraria alle nostre leggi che regolano questioni importanti. Ci sono voluti secoli per rimuovere il Medioevo dal nostro diritto; non dobbiamo ora riportarlo indietro per motivi di presunta tolleranza o perché occorre 'vagliare caso per caso'. Piuttosto, dobbiamo dire che in Germania, la legge tedesca vale per tutti, soprattutto per quanto concerne fondamentali interessi giuridici, quali la vita, la salute – oppure il benessere dei minori, il cui limite di età per contrarre matrimonio è immutabile.

"Dovremmo considerare un'altra cosa: i giudizi vengono emessi 'in nome del popolo'. Questo popolo ha chiaramente detto attraverso i propri rappresentanti nel Bundestag che non vuole più ritenere legali i matrimoni infantili".

I tribunali tedeschi e la legge della sharia

I tribunali tedeschi fanno sempre più riferimento alla legge della sharia e si rimettono a essa perché gli attori o i convenuti sono musulmani. Secondo gli oppositori, i procedimenti giudiziari – soprattutto quelli in cui la legge tedesca ha un ruolo secondario rispetto alla legge della sharia – riflettono una pericolosa ingerenza della legge islamica nel sistema giuridico tedesco.

Nel novembre 2016, ad esempio, un tribunale di Wuppertal stabilì che sette islamisti che avevano formato una ronda per far rispettare la sharia per le strade della città non avevano violato le leggi tedesche e avevano semplicemente esercitato il loro diritto alla libertà di parola.

Nel settembre del 2014, l'autoproclamata "polizia della sharia" suscitò lo sdegno dell'opinione pubblica distribuendo volantini gialli in cui si annunciava la costituzione di una "zona controllata dalla sharia" a Elberfeld, un quartiere di Wuppertal. I "poliziotti" esortavano i passanti musulmani, e non, a frequentare le moschee e ad astenersi da alcol, droghe, gioco d'azzardo, musica, pornografia e prostituzione.

Il procuratore di Wuppertal, Wolf-Tilman Baumert, affermò che gli uomini, indossando giubbotti di colore arancione con la scritta "SHARIAH POLICE", avevano violato una legge che vieta di indossare uniformi durante le manifestazioni pubbliche. Questa legge, che proibisce in particolare le uniformi che esprimono idee politiche, era stata inizialmente concepita per impedire ai gruppi neonazisti di sfilare in pubblico. Secondo Baumert, i giubbotti erano illegali perché avevano un "deliberato effetto intimidatorio e militante".

La Corte distrettuale di Wuppertal stabilì che i giubbotti, che non potevano essere considerati delle uniformi, non costituivano affatto una minaccia. Il tribunale disse che i testimoni e i passanti non avrebbero potuto sentirsi intimiditi da quegli uomini e che condannarli avrebbe significato violare la loro libertà di espressione. La sentenza "politicamente corretta", che poteva essere impugnata, di fatto, autorizzava la "polizia della sharia" a continuare ad applicare la legge islamica a Wuppertal.

L'11 gennaio 2018, tuttavia, la Corte federale di giustizia ha annullato la decisione del tribunale di Wuppertal e ha sentenziato che i sette subissero un nuovo processo perché avevano violato la legge che vieta l'uso delle uniformi.

La legge della sharia ha interferito con l'ordinamento giudiziario tedesco agendo indisturbata per quasi due decenni. Qui di seguito alcuni esempi:

Nell'agosto 2000, una corte di Kassel ordinò a una vedova di condividere la pensione del defunto marito marocchino con un'altra donna con cui l'uomo era anche sposato. Anche se la poligamia è illegale in Germania, il giudice stabilì che le due vedove dovevano condividere la pensione, conformemente alla legge del Marocco.

Nel marzo del 2004, un tribunale di Coblenza concesse alla seconda moglie di un iracheno residente in Germania il diritto di soggiorno permanente nel paese. La Corte stabilì che dopo cinque anni di matrimonio poligamico in Germania sarebbe stato ingiusto pretendere che la donna facesse ritorno in Iraq.

Nel marzo del 2007, una giudice di Francoforte citò il Corano in una causa di divorzio che coinvolgeva una donna tedesca di origine marocchina che era stata ripetutamente picchiata dal marito connazionale. Anche se la polizia aveva ordinato all'uomo di stare lontano dalla ex moglie, egli continuò ad abusare di lei, minacciandola perfino di ucciderla. La giudice Christa Datz-Winter si rifiutò di accordare il divorzio, citando il versetto 34 della Sura 4 del Corano, che giustifica "sia il diritto del marito di utilizzare le punizioni corporali contro una donna disobbediente sia la superiorità del marito nei confronti della moglie". La giudice fu poi rimossa dal caso.

Nel dicembre del 2008, un tribunale di Düsseldorf condannò un uomo turco a corrispondere alla sua ex figliastra una dote di 30mila euro (32mila dollari), ai sensi della sharia.

Nell'ottobre del 2010, un tribunale di Colonia stabilì che un uomo iraniano doveva pagare alla sua ex moglie 162mila euro (171mila dollari), l'attuale controvalore di 600 monete d'oro, in linea con quanto disposto dal contratto di matrimonio islamico.

Nel dicembre del 2010, un tribunale di Monaco stabilì che una vedova tedesca aveva diritto solamente a un quarto del patrimonio lasciatole dal defunto marito, che era nato in Iran. La Corte assegnò, ai sensi della sharia, gli altri tre quarti dell'eredità ai parenti dell'uomo che vivevano a Teheran.

Nel novembre del 2011, un tribunale di Siegburg permise a una coppia iraniana di divorziare due volte, la prima con una sentenza pronunciata da un giudice tedesco, secondo la legge tedesca, e la seconda davanti a un religioso iraniano, ai sensi della sharia. Per il capo della Corte Distrettuale di Sieburg, Birgit Niepmann, la sentenza della sharia "era un servizio del tribunale".

Nel luglio del 2012, un tribunale di Hamm condannò un uomo iraniano a pagare alla sua ex moglie un mantenimento, come previsto nel contratto di matrimonio in caso di divorzio. La causa riguardava una coppia che si era sposata con rito islamico in Iran, si era poi trasferita in Germania e infine separata. Come da accordo matrimoniale, il marito aveva promesso di pagare alla moglie 800 monete d'oro, pagamento da effettuare su richiesta. Il tribunale stabilì che il marito desse alla moglie 213mila euro (225mila dollari), l'attuale controvalore delle monete.

Nel giugno 2013, un tribunale di Hamm stabilì che chiunque contragga matrimonio secondo la legge islamica in un paese musulmano e poi chieda il divorzio in Germania deve rispettare le condizioni del contratto di matrimonio stabilite dalla sharia. La sentenza di riferimento ha in effetti legalizzato la pratica della sharia del "triplo talaq" secondo cui si può divorziare pronunciando tre volte la frase "Io ti ripudio".

Nel luglio del 2016, un tribunale di Hamm ordinò a un libanese di pagare alla sua ex moglie un assegno di mantenimento, come previsto nel contratto di matrimonio in caso di divorzio. La causa riguardava una coppia che si era sposata con rito islamico in Libano, in seguito trasferita in Germania e poi separata. Come da accordo matrimoniale, il marito aveva promesso di pagare alla moglie 15mila dollari. Il tribunale tedesco stabilì che l'uomo versasse alla donna l'equivalente di 15mila dollari in euro.

In un'intervista a Spiegel Online, Mathias Rohe, esperto di Islam, ha affermato che l'esistenza di strutture giuridiche parallele in Germania è una "espressione della globalizzazione". E ha aggiunto: "Noi applichiamo la legge islamica proprio come facciamo con la legge francese".

Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 8:27 pm

Giulio Meotti
18 febbraio 2019

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 3024697249

“In 50 anni, paesi come Belgio e Francia potrebbero essere totalmente islamizzati”. Lo ha appena detto lo scrittore algerino Boualem Sansal alla radio pubblica belga. “Non sono parole scioccanti, è ciò che osservo. Dire che l'islamismo dominerà non significa che tutti i francesi o i belgi diventeranno musulmani. C'è una minoranza attiva, coloro che si sottomettono e che la accompagnano per ragioni tattiche, perché commerciamo con i paesi arabi e non vogliamo scandalizzare Sua Maestà il Sultano dell'Arabia Saudita. È un processo che sta avvenendo a velocità diverse. Ma non abbiamo visto un declino negli ultimi trent'anni, aumenta soltanto. I governi europei sono legati mani e piedi di fronte all'ascesa dell'islamismo”. È quello che ha detto ieri anche Alain Finkielkraut su Bfmtv dopo le minacce di morte a Parigi da parte di un convertito all'islam: “L'uomo barbuto mi dice 'la Francia è nostra'. Questa terribile frase significa: siamo la Grande Sostituzione e tu sarai il primo a pagare”. Sono gli ultimi intellettuali europei a parlare apertamente in questo modo, a rischio per la propria vita. Tutti gli altri sono entrati in modalità sindrome di Stoccolma, compresi tanti che stimavo.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 1:18 pm

Vescovi tedeschi: "Il cristianesimo rischia di sparire dalla Germania"
Gerry Freda - Ven, 03/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ves ... 88221.html

Secondo i vertici cattolici e protestanti tedeschi, la graduale scomparsa del cristianesimo in Germania procederà di pari passo con un aumento costante della presenza islamica nel Paese

Le autorità cattoliche e luterane della Germania hanno di recente lanciato l’allarme circa la graduale “scomparsa del cristianesimo” nel Paese teutonico.

I vertici delle due confessioni hanno infatti denunciato la costante diminuzione dei cittadini tedeschi che si dichiarano fedeli in Cristo, certificata da un recente dossier sugli effetti della secolarizzazione e dei flussi migratori sulle storiche comunità religiose nazionali.

Nel rapporto in questione, curato dalla Conferenza episcopale di Berlino in collaborazione con la Chiesa evangelica di Germania e con ricercatori dell’università di Friburgo in Brisgovia, si evidenzia la “profonda irreligiosità” della società tedesca contemporanea, incline ormai a considerare i valori spirituali “poco importanti” per la vita di tutti i giorni. Sempre più cittadini teutonici, inoltre, considererebbero il cristianesimo come un sistema di principi “adatto esclusivamente alla Germania e all’Europa del passato” piuttosto che al contesto globale attuale.

Il crescente distacco dei Tedeschi dal retaggio culturale cristiano farà sì, in base alle previsioni contenute nel documento, che nel 2050 cattolici e protestanti costituiranno una “minoranza” nel Paese del papa emerito Ratzinger. Nella Germania del futuro, infatti, i fedeli passeranno dagli attuali 45 milioni di individui a “meno di 20 milioni”, decretando in questo modo la definitiva trasformazione della nazione teutonica in una realtà “scristianizzata”.

Nel Paese “post-cristiano” del 2050, inoltre, il vuoto lasciato da cattolici e protestanti verrà colmato dagli adepti di un’altra religione abramitica: l’islam. In tale anno, sempre in base al rapporto curato da vescovi e pastori, i fedeli musulmani stanziati in Germania eguaglieranno la somma di cattolici e protestanti, passando dagli attuali 4,7 milioni a quasi 20 milioni. Tale incremento della presenza musulmana nella nazione teutonica viene attribuito dal documento, oltre al crescente “disinteresse” dei nativi per la loro identità cristiana, principalmente all’“alto tasso di natalità” riscontrabile nelle comunità di immigrati africani e mediorientali.

I dati sul progressivo abbandono della fede cristiana da parte delle nuove generazioni di tedeschi hanno subito indignato la formazione politica nazionalista AfD. Gli esponenti del partito sovranista hanno infatti reagito ai moniti contro la scristianizzazione della Germania contenuti nel dossier accusando i governi del passato e quello attuale, capeggiato da Angela Merkel, di non avere salvaguardato con forza l’identità nazionale tedesca e di avere incoraggiato la “perdita di valori” all’interno della società. I partiti tradizionali, Cdu e Spd, sono stati poi biasimati dai deputati di AfD per avere “alzato bandiera bianca” davanti all’aggressiva penetrazione dell’islam nel Paese.


Alberto Pento
Anche in questo articolo (sia da parte dei prelati cristiani che del giornalista) si confonde la religiosità con la spiritualità che in realta sono cose assai diverse, connesse ma diverse; la religiosità è una ideologizzazione, una interpretazione, una manipolazione ideologica e idolatra della spiritualità che quando è eccessiva, ossessiva e parossistica può mortificare e negare la spiritualità stessa come nel caso dell'islamismo o islamesimo.
Perdere la religiosità non significa perdere la spiritualità, è più facile che una persona divenuta areligiosa (o atea) acquisti vera coscienza della propria spiritualità naturale che è universale, comune a tutte le cose e a tutte le creature, assoluntamente areligiosa e coincidente con il semplice vivere ed esistere e indipendente dalle credenze idolatre sull'idolo e sull'aldilà e dalle magie delle cerimonie rituali.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 8:22 pm

Francia. La strage di Parigi non è un fulmine a ciel sereno
LeoneGrotti
4 ottobre 2019

https://www.tempi.it/francia-attentato- ... rage-islam

Mickael Harpon, 45enne di Martinica, ha ucciso ieri quattro agenti nella prefettura della polizia di Parigi. Si era convertito all’islam e la notte prima dell’attentato ha gridato due volte «Allahu Akbar», secondo un vicino
francia attentato parigi

Mickael Harpon, 45enne di Martinica, tecnico informatico della prefettura di polizia di Parigi, era stato convocato dal suo responsabile per spiegare perché da qualche mese non salutava più le donne in ufficio. Il colloquio non ha mai avuto luogo perché ieri Harpon ha ucciso con un coltello di ceramica, sfuggito ai metal detector, quattro agenti prima di essere abbattuto all’interno della prefettura.

Parigi è sotto shock per l’attacco, una strage senza precedenti all’interno del luogo che più rappresenta la tutela della sicurezza nella capitale francese. Ancora non accertato del tutto se si tratti di terrorismo, ma alcuni elementi biografici di Harpon destano sospetti.

CONVERTITO ALL’ISLAM

Nonostante tutti abbiano affermato che l’uomo, con problemi di sordità, non ha mai presentato problemi comportamentali nei suoi quasi 20 anni di servizio, secondo il Figaro 18 mesi fa si era convertito all’islam dopo il matrimonio con Ilham Eddibes, anche lei musulmana e con problemi di sordità. La donna è stata arrestata e interrogata, ma non si conoscono ancora i dettagli, se non che Harpon era scontento per i mancati avanzamenti di carriera.

LA NOTTE PRIMA HA GRIDATO «ALLAHU AKBAR»

Come riporta il Corriere, i vicini parlano di «una persona tranquilla, lo vedevamo andare in moschea, era musulmano sì ma non abbiamo mai notato segni di radicalizzazione». Altri spiegano che si era convertito da ben più di 18 mesi e nella moschea di Gonesse entrava spesso vestito con la gellaba. Il dettaglio inoltre che non stringesse più la mano né salutasse le colleghe è quanto meno sospetto. Infine, un vicino di casa di Harpon l’ha sentito gridare la notte prima dell’attentato due volte «Allahu Akbar».

IL RAPPORTO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE

Se gli inquirenti accerteranno la natura terroristica della strage, non si può parlare di fulmine a ciel sereno. A giugno infatti è stato pubblicato un rapporto dell’Assemblea nazionale francese sulla presenza di soggetti radicalizzati nei servizi pubblici più delicati. Il rapporto parlava dei “Fiches S”, cioè delle persone sotto osservazione per radicalizzazione a carattere terrorista. Harpon, a quanto sembra, non era in quella lista. Ma secondo il rapporto, 10 mila dei 21 mila schedati sono “attivi” e oltre 1.500 individui «esercitano o hanno esercitato una o più professioni qualificate come “sensibili” in ragione della natura dell’attività esercitata (trasporto terrestre, aereo, attività private di sicurezza…) o dell’accoglienza nel settore pubblico».

Il rapporto sottolineava che la «prevenzione e l’identificazione della radicalizzazione è ancora poco sviluppata» nel settore della sanità, dell’istruzione, specie universitaria, delle attività sportive, della sicurezza privata ma anche della polizia municipale. Ecco perché, secondo i deputati, serve una «presa di coscienza urgente» del problema, soprattutto in vista del reclutamento di «migliaia di agenti di sicurezza in vista dei Giochi olimpici di Parigi del 2024».
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 8:22 pm

Francia: 27.000 poliziotti francesi in corteo di protesta
7 ottobre 2019

https://www.islamnograzie.com/francia-2 ... gwp98f4OR8


Circa 27.000 agenti di polizia francesi hanno organizzato una “marcia della rabbia” per le strade di Parigi per protestare contro su una serie di questioni, tra cui le cattive condizioni di lavoro, il morale basso, i tassi di suicidio in aumento, e la mancanza di risorse.

Gli organizzatori della manifestazione, chiamata “March of Angry“, hanno fatto riferimento ad essa come qualcosa che non è mai stato vista prima con circa 150.000 persone che hanno preso parte alla marcia in tutto il paese.

La manifestazione rappresenta il primo sciopero della polizia in Francia da quasi due decenni.

I sindacati di polizia sperano che l’evento trasmetta un forte messaggio al presidente francese Emmanuel Macron, sul morale basso più di quanto lo sia mai stato, con un numero dei suicidi tra i poliziotti mai registrato prima. Fonte: Telegraph.

Quest’anno, 52 agenti di polizia hanno perso la vita, rispetto a una media annuale già alta di 42.

“Siamo qui per lottare per le nostre condizioni di lavoro e, soprattutto, per rendere omaggio ai nostri colleghi che hanno preso le loro vite”, ha detto Damien, un vecchio ufficiale da 24 anni nella polizia dei trasporti di Parigi.

Secondo Cyril Benoit, un ufficiale con due decenni di esperienza nelle forze dell’ordine, le proteste dei gilet gialli avevano dato un tributo significativo agli agenti di polizia.

Benoit ha motivato l’aumento dei suicidi tra la polizia per “fatica fisica e psicologica” e per le pressioni da alti ufficiali.

“C’è sempre stato un po ‘di pressione sulla polizia, ma mai come in questo periodo”, ha detto ai giornalisti di AFP.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 8:23 pm

ALZIAMO LE PALPEBRE

https://www.facebook.com/groups/1349427 ... 061195127/


Ho vissuto quasi due anni in Francia.
Sono rientrata in Italia a gennaio ma torno spesso in Provenza.
In tutto il territorio francese la situazione è gravissima. L'islamizzazione si sta espandendo a macchia d'olio e si sta ormai radicando.
Non c'è stato argine. Il laicismo anticristiano ha promosso l'islam che ha riempito uno spazio lasciato drammaticamente vuoto. Oggi i cattolici sono una minoranza ad alto rischio.
Macron sostiene e spinge l'attacco all'identità della sua nazione così come supporta le lobbies che attaccano la famiglia naturale.
La perdita valoriale è sconvolgente: droga, alcool, suicidi, depressione infantile.
C'è ormai un'insicurezza diffusa. Ci sono bande afroislamiche che dettano legge in molti territori. In molte zone le donne hanno modificato il loro abbigliamento, non escono dopo il tramonto e hanno perso la loro libertà. Gli stupri non si contano più ma molte hanno paura di denunciare perché gli aggressori non vengono puniti. Viene detto che questi non possono sapere che lo stupro è un reato perché nella loro "cultura" le donne non hanno volontà e questi uomini non sanno che bisogna rispettarle, soprattutto se poi sono considerate infedeli.
Sono aumentati gli sgozzamenti e gli accoltellamenti ma gli islamici che li compiono, vengono considerati depressi o psicolabili e giustificati dallo Stato.
Sono aumentati i bambini e gli adolescenti che scompaiono ma tutto tace sulla pedofilia diffusa e senza freni.
Ci sono bande che si sparano con i kalashnikov per lo spaccio della droga e che non risparmiano la vita neanche a ragazzini e a turisti.
La poligamia è diffusa ovunque e tollerata.
Dalle case islamiche io stessa ho sentito provenire molto spesso urla e pianti di donne e di bambini anche di notte. Parlai anche con il Sindaco del paese in cui vivevo. Mi fu detto che nulla si poteva fare per aiutarli perché le loro donne non denunciano le violenze.
Un senso di impotenza incredibile.

Quando i Francesi organizzano eventi, anche piccoli, tipo mercatini, alzano alte gabbie di metallo per circondare lo spazio da rendere sicuro. Poi montano i varchi di ingresso dove il controllo di chi entra, viene fatto da poliziotti con il metal detector. Sulle strade a monte vengono posti grossi blocchi di cemento.
Se l'evento è diffuso in una zona più ampia, tutto il quartiere viene blindato.
Per eventi più importanti viene schierato direttamente l'esercito.
La polizia viene spesso attaccata anche in caserma, al grido di "Allah Akbar" così come accade anche a molti sacerdoti e ai Vigili del Fuoco.

Andare a Messa significa porsi in una situazione rischiosa. Quando i sacerdoti decidono di fare piccole e brevi processioni, interviene a protezione la Polizia nazionale.
Le chiese che vengono profanate, vandalizzate e incendiate, non si contano più. Le chiese chiuse o trasformate in altro sono tantissime. Le moschee, invece, aumentano sempre più e l'assassinio di Notre Dame non ha provocato in me stupore.
Nei luoghi pubblici non si possono indossare segni cristiani. Se gli studenti li indossano, anche se in modo rispettoso e nascosto, e anche se frequentano scuole cattoliche ma con insegnanti pagati dallo Stato, vengono puniti severamente se sono scoperti.
Non possono essere esposti presepi, neanche in luoghi pubblici interni personali, se sono stati benedetti.
Ovviamente agli islamici è permesso tutto. Indossare il velo. Interrompere le attività lavorative per la preghiera. Mettere a rischio i colleghi durante il digiuno per il Ramadan.
E così via.
Un mio amico pompiere mi ha raccontato che dovevano partire per una missione particolare e che non potevano portare con sé uomini debilitati dal digiuno. La situazione si è risolta solo con l'intervento di un Imam.

In realtà il laicismo non è nato super partes.
È anticristiano.
L'Europa ha deciso di suicidarsi e la colpa è nostra perché non abbiamo difeso le nostre radici, la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni, non abbiamo saputo custodire ciò che siamo e la nostra identità.
Non è troppo tardi.
Svegliamoci e difendiamo l'Italia.

Simona Abbate


Alberto Pento
Io sono laico e sono profondamente, radicalmente, assolutamente contro il nazismo maomettano.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 8:23 pm

Prigionieri dell’Islam La Francia sottomessa
22 gennaio 2020
Giulio Meotti

http://www.italiaisraeletoday.it/prigio ... N591PfJgmM

“Centocinquanta quartieri francesi sono sotto il controllo degli islamisti”. Lo rivela un documento segreto del servizio segreto interno francese uscito sul Journal du dimanche. È una mappa chiesta dal ministro Castaner in persona. Si trovano dalle banlieue parigine alle regioni del nord.

Dove la sottomissione è già stata imposta, gli ebrei sono fuggiti, le donne girano velate fin dall’infanzia, la strada è indistinguibile da un qualunque posto del Medio Oriente, la moschea decide tutto e gli imam incitano alla lotta contro l’Occidente.

Sono i quartieri da cui preparano la guerra. In una democrazia sana, questa sarebbe la prima notizia. Ma siamo malsani. E la notizia in italiano la troverete soltanto qui.



Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/01/2020, a pag.2, con il titolo 'Gli islamisti controllano 150 quartieri francesi', il commento di Giulio Meotti.
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... k.facebook


Roma. “Il 5 gennaio, dopo l'attentato a Villejuif (un morto, ndr), il ministro dell'Interno, Christophe Castaner, ha inviato un telegramma ai prefetti chiedendo loro di convocare i gruppi di valutazione dipartimentali. La Dgsi, direzione generale del controspionaggio interno, aveva appena mappato 150 distretti `in possesso', a suo dire, degli islamisti: un documento classificato come segreto e che non è stato divulgato, a eccezione degli Interni, neppure ai ministri interessati".
È l'esclusiva resa nota dal settimanale Journal du dimanche. Quindici anni fa si scopri che le autorità francesi avevano un elenco di 750 "Zones Urbaines Sensibles", aree urbane cadute nell'illegalità, no-go zone. Adesso, per la prima volta, si ammette l'esistenza di un numero preciso di queste zone, quartieri, enclave, finite nelle mani dei fondamentalisti islamici e che le plasmano secondo la loro ideologia di sottomissione.
Oltre ad alcuni sobborghi di Parigi, Lione e Marsiglia, da tempo interessati dal fenomeno, ci sono diverse città del nord: tra le altre Maubeuge, dove l'Unione dei democratici musulmani francesi ha raggiunto il 40 per cento in un seggio elettorale e dove "la situazione è allarmante"; l'agglomerato di Denin; Roubaix, dove "la situazione sta assumendo proporzioni preoccupanti", secondo un prefetto. Ma anche aree più inaspettate, come l'Alta Savoia o nell'Ain, ad Annemasse, Bourg-en-Bresse, Oyonnax o Bourgoin-Jallieu. Ancora più sorprendente, "la comparsa di microterritori in zone improbabili", continua il prefetto, come Nogent-leRotrou, nell'Eure-et-Loir. Come conseguenza dell'accoglienza mediatica riservata al libro del politologo Bernard Rougier, "Les territoires conquis de l'islamisme", l'esecutivo sembra deciso a prendere sul serio questa frattura francese. "L'islamismo è una macchina per distruggere la Francia", dice Rougier al settimanale Marianne di questa settimana.
Negli stessi giorni arriva nelle librerie il volume "Les émirats de la République", sottotitolo: come gli islamisti prendono possesso delle banlieue. L'autore, François Pupponi, è l'ex sindaco socialista di Sarcelles, uno di quei 150 quartieri sotto scacco da parte dell'estremismo musulmano. Pupponi denuncia una vera e propria minaccia islamista alla Francia. Spiega nel suo libro che anche molti immigrati musulmani sono pronti a votare per Marine Le Pen "pur di trovare pace in certi quartieri". L'esempio più eclatante di infiltrazione islamica politica è quello di Garges-lès-Gonesses, spiega Pupponi, dove Samy Debah, fondatore del Collettivo contro l'islamofobia in Francia, vicino ai Fratelli musulmani, è vicino a diventare il primo cittadino di questo comune di 42 mila abitanti. Per Pupponi, "cercheranno di imporre nei nostri territori un certo numero di regole contrarie a quelle della Repubblica. Questo è quello che sta accadendo in tutto il mondo e sta già accadendo in alcuni dei nostri quartieri. Ciò che mi traumatizza di più è l'incapacità della nostra Repubblica di agire. Dobbiamo combattere l'islamismo come abbiamo combattuto il nazismo e lo stalinismo". Parole che pesano. Assieme a quel numero, centocinquanta, che conferma quanto aveva già detto nel libro Un président ne devrait pas dire ça proprio François Hollande, non certo uno della destra lepenista: "Come possiamo evitare la partizione? Perché è quello che sta succedendo: la partizione".


Gino Quarelo
Continuano a usare l'improprio termine di islamista invece che islamico (o nazi maomettano) che sarebbe quello più giusto e così continuano ad ingannare se stessi e la gente come se vi fossero due tipi di Islam uno buono e uno cattivo mentre in realtà quello buono non esiste ed esiste invece solo quello cattivo che è quello vero ossia quello di Maometto che fu il primo terrorista assassino islamico o mussulmano.
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar lug 21, 2020 5:58 pm

Il futuro dell’Europa sarà quello del Libano
Davide Cavaliere
21 luglio 2020
(Traduzione italiana a cura di Emanuel Segre Amar e Niram Ferretti)

https://www.corriereisraelitico.it/il-f ... el-libano/

Bat Ye’or, ovvero “Figlia del Nilo”, è lo pseudonimo della storica e saggista Gisèle Littman. Autrice di studi pionieristici sulla condizione sociale delle minoranze religiose nel mondo islamico e per aver introdotto i termini “dhimmitudine” ed “Eurabia”. Col primo indica lo stato di sottomissione al dominio islamico di territori e popolazioni, col secondo la teoria geopolitica che mira alla fusione delle due sponde del Mediterraneo. Nella presente intervista, si affronta anche il tema del riciclo dei gerarchi nazisti in seno all’Unione Europea. I lavori di Bat Ye’or sono pubblicati in Italia dall’editore Lindau di Torino.

Ha accettato di rispondere ad alcune domande per il Corriere Israelitico.

Nel suo lavoro, specialmente nel celebre Eurabia: l’Asse euro-araba, lei ha messo in evidenza la natura antisionista e filo-araba dell’Unione Europea. Puoi spiegarci, in generale, quali sono gli interessi che legano l’Europa al mondo arabo?

Gli interessi sono variati dagli anni ’60, quando la strategia di Eurabia fu elaborata. Tuttavia, non è nata dal nulla. Già dalla Prima Guerra Mondiale, in termini energetici, il petrolio era un elemento essenziale dello sviluppo industriale ed economico per l’Europa e motivava una politica di avvicinamento euro-arabo. D’altra parte, la Francia e la Gran Bretagna erano imperi musulmani già nel XIX secolo, abitati da numerose popolazioni musulmane, le cui metropoli temevano l’ostilità religiosa. Dopo la decolonizzazione, i paesi europei vollero creare con i paesi musulmani una politica mediterranea privilegiata, che escludesse gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Questa strategia fu rivendicata dai circoli gollisti negli anni ’60 ed era accompagnata da una vasta gamma di relazioni commerciali, politiche, strategiche e culturali privilegiate.

Sul piano religioso, l’intero mondo cristiano, in particolare il Vaticano, e il mondo musulmano si sono opposti al sionismo sin dalle sue prime manifestazioni. Solo pochi movimenti di minoranze cristiane erano a favore. Dopo la Dichiarazione di Balfour e la Dichiarazione di Sanremo (1920), che ratificarono la creazione di un futuro Stato Ebraico, si stabilì una collaborazione antisemita internazionale islamo-cristiana. Collaborazione che si manifestò alla Conferenza di Evian (1938) con il rifiuto dei paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, di accogliere gli ebrei tedeschi e austriaci perseguitati dal regime nazista. Nei paesi arabi, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, le masse arabe e musulmane si entusiasmavano del nazismo e del fascismo; i leader politici e militari arabi suggellarono alleanze con i nazisti, i fascisti e i collaborazionisti. Nel 1947, due anni dopo la pace, la giudeofobia era ancora diffusa in Europa, mantenuta dagli stessi funzionari collaborazionisti rimasti al loro posto dopo la guerra e legati ai popoli arabi dalla stessa ideologia di sterminio del popolo ebraico. La sopravvivenza di Israele dopo l’aggressione di cinque eserciti arabi ben equipaggiati militarmente e sostenuti in Palestina dalle milizie arabo-naziste di Amin al-Husseini (1947-1948), avvenne nonostante l’Europa. Tutti i documenti di quel periodo lo confermano. Da qui la creazione di un organo del tutto speciale, l’UNRWA, per accogliere gli arabi della Palestina che fuggivano dai combattimenti nei paesi arabi fratelli di cui avevano preteso l’intervento militare per sterminare gli ebrei.

Dal 1967-1969 vediamo la rinascita, nella Francia gollista, di queste reti di collaborazione euro-arabe forgiate dall’alleanza dei nazisti con i popoli arabi nella comune volontà politica genocidaria del popolo ebraico. Questa situazione è stata denunciata e combattuta da intellettuali e politici. Il 15 dicembre 1973, a Copenhagen, i nove paesi della Comunità Europea presero ufficialmente le parti dell’OLP e nel settembre del 1977 una dichiarazione in tal senso venne fatta all’ONU. Oramai, gli arabi di Palestina, Arafat e l’OLP incarnano l’arma di distruzione dello Stato d’Israele in favore del movimento antisemita europeo che, sotto la copertura di antisionismo, può esprimersi apertamente nel contesto di una politica convergente dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri. Questa tendenza diventa molto popolare in Europa ed è una mappa essenziale della sua politica.

L’Unione Europea si è dimostrata ostile alle sovranità nazionali, considerate un’eredità del passato da abbandonare a favore di istituzioni sovranazionali. Israele, al contrario, è uno stato nazionale geloso della sua indipendenza e dotato di una forte identità. In che misura ritienie che i pregiudizi antinazionali dell’Unione Europea abbiano pesato sulla sue relazione con lo Stato Ebraico?

Non credo che questi pregiudizi antinazionali abbiano avuto molta influenza sull’antisionismo europeo. L’Europa stessa promuove un nazionalismo inesistente, lo pseudo-palestinismo, che ha creato e sostiene a suon di miliardi. D’altra parte, tutti i paesi arabi sono ultra-nazionalisti, così come la Turchia, la Cina, il Giappone e molti altri paesi. L’Unione Europea vuole sopprimere le frontiere del suo continente, riprendendo un progetto creato nel 1938 da Walter Hallstein che promuoveva un’Europa senza frontiere guidata dal 3 ° Reich e Judenrein. Hallstein, che fu un eminente nazista, fu eletto dai leader europei primo presidente della Commissione europea (1956-67).

Nonostante il fallimento del comunismo, l’internazionalismo fu promosso dai partiti di sinistra. Bruno Kreisky, presidente dell’Internazionale socialista e diventato cancelliere austriaco (1970-83), rafforzò i legami della sinistra occidentale con il mondo islamico. Egli fu il primo statista a invitare Arafat alle Nazioni Unite e a dare una legittimità all’OLP, il cui progetto di sradicamento dello Stato Ebraico fu incarnato dal suo leader, Yasser Arafat, sostenuto dall’Unione Sovietica. Io credo che sia stato il progetto di Hallstein insieme alla politica di fusione e di collaborazione con il mondo arabo a determinare la retorica di un’Europa senza frontiere dall’insieme dei movimenti politici europei. I documenti dell’epoca menzionano la volontà di creare un potente blocco europeo in grado di competere con l’America che sarebbe collegato con gli Stati produttori di petrolio.

Quale futuro geopolitico e demografico prospetta per il Vecchio Continente?

Se le decisioni politiche prese dal 1973 che posero in essere la guerra nascosta dell’UE contro Israele – ora svelata pubblicamente dalla politica di Donald Trump – e che sono state la base dei meccanismi dell’immigrazione musulmana di massa in Europa, con le trasformazioni sociali, religiose, legali e culturali conseguenti saranno mantenute dalle élite al potere, il futuro è chiaro. Sarà quello del Libano, del declino dell’Europa nella dhimmitudine. Già da molto tempo il terrore jihadista ha soppiantato l’inviolabilità dei diritti umani in Europa, incluso il diritto elementare di ciascuno alla sicurezza.

Le nostre società sono fratturate dall’adesione di milioni di immigrati alla Sharia e dai loro legami con i loro paesi di origine ostili all’Occidente e alla sua civiltà giudeo-cristiana. La partecipazione europea allo jihad contro Israele ha pervertito i valori occidentali a tutti i livelli e diffuso i concetti islamici della cultura e della storia, che oggi impregnano l’Europa. Questa politica fu scientemente concepita, studiata e applicata in tutti i campi, dai comitati congiunti euro-arabi del Dialogo Euro-Arabo creati nel 1974 a Parigi sotto l’egida della Commissione europea, ed è il motivo per cui i capi di stato hanno piena responsabilità per le sue conseguenze. Dal 1973 l’Unione Europea ha instaurato un rapporto di vassallaggio con l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, da cui derivano alcuni vantaggi economici nel breve termine a scapito dei suoi interessi nel lungo termine.

In tutta Europa, compresa l’Italia, gli intellettuali che criticano l’Islam e il multiculturalismo sono censurati, denunciati e messi a tacere. Basti pensare a Robert Redeker, Eric Zemmour, Georges Bensoussan, Magdi Allam e molti altri. Quale sarà il ruolo del dissenso intellettuale nell’emergente Europa post-identitaria?

Io stessa sono stata criminalizzata senza prove, vittima di incitamenti all’odio e di ingerenze illegali ed erronee nella mia vita privata. Queste sono accuse che non subiscono nemmeno i criminali protetti dalla presunzione di innocenza. Si sono rese necessarie misure di protezione. Questa azione piena di odio mirava a screditare tutte le mie ricerche sulla dhimmitudine e la sua espansione in Europa tramite le reti del dialogo euro-mediterraneo guidate dalla Commissione europea e dalla Lega araba. Il totalitarismo intellettuale imposto dal pensiero unico e refrattario a tutte le riflessioni che lo contraddicono mi ha messa al bando dalla società. Essendo ebrea sono stata accusata di complottismo, un’accusa razzista contro gli ebrei proveniente dagli antisemitismi cristiani, ma ancora più virulenta nell’Islam. Pertanto mi considero vittima di un razzismo giudeofobico che ha sporcato il mio onore e la mia reputazione professionale.

Il ruolo della dissidenza intellettuale dovrà seguire criteri specifici in un’Europa che ha già adottato e integrato a livello sociale, giuridico, culturale e politico, alcuni vincoli della Sharia, dei concetti e comportamenti musulmani tradizionali nei confronti dei dhimmi, dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani accusati di apostasia, nei confronti delle donne e del Dar al-Harb, il territorio della miscredenza. A ciò si aggiunge una visione della storia e dei diritti dell’uomo secondo i principi della Sharia, vale a dire della fede e quindi, fondamentalmente, opposti ai criteri occidentali. Inoltre, sarà necessario conoscere l’ideologia jihadista che introduce l’inversione delle nozioni di aggressore e di aggredito, d’innocenza e di colpa, di giustizia e di crimine.

La dissidenza intellettuale dovrà definire i suoi obiettivi: difendere i suoi diritti democratici e i valori etici della civiltà giudaico-cristiana occidentale. Dovrà conoscere il suo campo di battaglia, che è quello di una dhimmitudine che lei rifiuta per rimanere libera e sfuggire al destino degli ebrei e dei cristiani ridotti allo stato di fossili dalle leggi del jihad e del dhimmitudine. Dovrà integrare e comprendere queste nozioni nella loro storicità e nella loro nocività politica attuale e individuare i loro canali di trasmissione, generalmente legati alla corruzione e all’antisemitismo. Dovrà accogliere i musulmani che prendono parte a questa guerra, perché non è una guerra contro l’islam, è una guerra per mantenere le nostre libertà e le nostre identità. I popoli d’Europa hanno il diritto di rifiutare la dhimmitudine. Tuttavia, tutto ciò di cui vi sto parlando è completamente ignorato dal grande pubblico e dagli intellettuali. E non ci si può opporre a qualcosa che non si vede, che non si capisce e per la quale non esiste una definizione. Ecco perché temo che quella che dovrebbe essere una battaglia di idee si trasformi in una confusione violenta che farà molte vittime innocenti senza portare progressi.

Nel suo libro più famoso, Eurabia, ha anche toccato il tema dell’islamizzazione dei patriarchi biblici e di Gesù. Oggi, un movimento che ha espresso posizioni anti-israeliane e antisemite, Black Lives Matter, denuncia le rappresentazioni “bianche” di Gesù. Vede, in questo atteggiamento, un nuovo tentativo di espropriare gli occidentali dalla loro cultura?

Il movimento Black Lives Matter è un movimento violento infiltrato dall’islamismo e dal palestinismo, che sfruttano uno storico conflitto americano per incitare all’odio contro i cristiani, gli ebrei e in generale contro i bianchi americani, al fine di seminare il caos attraverso conflitti razziali e etnici per distruggere l’America. Bisogna anche vederci una manovra del Partito Democratico per eliminare Trump e prendere il potere. La denuncia di Gesù “bianco” aggiunge un elemento razziale alla giudeofobia e alla cristianofobia islamica che islamizza la Bibbia, cioè le basi dell’ebraismo e del cristianesimo, per impiantarci l’Islam. Molti afroamericani si oppongono a questo movimento che ha incendiato anche le capitali europee.

Personalmente, non avrei alcuna obiezione alla rappresentazione umana di Gesù sotto una forma africana se ciò può servire ad avvicinarlo ai cristiani africani. Per i credenti cristiani Gesù è una forma di Dio e il suo messaggio come ebreo è universale.

Mi permetta un’osservazione sul mio libro Eurabia. È forse il più famoso, ma non è il più importante per me. Attribuisco questo ruolo a Il Declino della Cristianità sotto l’Islam, dal jihad alla dhimmitudine (Lindau) perché è lì che definisco il concetto cruciale di dhimmitudine come caratteristica storica delle popolazioni sconfitte dal jihad in tre continenti, L’Africa, l’Asia e l’Europa. Lì sviluppo gli argomenti e fornisco i criteri. Per me Eurabia è stato uno studio delle manifestazioni della dhimmitudine nel ventesimo secolo in alcuni paesi europei che non furono conquistati dal jihad e i cui governi l’hanno accolta con entusiasmo. Eurabia esamina principalmente la Francia, ma un’analisi degli altri paesi della comunità, l’Italia ai tempi di Aldo Moro (Lodo Moro) e di Giulio Andreotti, della Gran Bretagna, dei paesi scandinavi, in particolare della Norvegia (non membro della UE), darebbe un’immagine molto più cupa.

Lei ha conosciuto Oriana Fallaci. Puoi dirci qual è il suo ricordo della grande giornalista italiana?

Non ho mai incontrato Oriana. Si è messa in contatto con me qualche tempo prima di morire attraverso un amico comune che conosceva il mio lavoro e le ha dato il mio indirizzo. Oriana mi scriveva spesso per informazioni. Soffriva enormemente per non poter tornare in Italia e soprattutto per l’odio che il mondo politico aveva per lei in quel momento. lei capiva molto bene cosa sarebbe successo in futuro. L’incubo di veder distruggere la magnifica Italia con i suoi monumenti, le sue opere d’arte, la ricchezza senza pari del suo patrimonio storico, la tormentava incessantemente. Ho provato a consolarla, ma non sono sofferenze che le parole possano lenire.



Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2526
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Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar lug 21, 2020 5:59 pm

Razzismo dei neri contro i bianchi
viewtopic.php?f=196&t=2913

Razzismo contro i bianchi euroamericani, non né possiamo più del razzismo dei neri africani, dei sinistri e dei nazi maomettani
Io sto con i poliziotti che hanno difeso la legge e il buon diritto contro i criminali di qualsiasi colore.
Io sto con Abele e i 4 poliziotti che lo difendono e non con Caino e i suoi complici, difensori e sostenitori.
Io non mi inginocchio per la morte accidentale del delinquente abituale George Floyd.
Io sto con i figli di Abele e non con quelli di Caino che assomigliano al padre.
Io sto con l'uomo di buona volontà che si guadagna il pane con il sudore della fronte e non derubando il prossimo come i delinquenti abituali, i parassiti e certe mostruosità castuali che manipolano i valori, i doveri e i diritti umani naturali, universali e civili.



Forza Trump, gli uomini di buona volontà di tutta la terra sono con te!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 6418241981



Io sono un uomo bianco, orgogliosamente bianco e vivo nella terra della mia gente bianca che è l'Europa.
Se l'Africa è nera l'Europa è bianca.

Se gli africani neri hanno diritto all'Africa nera ciò vale anche per gli europei bianchi che hanno diritto all'Europa bianca.
Non solo bianca ma religiosa e non religiosa, atea, aidola, agnostica, giudaico cristiana, illuminata e laica.
L'Europa non è nera e nemmeno maomettana.
Lo spirito divino e umano non è soggetto alle manipolazioni delle ideologie e delle utopie politiche e religiose.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

Non vi è nulla di male ad essere bianchi, europei, occidentali, cristiani, ebrei e non religiosi.
Anzi è un di più per l'umanità che vi siano anche i bianchi, perché la ricchezza della diversità è un bene della vita, della terra, della creazione e dell'universo.
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