No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » gio ago 08, 2019 10:35 pm

La Turchia minaccia di riaccendere la crisi migratoria europea
Soeren Kern
8 agosto 2019

https://it.gatestoneinstitute.org/14685 ... ia-europea

La Turchia ha minacciato di riaprire le porte dell'immigrazione di massa in Europa, a meno che ai cittadini turchi non venga concessa la possibilità di recarsi nei paesi dell'Unione Europea senza dover richiedere il visto. La Turchia attualmente ospita circa 3,5 milioni di migranti e profughi – soprattutto siriani, iracheni e afgani. Molte di queste persone migrerebbero presumibilmente in Europa se avessero l'opportunità di farlo. Nella foto: il campo profughi di Adiyaman, in Turchia. (Fonte dell'immagine: UNHCR)

La Turchia ha minacciato di riaprire le porte dell'immigrazione di massa in Europa, a meno che ai cittadini turchi non venga concessa la possibilità di recarsi nei paesi dell'Unione Europea senza dover richiedere il visto. L'UE si è detta favorevole alla liberalizzazione dei visti in un accordo sui migranti UE-Turchia del marzo 2016, in cui Ankara si impegnava ad arginare i flussi migratori verso l'Europa.

I funzionari europei insistono sul fatto che se la Turchia ha ridotto il flusso di migranti non ha ancora soddisfatto tutti i requisiti per la liberalizzazione dei visti. Inoltre, il 15 luglio, i ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno deciso di sospendere i colloqui ad alto livello con Ankara, come parte delle sanzioni contro le attività di trivellazione di gas e petrolio condotte dalla Turchia al largo delle coste di Cipro.

In un'intervista al canale televisivo turco TGRT Haber del 22 luglio, il ministro degli Esteri turco Mevlut Çavuşoğlu ha dichiarato che la Turchia si sta ritirando dall'accordo sui migranti poiché l'UE non ha rispettato il suo impegno a garantire ai titolari dei passaporti turchi il libero accesso senza visto a 26 paesi europei. "Abbiamo sospeso l'accordo di riammissione", egli ha detto. "Non aspetteremo alla porta dell'UE".

Il giorno prima, il ministro dell'Interno turco Süleyman Soylu aveva accusato i paesi europei di lasciare la Turchia da sola a dover affrontare la questione migratoria. Nei commenti pubblicati dall'agenzia di stampa statale Anadolu Ajansi, Soylu ammoniva: "Siamo di fronte alla più grande ondata migratoria della storia. Se aprissimo le porte, nessun governo europeo sarebbe in grado di sopravvivere per più di sei mesi. Consigliamo loro di non mettere alla prova la nostra pazienza".

L'accordo sulla migrazione, entrato in vigore l'1 giugno 2016, è stato negoziato in tutta fretta dai dirigenti europei nel disperato tentativo di esercitare il controllo di una crisi in cui nel 2015 oltre un milione di migranti si sono riversati in Europa.

Ai sensi dell'accordo, l'UE si è impegnata a erogare alla Turchia 6 miliardi di euro, a garantire a 82 milioni di cittadini turchi di potersi recare in Europa senza dover richiedere il visto e a riavviare i colloqui di adesione affinché la Turchia possa unirsi all'UE. In cambio, Ankara ha accettato di arrestare i flussi di migranti verso l'Europa e di riprendersi tutti i migranti e i profughi che raggiungono illegalmente la Grecia dalla Turchia.

Attualmente, la Turchia ospita circa 3,5 milioni di migranti e profughi – soprattutto siriani, iracheni e afgani. Molte di queste persone migrerebbero presumibilmente in Europa, se avessero l'opportunità di farlo.

In risposta ai commenti di Çavuşoğlu, il portavoce dell'UE Natasha Bertaud ha ribadito che il costante rispetto dell'accordo sui migranti UE-Turchia da parte di Ankara resta uno dei presupposti per la liberalizzazione dei visti e per l'adesione all'Unione Europea.

In applicazione dell'accordo, i funzionari europei avevano promesso di accelerare il processo per abolire l'obbligo del visto per i cittadini turchi per recarsi nell'area Schengen (con confini aperti) entro il 30 giugno 2016 e di riavviare i colloqui di adesione della Turchia all'UE entro la fine di luglio del 2016.

Per ottenere l'abolizione dei visti, Ankara avrebbe dovuto rispettare appieno 72 criteri entro il 30 aprile 2016. Tali criteri includono: l'adeguamento delle caratteristiche di sicurezza dei passaporti turchi agli standard dell'Unione Europea; la condivisione di informazioni in merito ai documenti falsi e contraffatti utilizzati per viaggiare in UE e la concessione di permessi di lavoro ai migranti non siriani in Turchia.

I funzionari europei affermano che sebbene la Turchia abbia soddisfatto la maggior parte delle condizioni non ha rispettato quella più importante: ammorbidire le severe leggi antiterrorismo, che vengono utilizzate per mettere a tacere i gli oppositori del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.

Dopo il fallito colpo di Stato turco del 15 luglio 2016, più di 95 mila cittadini turchi sono stati arrestati e almeno 160 mila dipendenti pubblici, insegnanti, giornalisti, agenti di polizia e soldati sono stati licenziati o sospesi da varie istituzioni statali.

In risposta all'epurazione, il 13 marzo 2019, il Parlamento europeo ha chiesto la sospensione dei negoziati di adesione con la Turchia. "Sebbene il processo di adesione all'UE sia stato in un primo periodo un elemento di forte motivazione per l'attuazione di riforme in Turchia, negli ultimi anni si è registrato un netto regresso nei settori dello Stato di diritto e dei diritti umani", secondo il testo adottato.

Nel settembre del 1963, fu promessa per la prima volta alla Turchia l'adesione all'UE, quando Ankara firmò un "accordo di associazione" volto a stabilire un'unione doganale per aprire la strada all'eventuale adesione all'UE. La Turchia ha formalmente presentato domanda di adesione all'Unione Europea nell'aprile del 1987 e i negoziati sull'adesione iniziarono nell'ottobre del 2005.

I colloqui di adesione all'UE furono congelati nel dicembre del 2006 dopo che il governo turco si rifiutò di aprire i porti e gli aeroporti turchi per gli scambi commerciali da Cipro. Da allora, i colloqui sono proseguiti a intermittenza, ma il processo ha subìto una battuta d'arresto a causa dell'opposizione politica da parte di Francia e Germania, tra gli altri.

Se la Turchia dovesse unirsi all'UE, supererebbe la Germania per diventare il più grande membro dell'Unione Europea in termini di popolazione. Di conseguenza, il più grande Stato membro dell'UE sarebbe musulmano. Alcuni funzionari europei hanno avvertito che l'adesione all'UE indurrebbe l'Europa a "implodere" e ad essere "islamizzata".

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato che non c'è posto per la Turchia nell'UE. In un'intervista del febbraio 2016 al canale di informazione francese iTélé, Sarkozy espresse dei sentimenti che sono presumibilmente condivisi da molti europei:

"Per la Turchia non c'è posto in Europa. Ho sempre difeso questa posizione, si basa sul buonsenso. Questo non significa che ho qualcosa contro i turchi. Ne abbiamo bisogno, sono i nostri alleati nella NATO. Ma se poi cominciamo a spiegarlo – che la Turchia è in Europa – gli studenti delle scuole europee dovranno essere informati del fatto che il confine europeo risiede in Siria. Dov'è il buonsenso?

"Non è soltanto questo. Qual è l'idea alla base dell'Europa? L'Europa è un'unione di paesi europei. La domanda è molto semplice, anche in senso geografico, la Turchia è un paese europeo? La Turchia ha una sola sponda del Bosforo in Europa. La Turchia può essere considerata un paese europeo dal punto di vista culturale, storico ed economico? Se lo dicessimo, vorremmo la morte dell'Unione Europea".

Il 9 maggio 2019, Erdoğan ha affermato che la Turchia si è impegnata a unirsi all'UE. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri turco ha osservato:

"La Turchia conferma il suo impegno a perseguire l'obiettivo di far parte dell'UE e continuerà a impegnarsi al riguardo. (...) La nostra aspettativa da parte dell'UE è quella di trattare la Turchia su un piano di parità con gli altri paesi candidati e di rimuovere le barriere politiche sulla via dei negoziati che si ritiene essere una procedura tecnica...

"Sebbene i nostri negoziati di adesione siano politicamente bloccati, la Turchia prosegue nei suoi sforzi per allinearsi agli standard dell'UE. Nella riunione odierna, abbiamo illustrato gli sviluppi attuali in Turchia e concordato le misure da adottare nel prossimo futuro.

"Il completamento del processo del Dialogo sulla liberalizzazione dei visti che consentirà ai nostri cittadini di recarsi nell'area Schengen senza visto, è la nostra priorità assoluta".

Anche se la Turchia si conformasse a tutte le richieste dell'UE, sembra improbabile che ai cittadini turchi venga concesso di viaggiare a breve senza visto. Il 15 luglio, i ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno formalmente collegato i progressi delle relazioni tra Turchia e UE a Cipro. Una misura adottata dal Consiglio europeo il 15 luglio stabilisce:

"Il Consiglio deplora che, nonostante i ripetuti inviti dell'Unione europea a cessare le sue attività illegali nel Mediterraneo orientale, la Turchia prosegua le trivellazioni a ovest di Cipro e abbia avviato una seconda trivellazione a nord-est dell'isola nelle acque territoriali cipriote. Il Consiglio ribadisce il grave impatto negativo immediato che tali azioni illegali hanno nell'ambito delle relazioni UE-Turchia. Chiede ancora una volta alla Turchia di astenersi da tali azioni, di agire in uno spirito di buon vicinato e di rispettare la sovranità e i diritti sovrani di Cipro conformemente al diritto internazionale...

"Alla luce delle attività di trivellazione illegali della Turchia, protratte nel tempo e anche nuove, il Consiglio decide di sospendere i negoziati sull'accordo globale sul trasporto aereo e conviene di non tenere, per il momento, il consiglio di associazione né ulteriori riunioni dei dialoghi ad alto livello tra l'UE e la Turchia. Il Consiglio approva la proposta della Commissione di ridurre l'assistenza preadesione alla Turchia per il 2020".

I funzionari europei possono essere giustificati nell'assumere una posizione rigida contro la Turchia, ma Ankara è nella posizione giusta per creare caos all'Unione Europea, se decidesse di farlo. In effetti, l'Europa sembra essere intrappolata in una situazione senza via d'uscita.

Se l'UE approva l'abolizione dei visti, dieci milioni di turchi otterranno un accesso immediato e senza ostacoli all'area europea di libera circolazione. Coloro che sono contrari alla liberalizzazione dei visti temono che milioni di cittadini turchi possano finire per emigrare in Europa. La rivista austriaca Wochenblick ha riportato la notizia che 11 milioni di turchi vivono in povertà e "molti di loro sognano di trasferirsi nell'Europa centrale".

Altri ritengono che Erdoğan consideri l'abolizione dell'obbligo di visto come un'opportunità per "esportare" il "problema curdo" in Germania. Markus Söder, leader dell'Unione cristiano-sociale, il partito gemello bavarese dell'Unione cristiano-democratica della cancelliera tedesca Angela Merkel, ha messo in guardia sul fatto che milioni di curdi sono pronti ad approfittare dell'abolizione dei visti per recarsi in Germania e sfuggire alle persecuzioni per mano di Erdoğan: "Stiamo importando un conflitto turco interno. Alla fine, pochi migranti arriveranno in barca, ma molti altri arriveranno in aereo".

D'altro canto, se l'Unione Europea rifiutasse di concedere l'abolizione dei visti e la Turchia reagisse riaprendo le porte, in fieri, centinaia di migliaia di migranti provenienti dall'Africa, dall'Asia e dal Medio Oriente potrebbero ricominciare a riversarsi in Europa.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » ven set 06, 2019 8:39 am

Erdogan pretende che la Turchia abbia armi nucleari come Israele
Sarah G. Frankl·
·Settembre 5, 2019·

https://www.rightsreporter.org/erdogan- ... CiGn-mmCTA

Il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato ieri che è inaccettabile che alla Turchia venga impedito di avere armi nucleari mentre in Medio Oriente ci sono Paesi che le hanno e le usano per terrorizzare i vicini.

«Alcuni paesi nella regione hanno missili con testate nucleari. Non una o due ma centinaia, mentre a noi ci dicono che non possiamo averle» ha detto Erdogan durante durante una riunione del suo partito nella città turca di Sivas.

Secondo il dittatore turco «non esiste una nazione sviluppata che non abbia armi nucleari» dimenticando che invece quasi nessuna nazione sviluppata ha armi nucleari fatta eccezione per quelle autorizzate da trattati internazionali, cioè Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina.

Anche India, Pakistan e Corea del Nord hanno armi nucleari ma non hanno firmato il trattato di non proliferazione come invece ha fatto la Turchia.

Tuttavia il dittatore turco non si rivolgeva a questi paesi ma ad Israele. «Abbiamo Israele nella regione che possiede centinaia di armi nucleari e con queste spaventa i vicini. Per questo motivo Israele è intoccabile. Nessuno può toccarli» ha detto Erdogan con un certo disappunto.

In realtà nessuno è a conoscenza con sicurezza se Israele disponga di armi nucleari né quante eventualmente ne abbia.

Lo Stato Ebraico non ha mai confermato né smentito di disporre di armi nucleari, in linea con la sua politica cosiddetta di “ambiguità nucleare”. Tuttavia molte fonti straniere ritengono che Israele disponga di dozzine di testate nucleari.

La rabbia di Erdogan contro Israele

Nel marzo del 2018 il dittatore turco invitò le potenze musulmane a creare un “esercito dell’Islam” che avesse come primo obiettivo la distruzione di Israele e in seguito la conquista islamica del mondo.

La richiesta di Erdogan arrivò dopo che gli Stati Uniti riconobbero Gerusalemme quale capitale di Israele, un fatto questo che fece infuriare il dittatore turco tanto che convocò una bellicosa riunione d’emergenza del dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) durante la quale lanciò minacce contro lo Stato Ebraico, minacce mai reiterate.

Non è la prima volta che Erdogan accenna alla volontà di possedere armi nucleari, ma questa volta sembra molto determinato a portare avanti la sua battaglia nel nome della Fratellanza Musulmana e del “Islamic Power”, il potere islamico globale a cui mirano da sempre i Fratelli Musulmani dei quali lo stesso Erdogan si è auto-nominato leader supremo.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » ven ott 11, 2019 5:23 am

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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » ven ott 11, 2019 5:24 am

Erdogan avanza in Siria e ricatta l'Europa
10 ottobre 2019

https://www.agi.it/estero/invasione_tur ... Z8VRhwE73o


A poco più di 24 ore dall'inizio dell'operazione "Fonte di pace", voluta e sferrata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan per colpire le postazioni delle milizie curde Ypg oltre confine eliminandole dalla riva est dell'Eufrate, l'esercito turco è avanzato in territorio siriano in maniera significativa, e in un contesto di timide perplessità da parte delle cancellerie europee, sottoposte al ricatto presidente turco: "Se tentate di presentare la nostra operazione lì come un'invasione, apriremo le porte e vi invieremo 3,6 milioni di migranti".

La situazione sul terreno

Dopo i bombardamenti aerei di ieri, la giornata di oggi ha visto protagonisti gli scontri via terra. Scattato, con il ritiro americano, il semaforo verde per l'intervento, i turchi hanno cominciato dalle città di Tel Abyad e Ras al Ayn e da valichi di frontiera in prossimità del nord est e nord ovest di entrambi i centri, tra i più importanti dell'area. L'esercito è penetrato nel territorio del Paese confinante dalla tarda serata di ieri, sfondando attraverso quattro diversi punti e prendendo gradualmente il controllo di 11 villaggi, tutti situati nei dintorni delle due cità'. Un fronte profondo per il momento pochi chilometri ma di 120 km di lunghezza.

All'offensiva si sono uniti ufficialmente alcuni dei 14 mila uomini dell'esercito libero siriano (Els), intervenuto nell'area di Tel Abyad nella tarda mattinata di oggi. Il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha specificato questa sera che il piano per costituire una safe zone da parte della Turchia prevede il controllo di un area di profonda "non meno di 30 chilometri" ed estesa per "almeno 400 chilometri". L'area di Tel Abyad è stata colpita dall'artiglieria pesante stanziata nella zona di Akcakale, dove i curdi hanno risposto al fuoco e ucciso due civili, tra cui un bambino siriano, e ferito 46 persone.

Altra area teatro di scambi di artiglieria pesante è quella di Qamishli, città ben piu' a est, confinante con la provincia turca di Mardin e assai vicina alla città di Nusaybin, dove scontri di artiglieria a distanza sono andati avanti per diverse ore del giorno e un cittadino di religione siriaca è' caduto sotto i colpi dell'artiglieria turca. Numerosi colpi di mortaio sono piovuti anche in territorio turco: sono rimasti uccisi 4 civili a Nusaybin e ferendone altri 23. Numeri purtroppo provvisori, così come provvisorio è il bilancio dei miliziani Ypg morti per l'intervento turco, 109, in base al dato fornito questa mattina da Erdogan, che ha poi aggiunto che altri si sono arresi o sono rimasti feriti.

Gli sfollati sono decine di migliaia

La giornata di oggi registra anche il bilancio di decine di migliaia di sfollati, in base a quanto reso noto dalla stima delle Nazioni Unite. Sono almeno 60.000, secondo quanto ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Tra questi buona parte della comunità armena di Tel Abyad. Sia la preoccupazione per il versante umanitario sia quella per la destabilizzazione della regione mediorientale, e i benefici che ne trarrebbe quel che resta dell'Isis, hanno spinto i cinque membri europei del Consiglio di sicurezza dell'Onu a chiedere, seppur debolmente, alla Turchia di fermarsi.

"Siamo profondamente preoccupati dall'operazione militare turca nel Nord-Est della Siria", si legge in un comunicato congiunto di Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Polonia. La Francia ha chiesto che si riunisca con urgenza la Coalizione internazionale contro l'Isis, creata a suo tempo per combattere i miliziani del sedicente califfato.

Di Maio convoca l'ambasciatore

Al pari di altri colleghi europei, il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha convocato l'ambasciatore turco, Murat Salim Esenli, e espresso una "ferma condanna per l'iniziativa militare unilaterale della Turchia nel nord est del territorio siriano". "Azioni militari unilaterali - ha affermato la vice ministra Marina Sereni ricevendo il diplomatico - costituiscono una minaccia ai risultati conseguiti dalla Coalizione Anti-Daesh, di cui Italia e Turchia sono entrambi importanti membri, e prolungheranno l'instabilità nel Nord-Est siriano, rischiando di creare terreno fertile per il ritorno di Daesh".

Sereni ha ribadito "con fermezza la tradizionale posizione italiana per la quale non esiste una soluzione militare alla crisi siriana che, al contrario, può trovare una composizione stabile e duratura solo tornando alla diplomazia internazionale e al dialogo politico". Alla Farnesina si è rivolta la Rete Disarmo, che ha chiesto il blocco delle esportazioni di armi italiane alla Turchia, misura presa da Finlandia e Norvegia.

"Ancora aspettiamo 3 miliardi", replica Erdogan

Il 'sultano' ha tirato fuori dal turbante il ricatto sui migranti: "Non siete mai stati di parola, dal 1963 ad oggi - ha detto Erdogan in Parlamento rivolto all'Ue - e non siete onesti: ancora aspettiamo i 3 miliardi di euro della seconda parte dell'accordo sui migranti (del marzo 2016, ndr). Non siete stati capaci di mantenere la parola fino ad oggi, mentre noi abbiamo speso 40 miliardi di dollari per i rifugiati. Noi continuiamo sulla strada dell'accoglienza, ma se succede qualcosa apriamo il confine", ha affermato il presidente turco.

"Minacce inaccettabili", ha reagito Di Maio. "L'Europa stessa - ha aggiunto - deve mostrarsi capace di rispondere in modo corale e con un'unica voce. E questo è il senso del messaggio che porterò lunedi' al Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea".

Il presidente turco deve, in queste ore, presidiare un fronte interno di polemiche, e lo fa nel suo modo, silenziando gli oppositori. Procedimenti giudiziari sono stati aperti a carico di chi, sui propri account social, ha criticato duramente l'operazione militare "Fonte di pace". Sono 78 gli indagati da parte della procura di Istanbul, 21 gli arrestati a Mardine, oltre ai due leader e altri tre deputati del partito filo curdo Hdp finiti nel mirino della procura di Ankara. Tutti sono accusati di "propaganda a favore di organizzazione terroristica" e "istigazione all'odio nei confronti delle istituzioni e delle forze armate".




L'ipocrisia dell'Italia Vuole lo stop di Ankara dopo sei anni di aiuti
Fausto Biloslavo - Gio, 10/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 4bHSz_W_x8

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, esprimono profonda «preoccupazione» per l'attacco turco in Siria contro i curdi parlando di «azione unilaterale» che rischia «solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica» dello Stato islamico.

I senatori del Movimento 5 Stelle chiedono a gran voce riunioni Nato, Onu e «l'immediata sospensione delle forniture militari italiane alla Turchia». Tutta la maggioranza si mobilita contro l'attacco del «sultano» Erdogan. Anche Enrico Rossi, presidente Pd della Regione Toscana, esprime, giustamente, «solidarietà con il popolo curdo» chiedendo che «l'Unione Europea e la Nato non consentano questo massacro». Un quadretto tragicomico e ipocrita tenendo conto della presenza militare italiana in Turchia per difendere il «sultanato» di Erdogan paradossalmente da minacce missilistiche provenienti dalla Siria. A fine 2019, il precedente governo Conte ha deciso il ritiro, ma per sei anni abbiamo fatto da scudo ai turchi. Non a caso la Difesa di Ankara ha avvisato alcuni paesi dell'imminente offensiva in Siria compresa l'Italia.

A Kahramanmaras, nel sud ovest del paese, abbiamo una base con 130 uomini, 25 mezzi e una batteria anti missili Aster Sampt integrata in uno scudo di difesa Nato, che si chiama «Active fence» (Barriera attiva). I senatori grillini della Commissione Esteri chiedono una riunione dell'Alleanza per fermare i blindati turchi, ma siamo stati i primi a difendere Ankara «dalla minaccia di eventuali lanci di missili dalla Siria», come si legge sul sito del nostro ministero della Difesa.

Il governo si dice seriamente preoccupato e i 5 Stelle vogliono sospendere le forniture di armi alla Turchia «terzo Paese di destinazione del nostro export bellico con 362 milioni di autorizzazioni concesse lo scorso anno». Il sottosegretario agli Esteri grillino, Manlio Di Stefano, chiede a gran voce la convocazione «del Consiglio Nato per fermare le operazioni militari».

Peccato che fino a dicembre, in difesa di Erdogan che ha fomentato la guerra in Siria, abbiamo ancora 130 uomini in mimetica e assetto di combattimento con tanto di batteria anti missili. E se l'esercito di Damasco o i curdi riuscissero a lanciare qualche razzo per colpire le retrovie turche dovremmo anche abbatterlo fregandocene dell'invasione della Siria.




Vittorio Feltri sull'attacco ai curdi: "Quanto siamo stati scemi a fidarci di un musulmano come Erdogan"
10 Ottobre 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... CEjqN0Sk_c

La Turchia attacca i curdi dopo il ritiro degli Stati Uniti. È guerra, voluta da Erdogan, contro i cristiani. E per ora non valgono a nulla le minacce dell'Europa. Anzi, il "tiranno" turco risponde con un'altra minaccia: quella di farci invadere da milioni di immigrati in fuga da quei territori. E su tutta questa vicenda piove un sintetico e rabbioso di tweet di Vittorio Feltri. Il direttore di Libero, senza giri di parole, punta il dito contro il premier turco: "Volevamo che la Turchia entrasse nell'Unione Europea ma Erdogan massacra i curdi solo perché sono cristiani - premette -. Quanto siamo scemi a fidarci di un musulmano di questa fatta", conclude Vittorio Feltri.




Erdogan si conferma nemico dell'Europa: vi manderò milioni e milioni di rifugiati
giovedì 10 ottobre
Giovanni Trotta

https://www.secoloditalia.it/2019/10/er ... m=facebook

Erdogan si conferma il nemico princpale dell’Europa. Ma la Turchia fa ancora parte della Nato. Erdogan ”manderà 3,6 milioni di rifugiati” in Europa se Bruxelles definirà come ”una invasione” l’operazione militare lanciata ieri nella Siria nordorientale. Lo ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intervenendo ad Ankara e minacciando di ”aprire le porte” ai rifugiati siriani attualmente in Turchia. ”Hey Unione europea! Non potete definire la nostra operazione come un’invasione”, ha sbeffeggiato Erdogan. L’unico obiettivo dell’operazione militare turca è quella di ”eliminare il terrorismo”.


Erdogan coi curdi ha un conto da regolare

In realtà il conto di Erdogan coi curdi è antico. Lui non sopporta che in Turchia ci siano venti milioni di curdi. E per questo li perseguita da anni. E’ vero che una minranza curda aderisce al Pkk, ma sono pochi. Il Pkk, partito comunista curdo, si è reso responsabile di numerosi attentati. Ma i curdi nella maggioranza sono un popolo che chiede solo una patria. Divisi tra quattro Paesi, solo in Iraq hanno una certa autonomia. La loro capitale è Erbil. Anche da qui sono venuti soldati curdi che anno sconfitto l’Isis in Siria. E’ al loro coraggio e alla loro abnegazione se oggi l’Europa è un po’ più sicura. L’invasione armata turca, una vera aggressione, ha lo scopo di eliminare i curdi. Probabilmente Erdogan ora vuole regolare i conto con loro una volta per tutte. Come fecero oltre un secolo fa i suoi avi con gli armeni. Genocidio che ancora oggi la Turchia nega. Ma le prove ci sono tutte: in milioni furono massacrati. Ora la storia sta per ripetersi con i curdi. Erdogan teme l’istituzione di uno Stato indipendente curdo in Siria. Perché confinerebbe con la Turchia. Ma la responsabilità più grande dello sterminio curdo sarà degli Usa. Gli americani infatti hanno abbandonato quel popolo al loro destino, ritirandosi.




Siria, uccisi 5 soldati turchi. Trump: «Sanzioni per Ankara se si comporterà in modo disumano»

https://www.ilmessaggero.it/mondo/turch ... NKZPp0AbcQ


Cinque soldati turchi sono stati uccisi nelle ultime ore negli scontri con le forze curdo-siriane, nel nord-est della Siria. Lo riporta la tv panaraba al Arabiya, citando le stesse milizie curdo-siriane. I bombardamenti da parte dell'esercito turco - cominciati ieri nelle località frontaliere di Mishrife e Ras al Ayn - hanno fatto finora 11 vittime, di cui 8 civili.

L'operazione militare della Turchia contro le milizie curde nel nord-est della Siria «prosegue con successo secondo i piani». Lo scrive in una nota il ministero della Difesa di Ankara, secondo cui «gli obiettivi prestabiliti sono stati conquistati» e l'offensiva è proseguita la scorsa «notte per via aerea e terrestre».

La Turchia ha bombardato la scorsa notte una prigione in cui sono detenuti miliziani dell'Isis «di oltre 60 Paesi» durante i suoi attacchi nel nord-est della Siria. Lo denunciano le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, secondo cui si tratta di «un chiaro tentativo» di favorire la fuga dei jihadisti. Il carcere colpito sarebbe quello di Chirkin nella zona di Qamishli, secondo i curdi, che lanciano l'allarme su «una catastrofe che il mondo potrebbe non essere in grado di gestire in futuro». Non vengono tuttavia forniti dettagli sugli eventuali danni inferti all'edificio o su eventuali fughe di miliziani jihadisti. Ankara non ha commentato la specifica accusa, ma in una nota diffusa stamani dal suo ministero della Difesa ha sottolineato di colpire solo «terroristi», escludendo attacchi contro la popolazione locale o infrastrutture civile.

Le truppe di terra della Turchia, intanto, stanno continuando ad avanzare nel nord della Siria. Le forze militari turche e le milizie arabo-siriane filo-Ankara sono riuscite a sfondare le resistenze delle forze curdo-siriane a est dell'Eufrate, nelle località di Bir Ashiq, Hawi, Kassas, nel distretto frontaliero di Tall Abyad. Lo riferiscono media del nord della Siria in contatto con fonti sulla linea del fronte.


Intanto il presidente americano Donald Trump si è detto d'accordo con la decisione di imporre sanzioni sulla Turchia se l'esercito di Ankara non agirà in modo «umano» nel nordest della Siria. È così che Trump ha risposto al senatore repubblicano Lindsey Graham, che ha lanciato un'iniziativa bipartisan con il democratico Chris Van Hollen per l'imposizione di sanzioni nei confronti del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, del suo vice presidente Fuat Oktay e del ministro della Difesa turco Hulusi Akar.

«Io e Lindsey la pensiamo in modo diverso. Ma concordiamo sulle sanzioni», ha detto Trump. Anzi, ci saranno «molto più che sanzioni» se il presidente Erdogan «non agirà nel modo più umano possibile». A proposito dei turchi, Trump ha detto che «volevano combattere ed ecco che lo stanno facendo. Lo aspettavano da tempo».

Dopo aver avviato ieri la sua offensiva contro le milizie curde Ypg nel nord-est della Siria, la Turchia sta proseguendo anche i raid aerei che conduce con cadenza quasi quotidiana sul vicino nord Iraq. La Difesa di Ankara ha reso noto stamani che nuovi bombardamenti hanno preso di mira obiettivi del Pkk curdo nelle montagne delle regioni di Zap e Gara, «neutralizzando» (cioè uccidendo, ferendo o catturando) almeno 3 «terroristi». Gli attacchi in nord Iraq mirano peraltro a contrastare eventuali soccorsi di militanti curdi verso la zona di conflitto in Siria.



???

INVASIONE TURCHIA IN SIRIA/ Il patto nascosto di Erdogan con Trump e Putin
10.10.2019
Marco Bertolini
È probabile che l’attacco turco sia concordato con Russia e Usa, e che non uscirà dai “binari”. In caso contrario, tutto può succedere

https://www.ilsussidiario.net/news/inva ... n/1935395/

La Turchia, in seguito alle dichiarazioni di Trump che ha annunciato il ritiro delle truppe dal nordest della Siria, ha ammassato soldati al confine siriano e iniziato dei raid aerei sulle città di Ras al Ayn, che si trova incollata alla frontiera tra Turchia e Siria, e attualmente sotto il controllo curdo. Nella città ci sono anche prigionieri dello stato islamico. L’artiglieria turca ha colpito anche Tall Abyad, a una decina di chilometri dal confine. Proprio queste due città sono i luoghi che i militari Usa hanno abbandonato in questi giorni, nel contesto della loro parziale ritirata. I “traditi” da questa nuova offensiva turca sono due, “i curdi e Assad”, ha detto al Sussidiario il generale Marco Bertolini, ex capo di stato maggiore del Comando Isaf in Afghanistan. “Bisognerà capire se sarà o no un vero tradimento”. E ci ha ricordato che gli americani “non se ne vanno mai davvero. L’hanno fatto solo in Vietnam”.

Generale, qual è al momento la situazione in Siria?

Questo è un momento di svolta storica in Siria, non c’è ombra di dubbio. Il ritiro degli americani chiaramente lascia scoperti i curdi, che sono i nemici tradizionali dei turchi, e non sto parlando solo del Pkk (organizzazione nazionalista curda di ispirazione marxista, ndr), ma in generale. I turchi potrebbero approfittare della nuova debolezza curda per costituire un’area sotto il loro controllo in Siria, con la scusa di tenere lontani i curdi dal loro territorio.

Come reagiranno le altre potenze presenti in Siria a questa offensiva turca?

L’ipotesi più probabile è che questa nuova fase si sia creata dopo un accordo tra i tre attori più importanti nella guerra in Siria, cioè Usa, Russia e Turchia. Il punto è capire se questa è un’escalation incontrollata, o controllata e almeno in parte concordata da Erdogan con Trump e Putin. Nel secondo caso ci sarà un’offensiva iniziale e poi tutto si fermerà, altrimenti saremo di fronte a una situazione più problematica. Può anche essere che si tratti di un’offensiva di carattere illimitato, in tal caso i traditi non sarebbero solo i curdi, ma anche Assad.

Che cos’ha da temere Assad da un intervento turco?

Assad si sta avvalendo della protezione russa per riconquistare il suo territorio, che in precedenza era stato occupato dall’Isis e poi successivamente dai curdi. Non rinuncerà al proprio territorio senza colpo ferire, sarebbe impensabile. Ma al momento sono delle congetture. La sostanza è che ci sono due traditi: i curdi e i siriani di Assad, che sono indeboliti dall’intervento turco. Vedremo se è un tradimento vero o un accordo tra le potenze maggiori che preveda delle tutele per loro.

Cosa le fa pensare che Erdogan si sia accordato con Putin e Trump prima di procedere a quest’offensiva?

Il fatto che all’annuncio di Trump del ritiro sia subito seguita l’escalation. Questo fa pensare che sia qualcosa di concordato. Non sarebbe la prima volta. Ed è quello che mi auguro, cioè che la situazione sia sotto controllo.

Lei pensa che gli americani se ne andranno davvero stavolta?

Sarebbe una prima volta, perché gli americani non se ne sono mai andati da nessuna parte, escluso il Vietnam. Per il resto ovunque siano stati, sono rimasti. Possono farlo in vari modi, con delle forze militari o con una forte componente diplomatica fornita di capacità militare di difesa. Si potrebbe profilare una soluzione tipo Afghanistan, dove sono rimasti con un’ambasciata, che è un vero e proprio fortino, e una base aerea. Ma non se ne sono mai andati completamente, mantengono una forte presa.

Quindi le pensa che comunque gli americani manterranno un contingente nell’area?

Sì. In un paese distrutto come la Siria, che ha bisogno di forti interventi economici, c’è bisogno del loro sostegno che gli altri non possono garantire. In linea di principio penso che cercheranno di rimanere, perché hanno forti interessi in Medio Oriente e alleati che non abbandoneranno, tra i quali il primo è Israele. Ricordiamoci poi che Israele è in guerra con Assad dal primo giorno di conflitto. E potrebbe addirittura approfittare di questo momento di debolezza per inserirsi nel teatro siriano, ma anche queste sono congetture.

I curdi che possibilità hanno di resistere a un attacco frontale dell’esercito turco?

Da soli, i curdi non hanno alcuna possibilità di farcela. La Turchia non è una potenza nucleare ma è il secondo esercito Nato, una forza poderosa che non lascerebbe nessuna possibilità di resistenza militare ai curdi. Diverso sarebbe se i curdi facessero affidamento su Assad e su un supporto russo.

L’Iran è interessato da questo nuovo protagonismo turco in Siria?

Non credo che l’offensiva interessi Teheran, dovrebbe riguardare solo nell’area occupata dai curdi, quindi un’aerea in cui non ci sono iraniani. Credo che l’Iran non abbia interesse a farsi coinvolgere in questa operazione, è un l’alleato di Assad e a lui rimetterà le scelte. Al momento il suo ruolo è imprevedibile.

Secondo lei siamo alle scaramucce o c’è un rischio di contatto tra eserciti maggiori?

Scaramucce è un termine inesatto: in Siria ci si fa male veramente.

Un attacco diretto al popolo curdo non potrebbe essere un rischio per Erdogan? Potrebbero esserci reazioni da parte della comunità internazionale?

Non credo che Erdogan si riprometta di fare una strage del popolo curdo. Comunque la “comunità internazionale” è un consesso di ipocriti che quando vedono messi in dubbio i loro interessi si piegano come giunchi al vento. La comunità internazionale farà quello che vogliono i principali attori, quelli più forti.

Che sono già presenti sul terreno siriano. Saranno loro a decidere come andrà a finire questa storia.

Deciderà il più forte. Il più forte da un punto di vista complessivo: militare, politico, diplomatico. Potremmo fare le nostre manifestazioni, scrivere il nostro sconcerto. Ma sul campo vincerà chi ha le armi e la volontà di utilizzarle.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » ven ott 11, 2019 5:50 am

Turchia, Erdogan minaccia l'Europa: "Se bloccate le operazioni in Siria vi mandiamo 3 milioni di migranti"
10 Ottobre 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... Q.facebook

Una nuova disastrosa ondata di migranti in Europa se Bruxelles metterà i bastoni tra le ruote alla Turchia per la guerra in Siria contro i curdi. La minaccia, esplicita, arriva direttamente dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan: "Hey, svegliatevi è il suo messaggio -. Lo dico di nuovo: se provate a presentare la nostra operazione come una invasione sarà semplice: apriremo le porte e vi manderemo 3,6 milioni di migranti".

Sono esattamente i rifugiati siriani che la Turchia ospita da anni nel proprio territorio. In base a un accordo del 2016 con l'Ue, la Turchia ha acconsentito a impedire ai rifugiati di partire per l'Europa, in cambio di 6 miliardi di euro e viaggi senza visti per i cittadini turchi. Ma Ankara ha frequentemente criticato Bruxelles accusandola di lentezza nell'erogare il denaro e di non fare abbastanza per aiutare alla risoluzione del problema dei rifugiati. "Non siete mai stati sinceri", ha detto Erdogan rivolgendosi all'Ue. "Ora dicono che tratterranno 3 miliardi di euro. Avete mai mantenuto le promesse fatte finora? No". La missione militare in Siria avrebbe come obiettivo proprio la creazione di "una zona sicura" in cui potrebbero essere rimpatriati almeno un milione di rifugiati siriani, ma secondo molti il vero scopo è quello di annientare politicamente e militarmente il nemico curdo, anche a costo di favorire la rinascita dello Stato islamico. Non a caso, il governo di Ankara esulta già per i numeri dell'operazione Fonte di pace, iniziata da un giorno: "Al momento sono 109 i terroristi uccisi dal nostro intervento". E per terroristi non si intendono i jihadisti dell'Isis.


L'Europa costretta a piegarsi nuovamente ad Erdogan
Mauro Indelicato
11 ottobre 2019

https://it.insideover.com/politica/leur ... CmQo5XS1Tk


Con una mano si punta il dito per condannare l’attacco ai curdi, con l’altra invece si fanno i conti in tasca per vedere in che modo poter neutralizzare la minaccia di Erdogan di inviare nel Vecchio continente migliaia di profughi siriani. L’Europa, nel contesto delle operazioni avviate da Ankara contro le milizie Ypg, non può far altro che prendere atto della sua marginalità: gli attori che stanno decidendo le sorti di questa battaglia sono altri: da Bruxelles e dalle varie capitali europee non emergono dati che possano in qualche modo indirizzare le scelte decisive di queste ore. Per cui, mentre ufficialmente si condanna l’ingresso dei turchi nelle aree curde, nei prossimi giorni i principali leader europei discuteranno soltanto di come limitare le minacce piovute da Ankara.

Le riunioni dei ministri della prossima settimana

Le novità degli ultimi giorni riguardano, come si sa, l’attacco della Turchia nel nord della Siria con l’obiettivo di creare una fascia di sicurezza tra le regioni a maggioranza curde del Paese siriano e quelle del paese anatolico. Le reazioni dell’Europa, come detto, sono volte a stigmatizzare l’intervento di Ankara ma, dalla capitale turca, Erdogan promette un invio massiccio di migranti verso le nostre coste se si continua a condannare l’operazione. E così gli ultimi due giorni proseguono tra inviti a fermare le attività belliche e convocazione di ambasciatori nelle rispettive capitali. Giovedì anche Luigi Di Maio, in qualità di ministro degli Esteri, ha convocato l’ambasciatore turco a Roma.

Ma adesso l’attenzione è puntata sugli appuntamenti della prossima settimana: lunedì si terrà il vertice tra i ministri degli esteri dell’Ue, giovedì invece il consiglio europeo. Due riunioni in cui certamente si parlerà di Siria e dell’intervento turco. Ed in cui però, come detto, verrà preso atto che dal nostro continente non potranno emergere azioni in grado di far cambiare idea ad Erdogan. Anzi, scatterà probabilmente una corsa a riparare i danni. Perché, in questo momento, la priorità è data all’evitare a tutti i costi che le minacce del presidente turco si tramutino in realtà.

Bruxelles costretta a ripiegare

Dunque, tra i vari ministri e capi di governo europei, non si potrà far altro che fare la conta e vedere cosa poter offrire ad Erdogan per evitare di vedere nuovamente profughi e migranti risalire la penisola balcanica. Una preoccupazione che, in primo luogo, è tedesca. Questo è uno dei motivi per i quali il fantomatico vertice di Malta, dove Berlino prometteva di aiutare Conte nel risolvere la questione relativa alle rotte del Mediterraneo centrale, è passato in secondo piano durante la riunione di martedì dei ministri dell’interno dell’Ue in Lussemburgo. In primo luogo c’è da comprendere come arginare la situazione nel Mediterraneo orientale. Anche perché è già da luglio che la situazione appare complessa: a partire da quel mese, come mostrano i dati rivelati da Atene, in Grecia si assiste ad un importante aumento degli sbarchi di barconi partiti dalla Turchia. Il tutto appare inserito nel contesto dell’altro fronte aperto con Ankara, quello cioè relativo allo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi a largo di Cipro.

Anche in quel caso dal governo turco arrivano velate minacce di riattivare le rotte orientali dei migranti nel momento in cui l’Ue, intervenuta con blande sanzioni a difesa di Cipro e Grecia, non dovesse riconoscere il diritto dei turco ciprioti di trivellare nello specchio d’acqua dove insistono i giacimenti. Dunque la questione, oltre ad essere complessa, non è nemmeno recente e non inizia con le esplicite minacce di queste ore di Erdogan. Lo dimostra il fatto che, proprio ad inizio mese, il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer ed il commissario europeo all’immigrazione, Dimitri Avramopoulos, si sono recati ad Ankara per capire come concordare con il governo turco un altro accordo sui migranti.

In poche parole, sulla questione curda l’Europa non può fare altro che lanciare tweet di condanna ed al massimo convocare ambasciatori in segno di non condivisione della mossa di Ankara. Nel concreto, la prossima settimana si deciderà in che modo accontentare ancora una volta Erdogan pur di non far rivivere all’est ed al nord Europa quanto successo tra il 2015 ed il 2016, all’apice dell’emergenza della rotta balcanica.




Ultima chiamata per l’Europa. O reagisce alla prepotenza di Erdogan o è finita
Franco Londei·Società e cronaca·
Ottobre 11, 2019

https://www.rightsreporter.org/ultima-c ... 8gelSlyfyU

Questa volta davvero l’Europa non ha vie d’uscita. L’attacco turco al Kurdistan siriano, le minacce di Erdogan di “inondarci” con milioni di profughi se qualcuno si azzarda anche solo a protestare, non possono essere gestiti come se fosse una lite condominiale.

L’Europa ha il dovere di reagire in maniera unita, limpida e soprattutto decisa di fronte a tale prepotenza anche a costo che Erdogan metta in atto le sue minacce.

Non condivido nulla di quello che dice Giorgia Meloni, ma ieri quando ha chiesto per la Turchia la stessa decisione avuta con la Russia quando ha annesso la Crimea, non ho potuto fare a meno di essere d’accordo con lei.

Dirò di più. Con Erdogan serve ancora più decisione perché mentre l’annessione della Crimea da parte russa era comunque il frutto di una scelta (che si può condividere o meno) che arrivava da una consultazione popolare (non si sa quanto democratica), l’aggressione turca al Kurdistan siriano deriva dalla volontà turca di portare avanti una pulizia etnica e colpisce un popolo, quello curdo, che per anni si è sacrificato proprio per noi europei in una guerra con lo Stato Islamico che è costata loro migliaia di vite.

E questa volta va messa a tacere anche la Germania, da sempre stampella di Ankara a causa del fatto di ospitare almeno quattro milioni di turchi sul suo territorio (ma tra turchi con doppia cittadinanza e turchi con permesso provvisorio sono di più).

Il nuovo Ministro degli esteri europeo, Josep Borrell, deve uscire dagli schemi prudenti e persino accondiscendenti di chi lo ha preceduto. Per una volta l’Europa deve dimostrare di avere un minimo di politica estera comune che non sia solo quella di dare addosso a Israele con ogni pretesto.

Borrell deve dimostrare che il suo ruolo ha un senso, che non spendiamo milioni di Euro per un semplice ufficio stampa spesso sin troppo filo-islamico.

La Turchia va immediatamente isolata, sia a livello economico che diplomatico. Vanno applicate sin da subito e senza indugiare sanzioni tali da spaventare realmente il dittatore turco.

Non servono parole e comunicati stampa, non servono attributi di stima e vicinanza al popolo curdo, adesso servono i fatti, perché se anche questa volta l’Unione Europea si dimostrerà solo un fantoccio allora tanto vale chiudere baracca.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » sab ott 12, 2019 8:21 am

Vittorio Feltri: "Erdogan è un mascalzone e i tedeschi fanno schifo"
11 Ottobre 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/op ... kB1FUw4ykI

Erdogan bombarda i curdi a tutto spiano e compie una strage senza validi motivi. Li uccide perché li odia, per lui sono brutti sporchi e cattivi. In realtà parecchi di loro sono solo cristiani che non pregano Allah in posizione ridicola: col culo per aria e senza scarpe.
I sentimenti del dittatore turco non si possono condividere ma soltanto deplorare, tuttavia non mi sembra che l' Occidente sia particolarmente allarmato, benché il signore della mezzaluna abbia dichiarato che, se l' Europa gli rompe le scatole mentre stermina i suddetti curdi, la riempirà di immigrati fino a soffocarla.
Un ricatto della più bell' acqua a cui naturalmente la Ue soccomberà, essendo disarmata sia moralmente sia militarmente.
Anche noi italiani andiamo ripetendo ogni due per tre che se da 70 e rotti anni non vi sono più guerre è per merito della Unione continentale, eppure i fatti dimostrano il contrario visto ciò che sta accadendo ai nostri confini.
Non solo, in Germania si è riscoperto il piacere di massacrare gli ebrei esattamente come accadde ai tempi brutali di Hitler. E questo è certificato dagli ultimi fattacci di cronaca che ci riempiono di vergogna non disgiunta da preoccupazione. Noi italiani ci stracciamo le vesti e ci autoaccusiamo perché il Paese è pieno di problemi fiscali e amministrativi ed è alle prese con le porcherie di un governo balordo e insensato.
Non ci rendiamo conto che, viceversa, nonostante un esecutivo privo di sinderesi, viviamo nella bambagia e godiamo di una situazione complessivamente ottimale, poiché, pur avendo un debito pubblico mostruoso, i cittadini detengono il record mondiale del risparmio privato dimostrato dall' entità dei depositi bancari. I numeri dicono sempre la verità mentre le chiacchiere la negano.
Infine, un' altra annotazione su Erdogan che l' Europa desiderava accogliere nel proprio consesso. Lo abbiamo imbottito di soldi allo scopo di convincerlo a tenersi gli extracomunitari che bussano alle nostre porte. Quindi i cretini siamo noi che ci siamo fidati di lui. Ora paghiamone le conseguenza senza frignare. Quanto ai tedeschi che ci fanno le pulci, è bene che chiudano per sempre la bocca. Noi amiamo gli ebrei e non li ammazziamo. Dai tognini non accettiamo lezioni. Siamo migliori di loro.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » sab ott 12, 2019 9:04 pm

La Germania contro Erdogan: stop all'esportazione di armi
Renato Zuccheri - Sab, 12/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... ZZKUcItcn4

La Germania, insieme a Olanda e Norvegia, ha annunciato il provvedimento come ritorsione contro Erdogan

La Germania annuncia che sospenderà l'export di armi verso la Turchia come ritorsione per l'operazione militare iniziata da Recep Tayyip Erdogan nel nord della Siria.

La notizia è stata data direttamente dal ministro degli Esteri, Heiko Maas, che, secondo quanto riportato dalla Bild am Sonntag, "non rilascerà alcun nuovo permesso per armamenti che possano essere usati da Ankara in Siria". Una notizia che è particolarmente importante alla luce di quanto espresso in questi giorni dagli Stati europei ma che non va sopravvalutato. Angela Merkel, come trapelato ieri da fonti di Berlino, non ha intenzione di applicare una linea estremamente dura nei confronti di Ankara, dal momento che i milioni di cittadini di origine turca rappresentano un fattore fondamentale al pari del pericolo di un fiume di rifugiati già minacciato da Erdogan.

La Germania non è la prima nazione a prendere questa decisione. Già ieri, i Paesi Bassi hanno comunicato "di sospendere ogni richiesta di permesso per esportazione di materiale militare verso la Turchia nell'attesa dell'evolversi della situazione". Un provvedimento approvato anche da Norvegia e Finlandia. La Svezia, invece, ha chiesto che l'Unione europea imponga un embargo comune di tutti gli Stati europei nella riunione dei ministri degli Esteri.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » mar ott 15, 2019 6:57 am

Germania: Il partito politico AfD tedesco invita Berlino e Bruxelles a congelare tutti i fondi in uscita verso la Turchia
14 ottobre 2019

https://www.islamnograzie.com/germania- ... zTzCkl6oKE

A seguito di notizie di forze filo-turchi che hanno ucciso nove civili curdi durante il fine settimana, il politico di primo piano tedesco, deputato e portavoce per la politica estera dell’AfD Petr Bystron ha esortato Berlino e Bruxelles a congelare tutti i fondi in uscita verso la Turchia.

“L’Unione europea dà alla Turchia € 3 miliardi ogni anno per il cosiddetto Patto per i rifugiati, mentre Recep Tayyip Erdogan manda ancora migliaia di migranti illegali sulle isole greche e minaccia di sommergere l’Europa con ancora di più migranti.

Inoltre, l’UE verserà alla Turchia € 9 miliardi entro il 2020 per farla aderire all’UE, adesione che nessuno vuole, visto che la Turchia si allontana sempre di più dalla comunità europea e dai valori occidentali “, ha detto Bystron.

Oltre a ricordare il comportamento geopolitico sempre più bellicoso di Erdogan, il politico AfD ha sostenuto che i cittadini della Germania e dell’UE non dovrebbero essere tenuti a pagare per l’accumulo di forze militari di Erdogan.

“Il contribuente tedesco deve pagare queste somme astronomiche, in modo che il tiranno turco possa mantenere la più grande forza militare in Europa, fare rivendicazioni territoriali nei confronti della Grecia, la Siria e l’Iraq, e ora una guerra brutale di aggressione contro civili curdi nel nord della Siria. ”

“La Germania e l’UE devono cessare immediatamente tutti i pagamenti verso la Turchia e invece investire nella nostra protezione delle frontiere, o saremo colpevoli di sostenere i crimini di guerra della Turchia contro i curdi”.

La scorsa settimana, a seguito della condanna di Bruxelles contro l’incursione militare della Turchia a nord-est della Siria, Erdogan, per la seconda volta in pochi mesi, ha minacciato di inondare l’Europa con 3,6 milioni di migranti.

In risposta alle minacce di Erdogan, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha invitato la NATO ad aumentare le pattuglie navali nel Mar Egeo per la protezione contro l’invasione dei migrante su larga scala.

A parte la decisione presa dai governi della Germania, Francia, Paesi Bassi, Norvegia e Finlandia di fermare le esportazioni di armi verso la Turchia, Erdogan deve ancora affrontare eventuali ulteriori conseguenze per il suo comportamento bellicoso e pericoloso.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » sab ott 19, 2019 9:10 am

Guerra in Siria, Erdogan: 'Il mondo ci sostenga o si prenda i rifugiati'
Mario Ruggiero
15 ottobre 2019

https://it.blastingpop.com/cronaca/2019 ... 00285.html

Il 12esimo presidente della Turchia, Recep Erdogan ha scritto in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal che i paesi occidentali dovrebbero sostenere le azioni compiute dai turchi, altrimenti dovrebbero iniziare ad accettarli loro i curdi nei loro paesi. Poi, il presidente turco ha anche aggiunto che ciò che la Turchia sta facendo è un qualcosa che non sono riusciti a fare gli altri paesi e quindi, invece di criticare il modo in cui il suo paese sta agendo, dovrebbero sostenerlo.

Ma Erdogan ha anche accusato gli occidentali e in particolare modo la Francia per non aver saputo gestire il grande flusso di ribelli che è arrivato in questi anni in Europa. Per di più ha aggiunto che non permetteranno a nessun terrorista di lasciare il nord-est siriano.

Inoltre, Erdogan ha anche voluto ricordare che la Turchia in questi anni ha ospitato più di 3 milioni e mezzo di rifugiati curdi e ha speso per loro più di 40 miliardi di dollari.

Però adesso, per il presidente, la situazione non è più tollerabile e siccome aveva capito che i massimi vertici europei non sarebbero intervenuti ha deciso per questa offensiva.

Nella giornata di ieri, i massimi vertici turchi hanno accusato i curdi di aver liberato i prigionieri dell'Isis per scatenare il caos. Ipotesi condivisa anche da Donal Trump che ha però condannato le azioni intraprese dai turchi.
L'Ue ha chiesto un ulteriore riunione per parlare dell'attacco della Turchia

Il consiglio di sicurezza dell'Unione Europea ha chiesto un ulteriore riunione per discutere dell'offensiva militare turca in Siria. L'incontro sarà previsto per la giornata di domani. L'obiettivo principale di quest'altra riunione è di cercare al più presto una soluzione per fermare l'offensiva turca. Il tutto deve essere attuato aumentando la pressione internazionale.

Oltre agli Stati Uniti, che hanno più volte chiesto la sospensione immediata dell'offensiva con sanzioni a sostegno dell'iniziativa, anche la Cina ha invitato la Turchia a cessare il fuoco e tornare sul percorso della risoluzione in termini politici.

Intanto, la situazione nella Siria nordorientale è sempre più drastica da quando è stata lanciata l'offensiva, una settimana fa esatta. Infatti, sono saliti a 190 mila gli sfollati e secondo l'Unicef tra questi si contano oltre 70 mila bambini. Ma nonostante ciò, Erdogan non vuole avere nessuna pietà e ha affermato che andranno fino in fondo alla questione che hanno iniziato perché sono molto determinati e credono in quello per cui stanno lottando.

Il presidente turco ha anche aggiunto che non si fermeranno nemmeno di fronte alle sanzioni da parte dei massimi organi internazionali.
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Re: No alla Turchia nazi maomettana nella UE

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 9:26 am

Perché dovremmo VERAMENTE avere paura di Erdogan
Franco Londei·
Ottobre 16, 2019·

https://www.rightsreporter.org/perche-d ... lw9BBvtdAU

In questi giorni in cui Erdogan ha dato seguito alle sue minacce di attaccare il Kurdistan siriano, si leggono tante cose sull’uomo che ha trasformato la Turchia da Stato laico a regime islamico.

In molti lo giudicano un “pazzo islamico”, altri “il nuovo Hitler”, altri ancora un “criminale di guerra” e un “opportunista che ricatta l’Europa” con milioni di profughi.

In realtà Erdogan è tutto fuorché un pazzoide nazi-islamico schizzato. Erdogan è molto più pericoloso di quanto si pensi perché ha un piano, ha un obiettivo ben preciso ed è fermamente intenzionato a perseguirlo.

Capo della Fratellanza Musulmana

Prima di tutto Erdogan è (per auto-proclamazione) il capo della Fratellanza Musulmana. Ma cosa è la Fratellanza Musulmana? Per dirla in due parole (ma seguendo il link poco sopra troverete un dettagliato rapporto), la Fratellanza Musulmana è una organizzazione islamica sunnita che ha come obbiettivo principale l’instaurazione del califfato globale.

Dalla ideologia della Fratellanza Musulmana sono nate Al Qaeda, Hamas, lo Stato Islamico e una infinità di gruppi terroristi islamici.

Il loro motto è: “Allah è il nostro Obiettivo. Il Profeta è il nostro Leader. Il Corano è la nostra Legge. La Jihad è la nostra Via. Morire sulla via di Allah è la nostra più alta Speranza”.

La loro strategia, detta “strategia della gradualità”, si basa su due punti fondamentali:

1: graduale sviluppo della comunità islamica in occidente

2: progressiva diffusione dell’Islam nella sfera politica occidentale

Vista così sembra innocua, quasi una linea di proselitismo pacifico, un po’ come quella che proprio Erdogan sta facendo nei Balcani e in Africa.

Peccato che a quei due “innocui” punti di programma se aggiungano altri, dette fasi, che di pacifico non hanno nulla.

Fase 1: Da’wa (letteralmente significa chiamata all’Islam). Questa prima fase è caratterizzata dalla formazione dei musulmani. I Fratelli Musulmani locali cercano di creare gruppi di studio tra tutti i musulmani insegnando loro i principi dell’Islam e la presentazione di una immagine pacifica e positiva dell’Islam da trasmettere all’esterno. Questo primo stadio non è violento e si concentra sulla costruzione di moschee o luoghi di preghiera e di comunità.

Fase 2: Da’wa parte seconda. Attivo proselitismo con mezzi pacifici dei non musulmani. Questa fase è volta a convertire quanti più settori della società occidentale attraverso la diffusione di letteratura islamica, conferenze e attiva collaborazione con la “comunità ospitante”. In questa fase è possibile usare anche una tattica offensiva e ingannevole denominata taqiyya che permette di nascondere o addirittura rinnegare esteriormente la fede, di dissimulare l’adesione a un gruppo religioso e di non praticare i riti obbligatori previsti dalla religione islamica per ingannare l’infedele.

Fase 3: Jihad. Uso della violenza, ove necessaria, per diffondere l’Islam. Questa fase esplicitamente l’uso della violenza che all’inizio deve essere solo di carattere difensivo, cioè volta a liberare territori musulmani dagli infedeli. In seguito può diventare offensiva, cioè volta a conquistare i territori degli infedeli. La Jihad può essere lanciata contro i non musulmani o contro Governi musulmani che sono considerati “takfir”, cioè non rappresentativi del “vero Islam”.

Fase 4: Khalipha, il Califfato. Questa ultima fase è la ri-creazione di un califfato islamico e la diffusione dell’Islam in tutto il mondo. Il califfato è governato da un Califfo, un sovrano che governa in conformità con la Sharia.

La sottovalutazione di questi obiettivi

Ora, in occidente si tende facilmente a sottovalutare gli obiettivi su cui si basa la Fratellanza Musulmana e, soprattutto, la volontà dei Fratelli Musulmani nel perseguire quegli obiettivi. Troppo spesso si tende a ritenere tali obiettivi “esagerati” quando non “fantasiosi”. Chi mette in guardia su questi obiettivi molto spesso viene giudicato “allarmista” quando non “islamofobo”.

È un errore fatale. È lo stesso errore di sottovalutazione che si fece con lo Stato Islamico quando dichiarò di voler costituire un Califfato. Anche allora chi metteva in guardia sul pericolo venne giudicato “esagerato”, quasi deriso.
Erdogan

Torniamo allora a Erdogan. Il 12 dicembre 2017 durante un vertice straordinario della Organizzazione per Cooperazione Islamica (OIC) organizzato dopo la decisione di Trump di spostare l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, Erdogan propose la costituzione di un “esercito dell’Islam” che “ripulisse il Medio Oriente dalla presenza non islamica”.

In quella occasione, secondo il quotidiano turco Yeni Safak, vicinissimo al regime, Erdogan disse: «la Turchia sta attivamente perseguendo e rinnovando alleanze con i paesi musulmani in Medio Oriente e in Africa. Quelli che oggi credono di essere i proprietari di Gerusalemme (Israele n.d.r.) domani non troveranno nemmeno un albero dietro cui nascondersi».

Ora occorre fare attenzione perché non è la dichiarazione di un venditore di Kebab di Istanbul, è la dichiarazione del Presidente della Turchia, capo del secondo più potente esercito della NATO e, soprattutto, capo della Fratellanza Musulmana.

E dopo il Medio Oriente sarà la volta dell’Europa, perché il piano è quello. Oltre tutto Erdogan non fa nemmeno mistero di quello che vuol fare e del disprezzo che nutre verso gli europei. Occupa militarmente la metà di Cipro, un paese europeo di cui troppo spesso ci dimentichiamo. La sua marina militare impedisce alle società europee di fare prospezioni sui giacimenti di gas nel Mediterraneo. Minaccia l’Europa con milioni di profughi siriani se solo qualcuno si azzarda ad alzare la voce sulle sue malefatte interne ed esterne (vedi la recente invasione della Siria nord orientale).

In Europa qualcuno pensa che la furia islamista di Erdogan si esaurirà una volta finito di massacrare i curdi. Sbagliato. È solo l’inizio di una operazione, di un piano più vasto e ragionato al quale il nuovo Califfo lavora da tempo, spesso finanziato proprio con i nostri soldi.

Nei giorni scorsi sui social in molti sostenevano che applicare sanzioni alla Turchia avrebbe comportato solo problemi per la popolazione turca che già vive una situazione difficile a causa del regime. Sbagliato di nuovo. I turchi votano liberamente Erdogan almeno dal 2003 e non solo lo votano, nel 2007 gli hanno dato pieni poteri con un referendum costituzionale che in sostanza lo trasforma da presidente a “uomo con pieni poteri” su tutto e su tutti. I turchi sono con Erdogan e ne condividono appieno le idee.
Il nuovo leader del mondo musulmano (non solo sunnita)

Lo scopo finale non è quindi solo quello di essere riconosciuto come capo della Fratellanza Musulmana, una cosa ormai acclarata, lo scopo finale è quello di essere riconosciuto come nuovo leader del mondo musulmano, come Califfo del grande Califfato globale. Un leader che non ha paura di sfidare armi in pugno le grandi potenze, un leader che non si fa scrupolo di eliminare i nemici dell’Islam e di “epurare” il Medio Oriente dalla presenza non islamica.

Allora toglietevi dalla testa che Erdogan sia “solo” un pazzo fanatico. Il Califfo turco ha un piano ben preciso che, da buon Fratello Musulmano, porta avanti con “gradualità” e “puntigliosa perseveranza”. Non capire questo, non considerarlo, significa fare lo stesso errore fatto con Abu Bakr al-Baghdadi. E tutti abbiamo visto come è andata a finire.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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