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Messaggioda Berto » mar apr 04, 2017 1:01 pm

I tentacoli Bds anche su Milano: l'adesione di Sumaya Abdel Qader
Riccardo Ghezzi

http://www.linformale.eu/i-tentacoli-bd ... bdel-qader

Lo abbiamo sospettato, ora non ci sono dubbi: l’offensiva Bds si è fatta aggressiva e sta cercando di coinvolgere le istituzioni e le amministrazioni locali. I tentacoli del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele stanno stritolando varie amministrazioni locali su tutto il territorio nazionale, con il chiaro obiettivo di trovare appoggi politici tra sindaci, assessori, consiglieri di maggioranza.

Comuni che concedono il patrocinio ad eventi organizzati dal movimento Bds, come a Modena, conferenze stampa organizzate in una sala del municipio in cui si sparge veleno contro Israele, come a Torino, aperto sostegno alle iniziative Bds da parte di sindaci e giunta comunale, come a Napoli: la conquista di adesioni e consensi istituzionali è sempre più concreta e impetuosa.
Il movimento antisionista sembra avere come interlocutori privilegiati le giunte grilline (Torino, Livorno) oppure espressione di liste civiche “arancioni” (Napoli), ma trova simpatizzanti anche all’interno del Pd: è il caso di Modena, il cui sindaco Muzzarelli è stato assai ambiguo nel giustificare la scelta di concedere il patrocinio ad un evento organizzato anche dal movimento Bds Bologna. Ed è il caso pure di Milano, bastione importantissimo che la propaganda antisionista vorrebbe conquistare assieme a Roma.
Nel capoluogo lombardo la referente prescelta sembra essere Sumaya Abdel Qader, eletta in consiglio comunale in quota Pd. Dimenticate le polemiche in campagna elettorale, in cui Sumaya era stata spesso accusata di essere espressione dell’Islam oltranzista e oscurantista, l’esponente Pd ha fatto discutere per una sua recente presa di posizione troppo blanda nei confronti dell’antisemitismo diffuso tra i musulmani italiani.
Il marito, tempo fa, si era invece distinto per aver definito Israele “un errore” storico e politico, addirittura una “truffa”, adottando l’infelice metafora informatica dei tasti “control+alt+canc”.
Sumaya, dal canto suo, è sempre stata attenta a non usare parole fuori posto contro Israele, ma si è recentemente fatta immortalare in compagnia del “Coordinamento Bds Lombardia”. L’esponente musulmana del Pd compare praticamente in ogni foto dell’album fotografico che si può trovare all’interno dell’evento facebook “25 Aprile a Milano per la Palestina”.
Questa la descrizione: “Anche quest’anno, BDS Milano organizza un corteo per la Palestina all’interno della manifestazione per la Festa della Liberazione. Come i nostri partigiani, anche i palestinesi combattono una lunga lotta di Resistenza per affermare il diritto alla loro autodeterminazione, principio sancito dal diritto internazionale. Porteremo i cartelli dei villaggi palestinesi distrutti dal ’48 ad oggi e le bandiere. Vi aspettiamo numerosi, per dare ampia visibilità a un popolo che lotta da decenni per la sua Liberazione“.
La solita retorica: i palestinesi sono come i partigiani. Gli ebrei israeliani, ne consegue, sono i nazifascisti. Sarà un ennesimo 25 aprile molto vivace sulla questione Brigata Ebraica-Israele-Palestina.
L’evento, come detto, è organizzato dal coordinamento Bds Lombardia, la cui pagina ospita foto nelle quali Sumaya è riconoscibilissima. La sua adesione si può quindi definire ufficiale.
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Messaggioda Berto » gio apr 06, 2017 7:38 am

L’aggressiva campagna degli “studenti contro il Technion” a Torino
4 aprile 2017 Riccardo Ghezzi

http://www.linformale.eu/laggressiva-ca ... n-a-torino

Un’amministrazione comunale che concede il patrocinio a iniziative o eventi promossi o organizzati dal movimento Bds si rende semplicemente complice di qualcosa che è illegale in tanti paesi d’Europa e dovrebbe esserlo anche in Italia.
Questo non perché, come la propaganda vittimista vorrebbe far credere, si è a favore della censura, ma semplicemente perché l’Italia si oppone al boicottaggio. Il movimento Bds, ossia Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, non è “un’organizzazione attenta ai diritti umani” ma un progetto che delegittima lo stato di Israele non riconoscendone di fatto il diritto ad esistere.
Sul sito Bds Italia si legge “Il movimento globale BDS per i diritti dei palestinesi, guidato dal BNC (BDS National Committee, il coordinamento n.d.r.), ha descritto costantemente Israele come un regime di “occupazione, colonialismo di insediamento e apartheid” contro tutti i Palestinesi”.
Occupazione, colonialismo, apartheid: assieme a “genocidio”, si tratta dei principali feticci linguistici della propaganda antisionista, basata perlopiù su menzogne, manipolazioni, esagerazioni, malafede. Un linguaggio che però fa breccia anche tra i giovani e gli intellettuali, sensibili alla questione palestinese e a una fraintesa “emergenza umanitaria” che nasconde uno scopo meno nobile: incolpare Israele, di tutto. Una violenza cui fa da contraltare il rinfacciato rifiuto dell’uso delle armi, come se la sistematica diffamazione fosse meno pericolosa e grave.
Chi contesta la propaganda Bds è tacciato di “sionismo”, vocabolo usato come insulto, e di “rifugiarsi dietro la scusa dell’antisemitismo”, poiché “criticare la politica di Israele non significa essere antisemiti”. Peccato che talune argomentazioni usate dai Bds nascondano pregiudizi nei confronti degli ebrei (spesso definiti ironicamente e con spregio “popolo eletto” o accusati di massacrare i palestinesi in ossequio al concetto religioso di “terra promessa”, se non tacciati addirittura di suprematismo) e ragionamenti complottisti su Israele che di conseguenza fomentano, involontariamente o meno, odio contro l’intero popolo ebraico.

Il movimento Bds non può che scaldare i cuori soprattutto di chi sublima i palestinesi come resistenti oppressi, mentre gli israeliani sarebbero l’icona dei colonizzatori occidentali.
In città come Torino, il supporto delle organizzazioni studentesche, soprattutto universitarie, alle istanze di boicottaggio di Israele è decisivo. L’offensiva si è infatti scatenata in primis nell’ambiente universitario, prima con la petizione anti-Technion di alcuni docenti e poi con la presa di posizione di organizzazioni studentesche.
Lo scorso marzo il senato accademico si è trovato in una situazione delicata: doveva decidere se confermare la collaborazione tra l’ateneo torinese e il vituperato Technion, istituto tecnologico con sede ad Haifa. Il Technion è accusato di qualsiasi nefandezza sulla base dei soliti pregiudizi anti-israeliani. Il peccato più grave sarebbe quello di “collaborare con l’esercito israeliano”, fabbricando addirittura droni che vengono utilizzati dalle forze di difesa.
È errato in partenza l’assunto secondo cui la collaborazione tra università e esercito sia contraria ai diritti umani. In ogni Paese del mondo gli istituti di ricerca o accademici collaborano con i corpi di sicurezza.
Non è però un concetto compreso e condiviso dagli “studenti contro il Technion” che hanno accusato Israele di “apartheid” (beninteso: un paese in cui il 20% della popolazione è costituita da arabi che votano, partecipano alla vita politica, lavorano, hanno rappresentanti in parlamento e gli stessi diritti degli ebrei) e “violazione dei diritti umani”.
Proprio con questa denominazione, “studenti contro il Technion”, alcuni rappresentati degli studenti hanno chiesto al senato accademico di porre fine alla collaborazione tra ateneo torinese e polo tecnologico israeliano.
Missione fallita: il senato accademico ha stabilito di continuare a collaborare con il Technion, ma fosse dipeso dagli studenti sarebbe finita diversamente. Tra i rappresentati studenteschi, infatti, la maggioranza ha votato per cessare la collaborazione, schierandosi quindi con il movimento Bds.
Una scelta frutto anche della propaganda capillare delle principali organizzazioni studentesche antisioniste: Il Cua, Collettivo Universitario Autonomo, e Progetto Palestina, i cui componenti hanno pure manifestato davanti alla sede dell’università per esercitare pressione contro il senato accademico.
Alla guida degli “studenti contro il Technion” una pasionaria studentessa italo-palestinese.

https://youtu.be/Ek_EbaWKzDo
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Messaggioda Berto » ven apr 21, 2017 7:50 pm

Volete boicottare veramente i prodotti degli Ebrei?

https://www.facebook.com/IsraelAkshav/p ... 3547211091

Non limitatevi a quelli Made in Israel, ma allargate a tutte le diavolerie inventate dai Giudei: Prima cosa da fare, salutare tutti gli amici su Facebook e non usarlo mai più ( Inventore ebreo Mark Zuckerberg ), altra brutta notizia niente più google (Sergey Brin e Larry Page) si ritorna alla vecchia enciclopedia cartacea... comunque è inutile girarci attorno ragazzi mi dispiace dirvelo ma niente più internet ( Paul Baran ).

Non sarà poi mica una tragedia anzi è solo un bene, ore e ore davanti a quello schermo non fa mica bene, torniamo a noi comunque, niente più telefoni cellulari (Martin Cooper, ebreo), per comunicare e inviare messaggi si torna alle vecchie lettere e cartoline, però fate attenzione a non usare nessuna penna a sfera (Laszo Josef Biró, ebreo). Nessun videogame (Ralph Baer, ebreo), non resta che guardarsi allora un po' di tv ma controllate prima che il satellite da cui ricevete segnale non usi tecnologie israeliane,ah e per cambiare canale dovrete alzarvi perché il telecomando non si può usare ( Robert Adler, ebreo), tra l' altro la tv a colori e' stata inventata da un ebreo (Peter Carl Goldmark).

Massì.. abbiamo vissuto centinaia d'anni senza queste piccole cose, possiamo farne anche a meno e che sarà mai, per una vita senza ebrei questo ed altro... Ma non è finita amici miei, buttate via i vostri bellissimi blue jeans ( Levi Strauss) e impariamo a lavarci solo con l'acqua perché il sapone non si può più utilizzare, altra invenzione di un ebreo ( Crescas Davin).

Amici miei fate attenzione a non ammalarvi perché li sono poi cazzi amari, niente aspirine ( Arthur Eichengrun) niente vaccini contro epatite B ( Irving Millman) niente vaccini contro la polio ( Jonas Salk e Sabin) niente Warfarin ( Shepard Shapiro) niente valium ( Leo Sternbach).

Vi auguro di non essere affetti da sclerosi multipla perchè il trattamento è stato inventato da un ebrea (Ruth Arnon), nessun intervento agli occhi con laser (Samuel Blum).

Niente elettrocardiogrammi, niente ecografie , niente incubatrici per neonati prematuri....dai non mi dilungo ulteriormente che poi mi diventate pazzi, e per curarvi sareste costretti a consultare uno psicologo cosa non molto gradita visto che il padre della psicoanalisi era ebreo (Sigmund Freud).

Non resta per voi che pregare, pregare e pregare tanto a Gesù Cristo di non ammalarvi , ah dimenticavo anche Gesù era Ebreo

(Grazie a Paolo S.)
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Messaggioda Berto » mer mag 03, 2017 9:40 pm

Bassem Eid: “Se Podemos è stato finanziato dall’Iran, allora è un gruppo terrorista”
3 maggio 2017
(Traduzione di Diego Ibrahim Manca)

http://www.linformale.eu/bassem-eid-se- ... terrorista

Bassem Eid si è recato a Madrid per tenere conferenze e la confusione lo circonda. Non la sua, naturalmente, ma di chi dalla Spagna dipinge mappe del Medio Oriente con spesse pennellate di colori piatti. La realtà è molto più complicata di ciò che in tanti pensano in Occidente.
Gruppi politici come Podemos o la CUP promuovono la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele e lo considerano uno stato con l’apartheid. Ma Bassem Eid ha detto che il finanziamento di Pablo Iglesias dall’Iran indica che c’è una agenda segreta che il governo spagnolo dovrebbe affrontare: “Voi avete un problema, smettete di preoccuparvi di noi, smettete di interferire e confondere e preoccupatevi invece del vostro paese”.

Quindi, cominciamo dall’inizio. Qui in Spagna si semplifica molto e tanti non sanno neanche che esiste: cos’è un arabo israeliano?
La gente fa confusione, sì … Sia chiaro che io sono palestinese. Io non sono un arabo israeliano. Vivo occupato da Israele dal ‘67. Sono nato a Gerusalemme Est e vivo dall’età di 14 anni a Gerico, che è sotto l’Autorità palestinese. Gli arabi israeliani sono arabi che hanno vissuto in Israele dal 1948 e sono diventati cittadini israeliani. I Palestinesi li considerano più israeliani che arabi. Tuttavia, gli arabi israeliani continuano a considerarsi palestinesi. Fino al ‘67 erano arabi israeliani, poi hanno cominciato a rivendicare sempre di più la loro identità, quella palestinese.

Quindi c’è un po’ di “apartheid”, anche tra i palestinesi.
Ho viaggiato in Sud Africa sei volte, ho letto un sacco di libri sull’Apartheid, ho visitato il Museo dell’Apartheid di Johannesburg … Se devo confrontare l’Apartheid a ciò che accade in Israele, vi dico che in Israele non esiste. In nessun modo. Credo che i palestinesi di oggi siamo parte di una famiglia con Israele. Certamente ci sono alcuni limiti alla libertà di movimento. Ma lavoriamo lì, mangiamo lì, viaggiamo lì, facciamo tutto quello che vogliamo in Israele … cosa che non è mai esistita nell’Apartheid. Chiamarlo così è più che altro uno slogan politico che una realtà.

Una delle richieste della campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele è che gli arabi israeliani abbiano pieni diritti. Non è così?
Se non hanno diritti, che se ne vadano in Siria o in Iraq. Questo è quello che dico loro sempre quando mi vengono a dire che in Israele c’è l’apartheid. Dico loro: “Perché non te ne vai in Siria? Magari stai meglio in Libia … Credo che gli arabi israeliani sanno che vivono meglio che in qualsiasi paese arabo nel mondo. Andate a vedere i rifugiati palestinesi in Libano o in Siria … è sorprendente. Incredibile. Andate a vedere i campi profughi in Cisgiordania. Molti vivono in case di quattro, cinque e sei piani, cosa che non esiste in nessun campo profughi nel mondo.

Chi c’è, secondo lei, dietro la campagna BDS?
Credo che l’Europa sia il più grande finanziatore del BDS. Naturalmente, dietro ci sono anche le ONG islamiche. Ma da quando il BDS ha cominciato fino ad oggi, non ha avuto alcun effetto su Israele, che ogni giorno cresce economicamente. E inoltre il boicottaggio del BDS penso che fa più bene a Israele che ai palestinesi. Il BDS è più dannoso per l’occupazione dei palestinesi.

In che modo?
Faccio solo un esempio, quello della fabbrica SodaStream, fabbrica di bevande israeliane che si basava in Cisgiordania e si è trasferita a sud di Israele a causa della pressione del BDS. Quali sono state le conseguenze? Dopo lo spostamento, il reddito della fabbrica è cresciuto tre volte di quello che avevano quando erano basati in Cisgiordania. Quindi, chi ha perso qui? I 1.500 lavoratori palestinesi! Sono stati cacciati dal loro lavoro … E cosa fa il BDS, cosa offre loro per sopravvivere? Lo sa il BDS che da disoccupati i figli di questi lavoratori hanno perso la loro assicurazione sanitaria? È questo ciò che il BDS vuole darmi? Credo che l’Europa dovrebbe valutare la propria politica nel conflitto israelo-palestinese. E se vogliono risolverlo, il BDS deve poter essere considerata un’organizzazione terroristica.

Perché dice che questa è una campagna discriminatoria?
Penso che il problema più grande di questo conflitto è che ci sono troppe mani che interferiscono in esso. Mani straniere ch penso abbiano reso il conflitto più complicato. Voglio proporre alla comunità internazionale di lasciarci in pace, per favore.
Lasciateci soli. Se ci date un po’ di aiuto, vi ringraziamo. Ma non interferite. Se ci lasciate in pace, sarà molto facile risolvere il conflitto israelo-palestinese.

Lo crede davvero?
Di sicuro. Penso che la comunità internazionale, fin da Oslo, fa più parte del conflitto che parte della soluzione.

Molti credono che se vi lasciamo soli, forse l’Iran e i Sauditi metteranno mano nel conflitto. La guerra del petrolio…
Bene, perfetto. Che ci proteggano, per favore, dagli iraniani e da altri paesi terroristi. Che ci proteggano, ma non interferiscano. Che ci tengano a bada. Non risolvano i nostri problemi.

In Spagna c’è un enorme pregiudizio nei confronti di Israele. Pensa che questo avvenga anche nel resto d’Europa?
Guardi, purtroppo, lasciatemelo dire, da 10 anni tutta la politica estera europea riguardo al conflitto israelo-palestinese è completamente cambiato. E’ diventata una politica squilibrata. Penso che l’Europa di oggi cerca più di dare potere ad Abbas per non fare la pace con Israele. L’Europa sostiene Abbas per la mancanza di pace sul lato di Abbas. Gli stanno dando un sacco di soldi e potere. L’Europa dovrebbe allontanarsi completamente da questo conflitto, perché è più parte del conflitto che della soluzione.

Credo che l’Europa stia dimenticando la seconda guerra mondiale e le sue responsabilità. E sta tornando al suo ancestrale antigiudaismo … E’ per questo che sta cambiando la sua politica?
Storicamente, l’Europa non è stato un luogo accogliente per gli ebrei. D’altra parte, l’Europa oggi perde solo denaro ed energia. Da Oslo in poi, tutto ciò che l’Europa ha fatto nel cammino della soluzione è fallito. Che cosa ha ottenuto? Zero. Niente. L’Europa, in piena crisi, è difficile che sopravviva a se stessa. Così dovrebbe rivalutare completamente la sua politica estera, ed in particolare il conflitto israelo-palestinese, perché se continua così pagherà un prezzo enorme.

In che senso?
Guardi, se ci si riferisce agli attacchi terroristici contro l’Europa, gli europei soffriranno molto di più degli israeliani e dei palestinesi. Francia e Germania sono la vera “sofferenza” più che i palestinesi. E tutto questo viene dalla politica estera europea verso il Medio Oriente, piuttosto che il conflitto israelo-palestinese. L’Europa cerca sempre di utilizzare questo conflitto per giustificare qualsiasi attentato. E non è così, è per la sua politica fallimentare verso l’intero Medio Oriente. Dovrebbe rendersi conto di questo invece di giustificare qualsiasi attentato. Questo dovrebbe realizzare il signor Hollande.

Gruppi come Podemos o CUP in Spagna promuovono la campagna BDS per il boicottaggio di Israele. Perché crede che stiano avendo un atteggiamento così radicale verso una delle parti in conflitto?
Guardi, non credo che il BDS sia realmente occupato a risolvere il conflitto. Cerca solo di come eliminare Israele. Non potranno mai accettare l’esistenza dello Stato di Israele. E se si desidera farla finita con questo stato lo si deve distruggere. E credo che questo non succederà mai. Quindi io non guardo al BDS come a una organizzazione che cerca di trovare una soluzione tra palestinesi e israeliani. Quello che vogliono è danneggiare e distruggere Israele. E non lo potrò mai accettare. Perché vedo, come palestinese, che danneggiare Israele non aiuterà la causa palestinese.

Di fatto, Podemos è stato finanziata dall’Iran, che è un alleato di Hamas, del dittatore siriano Bashar al Assad …
Questo è un problema, senta. A mio parere, chi riceve un sostegno finanziario da parte dell’Iran, Hezbollah, è un terrorista. E il governo accetta il sostegno iraniano in Spagna? Queste persone attaccheranno la Spagna, alla fine. Quando finiranno con il loro ordine del giorno, inizieranno a combattere qui. È il governo ne è a conoscenza? Senti, l’islamismo è oggi il più grande problema per il mondo. E se non si tenta di combatterlo fin dall’inizio dopo non potrete più fermarlo.

E la Spagna come può combattere l’islamismo dalle radici?
Guardi, la Spagna è parte della UE, e l’UE ha una sorta di strategia per combattere i gruppi terroristici islamici. La Spagna dovrebbe cominciare a guardare dentro di sé per vedere cosa sta succedendo a rendersi conto che ogni dollaro proveniente dall’Iran verso la Spagna diventerà un problema. Quindi, invece di concentrare energie all’esterno, devono concentrarle all’interno e iniziare ad organizzare la propria casa prima di interferire con gli altri.
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Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 11:21 am

Pretnar di Trieste (ke sema!) - ATTIVISTA DEL BDS RESPINTA AL CONFINE ISRAELIANO

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3511687340

Su uno di questi siti tutti rossi e propal, si apprende che un'altra attivista italiana del BDS, tale Pretnar di Trieste, si è vista negare l'ingresso in Israele.

Secondo la samaritana anti israeliana, lo scorso 8 maggio sarebbe partita da Amman in Giordania, per provare a superare il confine di Sheikh Hussein ed arrivare a TelAviv.

Voleva forse godersi un po' di relax e un po' di libertà nel Paese più all'avanguardia del Medio Oriente; voleva forse godersi i locali aperti h24, le spiagge ben attrezzate, i ristoranti con cibi da tutto il mondo; forse voleva godersi ciò che tutto il resto dell'anno boicotta, ma non ha potuto farlo perché bloccata alla frontiera dalla sicurezza israeliana per le sue "attività contro lo stato d’Israele ed le attività di boicottaggio contro Israele e l’esercito israeliano", sostiene la Pretnar stessa.

La prossima volta che vorrà recarsi in Israele - racconta - dovrà presentare preventivamente una richiesta di ingresso che verrà vagliata secondo la situazione del momento.

La cosa comica è che questi odiatori seriali si sorprendono pure, come se Israele fosse dovuto a far entrare chiunque, anche chi fa dell'antisionismo e dell'antisemitismo la propria religione. Noi, invece, non ci sorprendiamo più, costatando quanto i propal siano completamente scollegati dalla realtà che li circonda.

Palestina libera...dagli sciacalli!
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Messaggioda Berto » gio mag 25, 2017 7:03 am

La Repubblica Ceca in campo: “Gerusalemme capitale d’Israele; non paghiamo Unesco antisionista”
24 maggio 2017
di Ernesto Vito

http://www.italiaisraeletoday.it/la-rep ... tisionista

Una risposta importante ad alcuni Paesi europei e all’Unesco per Israele è venuta dalla Repubblica Ceca, dove la camera bassa del parlamento, la camera dei deputati, ha approvato un documento che sollecita il governo a riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. Ma non solo: ha anche votato la sospensione del pagamento delle quote di adesione all’Unesco finché non verrà annullata la campagna antisionista.

Il presidente della repubblica ceca, Milos Zeman, ha inoltre inviato un messaggio speciale al governo israeliano con parole di “amicizia e di forte legame fra i due stati”. “la Repubblica cecoslovacca – ha sottolineato Zeman- ha dato una mano a Israele nei tempi difficili. E in cambio, Israele con la sua vitalità e l’orgoglio ci incoraggia in Europa dove affrontiamo il male del terrorismo”.

L’ambasciatore d’Israele all’UNESCO, Carmel Shama-Hacohen, ha accolto con favore la decisione della camera dei deputati ceca. “Un’altra decisione benedetta e un’altra voce sana contro il flusso di risoluzioni deludenti sulla questione di Gerusalemme. Questo è davvero un bel regalo di Praga al popolo d’Israele”.

La Camera dei Deputati ceca ha inoltre approvato una soluzione a due stati e ha chiesto negoziati diretti Israele-Palestina senza pre-condizioni. E infine ha manifestato la ferma opposizione a decisioni e risoluzioni di organizzazioni internazionali come l’Unione europea” che “distorcono i fatti storici” e sono animate “dallo spirito del fanatismo anti-israeliano”.
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Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 4:53 am

Bds, ritirano le opere dalla Biennale del Mediterraneo cinque artisti musulmani
27 giugno 2017

http://www.italiaisraeletoday.it/bds-ri ... -musulmani

A seguito di pressioni del movimento BDS (per il boicottaggio di Israele), cinque artisti musulmani provenienti da diversi paesi hanno fatto rimuovere le loro opere già pronte per essere esposte alla terza Biennale Mediterranea che si apre questa settimana nelle località israeliane a maggioranza araba di Sakhnin, Arraba e Deir Hanna e contemporaneamente in quella israeliana a maggioranza ebraica di Misgav, con le le opere di 60 artisti da 25 paesi, compresi alcuni paesi arabi che non hanno rapporti diplomatici con d’Israele (come Kuwait, Marocco e Algeria).

Gli artisti che hanno ritirato i loro lavori sono Zineb Sedira (Francia/Algeria/Inghilterra), Bouchra Khalili (Marocco/Francia), Walid Raad (Libano/Stati Uniti), Akram Zaatari (Libano) e Yto Barrada (Francia/Marocco). Un anno e mezzo fa la Biennale Mediterranea aveva contattato il museo FRAC di Marsiglia chiedendo e ottenendo in prestito opere create da diversi artisti visuali di paesi arabi.

“Si tratta di una decisione politica sostenuta dal movimento BDS – ha dichiarato il curatore della Biennale Mediterranea, Belu-Simion Fainaru – che mira a creare boicottaggio contro Israele in ogni campo possibile, compresa l’arte, come riflesso del nuovo antisemitismo che è stato diffuso in Francia e in Europa negli ultimi anni. Cercano di diffondere l’antisemitismo nel mondo calunniando e isolando Israele. Scopo dell’arte è unire, non dividere né aumentare odio e violenza che generano guerre, profughi e terrorismo in tutto il mondo. Va notato che le opere di questi artisti erano offerte alla vista della popolazione araba che vive nel nord dell’Israele, nelle città di Sakhnin, Arraba e Deir Hanna. La nostra Biennale Mediterranea mira a creare convivenza attraverso l’arte, contrastando l’odio e l’ostilità alimentate dal boicottaggio”.



Alberto Pento
Questi "artisti" nazi-maomettani antiebrei e antiisraeliani vanno banditi per sempre da Venezia.
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Messaggioda Berto » gio set 28, 2017 4:45 am

Nel mirino dei Bds ora c'è il Giro d'Italia. La lettera agli organizzatori è delirante
Riccardo Ghezzi
27 settembre 2017

http://www.linformale.eu/nel-mirino-dei ... -delirante

Non poteva che risvegliare e accendere gli animi dei Bds la notizia della partenza da Gerusalemme del Giro d’Italia 2018. Com’era stato annunciato anche da L’Informale , la prossima edizione partirà dalla capitale israeliana. Lo stato ebraico ospiterà le prime tre tappe della kermesse: la prima cronometro a Gerusalemme, in cui i ciclisti costeggeranno luoghi simbolo come la Knesset; la seconda tappa da Haifa a Tel Aviv con arrivo sul lungomare; la terza tappa sul Negev, da Be’er Sheva a Eilat. In seguito a queste prime tre tappe ci sarà un giorno di sosta per il trasferimento dei ciclisti in Italia.
Una bella iniziativa pensata soprattutto per rendere omaggio all’indimenticabile ciclista Gino Bartali, il campione italiano proclamato Giusto tra le Nazioni per aver salvato la vita a centinaia di ebrei. In questo modo sarà celebrato anche il settantesimo anniversario della fondazione di Israele, che cade in concomitanza con la centunesima edizione del Giro d’Italia.
Non sono d’accordo i seguaci del movimento Bds (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele), che si sono fatti sentire sul sito dell’organizzazione. Secondo loro: “La corsa “celebrerà” il settantesimo anniversario della fondazione di Israele sulle rovine della patria palestinese” (?) “con la pulizia etnica, o Nakba, di una maggioranza dei palestinesi indigeni”.
Palestinesi indigeni, Nakba, patria palestinese. Insomma, i soliti slogan. I Bds accusano Israele di voler “dipingere un’immagine di vita normale” (è noto che in Israele non ci sia) tramite “lo sport-washing”. Accuse tragicomiche se non fossero condite da bellicose intenzioni di fare pressione sugli organizzatori del Giro d’Italia per spostare le prime tre tappe della corsa.
Nel loro delirio, i Bds parlano anche di “beduini palestinesi” (ma non erano gli arabi gli indigeni?) e insistono nei paragoni con il “Sudafrica dell’apartheid negli anni ’80”.
La lettera che i seguaci del movimento hanno intenzione di inoltrare all’attenzione di Urbano Cairo (presidente di Rcs Mediagroup), Riccardo Taranto (presidente Rcs Sport) e Mauro Vegni (direttore del Giro d’Italia) è piena di inesattezze storiche, palesi idiozie e slogan ormai imparati a memoria, a partire dal concetto di “pulizia etnica” e “palestinesi indigeni”, che nella missiva sembrano essere diventati i beduini, non più gli arabi. No manca la solita citazione della risoluzione 181 dell’Onu, che non menziona mai uno stato palestinese (all’epoca gli arabi palestinesi non erano ancora stati inventati) ma si riferisce espressamente ad un generico stato arabo. Quanto alle accuse di apartheid e genocidio, è sufficiente documentarsi sull’aumento della popolazione araba a Gaza e nei territori contesi e sui diritti degli arabi israeliani, identici a quelli degli ebrei. Per non parlare degli ebrei cacciati dai Paesi arabi.

Ecco il testo dell’appello del Movimento Bds:

All’attenzione di:

Urbano Cairo, Presidente, RCS Mediagroup
Riccardo Taranto, Presidente, RCS Sport
Mauro Vegni, Direttore, Giro d’Italia

Siamo profondamente preoccupati per gli annunciati piani di fare partire l’edizione 2018 del Giro d’Italia da Israele. Malgrado i vostri tentativi di evitare “zone sensibili”, tenere la corsa in qualsiasi luogo sotto controllo israeliano coinvolge il Giro d’Italia nelle violazioni israeliane del diritto internazionale.
Facendo iniziare la corsa a Gerusalemme, il Giro d’Italia diventerà parte del processo in corso da parte di Israele per istituzionalizzare la sua presa illegale sulla città occupata. La risoluzione 181 (1947) dell’Assemblea Generale dell’ONU ha stabilito Gerusalemme come corpus separatum sotto un regime internazionale speciale e ha ripetutamente affermato che “tutte le azioni intraprese da Israele, la potenza occupante, di imporre le sue leggi, giurisdizione e amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali.” Nel 1967, Israele ha occupato Gerusalemme Est, annettendola unilateralmente come parte della sua “capitale unita.” Malgrado le ripetute rivendicazioni da parte dei ministri israeliani durante la cerimonia di annuncio, la comunità internazionale non riconosce alcuna parte di Gerusalemme come capitale di Israele.
Nel sud di Israele, dove è prevista un’altra tappa della corsa, dozzine di città beduine palestinesi si vedono rifiutati riconoscimento e servizi di base da parte di Israele e sono state sottoposte a ripetute demolizioni, nel caso di Al-Araqib oltre 100 volte. Dal 2010, Israele ha revocato la cittadinanza di centinaia, probabilmente migliaia, di beduini palestinesi senza alcuna ragione, rendendoli apolidi.
Queste politiche fanno parte della perdurante pulizia etnica da parte di Israele, che è cominciata 70 anni fa con la fondazione di Israele sulle rovine della patria palestinese e con il trasferimento forzoso di una maggioranza dei palestinesi indigeni.
Questo è ciò che Israele intende ‘celebrare’ l’anno prossimo. Il Giro d’Italia non dovrebbe partecipare a questo.
Come sarebbe stato inaccettabile per il Giro d’Italia cominciare dal Sudafrica dell’apartheid negli anni ’80, è inaccettabile iniziare la corsa in qualsiasi luogo sotto controllo di Israele poiché questo servirà soltanto come timbro di approvazione per l’oppressione dei palestinesi da parte di Israele.
Sollecitiamo RCS a rispettare il diritto internazionale e a spostare l’inizio della corsa in un altro paese. Per favore, non permettete a Israele questo “grande colpo politico”, macchiando uno dei principali eventi sportivi d’Europa.

Naturalmente, gli organizzatori si aspettavano rischi di questo tipo e saranno costretti a fare gli straordinari per garantire il corretto svolgimento delle prime tre tappe e di tutto il Giro d’Italia. Succede, se si sceglie di coinvolgere Israele. Avere a che fare con l’intolleranza e lo squadrismo dei soliti noti, fomentati da menzogne ormai radicalizzate, non è una sorpresa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'Ouropa fiłoxlamega e antisemita ła boicota Ixraełe, mi no

Messaggioda Berto » ven set 29, 2017 3:45 am

Le verità dette di fronte al mondo intero lasciano allibiti i corrotti bugiardi che si arricchiscono in maniera oltraggiosa a spese del loro popolo. Ci vorrebbe l'assegnazione del premio Nobel a questo uomo coraggioso ed onesto.
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 8739777557

Si tratta di Mosab Hassan Yousef,figlio primogenito dello sceicco Hassan Yousef, leader e fondatore di Hamas.

https://it.wikipedia.org/wiki/Mus%27ab_Hasan_Yusuf
Muṣʿab Ḥasan Yūsuf (in arabo: مصعب حسن يوسف‎; Ramallah, 5 maggio 1978) è un agente segreto e antislamista palestinese con cittadinanza israeliana, figlio di uno dei capi fondatori di Hamas, che ha lavorato come informatore per il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet dal 1997 al 2007.È considerato la più importante risorsa nella storia dello Shin Bet, avendoli aiutati a prevenire dozzine di attentati suicidi. Nel 2005 si è convertito al cristianesimo, e nel 2007 ha chiesto asilo politico negli Stati Uniti, ottenendolo nel 2010.


https://www.unwatch.org/u-n-clash-son-h ... ian-people

Statement by United Nations Watch
to 36th Session, U.N. Human Rights Council
Delivered by Mosab Hassan Yousef

Thank you, Mr. President.

I take the floor on behalf of UN Watch.

My name is Mosab Hassan Yousef. I grew up in Ramallah as a member of Hamas.
I address my words to the Palestinian Authority, which claims to be the “sole legitimate representative” of the Palestinian people.
I ask: where does your legitimacy come from?
The Palestinian people did not elect you, and they did not appoint you to represent them.
You are self-appointed.
Your accountability is not to your own people. This is evidenced by your total violation of their human rights.
In fact, the Palestinian individual and their human development is the least of your concerns.
You kidnap Palestinian students from campus and torture them in your jails. You torture your political rivals. The suffering of the Palestinian people is the outcome of your selfish political interests. You are the greatest enemy of the Palestinian people.
If Israel did not exist, you would have no one to blame. Take responsibility for the outcome of your own actions.
You fan the flames of conflict to maintain your abusive power.
Finally, you use this platform to mislead the international community, and to mislead Palestinian society, to believe that Israel is responsible for the problems you create.

Thank you.
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L'Ouropa fiłoxlamega e antisemita ła boicota Ixraełe, mi no

Messaggioda Berto » sab gen 06, 2018 9:19 pm

Gabriel Groisman, il sindaco eroe che ha sconfitto il Bds
06/01/2018

http://www.linformale.eu/groisman-il-si ... tto-il-bds

Gabriel Groisman è il sindaco di Bal Harbour, città della Florida. È un fervente attivista contro l’antisemitismo ed è un avvocato esperto di anticorruzione e antiriciclaggio. Il suo impegno ha condotto la sua città ad essere la prima al mondo ad approvare un’ordinanza contro il movimento BDS.

Il 14 dicembre 2017, con l'”Antisemitism Definition Act”, Bal Harbour è diventata la prima città degli Usa a codificare una definizione uniforme di antisemitismo. È un passo molto importante nella lotta contro la discriminazione e l’odio contro gli ebrei. La legge è stata approvata all’unanimità. L’Antisemitism Definition Act consente alle forze dell’ordine di considerare l’antisemitismo come un vero e proprio reato penale, punibile per garantire la sicurezza e il benessere della comunità ebraica locale. I dipartimenti di sicurezza e polizia della città possono prendere in considerazione questa definizione quando indagano sui reati, in linea con gli statuti sui reati di odio federali e statali. È stato il secondo momento “storico” che riguarda l’impegno di Groisman nella lotta contro l’antisemitismo negli Stati Uniti d’America.

Potrebbe spiegarmi come è nata l’idea di questa nuova legge, come è stata inizialmente pensata e come l’avete sviluppata Lei e il Suo staff?

Un atto di antisemitismo avvenuto a Miami mesi fa mi ha aperto gli occhi sulla difficoltà delle forze dell’ordine americane nell’identificare ed intervenire contro questo tipo di reato d’odio. I poliziotti intervenuti non avevano idea di cosa fosse il BDS, del boicottaggio contro Israele, né dei reati di antisemitismo che coinvolgono le attività lavorative e le connessioni con Israele. Ma come possono le forze dell’ordine intervenire senza delle definizioni precise di questo reato d’odio? Dunque ho compreso che avremmo dovuto definire il reato di antisemitismo e fornire alla polizia uno strumento esecutivo per combatterlo in maniera diretta. Nel 2016 il governo federale ha provato a far passare una legge simile, che definisse il reato di antisemitismo, senza successo, così come è successo in South Carolina. Io ho semplicemente osservato il testo della legge statale che non è stata approvata in Carolina e l’ho convertita in una buona ordinanza cittadina.

Qual è la situazione dell’antisemitismo e dell’odio razziale contro gli ebrei in Florida e negli Stati Uniti? Possiamo confrontarla con quella europea?

L’antisemitismo è aumentato notevolmente negli Stati Uniti negli ultimi 6, 7 anni. Negli ultimi due anni gli attacchi su base antisemita sono aumentati del 67% negli Stati Uniti.
Più del 50% dei crimini di odio razziale del Paese vengono perpetrati contro gli ebrei e la situazione peggiora di giorno in giorno. Nonostante io creda che gli Stati Uniti siano ancora un luogo sicuro per gli ebrei, la temperatura non è mai stata così alta. Per quanto riguarda l’Europa, noto che le maggiori capitali europee sono afflitte da un tasso di antisemitismo senza precedenti, per adesso considero la situazione degli Stati Uniti meno preoccupante di quella europea.

Il Suo impegno per contrastare il BDS è famoso in tutti gli Stati Uniti, ma non così tanto in Europa, dato che il boicottaggio sembra non essere condannato dall’Unione Europea. Nel 2015 Bal Harbour è diventata la prima città degli Usa a far passare un’ordinanza contro il BDS. Questa ordinanza proibisce al comune di approvare qualsiasi attività commerciale a meno che il contratto non includa una dichiarazione nella quale si afferma che le aziende coinvolte non sono attualmente, e non lo saranno in futuro, impegnate nel boicottaggio di un’entità con sede o legata a un Paese con il quale gli Stati Uniti hanno accordi di libero scambio. In breve, coloro che vogliono commerciare con il comune di Bal Harbour devono necessariamente dissociarsi dal BDS.


Perché è stata necessaria una legge del genere nella Sua città?

Quando la United Church Of Christ, la più importante chiesa protestante statunitense con più di 900.000 membri in 5.032 congreghe, ha iniziato ad appoggiare il BDS disinvestendo nelle aziende israeliane o affiliate a Israele, ed ho appreso che la sede di questa chiesa nella città di Bal Harbour non si era opposta a questa decisione, ho pensato fosse un’opportunità per combattere la diffusione del BDS. Bal Harbour è nata, dopotutto, nel 1947, e la chiesa è stata costruita prima delle stesse abitazioni, come centro della comunità cittadina nella quale è cresciuta anche una importante e numerosa comunità ebraica. Non potevamo stare a guardare.


Dunque… Come è finita con la chiesa?

La chiesa qualche mese dopo l’approvazione aveva intenzione di espandersi e per farlo avrebbe dovuto firmare un accordo con la città. Ovviamente, appoggiando il BDS, il contratto non sarebbe mai stato valido. A quel punto ho deciso di incontrarli e di dialogare, di spiegargli quanto è dannoso il movimento BDS e, alla fine, abbiamo scritto una lettera tutti insieme, firmata anche dal pastore, in cui hanno rifiutato il boicottaggio di Israele e nel quale hanno voluto ritirare gli investimenti in tal senso. Una volta presa questa decisione abbiamo ripreso in mano il contratto, anche se poi hanno deciso di spostarsi in un’altra città della Florida. Anche in quella città, però, abbiamo portato l’ordinanza contro il BDS. Infine abbiamo contribuito a creare un forum di discussione nella United Church Of Christ, ed era quello che volevamo ottenere.

Come si applica questa legge in Florida?

La legge è passata nella città di Bal Harbour per prima e ovviamente riguardava solamente i contratti che avessero coinvolto il municipio e l’istituzione cittadina. Adesso ci sono 24 stati negli USA che l’hanno applicata, e più di 50 città. E per quanto riguarda la Florida, il problema non si pone perché è stata approvata anche a livello statale. Il problema della legge statale in Florida è che si applica solo ai contratti che superano il milione di dollari, stiamo lavorando affinché si possa espandere anche ad accordi meno imponenti.

Crede che il BDS si limiti all’attivismo o che stia conducendo a qualcosa di più pericoloso? Ad esempio, crede che i membri del BDS sostengano il terrorismo e la violenza contro Israele e contro gli ebrei americani?

Io non do molto credito agli attivisti BDS. Credo che siano poco organizzati. I maggiori finanziatori e i creatori del movimento, invece, sono pericolosi antisemiti e quello che dobbiamo combattere è la loro infiltrazione nei gruppi sociali americani, come chiese, università e società private, poiché riescono a manipolare le menti spingendo la gente a credere alle loro bugie.

Sfortunatamente, l’antisemitismo è un fenomeno in crescita nei campus e nei college americani. Cosa pensa di questo fenomeno? Come può essere combattuto?

Credo che questa sia la parte peggiore e più pericolosa del BDS perché tra dieci/quindici anni gli Stati Uniti potrebbero essere pieni di professionisti, medici, avvocati, businessman e politici che hanno subito propaganda anti israeliana negli anni più importanti della loro formazione. Non dobbiamo ignorare questo fenomeno, bensì dare l’opportunità agli studenti americani di capire la verità. Il più grande problema delle comunità ebraiche oggi non è chi le attacca ma la loro stessa apatia, che li frena nella lotta contro questi fenomeni.

L’Unione Europea non considera illegale il BDS. Quali misure potrebbe adottare l’Europa per combattere l’antisemitismo?

L’Europa dovrebbe guardare alla propria storia. Dovrebbero smetterla di occuparsi di antisemitismo solo quando è troppo tardi e avere un approccio proattivo.

Crede che la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele fosse la cosa giusta da fare? Quali effetti crede che avrà sulle comunità ebraiche nel mondo?

E’ assolutamente la cosa giusta da fare, l’avremmo dovuto fare già dal 1967. Per quanto riguarda gli effetti, credo che tutti gli ebrei statunitensi siano in qualche modo riconoscenti, anche coloro che non appoggiano direttamente il presidente hanno comunque sostenuto questa decisione. E’ un onore per la comunità ebraica americana e per tutte le comunità ebraiche nel mondo.

Ultima domanda. Ci siamo incontrati per la prima volta durante il ciclo di conferenze tenute da ISGAP (Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy) a Roma.
Durante le conferenze è emersa l’importanza di un’organizzazione come ISGAP, in quanto permette ad esperti coinvolti nella lotta contro l’antisemitismo moderno provenienti da tutto il mondo di incontrarsi e condividere il loro know how. Crede che l’unione di esperti, attivisti, politici, accademici e giornalisti attraverso l’impegno di ISGAP possa aiutare nella lotta contro il BDS?

Credo che la lotta contro il BDS inizi proprio da qua. Dobbiamo unire le nostre forze, parlare di antisemitismo, confrontarci e portare la tematica ai piani istituzionali. La storia ci insegna che le minacce ignorate peggiorano soltanto. Dopotutto la frase “never again” (mai più ) non deve essere una mera speranza, ma una vera e propria strategia.
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