Magna Carta

Magna Carta

Messaggioda Berto » lun giu 15, 2015 11:23 am

Magna Carta
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Magna_Carta

Una delle sole quattro esemplificazioni (copie conformi) sopravvissute del testo del 1215, Augustus II. 106, posseduto dalla British Library

La Magna Carta (Magna Charta Libertatum) è un documento, scritto in latino, che il re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni del Regno, propri feudatari diretti, presso Runnymede, il 15 giugno 1215[1]. Venne chiamata magna per non confonderla con un provvedimento minore, una carta rilasciata proprio in quegli anni per regolamentare i diritti di caccia. Pur presentandosi quindi come un atto di concessione da parte del re, costituiva un contratto di riconoscimento di diritti reciproci.

Quando Riccardo Cuor di Leone morì il 6 aprile 1199, gli succedette il fratello minore Giovanni Senzaterra (John Lackland), chiamato così perché perse i suoi possedimenti in Francia, o forse perché essendo il quintogenito maschio, il padre Enrico non gli lasciò in eredità alcun possedimento territoriale. Giovanni, per difendere e poi riconquistare i possedimenti dei Plantageneti in Francia, dovette ingaggiare una guerra con il regno di Francia, finanziata tramite una forte tassazione dei suoi baroni, che ne denunciarono pubblicamente l'arbitrarietà, segnalando in particolare gravi abusi nell'applicazione dello scutagium. A causa dell'esito negativo della spedizione francese (le truppe inglesi, alleate a quelle dell'imperatore tedesco Ottone IV, vennero sconfitte a Bouvines nel 1214) e dalla successiva rivolta dei baroni, che il 5 maggio 1215 rifiutarono la fedeltà al re, Giovanni Senzaterra, durante l'incontro con i ribelli avvenuto il 15 giugno nella brughiera di Runnymede, si vide costretto, in cambio della rinnovata obbedienza, a una serie di concessioni che costituiscono il contenuto principale della Magna Carta.

La Magna Carta Libertatum è stata interpretata a posteriori come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini, sebbene essa vada inscritta nel quadro di una giurisprudenza feudale in cui, durante il XII e XIII secolo, la concessione di privilegi (libertates) da parte di sovrani a comunità o sudditi, offre altri esempi di natura analoga (Federico Barbarossa alla Lega Lombarda nel 1183, il re Andrea II d'Ungheria ai suoi vassalli nel 1222). In sostanza la Magna Carta conferma i privilegi del clero e dei feudatari, eliminando o diminuendo l'influenza del re.

Tra i suoi articoli ricordiamo:

il divieto per il sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del commune consilium regni, il consiglio comune del regno, formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni, da convocarsi con un preavviso di almeno quaranta giorni e deliberante a maggioranza dei presenti (articoli 12 e 14)
la garanzia, valida per tutti gli uomini di condizione libera, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, da parte di una corte di pari, se la norma era incerta o il tribunale non competente, o secondo la "legge del regno" (articolo 39, in cui si ribadisce il principio dell'habeas corpus integrum)
la proporzionalità della pena rispetto al reato (articolo 20)
l'istituzione di una commissione di venticinque baroni, che, nel caso in cui il re avesse infranto i suoi solenni impegni, doveva fargli guerra, chiedendo la partecipazione di tutti i sudditi (articolo 61, in cui si manifesta il futuro principio della legittima resistenza all'oppressione di un governo ingiusto)
l'integrità e libertà della Chiesa inglese (articolo 1), precedentemente messa in discussione sia dalla disputa tra Enrico II, padre di Giovanni, e l'arcivescovo di Canterbury Tommaso Becket sulla giurisdizione regia nelle cause criminali contro gli ecclesiastici, sia dall'iniziale mancato riconoscimento (compiuto solo dopo la scomunica da parte del papa Innocenzo III con la Bolla pontificia del 24 agosto 1215) dell'arcivescovo Stephen Langton (tra i maggiori ispiratori della Carta) da parte del re Giovanni.

La Magna Carta regolamentava inoltre l'importante legge consuetudinaria detta "della foresta", abolendo i demani regi (in latino foreste) creati sotto il regno di Giovanni e le relative multe comminate ai trasgressori (articoli 47 e 48).
In materia economica, la Carta faceva salve le antiquas libertates (libertà originarie) della città di Londra, dei borghi, delle ville e dei porti (articolo 13) e concedeva a tutti i mercanti, esclusi quelli provenienti da paesi in guerra con il re, il diritto gratuito di ingresso e di uscita dal paese (articolo 41); infine per agevolare il commercio, imponeva che in tutto il regno fossero adottate identiche misure per vino, birra e grano e inoltre che le stoffe fossero confezionate in misure standardizzate (articolo 35).

Benché la Magna Carta nel corso dei secoli sia stata ripetutamente modificata da leggi ordinarie emanate dal parlamento, conserva tuttora lo status di Carta fondamentale della monarchia britannica.

Una copia ben conservata si trova nella cattedrale di Salisbury.

Il documento, nella sua forma definitiva, fu redatto, dopo la morte di Giovanni, dal legato pontificio, Guala Bicchieri, dal Gran Giustiziere, Uberto di Burgh, e dal reggente di Enrico III d'Inghilterra, Guglielmo il Maresciallo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magna Carta

Messaggioda Berto » lun giu 15, 2015 9:55 pm

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