Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

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Messaggioda Berto » sab lug 03, 2021 6:14 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » sab lug 03, 2021 6:16 pm

27)
Le crisi della banda Biden Biden



Situazione occupazionale USA:
La pandemia ha causato tra marzo e aprile 2020, una perdita di posti di lavoro pari a 21.201.000.
Tra maggio 2020 e gennaio 2021 durante l'amministrazione Trump sono stati recuperati 11.953.000 posti di lavoro.
Tra febbraio 2021 e giugno 2021 sotto l'amministrazione Biden sono stati recuperati 2.970.000 posti di lavoro.
Sotto Trump il tasso di disoccupazione ha toccato il minimo storico a inizio 2020 con il 3,50%.
Nel mese di giugno 2021 il tasso di disoccupazione è stato pari al 5,90% in aumento rispetto al 5,80% del mese di maggio 2021.
3 luglio 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 3616351974







L’aiutante di Biden che accusa un “sabotaggio” verso Kamala Harris
3 luglio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... la-harris/

Molti Democratici, compresi alcuni alti funzionari dell’amministrazione, sono preoccupati che Kamala Harris non possa sconfiggere il candidato repubblicano – anche se fosse Donald Trump.

Alti funzionari della Casa Bianca si stanno mobilitando per difendere la Vicepresidente Kamala Harris in mezzo ad una vera e propria raffica di fughe di notizie su disfunzioni e lotte intestine all’interno del suo ufficio.

Il capo dello staff della Casa Bianca Ron Klain ha detto ad Axios in una dichiarazione: “La fiducia del presidente in lei è evidente quando li si vede nello Studio Ovale insieme”. Il consigliere anziano di Biden, Cedric Richmond, ha detto in un’intervista nella tarda notte di giovedì: “È una campagna di pettegolezzi progettata per sabotarla”.

Le loro risposte sono arrivate dopo che Axios si è presentata alla Casa Bianca con nuovi rapporti sulle crescenti tensioni tra i funzionari dell’Ala Ovest e la squadra della Harris, compreso il capo del suo staff Tina Flournoy.


Le accuse mosse a Kamala Harris e al suo staff

Alcuni funzionari della Casa Bianca sono stati frustrati da una serie di passi falsi della Harris e da battibecchi sempre più pubblici nella sua cerchia, che si sono riversati in un articolo di POLITICO di mercoledì. Il vecchio capo della Flournoy, l’ex presidente Bill Clinton, è giunto in sua difesa con una dichiarazione definendola “una persona straordinaria”.

Il 2024 è “l’elefante nella stanza”. Mentre gli aiutanti di Biden credono per la maggior parte che sarà ancora lui il candidato democratico, sanno anche che avrà 81 anni quando cercherà la rielezione.

Un’operazione che a volte sembra visibilmente fuori sincronia con quella di Biden – e passi falsi durante un recente viaggio al confine tra Stati Uniti e Messico, dopo un’intervista con Lester Holt della NBC – hanno riacceso le domande della candidatura alle primarie della Harris nel 2020.

La Harris sarebbe la candidata più probabile qualora Biden non si ricandidasse. Fonti dell’amministrazione ritengono che sarebbe quasi impossibile disarcionare la prima donna afroamericana alla vicepresidenza.

Eppure molti Democratici, compresi alcuni alti funzionari dell’amministrazione, sono preoccupati che lei non possa sconfiggere chiunque il Partito Repubblicano possa mettere contro di lei – anche se fosse Donald Trump.

Un funzionario democratico dice ad Alayna Treene di Axios che la maggior parte dei Democratici non sta dicendo, “‘Oh, no, la nostra probabile erede sta facendo un casino, cosa faremo?’. È più che altro come se la gente pensasse, ‘Oh, sta facendo un casino, forse non dovrebbe essere lei a prendere il testimone’“.

Alcuni Democratici vicini alla Casa Bianca sono sempre più preoccupati per la gestione che ha in mano la Harris su questioni di alto profilo e la sordità del suo tono politico, e mettono in discussione la sua capacità di mantenere la coalizione che Biden ha formato per andare alla Casa Bianca, dicono delle fonti a Hans Nichols di Axios.

Le relazioni tra l’Ala Ovest e l’ufficio del vicepresidente sono dunque tese.

Diversi funzionari dell’amministrazione hanno usato la parola “shitshow” (qualcosa di caotico, controverso o sgradevole in misura eccessiva o assurda, n.d.r.) nel descrivere l’ufficio della Harris, e si vede il contrasto con gli aiutanti di Biden, che invece sono disciplinati e virtualmente a prova di defezioni.

Alcuni funzionari di Biden vedono “l’operazione Harris” come mal gestita e affidata a del personale che non ha affatto un rapporto di relazione di lunga data con lei. Ritengono che abbia ricevuto cattivi consigli dal suo ufficio di stampa e comunicazione e pensano che sia significativo il fatto che abbia già perso due assistenti e un direttore digitale.

Un caso emblematico: Qualche mese fa, quella che avrebbe dovuto essere una banale richiesta di informazioni alla stampa è arrivata all’ufficio della Vicepresidente. Forbes voleva presentare la Harris sulla copertina del suo numero “50 Over 50” – salutando la sua ascesa per essere stata la “prima donna, la prima persona di colore, e la prima sud-asiatica-americana a diventare Vice Presidente degli Stati Uniti”.

Dopo aver concluso che Tina Flournoy, capo dello staff della Harris, era stata incaricata di seguire la richiesta – una caratterizzazione che un assistente del Vicepresidente contesta categoricamente, spiegando che stava semplicemente fissando i dettagli prima di condividerli con una cerchia più ampia alla Casa Bianca – alla fine l’Ala Ovest è devuta intervenire per dare una risposta a Forbes.

La Vicepresidente alla fine ha partecipato a quel servizio di Forbes – ed ha ottenuto un trattamento glorioso. Ma i consiglieri di Biden non riuscivano a capire cosa ci fosse di così difficile, dicono ad Axios persone informate su questo incidente.


La difesa dei colleghi Democratici

Il consigliere senior della Harris, Symone Sanders, e il vice capo dello staff Michael Fuchs hanno difeso sia Harris che la Flournoy. La squadra della Harris fa notare che il presidente ha affidato alla vicepresidente un portafoglio di compiti che comprende il diritto di voto, l’immigrazione dall’America centrale, lo spazio, il lavoro, la banda larga, l’assistenza alle piccole imprese e le donne nella forza lavoro.

“Le persone non stanno combattendo tra di loro ogni giorno”, ha detto Sanders. “Non c’è costernazione tra gli assistenti. Questo non è vero… Sento che ci sono dei critici. Quelli che parlano spesso non sanno e quelli che sanno di solito non sono quelli che parlano”.

Fuchs ha respinto le critiche a Flournoy e Harris come “voci” e “non vere“, e ha detto che hanno mostrato integrità e leadership mentre la pandemia ha aggiunto altri ostacoli ad un lavoro già difficile.

Ron Klain ha elogiato la Harris e la sua squadra come “la partenza più veloce e più robusta che qualsiasi vicepresidente abbia mai visto” e ha detto che “il suo talento e la sua determinazione hanno già fatto un’enorme differenza”.

“Lei si sta impegnando per il popolo americano su immigrazione, piccole imprese, diritto di voto e crescita economica”, ha detto Klain. “I risultati parlano da soli: un calo degli arrivi al confine dal Triangolo del Nord, una migliore equità nella distribuzione dei vaccini e maggiori opportunità economiche per le donne”.

Richmond ha definito la Harris una “convinta sostenitrice dell’agenda Biden-Harris,” e ha detto che le richieste per una sua partecipazione agli eventi rimangono alte.

Ha detto che nessuno ha portato a lui alcuna lamentela su di lei o sulla sua squadra. E ha detto che è ingiusto paragonare lo staff di qualsiasi vicepresidente allo staff di un presidente – tanto meno la squadra di Biden, che include alcuni consiglieri che hanno lavorato per lui per decenni e hanno servito in tre amministrazioni.

“Non si può uniformare la squadra della vicepresidente a questo standard“, ha detto Richmond. “Ma penso che siano bravi, penso che si stiano facendo il culo e penso che la vicepresidente stia eseguendo tutti i suoi incarichi e si stia occupando dei suoi problemi”.

Della narrativa contro la Harris, ha detto: “Ad un certo punto una persona dice qualcosa abbastanza a lungo che diventa una leggenda metropolitana. Non deve essere credibile. Non deve essere reale. Qualcuno dice qualcosa e può diventare una palla di neve”.

“Non una persona nominata. Questo è quello che mi preoccupa di più. Siamo in un giorno in cui la posta in gioco è alta. Speriamo solo che se c’è una critica legittima mettano il loro nome accanto ad essa”.



Così Biden sta tradendo Black Lives Matter e gli attivisti di sinistra
Roberto Vivaldelli
25 agosto 2021

https://it.insideover.com/politica/cosi ... istra.html


Altro che discontinuità: come sta accadendo nell’ambito dell’immigrazione, l’amministrazione Biden – e in particolare il dipartimento di Giustizia – sta continuando a impiegare alcuni strumenti normativi ereditati dal suo predecessore per perseguire il terrorismo domestico e l’estremismo molto criticati dagli attivisti di sinistra e da organizzazioni come Black Lives Matter. Come riferiva qualche tempo fa Politico, più di un centinaio degli indagati nell’assalto al Campidoglio affrontano l’accusa di disordini civili, un reato che comporta una possibile condanna fino a cinque anni di carcere. Questo strumento normativo era stato reintrodotto precedentemente da Donald Trump e dall’ex Attorney general William Barr per far fronte alle violenze dei cosiddetti “Antifa”. Tuttavia, la legge sui disordini civili non sta prendendo di mira solo i supporter di Trump o i suprematisti bianchi ma, come ha acclarato un’inchiesta condotta da The Intercept, anche le minoranze, afroamericani compresi.

Così Biden ha tradito le promesse fatte alla sinistra

Sotto il presidente Joe Biden, infatti, i casi di violazione della controversa legge sui “disordini civili” sono stati supervisionati dalla sezione antiterrorismo del dipartimento di Giustizia. Nel primo mese della nuova presidenza, il Doj ha dovuto far fronte l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio e la legge antisommossa si è rivelata “utile” in quei procedimenti: come precedentemente accennato, almeno 163 dei 570 imputati del Campidoglio perseguiti a livello federale sono stati accusati di reati di disordini civili tra gennaio e agosto, insieme a una serie di altre accuse, secondo i dati raccolti dal Prosecution Project. Come riferisce The Intercept, con buona pace di chi invocava la discontinuità fra Biden e Trump, a marzo, due mesi dopo l’attacco al Campidoglio, una nuova direttiva emessa dal vice procuratore generale John Carlin ha incaricato tutti i pubblici ministeri federali di assumere una “visione ampia” dell’estremismo violento domestico “e includere tutti gli atti criminali violenti a sostegno di obiettivi ideologici derivanti da influenze interne, come pregiudizi razziali e sentimenti antigovernativi”.

“Nel mirino anche gli attivisti di Black Lives Matter”

A questo si aggiunge il fatto che in un documento strategico del Consiglio di sicurezza nazionale pubblicato a giugno, l’amministrazione Biden ha sottolineato che mentre le principali minacce terroristiche domestiche degli Stati Uniti sono rappresentanti dai suprematisti bianchi e da gruppi “estremisti violenti a sfondo etnico o razziale (principalmente quelli che promuovono la superiorità della razza bianca)”, le autorità federali “devono e dissuadere anche coloro che lanciano attacchi violenti al fine di forzare un cambiamento nelle politiche governative che considerano ingiuste”. Quindi sì, il primo obiettivo dell’amministrazione Biden è reprimere i suprematisti bianchi di destra, ma legge sui disordini civili si applica anche ad altre situazioni e – teoricamente – contro ogni tipo di manifestante. E di mezzo ci vanno anche gli attivisti di Black Lives Matter. Secondo Lauren Regan, direttore esecutivo del Civil Liberties Defense Center, “sotto Trump, stavamo assistendo a un uso insolito del sistema giudiziario federale”, ha detto Regan. Nulla sembra essere cambiato. “Non stiamo assistendo a un grande cambiamento da parte dell’amministrazione Biden per quanto riguarda i procedimenti giudiziari contro gli attivisti di Black Lives Matter rispetto alla precedente amministrazione”.

Come e quando nasce la legge anti-proteste

La legge adottata da Trump e Biden per piegare il terrorismo domestico fonda le sue radici alla fine degli anni ’60, dopo la morte di Martin Luther King (4 aprile 1968), dopo la quale scoppiarono delle violente proteste in tutto il Paese, fra cui Washington. È in quel periodo che l’allora Presidente Lyndon B. Johnson firmò il Civil Rights Act del 1968 che faceva a sua volta parte di un ampio pacchetto legislativo che includeva una serie di leggi che punivano severamente i disordini civili, fra cui il “H. Rap Brown Law”. Secondo The Intercept, attualmente, circa la metà delle persone accusate di disordini civili contro obiettivi non federali sono di colore. Un vero paradosso per l’amministrazione democratica.

L’accusa di Greenwald: “Biden criminalizza chi si oppone al sistema dominante”

Secondo il giornalista investigativo Glenn Greenwald, i democratici hanno lanciato una guerra al terrorismo domestico per “criminalizzare, essenzialmente, qualsiasi ideologia di opposizione alla classe dominante”, ha spiegato intervistato qualche settimana fa da Tucker Carlson, su Fox. “Non c’è letteralmente nulla che possa essere più pericoloso, e non è allarmismo o paura”, ha detto Greenwald. Joe Biden, ha sottolineato il Premio Pulitzer, “sta equiparando l’insurrezione con chiunque abbia un’ideologia diversa dal neoliberismo”, ha detto Greenwald, che ha previsto che le autorità Usa cercheranno di utilizzare in questa campagna contro il terrorismo domestico “gli strumenti che hanno usato per rimuovere l’Isis da Internet e per distruggere Al Qaeda”.
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Messaggioda Berto » dom ago 22, 2021 6:34 pm

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Messaggioda Berto » dom ago 22, 2021 6:35 pm

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Messaggioda Berto » dom ago 22, 2021 6:36 pm

28)
Biden e l'Afganistan disastro e vergogna per gli USA


Dichiarazione di Kevin McCarthy (CA-23), Leader di minoranza repubblicano alla Camera dei rappresentanti:
"Per 20 anni, le nostre truppe hanno sopportato dispiegamenti lunghi mesi, difficoltà e tempo lontano dalle loro famiglie per servire il loro paese durante i turni di combattimento in Afghanistan. Hanno doverosamente risposto alla chiamata di servizio e hanno coraggiosamente combattuto per proteggere i nostri interessi nazionali all'estero. Per troppi, quel sacrificio ha significato ferite che hanno cambiato la vita, e alcuni hanno anche pagato l'ultimo sacrificio con la loro stessa vita.
L'Osservatore Repubblicano

13 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 7826816886

"Avrebbe dovuto essere responsabilità del governo eseguire un'uscita responsabile mentre ritiravamo le forze rimanenti dal paese. Ma nel giro di pochi mesi, l'amministrazione Biden ha condotto un processo di ritiro pasticciato che ha ora prevedibilmente consegnato un intero paese ai terroristi.
"Il presidente Biden deve immediatamente concentrare tutti gli sforzi per assicurarsi che ci sia un piano per estrarre in sicurezza tutti i membri delle forze americane e i civili ancora rimasti in Afghanistan. Egli deve anche al pubblico americano una risposta su ciò che ha intenzione di fare per assicurarsi che la regione non si trasformi in un terreno fertile per un estremismo più violento che porterà ad attacchi terroristici globali su larga scala".




Dichiarazione del leader Kevin McCarthy sulla situazione in Afghanistan dopo il briefing dell'amministrazione
Washington D.C. - Oggi, il leader repubblicano della Camera Kevin McCarthy (CA-23) e i membri della Camera dei Rappresentanti hanno ricevuto un briefing dall'amministrazione Biden sulla situazione attuale in Afghanistan. Ma purtroppo, l'amministrazione Biden ha fornito solo scuse per la loro mancanza di leadership.

L'Osservatore Repubblicano
15 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 0013340334

Il leader McCarthy ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo la telefonata:
"Il mese scorso, il presidente Biden ha detto all'America che il governo dell'Afghanistan aveva 300.000 truppe, che sono - secondo le sue stesse parole - "ben equipaggiate come qualsiasi altre al mondo" e che sarebbero state pronte a difendere il paese contro una presa di potere dei talebani. Il suo Segretario di Stato ha anche espresso abbastanza fiducia per supporre che la presenza diplomatica degli Stati Uniti nel paese sarebbe rimasta, aggiungendo l'avvertimento che anche se la sicurezza si deteriorasse, non pensava che sarebbe successo dal "venerdì al lunedì".
"Proprio negli ultimi tre giorni, abbiamo visto i talebani prendere il controllo della base aerea di Bagram, migliaia di prigionieri - la maggior parte dei quali sono considerati terroristi - rilasciati dal carcere dai talebani, il presidente afgano è apparentemente fuggito dal paese, e al nostro personale dell'ambasciata ancora a Kabul è stato appena chiesto di rifugiarsi sul posto.
"Inoltre, sono preoccupato per gli effetti del deterioramento dell'Afghanistan sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti in patria. Mentre la crisi di frontiera del presidente Biden continua e gli individui presenti nelle liste di controllo del terrorismo sono stati fermati al confine, il rischio che l'Afghanistan torni ad essere un paradiso per i terroristi avrà un impatto diretto sulla nostra sicurezza di frontiera".
"Questa mattina, i membri della Camera hanno ricevuto un briefing dall'amministrazione riguardo all'attuale situazione in Afghanistan. La situazione in Afghanistan è terribile, il nostro confine non è sicuro, ed entrambi hanno impatti diretti sulla nostra sicurezza nazionale. Tuttavia, ho sentito solo scuse. In mezzo al caos in corso e alla conseguente instabilità in patria e all'estero, l'unica soluzione che il presidente Biden ha offerto è quella di fare politica e incolpare senza motivo il suo predecessore. Joe Biden è stato comandante in capo per sette mesi - l'attuale fallimento in Afghanistan ricade esattamente sulle sue spalle.
"Dato che ai membri repubblicani non è stato in qualche modo permesso di fare domande durante la videoconferenza, ho chiesto all'amministrazione di tenere un'altra call nell'immediato futuro per rispondere alle domande dei membri.
Mentre aspettiamo altre risposte dall'amministrazione, chiedo al presidente Biden di smettere di trovare scuse per i suoi stessi errori e di rivolgersi al paese di persona, spiegando come intende garantire gli interessi nazionali degli Stati Uniti, proteggere il nostro personale sul campo, assistere gli alleati afghani che ci hanno aiutato e prevenire la ricomparsa di Al Qaeda.
"La sua mancanza di leadership in questo momento cruciale è stata vergognosa - è servita solo a rafforzare i nostri avversari e a deludere i nostri alleati".



NOTA SULL'AVANZATA TALEBANA
La débâcle occidentale in Afghanistan, in testa Stati Uniti, con ritorno dei talebani al potere dopo un ventennio, certifica una cosa nota, esistono realtà completamente refrattarie alle magnifiche sorti e progressive che l'Occidente ha preteso di incarnare, soprattutto relativamente alle strutture politiche che ha saputo faticosamente darsi.

Niram Ferretti
15 agosto 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

La democrazia è pianta delicata e non cresce ovunque si tenti di radicarla, ci sono terreni che la rifiutano decisamente, e nessun giardiniere, anche il più capace, potrà impedire che ciò accada.
L'Afghanistan ha visto andarsene gli inglesi, i russi, e ora gli americani. Le riforme fatte calare dall'alto, come quella che ha imposto alle donne una maggiore emancipazione, spariranno presto.
C'è un mondo arcaico contro il quale l'onda lunga del progresso deve ritirarsi, come la marea, per lasciare sul terreno usanze e modi di pensare incompatibili con quelli che noi consideriamo acquisiti e irrinunciabili.
Il problema è che la nostra libertà, ciò che noi pensiamo essa sia, non è quella che i talebani considerano preziosa. Un altro problema è che questo mondo chiuso e refrattario ai costumi occidentali può diventare terra da pascolo per potenze che si pongono completamente in alternativa all'Occidente, come la Cina.
A questo punto, l'Afghanistan non è solo il simbolo di una presa di coscienza, ci siamo noi e loro, e loro non vogliono essere come noi, (salvo adottare i vantaggi tecnologici che abbiamo prodotto), ma è anche un ammonimento chiaro. Là dove la democrazia o ciò che tenuamente le somiglia fallisce, avanza inesorabile ciò che le si oppone. Difficilmente avrà la pretesa di restare confinato nel proprio perimetro ristretto.


Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
16 agosto 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 0496617619
Prima Joe Biden si è arreso al COVID, che è tornato di nuovo all'assalto. Poi si è arreso ai talebani, che hanno rapidamente conquistato l'Afghanistan e distrutto la fiducia nel potere e nell'influenza americana.
Il risultato in Afghanistan, compreso il ritiro, sarebbe stato totalmente diverso se l'amministrazione Trump fosse stata in carica. A chi o cosa si arrenderà Joe Biden la prossima volta? Qualcuno dovrebbe chiederglielo, se riescono a trovarlo.



Il presidente degli Stati Uniti: "America non combatte una guerra civile che l'esercito afghano non vuole combattere"
Biden: "Basta sacrificare soldati Usa per Afghanistan"
16 agosto 2021

https://www.adnkronos.com/afghanistan-b ... YLpCwvjTu1

"È sbagliato chiedere ai soldati americani di combattere una guerra civile che l'esercito afghano non vuole combattere. Quante altre vite, vite americane, dovremmo sacrificare? Sarò chiaro nella mia risposta, non ripeterò gli errori del passato: restare e combattere indefinitamente non è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti". Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, dalla Casa Bianca prende la parola sull'Afghanistan, controllato ora dai talebani. Biden ritiene corretta la decisione di ritirare le truppe dal paese asiatico. " La nostra missione in Afghanistan non ha mai mirato a costruire una nazione. Non era previsto che creassimo una democrazia centralizzata e unita. Il nostro unico interesse rimane quello che è sempre stato: evitare un attacco terroristico sul suolo americano. Siamo andati in Afghanistan quasi 20 anni fa con obiettivi chiari: colpire chi ci aveva attaccato l'11 settembre 2001 e asssicurarci che al Qaida non usasse l'Afghanistan come base. Lo abbiamo fatto. Non abbiamo mai smesso di dare la caccia a Bin Laden e lo abbiamo ucciso, dieci anni", aggiunge.

"Quando ho assunto l'incarico, ho ereditato l'accordo negoziato dal presidente Trump con i talebani: le forze americane avrebbero dovuto lasciare l'Afghanistan il primo maggio 2021, 3 mesi dopo il mio insediamento. Le forze americane erano state già ridotte durante l'amministrazione Trump. La scelta che ho dovuto fare da presidente era rispettare l'accordo o prepararmi a combattere i talebani: non ci sarebbe stato nessun cessate il fuoco dopo il primo maggio, non ci sarebbe stato nessun accordo per proteggere i nostri militari dopo il primo maggio, nessuna stabilità senza vittime americane dopo il primo maggio. Si trattava di rispettare l'accordo e arrivare ad un'escalation del conflitto, mandando migliaia di americani in Afghanistan per una guerra che sarebbe entrata nel terzo decennio", aggiunge il presidente degli Stati Uniti.

"Non cambio assolutamente idea rispetto alla mia decisione. Dopo 20 anni, ho imparato che non è mai il momento giusto per ritirare i soldati americani", dice prima di puntare il dito contro "i leader politici dell'Afghanistan" che "hanno lasciato il paese. L'esercito afghano è collassato. I soldati americani non possono e non devono combattere e morire per una guerra che le forze afghane non vogliono combattere. Abbiamo speso oltre un trilione di dollari per addestrare e armare le forze afghane, incredibilmente equipaggiate e più numerose degli eserciti di molti nostri alleati Nato: gli abbiamo dato ogni strumento, abbiamo pagato i loro stipendi, abbiamo garantito l'efficacia della loro aviazione, qualcosa che i talebani non hanno. Non abbiamo potuto dar loro la volontà di combattere per il loro futuro", afferma Biden.

"E' sbagliato chiedere ai soldati americani ciò che gli afghani non farebbero. La presenza di soldati americani non farebbe differenza per un anno, 5 anni o 20 anni" se le forze armate afghane non sono disposte a combattere. "Quante altre generazioni di figli e figlie americane avrei dovuto mandare per combattere la guerra civile afghana quando l'esercito afghano non vuole combatterla? Quante vite americane" bisogna sacrificare? "Io non ripeterò errori fatti in passato, con guerre combattute all'infinito" senza che ci fosse "un interesse americano" in gioco.

Quindi, il messaggio ai talebani: "Difenderemo il nostro popolo con forza devastante, se necessario", dice Biden, assicurando che Washington risponderà in modo "veloce e potente" se i talebani attaccheranno cittadini americani o cercheranno di interrompere il ponte aereo dall'aeroporto di Kabul.




I possibili effetti del caos in Afghanistan sull’amministrazione Biden
Autore Stefano Magni
18 agosto 2021

https://it.insideover.com/guerra/il-fal ... biden.html

L’Afghanistan è la “tomba degli imperi”. Ma nei prossimi anni, la ritirata precipitosa dall’Afghanistan può diventare anche la tomba politica del presidente Biden. In due frasi, nel suo discorso del 16 agosto, all’indomani della caduta di Kabul, il presidente statunitense ha spiegato i motivi del ritiro. “This is not in our national security interest. It is not what the American people want”: (la Guerra in Afghanistan, ndr) non è nel nostro interesse di sicurezza nazionale. E non è quel che il popolo americano vuole. La prima affermazione è già smentita dalla storia, la seconda sta per essere smentita dai sondaggi.

“Non è nel nostro interesse di sicurezza nazionale”: per 20 anni gli Stati Uniti hanno combattuto una guerra che non rientrava nell’interesse di sicurezza nazionale? Cinque amministrazioni (due Bush, due Obama e una Trump) hanno sbagliato tutto? È anche difficile pensarlo, nel momento in cui lo stesso Barack Obama, di cui Biden era vicepresidente, aveva definito il conflitto in Afghanistan “guerra per necessità”. Tutte le amministrazioni da Obama in avanti avevano in mente di ritirarsi. Nessuno, però, avrebbe voluto far passare la ritirata come una sconfitta. Il rischio di Biden è proprio quello di far percepire l’uscita dal Paese asiatico come la fuga di un esercito sconfitto.

Biden, nel suo breve discorso, afferma che non vi fosse l’interesse a combattere al posto di un esercito regolare afgano che non ha dimostrato alcuna volontà di difendere il suo stesso popolo. Eppure la politica pro-ritiro si basava sulla convinzione opposta: che l’esercito afgano fosse in grado di difendersi da solo. Altrimenti nessuno avrebbe dato un ordine di ritirata: a nessuno piacerebbe passare per sconfitto e assistere alla presa di una capitale alleata da parte di un nemico ventennale. L’amministrazione era convinta, fino al giorno prima che Kabul cadesse, che l’Afghanistan potesse essere pacificato dopo il ritiro e questo nonostante le analisi dei militari fossero chiaramente disilluse e neppure il Capo dello Stato Maggiore Congiunto, Mark Milley fosse ottimista in merito. Sono contraddizioni che in politica si pagano. Specialmente se l’Afghanistan tornerà a costituire una preoccupazione per la sicurezza nazionale americana.

Se l’intelligence americana ha sottovalutato la forza dei talebani, tanto che la loro avanzata rapidissima ha colto l’amministrazione completamente di sorpresa, è possibile che ora sottovaluti anche il ritorno di una minaccia terroristica in Afghanistan.

Il pericolo delle armi lasciate in Afghanistan

Qualunque gruppo irregolare, dopo lo scioglimento di fatto dell’esercito regolare (352mila uomini armati ed equipaggiati dagli Stati Uniti), troverebbe oggi, in tutte le province afgane, armi a volontà, di tutti i tipi, anche sofisticate. I combattenti talebani si filmano, trionfanti, a bordo degli elicotteri abbandonati a Herat. Mostrano con orgoglio le montagne di armi e mezzi sequestrati. Nella sola base di Sultan Khil, nella provincia di Wardak, i guerriglieri hanno messo le mani su 70 fucili di precisione, 900 armi da fuoco individuali, 30 Humvees, 20 pickup e 15 veicoli corazzati.

I guerriglieri hanno catturato container carichi di telefoni satellitari, granate e mortai, ancora con la scritta “Proprietà del governo statunitense”. Nell’aeroporto di Kunduz, i Talebani hanno preso droni, veicoli corazzati (Mrap), Humvee ed elicotteri, intatti e funzionanti. Depositi simili ci sono in tutto il Paese. Ha fatto scandalo, all’aeroporto Kabul, il video di una montagna di armi leggere abbandonata all’aeroporto, alla mercé del primo che passa a prenderle.

Il Pentagono non ha alcun piano per recuperare tutto il materiale bellico lasciato sul territorio, fornito all’esercito regolare e finito nelle mani dei Talebani. Non solo questo arsenale può essere usato dai nuovi padroni dell’Afghanistan, ma il rischio ancora peggiore è che venga disperso, venduto, catturato o ceduto a terroristi di altre sigle, come Al Qaeda e Stato Islamico, per cominciare. È dunque solo una questione di tempo, prima che l’Afghanistan torni a costituire una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti (e nostra).

Rimanere in Afghanistan, “non è quel che il popolo americano vuole” come ha affermato Biden. Ma il popolo americano non voleva neppure assistere ad una ritirata precipitosa che sa di sconfitta. Non voleva vedere Kabul conquistata dai talebani, né le scene di fuga disperata dei suoi abitanti. Il sostegno alla politica di Biden di ritiro dall’Afghanistan ha perso 20 punti percentuali in appena quattro mesi, secondo il sondaggio Morning Consult commissionato dalla rivista Politico.

Il consenso era del 69% alla fine di aprile, mentre oggi è del 49%. Solo il 38% dei Democratici (e prevedibilmente appena il 14% dei Repubblicani) ritiene che il ritiro stia andando bene. Il 48% ritiene che gli Usa non debbano ritirarsi nel caso l’Afghanistan torni a diventare una base terroristica. E questo è solo l’inizio (il sondaggio è avvenuto dal 13 al 16 agosto). Nel caso il pericolo torni a manifestarsi dall’Asia centrale, l’Afghanistan diverrebbe realmente la tomba politica di Biden, non solo degli imperi.



La resa di Biden in Afghanistan
Joe Biden cerca di evitare le responsabilità per un ritiro disastroso
20 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ghanistan/

La dichiarazione di sabato di Joe Biden in cui si lava le mani dell’Afghanistan merita di passare come una delle più vergognose della storia da parte di un Comandante in Capo in questo momento del ritiro americano. Mentre la morsa dei Talebani si stringeva attorno a Kabul, il signor Biden ha inviato una conferma dell’abbandono degli Stati Uniti in cui si assolveva dalla responsabilità, girava la colpa al suo predecessore, e più o meno invitava i Talebani a prendere il controllo del paese.

Con questa dichiarazione di capitolazione, l’ultima resistenza dell’esercito afgano è crollata. I combattenti talebani hanno catturato Kabul ed il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal paese mentre gli Stati Uniti cercavano freneticamente di evacuare gli americani. Gli jihadisti che gli Stati Uniti hanno rovesciato 20 anni fa per aver dato rifugio a Osama Bin Laden ora sventoleranno la loro bandiera sull’edificio dell’ambasciata statunitense nel 20° anniversario dell’11 settembre.

Il nostro obiettivo come Wall Street Journal è sempre stato quello di offrire consigli costruttivi perché si evitasse questo risultato. Abbiamo criticato l’accordo di Donald Trump con i Talebani e messo in guardia sui rischi del suo desiderio di ritirarsi in fretta, ed abbiamo fatto lo stesso con il signor Biden. I consiglieri del presidente hanno offerto un’alternativa, così come il gruppo di studio sull’Afghanistan. Il signor Biden, come sempre troppo sicuro del suo acume in politica estera, ha rifiutato di ascoltare.

L’auto-assoluzione di sabato del signor Biden rappresenta la sua perfetta disonestà. “Un anno in più, o cinque anni in più, di presenza militare degli Stati Uniti non avrebbe fatto la differenza se l’esercito afgano non può o non vuole difendere il proprio paese”, ha detto il signor Biden. Ma gli afgani erano disposti a combattere e a subire perdite con il sostegno degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, soprattutto con la potenza aerea. Alcune migliaia di truppe e contractors avrebbero potuto fare il lavoro ed evitare questa disfatta.

Peggio ancora è stato il suo tentativo di dare la colpa delle sue decisioni a Donald Trump: “Quando sono arrivato in ufficio, ho ereditato un accordo confezionato dal mio predecessore – che ha invitato i Talebani a discutere a Camp David alla vigilia dell’11 settembre del 2019 – che ha lasciato i Talebani nella posizione militarmente più forte dal 2001 ed ha imposto una scadenza del 1° maggio 2021 alle forze statunitensi. Poco prima di lasciare l’incarico, ha anche ridotto le forze statunitensi al minimo di 2.500. Quindi, quando sono diventato presidente, mi sono trovato di fronte ad una scelta: seguire l’accordo, con una breve proroga per portare le nostre forze e quelle dei nostri alleati fuori, in sicurezza, o aumentare la nostra presenza e inviare più truppe americane a combattere ancora una volta nel conflitto civile di un altro paese”.

Si noti che il signor Biden è più critico nei confronti del suo predecessore che dei Talebani.

Ha passato sette mesi a rovesciare ostentatamente una politica di Trump dopo l’altra in politica estera ed interna. Eppure ora sostiene che la politica dell’Afghanistan è quella su cui non ha potuto fare nulla.

Questa è una patetica negazione delle sua stessa capacità, ed è anche una falsa scelta. È come se Winston Churchill, con le sue truppe circondate a Dunkerque, avesse dichiarato che Neville Chamberlain lo avesse messo in questo casino e che gli inglesi avevano già combattuto troppe guerre sul continente.

Il termine previsto per il ritiro dal signor Trump è stato un errore (così dice il Wall Street Journal), ma il signor Biden avrebbe potuto modificare tali termini. Lo sa perché la sua amministrazione ha condotto una revisione politica interna che gli ha fornito delle opzioni. I Talebani avevano già violato le loro promesse, anche senza l’accordo. Il signor Biden avrebbe potuto mantenere la modesta presenza suggerita dai suoi consiglieri militari e di politica estera. Avrebbe potuto decidere di ritirarsi, ma di farlo in base alle condizioni sul terreno, preparando gli afghani con un piano di transizione e di supporto aereo.

Invece ha ordinato un ritiro rapido e totale all’inizio della stagione dei combattimenti, in tempo per la data simbolica dell’11 settembre. La maggior parte della stampa americana all’epoca salutò la sua decisione come coraggiosa.

Il risultato, appena quattro mesi dopo, è la peggiore umiliazione degli Stati Uniti dalla caduta di Saigon nel 1975. I Talebani dicono di volere un “trasferimento pacifico del potere” a Kabul, ma le scene sono ancora il riflesso della sconfitta degli Stati Uniti. La corsa alla distruzione di documenti classificati. Gli elicotteri che evacuano i diplomatici americani. L’abbandono nelle mani dei Talebani del prezioso equipaggiamento militare degli Stati Uniti.

Peggio di tutto è la situazione degli afgani che hanno assistito gli Stati Uniti per due decenni. Il signor Biden ha detto sabato che le 5.000 truppe statunitensi che sta inviando aiuteranno ad evacuare afghani ed americani. Ma ci sono migliaia di traduttori, le loro famiglie ed altri funzionari che sono in pericolo a causa del dominio talebano e che non se ne sono andati in tempo. L’amministrazione Biden è stata troppo lenta nel farli uscire dal paese nonostante gli avvertimenti urgenti. L’assassinio di questi innocenti aggraverà la macchia che già pesa sull’amministrazione Biden.



Afghanistan, Biden: «In contatto con talebani, ma è l'evacuazione più difficile della storia». Telefonata con Draghi

Afghanistan, Biden: «È il trasporto aereo più difficile della storia, non sappiamo quanti americani ci sono»
Venerdì 20 Agosto 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/afgha ... 48394.html

Joe Biden nell'occhio del ciclone, costretto ancora una volta a difendersi in tv davanti al suo Paese e al mondo intero: «Gli Usa rispetteranno tutti gli impegni», promette. Ma è difficile tentare di spiegare non solo quanto accaduto con la caduta di Kabul, ma anche un'evacuazione che assume contorni sempre più drammatici col passare delle ore. Sono 13 mila finora le persone evacuate in quella che il presidente Usa definisce «la più difficile operazione di ponte areo della storia». Ammettendo però di non poter garantire l'esito finale: «Non sappiano quanti americani sono in Afghanistan». Ma poi sottolinea: «Siamo in costante contatto con i talebani, per garantire la sicurezza degli americani e dei civili».

Il colloquio con Draghi

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto stasera una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Biden. Il colloquio si è incentrato sugli ultimi sviluppi e sulle implicazioni della crisi afghana, in particolare l’evacuazione dei connazionali e dei cittadini afghani vulnerabili, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’assistenza umanitaria a favore della popolazione. Sono state inoltre discusse le prospettive dell’azione della Comunità internazionale nei diversi contesti, a partire da G7 e G20, a favore della stabilità e dello sviluppo dell’Afghanistan.

Afghanistan, la tela di Karzai: «Dare fiducia ai talebani». Trattative per formare governo «inclusivo»
Afghanistan, Biden parla alla nazione

Le pressioni sul presidente Usa sono fortissime, sia in patria che da parte degli alleati. Tra questi ultimi Emmanuel Macron, che invoca la «responsabilità morale» verso quelle centinaia di migliaia di afghani che in 20 anni di guerra hanno aiutato le truppe della Nato e i diplomatici occidentali: «Non possiamo abbandonarli», il suo appello in una telefonata con l'inquilino della Casa Bianca. Appello che per qualcuno suona più come un monito. Del resto la linea difensiva di Biden sembra ormai vacillare, tra le immagini che arrivano da Kabul e le indiscrezioni che rafforzano la tesi di un'amministrazione Usa consapevole di quanto stesse accadendo, con la rapida e inarrestabile avanzata dei talebani. Tesi che getta un'ombra sulla Casa Bianca, e alimenta più di un sospetto sul fatto che il presidente non abbia detto tutta la verità. La versione ufficiale dei fatti - più volte ripetuta anche dal Pentagono, dal Dipartimento di stato e dai vertici delle forze armate - è che nessuno prevedeva un epilogo del genere, con i talebani che hanno conquistato Kabul in soli undici giorni. Ma a smentire questa narrativa arriva anche uno scoop del Wall Street Journal, che ha tirato fuori un cablogramma dai toni drammatici inviato il 13 luglio scorso direttamente al segretario di stato Antony Blinken da una ventina di diplomatici dell'ambasciata Usa a Kabul. Un memo interno che già metteva in guardia sul probabile collasso della capitale nel giro di poco tempo, a causa della rapidissima avanzata talebana e dell'altrettanto rapido disfacimento delle forze di sicurezza afghane.


LA NATO

«Ci aspettiamo che i talebani permettano il passaggio sicuro per tutti gli stranieri e gli afghani che vogliono lasciare il Paese». La «priorità assoluta» e «più urgente» in questo momento per i trenta ministri degli Esteri della Nato, invece, resta quella di trasferire fuori dall'Emirato islamico i cittadini internazionali e locali che hanno lavorato per gli Alleati. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, lo ha ripetuto più volte nella conferenza stampa al termine della riunione con i capi delle diplomazie.

Il capo della Farnesina, Luigi Di Maio: «Non possiamo evitare di lavorare con tutte le parti, comprese i principali soggetti interessati e attori regionali, come Pakistan, Russia e Cina». Perché «il rischio degli ultimi sviluppi è che le attività terroristiche si espandano in altre aree».


New York Post – Dov’è Kamala? “L’ultima persona rimasta a fianco” a Biden tace ormai da giorni sul caos del ritiro afgano
Kamala Harris non è vista in pubblico dal 12 agosto 2021.
Evan Vucci/AP
20 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ro-afgano/

New York Post – Dov’è Kamala? “L’ultima persona rimasta a fianco” a Biden tace ormai da giorni sul caos del ritiro afgano.

Mentre Joe Biden e i membri chiave della suo team sulla sicurezza nazionale hanno sopportato il peso delle critiche e dell’indignazione per la rapida caduta dell’Afghanistan in mano ai Talebani – e le scene di caos e la carneficina mentre gli americani e gli afgani tentano di uscire dal paese – Kamala Harris ha mantenuto un profilo visibilmente basso.

È ormai un lontano ricordo quel 25 aprile, quando la Harris era apparsa a “State of the Union” della CNN ed aveva affermato con orgoglio alla conduttrice Dana Bash che lei era rimasta, come ha detto Bash, “l’ultima persona nella stanza” con Biden quando ha deciso di porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti in Afghanistan.

“E si sente a suo agio [con la decisione di Biden]?” aveva incalzato la Bash.

“Lo sono, e voglio aggiungere altro”, ha detto Harris. “Questo è un presidente che ha una straordinaria quantità di coraggio. È qualcuno che ho visto più e più volte prendere decisioni basate su ciò che crede veramente – sulla base dei suoi anni di lavoro e di studio di questi problemi – ciò che crede veramente sia la cosa giusta da fare”.
Kamala Harris ha interrotto una riunione con gli amministratori delegati per discutere le proposte dell’amministrazione Biden sull’assistenza all’infanzia mentre i Talebani iniziavano a prendere il controllo dell’Afghanistan. Jonathan Ernst/Reuters

Tuttavia, con le orribili e tragiche immagini che emergono ogni ora dall’Afghanistan, la Harris non è vista in pubblico da giovedì, quando ha interrotto una riunione con gli amministratori delegati per discutere le proposte di assistenza all’infanzia dell’amministrazione Biden per partecipare a un briefing sull’intelligence quando i Talebani hanno iniziato la loro offensiva finale.

Da allora, è apparsa solo in foto di scena messe in giro dalla Casa Bianca. Le sue uniche dichiarazioni pubbliche sono state su Twitter. Non era al fianco di Biden, come ha fatto in altre occasioni, quando ha cercato di difendere la sua decisione di ritirare tutte le forze da combattimento degli Stati Uniti dall’Afghanistan in un discorso della Casa Bianca lunedì.

Mentre la situazione in Afghanistan si deteriorava durante il fine settimana, la Harris ha partecipato sabato e domenica a delle videoconferenze con il team sulla sicurezza nazionale di Biden. Immagini ampiamente derise, pubblicate sull’account Twitter della Casa Bianca, mostrano la Harris che si unisce alla conferenza dalla residenza ufficiale del vicepresidente ed occupa una delle diverse caselle su uno schermo di fronte a Biden, che sedeva da solo in una sala conferenze a Camp David.

L’account ufficiale della Harris ha ritwittato l’immagine della videoconferenza di sabato. Lunedì, dopo che Biden ha rilasciato la sua dichiarazione molto criticata in cui giustificava la decisione di ritirare le forze americane, Harris ha twittato: “Per due decenni, i nostri coraggiosi membri in servizio (sic.) hanno messo in gioco la loro vita in Afghanistan. Saremo sempre grati ed orgogliosi”.
Kamala Harris ha partecipato alle riunioni con il team di sicurezza nazionale di Biden durante il fine settimana. Chip Somodevilla/Getty Images

“Mettere fine al coinvolgimento militare degli Stati Uniti in Afghanistan è la decisione giusta“, ha aggiunto.

Martedì, la Harris lo ha ribadito, in un altro tweet che recitava: “Siamo andati in Afghanistan quasi 20 anni fa. Ora, la nostra missione è quella di portare la nostra gente, i nostri alleati e gli afghani vulnerabili al sicuro fuori dal paese”.

Mercoledì mattina, la Casa Bianca ha twittato un’altra immagine di un briefing sulla sicurezza nazionale. La Harris sedeva alla destra di Biden, indossando una mascherina e fissando i fogli del briefing con un’espressione che potrebbe essere letta come pensierosa o sofferta.

L’immagine è stata ritwittata dall’account della Harris.

La Harris dovrebbe terminare il suo silenzio pubblico giovedì con un discorso alla convention annuale dell’Associazione nazionale dei giornalisti afroamericani. Il giorno seguente, è prevista la sua partenza da Washington per Singapore e il Vietnam, il suo secondo soggiorno all’estero dopo un viaggio difficile in Messico e Guatemala a giugno.
Kamala Harris dovrebbe partire da Washington il 20 agosto per il suo secondo viaggio all’estero. Oliver Contreras/Sipa via AP Images

Mentre sarà nel sud-est asiatico, la Harris dovrebbe affrontare le difficili domande sui segnali che il crollo dell’Afghanistan avuto con l’amministrazione Biden lancia agli alleati dall’altra parte del continente, che sono preoccupati per una Cina che agita la sua sciabola.

L’ufficio della Harris non ha risposto alle domande del New York Post se avesse dovuto assumere un ruolo più pubblico con lo svolgersi della situazione in Afghanistan, compresa la domanda se avesse dovuto unirsi a Biden per le sue osservazioni di lunedì.



La resa di Biden in Afghanistan

Joe Biden cerca di evitare le responsabilità per un ritiro disastroso
20 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ghanistan/

La dichiarazione di sabato di Joe Biden in cui si lava le mani dell’Afghanistan merita di passare come una delle più vergognose della storia da parte di un Comandante in Capo in questo momento del ritiro americano. Mentre la morsa dei Talebani si stringeva attorno a Kabul, il signor Biden ha inviato una conferma dell’abbandono degli Stati Uniti in cui si assolveva dalla responsabilità, girava la colpa al suo predecessore, e più o meno invitava i Talebani a prendere il controllo del paese.

Con questa dichiarazione di capitolazione, l’ultima resistenza dell’esercito afgano è crollata. I combattenti talebani hanno catturato Kabul ed il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal paese mentre gli Stati Uniti cercavano freneticamente di evacuare gli americani. Gli jihadisti che gli Stati Uniti hanno rovesciato 20 anni fa per aver dato rifugio a Osama Bin Laden ora sventoleranno la loro bandiera sull’edificio dell’ambasciata statunitense nel 20° anniversario dell’11 settembre.

Il nostro obiettivo come Wall Street Journal è sempre stato quello di offrire consigli costruttivi perché si evitasse questo risultato. Abbiamo criticato l’accordo di Donald Trump con i Talebani e messo in guardia sui rischi del suo desiderio di ritirarsi in fretta, ed abbiamo fatto lo stesso con il signor Biden. I consiglieri del presidente hanno offerto un’alternativa, così come il gruppo di studio sull’Afghanistan. Il signor Biden, come sempre troppo sicuro del suo acume in politica estera, ha rifiutato di ascoltare.

L’auto-assoluzione di sabato del signor Biden rappresenta la sua perfetta disonestà. “Un anno in più, o cinque anni in più, di presenza militare degli Stati Uniti non avrebbe fatto la differenza se l’esercito afgano non può o non vuole difendere il proprio paese”, ha detto il signor Biden. Ma gli afgani erano disposti a combattere e a subire perdite con il sostegno degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, soprattutto con la potenza aerea. Alcune migliaia di truppe e contractors avrebbero potuto fare il lavoro ed evitare questa disfatta.

Peggio ancora è stato il suo tentativo di dare la colpa delle sue decisioni a Donald Trump: “Quando sono arrivato in ufficio, ho ereditato un accordo confezionato dal mio predecessore – che ha invitato i Talebani a discutere a Camp David alla vigilia dell’11 settembre del 2019 – che ha lasciato i Talebani nella posizione militarmente più forte dal 2001 ed ha imposto una scadenza del 1° maggio 2021 alle forze statunitensi. Poco prima di lasciare l’incarico, ha anche ridotto le forze statunitensi al minimo di 2.500. Quindi, quando sono diventato presidente, mi sono trovato di fronte ad una scelta: seguire l’accordo, con una breve proroga per portare le nostre forze e quelle dei nostri alleati fuori, in sicurezza, o aumentare la nostra presenza e inviare più truppe americane a combattere ancora una volta nel conflitto civile di un altro paese”.

Si noti che il signor Biden è più critico nei confronti del suo predecessore che dei Talebani.

Ha passato sette mesi a rovesciare ostentatamente una politica di Trump dopo l’altra in politica estera ed interna. Eppure ora sostiene che la politica dell’Afghanistan è quella su cui non ha potuto fare nulla.

Questa è una patetica negazione delle sua stessa capacità, ed è anche una falsa scelta. È come se Winston Churchill, con le sue truppe circondate a Dunkerque, avesse dichiarato che Neville Chamberlain lo avesse messo in questo casino e che gli inglesi avevano già combattuto troppe guerre sul continente.

Il termine previsto per il ritiro dal signor Trump è stato un errore (così dice il Wall Street Journal), ma il signor Biden avrebbe potuto modificare tali termini. Lo sa perché la sua amministrazione ha condotto una revisione politica interna che gli ha fornito delle opzioni. I Talebani avevano già violato le loro promesse, anche senza l’accordo. Il signor Biden avrebbe potuto mantenere la modesta presenza suggerita dai suoi consiglieri militari e di politica estera. Avrebbe potuto decidere di ritirarsi, ma di farlo in base alle condizioni sul terreno, preparando gli afghani con un piano di transizione e di supporto aereo.

Invece ha ordinato un ritiro rapido e totale all’inizio della stagione dei combattimenti, in tempo per la data simbolica dell’11 settembre. La maggior parte della stampa americana all’epoca salutò la sua decisione come coraggiosa.

Il risultato, appena quattro mesi dopo, è la peggiore umiliazione degli Stati Uniti dalla caduta di Saigon nel 1975. I Talebani dicono di volere un “trasferimento pacifico del potere” a Kabul, ma le scene sono ancora il riflesso della sconfitta degli Stati Uniti. La corsa alla distruzione di documenti classificati. Gli elicotteri che evacuano i diplomatici americani. L’abbandono nelle mani dei Talebani del prezioso equipaggiamento militare degli Stati Uniti.

Peggio di tutto è la situazione degli afgani che hanno assistito gli Stati Uniti per due decenni. Il signor Biden ha detto sabato che le 5.000 truppe statunitensi che sta inviando aiuteranno ad evacuare afghani ed americani. Ma ci sono migliaia di traduttori, le loro famiglie ed altri funzionari che sono in pericolo a causa del dominio talebano e che non se ne sono andati in tempo. L’amministrazione Biden è stata troppo lenta nel farli uscire dal paese nonostante gli avvertimenti urgenti. L’assassinio di questi innocenti aggraverà la macchia che già pesa sull’amministrazione Biden.



La Casa Bianca di Biden scommette che l’America è finita
Noah Rothman
https://www.commentary.org/noah-rothman ... -finished/
Traduzione di Niram Ferretti
il 21 Agosto 2021

http://www.linformale.eu/la-casa-bianca ... -e-finita/

Perché la Casa Bianca di Joe Biden finge che la crisi urgente della sicurezza nazionale in Afghanistan non sia, in realtà, una crisi urgente della sicurezza nazionale? Perché Joe Biden ha trascorso una settimana, durante la quale il governo afgano è caduto e migliaia di americani sono rimasti bloccati dietro le linee nemiche, determinato a terminare le sue vacanze a Camp David? Perché ha dedicato momenti preziosi questa settimana a tenere un discorso sui richiami dei vaccini anti COVID e a pubblicizzare i suoi sforzi per lavorare con i Democratici alla Camera per far avanzare il suo programma “Build Back Better”? Come mai? Perché la Casa Bianca pensa che non ti importi più degli interessi, dei soldati e degli alleati americani. L’amministrazione pensa che il tuo patriottismo sia di natura interamente transazionale. Finché le tue comodità saranno ininterrotte, non ti importerà del disastro che si sta verificando all’estero.

“Il presidente Joe Biden sta ignorando le critiche sul caotico ritiro dall’Afghanistan della sua amministrazione perché lui e i suoi collaboratori credono che le ricadute politiche in patria saranno limitate”, ha riferito venerdì Reuters, citando “alleati della Casa Bianca e funzionari dell’amministrazione”. Questi funzionari basano questa logica su “sondaggi interni e pubblici” che indicano che il pubblico americano sostiene il ritiro dall’Afghanistan, a qualunque costo. Presumono che agli elettori non importi come viene ottenuto l’obiettivo.

Il rapporto Reuters coincide con un articolo pubblicato venerdì su The Atlantic. “L’amministrazione spera che le immagini raccapriccianti di afgani disperati aggrappati a un C-17 svaniscano, sostituite dal sollievo collettivo che nessun altro americano morirà in una guerra confusa e brutale durata due decenni e quattro presidenze”, ha scritto il corrispondente della Casa Bianca Peter Nicholas . Secondo le “persone vicine a Biden” con cui ha parlato questo giornalista, la crisi afgana sarà un lontano – forse anche piacevole – ricordo entro le elezioni di medio termine del 2022, tanto più entro la corsa presidenziale del 2024. In effetti, gli addetti ai lavori con cui Nicholas ha parlato hanno inquadrato la crisi in Afghanistan come un’altra miope fissazione della bolla di Washington, una che gli elettori medi al di fuori della Beltway subordineranno ai problemi di portafoglio e alla pandemia in corso.

Possiamo solo pregare che questi strateghi politici troppo intelligenti abbiano torto.

La scommessa che stanno facendo si basa sul presupposto che tu sia irrimediabilmente stanco e insensibile. La Casa Bianca di Biden sta supponendo che non ti interessi davvero delle notizie credibili relative al pestaggio e alla detenzione di cittadini americani da parte dei talebani, a cui è stata affidata la salvaguardia dei nostri interessi e della sicurezza in Afghanistan. Sperano che non ti dispiaccia quando le decine di migliaia di afgani che hanno aiutato i nostri sforzi contro il terrorismo all’estero vengono lasciati alle nostre spalle ad affrontare un destino raccapricciante. E presumono che, anche se gli eventi peggioreranno (cosa che quasi sicuramente accadrà), il tuo campanilismo supererà la tua repulsione istintiva per le immagini orribili che stai per essere costretto a vedere.

La Casa Bianca di Biden spera che non ti interessino le minacce terroristiche metastatizzanti che sicuramente incubano in un Afghanistan gestito dai talebani (una valutazione che nemmeno i democratici mettono in dubbio). Operano partendo dal presupposto che la perdita di intelligence affidabile dall’Afghanistan non avrà importanza e che potremmo continuare a scoraggiare e interrompere le operazioni terroristiche dal Golfo Persico.

Sperano che non ti importi la perdita dell’influenza americana tra alleati e antagonisti. Certo, potrebbero esserci lievi interruzioni del commercio globale mentre la Cina riafferma la sua influenza nel Pacifico, ma assorbirai il prezzo più alto dei beni di consumo se ciò significherà rinunciare a difendere i nostri partner dalla sottomissione.

Sono sicuri che il deterioramento della coesione dell’Alleanza Atlantica non avrà alcun impatto sul modo in cui si vota, anche se quel deterioramento porterà Mosca a mettere alla prova la sua facoltà di potere riconquistare territori in Europa o a costringere gli americani ad affrontare la prospettiva di un conflitto militare con la Russia su qualcosa di così inane come l’indipendenza degli stati baltici. Sperano che non ti interessi della sicurezza globale ma solo della tua.

In breve, la Casa Bianca di Biden sta facendo una grande scommessa: scommette che l’America è finita come superpotenza globale e che accoglierai con favore il nostro declino. Stiamo per imparare qualcosa su questo paese. Impareremo se la scommessa dell’amministrazione Biden è corretta: che sei disposto a liberarti degli oneri associati all’essere un faro di libertà globale e un pilastro della stabilità geopolitica. Presumono che tu sia così cinico e così legato ai vantaggi che il nostro potere globale non messo alla prova ci ha fornito che di essi non tollererai nessuna interruzione. Pensano che tu sia irrecuperabile.

Preghiamo di potere ancora dimostrare che si sbagliano.


Tucker Carlson: i funzionari di Biden si stanno rivoltando contro di lui, e non si tratta solo dell’Afghanistan
Hanno infranto la regola più importante di ogni Casa Bianca: Mai screditare il capo.

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 20 Agosto 2021 di “Tucker Carlson Tonight”.
21 agosto 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ghanistan/

Abbiamo imparato molto negli ultimi cinque giorni. Forse la cosa più importante che abbiamo imparato è che Joe Biden non è in grado di guidare il paese. Joe Biden è vecchio. Dirlo ad alta voce non è un attacco a Joe Biden. Qualsiasi persona perbene si sente dispiaciuta per Biden, guardandolo guardare vacuamente nel bel mezzo del nulla, od inciampare come un uomo ubriaco che cerca di attraversare una strada ghiacciata mentre si dilunga nelle sue osservazioni già preparate. Non c’è nessun divertimento nel guardare tutto ciò. Un giorno potrebbe esserci chiunque di noi. Non è colpa di Joe Biden se non riesce a pensare chiaramente. È un’accusa alle persone che lo circondano.

Nei mesi precedenti alle elezioni dello scorso novembre, la famiglia di Biden sapeva perfettamente che egli fosse in un profondo declino cognitivo. Erano preoccupati per questo. Hanno detto ad altre persone che erano preoccupati, ed è così che lo sappiamo. Ma non hanno fatto nulla per impedire a Biden di candidarsi alla presidenza. Nemmeno Ron Klain, che ora è il capo dello staff della Casa Bianca. Ron Klain sa bene dell’età avanzata di Joe Biden. Ci lavora ogni giorno. Così lo sapevano anche Mike Donilon, Gene Sperling e Susan Rice, ed il resto delle persone che prendono le decisioni in questo paese, compreso Barack Obama. Lo sanno tutti. Queste sono persone cattive, ciniche, con gli occhi chiari. Hanno lavorato con Joe Biden per molti anni. Nessuno di loro ha alcun dubbio che stia fallendo. Ora è ovvio anche per il resto del paese.

Chiunque abbia prestato un po’ di attenzione lo aveva già capito, ovviamente. Ma fino a poco tempo fa, non sembrava avere molta importanza. Avete visto Biden in televisione, sorridendo e borbottando. Era lassù che vi ricordava di mettere la mascherina, o di indossare la cintura di sicurezza, o di andarci piano con il sale. Nessuna di queste cose sembrava particolarmente minacciosa. Queste sono le cose di cui parlano gli uomini anziani: “State attenti là fuori, ragazzi”. Ma nell’ultima settimana, ci è stato ricordato quanto piccole siano in realtà le nostre preoccupazioni domestiche. Sono nevrosi nate dal narcisismo. Un virus dell’influenza cinese? Ma per favore. Non è certo la cosa più spaventosa che sta succedendo nel mondo in questo momento. Neanche lontanamente. L’intero esercito degli Stati Uniti è appena stato umiliato da contadini analfabeti con il turbante – e se questo non è abbastanza offensivo, molti di loro avevano i nostri fucili mentre lo facevano.

Ti fa pensare al futuro dell’Occidente, e a chi ci sostituirà quando non ci saremo più. Qualcuno al potere probabilmente dovrebbe pensare a questo e a molte altre cose. Cosa faremo quando i cinesi finalmente si muoveranno contro Taiwan? Come risponderemo quando ci sarà una sfida credibile al dollaro statunitense come valuta di riserva mondiale? Ecc. Ecc. Ci sono delle questioni là fuori, molte di esse, in altre parole, che contano più del fatto di tenere la mascherina sul naso su quel volo Southwest per Tucson. È vergognoso, è imbarazzante se si pensa a quanto siamo stati frivoli e pieni di noi stessi negli ultimi anni.

Tutto quello che possiamo dire con certezza a questo punto è che Joe Biden non prenderà nessuna di queste grandi decisioni in futuro. Biden non è capace di essere un presidente per una crisi. Quindi chi sarà? Non possiamo dirlo. Ma è chiaro, se si osserva da vicino, che le cose stanno cambiando molto velocemente a Washington. Le persone intorno a Biden si stanno allontanando da lui, in modi che non sono neanche troppo sottili. Perché questo sta accadendo ora? È sempre stato questo il piano? Il partito che odia i bianchi ha finalmente capito di essere guidato da uno di loro? Di nuovo, non sappiamo la risposta. Ma i segni sono ovunque, e sono sorprendentemente evidenti. Alcuni degli incaricati più importanti di Biden lo stanno contraddicendo in pubblico. Se ti occupi di politica, è scioccante vedere questo. Questa è una violazione della prima e più spietata regola di ogni Casa Bianca: Mai screditare il capo.

Ma improvvisamente stanno cominciando a fare proprio questo, e lo stanno facendo apertamente. Solo poche ore dopo che Joe Biden ci ha assicurato che le cose andavano bene in Afghanistan, per esempio, Lloyd Austin, il suo segretario alla difesa, ha descritto la situazione lì come un disastro. E poi Austin lo ha ripetuto, per enfasi. Altri stanno facendo la stessa cosa. Biden questo pomeriggio ci ha detto che i cittadini americani non hanno problemi a raggiungere l’aeroporto di Kabul:

JOE BIDEN: “Non abbiamo indicazioni che non siano stati in grado di entrare a Kabul attraverso l’aeroporto. Finora abbiamo fatto un accordo con i Talebani. Hanno permesso loro di passare. È nel loro interesse che passino.“

Così il presidente degli Stati Uniti è andato in televisione a dirci che le cose stanno andando bene per gli americani a Kabul.

Ma appena un’ora dopo, il portavoce del Pentagono ci ha detto che non era vero.

In realtà, gli americani vengono picchiati a Kabul:

REPORTER: “Il segretario alla Difesa Austin ha appena detto in un briefing con i legislatori della Camera che ci sono rapporti che gli americani sono stati picchiati dai Talebani a Kabul. L’esercito americano ha l’ordine di rimanere all’aeroporto e di non andare a proteggerli?”

JOHN KIRBY: “Penso che abbiano parlato di questo durante tutto il briefing. Siamo certamente consapevoli di questi rapporti e sono profondamente preoccupanti. E abbiamo comunicato ai Talebani che questo è assolutamente inaccettabile, che vogliamo il libero passaggio attraverso i loro posti di blocco per gli americani che hanno i documenti. E nel complesso, questo sta accadendo.”

Così il presidente ci dice che abbiamo un “patto d’acciaio” con i Talebani e che tutto è a posto. Un’ora dopo, John Kirby ci dice che siamo profondamente preoccupati per quello che i Talebani stanno facendo.

In un’amministrazione normale, con un presidente che ha pianificato di portare a termine il suo intero mandato quadriennale, quello che avete appena sentito si qualificherebbe come una sorta di scandalo. Il portavoce del Pentagono sarebbe in guai seri. Ha appena contraddetto il suo capo, l’uomo che si suppone abbia il controllo dell’intero ramo esecutivo del governo. Ma, come abbiamo notato, le cose stanno cambiando molto velocemente. È successo di nuovo. Biden oggi ci ha detto che Al Qaeda è stata cacciata dall’Afghanistan:

JOE BIDEN: “Che interesse abbiamo in Afghanistan a questo punto, se Al Qaeda non c’è più? Siamo andati in Afghanistan con l’esplicito scopo di sbarazzarci di Al Qaeda in Afghanistan, oltre a prendere Osama Bin Laden. E ci siamo riusciti.”

Ancora una volta, appena un’ora dopo aver detto questo, il presidente degli Stati Uniti viene contraddetto in pubblico dal suo stesso impiegato, ancora una volta il portavoce del Pentagono:

JOHN KIRBY: “Sappiamo che Al Qaeda è una presenza, così come l’ISIS in Afghanistan, e ne abbiamo parlato per diverso tempo.”

GIORNALISTA: “Ma il presidente ha appena detto che non c’è alcuna presenza di Al Qaeda in Afghanistan. Questo non sembra essere corretto.”

JOHN KIRBY: “Quello che non pensiamo è – quello che crediamo è che non c’è una presenza che sia abbastanza significativa da meritare una minaccia alla nostra patria come c’era l’11 settembre, 20 anni fa.”

Quindi questo è il contrario di quello che ha detto Biden. Il portavoce di punta dell’agenzia più potente del governo che ci informa che il presidente degli Stati Uniti non ha idea di che cosa stia parlando. Non lo si vede tutti i giorni. In effetti, non lo si vede mai. Ma non sono solo i dipendenti di Biden che sembrano voltargli le spalle in pubblico. Lo sono anche alcuni dei suoi alleati politici.

I neocon – quei liberal che hanno usato il Partito Repubblicano per i loro scopi per decenni, prima di abbandonarlo quando è arrivato Trump – stanno ora attaccando Joe Biden apertamente e molto aggressivamente. Non c’è voluto molto tempo.

Ma la cosa più eloquente di tutte è questa, dalla CNN.

CLARISSA WARD: “È un casino assoluto. E abbiamo sentito il presidente Biden dire ieri nei suoi commenti a ABC News che questo non è un fallimento. E penso che un sacco di gente fuori da quell’aeroporto, in particolare quelli che hanno intrapreso il tipo di azioni estreme di cui stiamo parlando, vorrebbero sapere: se questo non è un fallimento, che aspetto ha esattamente un fallimento?”

Quindi, Joe Biden ha fallito. E sta mentendo su questo. Questo è quello che ha detto la CNN. È difficile sopravvalutare il significato di questo.

La CNN non è un network di notizie. È un’organizzazione politica. I suoi conduttori e reporter non decidono da soli cosa dire davanti alla telecamera. Gli viene detto, in termini altamente specifici, ogni mattina dei giorni feriali durante una telefonata con il loro comandante, Jeff Zucker. Non c’è nessun freelance intellettuale alla CNN: “Ecco cosa penso”… No. È un fronte compatto – un solo ed unico coro per l’intera congregazione. Quando la CNN cambia la sua posizione su qualcosa, cambia come un sol corpo – tutti, dai cinguettanti dingbats del mattino al Don Lemon del turno di notte. Dicono esattamente quello che gli viene detto di dire. Avete mai guardato quel canale?

E ora, stanno dicendo qualcosa di molto, molto diverso. Considerate questa persona, un ex membro dell’equipaggio di quello zoo del mattino, su una stazione di hit contemporanee a Yakima, Washington. In giornata buona, probabilmente opera con un QI funzionale di circa 85. Quindi è giusto dire che non si sta inventando quello che deve dire. Eppure, eccola qui, visibilmente indignata in onda su quanto sia una cattiva persona ed incompetente Joe Biden:

BRIANNA KEILAR: “La rapida caduta dell’Afghanistan ha stupito l’amministrazione Biden e questa nazione, francamente. E molte delle promesse, previsioni e parole del presidente e della sua Casa Bianca stanno tornando a perseguitarli.”

Cosa sta succedendo qui? Queste sono letteralmente le persone che hanno fatto eleggere Joe Biden. Non sarebbe presidente senza queste persone. Ora, dopo soli sette mesi, vi dicono che ha fallito a livello personale? Non ha senso.

L’Afghanistan non è certo il primo disastro di Biden. Il nostro confine meridionale è crollato, il tasso di omicidi sta aumentando nelle nostre città, i vaccini Covid non funzionano, l’inflazione è fuori controllo e l’intera popolazione scolastica del paese non viene istruita da più di un anno. Tutto questo sta accadendo. Niente di tutto ciò sembrava però preoccupare minimamente la CNN. Infatti, hanno riservato tutte le loro energie per attaccare chiunque abbia notato queste tendenze. Ma ora, improvvisamente, i loro conduttori stanno piangendo in onda perché gli americani sono intrappolati in Afghanistan. Non notano i 70.000 che muoiono ogni anno per overdose di droga. Ma questo li ha mandati in una rabbiosa auto-rivolta. Chiamateci cinici, ma non ce la beviamo. Qui sta succedendo qualcos’altro. Non sappiamo cosa, esattamente, ma è abbastanza ovvio…

“Tucker Carlson Tonight” è un talk show americano e programma di attualità condotto dal commentatore paleoconservatore Tucker Carlson. Lo show viene trasmesso in diretta da Washington, D.C., su Fox News Channel alle 8:00 P.M. ET nei giorni feriali. Lo show include tipicamente commenti politici, monologhi, interviste e analisi. Ha debuttato come programma nella lineup di Fox News Channel il 14 novembre del 2016. Nel luglio 2020, “Tucker Carlson Tonight” ha battuto il record di programma con il più alto indice di gradimento nella storia delle notizie via cavo degli Stati Uniti, raccogliendo un’audience media di 4,33 milioni di spettatori.

Tucker Carlson è un conduttore di Fox News. Si è unito alla rete nel 2009 come collaboratore. Sostenitore dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si dice anche che abbia influenzato alcune decisioni politiche chiave di Trump stesso. Le sue controverse dichiarazioni su razzismo, immigrazione e femminismo hanno portato al boicottaggio degli inserzionisti contro lo show. Fiero oppositore del progressismo politico, è stato definito un “nazionalista” ed un “paleoconservatore”. È un critico dell’immigrazione. Originariamente sostenitore della politica economica libertaria, ha poi criticato l’ideologia come “controllata dalle banche” ed è diventato un “protezionista”. È anche uno scettico sugli interventi militari all’estero degli Stati Uniti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » dom ago 22, 2021 6:37 pm

Fox News – Donald Trump stronca le azioni di Biden in Afghanistan: “Il nostro paese non è mai stato così umiliato”; “fa impallidire il Vietnam”
21 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... l-vietnam/

Donald Trump ha detto che le immagini degli afghani terrorizzati che si aggrappano agli aerei in partenza ‘fanno dimenticare gli elicotteri in Vietnam’.

L’ex presidente Donald J. Trump ha fortemente condannato Joe Biden e la catastrofe che si sta svolgendo a Kabul, Afghanistan, fin dallo scorso fine settimana, in un’intervista con Sean Hannity di Fox News martedì.

Trump ha detto ad “Hannity” che Biden ha umiliato gli Stati Uniti più di qualsiasi altro presidente nella storia, eclissando esplicitamente la crisi degli ostaggi in Iran del 1979 del collega democratico Jimmy Carter.

“È un momento terribile per il nostro paese. Non credo che in tutti questi anni il nostro paese sia mai stato così umiliato. Non so come la volete chiamare – una sconfitta militare o una sconfitta psicologica – non c’è mai stato niente di simile a quello che è successo qui: Si può tornare indietro a Jimmy Carter con la crisi degli ostaggi”, ha detto Trump.

Trump ha immaginato se Biden possa provocare una crisi degli ostaggi ancora peggiore, dato che i Talebani hanno attualmente circondato l’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul e messo numerosi posti di blocco – in cui ci sono state segnalazioni di pestaggi ed altre violenze.

“Avete a che fare con migliaia e migliaia di americani e altri che sono bloccati, e molto pericolosamente… in Afghanistan. Quindi è qualcosa che non si può nemmeno credere”.

Trump ha detto che le immagini dello scorso fine settimana in cui si vedono gli afgani disperati si sono aggrappati ai lati della fusoliera di un aereo da carico dell’Air Force e che poi sono scivolati verso la morte quando l’aereo ha guadagnato quota, fanno sembrare come una cosa piccola l’evacuazione dell’ambasciata statunitense a Saigon nel 1975.

“Ho guardato quel grande e mostruoso aereo da carico ieri con la gente che si aggrappava alla fiancata e che cercava di farsi portare via dall’Afghanistan a causa della loro incredibile paura – e venivano sbalzati via dall’aereo da 2.000 piedi d’altezza, nessuno ha mai visto niente del genere”, ha detto. “Questo spazza via l’immagine degli elicotteri in Vietnam. Non è nemmeno una specie di confronto. È stato il periodo di tempo più umiliante che abbia mai visto”.

Trump ha detto di aver avvertito il presunto leader talebano Mullah Abdul Ghani Baradar, nelle discussioni dell’anno scorso, minacciando che gli Stati Uniti avrebbero decuplicato i loro attacchi se anche un americano fosse stato ferito o i militanti avessero invaso delle zone non a loro consentite.

Quell’accordo, ha detto, sembra essere stato rimesso in discussione dal momento che i Talebani hanno imperversato nel paese ed hanno preso Kabul nel giro di pochi giorni, mentre gli americani e gli occidentali sono intrappolati all’interno.

“Gli ho detto in anticipo… lasciate che vi dica subito che se succede qualcosa agli americani o a chiunque altro o se mai verrete sul nostro suolo, vi colpiremo con una forza con cui nessun paese è mai stato colpito prima. Una forza così grande che non ci crederete nemmeno”.

Trump ha affermato di non aver mai avuto alcuna fiducia nel governo ormai in esilio del presidente Ashraf Ghani, sostenendo che il politico era lì per i soldi e per “bere e cenare” con i legislatori stranieri. Questa descrizione si è dimostrata vera, ha affermato Trump, in seguito alla fuga di Ghani, in cui ha preso diversi veicoli e una quantità incalcolabile di denaro.


Che Bin Laden fosse un terrorista bastardo credo che nessuno di noi possa dubitarlo (e mi auguro di non essere bloccato per questa mia affermazione); ma di sicuro doveva avere un cervello molto fino e infatti, già nel 2011, aveva capito che se l’America fosse finita nelle mani di Biden, costui l’avrebbe distrutta. Aveva pertanto ordinato di cercare di uccidere Obama, qualora si fosse recato in Iraq o in Pakistan, ma di non colpire Biden che, di suo, avrebbe provveduto a distruggere gli USA.
Emanuel Segre Amar
21 agosto 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 8766429209

Aveva già capito tutto.
La nipote di Bin Laden, Noor bin Ladin (figlia di un suo fratello), all’epoca del crollo delle torri ragazzina, si è allontanata dall’Islam (i suoi genitori si sono nel frattempo separati), è divenuta cittadina americana e vive in Svizzera; è una sostenitrice di Trump e non apprezza minimamente Biden.


Giordano Levi
Il problema è di metà del popolo americano che l'ha votato con il sostegno di Obama e della Clinton che hanno mandato al macello in Afghanistan migliaia di ragazzi americani per niente. Come ride la Cina......

Silvestro Gastone
Come è possibile che B.L. arrivasse a questa finezza? Era già chiaro allora chi è Biden?

Emanuel Segre Amar
Silvestro Gastone lo aveva capito chiaramente; c’è un documento trovato nel suo covo, pubblicato all’epoca, e ripubblicato adesso, che lo dimostra.

Silvestro Gastone
Emanuel Segre Amar , incredibile. Poveri noi.

Esther Ma Ma
Mi sono sbagliata su Bidet,pensavo che era come Obama invece è molto peggio


Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
15 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 1109622891
Questo disastro in Afghanistan non sarebbe successo con Trump. I talebani sapevano che avrei fatto piovere fuoco e furia se qualsiasi personale o interesse americano fosse stato leso, come non si è mai visto. Questa è una catastrofe di proporzioni storiche.


Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
21 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 2749622727

Joe Biden deve chiedere scusa all'America per aver permesso ai militari di partire prima dei civili e per aver permesso che 85 miliardi di dollari di sofisticato equipaggiamento militare siano finiti ai talebani (e alla Russia e alla Cina perché lo copino) piuttosto che riportarlo negli Stati Uniti!


In Afghanistan gli Stati Uniti, la superpotenza mondiale emblema dell'Occidente laico e democratico, si sono arresi ai terroristi islamici dei Taliban che ottemperano letteralmente e integralmente ad Allah e a Maometto. La conseguenza devastante per tutti noi è che la percezione di una epocale vittoria dell'islam scatenerà l'attività degli Stati islamici, dei movimenti politico-religiosi e dei gruppi terroristici per accelerare la conquista dell'Europa e del Mondo libero
Magdi Cristiano Allam
Mercoledì 18 agosto 2021

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 6788218042

Cari amici, dopo l'11 settembre 2001, il 15 agosto 2021 rappresenta un nuovo spartiacque della nostra Storia contemporanea. In Afghanistan gli Stati Uniti, la superpotenza mondiale emblema dell'Occidente laico e democratico, si sono arresi ai terroristi islamici dei Taliban che ottemperano letteralmente e integralmente ad Allah e a Maometto. La conseguenza devastante per tutti noi è che la percezione di una epocale vittoria dell'islam scatenerà l'attività degli Stati islamici, dei movimenti politico-religiosi e dei gruppi terroristici per accelerare la conquista dell'Europa e del Mondo libero.
Si tratta di una vittoria epocale dell'islam ed una resa totale dell'Occidente laico e liberale perché il ritorno trionfante a Kabul dei Taliban, letteralmente «Studenti della Sharia», e la riesumazione del sedicente «Emirato Islamico dell'Afghanistan», è il compimento di un processo politico e negoziale intrapreso dagli ultimi quattro Presidenti degli Stati Uniti.
Ad avviarlo fu nel 2005 George W. Bush, il Presidente che aveva subìto la tragedia dell'11 settembre 2001 e scatenato la guerra in Afghanistan. Dopo aver preso atto dell'insuccesso nello sconfiggere Al Qaeda e di fronte alla necessità di abbattere drasticamente i costi della Difesa, Bush con l’allora Premier britannico Tony Blair fecero un accordo segreto con i «Fratelli Musulmani», movimento estremista islamico nato in Egitto nel 1924 che, al pari di Al Qaida e dell'Isis, mira a imporre l'islam ovunque nel mondo, ma preferibilmente attraverso la proliferazione delle moschee, scuole coraniche, enti sociali e istituzioni finanziarie islamiche, senza escludere il terrorismo come fa Hamas che rappresenta i «Fratelli Musulmani» nei Territori palestinesi. Ebbene in virtù dell'accordo segreto con Bush e Blair nel 2006 i Fratelli Musulmani parteciparono per la prima volta alla vita politica in Medio Oriente. In Egitto entrarono con 88 deputati in Parlamento. Nei Territori palestinesi Hamas vinse le elezioni legislative e si aggiudicò la guida del Governo della cosiddetta «Autorità Nazionale Palestinese». E fu sempre Bush nel 2007 ad avviare dei negoziati con i Taliban per il tramite dell'allora Presidente afghano Hamid Karzai.
Barack Hussein Obama il 6 giugno 2009 legittimò l'islam come religione totalmente compatibile con la nostra civiltà occidentale, nel discorso all'Università del Cairo in cui disse: «America e Islam si sovrappongono, condividono medesimi principi e ideali, il senso di giustizia e di progresso, la tolleranza e la dignità dell'uomo». Nel 2011 Obama sostenne le cosiddette «Primavere arabe» che posero fine a dei regimi laici e favorirono l'ascesa al potere di esponenti dei «Fratelli Musulmani», che conquistarono la Presidenza della Repubblica in Egitto, erano a un passo dal monopolizzare il potere in Tunisia e Libia, mentre in Siria scatenarono una sanguinosissima guerra civile. In questa strategia Obama si affidò totalmente alla Turchia di Erdogan e al Qatar, rispettivamente i principali sostenitori politico e finanziario dei «Fratelli Musulmani».
Il 29 febbraio 2020 è stato Donald Trump a sottoscrivere proprio a Doha nel Qatar l’accordo con i Taliban che pose formalmente fine alla guerra, stabilì un calendario per il ritiro delle forze statunitensi nell'arco di quattordici mesi, e lasciò ai Taliban la prerogativa di negoziare un accordo distinto con le fazioni afghane, suggellando di fatto la loro vittoria militare e la resa degli Stati Uniti. L'accordo fu sottoscritto dal delegato talebano Abdul Ghani Baradar e dal Segretario alla Difesa Mark Esper, alla presenza del Segretario di Stato Mike Pompeo e del Rappresentante statunitense per l’Afghanistan Zalmay Khalilzad.
Alla luce di tutto ciò è infondato attribuire all'attuale Presidente americano Joe Biden la responsabilità della resa degli Stati Uniti e della vittoria dei Taliban. «La scelta che avevo era proseguire l'accordo negoziato da Donald Trump con i Taliban o tornare a combattere», ha chiarito Biden, sostenendo di aver fatto «l'interesse nazionale»: «Ci sono sicuramente soldati coraggiosi in Afghanistan, ma se l'Afghanistan non vuole combattere contro i Taliban non possiamo farlo noi. Quanti altri caduti dobbiamo riportare? Non voglio commettere errori del passato. Questo conflitto non è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti. Quando sono diventato Presidente ho preso un impegno con gli americani: che avrei posto fine alla guerra in Afghanistan. Non voglio lasciare questa incombenza al prossimo Presidente. So che la mia decisione verrà criticata, ma non possiamo rimanere lì in eterno».
Ciò che invece può essere attribuito a Biden è di aver lasciato l'Afghanistan nelle mani della Cina, che ora diventerà il principale alleato economico di un Paese ricchissimo di rame, litio, marmo, oro e uranio, una ricchezza mineraria stimata di oltre 1 trilione di dollari, cioè mille miliardi di miliardi di dollari. Questa enorme ricchezza non sfruttata contribuirà a fare della Cina la prima potenza economica mondiale.
L'altro aspetto rilevante nel successo dei Taliban è che di fatto l'islam è sempre stato il riferimento identitario dello Stato. La forma di Stato vigente fino allo scorso 15 agosto si chiamava «Repubblica islamica dell'Afghanistan» e la sua Costituzione sanciva che «nessuna legge può essere contraria ai principi e alle disposizioni della sacra religione dell’islam». Il ritorno all'Emirato Islamico dell'Afghanistan, che mette al centro la Sharia, la legge islamica fondata su ciò che Allah prescrive nel Corano e sulla Sunna, la raccolta dei detti e dei fatti attribuiti a Maometto, nella sostanza è più una continuità che non una rottura, perché le leggi e l'organizzazione sociale hanno continuato ad essere fondate sull’islam. Il cambiamento sarà più politico che religioso, per la precisione stiamo assistendo al passaggio dei Taliban dallo schieramento dei «fondamentalisti», che dicono e fanno solo ciò che è apertamente prescritto nel Corano, allo schieramento dei «Fratelli Musulmani», che usano la «takiya», la dissimulazione, strumentalizzando la modernità e la democrazia per imporre il potere islamico ovunque nel mondo. È in questo quadro che si spiega la concessione alle donne di non essere più imprigionate sotto la gabbia di stoffa del burqa e di poter indossare un abito anche a due pezzi che copre i capelli ma lascia libero l'ovale del volto, pur restando la donna un essere antropologicamente inferiore secondo i dettami dell'islam, e pur potendo accedere a taluni incarichi sociali sempre a condizione che non violino i limiti imposti dalla Sharia.
Cari amici, vent'anni dopo la conquista militare dell'Afghanistan, scopriamo che l'islam ha vinto una guerra epocale fondamentalmente sul piano religioso, identitario e politico, mentre l'Occidente è morto, privo di un'anima, senza la certezza di chi siamo, più che mai diviso politicamente e militarmente nonostante il fiume di denaro speso, 2.300 miliardi di dollari solo da parte degli Stati Uniti, e le migliaia di soldati uccisi, 2.300 solo gli americani. Come la Storia insegna, gli imperi e le civiltà non finiscono per la forza dei nemici ma per la propria intrinseca fragilità. L'Occidente è morto non per la forza dei Taliban, ma per la sua ormai inconsistenza. Non è stato un omicidio ma un suicidio. Noi tutti oggi, ovunque in Europa e nel Mondo libero, rischiamo di essere sottomessi all'islam non tanto perché gli islamici sono forti, ma perché siamo a tal punto deboli che ci vergogniamo di chi siamo sul piano delle nostre radici, fede, identità, valori, regole e leggi, con la conseguenza che non sappiamo più farci rispettare dentro casa nostra, finendo per trasformarci in una terra di tutti e di nessuno. Il vuoto che noi stessi abbiamo creato verrà inesorabilmente colmato dai più agguerriti, determinati, violenti. Per prevenire che l'Europa e il Mondo libero facciano la fine dell'Afghanistan, dobbiamo fortificarci dentro, acquisendo la certezza e l'orgoglio di chi siamo, diventando pienamente noi stessi dentro casa nostra, esigendo che tutti, compresi i musulmani, si comportino né più né meno come sono tenuti a comportarsi tutti i cittadini, rispettando le stesse leggi, ottemperando alle stesse regole, condividendo gli stessi valori. Considerando che siamo una civiltà decaduta, solo un miracolo potrà salvarci. Ma dobbiamo credere che questo miracolo si realizzerà. Non possiamo in alcun modo rassegnarci alla sconfitta e alla sottomissione all'islam. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo.



Il facente funzione di presidente degli USA, dopo aver disertato una conferenza stampa convocata, poi…l’ha riconvocata.
Ma che succede nelle sue conferenze stampa? Strano? Non più di tanto, se si pensa a che cosa i DEM ci hanno abituati da tempo.
Emanuel Segre Amar
22 agosto 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 9379697481

Ieri mi sono visto la cd “conferenza stampa” del vegetale. Una serie di balle mai vista, che per la prima volta è stata contestata anche da buona parte della stampa amica, e che d’altra parte è stata corretta nel giro di un’ora dal suo stesso staff (“Al Quaeda non è più in Afghanistan”, “Gli Americani possono andare in aeroporto senza essere ostacolati”, e altre perle). Poi hanno iniziato con le domande, quattro in tutto se non ricordo male, ovviamente tutte dalle testate per lui più affidabili. Insomma, non solo come al solito ha chiamato da una lista scritta i giornalisti, chiamiamoli così, autorizzati a fare una domanda; non solo, come al solito, ha letto le risposte dai fogli sparsi sul tavolo – con una certa difficoltà a metterli in ordine; ma per la prima volta abbiamo visto i giornalisti leggere la domandina direttamente dal telefonino. Ridicolo, ma la sorpresa è arrivata alla fine, quando un giornalista, stavolta senza virgolette, di NPR (che è un po’ la RaiRadio1 degli SU, ma più desinistra) ha osato fare una domanda non concordata. Il fesso ha detto, testuale: “ma la domanda doveva essere un’altra”, ed ha iniziato a rispondere alla domanda non fatta.
Dopodiché ha girato le spalle e se n’è andato, non sia mai che anche la CNN volesse metterlo in difficoltà…
Una cosa allucinante.


Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
22 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 9822863353

Joe Biden ha dato ai nostri nemici di tutto il mondo una grande e duratura vittoria quando ha inaspettatamente e inspiegabilmente rimosso i nostri grandi soldati dall'Afghanistan prima di far uscire i nostri cittadini statunitensi e gli alleati, insieme all'abbandono di molti miliardi di dollari di attrezzature militari di altissimo livello. Lasciare i nostri militari fino alla fine era una decisione così semplice che chiunque con intelligenza e buon senso avrebbe preso, ma lui l'ha considerata sbagliata e ha immediatamente creato forse il più grande imbarazzo per il nostro Paese nella sua storia - ed è tutt'altro che finita!



EXIT STRATEGY
"Sono abbastanza vecchio per avere bene in mente la caduta di Saigon nel 1975...ce l'ho nel mio archivio dei ricordi", ha dichiarato il generale Jim Jones, che ha servito come consigliere per la sicurezza nazionale sotto il presidente Barack Obama. "Fu molto doloroso da guardare. Questo è, almeno finora, ancora più doloroso".

Niram Ferretti
23 agosto 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Costernazione.
"Quando si fanno questo tipo di cose, per quanto grandi o piccole siano, la prima cosa che si è fa è di evacuare i civili e le famiglie, poi il personale del governo degli Stati Uniti se necessario. E in seguito le ultime persone che se ne vanno sono generalmente i militari che forniscono la sicurezza per una evacuazione ordinata. Mi risulta che l'abbiamo fatto esattamente il contrario e non so perché."
La risposta, per quanto sconcertante, è, per palese incompetenza. Inutile cercare improbabili moventi oscuri, ricorrere a fantasiose dietrologie. Il modo in cui gli Stati Uniti si sono lasciati dietro l'Afghanistan consegnandolo nelle mani dei talebani, resterà nei libri di storia come un degli esempi più clamorosi di come non si effettua un ritiro militare.
Il responsabile principale di tutto ciò è, ovviamente, il Commander in Chief, ovvero il presidente, colui che alla fine ha dato il via all'operazione, l'ha avallata, ha posto il suo sigillo.
Uscire di scena così non è degno di una grande potenza, non è degno di una piccola potenza. E' semplicemente grottesco e surreale.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Gianni Torri
23 agosto 2021

https://www.facebook.com/gianni.torri.3 ... 6690345707

Riassumendo. Il peggior Presidente degli USA di sempre si era dimenticato del trattato di Doha e non ha fatto nulla per organizzare qualcosa per il ritiro dall'Afghanistan onorevole o almeno decente. Disastro di immagine e di credibilità per tutto l'Occidente. Se avesse fatto una cosa del genere un Presidente Repubblicano avremmo milioni di inginocchiatori compulsivi che abbaierebbero alla luna chiedendone le dimissioni. In Italia la situazione è pesante: Draghi, per meritarsi la poltrona della mummia Mattarkamen, deve fare il lavoro dei ministri debosciati che lo circondano. Mentre i Talebani prendevano Kabul, Di Maio era in spiaggia a giocare a gavettoni. Speranza ha deciso di inoculare la salvifica terza dose a tutti ma solo a San Patrignano insieme ad una dose di rinforzo di metadone. La inutile Lamorgese, dopo aver fatto sbarcare 83.000 clandestini (che qualcuno chiama migranti) ha amorevolmente trattato per sei giorni con 8000 tossici ubriachi del rave di Viterbo, perché facessero la raccolta differenziata appena scomparsi gli effetti della eroina. Il PD ha risolto i suoi problemi candidando a Bologna la Sardina Santori che, come programma per la città, ha quello di costruire uno stadio per il frisbee (non sto scherzando!). Letta, con carisma e tempismo, ha dichiarato che bisogna dialogare con i Talebani, perché sembrano cambiati. Una cosa è certa: l'Afghanistan ha circa 3000 miliardi di dollari di risorse del sottosuolo ed è un Narcostato con leadership incontrastata nei mercati di tutte le droghe. Noi abbiamo toccato i 2698 miliardi di euro di debito pubblico... Ma almeno è ricominciato il campionato di calcio.



Sean Hannity incalza Biden sull’Afghanistan: Non abbiamo un presidente apparentemente consapevole e capace di governare
Hannity ha accusato Biden di essere “disperso in azione”.

23 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... governare/

Sei giorni dopo che i militanti talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan, le condizioni sul terreno sembrano tristi, ha detto il conduttore di Fox News Sean Hannity ai suoi spettatori venerdì, dicendo che il suo “cuore è turbato” mentre i colleghi americani e gli alleati afgani rimangono intrappolati dietro le linee nemiche.

Quasi due dozzine di diplomatici statunitensi avevano avvertito il Segretario di Stato Antony Blinken a luglio che il paese sarebbe potuto cadere in mano ai Talebani, secondo una nota riportata per la prima volta dal Wall Street Journal.

L’amministrazione Biden “ha ignorato quel terribile avvertimento“, ha detto il conduttore di “Hannity“, e come risultato, “migliaia di americani, decine di migliaia di nostri alleati afgani sono in estremo pericolo”.

Hannity ha accusato Biden di essere stato assente e “disperso in azione“. “Ha ignorato ogni chiaro avvertimento che tutto questo stava per accadere”.

Hannity ha anche criticato le osservazioni che Biden ha fatto durante il briefing con la stampa di venerdì, chiamando le dichiarazioni del presidente “vere e proprie bugie“.

“[Biden] chiaramente non ha una bussola morale ed è un avvizzito guscio decrepito di essere umano che mette le sue priorità, ovviamente al di sopra di quelle dei compagni americani all’estero”, ha continuato.

Hannity ha anche commentato la copertura mediatica del ritiro di Biden dall’Afghanistan, e come i media, una volta amichevoli, abbiano cambiato la loro sintonia verso di lui. “È così triste che anche gli amici di Joe nei media liberal non possono e non potranno proteggerlo da questa crisi”, ha detto Hannity. “La realtà per il paese è questa: non abbiamo davvero un presidente apparentemente consapevole e capace di governare”.

“Andate all’aeroporto, dice Biden. Fidatevi dei Talebani, hanno garantito un passaggio sicuro. Ci sta dicendo: prendete le vostre botte, rischiate la vostra vita. Possiamo garantire per la vostra sicurezza. Questo è il suo piano“.

“I nostri compagni americani sono in grossi guai dietro le linee nemiche”, ha detto Hannity.
Mike Pompeo ad ‘Hannity‘: Biden “ha rifiutato” di mostrare leadership durante la debacle dell’Afghanistan. L’America ha però gli strumenti per risolvere la situazione.

L’ex segretario di Stato Mike Pompeo ha preso parte alla puntata di “Hannity” venerdì per discutere del conflitto in Afghanistan e criticare la dichiarazione di Joe Biden sulla questione.

MIKE POMPEO: “Ora abbiamo americani intrappolati dietro le linee nemiche. Oggi, quello che ha detto il presidente Biden ha francamente peggiorato la situazione. Non ho sentito una sola cosa da lui oggi che avrebbe dato del conforto a quelle famiglie. Non c’è ancora un piano per far tornare questi americani. Non ho sentito una sola cosa che potesse dare conforto proprio agli alleati di cui lei ha parlato. Ho sentito le persone nella regione. Sono spaventati dal crollo americano – il crollo americano rispetto alla temerarietà e della forza e del potere che abbiamo dimostrato per quattro anni che aveva francamente tenuto a bada i Talebani e impedito precisamente quello che state vedendo accadere oggi, e non ho sentito una sola cosa che possa spaventare un solo Talebano che pensi che ci sia qualche rischio che questa amministrazione imponga loro un costo per le loro attività, per quello che stanno facendo agli americani oggi e perché li tengono in ostaggio in ostaggio – non permettendo loro di entrare nell’aeroporto di Kabul in modo da poterli riportare a casa dalle loro famiglie.”

“Questa è una debacle di proporzioni significative. Non abbiamo visto niente del genere, negli Stati Uniti, da molto tempo. L’America ha gli strumenti per risolvere la situazione. I nostri militari potrebbero certamente trovare un modo per andare a riprendere queste persone e distruggere alcuni di questi miliardi di dollari di attrezzature che abbiamo lasciato, ma ci vorrà la determinazione e la leadership americana e il presidente Biden ha rifiutato di mostrarle entranbe per tutto il tempo.”



Fox News – L’amministrazione Biden si era mossa per smantellare le protezioni per i cittadini intrappolati all’estero già mesi prima della caduta di Kabul
23 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -di-kabul/

Il Contingency and Crisis Response Bureau (CCR) è stato creato durante l’amministrazione di Donald Trump.

L’amministrazione Biden si era mossa a giugno per smantellare un sistema progettato per proteggere i cittadini americani intrappolati all’estero – pochi mesi prima che i Talebani prendessero il controllo dell’Afghanistan, bloccando così migliaia di americani nel paese dell’Asia centrale.

Fox News ha ottenuto il memorandum dell’11 giugno inviato al Dipartimento di Stato che ha dato il via libera alla “interruzione dell’istituzione ed alla cessazione del Contingency and Crisis Response Bureau (CCR)”.

Il memorandum sensibile ma non classificato è stato firmato dal vicesegretario di Stato Brian McKeon, solo un paio di mesi prima del disastroso ritiro delle truppe voluto e gestito dall’amministrazione Biden che ha visto l’Afghanistan cadere sotto il controllo dei Talebani.

Il CCR era stato formato sotto la guida del segretario di Stato Mike Pompeo durante l’amministrazione Trump ed aveva il compito di fornire “capacità di supporto aereo, logistico e medico per gli uffici operativi del Dipartimento, migliorando così la capacità del Segretario di proteggere i cittadini americani all’estero in relazione alle evacuazioni all’estero in seguito ad un disastro naturale o causato dall’uomo”.

L’ufficio avrebbe potuto svolgere dunque un ruolo nella risposta alla presa di potere dei Talebani in Afghanistan, dove migliaia di cittadini americani ed alleati sono rimasti intrappolati dietro le linee dei terroristi.

Un portavoce del Dipartimento di Stato ha detto a Fox News in una e-mail che “è importante notare che non solo il proposto Contingency and Crisis Response Bureau non avrebbe introdotto alcuna nuova capacità presso il Dipartimento, ma non è mai stato formalmente istituito”.

“Alcuni passaggi amministrativi sono stati fatti prima che la sua istituzione fosse stata messa in pausa, ma le operazioni quotidiane della squadra non sono cambiate”, ha detto il portavoce.

“Ogni requisito che il Dipartimento ha soddisfatto l’anno scorso, e dalla proposta di istituzione dell’ufficio, può essere soddisfatto oggi allo stesso modo, se è opportuno farlo”, hanno continuato.

Il funzionario del Dipartimento di Stato ha sottolineato a Fox News che nessuna delle capacità fornite dal bureau è sparita. Quel funzionario ha descritto l’ufficio come se fosse ancora nelle sue “fasi iniziali”, dicendo che il Segretario di Stato Antony Blinken aveva richiesto una revisione su di esso subito dopo essere entrato nel dipartimento all’inizio di quest’anno.

Joe Biden ha detto alla ABC News che non credeva che il ritiro sarebbe potuto avvenire senza che “ne derivasse il caos”.

“Quando avete visto il governo dell’Afghanistan, i leader di quel governo, salire su un aereo e decollare ed andare in un altro paese, quando avete visto il crollo significativo delle truppe afgane che avevamo addestrato, fino a 300.000 di loro che hanno semplicemente abbandonato il loro equipaggiamento e preso il volo – questo è quello che è successo”, ha detto.


L’America comincia ad ‘aprire gli occhi’ su Joe Biden.
Byron York Daily Memo
24 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... joe-biden/

Solo un mese fa, l’indice di gradimento di Joe Biden, il 52,5%, era nove punti più alto del suo indice di disapprovazione, il 43,5%, nella media dei sondaggi di RealClearPolitics. Ora, i due sono praticamente alla pari, e due nuovi sondaggi hanno mostrato Biden sotto l’asticella, con un indice di disapprovazione più alto di quello di approvazione.

Naturalmente, la gestione disastrosa del ritiro delle forze americane dall’Afghanistan è la causa principale del suo declino. Ma anche l’approvazione pubblica sulla gestione di Biden per tutto il resto sta scendendo. Pare che ci sia come una sorta di chiara “apertura degli occhi” a livello nazionale sull’operato del suo Comandante in Capo dopo soli sette mesi di permanenza alla Casa Bianca.

In primo luogo, l’Afghanistan. In un nuovo sondaggio della NBC News, il 25% degli intervistati approva la gestione del ritiro da parte di Biden, mentre il 60% disapprova. Il venticinque per cento! Questo è veramente terribile per un presidente – laggiù nel territorio di Richard Nixon o in quello di George W. Bush in Iraq.

Ma guardate anche alle altre questioni. Nello stesso sondaggio di aprile, il 69% approvava la gestione di Biden della pandemia di COVID-19, mentre solo il 27% la disapprovava. Ora, il 53% approva e il 44% disapprova.

Sull’economia, in aprile, il 52% approvava la gestione di Biden, contro il 43% che la disapprovava. Ora, Biden è scivolato sotto terra, con il 47% che approva la sua gestione dell’economia contro il 49% che la disapprova.

Poi buttiamoci dentro il numero di americani che credono che il paese sia sulla strada sbagliata. In aprile, era il 56%. Ora è il 63%.

Tutto questo ha portato gli elettori a dare un’altra occhiata ai… Repubblicani. I sondaggisti della NBC hanno chiesto: “Qual è la vostra preferenza per il risultato delle elezioni congressuali del prossimo anno – un Congresso controllato dai Repubblicani o un Congresso controllato dai Democratici? Il risultato è stato un pareggio virtuale – il 46% ha preferito i Repubblicani, mentre il 47% ha preferito i Democratici. Ma quel 46% è una crescita rispetto al 42% di aprile, mentre i numeri dei Democratici resta invariato. Il 46% del GOP è stato anche il più alto dall’estate del 2016, e solo la seconda volta in cui le preferenze per il GOP hanno raggiunto il 46% negli ultimi dieci anni.

“Il clima politico si sta spostando verso i Repubblicani“, si legge in un articolo dell’analista della CNN Harry Enten. Guardando i risultati delle elezioni speciali statali in tutto il paese, Enten nota che una “tendenza… sta diventando evidente. I Repubblicani stanno facendo meglio rispetto all’inizio dell’anno, e questo potrebbe preannunciare il successo del loro partito nel 2022“. Inoltre, in un’elezione di metà mandato, l’indice di approvazione del lavoro di un presidente è un fattore chiave per quanto bene il suo partito faccia nei sondaggi.

Quindi, naturalmente, la debacle in Afghanistan sta presentando il conto sugli indici di approvazione di Joe Biden. Ma il declino dell’approvazione pubblica delle prestazioni di Biden in generale sta imponendo il suo pedaggio non solo a lui, ma anche al suo partito. Naturalmente, le cose potrebbero sempre cambiare. Ma in questo momento, le cose si stanno muovendo in una direzione favorevole ai Repubblicani.


Appena atterrata a Singapore, Kamala Harris è stata accolta dalla stampa locale ma la sua reazione alla domanda sull'Afghanistan ha stupito tutti
"Aspetta, rallenta": e Kamala Harris scoppia a ridere parlando di Afghanistan
Francesca Galici
24 Agosto 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ch ... 70705.html

Sgomento e imbarazzo alla Casa bianca per il video di Kamala Harris diventato virale sui social. La breve clip vede protagonista la vicepresidente americana che, incomprensibilmente, scoppia a ridere quando un cronista le rivolge una domanda in merito alla crisi dell'Afghanistan. Come riporta Dagospia, il tutto è avvenuto a Singapore, dove la Harris si trova in viaggio diplomatico per incontrare il primo ministro Lee Hsien Loong.

Dal video si vede che il braccio destro di Joe Biden si avvicina ai giornalisti già col sorriso, probabilmente per qualcosa che è accaduto o che le è stato detto pochi secondi prima. Kamala Harris, però, invece di aspettare qualche minuto prima di presentarsi alla stampa, è arrivata con un'impostazione che poco si addice al tenore della situazione e così, quando il giornalista le si è rivolto per chiederle un commento sull'Afghanistan, Kamala Harris non è riuscita a trattenersi. "Aspetta, aspetta, [risata] rallenta", ha esclamato il vicepresidente degli Stati uniti davanti ai cronisti attoniti.

Inevitabile che il video diventasse virale e che venisse accolto dalle critiche sui social. In particolare, come spesso accade, è su Twitter che i commenti sono stati impietosi nei confronti di Kamala Harris e del suo comportamento, quanto meno irrispettoso, per il momento storico. "È come uno sketch del Saturday Night Live. Peccato sia reale, e che lei non sia una comica. Non c’è niente da ridere", ha fatto notare amaramente un utente a commento del video. E poi ancora le si critica il viaggio in Oriente, quando avrebbe dovuto presidiare la Casa bianca per gestire la situazione in attesa di Biden, al momento in vacanza: "Ha detto che l’amministrazione non potrebbe avere una priorità più alta che l’Afghanistan. È per questo che lei è in un viaggio tra Vietnam e Singapore e Biden è stato in vacanza per metà del tempo". Ma non è finita: "Questo fine settimana, durante la crisi a Pechino, Joes è in Delaware per dormire un po' e Kamala è a Singapore a divertirsi. Dov'è la leadership con così tante vite in pericolo in Afghanistan". E sono solo alcuni dei messaggi che si possono trovare sui social.

Da quando è entrata alla Casa bianca insieme a Joe Biden, il gradimento degli americani nei confronti di Kamala Harris è calato notevolmente. Non è la prima gaffe del vicepresidente da quando è in carica, per altro. Recentemente la Harris ha invitato i migranti a non dirigersi negli Stati Uniti "perché sarete respinti".



Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
25 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 9282659407

Biden sta distruggendo l'America. Le sue politiche hanno creato un incubo nazionale vivente: ha ceduto la nostra indipendenza energetica, ha sabotato l'economia, ha aumentato il crimine violento, ha ceduto alla Cina, ha oppresso i nostri cittadini invece del virus, ha creato la più grande umiliazione della nostra storia in Afghanistan, ha lasciato migliaia dei nostri cittadini all'estero per il capriccio degli estremisti islamici, e ha lasciato un confine spalancato a droghe mortali, crimine violento e immigrazione illegale illimitata a casa nostra!
Ho creato il confine più sicuro della storia. Biden ha creato il singolo disastro di confine, di gran lunga il più catastrofico della storia. Il procuratore generale del Texas Ken Paxton, che ho fortemente appoggiato per la rielezione, ha appena ottenuto un'importante vittoria alla Corte Suprema contro l'agenda di Biden sulle frontiere aperte. Mi congratulo con lui per questa vittoria. Si è scoperto che Biden ha infranto la legge nel porre fine ai protocolli di protezione dei migranti, o Remain in Mexico. Ora, Biden deve ripristinare Remain in Mexico, uno dei miei programmi di maggior successo e più importanti per la sicurezza del confine. Gli altri procuratori generali dello Stato dovrebbero seguire l'esempio e perseguire tutte le politiche illegali di Biden sul confine e sull'immigrazione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » dom ago 22, 2021 6:40 pm

Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
25 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 9282659407

Biden sta distruggendo l'America. Le sue politiche hanno creato un incubo nazionale vivente: ha ceduto la nostra indipendenza energetica, ha sabotato l'economia, ha aumentato il crimine violento, ha ceduto alla Cina, ha oppresso i nostri cittadini invece del virus, ha creato la più grande umiliazione della nostra storia in Afghanistan, ha lasciato migliaia dei nostri cittadini all'estero per il capriccio degli estremisti islamici, e ha lasciato un confine spalancato a droghe mortali, crimine violento e immigrazione illegale illimitata a casa nostra!
Ho creato il confine più sicuro della storia. Biden ha creato il singolo disastro di confine, di gran lunga il più catastrofico della storia. Il procuratore generale del Texas Ken Paxton, che ho fortemente appoggiato per la rielezione, ha appena ottenuto un'importante vittoria alla Corte Suprema contro l'agenda di Biden sulle frontiere aperte. Mi congratulo con lui per questa vittoria. Si è scoperto che Biden ha infranto la legge nel porre fine ai protocolli di protezione dei migranti, o Remain in Mexico. Ora, Biden deve ripristinare Remain in Mexico, uno dei miei programmi di maggior successo e più importanti per la sicurezza del confine. Gli altri procuratori generali dello Stato dovrebbero seguire l'esempio e perseguire tutte le politiche illegali di Biden sul confine e sull'immigrazione.



Sean Hannity: Joe Biden ha appena firmato la condanna a morte di “ogni afgano” che ha aiutato gli Stati Uniti negli ultimi 20 anni
26 agosto 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... i-20-anni/

Sean Hannity dice che gli sforzi limitati di Biden per evacuare gli americani all’estero impallidisce in confronto a quelli dei leader di altri paesi.

Joe Biden ha “umiliato” l’America con il suo pasticciato ritiro dall’Afghanistan che ha lasciato i cittadini statunitensi abbandonati e gli alleati bloccati dietro le linee talebane. Il conduttore di Fox News ha detto Sean Hannity agli spettatori martedì.

“Ora siamo al decimo giorno in cui ci sono degli americani tenuti in ostaggio, intrappolati dietro le linee nemiche – e chiaramente Joe Biden sta lasciando che i Talebani se ne prendano tutti i meriti”, ha detto Hannity.

“Il vostro comandante-in-capo ha ora umiliato l’intero paese ed è stato costretto alla sottomissione dai terroristi, i Talebani“, ha continuato il conduttore. “Non si impegnerà a mantenere le forze statunitensi oltre la scadenza del 31 agosto dettata dai Talebani. Non si impegnerà a garantire il salvataggio di tutti i nostri cittadini e dei nostri partner afgani a cui abbiamo promesso che li avremmo tirati fuori se questo giorno fosse mai arrivato”.

Accettando la data di evacuazione entro il 31 agosto come richiesto dai Talebani, Biden essenzialmente ha “firmato la condanna a morte di ogni afgano che ha aiutato gli Stati Uniti negli ultimi 20 anni”, ha detto Hannity.

“A quanto pare, loro [i Talebani] hanno anche accesso ai dati del computer in modo che queste persone verranno cacciate, saranno assassinate, le loro famiglie saranno assassinate. Joe sembra preoccuparsi meno di questo”, ha affermato Hannity.

Ha continuato: “Donne e bambini sono stati asfissiati, sono stati frustati e accoltellati. Molti sfollati sono stati costretti a pagare decine di migliaia di dollari per assumere appaltatori militari privati per scortarli all’aeroporto”.

“Donne e bambini sono stati asfissiati, sono stati frustati e accoltellati. Molti sfollati sono stati costretti a pagare decine di migliaia di dollari per assumere appaltatori militari privati per scortarli all’aeroporto” – Sean Hannity

Hannity ha detto che gli sforzi limitati di Biden per evacuare gli americani all’estero impallidisce in confronto ad altri paesi che hanno adottato un approccio molto più aggressivo per riportare i loro al sicuro.

“Gli olandesi, i francesi, i britannici, hanno inviato truppe dietro le linee nemiche a Kabul per estrarre i loro cittadini con le loro forze speciali e i loro paracadutisti mentre i nostri militari sono sotto stretto comando di non lasciare l’aeroporto”, ha detto il conduttore.
Lo sforzo limitato di Biden per evacuare gli americani all’estero impallidisce in confronto ad altri paesi che hanno adottato un approccio molto più aggressivo per riportare i loro cittadini in salvo, dice Sean Hannity. (Associated Press)

“Gli americani sono stati abbandonati a se stessi, ma gli olandesi hanno protetto i loro cittadini, le loro truppe sono andate dietro le linee nemiche, i francesi, gli inglesi ma non le truppe americane. Questa è un’umiliazione totale sulla scena mondiale e peggio, migliaia di americani e migliaia di nostri amici ed alleati saranno probabilmente uccisi presto dai Talebani che ora hanno il pieno controllo”, ha proseguito.

“Alcuni vengono già torturati, altri già vengono uccisi”.

Hannity ha esortato Biden a “farsi venire una spina dorsale, rispondere ad alcune domande basilari, cruciali ed importanti” e “essere onesto per un cambiamento” con gli americani che stanno implorando delle risposte.

“Basta con le stronzate e con gli spin di Jen Psaki”, ha detto Hannity.

“Impegnatevi affinché ogni americano sia portato fuori prima di lasciare l’Afghanistan. Perché dovresti lasciare indietro anche un solo americano, Joe? Ti impegnerai a non lasciare indietro neanche un solo americano? Abbiamo forze speciali sul terreno? Sei disposto a mandarle per salvare i cittadini americani che stanno dicendo ai media che non possono raggiungere l’aeroporto?”, ha chiesto. “Vi impegnerete ad estrarre i nostri partner afgani, che abbiamo promesso di tirare fuori se questo giorno fosse mai arrivato?”
Marco Rubio: La crisi in Afghanistan di Biden sarà tra le ‘peggiori catastrofi’ nella storia della politica estera americana. “Abbiamo appena donato un’aeronautica ai Talebani”.

Il tentativo di Joe Biden di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan ed evacuare gli americani lì intrappolati non sarà mai dimenticato nella storia, ha detto il senatore Marco Rubio, Repubblicano della Florida, martedì ad “Hannity“.

MARCO RUBIO: “Quando la storia guarderà indietro a questo momento, e guarderà indietro a questo momento, questo sarà un grande scandalo per decenni. Questa sarà ricordata come una delle peggiori catastrofi nella storia della politica estera americana per due motivi. Il primo è tutto ciò che hai appena detto, cioè il fallimento di questa amministrazione nell’anticipare ciò che avrebbero dovuto sapere, ciò che le luci rosse hanno segnalato per tutto il tempo, che i Talebani si stavano muovendo più velocemente di quanto stessero parlando, e per tutto il tempo sono stati ignari di tutto ciò, così sembra.”

“E poi il pasticcio di questa evacuazione nell’intero processo. Questo è il modo in cui il processo avrebbe dovuto funzionare. Quello che Joe Biden avrebbe dovuto dire è che abbiamo queste persone e abbiamo questo equipaggiamento e che lo porteremo fuori dall’Afghanistan e che ce ne andremo quando avremo preso tutta quella roba. E chiunque si metterà in mezzo, compresi i Talebani, che cercheranno di fermarci, verrà ucciso. Morirete se vi metterete sulla nostra strada. Non il 31 agosto e non il 1° settembre, non il 29 agosto. Non una data, un obiettivo. L’obiettivo è che faremo uscire gli americani. Faremo uscire le persone che lavorano per noi. E non lasceremo ai Talebani una forza aerea. Abbiamo appena donato una forza aerea ai Talebani.”

GUARDA L’INTERVISTA COMPLETA QUI
Lindsey Graham: Biden “ha firmato la condanna a morte” per migliaia di afghani che ci hanno aiutato e dice che tutti gli americani non saranno fuori dall’Afghanistan prima della scadenza del 31 agosto.

In seguito alla concessione di Biden alle richieste dei Talebani di ritirare le truppe entro il 31 agosto, il senatore Lindsey Graham, Repubblicano della Carolina del Sud, ha denunciato Biden per aver ceduto su quella richiesta.

LINDSEY GRAHAM: “Non credo che se la caverà politicamente. Penso che ci sarà una rivolta in patria. È la cosa più disonorevole che un comandante in capo abbia fatto nei tempi moderni. Quello che ha detto oggi è che lascerà la scadenza al 31 agosto perché i Talebani gli hanno detto che doveva andarsene. Non c’è modo di far uscire tutti i cittadini americani. Lasceremo indietro migliaia di afghani che hanno combattuto al nostro fianco, e stiamo preparando il tavolo per l’ascesa di Al Qaeda e dell’ISIS per attaccarci lungo la strada. I combattenti dell’ISIS sono raddoppiati negli ultimi dieci giorni. L’evasione di massa ha portato migliaia di combattenti dell’ISIS in prigione ora sul campo di battaglia. Quindi vi dico che è finita. Il presidente Biden ha firmato la condanna a morte di migliaia di afghani che ci hanno aiutato. Si sta lavando le mani dell’Afghanistan.”



SCENE DAL FUTURO
Niram Ferretti
26 agosto 2021
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il disastro afgano si sta dipanando velocemente sotto i nostri occhi, una ritirata ignominiosa e adesso un attentato all'aeroporto di Kabul dove migliaia di disperati cercano la fuga, è costato la morte di sessanta civili afgani e di dieci marines.
Numerosi parlamentari repubblicani chiedono le dimissioni di Joe Biden, che, ovviamente, non avranno luogo.
Come ha tweetato Nikki Haley, se Biden si dimettesse al suo posto subentrerebbe Kamala Harris e il danno sarebbe notevolmente maggiore.
Siamo solo all'inizio di una crisi di proporzioni gigantesche le cui ripercussioni investiranno tutto il sistema occidentale, sempre meno credibile, sempre meno disposto a offrire resistenza ai suoi nemici. Così cadderò Roma e poi Bisanzio.

Il presidente Usa: "Soldati morti sono eroi. Non dimenticheremo e non perdoneremo"
Attacco Kabul, Biden: "È stato l'Isis, la pagherà"
26 agosto 2021

https://www.adnkronos.com/attacco-kabul ... refresh_ce

"È stato un attacco dell'Isis. La pagheranno". Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, prende la parola dopo l'attacco all'aeroporto di Kabul, in Afghanistan. L'azione rivendicata dall'Isis ha provocato decine di morti, compresi 12 militari americani. "Questi soldati americani che hanno dato la vita, in una missione per salvare vite di altri, sono eroi. Sono la spina dorsale dell’America, sono il meglio che il paese può offrire", dice Biden.

"A coloro che hanno compiuto questo attacco: non perdoneremo, non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e ve la faremo pagare. Difenderò i nostri interessi e la nostra gente con ogni mezzo a mia disposizione", scandisce Biden. "Abbiamo motivo di credere che sappiamo dove si trovino i leader che hanno ordinato" l'attacco, dice riferendosi ai membri dell'Isis-k, lo Stato islamico della provincia di Khorasan. Biden ha ordinato ai vertici militari di "sviluppare piani operativi per colpire obiettivi dell'Isis-K, la leadership e le strutture. Risponderemo con forza e precisione, quando decideremo, in un luogo che individueremo e in una maniera che definiremo".

La missione per evacuare americani e collaboratori dall'Afghanistan prosegue. "Possiamo e dobbiamo completare questa missione, lo faremo. E' quello che ho ordinato. Continueremo l'evacuazione, l'America non si farà intimidire dai terroristi", dice Biden visibilmente emozionato e commosso, che ricorda anche il figlio Beau - militare in Iraq poi morto a 46 anni per un cancro al cervello - prima di interrompere il suo intervento per un momento di silenzio.

"I terroristi dell'Isis non vinceranno, porteremo in salvo gli americani che sono lì. Porteremo fuori i nostri alleati afghani, la nostra missione andrà avanti", prosegue il presidente. "Ogni giorno ai nostri comandanti chiedo cosa gli serva per completare l'opera. Oggi ho ripetuto tre volte che devono adottare tutti i passi necessari per proteggere i nostri uomini sul campo", aggiunge, ribadendo che saranno inviati altri uomini se dovesse essere necessario per portare a termine la missione di evacuazione.

"Nessuno si fida" dei talebani, "ma contiamo sul fatto che è nel loro interesse che noi possiamo lasciare il paese" nei termini stabiliti. "Al momento non c'è nessun elemento" che lasci pensare ad una "collusione tra i talebani e l'Isis in relazione a ciò che è accaduto oggi e a ciò che ci si aspetta possa ancora accadere".

Biden non cambia idea riguardo all'opportunità di ritirare i soldati Usa. "Non ho mai ritenuto che avremmo dovuto sacrificare vite americane per provare a creare un governo democratico in Afghanistan, una paese che non è mai stato unito nella sua intera storia. Il nostro interesse mirava ad evitare che al Qaeda riemergesse, puntavamo a Bin Laden e ad eliminare al Qaeda in Afghanistan. Come ho detto 100 volte, il terrorismo si è diffuso come una metastasi nel mondo. Abbiamo minacce più grandi provenienti da altri paesi, molto più vicini agli Stati Uniti". "Il nostro interesse nell'andare in Afghanistan era prendere Osama bin Laden, spazzare via al-Qaeda e impedire che potesse accadere" un nuovo 11 settembre, ha rimarcato.

"Ancora circa cinquemila americani" si trovano nel Paese, replica quindi Biden dopo le domande dei cronisti. "Non posso dire con nessuna certezza che ci fosse una lista di nomi" degli afghani da evacuare consegnata ai Talebani per permettere loro l'ingresso in aeroporto, ha poi spiegato a proposito delle rivelazioni di Politico, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero fornito ai militanti una lista con i nomi degli afghani che avevano lavorato con loro.

"Si, la rispetto", la risposta alla domanda se rispettasse la decisione del suo predecessore Donald Trump di ritirarsi dall'Afghanistan. "Signori e signore è il momento di finire questa guerra di 20 anni", ha detto.



MAI TANTO IN BASSO
Giovanni Bernardini
26 agosto 2021

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 6861510853

È iniziata la libera concorrenza fra talebani ed Isis. E quei signori la concorrenza la fanno a suon di attentati, fucilazioni e sgozzamenti. Vince chi ammazza più gente.
Qualcuno già dice: vedete? I veri cattivoni sono quelli dell’ISIS, i talebani sono moderati.
I talebani sono al potere e non mettono bombe, si limitano a sgozzare e fucilare. Le bombe potranno metterle domani, fuori dall’Afghanistan o in zone del paese fuori dal loro controllo.
Biden se ne sta rintanato e tace. Ne ha ben donde, nell’attentato di oggi sono morti 12 marines. Gli europei ammoniscono: siano rispettati i diritti umani. Gli italiani invocano accoglienza. Prima si creano, o si contribuisce a creare, le crisi umanitarie, poi si invoca accoglienza per chi fugge. Fantastica tattica! E poi… accoglienza di chi? Pensano che i Talebani lasceranno uscire molte persone?
C’è chi si veste di bianco (colore razzista) in segno di solidarietà con le donne afghane, chi invoca il dialogo coi tagliagole, chi, come Di Maio, monitorizza attentamente a situazione.
Mai l’occidente, a cominciare dal suo stato guida, era caduto così in basso.



Gli attentati sventrano Kabul e il suo aeroporto, diventato sempre meno sicuro. Tre ordigni sono esplosi in una sola giornata e il bilancio dei morti è destinato a crescere
"60 morti e 130 feriti". Ancora esplosioni. E l'Isis pubblica la foto del kamikaze
Francesca Galici
26 Agosto 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/60 ... 71277.html

Giornata di sangue a Kabul, dove dopo le due esplosioni del pomeriggio nella zona aeroportuale, nel corso della tarda serata ne sarebbe avvenuta un'altra a 7 chilometri dallo scalo. La rivendicazione è stata dell'Isis. La stagione degli attentati era stata ampiamente annunciata e prima ancora che scadesse l'ultimatum del 31 agosto dato dai talebani alle truppe americane e straniere, i terroristi hanno colpito nel punto ora più delicato della città afghana. Il bilancio è ancora incerto, ma finora si parla di almeno 90 persone uccise all’aeroporto, tra le quali 12 soldati americani, e 150 feriti. Al momento non ci sono notizie di italiani coinvolti ma la Farnesina è costantemente in contatto con le truppe e con il contingente diplomatico ancora in aeroporto per continui aggiornamenti.

La situazione di Kabul è confusionaria. Prima degli attentati, alcuni uomini hanno sparato contro un C-130 dell'Aeronautica militare italiana in decollo, che fortunatamente non ha riportato danni. Il pilota, con alcune manovre diversive, è riuscito a spostare il velivolo dalla traiettoria di tiro portando in salvo l'aereo e il suo carico di giornalisti e civili. L'allerta nella capitale afghana è alta da diversi giorni, tanto che gli Stati Uniti avevano già avvisato i loro cittadini di non recarsi in aeroporto. Ma è proprio nei pressi del Baron hotel, la struttura nei pressi dello scalo di Kabul che ospita gli americani in attesa di rimpatrio, che stando a quanto si apprende si sarebbe fatto esplodere un kamikaze, del quale l'Isis ha diffuso una foto con la rivendicazione. Dopo pochi minuti, invece, quella che si presume sia stata un'autobomba, è esplosa nei pressi Abbey Gate dell'aeroporto. Ma l'azione dei terroristi è stata orchestrata con un ulteriore intervento armato da parte di alcuni uomini che, dopo le esplosioni, hanno esploso dei colpi verso l'alto, probabilmente per disperdere i presenti e coprire la fuga.

Il terzo attentato nel centro della città sarebbe stato innescato da un veicolo talebano "che ha colpito un ordigno esplosivo improvvisato nel centro di Kabul". Così riporta Murad Gazdiev, corrispondente in Afghanistan di Russia Today, ma nel corso della serata ci sarebbero state altre esplosioni in vari punti della città. Le immagini che arrivano da Kabul sono strazianti. Un giornalista afghano è riuscito a raggiungere la zona di Abbey Gate, registrando alcuni video dove si vedono brandelli umani sparsi ovunque. "Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue", dice chi è sopravvissuto. "Io e la mia famiglia eravamo lì vicino coi nostri due bambini, ci stiamo da quattro giorni in attesa di essere imbarcati su un volo che da Kabul ci porti in Italia. Tanti i civili come noi morti, chi ha potuto come noi è fuggito con un taxi il più lontano possibile", ha riferito all'Adnkronos un ex interprete e capitano dell'esercito afghano.

Ora la tensione all'aeroporto di Kabul è alle stelle. Si teme lo scalo possa essere fatto oggetto di razzi, pertanto i militari di presidio hanno chiesto a tutti i presenti di cercare un posto sicuro in cui ripararsi in caso di attacco. Dopo i fatti di oggi, l'Italia sta accelerando le operazioni di rimpatrio che sarebbero dovute terminare domani e già stanotte dovrebbero essere ultimati tutti i trasferimenti. Nelle prossime ore, come riporta l'Adnkronos, è prevista la partenza da Kabul di tutti gli italiani civili, diplomatici e militari. Tra loro anche il console a Kabul Tommaso Claudi e l'ambasciatore Stefano Pontecorvo, rappresentante civile della Nato in Afghanistan. Presso lo scalo di Kabul, fa sapere il portavoce del Comando centrale delle Forze armate Usa (Centcom), John Rigsbee, alla Cnn, le forze della Coalizione hanno provocato una serie di esplosioni controllate e previste

Intanto i talebani, tramite il loro portavoce Zabihullah Mujahid, hanno condannato l'accaduto riversando le responsabilità sugli Stati Uniti: "Condanniamo in modo forte l'attentato contro civili all'aeroporto di Kabul, che è avvenuto in un'area in cui la sicurezza è nelle mani delle forze Usa". I talebani si sono dovuti scontrare contro l'Isis nella loro avanzata di conquista ma non è da escludere che durante le liberazioni indiscriminate abbiano lasciato liberi anche pericolosi terroristi.


Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
26 agosto 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 3005922368

"Melania e io inviamo le nostre più profonde condoglianze alle famiglie dei nostri brillanti e coraggiosi militari il cui dovere verso gli Stati Uniti ha significato così tanto per loro.
"I nostri pensieri sono anche con le famiglie dei civili innocenti che sono morti oggi nel selvaggio attacco di Kabul.
"Questa tragedia non sarebbe mai dovuta accadere, il che rende il nostro dolore ancora più profondo e difficile da comprendere.
"Che Dio benedica gli Stati Uniti d'America".
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Messaggioda Berto » mer ago 25, 2021 10:03 pm

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Messaggioda Berto » sab ott 08, 2022 12:55 am

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Messaggioda Berto » sab ott 08, 2022 12:58 am

29)
Contro la criminale Russia di Putin e a sostegno dell'Ucraina aggredita




Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE
viewtopic.php?f=143&t=3007
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3266258465

La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista di Putin
viewtopic.php?f=143&t=3008
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 9492799153
Il criminale nazifascista del Cremlino chiama "Operazione speciale" e non "guerra" l'invasione/aggressione armata in atto dell'Ucraina, come se fosse una operazione di ordine pubblico e di polizia internazionale simile a quelle condotte dall'ONU e dalla NATO in Serbia, ma non sono simili in nulla perché nel caso della Serbia vi erano delle risoluzioni dell'ONU a difesa prima dei bosniaci e poi dei kosovari minacciati di genocidio, sterminio e pulizia etnica da parte dei serbi, mentre nel caso dell'Ucraina l'ONU si è pronunciata contro l'intervento russo non riconoscendo esserci alcun genocidio, alcuna pulizia etnica, alcuna oppressione dei filo russi nel Donbass o in altre parti dell'Ucraina.

Le minacce nucleari del criminale del Cremlino
viewtopic.php?f=143&t=3018
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2800756334

Questa è una minaccia al mondo intero, nessuno può sentirsi esente dalla minaccia poiché un conflitto nucleare sarebbe un disastro per tutti i paesi della terra.
L'ONU dovrebbe riunirsi al più presto in seduta plenaria e pronunciarsi in merito, espellendo la Russia dal consesso internazionale, condannandola, boicottandola e invitando il Mondo a coalizzarsi politicamente e militarmente per sconfiggere il male russo con ogni mezzo possibile.
La NATO si prepari al massimo per ogni eventualità ed entri in forze a sostegno dell'Ucraina con tutte le armi disponibili anche nucleari da usare se necessario.
Gli ucraini non sono schiavi o servi dei russi e non possiamo lasciare che il prepotente mafioso russo faccia quel che vuole in Ucraina e dell'Ucraina e ovunque gli giri. solo perché lui è prepotente, mafioso e minaccia con le armi nucleari.
Deve imparare a stare al Mondo con civiltà, educazione e rispetto.

I primati negativi della incivile e malvagia Russia di Putin
La incivile e malvagia Russia nazifascista di Putin, i suoi primati negativi e le sue azioni criminali
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La Russia di Putin non è un faro di civiltà per il mondo, non è certo un paradiso per i cristiani e non è nemmeno una patria felice e ideale per i russi e per le altre etnie di questa federazione imperiale a egemonia suprematista russa.

Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi, dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
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Guerra civile in Ucraina nel 2013/2014 con repressione violenta del governo filorusso dei manifestanti filoeuropei e feroci scontri tra i filo russi e i filo europei, con centinaia di morti e migliaia di feriti.
Con interventi di cecchini, mercenari, infiltrati e squadre speciali russe contro gli ucraini antigovernativi e filoeuropei.
Fu in questo contesto di guerra civile, di repressioni poliziesche e militari, di scontri e violenze generalizzate, tra cui l'invasione russa della Crimea e l'inizio dei moti separatisti terroristici nel Donbass che avvenne anche la Strage di Odessa in cui morirono una quarantina di persone a causa di un incendio di cui non si conosce con certezza l'origine.
La guerra civile in Donbass istigata, finanziata e rifornita d'armi dal nazifascista Putin e condotta dai separatisti terroristi russofili con l'ausilio non ufficiale di soldati russi, secondo l'ONU ha generato circa 14 mila morti tra civili e militari di ambo le parti dal 2014 fino al 24 febbraio del 2022 giorno dell'invasione miliatre dell'Ucraina da parte dell'esercito russo.


Ecco chi è Putin e cos'è la sua Russia!

Il demenziale bullo nazifascista del Cremlino,
il gemello eterozigote di Kin Jong-un.

Il macellaio del Cremlino è un criminale assassino,
un brigante, un grassatore, un mafioso, un oligarca ladro e farabutto,
un suprematista e imperialista russo come gli Zar e Stalin.

Il bullo del Cremlino è un demenziale fallito,
fallito come uomo, come cristiano, come statista.

Questo bullo criminale con il suo Impero del male minaccia il Mondo di sterminio nucleare.

Il macellaio del Cremlino come ha detto Trump è un genio ma del male
e per questo verrà ricordato come un criminale assassino,
uno stupratore di popoli e di cristiani,
come Moametto, Hitler e Stalin,
come i peggiori dittatori e assassini della storia,
una vergogna dei cristiani e dell'umanità.

E come per lui vi sarà grande vergogna anche per tutti coloro che demenzialmente lo hanno eletto a eroe, a santo, a paladino, a messia, a redentore dei cristiani e dell'umanità.

Costui dovrà essere bannato dall'ONU (già bandito dal Consiglio per i Diritti Umani) e da tutti i paesi del Mondo Libero e condannato dalla Corte Internazionale dell'Aia per gravi crimini contro l'umanità (sono già iniziate le pratiche sia all'ONU che all'Aia), dovrà essere braccato e arrestato da tutte le polizie dei paesi civili, sulla sua testa si dovrà mettere una taglia adeguata vivo o morto e i paesi che gli daranno rifugio dovranno essere boicottati in tutto come si fece con l'Afganistan che diede rifugio al criminale Osama Bin Laden.


Putin non è un paladino cavaliere del bene ma un agente del male come era agente del KGB dell'URSS.
Egli è un nazi fascista promotore del suprematismo imperialista russo , un bugiardo di prima classe e un assassino efferato ed è un falso cristiano.
Egli è un dittatore giunto a capo della Russia con il programma politico di ricostituire l'impero russo con ogni mezzo tra cui la violenza, la guerra e lo sterminio: vedasi le guerre in Cecenia, in Georgia. in Kazakistan, in Ucraina; vedasi la Biolorussia e le minacce alla Moldavia, ai Paesi baltici, ai paesi scandinavi e al Mondo intero.
La Russia di Putin è una delle fonti principali del male della terra che si nutre del male delle dittature comuniste e maomettiste e che a sua volta le alimenta.
Il Donbass come la Crimea sono territori ucraini che l'Ucraina ha naturalmente, fin da quando era parte dell'URSS e che essa non ha mai invaso e conquistato con la violenza ma che hanno fatto parte integrante fin dalla sua costituzione nel 1991 quando con libero referendo le popolazioni di tutti i territori hanno votato a grande maggioranza per l'indipendenza dalla Fedrerazione russa.
In Donbass e in Crimea non vivono solo russi ma anche ucraini che se in Crimea sono minoranza rispetto ai russi, in Donbass sono quasi la metà della popolazione.
L'Ucraina e gli ucraini non hanno mai maltrattato e violato i diritti umani, civili e politici dei russofoni/russofili nel rispetto della sovranità ucraina di questi territori e nel rispetto dei diritti umani, civili e politici della minoranza ucraina.
L'Ucraina è un paese democratico orientato verso il Mondo libero dove non governano i nazi fascisti e dove i nostalgici del nazismo tedesco sono una minoranza inconsistente senza rilievo politico;
mentre la Russia è una dittatura imperiale violenta dove governano gli oligarchi che depredano i popoli russi, dittatura nazi fascio comunista con rilevanti minoranze naziste e internazi comuniste violente, suprematiste e razziste.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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