Arkeoloja etrusca

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Messaggioda Berto » mar feb 04, 2014 6:19 pm

Arkeoloja etrusca
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Tarquinia, scoperta tomba inviolata
All'interno lo scheletro del principe etrusco morto 2.700 anni fa e, nascosti in vasi votivi, gioielli e sigilli


http://www.corriere.it/cultura/13_sette ... bc4d.shtml

TARQUINIA - Non ci hanno creduto (ma era solo scaramanzia) sino a quando, in una nuvola di polvere millenaria, la grande pietra che da 2.700 anni sigillava il sepolcro è stata rimossa. Solo allora gli archeologi dell’Università di Torino e della Sovrintendenza per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale hanno avuto la conferma: quell’ipogeo del VII secolo avanti Cristo era inviolato. All’interno ancora lo scheletro del principe etrusco adagiato sulla tomba di pietra e accanto armi, vasellami, persino un aryballos, un unguentario, ancora affisso alla parete. E, nascosti in vasi votivi, gioielli e sigilli di quel nobile scomparso chissà come e chissà quando all’epoca di Tarquinio Prisco. La tomba inviolata, rinvenuta nella necropoli della Doganaccia a Tarquinia, è una scoperta eccezionale.

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«L’ultima tomba non violata è stata trovata più di trent’anni fa ma era crollata - spiega Alessandro Mandolesi, professore di Etruscologia e antichità italiche all’università di Torino -. Questa è assolutamente intatta e potrebbe riservare altre sorprese». Insieme ai vasi finemente decorati, gli archeologi hanno già individuato una lancia e un giavellotto. Le pareti sono affrescate, semplicemente, ma con un gusto insolito per l’epoca. I lavori di scavo, che sono stati finanziati da imprenditori privati, proseguiranno per diverso tempo perché il Tumulo del Principe potrebbe riservare altre grandi sorprese. Ne è convinto Lorenzo Benini, patron di Kostelia Group, e anch’esso un archeologo che trascorre parte delle sue vacanze insieme alla moglie a cercare tesori delle civiltà sepolte.

VIVI E MORTI - L’équipe del professor Mandolesi da anni lavora al sito della Doganaccia. La tomba del principe è l’ultima scoperta, la più eccezionale, di una vera e propria agorà che univa il mondo dei vivi a quello dei morti: quella del Tumulo della Regina, un grande spazio ancora da esplorare dell'enorme necropoli di Tarquinia, paesaggio incantato tra mare e colline, vento di maestrale che non manca mai. Un paio di anni fa gli studiosi hanno rinvenuto frammenti della Sfinge, una statua di due metri collocata sul punto più alto del tumulo, ultimo guardiano per i vivi e per i morti. E in un’altra tomba è affiorato un piccolo cortile (appena sei metri per quattro) scavato per tre metri nel calcare con le tre camere sepolcrali che si aprono sui tre lati chiusi e con le pareti affrescate grazie a una tecnica mai vista prima in Etruria e in tutta Italia.

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DEMARATO - La cosa più sorprendente e unica è che pare non rappresentino scene di oltretomba, ma momenti di vita quotidiana. Insomma, gli affreschi dovevano forse servire per ragioni diverse, legate alla funzione di quel cortile, una piccola agorà, abbiamo detto, e dunque un luogo di collegamento tra vivi e morti. Gli studiosi ipotizzano che nell'area furono deposti sovrani e principi etruschi. Si hanno testimonianze leggendarie di una sepoltura di un certo Demarato di Corinto, ricco mercante greco. Si trasferì a Tarquinia intorno alla metà del VII secolo avanti Cristo, Demarato, e sposò una nobildonna locale, la più bella della città. Nacque un figlio, lo chiamarono Tarquinio Prisco e divenne il primo sovrano di origine etrusca di Roma.

21 settembre 2013 | 15:43
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Re: Tonba etrusca

Messaggioda Berto » mar feb 04, 2014 6:27 pm

Tarquinia, la scoperta della 'Tomba dell'Aryballos sospeso'

Un sepolcro inviolato del VI secolo a.C., dall'eccezionale valore storico, rinvenuto lo scorso 21 settembre a Tarquinia nel corso della sesta campagna di scavo del 'Tumulo della Regina'. La tomba, rimasta chiusa per 2.600 anni, ha riservato agli archeologi un'incredibile sorpresa: al suo interno, intatte, le ossa di una persona. Inizialmente attribuito a un principe, si è poi scoperto che lo scheletro appartiene a nobile ricamatrice di tessuti (riprese e montaggio a cura di Massimo Legni studio ARCHITUTTO DESIGNER'S)

http://video.repubblica.it/edizione/rom ... 141/141676
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Re: Tonba etrusca

Messaggioda Berto » mar feb 04, 2014 6:40 pm

Etruschi, dopo 2700 anni aperta una nuova tomba a Tarquinia

La nuova tomba scoperta a Tarquinia (foto dal sito della Necropoli di Tarquinia)

Gli archeologi hanno rimosso oggi una lastra di pietra che sigillava l'ingresso ad una camera secondaria nel Tumulo della Regina, sepolcro risalente al VII secolo a.C.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultu ... 45880.html

Tarquinia, 12 ago. (Ign) - Scoperta una nuova tomba etrusca a Tarquinia, in provincia di Viterbo. Dopo 2700 anni gli archeologi hanno rimosso oggi una lastra di pietra che sigillava l'accesso a una camera secondaria nel Tumulo della Regina, un sepolcro risalente al VII secolo a.C. molto probabilmente di una persona aristocratica della comunità tarquiniese con un ruolo regale, vicino alla figura dei re etruschi, definiti dalle fonti antiche 'lucumoni'.

Il ritrovamento è avvenuto durante la quarta campagna di scavo dell’Università degli Studi di Torino, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e della Città di Tarquinia, in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Gli archeologi, impegnati nella quarta campagna di scavi del Tumulo della Regina, nel cuore della necropoli etrusca di Tarquinia, hanno scoperto l’esistenza di una camera secondaria ancora sigillata da una grande lastra di pietra, rimossa nella giornata di oggi. Nei prossimi giorni verranno effettuate accurate indagini degli ambienti interni, appena riaperti alla luce, di cui si possono al momento rilevare tracce del raro intonaco originario e di materiale archeologico.

Il Tumulo della Regina è un’imponente struttura architettonica del diametro di circa 40 metri che si è rivelato come la più grande struttura a tumulo di Tarquinia finora nota.

Il sepolcro si ispira a una tipologia di tombe reali che si ritrova soltanto in un altro ambito del Mediterraneo: nella Cipro di cultura omerica. I

n particolare, nella necropoli regale di Salamina, sito archeologico dell'area sud-orientale dell'isola, sono presenti tombe con ricchissimi corredi funebri confrontabili direttamente con quelle di Tarquinia, accostabili sia per le grandi dimensioni dell'ingresso che per il tumulo.

E’ molto probabile che all'origine di questo modello introdotto in Italia centrale ci siano proprio architetti di formazione orientale sbarcati a Tarquinia circa 2700 anni fa, che qui avrebbero introdotto innovativi modelli architettonici.

Le ricerche - condotte a partire dal 2008 dall’Università degli Studi di Torino, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale e dalla città di Tarquinia, dirette sul campo da Alessandro Mandolesi - hanno rivelato la presenza, nella parte anteriore del sepolcro, di un largo accesso praticabile, probabilmente coperto in origine da una grande tettoia, utilizzato per le celebrazioni in omaggio al nobile defunto.

Durante la campagna di scavo del 2010 sono stati scoperti, in questo ambiente, i resti di un rarissimo intonaco in gesso alabastrino, secondo una modalità nota nel Vicino-Oriente (Cipro, Egitto, area siro-palestinese). Si tratta di un esempio di rivestimento murario, finora sconosciuto in Italia, presumibilmente realizzato da maestranze specializzate provenienti dal Levante mediterraneo.

Ma le sorprese non sono finite: in alcuni punti sono emerse tracce di decorazioni dipinte rappresentate, allo stato attuale, da una larga fascia rossa che doveva svilupparsi sui tre lati dell'ingresso, al di sotto e al di sopra della quale si individuano delle raffigurazioni di probabile significato religioso.
Fra queste, una figura di difficile lettura disegnata con contorno in rosso e campita in nero. La corposa immagine ha un evidente andamento sinuoso che la avvicina a motivi vegetali o animali del repertorio orientalizzante.
Nella parte bassa si sono invece riconosciuti un unguentario di tipo corinzio e forse la mano di un personaggio.
L’importanza di questo intonaco dipinto ha reso necessario l’intervento dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Le pitture del Tumulo della Regina sembrerebbero realizzate secondo la più antica tecnica pittorica ricordata dalla storiografia artistica (in particolare da Plinio il Vecchio), "inventata" da maestri greci fra l'VIII e il VII secolo a.C.

Se il prosieguo degli scavi confermerà, come sembra, la datazione dei decori (decenni attorno alla metà del VII secolo a.C.), si tratterebbe della più antica manifestazione di pittura funeraria tarquiniese, realizzata peraltro in un ambiente aperto, destinato perciò ai vivi, dominato da una larga scalinata profondamente scavata nella roccia e destinata – come una tribuna – ad accogliere i partecipanti alle esequie e alle successive cerimonie.

La nuova testimonianza rialzerebbe così di qualche decennio le prime esperienze pittoriche del centro etrusco, noto nel mondo proprio per le sue tombe dipinte.
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Re: Arkroloja etrusca

Messaggioda Berto » sab gen 10, 2015 9:14 am

TROVATA AD ORVIETO LA TESTA DEL DIO DEGLI ETRUSCHI

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http://www.antikitera.net/news.asp?id=13484&T=2

Trovata la testa del Dio degli Etruschi, Voltumna, il capo delle divinità dell'antico popolo. Nuovi eccezionali ritrovamenti archeologici a Orvieto nell'area del Fanum Voltumnae, il grande e mitico santuario federale degli Etruschi risalente al VI secolo avanti Cristo. Alla luce anche il tempio principale e la strada sacra. Ne da notizia la direttrice degli scavi, l'archeologa Simonetta Stopponi dell'Università di Perugia, alla vigilia della conferenza che terrà domani a Carmignano (Prato) nell'ambito del ciclo sui "Grandi santuari del mondo antico" (ore 21, palazzo Comunale) organizzato dal Museo etrusco di Artimino.

Insieme a un tempio di grandi dimensioni, probabilmente il principale del Fanum, è venuta alla luce una splendida testa maschile in terracotta in origine policroma, a grandezza naturale e su base dello stesso materiale, che secondo i primi accertamenti potrebbe identificarsi proprio con Voltumna, divinità suprema del pantheon etrusco. Scoperto inoltre un tratto della via sacra che conduceva al tempio. "La testa è molto bella e ben conservata - spiega la professoressa Stopponi - Un ritrovamento importante così come quello del tempio che misura 12 metri per 18. Finora non sono state rintracciate iscrizioni, ma stiamo ancora scavando e contiamo di trovare presto altro eccellente materiale. Sarà invece problematico far riaffiorare l'intera strada sacra. Sul percorso si trova infatti una villa privata la cui costruzione ha certo compromesso l'integrità della zona".

Il Fanum Voltumnae si trova come noto in località Campo della Fiera, l'area pianeggiante a ovest del pianoro di tufo su cui sorge Orvieto. Il nome deriva dall'essere stata sede di fiere e mercati periodici per secoli, epoca romana compresa, fino al 1384, l'anno della micidiale peste nera che spopolò città e campagne. Nel 1876 i primi scavi archeologici restituirono resti di strutture murarie in tufo e furono recuperate pregevoli terrecotte architettoniche oggi al Pergamon Museum di Berlino. Nel Duemila le indagini sono riprese anche sulla spinta di studi più recenti secondo i quali il mitico Fanum Voltumnae, massimo santuario del popolo etrusco, doveva trovarsi proprio a Campo della Fiera.

Inutilmente cercato fin dal Quattrocento, il Fanum era il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle dodici città etrusche. Lo storico romano Tito Livio ricorda appunto che nell'occasione, alle cerimonie religiose si accompagnavano fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni. Doveva trattarsi perciò di un'area molto vasta, capace di ospitare tutte le delegazioni e accogliere così tante manifestazioni diverse. Le ultime scoperte nell'area archeologica non si limitano tuttavia al periodo etrusco. In queste settimane, ricorda la professoressa Stopponi che in conferenza fornirà ampi dettagli, sono state scoperte le vestigia di un enorme edificio, lungo circa 30 metri, probabilmente il refettorio con relativo chiostro della chiesa medievale di San Pietro in Vetere. Gli scavi in Campo della Fiera sono a cura dell'Università di Perugia su concessione ministeriale e vengono finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
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