Trumusjatis-Tribusjatis

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Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 11:21 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 12:23 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 12:23 pm

Ecate ??? (deonemo no atestà) e le voxi atestà Trumusjatis ke se alterna co Tribusjatis ???

no ghè testemognanse en lengoa venetega e gnanca de figure, manco ke manco scriti en lenga grega o latina de li ani veneto-romani ke li nòme (li faça el nome o ke li noma/nomena; el nóme xe naltro moto) sta devenetà.

Xane Batista Frescura (veneto cadorin)
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Frescura

Giovanni Battista Frescura è stato definito giustamente lo Schliemann cadorino, come lui, archeologo autodidatta con la passione per il mondo antico, influenzato tra l'altro dagli studi del Ciani e di Giovanni Fabbiani, localizzò, tra il 1949 ed il 1952, a Lagole (Calalzo di Cadore) uno dei santuari preromani (veneti e no preromani) più suggestivi del Veneto e di tutto l'arco alpino. L'importanza della stazione paleoveneta cadorina viene ad eguagliare, anche per il numero delle epigrafi e per l'ampiezza di materiali linguistici, la stipe atestina del fondo Baratela.
Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una stipe votiva con abbondante materiale figurativo ed epigrafico; infatti, sono state rinvenute numerose statuine, pregiate lamine in bronzo (anche di notevoli dimensioni), una gran quantità di simpuli votivi, nonché armi, spade e lance costituendo uno dei più cospicui nuclei di iscrizioni votive venetiche.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -312-c.jpg

La divinità venerata costituisce tuttora un problema non risolto con certezza, si tratta di una divinità "trina", "tricipite", "trimorfa" probabilmente una Ecate (???).
Essa è espressa dall'attributo Trumusjatis che si alterna con Tribusjatis.

È comunque sicuro che in epoca romana vi subentra un Apollo iatrico (guaritore) parallelamente al Beleno carnico.

Fu una scoperta eccezionale, che ebbe notevole risonanza e mobilitò i più illustri studiosi italiani ed internazionali.



http://it.wikipedia.org/wiki/Ecate

Ecate è una dea della religione greca e romana (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē), ma di origine pre-indoeuropea.
Ecate era una divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli dei ed il regno dei Morti. Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti (la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva da Ecate la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei).
Dea degli incantesimi e degli spettri, Ecate è raffigurata come triplice (giovane, adulta/madre e vecchia), ed il numero Tre la rappresenta; le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti (Ecate Enodia o Ecate Trioditis).
Le sue figlie erano chiamate Empuse.

Le sue origini sono poco note: Esiodo la ritiene figlia del titano Perse e di Asteria, e quindi è discendente diretta della stirpe titanica. Ma un'altra tradizione la riconosce come la figlia di Zeus e di una figlia di Eolo, chiamata Ferea.
Fu Ecate a sentire le grida disperate di Persefone, rapita da Ade presso il Lago Pergusa e portata negli Inferi, e fu sempre lei ad avvertire Demetra di quanto era accaduto.
Ecate veniva anche associata in alcuni casi ai cicli lunari, insieme ad altre divinità come Diana o Artemide (la luna crescente), e Selene/Luna (la luna piena), a simboleggiare la luna calante.

Nell'iconografia Ecate viene rappresentata spesso con tre corpi o con sembianze di cane o, accompagnata da cani infernali ululanti in quanto veniva considerata protettrice dei cani. Un altro animale sacro a tale divinità era la colomba.
La natura di Ecate è bi-sessuata, in quanto possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.

Hecate, Hekate (Hekátē), o Hekat fu in origine una dea delle terre selvagge e del parto proveniente dalla Tracia, o dai cariani dell'Anatolia. I culti popolari che la veneravano come una dea madre inserirono la sua persona nella cultura greca come Ἑκάτη. Nell'Alessandria tolemaica essa in ultima analisi ottenne le sue connotazioni di dea della stregoneria e il suo ruolo di 'Regina degli Spettri', in queste vesti fu poi trasmessa alla cultura post-rinascimentale. Oggi è vista spesso come una dea delle arti magiche e della Stregoneria. È inoltre l'equivalente della Trivia romana. Il più noto santuario dedicato ad Ecate si trova a Lagina, in Turchia sudoccidentale.

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http://de.wikipedia.org/wiki/Hekate

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... BM_G17.jpg

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... ich_60.jpg

Ihre Beinamen waren unter anderen:

Atropaia (das Böse Fernhaltende)
Chtonia (von der Erde)
Enodia (die am Wege)
Kleidukos (Schlüsseltragende)
Kourotrophos (Pflegerin)
Melana (die Schwarze)
Ourania (Himmlische)
Perseis (Licht)
Phosphoros (Lichtbringer)
Propolos (Führer)
Propylaia (Torhüterin)
Skotia (die des dunklen Ortes)
Soteira (Erlöserin, Heilerin)
Triformis (Dreifaltige)
Trioditis bzw. Trivia (Dreiwege)

Cfr. co:

Heket (Heqet, Heget, Hegit, Heqat)
http://it.wikipedia.org/wiki/Heket
Heket (o anche Heqet) era una divinità egizia dea della fertilità e della rigenerazione, la cui principale sede di culto era ad Hur nel Medio Egitto ed Abydos.

Immagine
http://3.bp.blogspot.com/-i_QQtd3_7T4/U ... /Heqet.jpg

???

Hekat
http://it.wikipedia.org/wiki/Scettri_egizi
Bastone di forma corta con un'estremità arcuata, decorato a bande blu, indicava il potere della sovranità e come tale era ad uso del sovrano o di chi comunque detenesse un potere come alti ufficiali.
In origine era il lungo bastone per i pastori e divenne successivamente il simbolo di una civiltà basata principalmente sull'allevamento e l'agricoltura.
Era considerato oggetto sacro già nei Testi delle Piramidi e compare nell'iconografia per la prima volta a Busiris, tra le mani del dio Andjety o Anzti e ad Abydos nella tomba U547 del periodo Naqada II. Lo scettro hekat più antico è stato ritrovato nella tomba di U-j sempre ad Abydos ed era fatto in avorio.


Cureti, kouretes, kuritu, kuru, kerethi, ... (saçerdos e protetori de łi putini, defensori armà de asta, cfr. łi astati romani)

http://it.wikipedia.org/wiki/Cureti
I Cureti erano un gruppo di divinità minori della religione greca, facente parte del corteggio di Rea, moglie di Crono. Furono più volte identificati con i Coribanti.
Indicati come popolo dell'Etolia nel IX libro dell'Iliade di Omero, sono più spesso collegati al mito della nascita di Zeus: la madre Rea, al momento di partorirlo, per paura che anche l'ultimo dei suoi figli potesse essere inghiottito da Crono, fuggì a Creta; qui trovò i Cureti, cacciati dalla loro terra, l'Eubea, dal padre e approdati su quest'isola insieme alla madre Calcide. Quando Rea partorisce Zeus, essi sono pronti a proteggere il bambino dalla famelicità di Crono. Le loro danze e il frastuono delle armi battute contro gli scudi riescono a nascondere i vagiti del piccolo Zeus.


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/257.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/258.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/259.jpg
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 12:25 pm

Come ke no se gà da tratar ła łengoa venetega

viewtopic.php?f=170&t=887


??? Trimusiat o Tribusiat ???

http://www.europaveneta.org/areacultura ... gione.html

La religione dei veneti antichi ed il santuario di Làgole - Il culto per i veneti - La dea Reitia

Secondo l'opinione di illustri ricercatori (R. Battaglia, G. Fogolari, L. Capuis, ecc.) i Veneti possedevano una forte religiosità, testimoniata nella Venetia adriatica dai numerosi luoghi di culto che sorgevano in tutta la nazione e dalle migliaia di materiali raccolti nelle stipi votive. In Europa solo gli Etruschi e forse i Celti hanno lasciato così tanti reperti a carattere religioso.

La religione dei Veneti antichi era semplice, ma non di immediata comprensione per noi uomini moderni; per quanto ci è dato di sapere dalle iscrizioni epigrafiche venetiche e dal materiale sopra ricordato era molto legata alla natura. Usando una terminologia impropria, possiamo dire che l'anima dopo la morte, se andava nel van - una specie di paradiso - poteva entrare in un perfetto equilibrio con il cosmo, unita all'assoluto.

A differenza della religione greca, egiziana, latina ecc., i Veneti non possedevano un pànteon di divinità complesso e gerachizzato. Gli dei nazionali erano:
- la dea madre, dea lunare, della terra, sanante, che prendeva il nome della nazione veneta ove veniva venerata, per esempio Retia nella Rezia, Noreia nel Norico, Histria in Istria e Reitia nella Venetia adriatica.
La dea Reitia aveva la stessa importanza della divinità maschile, come la donna nella società venetica nei confronti dell'uomo;
- il dio padre, divinità solare, sanante, che venne sincretizzato dalla cultura classica in Apollo, Diomede e Belenus-Augusto. E per ora fermiamoci qui, in quanto l'argomento verrà ripreso più avanti.

I santuari

I santuari dei Veneti antichi - in base all'ideologia venetica del culto - non prevedevano la costruzione di strutture monumentali ed essendo luoghi di incontro comunitario venivano fondati vicino alle vie di transito, generalmente circondati da boschi sacri. Essi erano costituiti da un'area molto vasta che doveva presentare dei requisiti precisi per le tante funzioni di culto; l'area veniva scelta dalla comunità e poi delimitata da cippi terminali spesso iscritti in venetico o da mura.
I santuari - spesso in stretto rapporto con l'acqua - si trovavano lungo i fiumi, ad esempio ad Este, a Padova, a Vicenza, ecc., sui laghetti di acque termali a S. Pietro Montagnon sui Colli Euganei, a Fimon sui Berici, ecc., sulla laguna ad Altino, o in prossimità di fonti o di sorgenti a Làgole. Resti di una struttura in legno, si pensa ad un piccolo tempio, sono riemersi al centro del Lago di S. Pietro Montagnon e al centro di laghetti in Lusazia.
I santuari dei nostri progenitori venuti alla luce in anni di scavo presentano delle specificità che fanno pensare a diverse "specializzazioni", per esempio ad Este in quello del fondo Baratella e a Vicenza funzionavano dei centri scrittori, dove i sacerdoti e le sacerdotesse insegnavano l'arte sacra della scrittura.

Il santuario di Làgole - Il dio Belenus

Uno dei principali santuari dei Veneti antichi è quello di Làgole, situato sul versante occidentale della valle della Piave, nel mezzo del primo ampio allargamento vallivo venendo dalla pianura.
Il suggestivo paesaggio montano di Làgole, ricco di acque sotterranee che emergono in polle e laghetti, contribuiva a creare un'atmosfera magico religiosa. Gli effetti positivi per lo spirito erano accompagnati a quelli per il corpo, avendo le acque minerali notevoli proprietà curative, attribuite alla divinità. Il santuario conobbe una frequentazione ininterrotta almeno dal IV sec. a.c. al IV d.c. ed i ritrovamenti sono costituiti da numerosi bronzetti di offerenti, guerrieri con lancia o con elmo e spada, laminette rettangolari, vari tipi di armi (elmi, spade, cuspidi di lancia, pugnali e lame di ferro), oggetti di uso comune quali fibule (spille), ganci, pendaglietti, ancorette, alari, spiedi, coltelli di ferro.
A Làgole sono stati rinvenuti in gran quantità dei simpuli, una specie di mestoli di bronzo dai lunghi manici utilizzati dai devoti per il rito della libagione.
Il rituale consisteva nel bere l'acqua delle fonti con il mestolo e versarne un po' sulla terra; il simpulo veniva poi spezzato, staccando la coppetta dal manico per impedire il suo riutilizzo e gettato sui pendii, in aree sacre. Sul manico del simpulo era incisa un'iscrizione in lingua venetica dedicata alla divinità. Oggetti simili sono stati rinvenuti anche in altri luoghi dove si trovavano sorgenti di acque termominerali: a Valle di Cadore, a San Maurizio e a Pervalle vicino a Valdaora (Bolzano), tutti probabili siti di culto.
Oltre ai riti individuali si praticavano processioni e cerimonie collettive con il sacrificio d'animali, che venivano successivamente bruciati su grandi fuochi, a ciò seguiva un banchetto sacro. A Làgole sono stati recuperati numerosi spiedi di ferro, carboni, bronzetti deformati e semifusi, oltre duemila caviglie e mandibole di giovani montoni.
La fama del santuario raggiunse nell'antichità tutta l'area nordorientale adriatica (Veneto, Trentino, Sud Tirolo, Friuli, Istria e Lombardia orientale), quell'alpina e centro europea. Essendo assai vicino allo spartiacque alpino - situato in un percorso di raccordo tra l'area nordeuropea, quell'orientale e quella adriatica - era facilmente raggiungibile da pellegrini che abitavano località anche molto lontane.

Làgole fungeva pure da sede di diffusione culturale, di produzione artistico-votiva - per merito dei "maestri" scrittori delle sacre dediche (sacerdoti-artigiani) - di ritrovo per artigiani metallurgici e per pastori, militari e mercanti.

Ma, qual'era la divinità sanante venerata a Làgole?

Nelle iscrizioni che appaiono sugli oggetti votivi in bronzo, in particolare sui simpuli e sulle laminette ex-voto viene indicata con il nome arcano di Trimusiat o Tribusiat. Nella radice tr è evidente un riferimento al numero tre; a rafforzare questo mistero fu scoperta di una laminetta votiva piuttosto rovinata, con incise tre testine umane. Studiosi da tutta Europa tentarono invano di risolvere la questione.

In una prima fase si pensò alla greca Ecate, ipotesi abbandonata poiché il santuario ha una connotazione maschile; sono maschili gli ex-voto, i dedicanti, e l'interpretazione romana che parla di culto di Apollo.
Il noto glottologo sloveno Matej Bor fu il primo a decifrare in modo soddisfacente un gran numero di iscrizioni venetiche, con l'aiuto della lingua slovena e di antiche lingue slave, molto simili al venetico; Trimuzjat in sloveno significa tre uomini, Tribuziat tre divinità. ???

Nel pànteon dei Veneti si trovava, secondo lo studioso J. Savli, anche la divinità dell'universo, una trinità che simboleggiava il cielo, la terra e gli inferi. Essa era di solito immaginata e disegnata con tre teste come nel più antico simbolo dell'universo, la grande montagna - axis mundi - la quale nelle credenze popolari collegava la terra ed il cielo. Le tracce di questa tradizione si sono conservate sino ad oggi nella toponomastica delle Alpi, dove alcune montagne - senza avere tre cime - portano nomi triadici. Ad esempio: Pizzo dei Tre Signori (2554 m) a nord di Bergamo, Dreiherm Spize (3499 m) sulla frontiera italo-austriaca nel Tirolo, il Triglav (2864 m), la cima più alta della Slovenia. Altro dato di grande valore simbolico è che a Làgole esistono tre laghetti salutari.
I fedeli andavano, quindi, in pellegrinaggio fra le montagne cadorine ove si venerava la divinità dell'universo, per guarire o per mantenersi in salute. Vediamo adesso la traduzione di alcune iscrizioni venetiche di Làgole eseguita da Matej Bor: "Il reumatismo è una cosa seria, vai perciò in pellegrinaggio a Trumuzijata che ti farà guarire"; "Visto che hai forti dolori reumatici recati dai Tre divini"; "Quando i reumatismi ti perseguitano recati in pellegrinaggio a Trumuskatei con un dono"; "Vieni pure qui (a Làgole) ma porta un dono alla Splendida (divinità)"; "Per quanti dolori tu possa avere porta un dono a Tromozje".

L'acqua di Làgole non rappresentava una fonte medicinale solo per la gente, ma anche per l'amato cavallo; per lui i Veneti chiedevano l'intercessione di Tribusiat con iscrizioni su lamine di bronzo rettangolari incise a sbalzo, di gran valore artistico. Lungo il perimetro di una delle lamine più famose è raffigurato un cavallo scalpitante con incisa la frase:

"Quando l'avrai domato recati da Tromozje con un dono" ???.

In altre analoghe laminette gli studiosi sloveni hanno trovato le seguenti raccomandazioni:
"Quando il puledro soffre di reumatismo vai da sajnata Trumuzijat e il cavallo verrà guarito" ???;

"Le cavalle che stai portando ad accoppiarsi soffrono di reumatismi, portale in pellegrinaggio dalla splendida sanatei Tromozijat ???.

Mariarosaria Stellin e Fabio Bortoli
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 1:12 pm

Forse el santoaro de Calalso el jera speçalixà e conosesto par le predision/previxion sol diman e le voxi venetego-cadorine trumusjatis ke se alterna co Tribusjatis le xe ligà a l’oracolo o a la so arte majega:

La prima parte de trumusjatis la podareia esar na voxe de sta fameja d’ara jermanega, da verefegar

trumu-

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3/6391.jpg



Oracolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Oracolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Oracolo_di_Delfi
http://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_ ... _santuario
http://it.wikipedia.org/wiki/Dodona
I sacerdoti e le sacerdotesse interpretavano il fruscio delle foglie di quercia (o di faggio) per predire il futuro e assicurare la benevolenza delle divinità. I Selli, gli abitanti di Dodona, erano invece incaricati di custodire l'oracolo e i suoi beni.
...
Ecco come Erodoto ci racconta di ciò che gli fu riferito dalle sacerdotesse stesse, chiamate peleiades ("colombe"), a Dodona:
«Due colombe nere vennero volando da Tebe in Egitto, una in Libia e una a Dodona; Quest'ultima si sistemò su una quercia e da lassù, parlando il linguaggio umano, dichiarò che il luogo di divinazione per Zeus dovesse essere lì; il popolo di Dodona capì che il messaggio era di natura divina, e stabilì quindi l'oracolo. La colomba che andò in Libia disse ai libici di dedicarsi all'oracolo di Amon; anch'esso infatti è sacro a Zeus. Questa è la storia raccontata dalle sacerdotesse di Dodona, la più anziana delle quali era Promeneia, poi veniva Timarete e la più giovane era Nicandra; il resto dei servi al tempio di Dodona ritenevano questa storia vera.»

Sibilla Cumana
http://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_cumana

La Sibilla Cumana (gr. Σίβυλλα, lat. Sibylla), sacerdotessa di Apollo, è una delle più importanti Sibille, figure profetiche delle religioni greca e romana.
Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo (divinità solare ellenica) e di Ecate (antica dea lunare pre-ellenica), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d'Averno, in una caverna conosciuta come l'"Antro della Sibilla" dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell'antro, rendendo i vaticini "sibillini".
La sua importanza era nel mondo italico pari a quella del celebre oracolo di Apollo di Delfi in Grecia.

Tali Sibille erano giovani vergini (ma spesso figurate come decrepite per l'antichità del lignaggio), che svolgevano attività mantica in uno stato di trance (furor). L'etimologia e l'origine dell'appellativo è sconosciuta.

Alcuni nomi che ci sono rimasti delle Sibille cumane sono: Amaltea, Demofila ed Appenninica (di cui abbiamo testimonianza in Licofrone e in Eraclito). Nel libro VI dell'Eneide, Virgilio, che la rappresenta "vegliarda" la chiama «Deifobe di Glauco» e «Amphrysia», appellativo originato dal fiume tessalo Amfriso, presso il quale Apollo custodì il gregge di Admeto. Nel poema la Sibilla Cumana ha la doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell'oltretomba e la presentazione dell'oracolo è accompagnata dal cupo ritratto dei luoghi in cui vive e che formano un tutt'uno a suggerire un'immagine di paura ma allo stesso tempo di mistero.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 1:40 pm

La seconda parte de trumusjatis la podaria esar na voxe de staltra fameja d’ara jermanega, da verefegar

-sjatis


Da: Le origini delle lingue europee, del glottologo Mario Alinei Volume II
Preistoria linguistica germanica
Capitolo XI
Immagine

...
1) Come abbiamo visto in ORI, il nome della «magia, incantesimo» risale alla radice PIE *sēi- ecc. «legare» [IEW 891-892], che Devoto aveva illustrato alla luce della ricca documentazione sulle pratiche di «legatura» magica ancora in uso nell’Europa tradizionale [HWDA s.v. Band; cfr. Devoto 1962, 239]. Nella TC, tuttavia, questo significato magico della radice non può risalire al PIE, in quanto appare esclusivamente nell’area celto-germanica: antico irlandese siabair «fantasma, spirito», siabarid «incantato, stregato», antroponimo Find abair = gallese Gwen-hwyfar «Ginevra», letteralmente «spirito bianco», antico irlandese soib «ingannevole», letteralmente «mаgico», gallese e bretone hud «magia», antico cornico hudol «stregone», germanico *saitha- «magia», teonimo (dativo plurale) Saitchamimi(s) < *Saithamjoz «chi può cambiare forma per magia», antico islandese seið «magia», sida «incantare stregare», anglosassone -siden «magia»; anglosassone ælf siden (lett. «magia di elfo» > «febbre») [da ANEW s.v. seiðr].

2) In un contesto di caccia, che la documentazione archeologica dimostra avere ancora un ruolo centrale in questo periodo, Germani e Celti utilizzano la radice PIE ??? *sek(w)- «seguire» [IEW 896], per motivare una delle più importanti funzioni umane, quella del «vedere»: gotico saihan, antico islandese, islandese, feringio sjá, norvegese sjaa, svedese e danese se, antico sassone e antico alto tedesco, sehan, tedesco seben, nederlandese zien, aglosassone sēon, inglese see, antico irlandese ēcosch «vista», inchosig (3a sg.) (< *ind-com-sech) «indica» [Buck 15.51; ANEW s.v sjá].
...
9) Indipendentemente dal problema della sua etimologia ultima, il nome dello «spirito» stacca il Germanico dagli altri gruppi: gotico saiwala, antico islandese islandese feringio sál, danese śjæl, svedese själ, anglosassone sāwel, medio inglese soule, inglese soul, nederlandese ziel, antico alto tedesco sēla, medio alto tedesco sēle, tedesco Seele [Buck 16.11].


Sibilla Cumana
http://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_cumana
Tali Sibille erano giovani vergini (ma spesso figurate come decrepite per l'antichità del lignaggio), che svolgevano attività mantica in uno stato di trance (furor). L'etimologia e l'origine dell'appellativo è sconosciuta. ???

Cfr. co ła voxe:

Sibilla, Sibylla, Σίβυλλα
http://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_(mitologia)
La Sibilla (in latino Sibylla; greco Σίβυλλα) è una figura esistita storicamente, ma presente nella mitologia greca e in quella romana. Le sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente.
Le sibille del mondo antico erano leggendarie profetesse, collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo: Italia (Cuma), Africa, Grecia (Delfi), Asia Minore. Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica, rappresentanti altrettanti gruppi: ioniche, italiche ed orientali. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi.
Dal II secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alle attese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delle veggenti pagane lontani preannunci dell'avvento di Gesù Cristo e del suo atteso ritorno finale.
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 1:42 pm

Sibilla, Sibylla, Σίβυλλα
http://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_(mitologia)
...
Tali Sibille erano giovani vergini (ma spesso figurate come decrepite per l'antichità del lignaggio), che svolgevano attività mantica in uno stato di trance (furor).
L'etimologia e l'origine dell'appellativo è sconosciuta. ???

http://www.etimo.it/?term=sibilla
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ibilla.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 64-265.jpg


Cfr.co:

Da: Le origini delle lingue europee, del glottologo Mario Alinei Volume II
Preistoria linguistica germanica
Capitolo XI
Immagine

...
1) Come abbiamo visto in ORI, il nome della «magia, incantesimo» risale alla radice PIE *sēi- ecc. «legare» [IEW 891-892], che Devoto aveva illustrato alla luce della ricca documentazione sulle pratiche di «legatura» magica ancora in uso nell’Europa tradizionale [HWDA s.v. Band; cfr. Devoto 1962, 239]. Nella TC, tuttavia, questo significato magico della radice non può risalire al PIE, in quanto appare esclusivamente nell’area celto-germanica: antico irlandese siabair «fantasma, spirito», siabarid «incantato, stregato», antroponimo Find abair = gallese Gwen-hwyfar «Ginevra», letteralmente «spirito bianco», antico irlandese soib «ingannevole», letteralmente «mаgico», gallese e bretone hud «magia», antico cornico hudol «stregone», germanico *saitha- «magia», teonimo (dativo plurale) Saitchamimi(s) < *Saithamjoz «chi può cambiare forma per magia», antico islandese seið «magia», sida «incantare stregare», anglosassone -siden «magia»; anglosassone ælf siden (lett. «magia di elfo» > «febbre») [da ANEW s.v. seiðr].

2) In un contesto di caccia, che la documentazione archeologica dimostra avere ancora un ruolo centrale in questo periodo, Germani e Celti utilizzano la radice PIE ??? *sek(w)- «seguire» [IEW 896], per motivare una delle più importanti funzioni umane, quella del «vedere»: gotico saihan, antico islandese, islandese, feringio sjá, norvegese sjaa, svedese e danese se, antico sassone e antico alto tedesco, sehan, tedesco seben, nederlandese zien, aglosassone sēon, inglese see, antico irlandese ēcosch «vista», inchosig (3a sg.) (< *ind-com-sech) «indica» [Buck 15.51; ANEW s.v sjá].
...
9) Indipendentemente dal problema della sua etimologia ultima, il nome dello «spirito» stacca il Germanico dagli altri gruppi: gotico saiwala, antico islandese islandese feringio sál, danese śjæl, svedese själ, anglosassone sāwel, medio inglese soule, inglese soul, nederlandese ziel, antico alto tedesco sēla, medio alto tedesco sēle, tedesco Seele [Buck 16.11].
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 6:04 pm

Traumdeutung
http://de.wikipedia.org/wiki/Traumdeutung
Traumdeutung bzw. Oneirologie (von griech. ὄνειρος (oneiros), „der Traum“) bezeichnet jene Tätigkeiten und weltanschaulichen Konzepte, die hinter den im Traum erlebten Bildern, Handlungen und Gefühlen jeweils eine bestimmte, meist wichtige symbolische Botschaft vermuten und versuchen, sie methodisch zu deuten. In der Antike wurde den Träumen eine göttliche oder dämonische Quelle zugeschrieben, die dem Menschen auf diesem Wege eine Botschaft übermittelte oder in Versuchung geführt haben soll, eine volkstümliche Auffassung, die auch die Grundlage der Oneiromantie bildet und von alttestamentlichen Traumdeutern wie Daniel praktiziert wurde. Seit dem Zeitalter der Aufklärung wird der Charakter des Traums als Überbringer von Botschaften philosophisch bezweifelt.

Traum (sogno) (vecio a. todesco troum)
http://de.wikipedia.org/wiki/Traum
http://it.wikipedia.org/wiki/Sogno

http://fr.wikipedia.org/wiki/Interpr%C3 ... r%C3%AAves
http://fr.wikipedia.org/wiki/R%C3%AAve

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3/6391.jpg


Immagine
Le Rêve de Dickens (Dickens' Dream) tableau inachevé de Robert William Buss (1804-1875) - Musée Charles Dickens de Londres


Sognomansia o Oniromanzia
http://it.wikipedia.org/wiki/Oniromanzia
Nella forma più semplice il consultante, a titolo personale, si rivolge all'interprete (generalmente una figura istituzionalizzata, per esempio lo sciamano) allo scopo di farsi rivelare eventuali messaggi nascosti in un sogno che il consultante stesso ha fatto. L'interprete analizza il contenuto simbolico del sogno e ne svela il messaggio sulla base delle proprie conoscenze ed esperienze, che generalmente sono rivelazioni soprannaturali tramandate in modo tradizionale oppure facenti parte della conoscenza esoterica del gruppo sociale a cui l'interprete appartiene, per esempio la casta sacerdotale.
Nelle forme più complesse e istituzionalizzate l'interprete analizza anche le circostanze in cui si è verificato il sogno, per esempio il luogo, la data, l'ora, in quanto solamente alcuni tempi, luoghi eccetera sono considerati portatori di presagi in sogno, mentre altre condizioni non sono considerate favorevoli e semplicemente l'interprete in questi casi non dà alcuna interpretazione, in quanto il sogno è considerato normale.
Presso alcune culture è presente anche il rito dell'incubazione, ossia la pratica di dormire in un luogo sacro, che può avere due valenze diverse: presso alcune culture è il consultante che dorme nel luogo sacro e racconta all'interprete, generalmente un sacerdote, il sogno che ha avuto per farselo interpretare; presso altre culture è il sacerdote stesso che si reca nel luogo sacro e sogna, consegnando poi l'interpretazione del sogno al consultante.

Encoubasion
http://it.wikipedia.org/wiki/Incubazione_(rito)
L' incubazione è una pratica magico-religiosa che consiste nel dormire in un'area sacra allo scopo di sperimentare in sogno rivelazioni sul futuro (oniromanzia) oppure di ricevere cure o benedizioni di vario tipo.
Rituali di incubazione si conoscono già in epoca sumerica. Questa pratica richiedeva che un sognatore scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte sognando e andasse da un interprete a raccontare il sogno, che di solito rivelava una profezia.
Nell'antica Grecia, l'incubazione veniva praticata dai membri del culto di Asclepio e le offerte votive ritrovate nei suoi centri di culto ad Epidauro, Pergamo e Roma attestano l'efficacia del rito.
L'incubazione venne adottata da certe sette cristiane ed è tuttora in uso in pochi monasteri greci.
In Nordafrica la pratica dell'incubazione, estremamente antica (è segnalata già da Erodoto), è tuttora molto vivace. Essa si pratica soprattutto presso le sepolture dei famigliari o di qualche santo o marabutto. Il termine che la designa più di frequente è asensi (dal verbo ens "passare la notte").

Enkoimesis (grego ἐγκοίμησις)
http://de.wikipedia.org/wiki/Enkoimesis
Ki se cata na lista de Santoari endoe ca se partegava/prategava la encubasion: kisà se la se fea anca a Lagole o da le so bande ?

Sognomansia o Oniromanzia
http://en.wikipedia.org/wiki/Oneiromancy

Artemidoro di Daldi
http://it.wikipedia.org/wiki/Artemidoro_di_Daldi
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » sab giu 07, 2014 6:40 pm

Musi (Muxi)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3/6391.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rion-1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/m-2.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/m-3.jpg

Museo (Muxeo)
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_(autore_mitico)

Museo è un personaggio leggendario associato ad Orfeo.
A seconda delle fonti è figlio di Orfeo oppure discepolo di questo e figlio di Selene; la mitologia narra sia stato cresciuto dalle Ninfe. Non vi è una tradizione coerente neppure sulla provenienza: sarebbe di Atene o trace o nato ad Eleusi. L’associazione ad Eleusi è attestata anche in altri modi: secondo alcuni autori avrebbe presieduto ai misteri eleusini, mentre secondo altri sarebbe stato suo figlio Eumolpo (presentato più spesso come figlio di Poseidone) ad istituirli.
A Museo, poeta e divinatore, la tradizione attribuisce oracoli, inni, una Titanomachia, un Inno a Demetra, una Eumolpia, un libro Sui Trespoti e l'introduzione dell'Attica dei misteri d'Eleusi. Delle opere attribuitegli si sono conservati pochi frammenti poetici di argomento teogonico e mitologico.
Secondo Giorgio Colli la figura di Museo potrebbe essersi originata isolando gli elementi apollinei della figura dominante di Orfeo, che si sarebbe così caratterizzata più compiutamente in senso dionisiaco.
Nell'Eneide di Virgilio Enea e la Sibilla incontrano Museo nei Campi Elisi, tra gli spiriti beati più degni, "che svetta con ampie spalle" (VI, 660-678). E sarà lui, su richiesta della Sibilla, a guidarli verso il sentiero che li condurrà ad Anchise. Museo spiega loro anche la non stabile sede delle anime del luogo (nulli certa domus), e la loro collocazione sparsa tra ameni e confortevoli luoghi naturali (...lucis habitamus opacis / riparumque toros et prata recentia rivis / incolimus).

Musaeus of Athens (Greek: Μουσαῖος, Mousaios)
http://en.wikipedia.org/wiki/Musaeus_of_Athens


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Cfr. co Muse (Muxe) ???

http://it.wikipedia.org/wiki/Muse_(divinit%C3%A0)
Le Muse (in greco: Μοῦσαι, -ῶν; in latino: Mūsae, -ārum) sono divinità della religione greca, figlie di Zeus e di Mnemosýne (la "Memoria") la loro guida è Apollo. L'importanza delle muse nella religione greca era elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto" ovvero l'«eterna magnificenza del divino».
L'etimologia delle muse trova discordanze negli studiosi, alcuni di essi preferiscono non pronunciarsi, Crisippo fu uno dei primi a fornire una loro origine lessicale mentre fra le più diffuse quella che le vede legate ai monti, come «ninfe dei monti»

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/187.jpg


Fate, Moire, Parke, Norne, Matronae, Angoane
Pora Reitia Sainatei Vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtd1U/edit
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Re: Trumusjatis-Tribusjatis

Messaggioda Berto » ven giu 20, 2014 8:27 am

Cfr. co Turms ???


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /turms.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Turms
Turms è il nome etrusco del dio greco Ermes e del dio romano Mercurio. La sua effigie è stata ritrovata su numerosi specchi, bronzetti, rilievi in terracotta e monete etrusche.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ms-115.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Ermes
Ermes, Hermes (in greco antico Ἑρμῆς) è una divinità della mitologia greca e della religione greca. Svolge il ruolo di messaggero degli dèi. Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, è uno dei dodici dèi Olimpi.
I suoi simboli erano il gallo e la tartaruga ma era chiaramente riconoscibile anche per il suo borsellino, i suoi sandali e cappello alati ed il bastone da messaggero, il kerykeion.
Nella mitologia romana il corrispondente di Hermes fu Mercurio che, sebbene fosse un dio di derivazione etrusca, possedeva molte caratteristiche simili a lui, come essere il dio dei commerci.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/216.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 03/217.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hermes.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rmes-2.jpg

Egetora, aimo, eik, goltanos, louderobos
Mego dona.s.to a.i./nate.i. re.i.tiia.i. pora.i. / e.getora. r.i.mo.i. ke lo/.u.derobos
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RwUkU/edit
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