Matronae
Inviato: dom dic 08, 2013 10:16 am
Matronae
viewtopic.php?f=87&t=153
1) matro.n.kvonio.a.to oppure matro.n.kvoso.a.to
2) tr.a.---on.ot[-]
Anna Marinetti
Culti e divinità dei Veneti antichi:
novità dalle iscrizioni
1. Premessa
...
2. I nuovi dati dalle iscrizioni
2.1. Asolo
Nel corso di ricerche attinenti al teatro della romana (d’epoca romana) Acelum sono emerse testimonianze della fase preromana, già indiziata da precedenti ritrovamenti (n 10).
Il rinvenimento più significativo di tale fase è un deposito votivo, costituito da una fossa ove sono stati ritrovati, associati intenzionalmente, materiali diversi: alcune uova, quattro dramme “venetiche”, frammenti ceramici e numerose ossa di animali; proviene probabilmente dalla parte più alta del deposito un piccolo gruppo di ossi di animale con iscrizione venetica.
Il complesso è databile tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C.; è stato interpretato come manifestazione di un rituale connesso con atti di (ri)fondazione e ridefinizione di uno spazio, in probabile collegamento con la strutturazione monumentale dell’area (n11).
Gli ossicini iscritti (n 12) sono nove metatarsi di maiale; due di questi portano una iscrizione di una certa lunghezza, verosimilmente un vero e proprio testo; gli altri presentano solo lettere isolate o sigle.
L’alfabeto realizza la varietà venetica “settentrionale”, attesa nell”area.
La lettura delle iscrizioni comporta notevoli difficoltà, a causa della superficie, ridotta nello spazio, curvilinea e notevolmente danneggiata; in tre casi si tratta di segni che non hanno funzione alfabetica; altri portano le sequenze .a., vo.u. o vo.a, ?]φa, ?]tlo.
Per le due iscrizioni più lunghe si propone la seguente lettura:
1) matro.n.kvonio.a.to oppure matro.n.kvoso.a.to
2) tr.a.---on.ot[-]
Figura 1.
Asolo, area del teatro romano.
Ossi di maiale con iscrizioni.
I testi che risultano dalle letture non riflettono per nulla i moduli testuali che conosciamo dal corpus delle iscrizioni venetiche.
Non si tratta, a quanto è dato di capire, del formulario standard di iscrizioni votive o dedicatorie, come il contesto materiale porterebbe a supporre; né si riconoscono forme onomastiche (piene; se abbreviate, non rientrerebbero comunque nella normalità delle iscrizioni venetiche); non è d’altronde neppure individuabile una struttura sintattica pertinente a un formulario alternativo a quello già noto.
Ciò non deve tuttavia far dubitare dell’attribuzione linguistica, in quanto - oltre l’alfabeto (la grafia) - vi è la struttura fonologica generale di questi testi che rende indubbio il riconoscimento della lingua come venetico.
Accanto ai due testi che portano forme di lingua, come tali passibili di interpretazione, si pone il problema degli altri testi, o pseudotesti, e della loro funzione; questa dovrebbe essere, data la compresenza nel medesimo contesto, la stessa funzione dei testi più lunghi, che tuttavia viene allora realizzata in forme apparentemente del tutto diverse.
L'incompletezza e frammentarietà delle iscrizioni brevi porta a considerare per questi reperti la possibilità che rivestano una funzione prossima a quella di una classe di oggetti iscritti che vengono generalmente definiti sortes, sulla base di tale ipotesi si affaccia anche una via interpretativa per almeno uno dei testi lunghi (vedi § 3.1).
Culti e divinità dei Veneti Antichi de Anna Marinetti
https://picasaweb.google.com/1001409263 ... aMarinetti
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1) matro.n.kvonio.a.to oppure matro.n.kvoso.a.to
2) tr.a.---on.ot[-]
Anna Marinetti
Culti e divinità dei Veneti antichi:
novità dalle iscrizioni
1. Premessa
...
2. I nuovi dati dalle iscrizioni
2.1. Asolo
Nel corso di ricerche attinenti al teatro della romana (d’epoca romana) Acelum sono emerse testimonianze della fase preromana, già indiziata da precedenti ritrovamenti (n 10).
Il rinvenimento più significativo di tale fase è un deposito votivo, costituito da una fossa ove sono stati ritrovati, associati intenzionalmente, materiali diversi: alcune uova, quattro dramme “venetiche”, frammenti ceramici e numerose ossa di animali; proviene probabilmente dalla parte più alta del deposito un piccolo gruppo di ossi di animale con iscrizione venetica.
Il complesso è databile tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C.; è stato interpretato come manifestazione di un rituale connesso con atti di (ri)fondazione e ridefinizione di uno spazio, in probabile collegamento con la strutturazione monumentale dell’area (n11).
Gli ossicini iscritti (n 12) sono nove metatarsi di maiale; due di questi portano una iscrizione di una certa lunghezza, verosimilmente un vero e proprio testo; gli altri presentano solo lettere isolate o sigle.
L’alfabeto realizza la varietà venetica “settentrionale”, attesa nell”area.
La lettura delle iscrizioni comporta notevoli difficoltà, a causa della superficie, ridotta nello spazio, curvilinea e notevolmente danneggiata; in tre casi si tratta di segni che non hanno funzione alfabetica; altri portano le sequenze .a., vo.u. o vo.a, ?]φa, ?]tlo.
Per le due iscrizioni più lunghe si propone la seguente lettura:
1) matro.n.kvonio.a.to oppure matro.n.kvoso.a.to
2) tr.a.---on.ot[-]
Figura 1.
Asolo, area del teatro romano.
Ossi di maiale con iscrizioni.
I testi che risultano dalle letture non riflettono per nulla i moduli testuali che conosciamo dal corpus delle iscrizioni venetiche.
Non si tratta, a quanto è dato di capire, del formulario standard di iscrizioni votive o dedicatorie, come il contesto materiale porterebbe a supporre; né si riconoscono forme onomastiche (piene; se abbreviate, non rientrerebbero comunque nella normalità delle iscrizioni venetiche); non è d’altronde neppure individuabile una struttura sintattica pertinente a un formulario alternativo a quello già noto.
Ciò non deve tuttavia far dubitare dell’attribuzione linguistica, in quanto - oltre l’alfabeto (la grafia) - vi è la struttura fonologica generale di questi testi che rende indubbio il riconoscimento della lingua come venetico.
Accanto ai due testi che portano forme di lingua, come tali passibili di interpretazione, si pone il problema degli altri testi, o pseudotesti, e della loro funzione; questa dovrebbe essere, data la compresenza nel medesimo contesto, la stessa funzione dei testi più lunghi, che tuttavia viene allora realizzata in forme apparentemente del tutto diverse.
L'incompletezza e frammentarietà delle iscrizioni brevi porta a considerare per questi reperti la possibilità che rivestano una funzione prossima a quella di una classe di oggetti iscritti che vengono generalmente definiti sortes, sulla base di tale ipotesi si affaccia anche una via interpretativa per almeno uno dei testi lunghi (vedi § 3.1).
Culti e divinità dei Veneti Antichi de Anna Marinetti
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