Dis- e des-

Dis- e des-

Messaggioda Berto » dom dic 29, 2013 10:31 pm

Dis- e des-
viewtopic.php?f=82&t=265


Dis- e des- prefiso veneto (etimoloja)
(cofà en disperà, descantà)

corispondente a coeli talego-latin-greghi : dis-, des-, dys, dia
cfr. grego dys = sanscrito dus, - gotego tus, tuz, - irlandese do, vecio unbro dis-lera-linsust


http://www.accademiadellacrusca.it/faq/ ... &ctg_id=44

M. Ferrari chiede: «Vorrei sapere quali sono le differenze tra i prefissi dis-, de-, in-, a- e il loro uso. (es. capace-incapace, incagliato-disincagliato, normale-anormale, compresso-decompresso).

Differenze tra i prefissi dis-, de-, in- e a-

Tutti i prefissi da lei considerati si usano per attribuire alla base a cui si agganciano una valenza negativa, ma all'interno di questa categoria generica si distinguono cinque possibili tipi di relazione tra la base e la parola derivata.
Sono state identificate le relazioni di opposizione, contraddizione, contrarietà, privazione, reversione: i prefissi a-, in- e dis- possono esprimere sia valore contrario (es. normale/anormale; capace/incapace; abitato/disabitato), sia privativo (cefalo/acefalo; attivo/inattivo; attivo/disattivo).
I prefissi de- e dis- possono esprimere, oltre al valore privativo (Serianni lo definisce sottrattivo) come in deteinare, decaffeinare, derattizzare, diserbare anche quello reversativo (disincagliare, disabilitare, destabilizzare); il prefisso dis- può poi avere valore oppositivo (come ad esempio in disapprovare, disobbedire).
Si tenga presente che il prefisso de- con valore reversativo è quello usato in più del 70% dei casi fra i verbi suffissati in -izzare (destabilizzare, desemantizzare, ecc.).
La selezione del prefisso è condizionata da più fattori sia di tipo fonomorfologico sia di tipo semantico: a titolo di esempio, per quanto riguarda il significato, si può notare che i prefissi che esprimono valore reversativo selezionano verbi che descrivono azioni indicanti un processo che prevede un risultato (es. unire/disunire; stabilizzare/destabilizzare); il prefisso dis-, premesso a verbi che non hanno queste caratteristiche, assume valore oppositivo (approvare/disapprovare).

Sul versante morfologico la distribuzione dei diversi prefissi è in molti casi condizionata dalla terminazione della base stessa, anche in presenza di suffissi: oltre al caso già citato dei verbi suffissati in -izzare cui nella maggior parte dei casi si associa il prefisso de-, gli aggettivi deverbali terminanti in -to possono essere prefissati sia con dis- (disabilitato) sia con in- (impreparato), mentre quelli che terminano in -bile ammettono quasi esclusivamente il prefisso in- (immangiabile, ma non *dismangiabile) con l'eccezione di alcune forme arcaiche come disamabile o di qualche neoformazione ancora priva di attestazione nei vocabolari, ma entrata nell'uso come disattivabile e disassemblabile. Un'ultima osservazione riguarda la produttività di questi prefissi: de- con valore privativo/sottrattivo è quello che si ritrova con maggior frequenza in recenti neoformazioni e nel dizionario Neologismi quotidiani di Valeria Della Valle e Giovanni Adamo (Firenze, Leo Olschki, 2003) possiamo contare 29 nuove parole prodotte con l'aggiunta di questo prefisso; nello stesso dizionario sono invece 5 le neoformazioni col prefisso privativo a-, solo 3 i prefissati con dis-,1 con in- (inidentificato). È evidente quindi come i valori privativo e reversativo siano resi con maggiore frequenza attraverso l'aggiunta del prefisso de- più facilmente agganciabile a basi inizianti per consonante rispetto a dis-, che infatti si ritrova unito per lo più a parole che iniziano per vocale (es. disallenato).

Per approfondimenti:

• G. Adamo e V. Della Valle, Neologismi quotidiani, Firenze, Leo Olschki, 2003.
• M. Dardano e P. Trifone, La nuova grammatica della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 1997, pp. 540-545.
• M. Dardano, Manualetto di linguistica italiana, Bologna, Zanichelli, 1996, pp. 230-235.
• M. Dardano, La formazione delle parole nell’italiano di oggi, Roma, Bulzoni, 1978, in particolare pp. 133-134.
• M. Grossmann e F. Rainer, La formazione delle parole in italiano, Tübingen, Niemeyer, 2004, in particolare pp. 111-115.
• L. Serianni, Grammatica italiana, Torino, Utet Università, 1989, pp. 658-662.
A cura di Raffaella Setti
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_dei ... a_italiana

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eriani.jpg

Immagine

dis- 1,
pref. che esprime valore negativo (disonore) o indica dispersione, separazione (disgiungere, distrarre).
Pref. lat. separativo dis-, d'orig. indeur. Bibliografia: Migl. St. lin. 163, 300, 484.

dis- 2,
pref. che, spec. in parole composte del linguaggio medico, indica alterazione, anomalia, malformazione (disfunzione, distrofia).
Pref. gr. dis- significante ‘male, mancanza’. Per l'uso del prefissoide nel linguaggio medico contemporaneo V. SLeI XIII, 1996, 310-311.



Dalla versione web del Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.
http://www.etimo.it/?pag=hom
Immagine

http://www.etimo.it/?term=dis
Immagine


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... di-107.jpg


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/108.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Dis- e des-

Messaggioda Berto » dom dic 29, 2013 10:33 pm

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -latin.jpg


dis-, prefisso.
Indica la divisione (es. distraho), la separazione (es. discedo), la direzione contraria (es. discurro, diversus) e quindi il contrario, la negazione (es. displiceo, dissimilis); talora ha valore intensivo (es. discupio, disamo)
[cf. gr. diá, dís].
dis, m. e f. e dite, n., gen. ditis, agg.,
ricco; comp. ditior, sup. ditissimus: dis hostis, nemico ricco, LIV.; in diti domo, in una casa ricca, LIV.; con l'abl. o il gen.: regio auro ditissima (abbondantissima d'oro), IUST.; bonis exemplis ditior, più ricco di buoni esempi, LIV. 1 praef. 11; ditissimus agri, ricchissimo di terre, VERG. Aen. 1, 343; sost. m. pl. dites, i ricchi, SEN. Herc. Oet. 648; ditissimus quisque, tutti i più ricchi, CURT.
[cf. dives].


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/176.jpg

... vecio unbro dis-lera-linsust «irrirum fecerit»(?) ...


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... emeran.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -grego.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... dis-76.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Torna a Robe o coestion de ła nostra łengoa veneta

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron