Duki longobardihttp://it.wikipedia.org/wiki/Duca_(Longobardi)
Presso i Longobardi, il duca era colui che, all'interno del sistema sociale longobardo, rivestiva il ruolo, politico e militare, di comandante di un insieme di "famiglie militari" (la fara) ???, indipendentemente da un eventuale stanziamento territoriale.
Etimologia
Non è noto il termine proprio della lingua longobarda per indicare la figura del duca; anche le fonti storiografiche longobarde più antiche (l'anonima Origo gentis Langobardorum e la Historia Langobardorum di Paolo Diacono) sono state redatte in latino. Il termine latino dux fu adottato per designare una figura politica e militare che non aveva un esatto equivalente nel mondo classico, ridefinendo così il concetto stesso di "duca" in una forma che avrebbe poi conosciuto ulteriori sviluppi nei secoli successivi.
Storia
La figura del duca emerse tra IV e V secolo, quando il popolo germanico era stanziato tra il medio corso dell'Elba e l'attuale Boemia settentrionale. All'epoca, i Longobardi erano nomadi
(??? ma ke nomadi !!!) e organizzati in gruppi omogenei e compatti di famiglie originate dallo stesso clan gentilizio, in grado di organizzarsi in contingenti con funzioni militari: le fare. I duchi erano i capi delle fare (
???). Si trattava di guerrieri insigniti di tale incarico per i legami dinastici e per il valore militare mostrato in guerra, premiati quindi dal sovrano. Nella figura del duca longobardo si mescolavano quindi elementi militari, gentilizi, sacrali (investiti dal sovrano, partecipavano al suo "carisma"), politici, giudiziari e amministrativi. Nell'assemblea del popolo in armi ("Gairethinx") i duchi aveva un ruolo preminente, ed erano determinanti nell'elezione dello stesso re.
Una volta giunti in Italia, l'istituzione ducale assunse progressivamente un legame con il territorio, ma sempre subordinata allo status politico-militare del duca. A partire dalla prima città conquistata da Alboino nel 568, Cividale, in ogni centro urbano militarmente rilevante venne insediato un duca, con l'incarico di guidare i guerrieri longobardi stanziati nelle aree limitrofe "in fara" contro eventuali minacce nemiche. Fin da quel primo insediamento, l'istituzione ducale ebbe però un doppio carattere: da un lato il duca era comandante di un esercito, dall'altro era il capo di una frazione del popolo ("gens"), soggetto quindi alle aspettative e alle tradizioni (di gestione del potere, di attivismo militare, di spartizione delle ricchezze) del popolo stesso. Il duca era quindi una figura di investitura regia e di natura politico-militare, ma al tempo stesso anche portatrice di una concezione del potere esclusiva, quale elemento-garante di una determinata struttura sociale (quella della fara). La compresenza di questi due fattori opposti caratterizzò tutta l'esistenza del Regno longobardo, in costante tensione tra spinte centraliste del potere sovrano e spinte autonomiste dei duchi; nel corso dei secoli si assistette al passaggio da una maggior indipendenza ducale (tanto che per i dieci anni del cosiddetto Periodo dei Duchi, dal 574 al 584, governarono da sovrani assoluti nelle rispettive sedi) a una crescente affermazione del potere centrale, senza che tuttavia le spinte autonomiste fossero mai completamente arginate.
Con la caduta del Regno longobardo (774) e la conquista di gran parte della Langobardia da parte dei Franchi di Carlo Magno, la figura del duca longobardo fu sostituita da quella del conte franco; fuori dall'Impero carolingio rimase tuttavia il Ducato di Benevento, che mantenne una certa autonomia e all'interno del quale il termine "duca" assistette a un'evoluzione verso il significato di titolo nobiliare che si sarebbe imposto in seguito.
Duce romanhttp://it.wikipedia.org/wiki/Duce_(storia_romana)
Duce (storia romana)
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Dux (al plurale duces) è il termine latino che sta per condottiero o comandante militare (dal verbo ducere, cioè guidare) e può essere riferito a chiunque comandi truppe, compreso un capotribù.
Funzione
Il dux romano originariamente era l'uomo che rappresentava il senso di patria sul campo: doveva essere inflessibile di fronte al nemico, ma vicino ai propri uomini in un rapporto "pater - filius". Aveva un'alta esperienza militare, data da numerose esperienze da subordinato, ed era inserito nel cammino del cursus honorum, un percorso segnato da varie cariche della burocrazia romana che conduceva al consolato.
Nel tempo il ruolo del dux divenne più una posizione politica che militare, poiché permetteva di ingraziare con elargizioni e bottini le legioni, che costituivano un rapido mezzo per ottenere il potere. Il primo a sfruttare questa possibilità fu Giulio Cesare che, idolatrato dai suoi uomini, varcò il Rubicone per ottenere il pieno potere a Roma. Augusto, racconta Svetonio:
« Rese onore alla memoria dei massimi condottieri [romani] (ducum), quasi fossero degli dèi immortali, in quanto avevano portato l'Impero del popolo romano (imperium p.R.) da modeste origini, ad un grandissimo dominio. E così, non solo restaurò gli edifici che ogni condottiero aveva edificato, mantenendo le iscrizioni [originarie], ma nei due colonnati del suo foro collocò le statue di tutti loro, con le insegne dei trionfi conseguiti, e in un editto proclamò: aveva escogitato ciò, lui stesso mentre era in vita, affinché i principi successivi fossero costretti dai cittadini ad ispirarsi alla vita di loro e dello stesso Augusto come ad un modello. »
(Svetonio, Augustus, 31.)
« Fu molto generoso nel distribuire onori al valore militare: decretò il trionfo completo a più di trenta comandanti militari (ducibus) e a molti di più assegnò le insegne trionfali. »
(Svetonio, Augustus, 38.)
Da Cesare in poi furono sempre più numerosi coloro che ebbero brame politiche, ma con scarse competenze militari. L'ultimo rappresentante del vero spirito romano fu Flavio Ezio, che sconfisse Attila arginando la sua avanzata in Italia.
Storia
Dalla Repubblica all'Impero
Nell'esercito romano era colui che comandava due o più legioni. Poteva essere riferito a un console o a un imperatore, mentre era tipico per i proconsoli delle province. Come governatore, il dux era sia il supremo magistrato civile sia il comandante in capo delle legioni nelle province. Tuttavia, all'epoca del Dominato, questi poteri furono tolti al governatore e dati a un ufficiale di nuova creazione, appunto il dux. Il dux era dunque il supremo capo militare nella provincia, ma il governatore era autorizzato anche a esercitare i poteri del dux. Quando autorizzato, però, il dux poteva agire in maniera indipendente dal governatore in tutte le questioni di natura militare.
Cambiamenti nell’uso
A metà del III secolo d.C. il dux aveva acquisito una connotazione più precisa di comandante di un corpo di spedizione, di solito composta da distaccamenti (Vexillationes) da una o più formazioni militari regolari. Tali arruolamenti venivano effettuati per far fronte a complesse situazioni militari, quando la minaccia da respingere sembrava essere oltre le capacità della struttura militare della provincia (cosa che aveva caratterizzato l'esercito romano nell'Alto Impero).
Dal tempo di Gallieno in poi, per più di un secolo, i duces furono esclusivamente Viri Perfectissimi, cioè membri della seconda classe dell'Ordine equestre. Come tali essi avrebbero potuto non sottomettersi ai comandanti delle legioni provinciali, che erano di solito Viri Egregii, cavalieri della terza classe. I duces differivano dai praeses, che erano la suprema magistratura civile così come l'autorità militare all'interno delle loro province in cui la funzione dei primi era puramente militare. Tuttavia l'autorità militare di un dux non era necessariamente limitata ad una sola provincia, e i duces non erano soggetti all'autorità del governatore della provincia in cui operavano.
Alla fine del terzo secolo il termine dux prese ad indicare un alto ufficiale di limitaneii, cioè le truppe di frontiera con il compito di proteggere un'area geografica definita.
Durante la Dominazione
Durante il periodo della Dominazione al dux fu tolto il ruolo di governatore, che fu assegnato ad un nuovo magistrato chiamato sempre dux. Questa era la più alta carica militare all'interno della provincia e comandava le legioni, ma il governatore doveva autorizzare l'uso dei suoi poteri. Però, una volta autorizzato, il dux avrebbe potuto agire indipendentemente dal governatore e occuparsi di tutte le questioni militari.
Riforma di Diocleziano e Costantino
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Tetrarchia, Notitia dignitatum, province romane e diocesi (storia romana).
Con la riforma tetrarchica di Diocleziano, le province furono organizzate in diocesi, ognuna amministrata da un vicario, che era assistito da un dux per le province di frontiera. Quando il vicario chiamava le legioni all'azione, il loro comando spettava al comes sotto il quale era posto anche lo stesso dux ed i suoi reparti di limitanei. Il Comes era poi posto alle dipendenze del magister militum della sua prefettura del pretorio, sopra il quale c'era solo l'Imperatore. Nella Notitia Dignitatum degli inizi del V secolo sono menzionati:
12 duces per l'Oriente, come segue: Dux Libyarum, Dux Thebaidos, Dux Foenicis, Dux Syriae, Dux Palaestinae, Dux Osrhoenae, Dux Mesopotamiae, Dux Arabiae, Dux Armeniae, Dux Scythiae, Dux Moesiae secundae, Dux Moesiae primae, Dux Daciae ripensis;
11 per l'Occidente, come segue: Dux limitis Mauretaniae Caesariensis, Dux limites Tripolitani, Dux Pannoniae secundae, Dux Valeriae ripensis, Dux Pannoniae primae et Norici ripensis, Dux Raetiae primae et secundae, Dux Sequanicae, Dux tractus Armoricani et Neruicani, Dux Belgicae secundae, Dux Britanniarum, Dux Mogontiacensis.
Impero bizantino
Con la nascita dell'Impero bizantino, la forma dux fu ellenizzata in δουξ. Verso la metà del VII secolo vennero a concentrarsi nelle mani delle figure che venivano definite "duces", poteri giudiziari e civili, oltre a quelli militari. Alla fine del X secolo e all'inizio dell’XI, un doux, o catapano, si occupava di grandi circoscrizioni, comprensive di vari themata più piccoli e dei reggimenti professionali (tagmata) dell'esercito bizantino. Nel periodo Comnene, il titolo di doux sostituì del tutto lo stratego al comando di un thema. Per quanto riguarda la marina bizantina, i doukes della flotta appaiono nel 1070, e la carica di
megas doux ("Granduca") venne istituita nel 1090 per designare il comandante in capo di tutta la marina. La figura del dux conobbe vasta diffusione all'interno di vari Regni romano-barbarici.
Usi successivi
Re Artù, in una delle sue prime apparizioni letterarie, è descritto come
dux bellorum (delle guerre) tra i re dei Romano-Britanni nelle guerre contro gli Anglosassoni.
Una cronaca del monastero di San Martino a Colonia afferma che questo era stato saccheggiato dai Sassoni nel 778, ma che era stato ricostruito da un certo "Olgerus, dux Daniæ" (che potrebbe essere stata la figura storica intorno alla quale si è formato il mito di Ogier il Danese), con l'aiuto di Carlo Magno.
Dux contiene anche la radice di vari alti titoli nobiliari del periodo feudale, come il
duc francese, il
duke inglese, il
duque spagnolo e portoghese, il
doge veneziano, il
duca e il
duce italiani e i moderni
doùkas greci (δούκας).
Il dittatore fascista italiano Benito Mussolini utilizzò il titolo di dux (duce in italiano) per rappresentare la sua carica.
Un motto fascista era "DVX MEA LVX", in lettere latine, che significa "Duce mia luce".
http://www.etimo.it/?term=duce http://www.etimo.it/?term=duca http://www.etimo.it/?term=ducato duca,
s. m. ‘grado della nobiltà inferiore a quello di principe e superiore a quello di marchese’ (duca nel lat. mediev. di Venezia del 1249: “Paideia” XLII, 1987, 250; it. duca: av. 1294, Guittone).
Derivati:
ducale,
agg. ‘del duca’ (ducalis nel lat. mediev. di Venezia: 1229, J. Tiepolo, cit. in “Paideia” XLII, 1987, 251; it. ducale: 1348, G. Villani),
ducato,
s. m. ‘titolo, dignità di duca’ (av. 1237, Re Giovanni), ‘territorio posto sotto l'autorità di un duca’ (av. 1306, Iacopone), ‘moneta d'oro italiana coniata dapprima a Venezia, poi altrove’ (1299, doc. venez.: Stussi n. 18),
duchessa,
s. f. ‘titolo spettante alla moglie d'un duca o all'erede d'un ducato’ (dukissa nel lat. mediev. di Venezia del 1209: San Maffio di Mazzorbo e Santa Margherita di Torcello, Firenze, 1965, p. 7; it. duchessa: 1353, G. Boccaccio).
Duca è forma bizantina; dôuka, acc. di dôux, dal lat. dux ‘duce’. Ducato è formata su duca, in quanto il lat. ducatu(m) aveva il sign. di ‘funzione di condottiero, di capitano, comando’; il ducato (moneta) è detto così dalla parola ducatus (cioè il ducato veneziano) che figurava sulla leggenda della prima moneta di questo nome, coniata a Venezia nel 1284. Cfr. doge e dogaressa.
duce,
s. m. ‘capo, condottiero’ (duse: sec. XIII, Panfilo volgar.; duce: 1303-06, Giordano da Pisa), “nome dato a Benito Mussolini dopo la marcia su Roma, quasi condottiero delle forze giovani della Nazione (ma già Filippo Corridoni, poco prima della morte eroica nella Trincea delle Frasche [23 ottobre 1915] aveva chiamato Mussolini nostro duce spirituale)” (1942, Panz. Diz.; nel Risorgimento duce era stato epiteto di Garibaldi).
Vc. dotta, lat. duce(m), dalla stessa radice di ducere ‘condurre’ (d'orig. indeur.).
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