Ponsan (Ponzano Veneto)

Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 7:51 pm

Ponsan (Ponzano Veneto)

http://www.worldcitydb.com/italy_(general)_in_italy_state.aspx

Ponza Ponzana Ponzanello Ponzano Ponzano di Fermo Ponzano Romano Ponze Ponzoiotti Ponzolotti
Ponzone


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Ponsan.jpg


Ponzano Veneto (Ponsan in veneto; provincia di Treviso)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzano_Veneto

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hs0r28.jpg
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 7:51 pm

Altri Ponsan e de torno:

Ponzano Monferrato (provincia di Alessandria)
http://www.piemonteweb.it/Com/ComHome.asp?Com=469

Ponzano Romano (provincia di Roma)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzano_Romano

Ponzano di Fermo (provincia di Ascoli Piceno)
http://www.provincia.ap.it/Ponzano_Di_Fermo

Ponzone (in piemontese Punson o Ponson) comune della provincia di Alessandria.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzone
La zona del Ponzonese è da considerarsi una zona collinare di interesse ambientalistico, ricca di flora e fauna. La cucina della zona stagionalmente offre piatti tipici come: funghi, cinghiale, castagne.

Ponzolotti a Ronchi di Ala (Trento)
http://www.comune.ala.trento.it

Ponzana (comune di Casalino nel novarese)
http://www.comune.casalino.no.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Casalino
Casalino (in piemontese Casalìn) è un comune di 1.562 abitanti della provincia di Novara. È composto dal capoluogo Casalino di circa 700 abitanti, la frazione maggiore Cameriano, posto sulla Statale Padana Superiore, sede di caserma dei carabinieri, con circa 600 abitanti, mentre un restante centinaio di abitanti vivono fra la frazioncina Ponzana e le innumerevoli cascine.


Ponza di Mezzo (Fusine laghi) (forse questo toponimo corrospnde a punta ?, forse no)
http://www.sentierinatura.it/EasyNET/Fr ... START=TRUE


Ponze (località del comune di Trevi a Perugia)
http://edicolesacre.umbriacentrale.it/i ... temid=1542

STORIA DEL LUOGO
Villaggio di montagna dal quale si dipartono antichi itinerari per la valle del Menotre e altri insediamenti montani del comune di Foligno. Attualmente non conta più famiglie residenti.
Nel medioevo fu abitato dalla famiglia Ponzi, che dal luogo prese il nome e che nel rinascimento si trasferì nel capoluogo. A Sante Ponzio e Francesco Alighieri, pronipote di Dante, si deve la pubblicazione nel 1537 delle "Antiquitates Valentinae", il primo catalogo d'arte a stampa nella storia


Ponza (isola di ponza) (forse questo toponimo corrisponde a punta?)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponza

Ponzio Pilato (?)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzio_Pilato
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 7:51 pm

Altri toponimi, probabilmente della famiglia de Ponsan (Ponzano Veneto) ligà a la sosta/riposo (pons- Ponsa, Ponsan, Ponzano) longo i sentieri de la tranxumansa, aluni xe incerti (da profondir):


Ponsampère (comune francese, dipartimento del Gers, regione del Midì) http://it.wikipedia.org/wiki/Ponsamp%C3%A8re
http://fr.wikipedia.org/wiki/Ponsamp%C3%A8re
Ponsampère (Ponsan Pera en gascon) est une commune française, située dans le département du Gers et la région Midi-Pyrénées.

Ponsan-Soubiran (comune francese, dipartimento del Gers, regione del Midi-Pirenei).
http://fr.wikipedia.org/wiki/Ponsan-Soubiran

Saint-Pons
http://fr.wikipedia.org/wiki/Saint-Pons

Pons-Aiglun
http://fr.wikipedia.org/wiki/Aiglun
Ponso (Padova)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponso

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... o-Pons.jpg




Vi è possibile confusione con voci toponomastiche costruite sulla radice PONS (ponte):

Ponsacco
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponsacco
Il paese ha avuto fin dalla sua origine una grande importanza strategica in quanto si trovava al confine delle repubbliche di Pisa e Firenze. Il documento più antico che cita la zona è un rogito notarile conservato presso l'archivio arcivescovile di Lucca datato 17 febbraio 1197 scritto "apud Pontem Sacci" (presso Pontem Sacci).

Pons
http://fr.wikipedia.org/wiki/Pons
http://fr.wikipedia.org/wiki/Pons_(Charente-Maritime)
Ses habitants sont les Pontois et les Pontoises
D'un accord général, le nom de la ville serait tout simplement issu du latin Pontes, signifiant les ponts[7]. L'origine du nom de la ville découlerait simplement de sa fonction de passage sur la Seugne.


Santa Ponsa
http://en.wikipedia.org/wiki/Santa_Ponsa
Santa Ponsa (Catalan: Santa Ponça due to a roman village called Santa Pontia) is a holiday resort in the south-west of Majorca. Located in the municipality of Calvià, it is 18 kilometres from the capital Palma.
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 8:30 pm

Ponzano a Trieste

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rieste.jpg



http://digilander.libero.it/Trieste.Sto ... index.html

PONZANO -PONZANINI- PONZIANA:
comprendeva tutto il territorio che andava da dietro il castello (oggi rione s. Giusto) e comprendeva anche tutto s. Giacomo, toponimo allora non esistente.

1359 - in contrata ponçanini [Cancelleria 6]

Ponçano = 10/1/1209, campo presso mulino {CDI}
Punçano = vigna 16/10/1325 {V.1}
c. Ponzano = 2/2/1327- Bertucio Alberegni de VE chiede di poter fare un mulino {V. 3}
Ponçonani = 6/2/1328 stimata vigna {V.5}
Ponçani = 1328 (2E 2/7, n°18)+ 1329, V. 8/2, 43b + 1363 raccolta olive {2D26-Capitolo}
Ponçinini = 1336 vigna c/o via pubbl. {2B-Cancelleria 3}
c. Vie Maioris sive Ponçinis = 5/8/1348 vigna {V.17}
c. Ponçanini = 1/3/1359 vigna {V. 20}
Ponçani sive Ponçanini = 27/6/1359 vigna {B/M -v.7}
Ponçanini = 26/2/1363 vigna {V. 21}
Ponçano = 9/7/1384 agrisato {L/C 6}
Ponzano = 1401 vigna tra via pubblica e molino a Vento J.Cavalli, cita V. 27, 99b - 1472 test. , sive barbachani del Dondol - vigna 1467 (entrate Osp. s. Giusto, Hortis 2E4)
Pocani sive in c. S.ti Laurenty = 11/9/1432 vigna {V. 32}
2/4/1492 - bareto del conv. s. Francesco in c. Ponzani distrutto al tempo della guerra {V. 42}
c. Bastie sive Ponzani = 13/1/1493 pastinato con bareto {V. 43}
Ponzani = 20/2/1505 vigna c/o olivari {V. 48}
c. Disiele sive Ponzani = 17/12/1538 vigna {V. 60}
in c. Ponzani vigna detta la Bastia = 8/4/1543 {V. 62}
Ponzan = 3/8/1635 cappella s.ta Caterina nella possessione de Fin, in c. ... dietro il castello {1/2A30-atti notarili}

Ponzam = 1701 (inventario beni Giuliani) campo detto Schiavada anche Schiavazada (con viti, olivi, vencheri, 2 morari e 3 nogare {V. 99}

Giuliani, don Antonio- 22/9/1707 casa domenicale in Ponzan {scatola marcata Varie- plico testamenti}
1784 - il barone Giuseppe de Marenzi paga per la mandria in Ponzano (£ 5.5) {22B7 Urbario Gen.}
de Ponzan (strade)= netada 1580/1 [L/C]
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 8:31 pm

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... assa-1.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... assa-2.jpg



Transumanxa (transumanza):

http://www2.muse.it/pubblicazioni/7/42/12_Marzatico.pdf

Nell’ambito di un articolo di presentazione delle ricerche condotte nella zona degli altipiani di Luserna, Vezzena, Lavarone e Asiago, in un paragrafo dedicato all’“Archeologia del nonno”, Armando De Guio sottolinea che nel territorio del Trentino Alto Adige/Südtirol “appare molto verosimile che già la cultura neolitica dei VBQ (Vasi a Bocca Quadrata) praticasse, ad es. nel contiguo comparto lessineo, un regime articolato di transumanza, funzionalmente connesso all’esplorazione stagionale e successiva veicolazione ultraregionale della selce” (De Guio 2005: 96).
Secondo più autori non sembra una coincidenza che i “contatti inter-alpini” si intensifichino durante la prima metà del IV millennio, nel momento in cui sembra prendere avvio la pastorizia d’altura (Barfield et al. 2003: 676).
E, in effetti, come già rilevato da oltre un decennio, il tardo Neolitico segna concordemente una nuova dinamica di frequentazione degli ambienti montani (Bagolini & Pedrotti 1992: 359-377; Mottes & Nicolis 2002: 249).
Gli Autori affermano che “molto probabilmente è in questo periodo che le comunità stanziate nel cuore delle Alpi iniziano a portare le proprie greggi all’alpeggio, integrando la propria dieta con la pratica della caccia” (Pedrotti 1996: 83; De Marinis & Pedrotti 1997: 290).
A tale riguardo, a fronte di siti di area alpina appartenenti a facies diverse ma interessate da traiettorie di sviluppo comuni, quale un repertorio di forme vascolari limitato, è stata avanzata l’ipotesi di un ricorso alternativo a recipienti in materie organiche – in legno e cuoio –, considerati più funzionali in un quadro di maggiore mobilità, indicato anche dai contatti inter-alpini, in crescita già nella prima metà del IV millennio a.C., come evidenziato in precedenza (Pedrotti 1996: 83; De Marinis & Pedrotti 1997: 290; Venturino Gambari 1998: 244; Barfield et al. 2003: 676).

Similaun è dell’area alpina atesina, Elodia Bianchin Citton riconduce la presenza umana nel contiguo territorio delle Prealpi e Alpi Bellunesi fra la fine del IV millennio e nel III millennio a.C., a “pratiche connesse con la pastorizia transumante, l’alpeggio, la caccia nelle praterie d’alta quota e, in determinate zone, alla ricerca di selce di buona qualità, oltre che di giacimenti minerari” (Bianchin & Citton 2000: 27).
La frequentazione dei siti di alta e altissima quota della stessa area, tra il Neolitico finale e l’età del Rame, anche per Giovanni Leonardi starebbe a indicare la conduzione del bestiame al pascolo nelle praterie alpine e il ritrovamento in ambito montano di un elemento di falcetto richiamerebbe la pratica della fienagione, con una forma di economia di alpeggio già nel III millennio a.C. (Leonardi 2004: 76).

Secondo Luciano Bosio (archeologo: http://www.archeovenetaonlus.it/index.php?id=120 ) oltre a ła pista in Valdastego ke po’ da Pedescała montava su so ł’altipian, ghin jera altre do in val Brenta: ona ke montava su in Valstagna e daspò in Val Frenzela e naltra ke parava su verso Enego su par łe mołatiere de ła Piovega de Soto e ła Piovega de Sora.
I trodhi pì tranxità jera coełi meridionałi pa' Luxiana, Canpomexavia e so ła conca arento verso Gałio: ono da Basan e Vałe San Florian; ono da Marostega e ono da Breganse.


Monte Corgnon:
http://www.retemusealealtovicentino.it/ ... 603_1.html

El vilàjo del Monte Corgnon a Louxiana
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dzdW8/edit

Immagine
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... er=1&w=800



Somexe (foto) viłajo pristorego del Monte Corgnon:
http://www.magicoveneto.it/Altipian/Lus ... gnon-1.htm

Piovega de soto e Piovega de sora:
http://www.magicoveneto.it/Valsugan/trek/AVBrb.htm

Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BMVFk/edit

I xgràfi de la Val D'Asa:
http://picasaweb.google.it/pilpotis/XgrafiValDAsa

Immagine

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... fiti-1.jpg
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 8:35 pm

Etimołoja tradizional, ła mema solfa da i nomi de fantomateghi paroni romani:

Ponzano Veneto (Ponsan in veneto; provincia di Treviso)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzano_Veneto
I toponimi di due frazioni, Pontianus e Paternus, rilevano l'origine dei coloni che ottennero alcune terre da coltivare. Merlengo invece deriva da Marling, di derivazione germanica

http://www.comuneponzanoveneto.it/view. ... 1260372875
I tre paesi di Ponzano Veneto, Paderno, Merlengo, situati a una decina di chilometri a nord del capoluogo Treviso, formano insieme dal 1807 il Comune di Ponzano Veneto.
Le loro origini sono da ricercarsi nella notte dei tempi, quando sorsero lungo la Postumia, strada consolare romana del II Secolo a.C. che univa Aquileia e Concordia a Genova, su terreni misurati dagli agrimensori romani dopo le campagne militari di Giulio Cesare e tracciati per creare dei presidi nella fertile regione del "Municipium Tarvisium".

Della centuriazione del resto sono visibili ancora oggi le tracce: il cardine massimo (via Antiga) e il decumano massimo (via Morganella).
Ma anche i toponimi di Ponzano Veneto e Paderno hanno molto da raccontare: sembra, infatti, che essi derivino da Pontianus e Paternus, probabilmente i nomi dei capicoloni che beneficiarono di alcune terre da coltivare.

Merlengo invece risalirebbe a Marling, attestato anche nel bolzanese, presumibilmente di epoca gotico-barbarica, spesso citato nelle fonti storiche assieme all’antichissima chiesa di San Vito sulla Postumia (periodo franco-carolingio).
Con il tempo, dopo i Romani, arrivarono anche molte popolazioni dell’Est, il cui passaggio è testimoniato da strade come via Schiavonesca e la vicina Ongaresca (oggi Pontebbana).

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... n-UTET.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... nsan-2.jpg
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 8:38 pm

In verità e realtà è più probabile che l’origine di gran parte di questi toponimi sia altra e diversa dalla solita manfrina della formuletta della derivazione dai nomi latini dei proprietari romani delle terre, eccola!:

Immagine


Ponzano (Ponsan) da Ponsa = sosta, così erano indicati i luoghi di sosta durante la transumanza

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -LSDNP.jpg


Immagine

riposare 1, v. tr. ‘posare di nuovo o più stabilmente’ (sec. XIV, Vita di San Giovanni Battista),
v. rifl. ‘posarsi di nuovo’ (1970, Zing.). Da posare col pref. iter. ri- 1.

riposare 2,
v. intr. ‘fermarsi, cessare dal fare q.c.’ (1348-53, G. Boccaccio), ‘ristorarsi, rinfrescarsi, interrompendo il lavoro o la fatica, per dare sollievo al corpo o alla mente’ (sec. XIII, Anonimo), est. ‘dormire’ (av. 1292, Giamboni Della miseria 96), ‘non produrre rimanendo temporaneamente non coltivata, detto di terra’ (1350 ca., Crescenzi volgar.), ‘poggiare, essere posato’ (av. 1556, L. Alamanni),
v. tr. ‘fare riposare, dare quiete’ (av. 1348, G. Villani),
v. intr. pron. ‘prendere ristoro’ (av. 1292, Giamboni Della miseria 143).

Latino tardo (secolo V d.C., Salonio) repausare, da pausare ‘cessare, fermarsi’ con re- raff., parallelo e sostitutivo del classico (re)quiescere. “Nella Venezia e in Lombardia, come nel ladino, predomina il semplice posare” (DEI) (e ponsare ghe xonto mi). Di larga espansione, anche semantica, il dev. riposo. I modi riposare in pace e eterno riposo sono trad. ed allargamenti semantici di sintagmi del latino ecclesiale, frequentemente recitati nelle preghiere per i defunti (???).



http://www.etimo.it/?term=riposare

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... emeran.jpg
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 8:43 pm

Il meriggio delle pecore (riposo, riposare, pausare, raposare, ponsare, ...)

Da lat. meridies ‘meriggio delle pecore’, a latino mora e lat. umbra: origini italiche e sviluppo ligustico di un termine della pastorizia transumante; di MARIO ALINEI

http://www.continuitas.org/texts/alinei_meridies.pdf

...
Il “meriggio” delle pecore

Anche sul ‘meriggio’ delle pecore sarà bene dare al lettore qualche informazione preliminare, dato che si tratta di una nozione specialistica, ignota ai più. Nel ciclo stagionale della transumanza, dalla pianura alla montagna e viceversa, il meriggio è il riposo estivo delle pecore, delle capre e delle vacche, nelle ore più calde del giorno, quando i pastori, dopo essersi trasferiti in montagna, le conducono a ‘meriggiare’ in luoghi ombrosi, al riparo di alberi o di rocce o, in mancanza d’ombra, in luoghi ventilati. Non tanto per difenderle dal caldo, come si potrebbe pensare, e come io stesso, errando (non si studia mai abbastanza la realtà materiale!), ho scritto [Alinei 2007], ma dagli insetti, attivi in quelle ore, che possono provocare dolorosi disturbi e malattie.
...
(3) gr.-lat. pausa ‘pausa, sosta, tregua’, con il derivato verbale lat. pausare ‘arrestarsi’, diffusi in Italia nord-orientale.

Un nome del meriggio pastorale in Dante?

Nonostante il carattere tecnico della parola, tuttavia, niente di meno che Dante, nella sua Commedia [Purg. XXVII, 76-81], descrive, in una delle sue stupende immagini – in cui tuttavia, come sempre, non rinuncia alla massima esattezza –un “meriggio” delle capre:

Quali si stanno ruminando manse
le capre, state rapide e proterve
sovra le cime avante che sien pranse
tacite a l’ombra, mentre che ’l sol ferve,
guardate dal pastor, che ’n su la verga
poggiato s’è e lor di posa serve;


Riordiniamo: «come le capre, dopo essere state, prima di saziarsi, scattanti e irrequiete sulle cime, ora ruminano mansuete e silenziose all’ombra, guardate dal pastore che si è appoggiato alla sua verga, ed offre a loro, mentre il sole del meriggio arde, una posa».

A parte l’ovvio interesse culturale di questa descrizione dantesca di un “meriggio” sulle Alpi, a mio avviso essa ne ha anche uno linguistico, in quanto sembra attestare, come nome del meriggio, proprio quello nord-orientale posa. Ciò che, fra l’altro, confermerebbe l’ottima conoscenza che Dante doveva avere soprattutto del Veneto e del suo paesaggio: l’importanza dei suoi soggiorni alla corte di Cangrande della Scala è arcinota, e nella statistica delle 200 località italiane che Dante cita nella Commedia, la terza regione, dopo la Toscana e l’Emilia-Romagna, è appunto il Veneto (Enciclopedia Dantesca, s.v.).

(2) pausa pausare e il loro areale alpino nord-orientale non possono che riflettere la cultura del Bronzo Medio detta dei Castellieri. È una cultura guerriera, la cui base economica era, oltre alla coltivazione dei cereali, l’allevamento, soprattutto ovino, caprino e suino. I suoi precedenti vanno, senza soluzione di continuità, fino all’ultima fase della cultura neolitica dei Vasi a Bocca Quadrata (III millennio), con i suoi insediamenti «arroccati su culminazioni morfologiche» [Guidi 1992, 300] (cfr. anche Alinei [2000]);
14 MARIO ALINEI 01Alinei.qxp:Layout 1 24-06-2009 11:28 Pagina 14




Gli sviluppi fonetici e semantici del gr.-lat. pausa

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e_0001.jpg


Come è noto (???), il greco-latino (e non solo) pausa ‘pausa, sosta, tregua’ è alla base di italiano posa posare, riposo riposare e derivati, con tutti i loro affini pan-italidi (???). I principali significati di posa e posare sono: (1) ‘riposo, riposare’, correnti da Dante in poi, e in Veneto, in Lombardia e in ladino ancora espressi dal semplice posare (cfr. DEI); (2) ‘appoggiarsi o sostare su q.c.’ (anche rifl.), già attestato nel Duecento (cfr. DELI); (3) ‘assumere un atteggiamento particolare (mettersi in posa)’; (4) ‘mettere giù’. A questi quattro va poi aggiunto il significato, attestato solo nell’area in cui il tipo pausa è connesso con il meriggio del bestiame, di ‘luogo ombroso (dove il bestiame riposa)’ (cfr. AIS 1186, Cp 341). A parte quest’ultimo sviluppo, pastorale per definizione, ci proponiamo di vedere ora se anche gli altri quattro, o alcuni di loro, possano derivare dal significato pastorale.
In un primo tentativo di risposta, che richiederà verifiche ed approfondimenti, scarteremmo subito il significato di ‘mettere giù’. Il verbo posare, in tal senso (cfr. posacenere, posare le armi, posare le posate), a mio avviso deve il suo significato a una contaminazione con porre (< lat. ponere), il cui part. pass. posto 18 MARIO ALINEI 01Alinei.qxp:Layout 1 24-06-2009 11:29 Pagina 18 (< lat. positus) mostrava già il tema pos-. Non a caso, forse, anche in francese tutti i verbi derivati da ponere (poser, composer, déposer, imposer etc.) si sono incrociati con pausare, di cui seguono la coniugazione regolare (cfr. FEW s.v. pausa).

Il significato ‘riposare’, invece, potrebbe senz’altro risalire al contesto pastorale.
Un indizio significativo in tal senso lo offre il fatto, che abbiamo appena segnalato, che il simplex posare nel senso di ‘riposare’ si conserva solo nei dialetti lombardi e veneti, cioè proprio nell’area in cui pausa e pausare sono usati per il meriggio del bestiame. Inoltre, anche il tipo riposare è frequente per il ‘meriggiare’ pastorale (cfr. AIS 1186). Anche il significato ‘appoggiarsi, sostare su qualcosa’ è molto vicino a quello del ‘meriggio’, dato che la “pausa” prototipica, quella del bestiame, ha necessariamente luogo “su” un terreno adatto.
Particolarmente significativo, infine, ci sembra il passaggio da ‘meriggiare delle pecore’ a ‘mettersi in posa’. A prima vista, il legame con il comportamento degli animali non sembra affatto pertinente, ma una buona conoscenza della “cosa”, e un’analisi più attenta dei materiali dialettali, portano a una conclusione diversa.
Se infatti si tiene conto della caratteristica principale, dal punto di vista comportamentale, delle pecore che meriggiano – cioè del fatto che una volta giunte sul posto si ammassano e mettono la testa sotto il corpo della vicina – espressioni dialettali del tipo (le pecore) va a posé [ALI 512], les va a pusér [AIS 313], i va a posà [AIS 227], i va a pušà [AIS 263], i va a pocà [AIS 245], le va a polsàr [AIS 331], le va pausàr [ALI 240], e soprattutto del tipo met im polsa ‘metterli/mettersi in posa’ [AIS 341], sembrano quasi anticipare il ‘mettersi in posa’ umano.
Né deve stupire che tecnicismi come quelli che stiamo analizzando possano avere un impatto così vasto ed importante nella società: riallacciandoci a quanto detto inizialmente sul debito della nostra cultura verso l’allevamento del bestiame, e fornendone un ulteriore esempio, si pensi ad un’espressione come dormire della/dalla grossa, che deriva da una tecnica altamente specializzata – e per nulla nota al gran pubblico – come quella dell’allevatore dei bachi da seta, che metteva a dormire i bachi in diverse ceste, di cui la più grossa era per il sonno più lungo (la terza dormita).
Dal punto di vista formale, fra l’altro, il sintagma avverbiale della/dalla grossa rivela l’origine settentrionale dell’espressione (/dla gr’osa/).
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Re: Ponsan (Ponzano Veneto)

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 9:22 pm

Maria Teresa Vigolo – Paola Barbierato, Convergenze cadorino-friulane in ambito toponomastico in “Atti del secondo convegno di Toponomastica Friulana, Udine, 22-23 novembre 2002, in Quaderni di toponomastica friulana, nn. 6-7 (parte I e II), a cura di F. Finco, Società Filologica Friulana, Udine 2007, pp. 343-379.

http://www.pd.istc.cnr.it/index2.php?op ... iew&gid=71


b) Numerose sono le convergenze fra il Cadore e il Friuli nel campo semantico assai arcaico della terminologia
pastorale e delle attività ad essa connesse, che talora hanno lasciato tracce nelle parlate locali, ma che più spesso presentano dei continuatori a livello toponomastico.
Possiamo qui ricordare i derivati (o corispondenti) del lat. pausare, detto con riferimento al permesso di “sostare”, di riposare nel territorio di altro comune, concesso già dell’editto di Rotari a chi conduceva gli animali ai pascoli di alta montagna.
La voce, con il derivato pausa “luogo di sosta, di riposo delle armente”, trova numerosi riscontri a livello toponomastico, cfr. a Tai Pausa Armentarum (a. 1552), a Zuel il toponimo ora scomparso Pausa da Brite, a Cortina (a. 1623) Pausa de Col della Chizza (Ghedina 62), a Calalzo Pàussa, prato boscato sopra Rizzios (Mosca 127), a Vodo Pàusa e (a. 1618) Pàusa de Perera (Men. Tamb. Top. Vodo 50) e più nomi Pòusa, spesso in composizione, in Battisti, DTA III, 3, 151-2; vd. inoltre Pellegrini NLTO 58 e cfr. i nn. ll. friul. Pause (a. 1161), Pausis (a. 1184) corrispondente a Palse di Porcia e Pols (a. 1221), Gloss. Geogr. Friul. 139.


Altro verbo tipico dell’attività pastorale era montegare (nei Laudi con le varianti più o meno dialettalizzate amontegare, montegar, montigar) da un lat. mediev. (corispondente a una voce del latino medioevale e non da …) monticare nel senso di “mandare gli animali al pascolo di monte”, cfr. cad. monteà (e il top. ampezz. Pian da monteà), comel. muntié, friul. montiâ, “portare il bestiame in malga” (Anziutti 100), mentre l’operazione contraria del ricondurre le bestie in paese era detta desmontegare (nei Laudi anche desmontigare, dismonticar, dismontigar...), cfr. friul. dismontiâ.
Il pascolo alto, dove il bestiame veniva mandato nei mesi estivi, era quindi detto la monte, dal lat. (corispondente al latino) montem (REW 5664), cfr. ampezz. mónte (f.) “ampio pascolo alpino, territorio a pascolo, alpeggio” (Croatto 116), a Selva mónt (f.) “montagna, zona d’alpeggio o di prati d’alta montagna” (Nicolai 261), friul. mònt (f.) “monte” (NPirona 612), cfr. anche Serra, Continuità, per il quale questo specifico valore di mont deriva dal suo primitivo significato di “monte ricco di pascoli”.

Tale appellativo, di genere femminile, è assai diffuso nella toponomastica, cfr. ad es. Montebelluna (Olivieri TV 270), etc., ma nelle regioni cadorina e friulana esso acquista il senso specifico di pascolo di monte, cfr. anche nei Laudi (a.1307) “dictae regulae et fabulae de Candidis, tum de monte tu de plano…” [CAN1307, art.16]; (a.1321) “in dicta monte” [AUR1321, art.17]; (a.1326) “quilibet bevolcus qui inveniretur super dictam montem...” [CAN1326, art. 31]; (a.1324-1346) “qui sechavit, vel sechare fecerit super aliquas montes...” [CAN1324-1346, art. 65]; (a.1356) “consors dicte montis teneatur amontegare in dicta monte” [AMB1356, art.37]; (a.1630) “Che li pastri predetti non debbano sotto pena d’una Vadia per volta, et per cadauno monzer latte per la monte o per mazon et mandra” [CAN1630, art.112]; (a.1793) “aprire la Monte ad uso di mercanzie nella Monte…” [LOZ1761Agg., n.232].
Al pascolo di monte, all’alpeggio rimandano dunque numerosi microtoponimi cadorini, cfr. ad es. La mont, casale sopra Avoscan, sulla sinistra del Cordevole (Pellegrini NLMAC 73), Prà dla Mónti, appezzamento di terreno prativo e …
Il verbo sopravvive sia nelle parlate cadorine che in quelle friulane, cfr. nell’Alto Cordevole pauzé “riposare; mené le vače a pauzé, condurre le vacche a riposare” (Pallab. 435), a Selva di Cadore paussà “riposare, sostare” (Nicolai 296), friul. (Carnia, Barcis) paussâ “riposare” (NPirona 719) Cfr. inoltre agord. (f.) mónt “pascolo alpino” (Rossi 683), livin. mónt (Tagliavini 1934, 215) 29 Vd. anche Il monte, la monte, M.P. Marchese in “Studi in memoria di G. C. Mastrelli Anzilotti”, Firenze, Istituto di studi per l’Alto Adige, 2001, pp. 301-6 10 alberato con fienili sulla parte meridionale di Monte Zovo, Prà dla Mónte, pascolo e terreno arido e incolto fra il Costone di Pian Minoldo e il Rio Mandrette (Tagliavini 1988, 56), nei Laudi (a.1761) “nella Monte de Rusiana” [LOZ1761, n.131], (a.1630) “fino alla Monte di Fessà” [CAN1630, art.38].
La Mont è inoltre il nome femminile usato per indicare il Passo della Mauria, da cui le espressioni su pa la-, davour la-, in som la-, mentre a Forni di Sopra Mont (in Mont) è denominazione generica delle malghe e andare in malga è detto sî in mont (Anziutti 100).
Come toponimi pastorali si spiegano anche i nomi locali friul. Passón, Tricesimo e Passóns di Pasian di Prato, a. 1327 Pazonum (Gloss. Geogr. Friul. 131).
Tali toponimi riflettono infatti una forma latina pastio, -one “pastura” (REW 6278), vd. Olivieri, TV 109 n. 2 e Tagliavini, DC 185 e cfr. ad Auronzo di a pasón “andare al pascolo” (Zand. De Lugan 181), perfettamente corrispondente al friul. passòn “pastura, il pascolare e l’erba del pascolo”, di preferenza nelle loc. lâ, (menâ, jessi) a passòn “andare al pascolo” (NPirona 712).
La voce è presente anche nei Laudi delle Regole del Cadore, cfr. (a.1380 ?) “in perpetuum lumen S.ti Luchani, et S.tae Justine de Auroncio debeant habere a Comune de posono montis decem et septem sol. par. pro quolibet lumine” [AUR1380, art.80]; (a.1380 ?) “omni anno in perpetuum per Commune de Aurontio debeant dari lumini S. Blasij de Calaltio de poscono montis tres librae casei” [AUR1380, art.99].
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