Roma e Rumon, Ruma e Struma, Albalonga

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Messaggioda Berto » mer giu 25, 2014 12:33 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Roma e Rumon, Ruma e Struma

Messaggioda Berto » gio giu 26, 2014 6:18 am

ROMA : le origini e l'età regia.
https://www.facebook.com/romaleorigini


Etruski: etimoloja, xenetega e storia
viewtopic.php?f=134&t=512


LA CITTÀ DI ROMA FONDATA DAGLI ETRUSCHI?

http://rinabrundu.com/2013/05/05/la-cit ... i-etruschi
un saggio di Massimo Pittau.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Roma e Rumon, Ruma e Struma

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 8:56 am

Andrea Carandini: 753 A.C. La Fondazione di Roma.avi
https://www.youtube.com/watch?v=mfxvEHr842Q

Coradini el conta ke i comouni tałego-ouropei łi ga fondamento ente ła "coultura, çeveltà, istitusion, storia" grego romana, ma no xe vero parké i comouni no łi xe ła seitansa de i mouniçipi romani ma on portà de łe comounedà de łi omani łebari xermani.

https://youtu.be/mfxvEHr842Q?t=1991
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cfr. co:

https://en.wikipedia.org/wiki/Longhouse
https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_lunga
Una casa lunga è un edificio lungo e stretto ad una sola stanza.
Il termine è di uso comune in archeologia e antropologia. I tipi più comuni sono la casa lunga neolitica, introdotta dai primi agricoltori neolitici, e la casa lunga germanica, costruita a scopo agricolo e diffusa lungo le coste del mare del Nord. Nel Medioevo era presenti numerose varianti: il Langhus scandinavo, la casa lunga del Dartmoor nel sudovest dell'Inghilterra, quelle del nordovest inglese in Cumbria, le case nere scozzesi (note anche come taighean dubha), le frisoniche Langhuis, ed in Francia le longère o maison longue.


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eramik.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ikinga.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Gudme.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/Sala_dell'idromele
La sala dell'idromele trasse origine dalla casa lunga europea. Non esiste relazione con la casa lunga del Neolitico, introdotta dai primi coltivatori dell'Europa centro-occidentale intorno al 5000 a.C. Le caselunghe più tarde non vennero in uso prima di un migliaio di anni dopo l'abbandono di quelle neolitiche. Quelle degli allevatori germanici sorsero lungo la costa sudoccidentale del mare del Nord nel IV o nel III secolo a.C., e sono le antenate della Fachhallenhaus tedesca e olandese.

Le tipologie medievali, forse collegate, di casalunga europea di cui siano sopravvissuti esempi sono, fra le altre:

la Langhus vichinga o scandinava, con le varianti della fattoria tradizionale come quella portata alla luce a Vorbasse, della caserma per guarnigioni militari come quelle della cintura delle fortezze vichinghe, e delle sofisticate sale da banchetto come appunto le sale dell'idromele
le varianti di Dartmoor, in Cornovaglia, e del Galles
il tipo inglese nordoccidentale della contea di Cumbria
la casalunga scozzese, o casa nera, o taighean dubha
La longère o maison longue francese (considerati soltanto gli esemplari affini a quelli di Dartmoor e Cumbria, di probabile origine normanna).










El mito del mouniçipo roman
viewtopic.php?f=176&t=1256



Storia dell' urbanistica antica
La maglia viaria labirintica e la maglia ad assi ortogonali
Varianti e scelte progettuali nel rapporto tra strade ed isolati nell'urbanistica antica
http://www.lilu2.ch/lilu2dir/materie/sc ... itt%E0.pdf

Se la pianta e la forma delle capanne primitive rappresentano il primo procedimento costruttivo che sta all'origine dell'architettura, la disposizione sul territorio costituisce un elemento interessante ai fini della comprensione della storia dell'urbanistica. Una tipica composizione di un agglomerato impone che al centro
del villaggio si trovi la capanna del "capo" (colui che detiene il culto o organizza la difesa del villaggio) ed il "magazzino", davanti ad essa uno spiazzale con al centro un totem (divinizzazione rappresentata dalla verticalità del simbolo ) e intorno ad essi tutte le altre capanne, si nota così l'esistenza di uno studio
della distribuzione dei ruoli all'interno di una comunità con la differenziazione di zone private, le capanne, di zone pubbliche, il piazzale, e di zone sacre.
Lo studio dei vari ritrovamenti di queste primitive forme di associazioni e di convivenza umana, dimostra la diffusione e la distribuzione di raggruppamenti planimetricamente circolari o subcircolari dove l'unico elemento reale di forma urbis intesa in senso perimetrale è dato, pur nella sua destinazione difensiva, dal muro che circonda il villaggio.

Le prime forme di urbanizzazione sono comunque da identificare nelle prime città del medio oriente nel periodo del primo impero Mesopotamico dove le caratteristiche di città , cioè il contenitore della società che si trasforma al mutare della società stessa, sono ben definite dalle varie componenti sociali.
...
La Grecia
Gli albori della civiltà Greca videro certamente processi di evoluzione creativa e sociale naturali in ogni popolo in formazione, ma la posizione geografica e la mancanza di solide istituzioni provenienti dall'
età del bronzo permisero la possibilità di sviluppo in una direzione "originale". La città principesca diventa la
polis democratica o aristocratica e l'economia gerarchica tradizionale si trasforma in economia monetaria. In questo ambiente si forma una nuova cultura che è alla base della nostra tradizione intellettuale.
L'organizzazione sociale ed urbana è rappresentata dalla polis . La città è distinta in alta ( acròpoli, dove si esercita il culto) e bassa (astu, dove si svolgono i commerci e le relazioni civili), le due zone sono parti di un unico organismo, dato il tipo di organizzazione sociale, qualunque sia il regime politico. Gli organi necess
ari al funzionamento di questo sistema sono:
Il Pritanéo: focolare comune consacrato al dio protettore della città, e luogo di residenza dei primi dignitari ( prìtani ).
La Bulé: il consiglio dei nobili o dei funzionari che rappresentano l'assemblea dei cittadini.
L' Agorà: l'assemblea dei cittadini, che si riunisce nella piazza del mercato o in luoghi all'aperto pportunamente attrezzati.
Il nuovo carattere della convivenza civile è rilevato da alcuni fattori: la città è un tutt'unico, può essere cinta da mura ma non suddivisa in recinti secondari; le case per civile abitazione sono dello stesso tipo e non formano quartieri riservati a classi o stirpi diverse. Lo spazio della città è diviso in tre zone: aree private, aree sacre (recinti con templi ed edifici religiosi) ed aree pubbliche ( gestite dallo stato e destinate alla politica, al commercio, ai giochi,....) La città nel suo insieme forma un organismo artificiale inserito nell'ambiente naturale e legato a questo da un rapporto con il territorio che in molti punti viene interpretato ed integrato con manufatti architettonici. Il rispetto di questo equilibrio, fra natura ed arte, connota ogni città con caratteri individuali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Roma e Rumon, Ruma e Struma

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 9:01 am

Albio-labio-alveo, Albenga, Albione, Albignasego, Albalonga, ...
viewtopic.php?f=45&t=98

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... g3UDg/edit
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https://it.wikipedia.org/wiki/Civilt%C3%A0_villanoviana
Villanoviano è il nome convenzionale e moderno di un "aspetto culturale" protostorico, definito sulla base delle caratteristiche dei resti materiali. Il nome deriva dalla località di Villanova, frazione del comune di Castenaso nella città metropolitana di Bologna dove, fra il 1853 ed il 1855, Giovanni Gozzadini (1810–1887) ritrovò i resti di una necropoli, portando alla luce 193 tombe (di cui 179 ad incinerazione e 14 ad inumazione).

Durante la prima età del ferro, tra il IX e l'VIII secolo a.C., l'aspetto villanoviano caratterizzò l'Etruria tirrenica, l'Emilia-Romagna (in particolare, la zona di Bologna e Verucchio nel riminese), le Marche (Fermo), la Campania (Capua, Capodifiume, Pontecagnano, Sala Consilina) e la Lucania (zona del Vallo di Diano). Tra Toscana, Lazio e Emilia, ed in alcune aree della Campania e della pianura padana orientale gli insediamenti villanoviani paiono molto fitti, sovente ve ne sarebbe uno ogni 5-15 km, su ogni collina adatta per la difesa e posta vicino a fonti d'acqua pura, con altri insediamenti più piccoli nelle zone costiere (anche qui però piuttosto fittamente distribuiti, ad occupare la maggior parte dei porti naturali, ampi tratti della costa tirrenica rimanevano però impaludati) e nelle zone montuose appenniniche (di transumanza, ma anche i principali passi della zona umbro-marchigiana e le zone montuose prossime a Perugia). Nel IX secolo a.C. gli insediamenti villanoviani sembrerebbero capillarmente distribuiti in buona parte dell'Italia centrale, piuttosto omogenei da un punto di vista della cultura materiale e diffusi, anche se sovente in maniera isolata, nell'Italia tirrenica meridionale e in varie zone dell'Italia settentrionale ed adriatica.

Molto rischioso risulta associare un ethne storico ad una civiltà conosciuta solo per le vestigia materiali archeologiche, la civiltà villanoviana (e quella proto-villanoviana) si sviluppò in ampie parti d'Italia in un'epoca grossomodo corrispondente all'arrivo della seconda grande ondata di indoeuropei, ma ebbe i suoi centri maggiori nelle zone non indoeuropeizzate (Etruria propriamente detta) o di indoeuropeizzazione più tardiva (Etruria padana e campana, ovvero mantovano, bolognese, riminese, ferrarese e capuano, salernitano, valle del Sele).

Alcuni studiosi (H. Hencken e Mario Torelli) hanno affermato che la civiltà villanoviana si sarebbe estesa dall'Etruria meridionale al resto della penisola interessata da tale civiltà. Altri autori (Jean-Paul Thuillier[2]; Giuseppe Sassatelli) pensano invece che si sia trattato piuttosto di uno sviluppo locale risalente alla tarda età del bronzo.

La principale caratteristica della civiltà villanoviana, con precedenti nel "protovillanoviano" (XII-X secolo a.C.) della fase finale dell'età del bronzo, erano le sepolture ad incinerazione, nelle quali le ceneri del defunto erano ospitate in un'urna: la pratica funeraria ha somiglianze con gli aspetti della "cultura dei campi di urne" della pianura danubiana. Nelle necropoli villanoviane è però attestato anche il rito inumatorio con tombe a fossa che, a partire dagli inizi dell'VIII secolo a.C., coesiste con quello crematorio.

Nelle vicinanze degli abitati, alcuni dei quali in questo periodo assumono proporzioni senza precedenti, tanto da essere definiti centri protourbani, si trovavano le aree funerarie, caratterizzate da tombe a pozzetto (pozzi scavati le cui pareti erano eventualmente rivestite in ciottoli), tombe a fossa (destinate all'inumazione del defunto) e tombe a cassetta (dette anche a cassone, costituite da lastre di pietra). Le urne cinerarie erano costituite prevalentemente da vasi biconici, ma anche da olle, brocche biconiche (o ovoidali) ed anfore. Un altro tipo di cinerario, comune all'area di cultura laziale, è l'urna a capanna, attestata nell'Etruria costiera e meridionale interna, che si ritiene fosse riservata ai pater familias.


https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_protovillanoviana
Il termine "cultura protovillanoviana", introdotto da G. Patroni nel 1937, viene utilizzato per definire quegli aspetti culturali affini che si diffondono in Italia tra il 1175 e il 960 a.C. circa, nell'età del bronzo finale.
Secondo alcune ipotesi il protovillanoviano si venne a creare da una commistione fra alcuni tratti della precedente cultura appenninica del bronzo medio e recente e influenze provenienti dal settore nord-orientale delle Alpi (Pianure danubiane).
Altri assegnano invece alle Terramare della pianura padana un contributo decisivo alla formazione del protovillanoviano, privilegiando quindi l'ipotesi di uno sviluppo autonomo a partire dalle culture nord-italiane del bronzo medio e recente.


https://it.wikipedia.org/wiki/Terramare
Le terramare erano antichi villaggi dell'età del bronzo media e recente (ca 1650-1150 a.C.) dell'Emilia e delle zone di bassa pianura della provincia di Cremona, Mantova (Alto Mantovano) e Verona.
Le terramare sono l'espressione dell'attività commerciale dell'età del bronzo. Sono insediamenti lungo una via che attraversava le Alpi nella Val Camonica e giungeva alle sponde del Po, qui venivano costruite le terramare che fungevano da depositi e punti di partenza delle merci costituite da ambra dal Mar Baltico, e stagno dai Monti Metalliferi, con direzione lungo il Po fino alla foce e all'Adriatico, verso il Mar Mediterraneo orientale, il Mar Egeo, Creta, l'Asia Minore, la Siria, l'Egitto.


https://it.wikipedia.org/wiki/Alba_Longa
Alba Longa (o Albalonga) fu una città del Latium vetus, a capo della confederazione dei popoli latini (populi albenses)
Fu distrutta da Roma sotto il re Tullo Ostilio, dopo l'anno 673 a.C.
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