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Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovolon

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 8:08 pm
da Berto
Rovereto

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http://it.wikipedia.org/wiki/Rovereto
Rovereto (IPA: /rove'reto/, Rofreit in tedesco, Roveredo in dialetto trentino) è una città di 37.549 abitanti dell'Italia settentrionale, secondo comune della provincia di Trento per popolazione dopo il capoluogo.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Rovereto_(disambigua)

Rovereto Credera Rubbiano (CR)
http://it.wikipedia.org/wiki/Rovereto_(Credera_Rubbiano)
Rovereto (Luvrìt in dialetto cremasco) è una frazione del comune lombardo di Credera Rubbiano

Rovereto sulla Secchia
http://it.wikipedia.org/wiki/Rovereto_sulla_Secchia
Rovereto sulla Secchia (Arvrê, in dialetto modenese) è una località italiana, frazione di Novi di Modena.
Il territorio di Rovereto, già nel 752, era compreso nelle donazioni di re Astolfo a suo cognato Anselmo primo Abate nel monastero nonantolano.
La prima notizia certa è datata 890, si tratta di un diploma del re Berengario, nel quale è scritto che alcuni pezzi di terra nel territorio di Rovereto furono oggetto di donazione ad un certo Roperto. Questa località è nominata su documenti nel 951 e 994 e dopo il mille; nel 1174 è chiamata "Roveretum Castrum" di pertinenza a Roncaglia.
Già nel 1000 questa località possedeva un grande "castrum", presso il fiume Secchia a difesa del territorio, che confinava col Reggiano.

Rovereto è una frazione del comune di Ostellato (FE), in Emilia-Romagna
http://195.62.166.21/ostellato/common/Main.do

Rovereto è una frazione del comune di Cerignale (PC), in Emilia-Romagna

Rovereto è una frazione del comune di Gavi (AL), in Piemonte

Rovereto è il nome del borgo che esisteva prima della fondazione di Alessandria

Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 8:09 pm
da Berto
Kinomastega veneta da l’Olivieri

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(i nomari łi xe coeli de łe pajne del livro endoe ke Oliveri el trata ste voxi)

Rova 113
Rovàl, Rovàra, Rovatèi 63
Rovéa, Rovizza 63
Rovegliana, Roveiàgo 25
Rovegliara 63
Roverbasso, Roverfissi 63
Roverchiara 63
Roverdicré 63
Révere, Reverédo 63
Roverso, Roversello 86
Roviègo 25
Rovigo 33
Rovina, Rovinàro 113
Rovinàl 64
Rovizza 63
Rovoléo, Rovolone 63
Rovréa 63


Par Rovigo, Rodigo e Rho, ... a ghè xa sto studio:
viewtopic.php?f=151&t=297

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Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 8:09 pm
da Berto
Toponomastega sparsa parlopì ente l’ara veneta e padana co coalke caxo al sud de ła penixla tałega.


Rovarè (San Biagio di Callalta - Tv), Rovegliana (Recoaro Terme - Vi), Roverbasso (Codognè - Tv),
Roverchiara (Vr), Roverchiaretta (Roverchiara - Vr), Roverdicrè (Rovigo), Roveredo di Guà (Vr), Roveré Veronese (Vr) Rovolon (Pd), Rovolo (Frassinoro Modena), Rovale (San Giovanni in Fiore CS), Rovate (Va), Rovato (Bs), Rovegno (Genova), Rovigno (Rovinj-Istria), Rovescala (Pv), Roverbella (Mn), Roviasco (Quiliano-Savona), Rovasco (Dizzasci-Como), Rovigliano (Città di Castello PG), Rovagnano (Via Rovagnano, Capitignano AQ), Rovagnate (Lecco), Rovittello (Castiglione di Sicilia), Rovito (Coxensa), Rovetta (Val Seriana), Rovasenda (Vercelli), evc. ...

Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 8:09 pm
da Berto
Roveredo di Guà

http://it.wikipedia.org/wiki/Roveredo_di_Gu%C3%A0
Il nome è nato nell'alto medioevo. La zona era ricca lungo i fiumi di querce farnia, albero che era impropriamente chiamata nel veronese robur, rovere. Fu un bosco di querce, chiamato roburetu a darne il nome (???). Per differenziarlo da altri toponimi simili fu aggiunto di Guà dal fiume che lo bagna.

Roveredo di Guà si trova all'estremità sud-orientale del territorio veronese; il nome riporta al paesaggio della bassa pianura veronese nell'alto Medioevo. Allora lungo i greti sabbiosi dei fiumi si addensavano i boschi e preponderanti su tutti, le querce farnie. La quercia farnia nei documenti dell'epoca viene impropriamente chiamata rovere, "robur", e fu un bosco di querce, un "roburetu", che diede il nome a Roveredo.
Roveredo sorge sul fiume Guà.

Il Guà nasce presso Recoaro, col nome di Agno, e in epoca classica, fino al 589 d.C., si gettava nell'Adige sotto Sabbion. In quest'ultimo tratto del suo percorso, minimo era il dislivello del terreno e il fiume procedeva a rilento, dilatandosi in forma paludosa e in tempo di piena l'Adige, con le sue acque, ne invadeva l'alveo. Intorno al punto di confluenza si stendeva una palude che non si prosciugava mai, perché l'Agno, qui detto "flumen mortum" per la lentezza del suo corso, continuamente affluiva. Tutto questo territorio venne così chiamato "ager acquatus", campagna acquitrinosa, che, nella parlata della gente, divenne più semplicemente "ager" e quindi "la ger" oppure "la guà" e poi "el guà".

Dopo il 589 d.C., anno in cui avvenne la rovinosa rotta dell'Adige alla Cucca (la Veronella di oggi), i due fiumi si separarono: l'Adige si volse verso sud e l' Agno-Guà torse le sue acque verso est, andando a sfociare nell'Adriatico. Nei documenti del X-XI secolo si trova menzione di questo nuovo fiume, il "flumen novum", ed è nel tratto chiamato ancor oggi Fiumenovo che si trova Roveredo, anche se, impropriamente, è conosciuto come Roveredo di Guà. Le disastrose inondazioni del 589 distrussero le campagne coltivate a frumento che avevano caratterizzato il paesaggio dell'età classica. Queste terre furono infatti abitate dalla più remota antichità e di particolare floridezza avevano goduto durante il periodo romano. Nel 31 a.C., all'indomani della battaglia di Azio, Augusto premiò i veterani dell'XI legione ritagliando loro questa fetta di pianura: lo conferma una lapide, ritrovata al confine orientale di Roveredo, che reca questa iscrizione: "Marco Billieno figlio di Marco della tribù Romulia, azziaco, della legione XI, dopo la battaglia navale dedotto in colonia, venne eletto decurione ... (??? el cognome Bellieno el se cata anca ente le iscrison veneteghe e çelto-veneteghe de li ani preromani)". Non lontano da Roveredo, al Bosco, sono state inoltre ritrovate armature e monete di epoca romana. Le monete recano incisa su di un lato l'effigie di Giano Bifronte, il simbolo della "pax Augusti", e sull'altro l'immagine di una nave con l'iscrizione "Actii" (??? le monete romane si trovano anche laddove i romani non sono mai stati!). Alla fine dell'eetà classica, con le scorrerie delle tribù barbariche e le rovinose inondazioni del VI secolo, sopraggiunsero i secoli bui dell'alto medioevo. In un documento del 1184 si parla di una villa, nominata "Roveredus", compresa nel feudo di Cologna. Roveredo passò dai Maltraversi alla giurisdizione dei vescovi di Vicenza, da Ezzelino da Romano agli Scaligeri, dai conti Thiene alla Repubblica di Venezia. La posizione del paese, al confine tra la provincia di Verona e quelle di Vicenza e Padova, sul fiume Guà-Fiumenovo allora navigabile, fecero di Roveredo una postazione ambita per la sua importanza strategica e quindi occasione di frequenti contese, oltre che sede di vivaci mercati. L'ambiente era adatto ad un'economia silvo-pastorale; dalla pastorizia traeva la materia prima una fiorente industria della lana; poi fino al XVI secolo si sviluppò l'allevamento del baco da seta e poi la produzione di canapa. Poi l'economia si trasformò. Il fondo del fiume andò alzandosi, andarono diffondendosi altre modalità di trasporto. Oggi Roveredo è un grosso borgo agricolo, la cui economia si basa sulla coltivazione di frumento, granoturco, patate, ortaggi. Negli ultimi tempi si è intensificato l'allevamento degli animali da cortile e del bestiame.


Roveredo in Piano
...


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Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 9:11 pm
da Berto
Rovołon (PD)

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Rovolon

http://it.wikipedia.org/wiki/Rovolon
http://www.comune.rovolon.pd.it/storia-del-comune
... La vegetazione è varia e rigogliosa: viti, ciliegi, boschi di conifere, castagni, noccioli e un po’ dovunque l’invadente robinia coprono di verde i dolci pendii.
Godendo questa zona di un clima particolarmente umido, si possono trovare in autunno, tra le radici dei castagni, funghi commestibili come i porcini, le russole, i chiodini, le vesce e le cosiddette "mazze di tamburo" (Lepiota procera), mescolati alle fragole ed alle more che popolano il sottobosco. E’ infatti dalla presenza del rovo fruttifero (rubus fruticosus) che si può ritenere derivi il toponimo di ”Robolone” prima e “Rovolone” poi, in età moderna, anche se c’è chi ritiene che potrebbe essere un accrescitivo di Robur, rovere, quercia. (???) ...


Monte Tondo Vilaga-Barbaran -VI
https://picasaweb.google.com/pilpotis/M ... BarbaranVI


Rovolo (Frasinoro)

http://it.wikipedia.org/wiki/Frassinoro
Frassinoro (Frasnôr, in modenese) è un comune di 2.050 abitanti della provincia di Modena.
Fa parte dell'Unione di Comuni Montani Valli Dolo, Dragone e Secchia, che ha il proprio capoluogo a Montefiorino.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oro-c-.jpg


Etimoloje dà UTET:

Rovolon

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Rovina

http://www.treccani.it/vocabolario/rovina

rovina (ant. o letter. rüina) s. f. [lat. rŭīna, der. di ruĕre «precipitare»]. –

1.
a. Grave distruzione e crollo, totale o parziale, di edifici e strutture edilizie: la bomba provocò la r. del palazzo; alla r. del ponte hanno contribuito le recenti piogge; la r. di quel costone ha travolto metà del villaggio; edificio, quartiere, città in r., in gran parte o del tutto rovinati; la strada, il muro in questo punto minaccia rovina, di rovinare, di franare. In usi ant. e letter., far r. di una cosa, rovinarla: [di Troia] vid’io far ruina e scempio (Caro).

b. Con valore concr., quasi esclusivam. al plur., il materiale che è rovinato: la città, dopo il bombardamento, era ridotta a un ammasso di rovine; frugavano fra le r. delle case distrutte dal terremoto; è rimasto sepolto sotto le r.; la città risorge dalle sue r., anche fig., ritorna a essere florida economicamente e politicamente. Sempre al plur., i resti, le strutture superstiti di edifici e di complessi urbani rovinati, parzialmente distrutti: le r. di una città terremotata; in partic., gli avanzi, i ruderi di antichi edifici che costituiscono un complesso d’interesse culturale: su quel colle si vedono le r. del castello; della chiesa medievale non rimangono che poche r.; visitare le r. del Foro romano, di Pompei, di Agrigento; poesia delle r., che si ispira alla suggestione, alle memorie, alle considerazioni morali suscitate dalla vista delle rovine. Nel sing., rovina, genere di composizione e opera di pittura o grafica che ritrae rovine di antichi edifici e complessi secondo un gusto che fu caratteristico dei sec. 16°, 17° e 18°.

c. Con uso locale, ancora al plur., rovine, lo stesso che masiera, come frane postglaciali del Bellunese: le r. di Vedana.

2. fig.
a. Di istituzioni o di organismi politici, sociali, economici, ecc., irreparabile o gravissimo disfacimento o degradamento: provocare la r. dello Stato, dell’Impero, del governo, della Chiesa, dell’esercito; mandare (meno com., tirare o trarre o mettere) in r., portare alla r. la propria famiglia, la ditta, un’industria, una banca. Più genericam., danno irreparabile o gravissimo alla salute, o economico, o morale: l’eccessivo lavoro manderà in r. i suoi nervi; r. del patrimonio, della reputazione, dell’onore; non andrai in r. per questa spesa; se non ottengo questo prestito, per me sarà la r.; ha travolto nella sua r. tutti i suoi soci; quella donna lo porterà alla rovina.

b. Con valore più concr., la cosa o la persona stessa che è causa del disfacimento o del danno: i funzionarî disonesti sono la r. dei governi; il fumo è la r. dei polmoni; il gioco è stato la sua r.; le cattive compagnie sono la r. dei ragazzi.

3. letter. Furia; moto violento, travolgente: il torrente scendeva con gran rovina.

rovina
rovina (ant. e lett. ruina) s. f. [lat. rŭīna, der. di ruĕre "precipitare"]. - 1. [grave danneggiamento di edifici e strutture edilizie] ≈ caduta, cedimento, collasso, crollo, distruzione, sconquasso. ▲ Locuz. prep.: in rovina [che ha subìto cedimenti strutturali] ≈ [→ ROVINATO (1)]. 2. a. [spec. al plur., ciò che rimane di edifici crollati: è rimasto sepolto sotto le r.] ≈ calcinacci, macerie. b. [spec. al plur., ciò che rimane di costruzioni antiche: le r. di Pompei] ≈ resto, rudere, vestigia. 3. (fig.) a. [gravissimo degrado, danno irreparabile: provocare la r...

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ruo, is, rui, rutum, part. fut. ruiturus, ere, 3 intr. e tr.
1 intr.:
a precipitarsi, correre, anche fig. (ad interitum, alla rovina);
b fig. essere precipitoso, agire sconsideratamente;
c cadere, stramazzare, anche fig. (ruit res publica);
2 tr.:
a spingere;
b far crollare.

1 intr.,
a precipitarsi, slanciarsi, correre: Pompeium ruere nuntiant, riferiscono che Pompeo accorre, CIC. Att. 7, 20, 1; in aquam caeci ruebant, si precipitavano alla cieca nell'acqua, LIV.; ruere ad urbem, correre all'assalto della città, LIV.; ruunt fugientes in castra, fuggono a precipizio nell'accampamento, LIV.; ruunt de montibus amnes, l'acqua scende a torrenti dai monti, VERG. Aen. 4, 164; unde ruunt totidem voces, responsa Sibyllae, da cui erompono con altrettanti voci i responsi della Sibilla, VERG. Aen. 6, 44; ruit Oceano nox, la notte si precipita fuori dell'Oceano, VERG. Aen. 2, 250; revoluta ruebat dies, il giorno si affrettava a tornare, VERG.; anche fig. ad interitum ruere voluntarium, correre volontariamente alla rovina, CIC.; crudelitatis odio in crudelitatem ruere, per odio verso la crudeltà ricadere nella crudeltà, LIV. 3, 53, 7; ad seditiones et discordias et ad extremum bella civilia ruere, gettarsi a provocare risse, discordie e infine guerre civili, TAC. Hist. 1, 46, 3; in bellum ruere, IUST.; ruere in servitium, precipitarsi a servire, TAC.; omnia fatis in peius ruere, per volere del fato tutto peggiora, VERG. Georg. 1, 200; con l'inf.: quo ruis dicere fata?, come ti arrischi a predire il destino?, PROP. 4, 1, 71; pass. impers.: fugiendo in media fata ruitur, fuggendo ci si precipita proprio incontro alla morte, LIV. 8, 24, 4;
b fig. essere precipitoso, operare alla cieca, agire sconsideratamente: emptorem pati ruere, lasciare che il compratore si rovini, CIC. Off. 3, 54; compescere ruentes, domare l'impeto dei faziosi, TAC.;
c cadere, stramazzare, crollare: caedebant pariter pariterque ruebant victores victique, vincitori e vinti egualmente colpivano, egualmente cadevano, VERG. Aen. 10, 756; altae turres ruunt, le alte torri crollano, LUCR.; motibus terrae ruere nuntiabantur tecta, si raccontava che le case crollavano per i terremoti, LIV. 4, 21, 5; ruit alto a culmine Troia, Troia precipita dalla sua eccelsa altezza, VERG.; ruit arduus aether, vien giù tutto l'alto cielo, VERG. Georg. 1, 324; quid si nunc caelum ruat?, e se ora viene il finimondo?, TER.; anche fig. in agendo ruere ac saepe peccare, agire precipitosamente e con frequenti errori, CIC. Dom. 141; ruit res publica, lo Stato va in rovina, CIC.; quem vocet divum populus ruentis imperi rebus?, quale dio potrà il popolo invocare perché soccorra il rovinante impero?, HOR. Carm. 1, 2, 25; Vitellium ne prosperis quidem parem, adeo ruentibus debilitatum, che Vitellio neppure nella buona fortuna sapeva comportarsi convenientemente, e per di più era abbattuto ora che tutto crollava, TAC. Hist. 3, 64;
2 tr.,
a spingere, rimuovere, sollevare: mare permotum ventis ruit intus harenam, il mare sconvolto dai venti sospinge la sabbia nell'entroterra, LUCR. 6, 726; ignis ruit atram ad caelum nubem, il fuoco solleva verso il cielo una fosca nube di fumo, VERG. Georg. 2, 308; altum cinerem et confusa ruebant ossa focis, traevano dai roghi molte ceneri e le ossa frammiste, VERG. Aen. 11, 211; spumas salis aere ruebant, con le bronzee prore solcavano il mare spumeggiante, VERG. Aen. 1, 35; unde divitias ruam dic, dimmi in che modo potrei arricchire, HOR. Sat. 2, 5, 22; se ruere, precipitarsi, GELL.;
b far crollare, rovesciare, abbattere: venti vis ruit naves, la violenza del vento fa affondare le navi, LUCR. 1, 272; cumulus ruere male pinguis harenae, spianare le zolle di sterile terra polverosa, VERG. Georg. 1, 105; immanem molem volvuntque ruuntque, rotolano e buttano giù un macigno, VERG.
[cf. gr. órnymi, erysíchton].

rupes, is, f.,
rupe, dirupo, roccia, scoglio, CAES. e a.: rupes cavae, caverne, VERG.; in rupes protrudere asellum, scaraventare l'asino in un precipizio, HOR. Epist. 1, 20, 15
[cf. rumpo].

rupina, ae, f., luogo roccioso, APUL. [rupes + -ina].
ruptura, ae, f., rottura, frattura, GELL. [rumpo + -ura].




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Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mar giu 24, 2014 9:11 pm
da Berto
Ła UTET ła fa rivar tuti sti toponemi da ła voxi latine come rubus (rovo) e robur (rovare), roboris, ...

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łomè coakedoun ła ło mete en łigo con ła voxe padan-veneta roa = jareto, priara, saseto, frana, roina, ...

A ghè anca la variansa Ruviano e Ruvo (al sud de la penixla talega) ke li dovaria esar de la fameja:

Anca Rubbio e Rubbiate, Robecco, Robella, Robilante, ... e on mucio de altri, li dovaria esar de la fameja: da verefegar ognon.

Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: mer giu 25, 2014 4:18 pm
da Berto
Kisà se anca Ravena (Ravenna), Ravanusa, Ravarino, Raveo e Ravelo e tanti altri li xe de la fameja (ke co le rape le ghe entra asè poketo).

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Re: Rovereto, Roveredo, Roverè, Roverciara, Roverbeła, Rovol

MessaggioInviato: sab ago 02, 2014 6:38 am
da Berto
Over e ofer

Na vecia variansa xermanega xera over = riva alta, ke ła corisponde a la voxe todesca de ancó ofer.

En angrexe de ancò over = su, sora, pì vanti o oltre = todesco ufer (ofer) riva;

http://it.dicios.com/enit/over
http://it.dicios.com/deit/ufer